Recedenti
Non è stupefacente che si vada in così pochi a votare. Non si tratta solo dell’ultima tornata, ma di una deriva in atto da tempo. Non è questione che riguardi questa o quella parte politica, ma la politica tutta. Altrimenti la frattura fra il discorso politico, in generale il discorso pubblico, e la realtà diventa davvero pericolosa.
Quando si fa cenno alla distanza fra “i politici” (che è già definizione indiscriminata, sicché qualunquista) e la vita di ogni giorno ci si riferisce, per lo più, al tema dei privilegi lontani dai bisogni. Ma è un approccio moralistico, inconcludente, cui il personale politico risponde provando a usare il linguaggio della “gente”, con ciò stesso comunicando che lo ritiene un frullato fra superficiale, rozzo e volgare. Tutta commedia, tutta fuffa. La frattura c’è, ma si allarga da un’altra parte, che è poi quella in cui si trovano tanti dei non votanti.
Il nostro discorso pubblico, che sia fatto dalla politica o dalla comunicazione, ha un vocabolario limitato ai disastri e alla miseria, corredato di concetti che cavalcano i soprusi e le ingiustizie. Siccome poi le cose non cambiano, trattasi di un gigantesco piagnisteo inutile. A questo si aggiunga che avendo un’intonazione rivendicativa, va a finire che, stando sempre sulle premesse e mai nel concreto, finisce con il rivendicare cose opposte. È invece sprovvisto di tesi, idee e suggestioni che maneggino il positivo, la crescita, il progresso. Vediamo perché e il danno che provoca.
L’intera campagna elettorale nazionale, che ha portato alle elezioni del settembre scorso, è stata condotta cantando i salmi della recessione. La gara era a chi si doleva e condoleva di più, a chi andava promettendo più aiuti e sostegni. Una congrega di recedenti. Ma mentre questo andava in scena, il governo Draghi, nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, avvertiva che la crescita 2022 sarebbe stata superiore al previsto e quella del 2023 pari a un +0.6%. Crescita meno sostenuta, ma pur sempre crescita. Che sarebbe l’opposto della recessione. Vabbè, ma Draghi barava per magnificarsi, gli altri che dicevano? Tutti (dalla Commissione Ue all’Ocse) segnalavano crescita, più contenuta, salvo il Fondo monetario. E tutti si sbagliavano, perché all’inizio dell’anno era già acquisito il +0.4% e ora le previsioni volgono verso un +0.8%. Siccome non ci sono né trucchi né miracoli è segno che l’Italia produttiva funziona maglio di quanto si creda, difatti a dicembre si raggiungeva il 60.5% della popolazione attiva occupata (che non è molto, ma lo è per l’Italia) e semmai il problema era ed è quello dei lavoratori mancanti.
Se non ci si tappasse gli occhi davanti a tutto questo ci si concentrerebbe sul cosa può essere fatto per rendere migliore la vita dell’Italia produttiva, sforzandosi di portare quel modello dove le cose non funzionano. Invece si parte dalle cose che non funzionano, le si erige a simbolo d’Italia e ci si pone il problema di come portare via soldi alla parte produttiva per finanziare l’improduttiva. Volete anche il voto?
Abbiamo discusso per settimane di regionalismo differenziato. Il governo ha varato un testo (campa cavallo), dicendo che più si delega e meglio funzioneranno le cose. Poi ne succedono due: a. alle elezioni per le preziosissime regioni non vanno che pochissimi; b. al Consiglio dei ministri di domani (giovedì) dovrebbe arrivare il testo di un decreto relativo al Pnrr, che centralizza competenze e responsabilità, in modo da non perdere il treno. Non conosco il testo, ma concetto corretto. Solo che è diverso da quanto sostenuto una settimana prima del voto.
Non è mica un problema del solo governo o della sola destra: è un costume generalizzato. Che presuppone l’Italia produttiva funzioni e pedali comunque, mentre i voti si vanno a cercare allargando la spesa pubblica corrente e spendendo parole di consolazione e rivendicazione. Così la frattura s’allarga, sentendosi traditi e presi in giro gli uni e gli altri.
