Diritti Digitali per la Comunità Queer
Camilla Quaresmini L’intelligenza artificiale (IA) pervade le nostre vite tramite app di varia tipologia, assistenti digitali, sistemi di rating, dispositivi smart. Diversamente dalla prospettiva che la presenta come strategia oggettiva ed equa per la gestione di determinati compiti, l’IA è intrinsecamente priva di neutralità, in quanto potenzialmente soggetta ad un uso duale.
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Italia nello Stretto di Hormuz in funzione anti-Iran
di Antonio Mazzeo
Pagine Esteri, 4 luglio 2022 – A fine estate l’Italia sarà a capo dell’operazione militare europea nello Stretto di Hormuz a “difesa” degli interessi delle transnazionali dell’energia e per il “contenimento” della presenza iraniana. Ad annunciare la provocatoria missione nel conflittuale corridoio marittimo tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman è il ministero della Difesa, a conclusione della visita in Pakistan del Capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. “Tra gli argomenti trattati durante gli incontri con i vertici delle forze armate pakistane – si legge nella nota emessa il 24 giugno – il Capo di Stato Maggiore italiano ha sottolineato l’accresciuto impegno del nostro Paese nell’area con l’assunzione del Comando della Missione NATO in Iraq e con la prossima assunzione del Comando della missione di coalizione Europea EMASOH”. (1).
Acronimo di European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz, EMASOH è la “missione di sorveglianza marittima” promossa nel gennaio 2020 – in modo autonomo – dai governi di Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Italia, dopo una serie di attacchi contro le unità utilizzate per il trasporto di gas e petrolio negli stretti di Hormuz e Bab el-Mandeb (tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden) e ai terminali petroliferi di Abqaiq e Khurais in Arabia Saudita. Principali responsabili delle incursioni a petroliere e navi metaniere, secondo Stati Uniti, Unione europea e petroregimi arabi, i pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica dell’Iran.
“La crescente insicurezza e instabilità nel Golfo e nello Stretto di Hormuz a partire del 2019 con numerosi incidenti marittimi e non, è il risultato delle crescenti tensioni regionali e ha influenzato negativamente la libertà di navigazione e la sicurezza delle unità europee ed extraeuropee nell’area”, riportano i paesi membri di EMASOH. (2) Nonostante l’apertura di nuove rotte commerciali e l’espansione del mercato globale, dallo Stretto di Hormuz continua a transitare il 21% delle risorse petrolifere (circa 21 milioni di barili al giorno). Attraverso questo tratto di mare lungo 150 Km. e largo 33, l’Arabia Saudita fa passare 6,4 milioni di barili di petrolio al giorno, l’Iraq 3,4, gli Emirati Arabi Uniti 2,7, il Kuwait 2, mentre il Qatar, il più grande produttore mondiale di gas naturale liquefatto (LNG), quasi tutto il suo gas destinato all’esportazione. (3) Da qui l’esigenza di alcuni dei principali clienti europei di concorrere alla rimilitarizzazione della regione anche in concorrenza con gli stessi Stati Uniti d’America e i partner del Golfo.
Quartier generale di EMASOH è la base navale francese di Camp de la Paix ad Abu Dhabi (la Francia di Macron è il paese che più ha spinto per il lancio della missione aeronavale). La componente militare (Operation Agénor, nome di matrice classica, sinonimo di molto virile, coraggioso, condottiero dei prodi) include sette unità da guerra e un pattugliatore aereo delle forze armate degli stati promotori più la Norvegia. “Nei primi due anni di vita, EMASOH-Agénor ha visto operare complessivamente tredici fregate e dodici differenti velivoli di pattugliamento e riconoscimento marittimo”, riporta la nota emessa dal Comando il 25 febbraio 2022. “In totale gli assetti aerei hanno condotto più di 1.000 ore di volo mentre le imbarcazioni hanno navigato per 750 giorni, attraversando lo Stretto di Hormuz oltre 170 volte. Tuttavia la sicurezza nel Golfo e nello Stretto rimane volatile. Nonostante il rafforzamento della collaborazione con il Consiglio di Cooperazione del Golfo (paesi membri Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi, Kuwait, Oman e Qatar, Nda), persistono le tensioni regionali pre-esistenti e il rischio di escalation e di potenziali nuovi incidenti. (…) Riconoscendo l’effetto preventivo duraturo della presenza di EMASOH, cercheremo adesso di migliorarne l’efficienza sviluppando sinergie con differenti iniziative europee nell’Oceano indiano nord-occidentale”. (4) Una missione destinata dunque a rafforzare la propria componente militare e il raggio operativo geo-strategico e che sarà a guida italiana molto presumibilmente dal semestre 2022 fino al febbraio 2023.
La nuova avventura militare nelle acque del Golfo non prenderà il via di certo con i migliori auspici. Voluta dall’allora governo Conte bis (Pd-LeU-M5S) sull’onda del rinnovato asse diplomatico-economico-militare tra Roma e Parigi, la partecipazione italiana ad EMASOH è stata inaspettatamente bloccata per tutto il corso del primo anno di attività. Il 30 maggio 2020, prima dell’approvazione del decreto di finanziamento delle operazioni all’estero delle forze armate italiane, il governo decideva l’annullamento della partecipazione di un’unità della Marina ad EMASOH, così come era stato previsto a gennaio. L’allora premier Giuseppe Conte e il (riconfermato) ministro della difesa Lorenzo Guerini non vollero spiegare la ragione della decisione; Analisi Difesa puntò il dito contro una supposta “pressione” esercitata dal Ministero degli Affari Esteri (allora come adesso, responsabile del dicastero l’on. Luigi Di Maio), “non nuovo a entrare a gamba tesa nel campo delle missioni militari all’estero, finanziate da un decreto annuale che stanzia anche i fondi per la cooperazione e sviluppo della Farnesina”. (5)
Dopo la falsa partenza, indigesta per ampi settori politici e delle forze armate, il via alla partecipazione italiana a EMASOH fu annunciato dal ministro Guerini in un’audizione nelle commissioni Difesa di Camera e Senato, nel marzo 2021. (6) Il successivo 5 agosto, con l’approvazione in Parlamento del documento di proroga delle missioni internazionali, veniva predisposta una copertura finanziaria di 9.032.736 euro (di cui 2 milioni esigibili nell’anno 2022) per l’operazione navale nello Stretto di Hormuz. “La missione prevede l’impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nella regione che comprende il Golfo dell’Oman e l’intero Golfo Persico, un’area storicamente caratterizzata da interessi vitali per l’economia nazionale e dei paesi europei”, scrive lo Stato Maggiore della Difesa. “Essa è finalizzata a tutelare il naviglio mercantile nazionale, supportare il naviglio mercantile non nazionale, rafforzare la cooperazione con le altre iniziative nell’area e contribuire alla maritime situational awareness dello spazio aeromarittimo al fine di garantire la libertà di navigazione e il libero flusso del commercio globale”. “L’Italia – enfatizza la Difesa – alla luce del ruolo strategico di quest’area per gli interessi nazionali, intende dispiegare un sistema di sicurezza, mantenendo una posizione neutrale nei confronti degli Stati regionali, nel rispetto del diritto internazionale, al fine di contribuire alla stabilità dell’area”. (7) Il decreto fissa un tetto massimo nell’impiego del dispositivo militare: 193 unità di personale, una unità navale, due mezzi aerei e un non meglio specificato supporto ISR Intelligence, Surveillance and Reconnaissance, successivamente identificato dalla stampa estera specializzata in un drone MQ-9 Reaper dell’Aeronautica militare, precedentemente schierato in Kuwait per la “sorveglianza” dello scacchiere iracheno. (8)
