Salta al contenuto principale



Sull’equità fiscale orizzontale


Proviamo a ragionare di equità fiscale “orizzontale”, a domandarci cioè se uguali livelli di reddito vadano tassati alla stessa aliquota, oppure vadano fatte distinzioni in base alla fonte di produzione del reddito stesso. L'articolo Sull’equità fiscale

Normalmente, quando si parla di equità fiscale, si ragiona di equità fiscale “verticale”, in base alla quale persone con capacità contributiva minore concorrono in misura minore alla spesa pubblica e viceversa. Esistono diverse scuole di pensiero, ma tutte concordano con il principio della progressività dell’aliquota fiscale media al crescere dei livelli del reddito, allo scopo di ridurre il divario economico esistente tra le varie classi sociali ed effettuare una redistribuzione del reddito a favore delle classi meno abbienti.

I limiti all’interno dei quali le scelte di politica tributaria si collocano sono i seguenti: limite minimo: redditi di sussistenza, fino al quale il livello di tassazione non può che essere pari a zero; limite massimo: un’aliquota percentuale, sui redditi maggiori, che non sia così elevata da rappresentare un deterrente alla produzione di ricchezza, come spiegato dalla Curva di Laffer.

Proviamo invece ora a ragionare di equità fiscale “orizzontale”, a domandarci cioè se uguali livelli di reddito vadano tassati alla stessa aliquota, oppure vadano fatte distinzioni in base alla fonte di produzione del reddito stesso.

In finanza, uno dei principi fondamentali e più comunemente conosciuti è quello del rapporto rischio-rendimento: quanto più il mio investimento sarà rischioso, tanto maggiore dovrà essere il mio ritorno atteso dall’investimento stesso. Ad esempio, se da un investimento sul mercato azionario (più rischioso) non mi aspettassi un rendimento maggiore rispetto ad un investimento sul mercato obbligazionario (meno rischioso), io investitore razionale sceglierei sempre l’investimento meno rischioso.

Può lo stesso principio rischio-rendimento essere applicato al mercato del lavoro? Attualmente, se un lavoratore dipendente fa un lavoro più rischioso di un altro lavoratore, questo maggior rischio viene tenuto in conto, e viene remunerato dal datore di lavoro con un premio, solitamente un’indennità per lavoro rischioso o usurante, ed in ogni caso con un salario complessivo più elevato, quindi in linea con il principio “rischio maggiore compensato con un rendimento maggiore”.

Arthur Laffer, economista dell’University of Southern California, teorizzò l’esistenza di un livello del prelievo fiscale oltre il quale l’attività economica non è più conveniente e pertanto il gettito fiscale si riduce, anche a causa dell’aumento dell’elusione e dell’evasione fiscale.

Analizziamo invece il caso di due lavoratori che alla fine dell’anno portano a casa la stessa retribuzione lorda complessiva. E’ giusto che entrambi paghino la stessa aliquota media, indipendentemente dal tipo di lavoro effettuato?

Oggi, in Italia, è esattamente così. Che io sia un dipendente pubblico con contratto “blindato”, un dirigente nel settore privato (quindi facilmente licenziabile) o un imprenditore, a parità di reddito lordo mi sarà applicata la stessa aliquota fiscale. Ma è ciò giusto ed equo?

Se riprendiamo il principio rischio-rendimento, dovremmo dare un beneficio maggiore a coloro che hanno portato a casa tale reddito con un’attività più rischiosa, quella dell’imprenditore, dove c’è addirittura il rischio di lavorare tutto l’anno, pagare dipendenti, fornitori e tasse, per poi trovarsi senza utili per poter remunerare il proprio lavoro.

Quindi sarebbe equo – secondo questo principio – che un imprenditore che guadagna 100 beneficiasse di un’aliquota inferiore al dipendente pubblico che guadagna 100. La logica è chiara: anche in una crisi indipendente dal mercato come quella recente dovuta al Covid, il dipendente pubblico porta a casa per intero la propria retribuzione, mentre l’imprenditore è molto probabile che porti a casa un reddito molto inferiore, se non addirittura reddito negativo, ossia perdite, con necessità di ricapitalizzare la propria società.

Vediamo ora il punto di vista dello Stato. Ha lo Stato interesse ad incentivare l’attività imprenditoriale dei propri cittadini rispetto all’attività di lavoratore dipendente? Se in un Paese non vi fosse alcuna impresa, lo Stato non potrebbe esistere. Non vi sarebbe alcuna risorsa economica per pagare i dipendenti del settore pubblico, né vi sarebbe alcun gettito fiscale. E quindi l’intero settore pubblico – che esiste per fornire servizi ai cittadini che lavorano – non potrebbe esistere e mantenersi, visto che viene finanziato per la quasi totalità dalle imposte versate. Quindi la presenza delle imprese è di vitale importanza per ogni paese.

È possibile, con gli elevati tassi di disoccupazione presenti tra i giovani, continuare a considerare come due compartimenti stagni i lavoratori dipendenti e gli imprenditori/lavoratori autonomi/partite IVA?

Non avrebbe lo Stato tutto l’interesse ad incoraggiare i più intraprendenti tra i lavoratori dipendenti e tra disoccupati a rinunciare rispettivamente ad uno stipendio certo ed al reddito di cittadinanza per far partire una nuova attività economica? Ogni nuova attività economica contribuisce alla creazione di ricchezza, ed aumentando il livello di concorrenza sul mercato aiuta anche a tenere basso il livello dei prezzi per i consumatori.

E quale incentivo migliore a tale imprenditorialità che dire loro: “Sappi che se decidessi di intraprendere, e fossi così bravo da riuscire a generare per te un reddito uguale a quello che avevi già assicurato come dipendente, avrai diritto ad una tassazione complessiva molto inferiore, come premio per la tua imprenditorialità!”

Fino a questo momento, invece, nessuno ha mai messo in dubbio il principio dell’equità fiscale “orizzontale”, non considerando adeguatamente la diversa rischiosità e livelli di maggiore/minore incertezza con cui stessi livelli del reddito sono raggiunti.

Senza questi o altri incentivi, a nostro avviso, è probabile che una gran parte dell’Italia continuerà a vivere per altri 30 anni con il “solito” sogno del “posto fisso”. E di questo il Paese certamente non beneficerà

L'articolo Sull’equità fiscale orizzontale proviene da ilcaffeonline.



NEWSLETTER N. 494 del 1 settembre 2022 Garante privacy: la CIE per i residenti all’estero va integrata Sì al Sistema che monitora la presenza dei minori stranieri non accompagnati Antiriciclaggio, dal Garante via libera al database centralizzato Gara...


Guerra civile in Etiopia: perché sono ripresi i combattimenti in Tigray e Amhara


La guerra in Etiopia, tra il governo federale e il Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF), è ripresa su vasta scala. La via…

La guerra in Etiopia, tra il governo federale e il Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF), è ripresa su vasta scala. La via del ritorno ai negoziati è nella migliore delle ipotesi incerta.


Le due parti concordano sul fatto che i primi colpi siano stati sparati la mattina presto del 24 agosto ai confini meridionali del Tigray, dove confina con il vicino stato di Amhara nella città di Kobo. Ciascuna parte incolpa l’altra per aver sparato quei colpi.

Ciò che è chiaro – dalle informazioni ottenute dai diplomatici occidentali – è che la Forza di difesa nazionale etiope e la sua milizia alleata Amhara, nota come Fano, avevano mobilitato un’enorme forza in quel luogo nelle settimane precedenti.

Nel frattempo, la coscrizione di massa da parte del TPLF aveva ingrossato i suoi ranghi e aveva dedicato gran parte delle sue risorse all’addestramento e al riarmo, sebbene avesse negato il reclutamento forzato.
Ha catturato un enorme arsenale dall’esercito federale nei combattimenti dell’anno scorso e si vocifera che avesse anche acquistato nuove armi dall’estero.

Le tensioni stavano crescendo. Eppure, solo poche settimane fa c’era ottimismo sul fatto che i colloqui di pace potessero presto essere avviati.

Il primo ministro Abiy Ahmed aveva autorizzato il suo vice, Demeke Mekonnen, a dirigere un comitato per la pace, che ha iniziato a lavorare a luglio.

Anche prima, secondo quanto riferito, il signor Abiy aveva inviato alti funzionari per incontrare segretamente il TPLF.

Nelle sessioni alle Seychelles e a Gibuti, sembra che sia stato raggiunto un accordo sul fatto che le forze etiopi avrebbero revocato il blocco del Tigray, che l’Eritrea avrebbe ritirato le truppe inviate a sostegno del governo e che le due parti avrebbero aperto colloqui completi nella capitale del Kenya Nairobi, ospitato dal presidente Uhuru Kenyatta.

Il primo punto all’ordine del giorno sarebbe un cessate il fuoco permanente.

Dietro le quinte, gli Stati Uniti hanno sostenuto con forza questi colloqui e stavano lavorando in collaborazione con il Kenya.
Quasi cinque milioni di persone hanno bisogno di aiuto in TigrayQuasi cinque milioni di persone hanno bisogno di aiuto in Tigray
In visita alla capitale del Tigray Mekelle il 2 agosto, l’inviato speciale degli Stati Uniti Mike Hammer e gli inviati dell’Unione europea e delle Nazioni Unite hanno chiesto “un rapido ripristino dell’elettricità, delle telecomunicazioni, delle banche e di altri servizi di base” e “accesso umanitario illimitato”, suggerendo che il signor Abiy aveva acconsentito a fare queste cose.

Tuttavia, l’inviato dell’Unione africana, Olusegun Obasanjo, rimase in silenzio durante l’assedio. Informando gli inviati, il generale Obasanjo ha insistito sul fatto di essere l’unico mediatore e li ha sorpresi proponendo di invitare ai colloqui l’alleato dell’Etiopia, l’Eritrea.

Il TPLF accusa il governo di rinnegare i suoi impegni. Il governo non ammette che ci siano stati incontri. Anche gli inviati internazionali stanno zitti sul motivo esatto per cui i colloqui si sono interrotti.

Per tutto luglio e agosto, Addis Abeba ha mantenuto in gran parte il blocco dei servizi essenziali, consentendo solo un filo di cibo, medicine e fertilizzanti per i raccolti di questa stagione.

Il TPLF non è impressionato dagli elogi internazionali per una “tregua umanitaria” di cinque mesi, che ha consentito al Programma alimentare mondiale (WFP) di riprendere le operazioni in Tigray, anche se su scala limitata.