L'articolo Recedenti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
L’evento
Ora è finito. Dalla minoritaria posizione di chi non ne ha seguito una sola serata (tutte nottate, per la precisione), dall’ancor più ristretta cerchia di quanti non ne hanno detto una parola, in corso d’opera, porto il mio omaggio al significativo evento. Noi non seguaci del Festival siamo indicati come spocchiosi elitari. Non ho nulla contro le élite, ma ho l’impressione che siano gli entusiasti a sottovalutare, nel bene e nel male, almeno tre aspetti.
1. È uno dei pochi eventi del secolo scorso che porta nel presente l’antico modello comunicativo. Un trionfo del broadcasting: una cosa avviene in un punto, da quello viene trasmesso in tutti gli altri, e anche chi non lo segue è al corrente di quel che accade, perché diventa argomento di generale comunicazione e conversazione. Nel mondo digitale il pubblico si frammenta, ciascuno guarda o ascolta quello che gli pare, destrutturando le basi del discorso comune. Il Festival s’impone come evento e ribalta i rapporti di forza, mettendo il digitale al servizio dell’unicità. Quanti si ostinano a sfuggire verranno comunque raggiunti dall’eco di quel che colà accade.
Si può essere felici o costernati che ciò accada per un concorso canoro, ma è irrilevante. Quel che conta è che si tratta di un esempio, raro, di argomento comune sul quale si possono avere opinioni opposte. Le democrazie funzionavano così e hanno cominciato a funzionare meno da quando ciascuno non ha solo la propria opinione, ma anche la propria realtà. E se il vecchio modello offriva troppo potere agli ideatori del discorso comune, quello della frammentazione offre troppi spazi ai mestatori della sua demolizione.
2. Il Festival ha successo perché ci sono le canzoni, ma ci tiene a non essere un Festival delle canzoni. Non ho misuratoti particolari, ma credo che la gran parte del pubblico segua le canzoni, mentre la pressoché totalità del discorso di contorno è su altro. E il resto, anno dopo anno, da tanti e tanti anni, è sapientemente costruito per far parlare chi non sa cantare. Non c’è Festival senza polemica del Festival. E qui diventa lo specchio di quel che l’intellettualità poco pensata suppone sia la sensibilità degli italiani. Destra e sinistra va sempre bene, in un Paese fazioso, ma il sesso è una miniera inesauribile. Perché sia sfruttato appieno si deve essere rompitori di tabù, che se non ci sono più tocca inventarseli. Tabù, che ridere: <<Che bella pansé che tieni/ che bella pansé che hai/ me la dai?…>>. Nino Taranto, 1953. Poi Renato Carosone. Oggi sarebbero lapidati.
Gli scandalizzati odierni, da mostrare in scena, non sono il pastore sardo e la casalinga di Voghera, di arbasiniana memoria, ma le tatuate beghine del politicamente corretto, pronte a tremar d’indignazione libertaria se solo t’azzardi a dire che una slinguazzata organizzata e solo una gran cafonata, sicché a quel punto le beghine del conformismo che s’immagina anticonformista tuonano: omofobia. Oh beghine care, la fobia, ovvero la paura, è un problema serio, ma non è che l’ossessività sia da meno. L’idea che un complimento spinto sia violenza, se intersessuale, mentre una lingua in bocca sia passione, se omo, pareggia le beghine odierne a quelle del <<non lo fo per piacer mio, ma…>>.
In quanto alla destra e alla sinistra, disse già tutto Giorgio Gaber nel monologo su chi era comunista, del 1991: c’è chi era comunista perché lo spettacolo lo richiedeva, c’è chi era comunista perché prima era fascista. I coraggiosi portatori delle idee scontate.
3. Tuona la destra: fuori la sinistra dalla Rai. Calmatevi. L’avete lottizzata a turno. Fu già di destra, conservando la sinistra, e fu già di sinistra, conservando la destra. Ora rilottizzerete, ma non provateci nemmeno a far credere che sia una svolta. Ascoltate Amadeus, che se ne intende: gli ascolti chiudono il discorso. Verissimo, ma quale? Quello del servizio pubblico, perché quando s’usa quel metro quella che vi spartite è una televisione commerciale, posseduta dallo Stato e finanziata da contribuenti che non vorrebbero contribuire.