L’isola di Hormuz (foto di Farsnews)
Oltre al velivolo senza pilota, la presenza militare italiana nelle acque del Golfo è stata limitata al dispiegamento dal 1° ottobre al 15 dicembre 2021 della fregata missilistica “Federico Martinengo”, assegnata nei mesi precedenti all’Operazione Atalanta dell’Unione europea contro la pirateria a largo delle coste somale e nel Mar Rosso, nell’ambito della European Union Naval Force for Somalia (EU-NavFor Somalia). Nel corso della sua partecipazione a EMASOH, la fregata ha effettuato soste tecniche nei porti di Mascate (Oman), Doha (Qatar) e Manama (Bahrein), sapientemente utilizzate dalle autorità nazionali per propagandare il Sistema Italia (armi e tecnologie belliche) e rafforzare le relazioni diplomatico-militari con i paesi ospiti. Ciò è comunque bastato per irritare Teheran. “La Repubblica Islamica dell’Iran ha protestato contro la presenza di forze straniere nella regione, in particolar modo europee, che non può che creare le condizioni per esacerbare le tensioni già esistenti”, riportava il 14 ottobre 2021 l’agenzia di stampa iraniana Fars. “E’ stato altresì sottolineato che la sicurezza della zona del Golfo dovrebbe essere assicurata soltanto dai Paesi vicini”. (9)
Il regime iraniano aveva già espresso disappunto e risentimento per la decisione del Comando centrale delle forze armate USA di dar vita, nel luglio 2019, alla “missione internazionale di sicurezza marittima” – sempre nello Stretto di Hormuz e nelle acque del Golfo Persico – denominata IMSC – International Maritime Security Construct. “IMSC è nata in risposta alla crescita delle minacce alla libertà di navigazione e al libero flusso del commercio per le legittime marinerie nelle acque internazionali della regione mediorientale”, spiega il Dipartimento della difesa USA. “La task force multinazionale Sentinel, braccio operativo di IMSC, è stata istituita il 7 novembre 2019 con lo scopo di scoraggiare le attività maligne sponsorizzate dallo stato in tutta l’area operativa in modo da ridare sicurezza all’industria navale commerciale”. A IMSC-Sentinel oltre agli Stati Uniti contribuiscono Albania, Bahrain, Estonia, Lituania, Romania, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Regno Unito, mentre hanno espresso l’intenzione di offrire una forma di cooperazione Corea del Sud, Qatar e Kuwait. Il 6 agosto 2019, nella sessione di chiusura della Knesset, l’allora ministro degli esteri di Israele, Israel Katz, aveva espresso la volontà di fornire intelligence alla missione a guida USA. Alle dichiarazioni di Tel Aviv è seguita una dura presa di posizione dell’ammiraglio Alireza Tangsiri, comandante delle Guardie del Corpo Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran. “Ogni illegittima presenza di Israele nel Golfo Persico potrebbe sfociare in un confronto militare nella regione e la responsabilità per quanto accadrà sarà di Stati Uniti e Regno Unito”. (10)
Inutile dire come le politiche delle cannoniere promosse in prima istanza da Washington e Parigi (con scarsa coordinazione tra le parti, nonostante le identiche finalità anti-Iran), congiuntamente al dirompente attivismo di Israele nel “controllo” delle rotte petrolifere e del gas dell’intero Medio Oriente, abbiano esacerbato gli animi contribuendo ad aggravare le tensioni, specie tra Teheran e Tel Aviv. “L’attacco mortale ai danni di una petroliera a largo delle coste dell’Oman alla fine del luglio 2021 rappresenta un ulteriore sviluppo sia del rischio generale per la navigazione nel Golfo, dello Stretto di Hormuz e del mare Arabico, sia per la ribollente guerra ombra che viene condotta da Iran e Israele”, scrivono gli analisti militari Hugo Decis e Charlotte Le Breton dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) di Londra. “L’attacco è stato condotto con un velivolo senza pilota apparentemente decollato dall’Iran, che ha colpito la nave cisterna MV Mercer Street, gestita da una società israeliana. Questo evento segna un’indubbia escalation. L’Iran ha minacciato ripetutamente di chiudere lo Stretto di Hormuz in passato. Finora non è riuscito a portare a termine queste minacce parzialmente per preservare i propri interessi economici, ma ha anche continuato ad accumulare strumenti ed assetti finalizzati a questo obiettivo. Ciò indica che permane il rischio di escalation”. (11)
All’aggravamento della crisi nell’area ha concorso inevitabilmente la decisione assunta a Bruxelles dal Consiglio dell’Unione Europea, lo scorso mese di febbraio, che ha esteso all’Oceano Indiano nord-occidentale il cosiddetto Coordinated Maritime Presence Concept con cui sono stati predisposti misure ed interventi a difesa degli interessi strategici europei e della navigazione nel Golfo di Guinea (documento varato nell’agosto 2019). In particolare il Consiglio Ue ha suggerito di rafforzare il coordinamento e la cooperazione con la missione EMASOH e di “considerare un’Area Marittima di Interesse l’Oceano Indiano nord-occidentale, una regione che si estende dallo Stretto di Hormuz al Tropico meridionale e dal nord del Mar Rosso fino al centro dell’Oceano Indiano”. (12)
La decisione di Bruxelles non potrà non avere conseguenze a breve termine anche di ordine militare. “La Coordinated Maritime Presence consentirà all’Unione europea di condividere intelligence e coordinamento operativo nella regione del Golfo, stabilendo effettivamente legami tra EMASOH e l’Operazione Atalanta che combatte la pirateria a largo della Somalia”, scrivono i ricercatori Cinzia Bianco dell’European Council on Foreign Relations di Berlino e Matteo Moretti dell’Istituto di Affari Internazionali di Roma. “Convertire lo Stretto di Hormuz e il Mar Rosso in un’area integrata rafforza la capacità di dare sicurezza a entrambi (…) L’abbraccio Ue di EMASOH è l’ultima luce verde a una nuova generazione di missioni flessibili create ad hoc e che possono essere dislocate in aree sensibili per gli interessi dell’Unione europea, compensando il lungo processo decisionale della Politica Comune su Difesa e Sicurezza della Ue. Questa principale categoria di missioni, che include l’Operazione Takuba nel Sahel e l’European Naval Engagement nell’Indo-Pacifico, diverrà ancora più comune e rafforzerà le capacità di proiezione europea. EMASOH dovrà rafforzare la sua presenza navale e gli assetti per la sorveglianza aerea se vuole essere credibile in mezzo a una forte competizione multipolare nella regione”.