Insiste sul fatto che il continuo blocco di Addis Abeba equivale a usare la fame come arma di guerra e che le operazioni di aiuto sono state pietosamente insufficienti.

Il WFP afferma che stava raggiungendo “decine di migliaia” di persone. È stato un inizio, ma molto al di sotto dei 4,8 milioni di bisognosi.

In una lettera aperta ai leader internazionali alla vigilia dei combattimenti, il leader del TPLF Debretsion Gebremichael ha dichiarato: “Ci stiamo avvicinando rapidamente al punto in cui affrontiamo la morte in qualunque modo ci volgiamo. La nostra scelta è solo se moriremo di fame o se moriremo di fame. muoiono combattendo per i nostri diritti e la nostra dignità”.

La fame di massa sta decimando i Tigrani. Nessuno sa quanti siano morti, ma un’indagine condotta all’inizio di quest’anno da un gruppo accademico guidato dal Belgio ha stimato che fino a 500.000 tigrini erano morti di fame e cause correlate dall’inizio della guerra nel novembre 2020 a seguito di una massiccia ricaduta tra il Il governo regionale controllato dal TPLF e l’amministrazione federale di Abiy.

Con la sola eccezione di una troupe televisiva francese del canale ARTE, non c’è stato nessun corrispondente straniero in Tigray da quando il TPLF ha ripreso il controllo della maggior parte della regione nel giugno 2021.

I pochi operatori umanitari autorizzati ad entrare non sono stati in grado di raccogliere dati di base sulle morti infantili, con la portavoce del WFP che ha ammesso che “semplicemente non sappiamo”, se ci fosse una carestia o meno.

A breve termine, il disastro umanitario non può che aggravarsi. Quelle limitate operazioni di aiuto sono ora interrotte. I primi magri raccolti non verranno raccolti per più di un mese e i combattimenti causeranno ulteriore devastazione.

L’aviazione etiope ha bombardato Mekelle la scorsa settimana, colpendo un asilo e uccidendo sette persone, tra cui tre bambini, secondo il personale medico. Il governo ha negato l’account e ha insistito sul fatto che prendesse di mira solo i siti militari. Martedì notte è stato segnalato un secondo attacco aereo su Mekelle.
I tigrini affermano che un attacco aereo ha causato vittime civili quando ha colpito un asiloI tigrini affermano che un attacco aereo ha causato vittime civili quando ha colpito un asilo
I tigrini hanno requisito 12 cisterne di carburante dalle Nazioni Unite, suscitando furiosa condanna da alti funzionari umanitari.

Il TPLF ha affermato di aver prestato carburante alle Nazioni Unite alcuni mesi fa e di averlo solo reclamato, ma le modalità e i tempi del loro atto suggeriscono che non era per fornire servizi di routine, come ha affermato il loro portavoce.

L’aviazione etiope ha affermato di aver abbattuto un aereo che portava armi nel Tigray dallo spazio aereo sudanese. Il TPLF ha negato.

Ci sono notizie di grandi movimenti di truppe in Eritrea – sia eritrei che etiopi – in posizioni vicino al confine con il Tigray. Il governo eritreo, tipicamente, è rimasto in silenzio. Mercoledì sono stati segnalati combattimenti nel Tigray occidentale verso il confine con il Sudan.

Attraverso la nebbia della guerra, la notizia che filtra è che la battaglia per Kobo è stata enorme. Fonti tigriane riportano una vittoria decisiva contro una massiccia forza di 20 divisioni, in cui fu catturato un enorme arsenale. Non ci sono conferme indipendenti di questo.

Il governo etiope nega di aver subito perdite. Ha inoltre incaricato i media di “gestire con attenzione le loro segnalazioni e l’accesso alle informazioni in tempi di crisi al fine di riflettere l’interesse nazionale del Paese”.
Diceva di aver evacuato Kobo e rapporti dalla città di Woldia, 50 km (30 miglia) a sud, indicano che l’esercito non si vede da nessuna parte.

Finora il TPLF non ha spostato le sue forze a sud, dicendo che non ha intenzione di ripetere l’avanzata dello scorso anno che è arrivata entro i 200 km dalla capitale. In effetti, il suo portavoce ha deciso di negare i rapporti secondo cui aveva catturato Woldia.

2398105

La posizione dichiarata del TPLF è che vuole colloqui di pace immediati. Sebbene abbia una coalizione formale con l’Esercito di Liberazione Oromo, che combatte una feroce guerra contro il governo federale nel sud e nell’ovest dell’Etiopia, il TPLF non ha una coalizione che possa governare il paese.

E il sentimento della maggior parte dei tigrini è che dovrebbero combattere solo per la loro regione d’origine.

Al momento, non esiste un processo credibile. A un anno dalla sua nomina, senza alcun progresso, alcuni diplomatici africani e occidentali affermano tranquillamente che la posizione del generale Obasanjo è insostenibile sebbene mantenga l’appoggio del governo etiope.

Ma l’iniziativa USA-Kenya ha vacillato a metà agosto quando William Ruto è stato dichiarato vincitore delle elezioni in Kenya, sconfiggendo il candidato sostenuto da Kenyatta, Raila Odinga.

Il piano era imperniato sul coinvolgimento personale del signor Kenyatta e, sebbene sia possibile che il signor Ruto possa nominare il signor Kenyatta a capo dei colloqui di pace, c’è molta incertezza nella politica keniota prima che ciò possa accadere.

Gli americani sembrano non avere avuto alcun “piano B”.

Il segretario di Stato Antony Blinken ha chiesto un ritorno ai colloqui “senza alcuna precondizione”. È improbabile che entrambe le parti ascolteranno le sue parole.

Il signor Abiy non vorrà sembrare debole negoziando sulla scia delle perdite sul campo di battaglia. Addis Abeba è tornato a un linguaggio che condanna il TPLF come “terroristi”.

Il TPLF chiede la revoca dell’assedio – che chiamano crimine di guerra – come precondizione per qualsiasi colloquio.
Insiste sul fatto che al governo federale non dovrebbe essere data carta bianca per rinnegare impegni già presi.

La sofferenza e la morte della scorsa settimana hanno finora solo dimostrato qualcosa che gli etiopi e la comunità internazionale avrebbero dovuto già sapere: non esiste una soluzione militare alla guerra nel Tigray.


Alex de Waal è il direttore esecutivo della World Peace Foundation presso la Fletcher School of Law and Diplomacy della Tufts University negli Stati Uniti.

FONTE: jpost.com/opinion/article-7160…


tommasin.org/blog/2022-09-01/g…

Eleonora reshared this.




Ridenti piagnoni


Le drammatizzazioni vanno maneggiate con cura, specie quando sono in corso drammi. A sentire le propagande elettorali l’Italia è un Paese distrutto e diretto verso il disastro, la povertà dilaga e si devono subito dare soldi pubblici, per evirate il colla

Le drammatizzazioni vanno maneggiate con cura, specie quando sono in corso drammi. A sentire le propagande elettorali l’Italia è un Paese distrutto e diretto verso il disastro, la povertà dilaga e si devono subito dare soldi pubblici, per evirate il collasso generale.

Stiano attenti, perché il 26 settembre arriva in fretta e suonerà strano che i vincitori s’apprestino a governare un Paese che nel secondo trimestre dell’anno in corso ha realizzato una crescita congiunturale dell’1% (Germania 0 e Francia 0.5) e una tendenziale (rispetto al secondo trimestre 2021) del 4.6 (Germania 1.5 Francia 4.2). Ci si descrive miserrimi l’anno in cui facciamo la crescita più significativa in Ue: 3.4%.

Un Paese che ha 1.600 miliardi di euro stagnanti nei conti privati dovrebbe porsi il problema di come premiarli nel condurli alla produzione. Si prediligono i mendici per supporsi elemosinieri ed elemosinare un voto. Certo che ci sono problemi seri, fra questi una classe politica di ridenti piagnoni.

La Ragione

L'articolo Ridenti piagnoni proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



CAMBIAMENTO CLIMATICO. Il potenziamento militare degli USA nell’Artico pone nuovi rischi geopolitici e ambientali


Una recente proposta del Senato USA finirà per creare le condizioni per un conflitto con la Russia, generando al contempo maggiori emissioni di gas serra. L'articolo CAMBIAMENTO CLIMATICO. Il potenziamento militare degli USA nell’Artico pone nuovi rischi

della redazione

Pagine Esteri, 1 settembre 2022 – Da diversi anni, le forze armate statunitensi si preparano ad espandere la propria presenza nell’Artico. Il 3 agosto, i membri del Senato hanno espresso il proprio interesse per una maggiore presenza militare in quella regione con l’introduzione dell’Artico Commitment Act. Presentata da Lisa Murkowski (R-Alaska) e Angus King (I-Maine), la legislazione propone “una presenza per tutto l’anno della Marina e della Guardia Costiera nella regione artica”. La legislazione si concentra anche sulla concorrenza degli Stati Uniti con la Russia nella regione. La sezione 7 dell’atto richiede l’”eliminazione del monopolio russo sulla navigazione artica”.

L’Artico è la regione che si riscalda più velocemente rispetto al resto del mondo.

Il Piano strategico della Marina per un Artico Blu pubblicato nel gennaio dello scorso anno spiega: “Le opinioni contrastanti su come controllare nell’Artico le risorse marine e le rotte marittime sempre più frequentate, gli incidenti militari, i conflitti e le ricadute della concorrenza tra le principali potenze, hanno tutte il difetto di minacciare gli interessi e la prosperità degli Stati Uniti”.

Mentre il segretario di Stato Antony Blinken annuncia, attraverso il suo portavoce, che ci sarà un nuovo ambasciatore generale per la regione artica, gli esperti avvertono che in un momento in cui le tensioni tra Stati Uniti e Russia stanno aumentando e la minaccia dei cambiamenti climatici cresce, un accumulo di forze militare in quella parte di mondo comporta nuovi rischi geopolitici e ambientali.

La ricercatrice Gabriella Gricius spiega che un rafforzamento degli Stati Uniti previsto nel disegno di legge del Senato alimenterà l’attrito con la Russia.”Ci sono certamente conseguenze reali per la maggiore presenza militare degli Usa nell’Artico”, ha detto Gricius. “Potrebbe essere vista come una provocazione dalla Russia e comportare un aumento delle esercitazioni militari russe”, ha aggiunto. In passato il Consiglio Artico ha supervisionato la cooperazione di vari paesi e nazioni indigene riguardo i rischi geopolitici e climatici ma l’invasione russa dell’Ucraina, il consiglio ha sospeso le sue attività.