Andate pure avanti così, ma amerei non lo faceste a mie spese.
L'articolo L’evento proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Turchia: il terremoto potrebbe ribaltare il panorama politico
La mattina presto del 6 febbraio, due terremoti hanno devastato la Turchia sudorientale e la Siria settentrionale, facendo crollare edifici in un raggio sorprendente di diverse centinaia di chilometri. Più di 22.000 persone sono morte e altre decine di migliaia sono rimaste ferite. Giorni dopo, sopravvissuti e vittime rimangono tra le macerie. Con ogni probabilità, […]
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Ucraina: la Russia bombarda solo per bombardare
“Ero quasi addormentato, verso le 10 o le 11, quando ho guardato fuori dalla finestra ed era come un’alba rossa”, ha detto Alla, 64 anni, le cui finestre dell’edificio vicino sono state distrutte dall’esplosione. Il vetro era sparso per terra e la porta accanto il proiettile ha lasciato un buco aperto sei piani più in […]
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Vita di impresa: assetti organizzativi e prevenzione dei reati
Il 22 febbraio alle ore 18:00 presso l’aula Malagodi della Fondazione Einaudi si terrà la conferenza dal titolo: “Vita di impresa: assetti organizzativi e prevenzione dei reati”
Curatore dell’eventoNino Parisi
Saluti introduttiviAndrea Cangini
Tavola rotonda– Andrea Ostellari
– Antonio Matonti
– Anna Vittoria Chiusano
– Massimiliano Annetta
Sessione di Q&A con i rappresentanti del mondo produttivo
Aperitivo di network
L’evento verrà trasmesso in streaming sui social network della Fondazione
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Il Giappone e il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore agricolo
Nel 2019, il governo giapponese ha introdotto la legge di riforma dello stile di lavoro che ha cercato di aumentare la diversità sul posto di lavoro e migliorare le condizioni di lavoro. Ma la riforma non è stata discussa a sufficienza in uno dei settori che ne ha più bisogno: l’agricoltura. L’industria agricola in Giappone […]
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Ucraina: il percorso verso la pace passa direttamente attraverso le linee rosse di Putin
Mentre l’invasione russa dell’Ucraina si avvicina al traguardo di un anno, la risposta occidentale è ancora minata da timori esagerati di escalation e preoccupazioni mal riposte sui pericoli di ‘provocare Putin’. Ma mentre i leader e i commentatori occidentali continuano ad avvertire delle terribili conseguenze se l’Ucraina osa resistere, l’esperienza degli ultimi dodici mesi racconta […]
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Non dobbiamo impegnarci in crociate isteriche contro Russia e Cina
Dall’inizio della guerra di Vladimir Putin in Ucraina, molti leader occidentali hanno inciampato in se stessi nel tentativo di far vedere che stavano facendo più dei loro pari per sostenere l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Il recente apparente colpo politico del governo del Regno Unito nel convincere il leader ucraino Volodymyr Zelensky a visitare […]
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La sinistra “fuori moda e fuori tema” e una riflessione sull’astensionismo
Al direttore
Chiuse le urne nelle due principali regioni italiane, al netto delle percentuali dei singoli partiti o della somma puramente algebrica degli stessi, queste elezioni hanno certificato qualcosa di più profondo, su cui vale indubbiamente la pena soffermarsi e riflettere. Fatte salve eventuali prossime smentite che dobbiamo certamente mettere in conto, al momento è importante analizzare la realtà dei dati “a caldo”.
In questa tornata elettorale, dove, come si diceva, sono andate al voto quelle che senza alcun dubbio possiamo definire le regioni nevralgiche dell’intero paese (una, il Lazio, sede del motore politico nazionale, l’altra, la Lombardia, di quello economico), hanno avuto la meglio i partiti, di maggioranza o di opposizione, meglio strutturati. Non è un problema di leadership: tutti gli attuali movimenti politici, chi più chi meno, hanno un leader facilmente riconoscibile e riconducibile al partito di appartenenza.