Ancora più militari, navi e aerei da guerra Ue nel Golfo, dunque. Specie adesso che è partita una dissennata corsa per “differenziare” i mercati di approvvigionamento delle risorse energetiche, così da ridurre la dipendenza dalla Russia e aumentare l’import dagli impresentabili regimi super-armati della Penisola arabica. In pole position tra i paesi in gara per più gas e più petrolio dalla regione del Golfo c’è ovviamente l’Italia di Mario Draghi, Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, per nome e per conto dell’holding a capitale statale ENI. A metà febbraio, prima dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il governo ha sottoscritto un accordo strategico con il Qatar per accrescere le forniture di GNL. L’emirato fornisce già il 10% circa del gas naturale importato dall’Italia; inoltre la Qatar Petroleum, l’azienda petrolifera statale, possiede il 23% della joint venture che controlla il Terminale GNL Adriatico, l’impianto di rigassificazione posto a circa 15 km al largo di Porto Levante, Rovigo (le altre quote sono per il 70% della statunitense ExxonMobil e per il 7% di Snam SpA, società di infrastrutture energetiche controllata in parte dalla Cassa Depositi e Prestiti). (14)
Tutti “buoni” motivi per indossare baionetta ed elmetto e proiettarsi nello Stretto di Hormuz e nel Golfo Persico a difendere quello che Guerini e Stato maggiore definiscono ormai il Mediterraneo Mare Nostrum super-allargato. Ci inimichiamo di sicuro ancora di più l’Iran ma se si chiude una porta si apre un portone, anzi tanti portoni per fare nuovi e più lucrosi affari di gas e petrolio con emiri e sceicchi…
Note e Link
(1) difesa.it/SMD_/CaSMD/Eventi/Pa…
(2) fmn.dk/en/topics/operations/ig…
(3) ilpost.it/2019/08/04/stretto-h…
(4) hellenicshippingnews.com/emaso…
(5) analisidifesa.it/2020/05/il-go…
(6) sicurezzainternazionale.luiss.…
(7) difesa.it/OperazioniMilitari/o…
(8) air-cosmos.com/article/golfe-p…
(9) themeditelegraph.com/it/market…
(10) globalsecurity.org/military/op…
(11) iiss.org/blogs/military-balanc…
(12) consilium.europa.eu/media/5443…
(13) mei.edu/publications/europes-r…
(14) formiche.net/2022/02/gas-ue-ru…
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NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte
di Michele Giorgio –
(nella foto di archivio, il giorno in cui fu raggiunto nel 2015 a Vienna l’accordo Jcpoa)
Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Ora o mai più. Sotto la pressione di questo imperativo erano ripresi nei giorni scorsi a Doha, nel Qatar, negoziati decisivi, ma indiretti, tra Iran e Stati uniti per il ripristino dell’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano (Jcpoa). Enrique Mora, uno dei collaboratori più stretti del «ministro degli esteri» dell’Ue Josep Borrell, ha incontrato la delegazione iraniana capeggiata dal viceministro degli esteri iraniano Ali Bagheri Kani. Poi ha visto l’inviato speciale degli Usa, Robert Malley. Al momento prevale il pessimismo. Non c’è stato alcun «progresso sperato dall’Ue» nelle trattative sul nucleare iraniano, ha comunicato ieri Enrique Mora. Gli Stati Uniti si dicono «delusi» e un portavoce del Dipartimento di stato ha aggiunto che «I colloqui indiretti a Doha sono terminati». L’Iran da parte sua fa sapere che rimarrà in contatto con Mora per prossimi incontri. Il portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Nasser Kanani ha comunque confermato che rimangono “questioni irrisolte”.
Gli ultimi mesi hanno visto crollare gran parte dell’impianto del nuovo accordo Jcpoa quando sembrava a portata di mano ai colloqui avviato nel 2021 a Vienna. A un certo punto l’Amministrazione Biden è stata sul punto di accettare la richiesta iraniana di rimuovere i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) dalla lista delle organizzazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di stato. Biden ha poi fatto retromarcia di fronte alle proteste del governo israeliano. Quindi, i negoziati sono stati sospesi a marzo a causa delle crescenti divergenze tra la Casa Bianca e Teheran, alle quali si è aggiunto il gelo sceso tra Mosca e Washington – entrambe garanti del Jcpoa (nel 2018 però gli Usa sono usciti dall’accordo) – per l’inizio della guerra in Ucraina.
Il passo all’indietro fatto quattro anni fa dall’ex presidente Donald Trump, in apparente accordo con l’ex premier israeliano Netanyahu, non solo ha portato allo stop del Jcpoa dopo tre anni in cui le parti coinvolte avevano (più o meno) rispettato i punti dell’accordo. Ha anche dato il via prima a un intenso scambio di accuse e poi ha innescato incidenti nel Golfo che per un soffio non sono sfociati in una guerra. L’Iran ha sempre negato di volersi dotare di ordigni nucleari ma dopo il 2018 ha utilizzato nelle sue centrali centrifughe avanzate e scorte crescenti di uranio arricchito lasciando intendere di essere in grado di raggiungere la soglia nucleare. Ora è il momento della verità, un fallimento avrebbe conseguenze drammatiche.
A inizio settimana a Teheran si respirava un clima più positivo. «La Coppa del Mondo Jcpoa in Qatar» aveva scritto in prima pagina il foglio riformista Mardom Salari. Per il moderato Arman-e Emruz «L’accordo tra Iran e America dovrebbe arrivare…ma una tale opportunità non può realizzarsi senza la flessibilità di entrambe le parti». Duro invece il conservatore Keyhan – fa capo alla Guida suprema iraniana Khamenei – che ha messo in guardia Ali Bagheri Kani: «I negoziati in Qatar sono una trappola, non si può premiare l’America che vara sanzioni, compie omicidi, pirateria e approva risoluzioni anti-iraniane».
Il ritorno al tavolo delle trattative è stato anche frutto anche dell’aumento del costo dell’energia causato dalla guerra tra Mosca e Kiev. Il rilancio del Jcpoa e la fine delle sanzioni Usa sulla vendita del greggio (e del gas) iraniano, andrebbe incontro al proposito di Biden di trovare fonti alternative all’energia russa. Israele, nemico dell’Iran, invece spera nel fallimento, vuole che le sanzioni contro Teheran non siano revocate e si prepara a un possibile scontro militare. «Proseguiremo a lavorare insieme agli Stati uniti e ad altri paesi per rendere chiara la nostra posizione e influenzare la realizzazione dell’accordo, se mai ci sarà», ha avvertito il ministro della difesa uscente Benny Gantz confermando che sta nascendo un’alleanza contro l’Iran con partner regionali non meglio identificati. Ma non è un mistero che Tel Aviv stia costruendo una sorta di Nato israelo-araba con Arabia saudita, Qatar, Emirati, Egitto, Bahrein e Giordania, guidata dagli Usa, per contrastare eventuali lanci di missili e droni iraniani in caso di una guerra. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che su iniziativa statunitense, alti ufficiali israeliani hanno avuto a marzo a Sharm El Sheikh incontri segreti con i rappresentanti di vari paesi arabi, tra i quali l’Arabia saudita, per coordinare strategie militari contro Teheran. Pagine Esteri
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STATI UNITI. Sdegno per la strage di 51 migranti. Il Messico avvia una indagine
della redazione
(la foto è di Martin Leveneur)
Pagine Esteri, 29 giugno 2022 – Non cessano sdegno e dolore per i 51 migranti, tra i quali si contano 22 cittadini messicani, morti per asfissia in un Tir nei pressi di San Antonio, in Texas. Altri due messicani si trovano in ospedale, con segni di grave disidratazione. È stata la tragedia più grave legata alla migrazione nella storia recente degli Stati uniti, paese che negli ultimi anni, specialmente sotto la presidente Trump, ha adottato misure drastiche contro la migrazione violando gravemente i diritti della persona e dei minori. L’amministrazione Biden da parte sua ha fatto sino ad oggi poco per mettere fine a queste violazioni.