Gricius avverte che la mancanza di cooperazione nella regione è un pericolo. “L’Artico russo costituisce circa il 50 percento dell’intero Artico, il che significa che non è possibile che la Russia sia esclusa, Mosca non può essere rimossa dall’Artico e continuerà ad essere un attore chiave nella regione”, ha spiegato.

Oltre al rischio di un conflitto tra Stati Uniti e Russia, un potenziamento militare statunitense nell’Artico minaccia di esacerbare il cambiamento climatico. Sebbene il Dipartimento della Difesa e vari rami delle forze armate statunitensi abbiano recentemente pubblicato piani di “adattamento climatico”, il contenuto si concentra principalmente sull’adeguamento delle operazioni, piuttosto che sulla riduzione delle emissioni. La Marina ha pubblicato a maggio un piano che è stato redatto omettendo riferimenti alle sue navi e aerei da combattimento, le due principali fonti di inquinamento delle forze armate Usa. Peraltro, gran parte dell’impatto delle emissioni militari rimane sconosciuto a causa di una scappatoia nell’accordo di Parigi sul clima che esenta i governi dal segnalare le emissioni dei loro militari.

Secondo una ricerca il 30 percento delle emissioni dei militari provengono da “installazioni”, ossia dall’uso di energia in basi e altri impianti. L’altro 70 percento è generato da “emissioni operative” o dall’uso di energia durante le attività di addestramento, missioni, trasporti e altre attività. Pertanto, l’aumento delle attività militari nell’Artico si tradurrà in un aumento inevitabile dell’inquinamento. Gli aerei in particolare contribuiscono al 70 percento delle emissioni operative.

“Nonostante la frenesia dei media per la militarizzazione e il conflitto nell’Artico, il cambiamento climatico è la minaccia più grande e pervasiva per la regione”, ha affermato Gricius. Il cambiamento climatico, dice, dovrebbe essere un’opportunità di cooperazione. “Gli Stati Uniti, in particolare, dovrebbero e possono svolgere un ruolo importante sia nel sostenere le iniziative locali in Alaska sui cambiamenti climatici sia nell’unire progetti di cooperazione tra scienziati, diplomatici e altri attori nella regione”. Pagine Esteri.

L'articolo CAMBIAMENTO CLIMATICO. Il potenziamento militare degli USA nell’Artico pone nuovi rischi geopolitici e ambientali proviene da Pagine Esteri.



Dall’Iraq a Gorbaciov, il ‘secolo lungo’ finisce ora


Il caos e le violenze in Iraq e la morte di Michail Gorbaciov chiudono definitivamente un mondo che ormai già non c’è più, e che ha generato la Grande Guerra, con noi europei periferia dell’impero

L'articolo Dall’Iraq a Gorbaciov, il ‘secolo lungo’ finisce ora proviene da L'Indro.



Khalil Awawdeh sospende lo sciopero della fame. Sarà liberato il 2 ottobre


Due giorni fa la Corte Suprema di Giustizia israeliana aveva rigettato la petizione che chiedeva il suo rilascio. Il detenuto, senza processo, era in “imminente pericolo di morte” dopo oltre 170 giorni di digiuno L'articolo Khalil Awawdeh sospende lo sci

AGGIORNAMENTO ORE 22

Il prigioniero politico palestinese Khalil Awawdeh, in sciopero della fame da 172 giorni contro la sua detenzione “amministrativa” (senza processo), ha annunciato di aver sospeso il suo sciopero della fame dopo che le autorità israeliane hanno accettato di rilasciarlo il 2 ottobre. La liberazione di Awawdeh rientrava in un accordo di cessate il fuoco mediato dall’Egitto tra Israele e il Jihad islami che ha posto fine a tre giorni di attacchi aerei israeliani alla Striscia di Gaza il 7 agosto e lanci di razzi verso Israele che hanno ucciso circa 50 palestinesi tra cui 17 bambini e quattro donne.

————————————————————————————————————————–

di Valeria Cagnazzo –

Pagine Esteri, 31 agosto 2022 – Resterà in carcere il prigioniero palestinese Khalil Awawdeh, in sciopero della fame da oltre 160 giorni e in fin di vita a causa del deterioramento delle sue condizioni di salute. A stabilirlo è la Corte Suprema di Giustizia israeliana che ha rigettato ieri la seconda petizione mossa da diverse ONG internazionali e sostenuta anche dall’Unione Europea per il rilascio del prigioniero. Con un comunicato emesso ieri, martedì 30 agosto, il tribunale ha apparentemente chiuso la porta a qualsiasi richiesta di dialogo sulla scarcerazione di Awdawdeh, che rischia di morire in un carcere israeliano: “Possiamo solo sperare ancora”, ha dichiarato la corte di giustizia, “che il prigioniero rinsavisca e interrompa lo sciopero della fame”.

Le immagini dello scheletro di Awawdeh, costretto su un letto in stato soporoso, avevano scatenato l’indignazione di diverse organizzazioni internazionali. Lo sciopero della fame, iniziato il 3 marzo scorso ha, infatti, prostrato lo stato di salute del detenuto fino a portarlo in una condizione di imminente pericolo per la vita. La neurologa Bettina Birmans che l’ha visitato venerdì scorso ha parlato di “rischio di danno neurologico irreversibile e di morte”. Anche una delegazione israeliana dell’ONG Medici per i diritti umani ha dichiarato che Awdawdeh, a causa del “severo deterioramento della sua condizione”, sarebbe “a rischio di morte e danni irreversibili”.

L’Unione Europea, dopo le immagini diffuse dalla moglie di Awawdeh, ha rilasciato un tweet di sconcerto tramite uno dei suoi account ufficiali: “Sconvolti dalle orribili immagini di Awdawdeh che è in sciopero della fame da 169 giorni in protesta contro la sua detenzione senza accuse e nel pericolo imminente di morire. A meno che non sia emessa una sentenza immediatamente, dev’essere rilasciato!”.

Khalil Awawdeh, quarant’anni e padre di quattro figlie, è stato prelevato nel dicembre 2021 dalla sua abitazione a Ithna, nel sud della Cisgiordania, e si trova da allora in detenzione amministrativa, una pratica che permette a Israele di detenere prigionieri senza processo e senza chiari capi di accusa, per motivi di “sicurezza”. Proprio contro la detenzione amministrativa, Awawdeh quasi sei mesi fa ha smesso di alimentarsi, dichiarando di essere “un prigioniero senza alcuna accusa che si è opposto alla detenzione dell’amministrazione con la sua carne e il suo sangue”.

Awawdeh è solo uno degli almeno 670 Palestinesi detenuti nelle carceri israeliane in detenzione amministrativa, senza conoscere i capi d’accusa per i quali sono stati arrestati né la durata prevista della loro permanenza in prigione. Molti di loro scelgono lo sciopero della fame come forma di protesta non-violenta contro questa pratica di arresto.

Il movimento della Jihad Islamica aveva chiesto la liberazione di Awawdeh a inizio agosto, nelle trattative con Israele successive all’operazione israeliana sulla Striscia di Gaza che aveva provocato 49 morti. Le autorità israeliane avevano, tuttavia, negato il rilascio del detenuto, che dall’inizio di agosto è in ospedale a causa del suo peggioramento clinico. Da allora, ufficialmente, la detenzione del prigioniero è “sospesa”: per questo motivo, già la scorsa settimana la Corte Suprema aveva respinto le richieste di scarcerazione, che secondo i giudici “non sussistevano” alla luce della momentanea sospensione della pena.

Per la seconda volta in una settimana, la Corte Suprema respinge gli appelli umanitari per salvare la vita del prigioniero. Sotto gli occhi di tutti – le sue foto stanno, infatti, facendo il giro del mondo – Khalil Awawdeh, che adesso pesa 38 chili, sta morendo in carcere. In un video-messaggio registrato in carcere e trasmesso ai media dalla famiglia ha dichiarato: “Il mio corpo, sul quale rimangono solo ossa e pelle, non riflette la debolezza e la nudità del popolo palestinese, ma rispecchia piuttosto il volto reale dell’occupazione (israeliana, ndr)”.

L'articolo Khalil Awawdeh sospende lo sciopero della fame. Sarà liberato il 2 ottobre proviene da Pagine Esteri.


pagineesteri.it/2022/08/31/med…



L’Africa deve fare la sua parte per rompere l’assedio abusivo del Tigray in Etiopia


La stretta del governo etiope sugli aiuti umanitari deve finire. La prima nave noleggiata dalle Nazioni Unite che trasportava grano ucraino, che era rimasta in…

La stretta del governo etiope sugli aiuti umanitari deve finire.


La prima nave noleggiata dalle Nazioni Unite che trasportava grano ucraino, che era rimasta in silos bloccati a seguito dell’invasione su vasta scala della Russia, ha attraccato a Gibuti il ​​30 agosto. Il passaggio gratuito di questa spedizione, destinata all’Etiopia, è seguito dalla pressione concertata di Governi africani sulla Russia e negoziati guidati dalle Nazioni Unite. Ma sono necessari più muscoli diplomatici, anche da parte dei paesi africani, per porre fine alla stretta soffocata da quasi due anni del governo etiope sull’assistenza umanitaria alla regione assediata del Tigray. Altrimenti, è improbabile che molti degli etiopi più a rischio di fame ne traggano beneficio.

L’Etiopia è uno dei sei paesi che le Nazioni Unite hanno individuato per avere persone a rischio di fame. Milioni di persone nel sud e nell’est del Paese sono alle prese con livelli allarmanti di fame e malnutrizione a causa di una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. Le comunità nelle aree colpite dal conflitto nel nord del paese fanno affidamento sull’assistenza umanitaria. Ma è nella regione del Tigray, in particolare, che una grave crisi di fame persiste da oltre un anno e potrebbe essere invertita attraverso azioni del governo.
L'Africa deve fare la sua parte per rompere l'assedio abusivo del Tigray in EtiopiaL’Africa deve fare la sua parte per rompere l’assedio abusivo del Tigray in Etiopia
Dallo scoppio della guerra nel Tigray nel novembre 2020, le forze etiopi ei loro alleati hanno spesso violato le leggi di guerra. Hanno saccheggiato e preso di mira case e infrastrutture civili – crimini che le forze del Tigrino avrebbero poi replicato in altre regioni – interrompendo i servizi di base e ostacolando gravemente gli aiuti ai civili coinvolti nei combattimenti. Quindi le autorità hanno imposto un effettivo assedio all’intera regione, escludendo praticamente tutta l’assistenza umanitaria ai civili in violazione del diritto interno etiope, dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario.