Ma non possiamo certamente prescindere da una considerazione oggettiva: la Lega, il Partito democratico e Fratelli d’Italia hanno qualcosa in più. Anzi, qualcosa che agli altri storicamente manca: una struttura e una classe dirigente sedimentata nel tempo e, soprattutto, strutturata. Di questi tre, due di maggioranza e uno di opposizione, che indubbiamente hanno “tenuto” a queste elezioni, c’è altresì da notare che uno (il Pd) è anche momentaneamente senza leader. Tutti e tre provengono da una storia che ha radici profonde, nonostante talvolta il cambio di sigle o di nomi.
La Lega può certamente essere considerato un partito “storico”, anzi, nel panorama parlamentare attuale è quello più longevo tuttora in campo. Se vogliamo, potremmo definirla una sorta di vendetta della politica: non è sufficiente essere un abile oratore, un politico preparato o anche uno straordinario comunicatore: occorre un Partito! Non serve avere tanti vice leader, che poi nella realtà dei fatti sono qualifiche insignificanti, serve invece una solida classe dirigente sui territori.
Una condizione del genere non si costruisce dall’oggi al domani, ci vogliono forza e coraggio (e spesso anche batoste elettorali!), ma è senza dubbio – la storia lo insegna – garanzia certa di durata nel tempo e, soprattutto, di capacità di assorbire i colpi. Non garantisce insomma il successo, le vittorie o gli insuccessi in politica si susseguono e si inseguono, ma garantisce ammortizzatori che possano governare le affermazioni elettorali e cauterizzare le sconfitte.
Possiamo essere certi che da domani i politologi si concentreranno sulla scarsa partecipazione al voto e amenità del genere, ma questi sono dati in linea con l’andamento di tutti o quasi i paesi europei nel momento storico attuale. L’elemento di novità mi pare proprio quello sopra segnalato, ma ci sarà certamente tempo e modo di ritornarci, questa volta “a freddo”.
Giuseppe Benedetto,
Presidente della Fondazione Luigi Einaudi
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La sinistra “fuori moda e fuori tema” e una riflessione sull’astensionismo
Al direttore
Chiuse le urne nelle due principali regioni italiane, al netto delle percentuali dei singoli partiti o della somma puramente algebrica degli stessi, queste elezioni hanno certificato qualcosa di più profondo, su cui vale indubbiamente la pena soffermarsi e riflettere. Fatte salve eventuali prossime smentite che dobbiamo certamente mettere in conto, al momento è importante analizzare la realtà dei dati “a caldo”.
In questa tornata elettorale, dove, come si diceva, sono andate al voto quelle che senza alcun dubbio possiamo definire le regioni nevralgiche dell’intero paese (una, il Lazio, sede del motore politico nazionale, l’altra, la Lombardia, di quello economico), hanno avuto la meglio i partiti, di maggioranza o di opposizione, meglio strutturati. Non è un problema di leadership: tutti gli attuali movimenti politici, chi più chi meno, hanno un leader facilmente riconoscibile e riconducibile al partito di appartenenza.
Ma non possiamo certamente prescindere da una considerazione oggettiva: la Lega, il Partito democratico e Fratelli d’Italia hanno qualcosa in più. Anzi, qualcosa che agli altri storicamente manca: una struttura e una classe dirigente sedimentata nel tempo e, soprattutto, strutturata. Di questi tre, due di maggioranza e uno di opposizione, che indubbiamente hanno “tenuto” a queste elezioni, c’è altresì da notare che uno (il Pd) è anche momentaneamente senza leader. Tutti e tre provengono da una storia che ha radici profonde, nonostante talvolta il cambio di sigle o di nomi.
La Lega può certamente essere considerato un partito “storico”, anzi, nel panorama parlamentare attuale è quello più longevo tuttora in campo. Se vogliamo, potremmo definirla una sorta di vendetta della politica: non è sufficiente essere un abile oratore, un politico preparato o anche uno straordinario comunicatore: occorre un Partito! Non serve avere tanti vice leader, che poi nella realtà dei fatti sono qualifiche insignificanti, serve invece una solida classe dirigente sui territori.