Il “Los Angeles Times” ha riportato che lo scorso lunedì un cittadino ha sentito grida di aiuto provenire da un camion frigorifero e ha allertato i servizi di emergenza. I soccorritori, inorriditi, hanno trovato decine di corpi senza vita, ammassati uno sopra l’altro, e sopravvissuti in gravi condizioni o sul punto di esalare l’ultimo respiro. All’interno del camion frigorifero con a bordo le decine di migranti non era stato accesso il sistema di aria condizionata e non c’era acqua con temperature molto alte all’esterno dell’automezzo. L’accaduto ricorda la strage del dicembre del 2021 nello stato messicano del Chiapas quando si ribaltò il rimorchio di un autocarro con un centinaio di migranti di diverse nazionalità. Persero la vita 56 persone e altre 50 rimasero ferite.
La magistratura messicana ha aperto una indagine sull’accaduto. Al momento tre persone sono state fermate dalla polizia, senza però che sia stata ancora formalizzata nessuna incriminazione. “E’ una disgrazia tremenda, stiamo fornendo assistenza alle famiglie”, ha commentato il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador. Il 12 luglio Obrador si incontrerà con Biden proprio per discutere la questione dei flussi migratori. “Non possiamo affrontare il fenomeno migratorio solo con valichi di frontiera, con leggi più severe con muri o agenti di polizia, ma con il benessere, la sicurezza e la pace nei punti di partenza dei viaggiatori”, ha esortato il presidente messicano durante un recente viaggio in Guatemala in palese riferimento alle severe misure degli Stati uniti in materia di migrazione.
I flussi migratori sono stati tra i temi portanti del IX Vertice delle Americhe, tenutosi a inizio mese giugno a Los Angeles. Al termine Biden e i leader dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno adottato una dichiarazione congiunta che punta su stabilità e assistenza alle comunità; i percorsi legali più larghi; gestione umana della migrazione e risposta coordinata alle emergenze. Il Dipartimento di Stato Usa metterà 25 milioni di dollari a disposizione del meccanismo Global Concessional Financing Facility (Gcff) a sostegno dei Paesi dell’America Latina e 65 milioni di dollari per supportare gli agricoltori statunitensi che assumono contadini dai paesi latinoamericani. Provvedimenti giudicati insufficienti per affrontare l’enorme flusso migratorio, frutto delle crisi economiche che affliggono diversi paesi dell’area ma anche di cambiamenti climatici che colpiscono l’agricoltura fonte di sostentamento di milioni di persone. Pagine Esteri
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𝐏𝐀𝐋𝐄𝐑𝐌𝐎, 𝐋𝐀 𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐆𝐀𝐍𝐂𝐈𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐁𝐔𝐂𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐀𝐋𝐕𝐄𝐙𝐙𝐀
All’interno del quartiere arabo della Kalsa, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta col nome di “Gancia”, ossia ospizio per malati e forestieri, è un complesso architettonico risalente al 1490 ed edificata dai frati francescani.
Un pò prima di entrare nella Chiesa, sul muro esterno vi è una curiosa lastra di marmo scavata affiancata da una lapide che ne commemora l’evento, essa è la "𝐁𝐮𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐞𝐳𝐳𝐚".
Nell'Aprile del 1860 gli antiborbonici insorgono a #Palermo contro il Re napoletano. La sommossa, scoppiata a pochi passi dalla Chiesa della Gancia in quel che un tempo veniva definito il quartiere degli “scopari” (famoso per le vivacissime zuffe tra donne), viene soffocata nel sangue. Due dei capi rivolta scampati al massacro, per sfuggire alla cattura da parte dei gendarmi borbonici, si rifugiano nella cripta della chiesa, tra le sepolture dei frati del convento.
Dopo cinque giorni senza né cibo né acqua i due insorti, attraverso una breccia sul muro del convento, riescono ad attirare l’attenzione di una donna che d’accordo con alcune comari mette in scena una grande rissa, distogliendo in questo modo l’attenzione dei gendarmi. In un attimo la stradina si trasforma in teatro di urla e spinte e i due fuggiaschi, approfittando di questo sotterfugio, allargano la breccia nel muro riuscendo a scappare indisturbati. Da quel momento la breccia nel muro della Gancia prese il nome di “𝐁𝐔𝐂𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐀𝐋𝐕𝐄𝐙𝐙𝐀“.
Online la versione beta della nuova piattaforma europea per l’istruzione scolastica della Commissione europea.
Info ▶️ indire.it/2022/06/23/online-la…
Iscrivetevi per rimanere sempre aggiornati ▶️ miur.gov.it/web/guest/iscrizio…
Three years into the digital fight for freedom in Brussels – Pirates matter!
Three years ago, I entered the European Parliament thanks to 240,000 votes for the German Pirate Party and no blocking threshold (which the German Federal Constitutional Court had declared unconstitutional). Three exciting years in which my team and I fought against the full force of surveillance and data exploitation mania of the Ursula von der Leyen Commission. In accordance with the results of a member survey in my party, I voted against the election of von der Leyen, who had already supported unconstitutional data retention as a member of the German Bundestag and was silent on the issues of lobbying, transparency and citizen participation. Jointly, the three Czech Pirate MEPs and me rejected von der Leyen.
The work of the Pirate movement in the European Parliament is characterised by our close cooperation and cross-border division of labour. I am also proud that we Pirates are now in the government in the Czech Republic and the Ministers of Foreign Affairs and Digital Affairs are Pirates. This will be particularly helpful in the next six months, when the Czech Republic holds the EU Presidency and negotiates for the Council.
One thing has been clear since my election: our fundamental rights and freedoms in the digital age are being attacked and dismantled across Europe. Industry, the EU Commission and the governments of the member states are responsible for this. And yet I was able to achieve successes in the fight against surveillance and screening mania.
Major success: EU Parliament calls for ban on biometric mass surveillance
In October 2021, a large majority of EU MEPs rejected biometric facial recognition and other forms of biometric mass surveillance in public spaces. Amendments proposed by the conservatives to call for “exceptions” were defeated. The vote was a crucial milestone for us in the fight against the discriminatory use of mass surveillance tools in public spaces. Previously, I had campaigned for a ban on these highly intrusive and error-prone technologies in public spaces, because biometric mass surveillance wrongly implicates large numbers of innocent citizens, systematically discriminates against under-represented groups and threatens our free and diverse society. I coordinated a campaign by my group to ban biometric mass surveillance, where we commissioned studies and mapping, hosted events and provided a free video game (biometric outrun) – try it, it’s not so easy to escape the scanners!
Biometric Outrun greens-efa.eu/tools/game/index…
This clear message from Parliament to take civil society’s warnings seriously and ban biometric mass surveillance in public spaces in the proposed Artificial Intelligence Act was a great success for me and my team. Now it is a top priority for us four Pirate MEPs in Brussels to make sure the ban is implemented in the currently negotiated Artificial Intelligence Act (AIA). There is a majority in parliament in favour of a ban on biometric mass surveillance. However, the negotiations with the national governments next year will be decisive. So far, they have strictly rejected such a ban.
Decision-makers often learn best what surveillance means when they are affected by it themselves. This became obvious in May 2022 when the Parliament by a large majority rejected a project of the parliamentary administration to collect fingerprints of all MPs for a “biometric attendance register”. We must not allow the mass processing of biometric data to become the new normal!
Digital Services Act: Fighting against industry and government interests
As rapporteur for the Civil Liberties Committee (LIBE), I fought for digital citizens’ rights in the trilogue negotiations on the Digital Services Act – unfortunately largely unsuccessfully. The EU governments in the Council stubbornly defended industrial and governmental interests, and the Parliament agreed to this in exchange for a speedy conclusion of the negotiations. At least we were able to prevent the indiscriminate collection of the mobile phone numbers of all uploaders on adult platforms, which would have endangered the privacy of users and especially the safety of sex workers due to foreseeable data hacks and leaks. We also successfully fought against removal obligations for search engines. And at least minors will be protected from being manipulated by way of targeted advertising in the future.