Per i primi otto mesi del conflitto, le forze etiopi ei loro alleati hanno saccheggiato aziende, ospedali, banche, bestiame e raccolti, lasciando la regione dipendente dall’assistenza. L’impatto di questa distruzione è stato devastante. Ha impedito alle persone di ottenere assistenza sanitaria, cibo e altri servizi di base e ostacolato il recupero di un sistema sanitario rotto dal conflitto. Per mesi, le forze federali e regionali hanno bloccato le strade, rendendo quasi impossibile per attori privati ​​o agenzie umanitarie trasportare forniture mediche o cibo. Rifornimenti ridotti a livelli allarmanti.

La mia organizzazione, Human Rights Watch, ha parlato a febbraio con medici che avevano curato dozzine di sopravvissuti a un attacco mortale di droni senza accesso a fluidi per via endovenosa o guanti protettivi. Un giornalista che si è recato in Tigray tra la fine di maggio e l’inizio di giugno ci ha detto di aver visto “fame ovunque”. Ad agosto, le Nazioni Unite hanno avvertito che un bambino tigrino su tre di età inferiore ai 5 anni è gravemente malnutrito.

Da quando il governo etiope ha dichiarato una tregua umanitaria alla fine di marzo, i convogli umanitari precedentemente bloccati dall’ingresso nel Tigray stavano finalmente arrivando nella regione. Ma ciò che stava entrando non si avvicinava a soddisfare le crescenti esigenze di una popolazione vulnerabile. Con le consegne di carburante e i flussi di cassa ostacolati, e il governo che continua a tenere chiuse le banche e le telecomunicazioni, le organizzazioni umanitarie stanno lottando per salvare vite umane.

La ripresa dei combattimenti nel nord dell’Etiopia il 24 agosto mette ulteriormente a rischio gli sforzi delle agenzie umanitarie. Un portavoce delle Nazioni Unite ha osservato che i combattenti del Tigray sono entrati in un magazzino delle Nazioni Unite nella capitale del Tigray, Mekelle, e hanno sequestrato 12 petroliere destinate all’uso umanitario. Secondo quanto riferito, un attacco aereo a Mekelle il 26 agosto, probabilmente da parte del governo etiope, ha colpito un asilo e ucciso almeno sette persone, compresi bambini. Da allora la consegna di forniture umanitarie su strada rimane sospesa , così come i voli umanitari. L’assedio rimane molto attivo.

Gli attacchi aerei e il saccheggio delle limitate scorte di carburante danneggeranno solo i tigrini che stanno già subendo gli effetti del conflitto e dell’assedio. La maggior parte delle persone nel Tigray non può acquistare il cibo disponibile perché il costo dei prodotti di base continua a salire. Un residente della città di Shire ha affermato che il costo del teff, un cereale che è uno dei principali alimenti di base del paese, è triplicato negli ultimi cinque mesi.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha cercato di affrontare le ampie restrizioni sugli aiuti e sui beni essenziali nei conflitti in Yemen e Sud Sudan, approvando una risoluzione nel 2018 che condannava il rifiuto illegale degli aiuti umanitari salvavita e dei servizi essenziali come strategia di guerra. Nella speranza di impedirlo altrove, la risoluzione invita espressamente il segretario generale delle Nazioni Unite a informare rapidamente il Consiglio di sicurezza quando sorge il rischio di carestia indotta dal conflitto.

Eppure, di fronte a flagranti violazioni della sua stessa risoluzione sull’Etiopia, il Consiglio di Sicurezza non ha mai sanzionato i maggiori responsabili di azioni illegali durante il conflitto. Inoltre, il Consiglio di sicurezza non ha nemmeno inserito l’assedio in corso nel Tigray nella sua agenda formale.

La diplomazia africana concertata intorno alla crisi del grano in Ucraina e al blocco russo è in netto contrasto con l’inerzia dell’Africa nei confronti dell’Etiopia nel Consiglio di sicurezza. I tre membri eletti che rappresentano l’Unione africana nel Consiglio di sicurezza – Gabon, Ghana e Kenya, noti collettivamente come A3 – hanno ripetutamente bloccato qualsiasi discussione pubblica sull’Etiopia, consentendo a questo palese disprezzo per le norme internazionali di persistere.

Nel frattempo, l’Etiopia ei suoi partner nella regione e oltre hanno consentito che l’accesso ai beni di prima necessità diventasse una merce di scambio politica. Il ministro degli Esteri dell’Etiopia ha recentemente affermato che i servizi di base non saranno ripristinati fino a quando le due parti non inizieranno i colloqui di pace, mentre le autorità del Tigray vogliono che i servizi vengano ripristinati prima che i colloqui possano iniziare. Con la ripresa dei combattimenti, è ancora più essenziale per il mondo chiarire che i negoziati e l’accesso agli aiuti devono essere disaccoppiati.

Allora, cosa si deve fare?


Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, a cominciare dall’A3, e l’Unione africana devono agire ora. Dovrebbero chiedere pubblicamente all’Etiopia di revocare completamente la sua stretta sugli aiuti umanitari disperatamente necessari e la chiusura dei servizi di base. Dovrebbero insistere affinché le parti in guerra, comprese le forze del Tigray, rispettino il diritto internazionale e facilitino l’assistenza a chi ne ha bisogno senza alcuna precondizione o ritardo. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe tenere un dibattito pubblico per affrontare la fame indotta dai conflitti e inserire l’Etiopia nella sua agenda regolare.

È fondamentale che tali pratiche governative non siano normalizzate. I responsabili del blocco di cibo, carburante e medicinali, nonché dell’utilizzo dei servizi di base come merce di scambio, dovrebbero essere ritenuti responsabili. Coloro che usano la fame di civili come metodo di guerra impedendo i soccorsi o privando i civili di ciò di cui hanno bisogno per la loro sopravvivenza possono essere perseguiti per crimini di guerra. Affinché ciò avvenga, sarà fondamentale anche il proseguimento del lavoro della Commissione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Etiopia, che sarà rinnovata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a settembre.

L’impegno dell’Africa e delle Nazioni Unite sul blocco russo del Mar Nero ha dimostrato quale pressione pubblica, combinata con la diplomazia, può fornire sugli aiuti umanitari. Le navi in ​​partenza dai porti ucraini carichi di grano sono il miglior tipo di dividendo di tale approccio. Ma abbiamo anche visto il contrario: una crisi in gran parte dimenticata in Etiopia, dove la fame armata di un’intera regione non ha generato neanche lontanamente la stessa attenzione. A meno che la comunità internazionale non si raduni per garantire che tutti nel Tigray abbiano pieno accesso all’assistenza umanitaria, le spedizioni di grano che finalmente arrivano in Etiopia potrebbero non arrivare a una delle popolazioni più bisognose. Se questo è il risultato finale, l’accordo sul grano sarà una vittoria vana.


Kenneth Roth è il direttore esecutivo di Human Rights Watch. Twitter: @KenRoth


FONTE: foreignpolicy.com/2022/08/31/e…


tommasin.org/blog/2022-08-31/l…



Guerra in Ucraina: l’attrito incombe sulla battaglia di Kherson


L’oblast di Kherson è stata una delle prime regioni dell’Ucraina a subire l’assalto delle forze russe dopo il lancio dell’invasione a febbraio. Con i difensori in gran parte colti alla sprovvista, le forze russe hanno guadagnato un solido punto d’appoggio nella maggior parte dell’oblast, stabilizzando le sue linee di difesa nonostante l’Ucraina sia riuscita a [...]

L'articolo Guerra in Ucraina: l’attrito incombe sulla battaglia di Kherson proviene da L'Indro.



Livello di guardia9,1%. Anche ad agosto, l’inflazione in Eurozona fa segnare l’ennesimo record, toccando il livello più alto da quando esiste la moneta unica.


Ravenna, alla tomba di Dante il gran finale di «Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare» – Setteserequi


Alla tomba di Dante a Ravenna venerdì 2 settembre il gran finale di Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare, prima competizione teatrale interamente basata su un romanzo, da rappresentare in strade e piazze delle città d’arte della penisola. L’ini

Alla tomba di Dante a Ravenna venerdì 2 settembre il gran finale di Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare, prima competizione teatrale interamente basata su un romanzo, da rappresentare in strade e piazze delle città d’arte della penisola.

L’iniziativa, curata dal Festival Dantesco e patrocinata tra gli altri dalla Società Dante Alighieri e dalla Fondazione Luigi Einaudi, è ora nella fase decisiva che coinvolge artisti ed ensemble teatrali con esibizioni dal vivo.

Il concorso è basato sull’omonimo libro di Monaldi & Sorti (Solferino Editore), ogni esibizione è tratta o ispirata da passi del romanzo teatrale-narrativo, e può vantare due sostenitori d’eccezione: il regista Pupi Avati, che ha lodato lo «sguardo sacrale» di Monaldi & Sorti, e l’attrice Monica Guerritore, che li ha definiti «direttori artistici della pagina scritta» (in fondo i link alla stampa e al materiale fotografico).

Il teatro di strada è uno dei temi caratteristici nel romanzo ispiratore del concorso. In tutte le località coinvolte, gli spettacoli della finale sono subito riconoscibili grazie alle quinte con le figure inconfondibili di Dante e Shakespeare.

Dante e la Divina Commedia diventano protagonisti di un dramma di Shakespeare, rappresentato in brevi spettacoli (tra i 15 minuti e i 30 minuti di durata), replicati nel corso della giornata, secondo la formula del teatro di strada in tutta la sua ricchezza espressiva: attori, musicisti, acrobati e anche figure peculiari dell’arte popolare come cantastorie, con tanto di teloni dipinti, e uomini-orchestra. La tipologia di partecipanti è straordinariamente varia: ci sono anche compagnie teatrali già rodate, o singoli attori di teatro, e perfino ensemble shakespeariani che usciranno in strada per l’occasione.

Tra l’inaugurazione a Firenze l’8 agosto, città natale di Dante, e la chiusura a Ravenna il 2 settembre presso la tomba del Sommo Poeta, questo “giro d’Italia” all’insegna del teatro di strada si è snodato finora da Verona a Vibo Valentia, toccando varie regioni, dalla Liguria alla Campania, tra grandi città come Roma, preziosi borghi storici come Assisi (dove l’esibizione è stata filmata da RAI 1 Weekly) e panorami naturali mozzafiato quali le scogliere di Cagliari. In scena sono andate un po’ tutte le arti performative di strada, dalla recita alla musica e canto, alla danza acrobatica e giocoleria, fino ad arrivare ad artistici giochi di fuoco che in Liguria e Toscana hanno riempito la piazza con diverse centinaia di spettatori, guadagnando applausi a scena aperta e richieste di bis.