Una condizione del genere non si costruisce dall’oggi al domani, ci vogliono forza e coraggio (e spesso anche batoste elettorali!), ma è senza dubbio – la storia lo insegna – garanzia certa di durata nel tempo e, soprattutto, di capacità di assorbire i colpi. Non garantisce insomma il successo, le vittorie o gli insuccessi in politica si susseguono e si inseguono, ma garantisce ammortizzatori che possano governare le affermazioni elettorali e cauterizzare le sconfitte.
Possiamo essere certi che da domani i politologi si concentreranno sulla scarsa partecipazione al voto e amenità del genere, ma questi sono dati in linea con l’andamento di tutti o quasi i paesi europei nel momento storico attuale. L’elemento di novità mi pare proprio quello sopra segnalato, ma ci sarà certamente tempo e modo di ritornarci, questa volta “a freddo”.
Giuseppe Benedetto,
Presidente della Fondazione Luigi Einaudi
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L’Event Horizon Telescope ha scrutato nel cuore di una quasar | Passione Astronomia
"L’Event Horizon Telescope ha osservato la lontana quasar NRAO 530 per studiare l’oggetto e il ruolo dei campi magnetici nella sua formazione."
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Latinoamericana di Ernesto “Che” Guevara
Questo diario è il resoconto del lungo viaggio in moto attraverso l’America Latina intrapreso dal “Che” – ancora studente della facoltà di medicina – con il suo amico e compagno di studi Alberto Granado, tra il ‘51 e il ‘52.
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GMaps WV - Le Alternative
"Come utilizzare Google Maps senza installare Google Maps e senza i Servizi di Google? Provate utilizzando l'ottima GMaps WV!"
LINK --> lealternative.net/2023/02/13/g…
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Lavorare per conusmare di più | Comune-info
"Non è una teoria complottista quella che vede i consumatori ultimi ingranaggi di un meccanismo che punta a massimizzare produzione e profitti (per pochi) impoverendo la maggior parte di noi. L’esplosione di servizi finanziari, anche particolarmente rischiosi, per rateizzare in ogni modo i pagamenti ne rappresentano il suggello."
Hellripper - Warlocks grim & withered hags
Terzo disco per lo scozzese James McBain aka Hellripper la sua devastante creatura musicale votata allo speed metal e al black metal senza alcun compromesso.
Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani
Saranno le leggi razziali fasciste emanate in Italia dal 1938 in poi, ad avvicinare i tre giovani che, spesso, s’incontreranno nel vasto e magnifico giardino di casa Finzi-Contini, centro pulsante del libro.
iyezine.com/il-giardino-dei-fi…
Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani - 2023
Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani: Saranno le leggi razziali fasciste emanate in Italia dal 1938 in poi, ad avvicinare i tre giovani che, spesso, s’incontreranno nel vasto e magnifico giardino di casa Finzi-Contini, centro pulsante del…Marco Sommariva (In Your Eyes ezine)
Attacchi informatici ed altre sciagure: 5 minacce di un futuro tremendo
#web #internet
Di attacchi informatici ed altre sciagure: 5 minacce di un futuro tremendo
Gli attacchi informatici sono sempre più frequenti e sofisticati. Per fronteggiarli serve un mix di competenze umane e tecnologie.Gianluca Riccio (FuturoProssimo)
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Chiude l'istanza mastodon.lol a causa dei #SJW di #HogwartsLegacy
Questo è lo sfogo dell'amministratore
Mastodon.lol chiuderà il 9 maggio 2023, 3 mesi da oggi.
Informazioni su come migrare su un server diverso: docs.joinmastodon.org/user/mov…Non lo farò più. Non ne vale la pena. Attacchi personali che mi chiamano tra tutte le persone un nazista, un TERF, un antisemita...
Congratulazioni per aver distrutto qualcosa a cui tenevo così profondamente. Spero tu sia felice.
Un ultimo messaggio prima che qualcuno cerchi di assassinare ulteriormente il mio personaggio: Fanculo i nazisti. Fanculo i TERF. JK Rowling può morire in un incendio per quello che mi interessa.