Video: Patrick Breyer explains the Digital Services Act
peertube.european-pirates.eu/v…
Chat control 2.0: We can still stop it
As shadow rapporteur for the Greens/EFA Group, I fought without success against the adoption of voluntary chat control in July 2021. However, I and my fellow campaigners from politics and civil society managed to mobilise a lot of attention and protest in the media, politics and the population in Germany with targeted campaigning and public relations work when the plans for the introduction of mandatory chat control were presented in 2022. When the proposal was finally published in May 2022, the public outcry was great. Even the German Child Protection Association has described the EU Commission’s planned scanning of private communications via messenger or email without any reason as disproportionate. The majority of child pornography material is shared via platforms and forums, they say. What is needed is “above all the expansion of human and technical resources at the law enforcement agencies, more visible police presence on the net, more state-run reporting centres as well as the decriminalisation of the dissemination of self-generated material among young people”.
With chatcontrol.eu I provide a comprehensive website on the topic. I commissioned a former judge with the European Court of Justice to write a legal opinion, finding that the proposed chat control violates fundamental rights. Now it is time to forge an international civil society alliance against chat control!
TERREG: Attack on freedom of expression
I achieved partial successes in the controversial EU regulation to prevent the dissemination of terrorist content on the internet (TERREG), which allows national authorities to have alleged terrorist internet content deleted within one hour without a court order – even if it was published in another member state. As the negotiator for my group Greens/EFA, I helped prevent, for example, an obligation to use error-prone upload filters, ensured special protection of journalism, art and science and secured an exception for small and non-commercial platforms from the 1-hour deletion deadline. Unfortunately, the TERREG regulation still remains problematic.
Digital learning during the pandemic
Is copyright hampering schools, universities and research in the Covid 19 pandemic? The proposal by Felix Reda and me to have this investigated received a majority and will be taken up. Background: Digital lending and digitisation of books is legally permitted, but in practice books are still rarely available digitally. This is especially disadvantagous when libraries are closed due to a pandemic. Thanks to the pilot project it can now be investigated what practical improvements are needed in order for libraries to actually use the exemption for public lending of e-books.
By the way, I regularly call publicly for project proposals. Everyone can contribute their ideas.
Stop data retention!
The generalised and indiscriminate retention of information on contacts, movements and internet use of the entire population is an unprecedented attack on our right to privacy and the most profound form of mass surveillance. It captures highly sensitive information about our daily lives and excludes no one. Following the annulment of the EU Data Retention Directive, we have so far been able to prevent a new attempt. However, the EU Commission and member states’ governments are already planning it behind closed doors.
A study I commissioned shows that data retention of telephone, mobile phone and internet use has no measurable impact on crime rates or clearance rates in any EU country. An opinion poll I commissioned (summary, full text) showed that in nine EU countries data retention causes massive social problems because it discourages confidential communication – and that it is generally widely opposed. In a legal opinion commissioned by me, former EU judge Prof. Dr. iur. Vilenas Vadapalas states that two of the most widespread methods of data retention (national security, geographical limitation) are envisaged in a manner “not compatible with ECJ case law and fundamental rights”. A summary can be found here.
Nomination of Julian Assange for the Nobel Peace Prize
Together with my three fellow Czech Pirates in the European Parliament, I proposed the nomination of Julian Assange for the Nobel Peace Prize to the Norwegian Nobel Committee in January 2022. For the Pirates, the case of Assange is a symbol of the suppression of freedom of expression and the public’s right to information.
My legal successes
In January 2021, the European Court of Justice made a landmark judgment of great importance for EU-funded “security research” following my legal action (Case T-158/19). Under the “iBorderCtrl” project, the EU tested the use of alleged “video lie detector” technology on travellers. I had filed a lawsuit on 15 March 2019 for the release of secret documents on the ethical justifiability, legal admissibility and results of the technology. According to the court ruling, the EU research agency can no longer keep these documents completely secret. For example, the ethical and legal evaluation of technologies for “automated deception detection” or automated “risk assessment” must be published, as long as they do not relate specifically to the iBorderCtrl project. Yet, in order to protect commercial interests, the examination of the ethical risks (e.g. risk of stigmatisation and false reports) and the legal admissibility of the concrete iBorderCtrl technology and reports on the results of the project were allowed to be kept secret. I filed an appeal against this continuing lack of transparency. Throughout the procedure, I was able to achieve critical reporting repeatedly. The proposed AI regulation could ban video lie detectors.
I achieved another important success before the German Federal Constitutional Court in July 2020: Investigators are not allowed to access the identity of internet and mobile phone users without cause. The court declared parts of the German law on subscriber data disclosure unconstitutional. The ruling followed a collective constitutional complaint against state access to passwords and the identity of internet users (so-called subscriber data disclosure, case no. 1 BvR 1873/13, 1 BvR 2618/13). This complaint was filed in 2013 by myself and Katharina Nocun as the first complainants, along with 6,373 other citizens.
Outlook
Until the next European elections, I will be involved in negotiating the proposed “European Digital Identity” (keyword: personal identification number), the regulation on the targeting of political advertising (keyword: Cambridge Analytica), the regulation on the creation of a European space for health data, the regulation on privacy in electronic communications (ePrivacy) and the chat control regulation.
Electoral Threshold: Attack on Democracy
Whether the German Pirate Party can continue to defend digital fundamental rights in Brussels depends on whether the political establishment succeed in grabbing the seats of smaller parties by mandating a minimum percentage of votes for entering the parliament (electoral threshold). The ruling coalition in Germany could ratify an electoral law amendment from 2018 that provides for such a 2% blocking clause. Another electoral law amendment is currently negotiated which, according to the proposal of the European Parliament, would even introduce a 3.5% blocking clause. Due to the primacy of European law, several rulings of the Federal Constitutional Court on the unconstitutionality of blocking clauses would be undermined.
With the planned 3.5% blocking clause, 3.1 million votes for six small parties such as the Pirate Party would have had to be discarded in the last European elections and their parliamentary seats would have had gone to the political establishment instead. The EU electoral law reform must not be a vehicle for self-serving blocking clause plans of the governing parties, which want to compensate for their collapsed election results! Europe needs more openness and more diverse political ideas, not less. Leaving millions of citizens who are disillusioned with the established parties with no other choice will either drive them into the arms of anti-democratic parties or make them turn their backs on the ballot altogether. Both damages our democracy and endangers Europe.
Now it is up to us to fight for democracy and diversity in parliament. In the digital age, Europe needs us Pirates as digital freedom fighters more urgently than ever!
#Telegram ha trasformato il canale "transparency" in un bot che per ogni paese consente di sapere se sono stati rivelati IP e numeri di telefono alle autorità; questo varrà solo per i paesi considerati "pienamente democratici" (no, l'Italia non è tale secondo l'indice redatto dalla divisione di ricerca dell'Economist Group!).
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È stato pubblicato il calendario delle prove del concorso pubblico per esami indetto dal Ministero dell’Istruzione per il reclutamento di 304 funzionari a tempo indeterminato.
Lo trovate qui ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/pubbli…
🏫 Sul nostro sito trovate pubblicato il bando per la progettazione di 212 nuove scuole finanziate dal #PNRRIstruzione.