Si giunge ora al gran finale nel capoluogo bizantino con lo spettacolo “Dante e Piccarda”, proposto – a pochi metri dalla Tomba di Dante, fra le sculture e le installazioni della mostra Dante Plus 2022 di Marco Miccoli – dagli attori Cristina Ugolini, nei panni della Chiacchiera e di Piccarda, e Riccardo Cecere, nei panni di Dante. Cecere curerà anche le musiche da vivo.Si tratta di un dialogo inatteso fra il Poeta e la religiosa, tratto dal I atto di “Ahi, serva Italia!” di Monaldi & Sorti.

Dante confessa le sue visioni a Piccarda. Occasione per toccare i temi danteschi più diversi, tra cui il famoso Veglio di Creta, che Dante riprende dal sogno di Nabucodonosor di Riccardo di San Vittore, fonte principale di Dante ogni volta che nel Poema parla di visione. Sorte vuole che lo spettacolo si svolga nel giardino della Biblioteca Oriani, intitolato a Rinaldo da Concorezzo, personaggio ampiamente in azione nel romanzo ispiratore del concorso.
Appuntamento dunque a Ravenna venerdì 2 settembre negli spazi della mostra Dante Plus 2022, c/o Biblioteca Alfredo Oriani, Via Corrado Ricci 26. Orario spettacoli: 16.15 / 17.15 / 18.15
Premiazione infine a Roma il 14 settembre, anniversario della morte di Dante, presso il Globe Theatre, luogo shakespeariano per eccellenza della capitale, con un banchetto nello stile del Trecento fiorentino.

Monica Guerritore ha commentato: «L’incontro tra Dante e Shakespeare funziona: Shakespeare ci mostra come le passioni agitino l’uomo sulla terra, e Dante quale direzione invece gli fanno prendere nell’aldilà. Qui in Ahi, serva Italia! si fa questo doppio viaggio, nella lingua di Shakespeare e nella vita e nelle opere di Dante».

«Gli spettacoli di piazza sono nel DNA sia della Commedia che del teatro elisabettiano», spiegano Monaldi & Sorti, tradotti in 26 lingue e definiti in Francia da L’Express «gli eredi di Umberto Eco» e in Germania dalla Frankfurter Allgemeine «la coppia letteraria italiana di livello internazionale».

«Dante vola così in alto – dicono i due autori – che può essere raccontato solo da Shakespeare. La Commedia era ben nota in Inghilterra sin dal Medioevo: i drammi shakespeariani sono pieni di richiami ai suoi personaggi, dal conte Ugolino a Pier delle Vigne, oltre al parallelo tra le coppie Romeo-Giulietta e Paolo-Francesca. Non a caso il primo ritratto a stampa dell’Alighieri è stato pubblicato in Inghilterra da un editore della cerchia di Shakespeare».

Setteserequi

L'articolo Ravenna, alla tomba di Dante il gran finale di «Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare» – Setteserequi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il Teatro di Strada, il primo settembre ecco Ahi, serva Italia!, Dante secondo Shakespeare – Cagliari Post


Approda giovedì 1° settembre a Cagliari la fase finale di Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare, prima competizione teatrale interamente basata su un romanzo, da rappresentare in strade e piazze delle città d’arte della penisola. L’iniziativa, p

Approda giovedì 1° settembre a Cagliari la fase finale di Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare, prima competizione teatrale interamente basata su un romanzo, da rappresentare in strade e piazze delle città d’arte della penisola.

L’iniziativa, patrocinata tra gli altri dalla Società Dante Alighieri e dalla Fondazione Luigi Einaudi, è ora nella fase decisiva che coinvolge artisti ed ensemble teatrali con esibizioni dal vivo.

Il concorso è basato sull’omonimo libro di Monaldi & Sorti (Solferino Editore), ogni esibizione è tratta o ispirata da passi del romanzo teatrale-narrativo, e può vantare due sostenitori d’eccezione: il regista Pupi Avati, che ha lodato lo «sguardo sacrale» di Monaldi & Sorti, e l’attrice Monica Guerritore, che li ha definiti «direttori artistici della pagina scritta» (in fondo i link alla stampa e al materiale fotografico).

Il teatro di strada è uno dei temi caratteristici nel romanzo ispiratore del concorso. In tutte le località coinvolte, gli spettacoli della finale sono subito riconoscibili grazie alle quinte con le figure inconfondibili di Dante e Shakespeare

Cagliari Post

L'articolo Il Teatro di Strada, il primo settembre ecco Ahi, serva Italia!, Dante secondo Shakespeare – Cagliari Post proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



A Dante Plus 2022 arriva il premio ’Ahi, serva Italia!’ – Il Resto del Carlino


Venerdì accanto alla Tomba di Dante, performance dedicate al Sommo Poeta e a Shakespeare l Premio “Ahi, serva Italia!”, organizzato da Xenia in collaborazione con il Festival Dantesco e con Solferino Editore, chiude il suo percorso a Ravenna, venerdì 2 se

Venerdì accanto alla Tomba di Dante, performance dedicate al Sommo Poeta e a Shakespeare


l Premio “Ahi, serva Italia!”, organizzato da Xenia in collaborazione con il Festival Dantesco e con Solferino Editore, chiude il suo percorso a Ravenna, venerdì 2 settembre, negli spazi della mostra Dante Plus 2022, curata da Marco Miccoli.

Accanto alla Tomba di Dante, luogo simbolo legato al poeta, alle 16.15, alle 17.15 e alle 18.15, gli appassionati di Dante e di Shakespeare (e del teatro in strada) potranno assistere a una delle esibizioni finaliste del Premio, che in questo mese di agosto ha selezionato le migliori street performance dedicate al libro “Ahi, serva Italia!” della coppa Monaldi & Sorti, secondo volume della trilogia Dante di Shakespeare.

Dopo Firenze (tappa dantesca “obbligata” di apertura), dopo Verona, Salerno, Benevento, Vibo Valentia, Assisi e Roma, è dunque la volta di Ravenna (tappa dantesca altrettanto “obbligata” di chiusura), che proporrà un divertente dialogo fra Dante e Piccarda tratto appunto dall’opera di Monaldi & Sorti e realizzato dal gruppo Futura di Cristina Ugolini e Riccardo Cecere. Si terrà negli spazi suggestivi spazi della mostra Dante Plus 2022, che peraltro patrocina il Premio assieme alla Società Dante Alighieri, alla Fondazione Luigi Einaudi, alla Casa di Shakespeare di Verona, al Centro Studi Storici PP. Barnabiti e a Feditart.

Il Resto del Carlino

L'articolo A Dante Plus 2022 arriva il premio ’Ahi, serva Italia!’ – Il Resto del Carlino proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Twitter introduce le cerchie, per consentire agli utenti di twittare solo a ristrette cerchie di contatti.
Ah, #Friendica già lo fa... 😁

blog.twitter.com/en_us/topics/…

reshared this



Il capitale, la politica, la crisi


«Il capitale ha già “scelto” l’unica soluzione possibile per venirne fuori.

La guerra, per accaparrarsi materie prime e mercati senza i quali non ci stanno profitti.

E senza profitti il capitale muore.

La guerra, per liberarsi delle eccedenze di merci invendibili e di merce umana che non riesce più a mantenere.»

contropiano.org/interventi/202…



La piazza virtuale - Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici? L'articolo di @violastefanello su @iltascabile


LA PIAZZA VIRTUALE - COME COSTRUIRE IN RETE SPAZI DI INCONTRO E DISCUSSIONE REALMENTE PUBBLICI?

!Etica Digitale

A fine aprile, parlando dei motivi che lo stavano spingendo a comprare Twitter, Elon Musk in un TED Talk diceva che la piattaforma “è diventata di fatto la piazza cittadina”. Nel marzo del 2019, Mark Zuckerberg aveva usato la stessa immagine quando affermava che “negli ultimi 15 anni, Facebook e Instagram hanno aiutato le persone a connettersi con amici, comunità e interessi nell’equivalente digitale di una piazza cittadina”.

Continua: iltascabile.com/societa/piazza…



Fr. #06 / v o y e u r


Nel frammento di oggi: voyeurismo ed esibizionismo fiscale. Mancano i chip per le tessere sanitarie. Meme e citazione del giorno.

Voyeurismo fiscale, il nuovo kink statale


Ieri la BBC ha pubblicato una notizia in cui si parlava del nuovo kink dei burocrati francesi: spiare le persone che si fanno il bagno in piscina, grazie ai satelliti e all’intelligenza artificiale.

Un nuovo software sviluppato da un’azienda chiamata Capgemini ha permesso all’agenzia fiscale francese di scovare ben 20.000 piscine “nascoste” allo Stato, grazie all’analisi delle immagini satellitari.

Alla scoperta pare sia seguita una volontaria donazione alle casse dello Stato da parte dei proprietari pentiti di tale oltraggio, per circa 10 milioni di euro. Non tantissimo, se guardiamo alle cifre a cui sono abituati i burocrati statali, ma in tempi di crisi non si butta via nulla, no?

Share

Il software è talmente bello che potrà essere usato per scoprire molte altre cose spiando i cittadini francesi. Ad esempio, se hanno gazebi, verande o estensioni non dichiarate. Insomma lo spionaggio satellitare promette un grande salto evoluzionistico per le tasse sul patrimonio.

2367916

L’attività non è certo ignota alla nostra agenzia fiscale, che da tempo adopera le immagini satellitari per scovare evasori fiscali, anche se - per ora - senza intelligenza artificiale ad agevolare il compito.

Sono certo che questo nuovo voyeurismo di stato sarà ben accolto da tutti i contribuenti che non hanno nulla da nascondere e che, in effetti, potrebbero aver sviluppato un certo esibizionismo nei confronti di uno stato che vuole guardarli sempre di più e sempre meglio. Una relazione perfetta, insomma.

Nel 1890 i due giuristi Warren e Brandeis ipotizzarono per la prima volta il “right to privacy” per trovare una protezione giuridica alle sempre più frequenti ingerenze dei giornalisti che avevano ormai a disposizione fotocamere “portatili” e potevano infilarsi nelle case e nei giardini di chiunque, a distanza.