L'autore non voleva dare spazio ai Social Justice Warrior che hanno deciso di spoilerare l'ultimo videogioco basato sulla saga di Harry Potter e di distruggere l'ambiente di un'istanza mastodon gestita per amore e piacere. E loro l'hanno accusato di essere un nazista.
Perché? ma naturalmente... "per un bene superiore"!
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
"Abbiamo provato a gestire un'istanza Mastodon ed è stato terribile!" E no, non stiamo parlando di poliversity.it :-)
Allevare un mastodonte in giardino è pericoloso!
FT Alphaville è un servizio quotidiano di notizie e commenti per i professionisti dei mercati finanziari creato dal Financial Times nell'ottobre 2006. A novembre scorso i responsabili del sito hanno pensato di aprire un'istanza Mastodon, ma hanno dovuto confrontarsi con la tipica flessibilità e il leggendario coraggio che contraddistingue gli Inglesi quando il rischio di un'iniziativa non ricade su una société anonyme o una limited company o più semplicemente qualche outsourcer indiano o maltese...
Ecco tutta la storia
Qualche mese fa, FT Alphaville ha pensato che sarebbe stato divertente ospitare un server Mastodon. Ragazzi, abbiamo sbagliato!
È quindi con sollievo e rammarico che annunciamo la chiusura di Alphaville.club, la casa completamente non ufficiale di questo blog sul Fediverso. Le nostre ragioni sono elencate di seguito per intero ma, per riassumere, Mastodon si è rivelato più fastidioso di quanto valesse.
Se ti sei registrato tramite Alphaville.club, il passaggio a un server esistente dovrebbe essere semplice . Intendiamo dare a tutti tre mesi per liberare (come suggerisce il Mastodon Server Covenant ) anche se se il traffico scende a zero ci riserviamo il diritto di staccare la spina prima.
Nel frattempo, a beneficio dei miliardari bisognosi e/o del team Distressed Debt & Special Situations di Morgan Stanley, ecco alcune cose che abbiamo imparato sul perché assumersi la responsabilità di un sito di social media è una cattiva idea:
I rischi di conformità, sicurezza e reputazione sono sostanziali e crescono in modo imprevedibile. Sebbene in gran parte ipotetici, questi rischi sono stati giudicati abbastanza seri da esercitare una gestione ai massimi livelli . Quelle persone hanno cose migliori da fare che ripulire il nostro casino.
Il lato legale è tutto questo ancora una volta mille volte. Prendiamo, ad esempio, lo UK Investigatory Powers Act 2016. Le persone diligenti hanno passato anni a capire come le sue parole imprecise si applicano alle organizzazioni dei media. Queste stesse conclusioni valgono per una sorta di silos di contenuti generati dagli utenti, ma non realmente decentralizzato? Non so. L'unico posto per scoprirlo con certezza sarebbe in tribunale, e preferiremmo proprio di no.
I proprietari dei server Mastodon sono responsabili delle diffamazioni dei loro utenti? È improbabile ma, quando la diffamazione coinvolge i giudici, non impossibile. Ancora una volta, il valore della scoperta è controbilanciato dal costo della scoperta.
Gli amministratori di Mastodon hanno accesso ai messaggi diretti di tutti per impostazione predefinita. FTAV non ha alcun interesse a scivolare senza invito nei DM di nessuno e il modo migliore per dimostrarlo è rimuovere tutte le opportunità.
Tutto quanto sopra è scritto dal punto di vista del Regno Unito, ma gli avvocati sono letteralmente ovunque . Probabilmente ce n'è uno dietro di te in questo momento.
E il GDPR ? Rimozione del Digital Millennium Copyright Act? Normative sul commercio elettronico ? CAN-SPAM? FTAV tratta i dati degli utenti con una combinazione di disinteresse e disinteresse, ma ciò non è sufficiente a garantire il rispetto di tutte le leggi e normative globali pertinenti.
Per ovvi motivi, non possiamo usare il trucco di BigTech di concentrare gli sforzi di lobbying mettendo tutti i nostri server in Lussemburgo o in Irlanda.