Il concorso, indetto dal Ministero dell’Istruzione con l'utilizzo della piattaforma concorsi del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, prevede l'ideazione, da parte di architetti e ingegneri, di edifici innovativi dal punto di vista architettonico, strutturale, e impiantistico.
Una chiamata rivolta alle migliori professionalità del Paese per la costruzione di scuole sostenibili, inclusive, accessibili, dove si possa fare didattica in modo innovativo.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/pubbli…
Graduatorie di Istituto di I fascia: aperte le funzioni telematiche per la scelta delle istituzioni scolastiche per gli a.s. 2022/23 e 2023/24.
Info ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/gradua…
Iscrivetevi per rimanere sempre aggiornati ▶️ miur.gov.it/web/guest/iscrizio…
Gesto intelligente, utile e saggio!
#Google cancellerà i dati sulla posizione che mostrano quando gli utenti visitano una clinica per aborti.
Lo ha dichiarato venerdì il gigante della ricerca online, a seguito della preoccupazione che una traccia digitale possa informare le forze dell'ordine se una persona interrompe una gravidanza illegalmente.
reuters.com/world/us/google-de…
Google to delete location history of visits to abortion clinics
Alphabet Inc's (GOOGL.O) Google will delete location data showing when users visit an abortion clinic, the online search giant said on Friday, following concern that a digital trail could inform law enforcement if an individual terminates a pregnancy…Reuters
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Il 29 giugno è arrivato il via libera alla legge che contiene la riforma della formazione e dell'assunzione dei docenti della scuola secondaria.
Percorsi certi per chi vuole insegnare. Una definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione dei docenti. Concorsi annuali per reclutare con costanza il personale. Queste le principali novità.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/scuola…
Oldies but goodies: Web design for the planet
Questa volta ripropongo in un colpo solo sette articoli ripresi e tradotti dal progetto “Web design for the planet: una raccolta di buone pratiche per un web più ecologico”
Nathalie, un’ecologista francese che si occupa professionalmente di web, si era proposta la sfida di scrivere in 30 giorni una serie di 30 articoli che si occupassero dei temi collegati all’impatto del digitale sul nostro eco-sistema e in particolare, partendo dal concetto di “sobrietà digitale”, si era concentrata sulla progettazione eco-sostenibile di siti e applicazioni web.
Mi sembrano temi molto interessanti di cui in Italia non si parla ancora abbastanza.
Qui sotto trovate i link agli articoli che ho ripubblicato su Plume un servizio per creare blog nel Fediverso.
Buona lettura e condividete pure con sobrietà ;)
10 vantaggi di una progettazione web eco-sostenibile
Risorse per una progettazione digitale eco-sostenibile
5 modi per ridurre il peso dei video per realizzare siti web eco-sostenibili
5 modi per ridurre il peso delle immagini
Come migliorare i flussi UX (User Experience) di un sito
Come applicare il metodo di Marie Kondo ai siti web
Strafanici, il titolo del blog su cui sono ripubblicati questi articoli, è preso in prestito da una parola del dialetto triestino che significa cianfrusaglie, cose da nulla; attraverso le migrazioni di tanti friulani il termine è arrivato anche nelle periferie milanesi ed ha sempre fatto parte del mio lessico familiare 😀
@Poliverso @maupao @Le Alternative @Ninefix @Giordano @Scuola - Gruppo Fediverso @quinta mte90@mastodon.uno @Maurizio Carnago @Ed 🏳️🌈 @Devol :fediverso: @Goofy 📖 🍝 @Paolo Dongilli @Alexis Kauffmann @Alessandro
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Aborto? Questione di privacy e capitalismo
Una recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato una storica sentenza (Roe v Wade) del 1973, lasciando la possibilità ai singoli Stati di regolare la questione dell’aborto. Ogni stato potrà decidere cosa fare, in base alla legge nazionale.
Oggi non voglio parlarvi della sentenza, ma cercherò di spiegarvi il motivo per cui penso che l’unico vero modo di risolvere la questione dell’aborto1 sia attraverso privacy, proprietà e libero mercato - a prescindere dalle opinioni personali.
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La proprietà del corpo
Iniziamo parlando di proprietà.
La proprietà è un diritto naturale che nasce insieme all’essere umano. L’uomo primitivo non sapeva nulla del mondo, ma sapeva distinguere se stesso dall’ambiente circostante e aveva consapevolezza di sé, della propria mente e del corpo - controllato dalla mente.
È da questa consapevolezza che deriva il concetto di proprietà.
Ogni essere umano possiede la sua mente e quindi il suo corpo, un fatto naturale e universale che oggi chiamiamo proprietà. I “woke” oggi dicono: my body my choice, ma come sapete io preferisco citare Locke:
Every ·individual· man has a property in his own
person [= ‘owns himself’]; this is something that nobody else has any right to.
Il diritto di aborto non è quindi un diritto positivo (che non sono diriti ma privilegi politici), ma una conseguenza del diritto di proprietà sul corpo.
Il concetto di proprietà è importante, perché lega tutti i successivi temi, come quello del capitalismo e del libero mercato.
Capitalismo e libero mercato
Il capitalismo è quel sistema economico e sociale in cui le persone (e non lo Stato) possiedono i mezzi di produzione. È cioè quel sistema in cui sono le persone a decidere cosa produrre, come produrre, per chi produrre.
Il vero capitalismo esiste solo in un contesto di libero mercato, in cui ogni decisione è esclusivamente frutto del pensiero e della libera volontà delle persone - che possono scegliere se cooperare o meno tra loro.
Un sistema capitalistico di libero mercato non può prescindere dalla protezione assoluta della proprietà privata. È con la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà che le persone sono in grado di allocare tra loro le risorse.
Per sintetizzare, possiamo allora dire che il capitalismo è il modo in cui le persone possono produrre e allocare diritti di proprietà in modo decentralizzato (cioè senza pianificazione centrale) attraverso l’incontro delle loro volontà.
Perfino in un libero mercato però non mancano i conflitti, soprattutto per un tema come l’aborto, che da secoli si porta dietro idee totalmente inconciliabili tra loro.
Protezione dalla violenza
La privacy è l’unico modo in cui possiamo proteggere le persone dalla violenza, facendo sì che possano formare liberamente la loro volontà e incontrare quella altrui, per scambiare titoli di proprietà e ottenere così un mutuo beneficio.
Privacy non è segretezza. Lo dico spesso, vale la pena ripeterlo.
Privacy, nell’Era dell’Informazione, è la capacità di controllare le informazioni che ci riguardano e scegliere a chi rivelarle. La privacy è un diritto analogo alla proprietà del corpo: è il filtro attraverso il quale separiamo e definiamo i confini della nostra sfera privata rispetto al resto del mondo. È il diritto che ci permette di formare la nostra volontà al riparo da ingerenze arbitrarie di terzi.
Perché l’aborto è una questione di proprietà, capitalismo e privacy
In un mondo ideale non ci sarebbe alcun bisogno di parlare di aborto. Il medico sarebbe l’unico possessore dei mezzi di produzione del bene “prestazione medica”. La paziente e il medico sarebbero gli unici a poter decidere i termini della prestazione, attraverso la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà (lavoro in cambio di denaro). Le pazienti sarebbero in grado di formare la loro volontà senza alcuna ingerenza arbitraria, violenza o giudizio altrui.
Ma non siamo in un mondo ideale.
L’interruzione volontaria di gravidanza non fa parte di un mercato libero. Ci sono specifiche regole che definiscono i limiti dell’azione umana e interferiscono nella libera formazione della volontà degli attori di mercato (medici e pazienti).