Cosa direbbero oggi se sapessero che accettiamo passivamente di essere spiati dal nostro stesso governo nelle nostre case? Per cosa poi, per racimolare qualche spicciolo e continuare a pagare i burocrati incaricati di spiarci, in un circolo vizioso che non finisce mai?

Contenti voi, miei cari contribuenti esibizionisti.


Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà


Sono finiti i chip per le tessere sanitarie


Dalla crisi della filiera produttiva ogni tanto qualche buona notizia! Pare che l’estrema scarsità di chip abbia costretto il governo italiano ad autorizzare la diffusione delle nuove tessere sanitarie senza microchip.

Questa è un’ottima notizia, poiché significa che le nuove tessere sanitarie non potranno essere usate come strumento per l’identificazione digitale della persona, ma potranno semplicemente essere usate per ciò per cui erano nate: come codice fiscale e tessera sanitaria.

Inutile dire che ogni inefficienza dell’apparato statale equivale a una maggiore libertà delle persone e minore sorveglianza e controllo delle nostre vite. Dobbiamo quindi accogliere con piacere notizie di questo tipo, che speriamo possano moltiplicarsi nei tempi a venire.

Share

Meme del giorno


238344

Citazione del giorno


“If the power of government rests on the widespread acceptance of false indeed absurd and foolish ideas, then the only genuine protection is the systematic attack of these ideas and the propagation and proliferation of true ones.”
― Hans-Hermann Hoppe


Leave a comment


Leggi gli altri Frammenti



Le Capitali vi porta le ultime notizie da tutta Europa, attraverso i reportage sul campo della rete di EURACTIV. Potete iscrivervi alla newsletter qui. Ricordiamo che EURACTIV desidera continuare a fornire contenuti di alta qualità che coprano quanto accade nella UE in...


La Commissione europea sta valutando la possibilità di creare una nuova Dg, che potrebbe essere guidata da due alti funzionari dell’Antitrust, per applicare nuove e severe regole volte a limitare i poteri delle Big Tech, secondo quanto dichiarato da due...

reshared this




#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 Dal #PNRR oltre 3,1 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia

🔸 #PNRRIstruzione, al via il “Piano Scuola 4.0”: 2,1 miliardi per 100.



"Non ho paura e non pago il pizzo."

L’imprenditore Libero Grassi, attraverso una lettera inviata al Giornale di #Sicilia alzava la testa contro la mafia, ribellandosi apertamente alla violenza di Cosa nostra.

Denunciare il racket, un coraggio che Grassi pagherà con la propria vita qualche mese dopo, il 29 agosto del 1991 a #Palermo.

Il suo coraggio contribuì a dotare l’Italia di uno strumento a favore degli imprenditori coraggiosi, il varo del decreto che porta alla legge anti-racket 172.

mastodon.uno/@panormus/1089046…



Il Ministero dell’Istruzione ha inviato oggi alle scuole un vademecum con le principali indicazioni per il contrasto della diffusione del Covid-19 in ambito scolastico in vista dell'avvio dell'anno 2022/2023.


Per un pugno di dollari


La moneta è la più importante tecnologia umana. Moltissime persone danno per scontata la sua esistenza e natura, ma l'ignoranza sta diventando sempre più pericolosa. È ora di iniziare a riflettere.
Articolo riservato agli abbonati


Oggi parliamo di un tema che potrebbe sembrare avulso da quello di cui parlo di solito, ma che in verità è strettamente legato con il concetto di privacy e libertà: la moneta. Tutti la usiamo fin da piccoli, talmente tanto e spesso che ne dimentichiamo il suo significato. Eppure la moneta è la tecnologia che più di ogni altra plasma la nostra società.

Non conoscere almeno le basi di questa tecnologia è molto rischioso: da anni viene usata contro di noi e siamo oggi sull’orlo di un enorme sconvolgimento globale alla cui base c’è proprio il concetto di moneta.


Privacy Chronicles esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi. Se ti piace quello che scrivo, perché non ti abboni anche tu? Sostieni il mio lavoro e accedi a ogni articolo!

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà


Dalle conchiglie alla carta


I primi esempi di conchiglie e oggetti usati come moneta risalgono a più di 75.000 anni fa, in Sud Africa.

2332042Fonte: nakamotoinstitute.org/shelling-out/

Da quel che sappiamo, praticamente tutte le culture umane, fin dalla preistoria, ebbero l’abitudine e l’interesse di collezionare oggetti artistici composti da conchiglie, denti e ossa di vario tipo, che poi venivano usati come gioielli, collane o cimeli da trasferire alle future generazioni.

Read more



Sono 1.737 le proposte ideative e progettuali arrivate alla chiusura del bando di concorso per la progettazione e la realizzazione di 212 nuove scuole finanziate con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il #PNRR.
#pnrr


Questo articolo si può probabilmente considerare come il primo di una serie sulla filosofia del sitoctt, se così vogliam dire. Per iniziare, di cosa è...



Frammenti #05 - 25 agosto 2022


Nel frammento di oggi: Colao ancora su identità digitale. Cryptoanarchia e comunità virtuali, come superare lo stato-nazione. Meme e citazione del giorno.

Colao io non compro niente, lasciami in pace


Due giorni fa ho letto un tweet che riportava un’affermazione di Vittorio Colao: "La digitalizzazione in maniera trasparente ti dice so chi sei, so a cosa hai diritto e anticipo il tuo bisogno."

238320

Privacy Chronicles - Privacy & Pensieri Libertari. Se ti piace quello che racconto, perché non ti iscrivi?

Nello specifico, si riferisce al suo progetto di identità digitale. Vorrebbe creare una sorta di “Schengen del digitale”; un sistema nazionale digitale attraverso il quale le pubbliche amministrazioni acquisiscono in modo automatizzato e pervasivo i dati di cui hanno bisogno per conoscere i “bisogni” dei cittadini (welfare) e anticiparli. In pratica, secondo lui sarebbe un mezzo per rendere più efficiente il welfare di stato, automatizzando l’erogazione di bonus, incentivi, detrazioni, assegni e quant’altro senza che il cittadino debba richiederli.

Share

E se il mio bisogno fosse invece quello di essere lasciato in pace?

Personalmente non sento il bisogno di essere oggetto di analisi da parte di uno Stato onnipotente e onnisciente, che sa chi sono, cosa faccio, quanto guadagno, quali sono le mie relazioni private e familiari, dove tengo i miei soldi e cosa ci faccio, quali sono le mie idee politiche e così via.

Non sento neanche il bisogno di uno stato che si arroga il diritto di decidere unilaterlamente di cosa “ho diritto” e quali siano i miei “bisogni”. Trovo molto pericoloso pensare che lo Stato sia titolare di un potere del genere, quello di anticipare i bisogni delle persone.

Cosa ne è della libertà di autodeterminazione e della libertà di pensiero, che si concretizzano anche nella capacità di dissenso riguardo determinate scelte politiche? Se io sono contrario al welfare di stato non voglio essere inerme nei confronti di un sistema che invece mi eroga bonus, incentivi e quant’altro contro la mia stessa volontà. Attenzione a fare “il bene” degli altri con la forza…


Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?


Iscriviti adesso


Cryptoanarchia e comunità virtuali


Ogni tanto qualcuno mi chiede: Matte ma secondo te come si può uscire da questo sistema di stati-nazione sempre più estesi e onnipotenti?

Ebbene io credo che il sistema sia già stato superato, ma che serviranno ancora diversi anni per rendersene conto davvero.

Share

I più lungimiranti ne parlavano già quasi 30 anni fa. Ad esempio, il libro “The Sovereign Individual” parla espressamente del superamento del concetto di stato nazione, verso un mondo di individui sovrani collegati tra loro. Ne ha parlato recentemente Federico Rivi nella sua newsletter, che consiglio di seguire.

238321

Un altro contributo sul tema fu quello di Timothy May, Cypherpunk e autore del Crypto Anarchist Manifesto, che nel 1994 scriveva un breve saggio chiamato “Criptoanarchia e comunità virtuali”, in cui parlava di Internet come di un luogo dove regnava l’anarchia; non intesa come assenza di regole, ma nel senso di assenza di governo, che poi è il vero significato politico di anarchia.

Secondo lui la crittografia sarebbe diventato lo strumento con cui sostenere i “muri” delle comunità virtuali fondate su sistemi anonimi o pseudoanonimi.

Il futuro che immaginava May nel 1994 era un mondo di individui divisi in due categorie: coloro che avrebbero saputo cogliere le opportunità delle nuove tecnologie, e coloro che invece sarebbero rimasti schiavi del sistema1. Gli strumenti di crittografia, Internet, e oggi anche Bitcoin danno alle persone il potere di separarsi dallo Stato e di decidere autonomamente cosa fare della propria vita. I tempi oggi sono maturi, ma quanti sapranno cogliere l’occasione?

Consiglio la lettura del saggio, che trovate qui (in inglese).

Share

Meme del giorno


238322

Citazione del giorno


“Libertarianism holds that the only proper role of violence is to defend person and property against violence, that any use of violence that goes beyond such just defense is itself aggressive, unjust, and criminal”
― Murray N. Rothbard


Leave a comment


Leggi gli altri Frammenti

1

“Something that is inevitable is the increased role of individuals, leading to a new kind of elitism. Those who are comfortable with the tools described here can avoid the restrictions and taxes that others cannot. If local laws can be bypassed technologically, the implications are pretty clear.

The implications for personal liberty are of course profound. No longer can nation-states tell their citizen-units what they can have access to, not if these citizens can access the cyberspace world through anonymous systems.”

reshared this



"Le politiche ultraliberiste degli ultimi anni e a vantaggio di pochi, hanno gettato le basi per il presente di oggi. 30 anni passati a smontare tutte le solide basi strutturali dello Stato sociale che, pur con decine di contraddizioni, poneva l’interesse nazionale e la tutela dei cittadini al primo posto, facendo sue le istanze strategiche a tutela della popolazione. La sanità, così come l’apparato energetico e non solo, sono servizi di prima tutela, devono essere pubblici."

lariscossa.info/non-emergenza-…



Analisi del Max Planck Institute sui suoi elettori: il PD è il partito della destra neo-liberale

«Il Fatto quotidiano di ieri pubblica un'analisi del Max Planck Institute sul voto Dem che conferma cose che sappiamo già da un pezzo: gli elettori di questo partito sono in larga maggioranza benestanti, abitano nelle grandi città e nutrono opinioni "di centro" (leggi neoliberal-liberiste) in economia e "di sinistra" (leggi politically correct) in tema di diritti individuali e civili ( di quelli sociali non gliene importa un baffo).»

lantidiplomatico.it/dettnews-a…



Digital Service Package: come regolare le piattaforme digitali?