La proprietà responsabile di una rete di social media richiede backup giornalieri, memorizzazione nella cache dei livelli, monitoraggio dei tempi di inattività, bilanciamento del carico e un mucchio di cose tecnologiche che probabilmente non darebbero problemi a una persona che non possiede una rete di social media.
Nessuna delle cose appena citate è divertente.
I servizi cloud funzionano secondo il principio del California Hotel: è facile iniziare, ma non appena entri, sei bloccato. Dopo appena un mese la nostra presenza Fediverse appena visibile occupava 160 gigabyte e ogni aggiornamento obbligatorio del server ha avuto un effetto esponenziale sul costo, misurato in contanti o carbonio. Nuclearizzare tutto sembra davvero l'unica via d'uscita.
L'utilizzo di build software e servizi cloud di terze parti significa fidarsi dei loro termini e condizioni, il che richiede di leggerli effettivamente.
Una rata di interessi sul nostro debito sindacato scadrà già alla fine di gennaio e non possiamo licenziare il personale o riconquistare inserzionisti, non avendo nessuno dei due.
Come abbiamo detto a novembre, Alphaville.club era una cosa non ufficiale che sarebbe vissuta o sarebbe morta in base ai propri meriti. Abbiamo scoperto che la risposta è stata "sarebbe morta" - ma per quanto gli esperimenti falliti non siano piacevoli, il nostro non è costato a nessuno $ 44 miliardi. Questo è già qualcosa,
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Accipuffa, dobbiamo lavorare per gestire un server e un'applicazione con utenti. Eccheccazzo: noi mica ci si vuole sbattere, ti pare? Non siamo abituati a lavorare: noi scriviamo su un social e qualcun altro fa il resto. Già scrivere 140 caratteri fa sudare...
🤦🏻♂️ Vabbè, meglio perderli che trovarli.
@fediverso @informapirata
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UNESCO - Ecco le Linee guida per la regolamentazione delle piattaforme digitali: un approccio multilaterale per salvaguardare la libertà di espressione e l'accesso alle informazioni".
@Giornalismo e disordine informativo
L'UNESCO invierà la seconda bozza a tutti i partecipanti alla Internet for Trust Global Conference. La Conferenza globale dell'UNESCO si terrà dal 21 al 23 febbraio presso la sede dell'UNESCO a Parigi. Il documento di orientamento si concentrerà su strutture e processi per aiutare a proteggere gli utenti da contenuti che danneggiano la democrazia e i diritti umani, rispettando allo stesso tempo la libertà di espressione.
Il progetto di linee guida evidenzia i presupposti cruciali per un'autorità di regolamentazione indipendente e invita a rafforzare l'indipendenza e la trasparenza dei sistemi di regolamentazione . Qualsiasi sistema normativo dovrebbe essere:
- finanziato in modo sufficiente e trasparente
- "indipendente e libero da pressioni economiche o politiche"
- basato su “un processo di nomina dei membri indipendente e basato sul merito , supervisionato da un organo di controllo” e un processo di licenziamento debitamente giustificato e approfondito
- trasparente su ogni possibile conflitto di interessi tra i suoi membri.
- responsabile nei confronti di un organismo indipendente
- consapevole del diritto internazionale dei diritti umani.
Le linee guida saranno presentate e discusse alla Global Conference Internet for Trust il 21-23 febbraio 2023. Una versione finale è prevista nei mesi successivi alla conferenza.
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1a relazione del #SEAE sulla manipolazione delle informazioni estere e sulle minacce di interferenza
@Giornalismo e disordine informativo
Il rapporto è stato presentato dall'alto rappresentante dell'UE Josep Borrell a una conferenza dell'UE di alto profilo sulla manipolazione e l'interferenza delle informazioni straniere (FIMI), che si svolge a Bruxelles.
Il rapporto mira a creare una comprensione comune e formulare una risposta collettiva e sistematica alla FIMI.
L'analisi si basa su 100 casi FIMI (incidenti) continuamente rilevati e analizzati tra il 1 ottobre e il 5 dicembre 2022. L'ecosistema della propaganda russa è stato coinvolto in 88 casi, mentre i canali ufficiali cinesi sono stati segnalati attivi in 17 casi, operando congiuntamente in cinque incidenti, principalmente legati a contenuti anti-occidentali.