Come ogni altro ambito umano, la legge non è altro che lo strumento attraverso cui il burocrate crea un mercato artificiale a sua immagine e somiglianza, secondo i suoi principi morali e le sue ideologie. Alcune volte questo mercato sarà espressione dei principi e idee della maggioranza della popolazione, altre volte sarà invece frutto di compromessi.
In un mercato artificiale non c’è rispetto della proprietà: il medico non è libero di offrire il suo lavoro alle sue condizioni e la paziente non è libera di decidere sul suo corpo, che in realtà diventa di proprietà del legislatore. Allo stesso modo, non c’è neanche libera formazione della volontà e piena autodeterminazione: l’estensione del pensiero umano in un mercato regolamentato è sempre pari ai limiti del pensiero del burocrate.
In un mercato artificiale non può esserci neanche privacy.
L’aborto diventa una questione pubblica, poiché colui che crea e mantiene il mercato, lo Stato, deve assicurare che tutti rispettino le regole. La paziente che vuole interrompere la gravidanza infatti non ha alcuna scelta - sarà costretta a rivelare informazioni molto sensibili all’intero sistema sanitario. Nel caso in cui quelle informazioni possano rivelare una violazione delle regole, sia la paziente che il medico saranno duramente puniti.
Non essere ipocrita
Un mercato regolamentato è l’antitesi del libero mercato, che per definizione esiste solo al di fuori dalla legge. L’unico risultato della pianificazione centrale è la violenza di un gruppo politico sull’altro.
In alcuni casi sarà la violenza dei pro-life contro la libertà della donna sul proprio corpo. In altri sarà la violenza di chi è favorevole all’aborto contro i medici, che saranno costretti a scegliere tra sacrificare i propri principi morali o essere esclusi dal mercato.
Eliminare la pianificazione centrale è l’unico modo per garantire il realizzarsi della piena libertà delle persone. È l’unico modo per far coesistere pacificamente persone che la pensano e la penseranno sempre in modo opposto, senza che gruppi di potere si facciano violenza l’un l’altro.
Se vuoi libertà di abortire, allora devi accettare che l’unico modo per risolvere il problema alla radice è attraverso il libero mercato, la proprietà privata e la privacy - non la legge, mai la legge.
Devi anche accettare che altri possano esprimere liberamente le loro opinioni e volontà, e devi anche accettare che nessuno potrà mai essere obbligato a soddisfare una tua pretesa, perché sarebbe una violenza. La stessa violenza di molti di coloro che chiedono di licenziare medici che si rifiutano, per principio, di praticare interruzioni di gravidanza.
La via di mezzo, il compromesso, la “legalizzazione” - non sono altro che strade tortuose che portano allo stesso risultato: la pianificazione e la negazione dei diritti naturali, della libertà di autodeterminazione, della privacy. Non esiste una terza strada: pianificazione totale o libero mercato.
Se scegli la pianificazione, se scegli di fare violenza su un certo gruppo politico, se scegli di negare l’esistenza di un libero mercato, allora devi anche accettare che sia tu a subirne le conseguenze - come oggi potrebbe accadere in molti Stati americani. Non essere ipocrita.
Grazie per aver letto Privacy Chronicles. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo!
Come dico spesso, sono agnostico sul tema dell’aborto, che è fonte di grandi dibattiti anche tra libertari. Penso che, pro o contro, non sia una scelta che ci riguarda. Di certo non può riguardare lo Stato. Nel mio mondo ideale di aborto non si parla, perché è una questione privata tra medico e paziente - fuori da ogni ingerenza di terzi.
THE QUEEN IS DEAD VOLUME 60 – ALCEU VALENCA \ LOS KINTOS \ JULIAN Y SU COMBO
In questo sessantesimo episodio di The Queen Is Dead tratteremo di un altro grande recupero dell’etichetta spagnola Vampisoul, che questa volta è arrivata fino in Brasile per riportarci il folgorante esordio solista di Alceu Valença. Sempre la Vampisoul recupera in Perù i Los Kintos, un grande gruppo che miscela ritmo cubano e musica peruviana per un risultato molto molto ballabile. Per chiudere la puntata un sette pollici dall’altissimo tasso funk nuyorican di Juliàn Y Su Combo.
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In vacanza, e non solo, attenti ai Qr code – Arturo Di Corinto
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Mastodon sta collaborando con l'agenzia di design @oak per aggiornare la homepage e il marchio. Addio social media blu, ciao viola acceso!
mastodon.social/@Mastodon/1085…
blog.joinmastodon.org/2022/06/…
Mastodon branding updates
We are teaming up with the design agency Oak to update our homepage and our brand. Goodbye social media blue, hello vibrant purple!Official Mastodon Blog
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ci sta questo viola e anche la loro motivazione (essere un pochino originali rispetto agli social principali), però quel blu mi piaceva 😔
Non so se su Mastodon sia possibile cambiare il colore principale, se non c'è spero ci pensino a metterlo, così chi preferisce il celeste o anche altri colori può farlo senza problemi
KILL YOUR IDOLS PARTE II “A YEAR AND A HALF IN THE LIFE OF METALLICA”
Mi piace, e mi stuzzica molto, il fatto che quando si va a toccare quelli che la stragrande parte della popolazione virtuale considera come “mostri sacri”, e in parte “cosa loro esclusiva”, si scatenino gli strali di tutti coloro che si sentono offesi. E così, dopo aver avuto il coraggio di parlare dei Nirvana e del documentario su Cobain, proprio io che non sono un loro fan, eccomi di nuovo qui a raccontare dei Metallica.
Confessioni di una maschera Giugno duemilaventidue #collassodiunasocietàcollassata
Parlo spesso di quelle che sono le dinamiche che più da vicino mi coinvolgono, non perché le reputi più imminenti di analisi rispetto alle altre, ma proprio perché mi trovo nella condizione di doverle affrontare quasi quotidianamente. E sono conseguentemente, per me, quelle da cui mi è più difficile provare a staccarmi. Torno quindi nuovamente a ciò che vivo in ambito sanitario come preponderante, e torno a star male al pensiero di quello che sta accadendo. In realtà l’ambiente ospedaliero è consono alla narrazione giusto per il fatto che è lì che vivo la maggior parte della mia vita, e al tempo stesso resto convinto che si tratti di dinamiche che si possono sovrapporre in qualunque altro ambito, lavorativo e non.
iyezine.com/confessioni-di-una…
Confessioni di una maschera Giugno duemilaventidue #collassodiunasocietàcollassata
Negli ultimi anni, e mi riferisco al periodo pre-pandemico, abbiamo assistito a mutamenti sociali e comportamentali che hanno stravolto il nostro stile di vita.Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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Morgana "Contemporaneità", 2022- Low Ambition Records, Contraszt Records
Questo disco, su richiesta del gruppo, viene qui recensito in anteprima. La sua uscita è prevista per Agosto. Vi lascio qui il Bandcamp per saggiarne due pezzi già disponibili e, soprattutto, perché li possiate seguire e rimanere aggiornati sulla pubblicazione di questo bellissimo Contemporaneità
iyezine.com/morgana-contempora…
Morgana "Contemporaneità", 2022- Low Ambition Records, Contraszt Records
- Questo disco, su richiesta del gruppo, viene qui recensito in anteprima. La sua uscita è prevista per Agosto. Vi lascio qui il Bandcamp per saggiarne dueIn Your Eyes ezine
Non ci resta che Piangere!
Non ci resta che Piangere!