L'UE approva il Digital Service Package, cosa significa che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online? Una breve analisi di Privacy Network.

Luna Bianchi, Leila B. Mohamed, Luca Nannini, Eleonora Bonel) Il 5 luglio 2022, al termine della sessione plenaria del Parlamento Europeo, è stato approvato il Digital Services Package, il primo set normativo composto dal Digital Service Act (DSA) e dal Digital Markets Act (DMA), volto a regolare rispettivamente i servizi e il mercato digitali al fine di creare uno spazio online più sicuro e...

Source



Torno con le mie mirabolanti domande di #mastoaiuto sul tema #informatica e #WebDesign. L'argomento di oggi è il tema scuro nei siti e nell'interfaccia del computer/cellulare. O come lo chiamano in modo tutto figo #DarkMode.

Io mi sento più rilassato quando lavoro con il tema scuro su progetti grafici o scrittura. Mi aiuta a concentrarmi meglio su quello che sto facendo. Ma quando si tratta di #accessibilità mi viene un dubbio enorme: se faccio un sito con tema scuro, accontento tutti i lettori?
Io ho sempre fatto attenzione a non usare mai lo sfondo totalmente nero #000 con testi totalmente bianchi #fff perché anche solo pensarlo mi si bruciano le retine. Ho sempre fatto una mediazione di grigi o comunque colori complementari che abbiano lo stesso un elevato contrasto, ma più morbido. Ho già chiesto ad alcune persone con difficoltà di lettura come si trovassero con i miei siti e hanno risposto che riescono a leggere senza affaticarsi. Ma l'esperienza di persone che si conta sulle dita di una mano non fa statistica.

Ora, questo approccio che a me piace è sempre stato venduto anche come ecologico perché inciderebbe meno sull'energia impiegata dal monitor, con gran gioia della bolletta, della batteria e dell'ambiente stesso. Ma è davvero così?

Leggo articoli online che si contraddicono, perciò mi piacerebbe sentire il parere da gente vera come voi. In realtà un tema chiaro incide poco o nulla sulle performance e quindi è meglio stare più leggeri per non mettere in difficolta i lettori online, oppure c'è un vero e tangibile risparmio energetico e quindi è buono l'impegno nel fare temi scuri ma il più possibile accessibili?

Andrea reshared this.

in reply to Maurizio Carnago

@bluoltremauri

Partiamo dalla cosa più semplice:
A quanto so, non ci sono problemi di accessibilità riguardo i temi scuri.
Le persone che proprio non li sopportano possono usare le opzioni del browser per forzare il tema chiaro (almeno, quelli che lo hanno ossia i desktop - assicurati che sul tuo sito funzioni la modalità lettura di quelli mobile).

Io so che bisogna assicurarsi che il contrasto sia chiaro e accessibile: in questo senso: bianco su nero o nero su bianco sono uguali.
Qui trovi linee guida di accessibilità web in generale: developer.mozilla.org/en-US/do…

Quanto a risparmio energetico, gli sfondi scuri possono essere peggio:
Testo chiaro su sfondo scuro è più difficile da leggere, perché, nonostante il contrasto (quello effettivo) sia uguale, c'è meno luce che finisce nei tuoi occhi (indipendentemente dal tipo di superficie contenente il testo, che sia un display o un pezzo di carta), e si fa più fatica a distinguere le lettere. Chiamiamo la quantità di luce che finisce negli occhi "contrasto percepito".

Non solo questo:
Considerando che maggiore è il contrasto sia effettivo che percepito e meglio si legge, e il contrasto è maggiore quando la differenza tra zone chiare e scure è più accentuata...

A parità di illuminazione ambientale, e parlando di schermi che producono la propria luce che finisce negli occhi di chi legge, in ogni caso per leggere meglio (fino a un certo punto, ad esempio sei in una stanza buia, luminosità al massimo è insopportabile) si dovrebbe sempre alzare l'illuminazione dello schermo per avere buon contrasto percepito, ma:

- Su schermi OLED, dove i pixel neri sono spenti, il contrasto effettivo tra zone nere e bianche è sempre più alto di un LCD; alzare la luminosità aumenta tanto il consumo energetico su sfondo chiaro, ma su sfondo scuro il consumo è trascurabile

- Su schermi LCD, dove i pixel neri in realtà sono semplicemente "chiusi", e fanno passare meno della retroilluminazione (meno, ma non niente, e puoi vedere chiaramente che una schermata 100% nera su un LCD in realtà si vede grigina luminescente!); alzare la luminosità comporta sempre lo stesso consumo energetico, MA, il contrasto effettivo su un LCD è sempre più basso di un OLED perché i pixel neri fanno trapelare luce, e considerando che in ogni caso per vedere meglio bisogna avere sia buon contrasto percepito che effettivo... su un LCD finirai con l'alzare la luminosità su sfondo scuro per migliorare entrambi i contrasti, quindi addirittura a consumare più energia di quanta ne consumeresti per leggere un testo nero su bianco con lo stesso livello di comfort!

Spero di averti fatto capire - sto qua degli sfondi chiari o scuri su schermi diversi meriterebbe un articolo di blog...

E ora che ti ho detto tutto questo, però:
A meno che il sito non debba avere i colori che ha per una scelta artistica (ma in quel caso, di nuovo, assicurati almeno che l'HTML del tuo sito sia buono e quindi analizzabile dalle modalità di lettura dei browser, chi non sopporta il tuo tema potrà leggere con quella), se la tua scelta è puramente pratica.. allora non decidere tu, usa CSS per far decidere al browser (e al sistema operativo) di chi visita la tua pagina: usa le media query per dichiarare un tema chiaro, e un tema scuro. Fine.
Vedi developer.mozilla.org/en-US/do…
Un esempio:

/* Tema chiaro, predefinito */
body {
background-color: #FFFFFF;
color: #000000;
}

/* Tema scuro, secondario - Usato solo dai browser supportati (tutti quelli aggiornati, da anni) e che hanno preferenza di tema scuro */
@media (prefers-color-scheme: dark) {
body {
background-color: #000000;
color: #FFFFFF;
}
}

Si può volendo anche invertire il tutto, mettendo come predefiniti (specificati senza media query) i colori scuri, e specificando con @media (prefers-color-scheme: light) i colori chiari per chi preferisce quelli.

in reply to Andrea

@Andrea Mi hai fornito esattamente tutto quello di cui avevo bisogno. Grazie infinite! Io ho sempre visto i bottoncini per far scegliere all'utente se applicare il tema chiaro o scuro, ma siccome dobbiamo preparare alcuni template per siti semplicissimi e leggeri e a prova di idioti non volevo affollare il menù. Questa cosa che il tema cambia da css in base alle preferenze stesse dell'utente senza chiedergli di agire direttamente mi piace un sacco, perché non la conoscevo!


Da oggi scadono i termini di presentazione degli elaborati e della documentazione amministrativa per la partecipazione al Concorso di progettazione per la realizzazione di nuove scuole, mediante sostituzione edilizia.


"Se vuoi fare qualcosa di terribile con la tecnologia, non puoi semplicemente lanciarlo su persone con denaro e capitale sociale. Si lamenteranno e la tua idea andrà in fumo. Le implementazioni tecnologiche di merda di successo iniziano con le persone di cui puoi abusare impunemente (prigionieri, bambini, migranti, ecc.) Per poi risalire il gradiente dei privilegi. La chiamo la curva di adozione della tecnologia di merda."

feddit.it/post/48383



Un protocollo social più decentralizzato di ActivityPub


ActivityPub è un buon protocollo, ma secondo me non perfetto. Resta troppo incentrato sull'avere un server dedicato principale grosso. Ciò si vede nelle sue implementazioni server, con software come Mastodon, Pleroma, e chi più ne ha più ne metta: software relativamente pesanti e difficili da ospitare, cosa che va a peggiorare l'accentramento perché meno gente avrà possibilità di ospitarli e quindi andrà su istanze già presenti.

Non so se esiste già, nel caso fatemelo conoscere, altrimenti probabilmente potrei idearlo io, un protocollo più semplice e molto più decentralizzato, basato su server più stupidi e client più intelligenti.

Rimuovere completamente i server causerebbe una peggiore esperienza utente: ogni client dovrebbe rimanere acceso nel momento in cui gli amici si collegano per scaricare nuovi messaggi, inoltre alcuni provider bloccano le connessioni in entrata. Sarebbe ideale, ma è irrealistico.

Per questo, si sceglie di tenere il minimo indispensabile come server: uno HTTP che serve file statici. Un tale server può essere ospitato ovunque, persino sul router di casa, ma in ogni caso i provider che ne danno di gratuiti online sono tantissimi.

Qui viene il bello: ogni utente ha un server e un dominio o indirizzo IP statico, si identifica con un URL (che può essere la root, oppure una cartella, nel caso si voglia avere altra roba Web sullo stesso dominio).

Il client del social (la app) chiede come login i dati di accesso FTP, SSH, Git, o chissà quali altri sistemi di caricamento di file via Internet, e tutti i contenuti di ogni utente (i messaggi, i file, i like messi, ...) vengono caricati sul server HTTP.

Quando un client vuole aggiornare il feed degli utenti seguiti, scarica un file d'indice (come un feed RSS) da ciascun server, e scarica eventuali nuovi elementi lì segnati.
L'unico potenziale problema qui può sorgere in caso si seguano centinaia e centinaia di utenti, perché la app dovrà scaricare ciascun file ad ogni aggiornamento. Ovviamente, usando un formato di dati efficiente e compresso il problema si riduce, così come si riduce spezzettando l'indice in segmenti, oppure si potrebbero integrare nel protocollo delle liste di aggregazione opzionali (che richiederebbero un server fatto apposta), a cui ciascun utente può passare il proprio elenco di utenti seguiti, e la sua app chiederà le differenze di tutti al server di aggregazione anziché alle centinaia di serve degli utenti.

Per i messaggi privati, si può semplicemente implementare un sistema di cifratura, così che le app possano semplicemente caricare i contenuti privati assieme a quelli pubblici sul server HTTP, e anche se terzi potrebbero scaricarli andando a frugare tra i file dei server altrui, non potranno leggerli.

Che ne pensate?

in reply to Andrea

@Andrea ma studiare activitypub e proporre miglioramenti nel senso desiderato?
in reply to Luca Nucifora

@Luca Nucifora eh e come? stai praticamente quasi creando un protocollo da capo così :'/. ActivityPub è troppo incentrato sui server attivi, il massimo che si può fare è ideare qualche integrazione AP in un protocollo come ho pensato il mio. Fosse anche prevedere un sottoprotocollo per i bridge. Anzi, togliamo il forse, è qualcosa da fare.

Comunque, ho anche continuato a cercare, ma nessun protocollo già esistente funziona in modo abbastanza vicino a cosa vorrei io.
Io magari inizio a scrivere qualcosa (documenti, non codice) a riguardo, almeno per descrivere l'idea a linee meno grosse di cosa il mio post di Friendica dice. Magari trovo gente a cui l'idea interessa particolarmente..



È la fine dei social network? Una riflessione di Johannes Ernst su #Facebook, #TikTok e il design delle piattaforme


È LA FINE DEI SOCIAL NETWORK?


!Etica Digitale

Scott Rosenberg , in un pezzo dal titolo “Tramonto del social network” , scrive ad Axios:

Segna la scorsa settimana come la fine dell'era dei social network, iniziata con l'ascesa di Friendster nel 2003, ha plasmato due decenni di crescita di Internet e ora si chiude con il lancio di Facebook di un'ampia riprogettazione simile a TikTok.

Una dichiarazione travolgente. Ma penso che abbia ragione:

Facebook è fondamentalmente una macchina pubblicitaria. Come altri prodotti Meta. Non ci sono davvero "tecnologie che avvicinano il mondo", come dice la home page di Meta . Almeno non principalmente.

Questa macchina pubblicitaria ha avuto un successo sorprendente, portando a un fatturato trimestrale recente di oltre $ 50 per utente in Nord America ( fonte ). E Meta di certo ha spinto così tanto, altrimenti non sarebbe stata nelle cronache per aver oltrepassato il consenso dei suoi utenti anno dopo anno, scandalo dopo scandalo.

Ma ora una macchina pubblicitaria migliore è in città: TikTok. Questa nuova macchina pubblicitaria non è alimentata da amici e familiari, ma da un algoritmo di dipendenza. Questo algoritmo di dipendenza calcola i tuoi punti di minor resistenza e ti riversa una pubblicità dopo l'altra in gola. E non appena ne hai ingoiato un altro, scorri un po' di più e, così facendo, chiedi più pubblicità, a causa della dipendenza. Questa macchina pubblicitaria basata sulla dipendenza è probabilmente vicina al massimo teorico di quante pubblicità si possono versare in gola a qualcuno. Un'opera d'arte straordinaria, come ingegnere devo ammirarla. (Naturalmente quell'ammirazione si trasforma rapidamente in qualche altra emozione del tipo disgustoso, se hai qualche tipo di morale.)

Quindi Facebook si adatta e passa a un'altra macchina pubblicitaria basata sulla dipendenza. Il che non sorprende nessuno, penso.

E poiché non si è mai trattato di "riavvicinare il mondo", abbandonano quella missione come se non gli importasse mai. (Questo perché non l'hanno fatto. Almeno MarkZ non l'ha fatto, ed è l'unico, irresponsabile signore supremo dell'impero Meta. Una struttura azionaria a due classi te lo dà.)

Con il gigante che rivolge la sua attenzione altrove, dove finisce il social networking? Perché i bisogni e i desideri di “avvicinare il mondo” e di mettersi al passo con amici e familiari sono ancora lì.

Penso che lasci il social networking, o ciò che lo sostituirà, in un posto molto migliore. Che ne dici di questa volta che costruiamo prodotti il ​​cui obiettivo principale è in realtà la missione dichiarata? Condividi con gli amici, la famiglia e il mondo, per unirlo (non dividerlo)! Invece di qualcosa di non correlato, come fare un sacco di entrate pubblicitarie! Che concetto!

Immagina cosa potrebbero essere i social network!! I giorni migliori del social networking sono ancora avanti. Ora che i pretendenti se ne vanno, possiamo effettivamente iniziare a risolvere il problema. I social network sono morti. Viva ciò che emergerà dalle ceneri. Potrebbe non essere chiamato social networking, ma lo sarà, solo meglio.

Qui il post originale in inglese: reb00ted.org/tech/20220727-end…

Questo lavoro è concesso in licenza in base a una licenza internazionale Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 • Altri usi? Chiedere! Utilizza i cookie solo per analisi self-hosted.
Di Johannes Ernst. Imprenditore. Pirata. Pastore di gatti. Detentore di opinioni spesso insolite, in genere prima che giunga il loro momento, ma forse non in questo caso.


Il Tribunale dell'Inquisizione e le Carceri segrete di Palazzo Steri-Chiaramonte a Palermo


Mi è sempre piaciuto camminare per le vie del centro storico della mia Palermo, una città avvolta da tanti misteri, segreti, leggende, ma anche ricca di fatti e storie vere, affascinanti ed intriganti, una città da scoprire o riscoprire ogni volta che mi addentro nei suoi vicoli, una Palermo a volte sconosciuta anche a me che vi sono nato.

Amo le sue tradizioni, le usanze, le credenze popolari, che si tramandano tra le varie generazioni e che restano sempre vive attraverso i ricordi di chi a sua volta è rimasto inevitabilmente affascinato delle storie raccontate da coloro che le hanno vissute in prima persona.

Cammino e mi soffermo ad ammirare le imponenti e meravigliose opere d’arte e penso a un tempo antico, a quanta vita è passata, alle maestranze che hanno realizzato queste maestose strutture, mettendo in campo tutte le tecniche costruttive di quei tempi, anche rudimentali, eseguite da veri maestri d’arte dalle doti ineguagliabili.

Opere che rappresentano per questa città gli evidenti segni del passaggio delle varie dominazioni che si sono susseguite nel tempo.

E c’è un palazzo, nella grande Piazza Marina, è il palazzo Steri-Chiaramonte che, per le storie drammatiche che l’hanno interessato, viene visto dai palermitani, e non solo, come austero e tenebroso. Ma è un palazzo come tanti altri, segnato purtroppo da avvenimenti tragici, che questa volta non appartengono a leggende metropolitane, ma a fatti realmente accaduti durante la dominazione spagnola.

2115831

Il palazzo fu costruito all’inizio del 1300 su un edificio arabo, fu la grande dimora di Manfredi di Chiaramonte, esponente di spicco della potente famiglia dei Chiaramonte, conte dell’immenso Feudo di Modica, detto “Regnum in Regno”.

Il potere della famiglia diede presto fastidio agli spagnoli e nel 1392 il re Martino il Giovane, decise di fermare le ambizioni politiche di Andrea di Chiaramonte, discendente ed erede di Manfredi, decapitandolo davanti al suo palazzo e sequestrandogli ogni bene.

Nel 1487 Ferdinando II il Cattolico, Re di Spagna, inviò a Palermo i suoi inquisitori, delegati ad istituire il primo Tribunale dell’Inquisizione in Sicilia.

Il “Santo Uffizio”, così chiamato, inizialmente si stabilì a Palazzo dei Normanni, dove rimase fino al 1551, tuttavia le carceri a disposizione non erano sufficienti e pertanto per questo motivo fu commissionato all’architetto Diego Sànchez la realizzazione di uno spazio carcerario più ampio.

Per la costruzione di tale struttura, venne scelto uno spazio alle spalle di Palazzo Chiaramonte Steri, che dai primi anni del 1600 divenne la nuova sede dell’Inquisizione Spagnola.

È il carcere segreto dell’Inquisizione, il luogo dove per due secoli, dai primi del Seicento al 1782, gli uomini inviati in Sicilia da Torquemada interrogarono e torturarono innocenti in nome di Dio.

Per gli uomini del Sant’Uffizio i carcerati erano eretici, bestemmiatori, streghe, fattucchiere, amici del demonio. In realtà molti erano artisti, intellettuali scomodi, nemici dell’ortodossia politica e religiosa, oppure poveracci finiti negli ingranaggi di una gigantesca macchina di malagiustizia.

Piazza Marina divenne il luogo preferito dove eseguire i roghi e le esecuzioni dei condannati a morte.

2115833

Il 16 Marzo 1782 il tribunale del Sant’Uffizio venne ufficialmente abolito ed il viceré Caracciolo, profondamente contrario alle pratiche inquisitorie, non tardò ad ordinare la scarcerazione immediata dei prigionieri, nonchè purtroppo anche il rogo di tutti gli atti del tribunale, al fine di cancellare qualsiasi traccia dei soprusi, delle violenze, degli orrori delle segrete avvenute a Palazzo Steri.

2115835

Durante alcuni lavori di recupero e di restauro del palazzo, Giuseppe Pitrè, famosissimo etnografo palermitano, tra il 1906 e il 1907, dopo aver scavato per oltre sei mesi negli intonaci che avevano coperto tutte le possibili tracce, scoprì i Graffiti dello Steri, disegni e scritte lasciati dai prigionieri.

Un breve video che ho realizzato, molto suggestivo, ricostruisce, proprio attraverso la visione di quelle scritte e dei graffiti, la sofferenza di quei penitenziati ingiustamente detenuti la cui sola speranza di uscirne vivi, ritrovando la propria libertà, era solo la fede in Dio.

peertube.uno/w/em4rQn96QtokMXY…



Ecco come @kenforflorida è diventato l'unico buon politico di #TikTok. L'articolo di @violastefanello è sul @DailyDot


ECCO COME KEN RUSSELL È DIVENTATO L'UNICO BUON POLITICO DI TIKTOK

!Etica Digitale

Uno dei TikTok più importanti pubblicati da Ken Russell, pubblicato a giugno, inizia come molti altri sull'app di condivisione video: con una donna accovacciata sul pavimento per cambiarsi con un vestito succinto su una canzone di Megan Thee Stallion.
Le migliaia di utenti che sono rimasti in giro per guardare la fine del video, tuttavia, sono state colpite da una svolta inaspettata degli eventi: invece di cambiare l'abito di un creatore di contenuti, hanno visto il democratico della Florida Ken Russell cadere sul pavimento al ritmo della canzone prima di guardare vicino alla telecamera e chiedendo: “Ehi, sei registrato per votare? Ci sono le primarie il 23 agosto e le elezioni generali l'8 novembre!

Di Viola #Stefanello su #DailyDot
dailydot.com/debug/ken-russell…

lisko doesn't like this.

reshared this