...e forse nemmeno quello...
La cosa difficile da fare è restare Indifferenti di Fronte a tutto quello che sta succedendo intorno a noi, è spaventosamente difficile non alzare gli occhi al cielo e urlare a squarciagola una semplicissima parola..."PERCHÉ!!!!!" perché tutto questo, perché questo Nefasto Mondo non riesce a Vivere in santa Pace, perché semplicemente non ci si impegna per risolvere i Tantissimi Problemi che Noi esseri Umani abbiamo Creato a questo Mondo...
Tanti sono i Problemi e Moltissime sono state le Parole che si sono spese per risolverli, che se si fosse veramente voluto saremmo sicuramente a buon Punto, e magari saremmo così abituati ad risolverli che forse ci sentiremmo dei Supereroi...
Ma Supereroi non siamo e non cerchiamo nemmeno di essere Migliori... siamo capaci solamente di Prendere quello di cui abbiamo Bisogno da questo Mondo senza dare nulla in cambio, abbiamo praticamente Spogliato questo Mondo di ogni risorsa Possibile, qualsiasi risorsa l'abbiamo fatta nostra e ce ne siamo impossessati per giocare a fare gli Dei in un gioco che stiamo categoricamente perdendo, questo Mondo ci ha lasciato giocare come volevamo alle nostre regole assolutamente Subdole e Ipocrite, ma piano piano ci stiamo accorgendo che la nostra partita sta volgendo al termine, ci siamo accorti solo ora che il Mondo ci sta preparando il Conto...
proprio così pensavamo di poter giocare al SUCCHIA E DISTRUGGI all'infinito ma purtroppo ad ogni Azione c'è sempre una Conseguenza... il gioco volge al termine ma, noi continuiamo a spendere e scialacquare parole di ipocrisia che non portano e non porteranno in futuro da nessuna parte.
Il Mondo ci ha Adottati probabilmente sapendo che eravamo Subdoli ed Imperfetti ma ci ha accolto nella speranza di poter un Giorno migliorare noi stessi a la nostra Permanenza ed invece, l'abbiamo complicata ed abbiamo portato la Nostra vita su questo Mondo ad un punto critico e forse di non ritorno sotto Tutti i Punti di Vista...
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Open Street Map Francia ha organizzato dal 10 al 12 giugno a Nantes "State of the Map France", l’ottavo incontro nazionale di Open Street Map.
Durante i tre giorni ci sono stati numerosi interventi di utenti, contributori, cartografi, ricercatori, potete dare un’occhiata qui per avere un’idea della ricchezza degli interventi: nitter.net/sotmfr (no, un account su Mastodon ancora non l’avevano 😀
Sul canale Peertube di OSM France potete però trovare una quarantina di video con gli interventi, alcuni davvero molto interessanti, tenuti durante la tre giorni: peertube.openstreetmap.fr/c/so…
@Scuola - Gruppo Fediverso @informapirata :privacypride: @Wikimedia Italia @maupao @Paolo Vecchi
SOTM FR 2022
Vidéos du SOTM FR 2022, Du vendredi 10 au dimanche 12 Juin 2022 Université de Nantes - Campus du Tertre.peertube.openstreetmap.fr
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The Queen Is Dead Volume 59 - Sinner \ Primal Fear
In questo nuovo appuntamento con The Queen Is Dead vi portiamo del buon caro hard rock con punte di heavy metal dei leggendari Sinner, capitanati da Mat Sinner, qui al loro ritorno su disco dopo “ Santa muerte “ del 2019. Il gruppo di Stroccarda non ha bisogno di grandi presentazioni, avendo una lunghissima discografia alle spalle e moltissimi ascoltatori fedeli. Il primo disco per l’arrembante etichetta tedesca Atomic Fire Records è un prodotto che non lascerà delusi.
Il secondo disco di questa puntata è un lavoro entrato nel mito, si tratta della ristampa di “ Primal Fear “ dei tedeschi Primal Fear forse il gruppo migliore nell’ambito power heavy metal. L’Atomic Fire Records riporta in edizione deluxe sugli scaffali questo capolavoro del 1998, un disco che ha letteralmente cambiato le regole del gioco, e si può tranquillamente affermare che c’è un prima e un dopo “ Primal Fear “. I due lavori recensiti sono legati dalla figura di Mat Sinner, fondatore e nume tutelare dei Sinner e bassista dei Primal Fear da sempre.
iyezine.com/sinner-primal-fear
The Queen Is Dead Volume 59 - Sinner Primal Fear
Ristampa di “ Primal Fear “ dei tedeschi Primal Fear forse il gruppo migliore nell’ambito power heavy metal e buon caro hard rock con punte di heavy metal dei leggendari Sinner, capitanati da Mat Sinner, qui al loro ritorno su disco dopo “ Santa muer…In Your Eyes ezine
I ruoli utente personalizzabili stanno arrivando su #Mastodon, con un ringraziamento speciale a @NGI Zero open source funding #mastodev
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futuroprossimo.it/2022/06/sett…
#Lavoro
È ufficiale, la settimana lavorativa di quattro giorni è un successo
Non servono altre dimostrazioni, la settimana lavorativa di quattro giorni ha mostrato ovunque di avere un impatto formidabile.Gianluca Riccio (FuturoProssimo)
Sorveglianza, social scoring, modello cinese - un mio articolo su Atlantico Quotidiano
Oggi su Atlantico Quotidiano è uscito un mio articolo in cui parlo del modello cinese che piace sempre più a politici e intellettuali occidentali. Quel modello che chi mi legge da un po’ conosce ormai bene: sorveglianza di massa, manipolazione dei comportamenti, censura, pianificazione centrale di ogni aspetto della società.
È questo modello che ha ispirato il racconto breve 21 maggio 2033 che molti di voi hanno già letto. È questo modello di cui si è parlato a Davos. Ed è sempre a questo modello che i nostri politici si ispirano quando pianificano il futuro delle nostre città, che saranno chiamate “comunità intelligenti”, o smart city.
Che dire poi degli esempi di social scoring che proprio in questo periodo stanno nascendo in Italia? Siamo tra i primi in europa. Il mese scorso ho parlato 30 minuti con un parlamentare tedesco dell’esperimento di social scoring proposto a Roma e Bologna, chiamato Smart Citizen Wallet, che vi ho già raccontato. Lui era preoccupatissimo, quasi impaurito. Mi chiese come fosse possibile che in Italia nessuno obiettasse. Me lo chiedo anch’io.
Purtroppo Roma e Bologna non sono neanche gli unici casi… se si parla di sorveglianza di massa, social scoring e smart cities bisogna metterci anche Venezia e Ivrea.
Tra i miei lettori c’è qualcuno di Roma, Bologna, Venezia o Ivrea? Ne sapete qualcosa di questi sistemi? Qualcuno vi ha informati?
Anyway, vi lascio all’articolo.
Clicca qui per leggere l’articolo su Atlantico Quotidiano!
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computermagazine.it/2022/06/26…
L’Europa vieta Google Analytics: ecco le 5 migliori alternative per lavorare
L'Ue ha dichiarato “guerra” a Google Analytics per una questione di privacy: scopriamo le cinque migliori alternativeRoberto Mazzucchelli (Computermagazine.it)
Alberto
in reply to nilocram • • •wow argomento molto interessante! Ti sei meritato di essere tra i miei feed RSS! Grazie ancora!
@nilocram
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Manuel
in reply to nilocram • • •Se invece controlliamo tutta la filiera il discorso cambia.
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