Tra i risultati chiave del rapporto, Josep Borrell ha citato prove evidenti che la Russia ha mobilitato tutti i suoi strumenti per le campagne di disinformazione (le sue agenzie di stampa controllate dallo stato, le reti diplomatiche e attraverso i suoi delegati) per distorcere sistematicamente la realtà e distogliere l'attenzione pubblica dalla sua invasione militare dell'Ucraina. In particolare, i canali diplomatici della Russia fungono regolarmente da facilitatori delle operazioni della FIMI.
Il rapporto conferma inoltre che esiste una nuova ondata di tecniche di disinformazione utilizzate dalla Russia, con tecnologie economiche per fabbricare immagini e video falsi.
“Non esitano a creare falsi siti Web per impersonare media attendibili. Il contenuto viene amplificato alla velocità della luce e pubblicato su social network, servizi di messaggistica e canali di propaganda"
, ha affermato Borrell.
"La Russia ha costruito reti e un'infrastruttura per fuorviare, mentire e destabilizzare... Per erodere la fiducia nelle istituzioni", ha concluso Borrell. “…L'informazione è l'olio del motore della democrazia. Dobbiamo prenderci cura della qualità dell'informazione perché è la linfa, il sangue, il petrolio, ciò che fa funzionare la democrazia”.
Questo è il motivo per cui questo rapporto potrebbe essere utile per i media, i governi e le istituzioni dell'UE, ha affermato Borrell.
I principali risultati di questo rapporto, sulla base dei campioni utilizzati, sono:
- L'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia domina l'attività FIMI osservata. L'Ucraina ei suoi rappresentanti sono stati l'obiettivo diretto di 33 incidenti. In 60 incidenti su 100, sostenere l'invasione è stata la motivazione principale dietro l'attacco.
- I canali diplomatici sono parte integrante degli incidenti FIMI. I canali diplomatici della Russia fungono regolarmente da facilitatori delle operazioni della FIMI. Sono distribuiti su un'ampia gamma di argomenti. La Cina utilizza anche canali diplomatici, prendendo di mira principalmente gli Stati Uniti.
- Le tecniche di impersonificazione diventano più sofisticate. Le imitazioni di organizzazioni e individui internazionali e fidati sono utilizzate da attori russi in particolare per prendere di mira l'Ucraina. I media cartacei e televisivi sono spesso imitati, con le riviste che vedono copiato il loro intero stile.
- La collusione tra attori FIMI esiste ma è limitata. Gli attori russi ufficiali sono stati coinvolti in 88 incidenti FIMI analizzati. In 17 sono stati coinvolti attori cinesi. In almeno 5 casi, entrambi gli attori si sono impegnati congiuntamente.
- FIMI è multilingue. Gli incidenti non si verificano in una sola lingua; il contenuto è tradotto e amplificato in più lingue. Gli incidenti hanno riguardato almeno 30 lingue, 16 delle quali sono lingue dell'UE. La Russia utilizzava una maggiore varietà di lingue rispetto agli attori cinesi, ma il 44% dei contenuti russi era rivolto a popolazioni di lingua russa, mentre il 36% era rivolto a popolazioni di lingua inglese.
- FIMI ha principalmente lo scopo di distrarre e distorcere. La Russia (42%) e la Cina (56%) intendono principalmente attirare l'attenzione su un attore o una narrazione diversa o spostare la colpa ("distrarre"). La Russia tenta di cambiare l'inquadratura e la narrazione ("distorcere") relativamente più spesso (35%) rispetto alla Cina (18%).
- FIMI rimane principalmente basato su immagini e video. La produzione e la distribuzione online di immagini e video in modo semplice ed economico rende questi formati ancora i più comunemente utilizzati.
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Ale Pole
in reply to Informa Pirata • • •Anche se mi permetto di rabbuiarmi un pochino all’idea che dietro ci sia Google, azienda che ha costruito il suo impero (e lo mantiene) grazie ai dati che riesce ad estrapolare dalle nostre vite.
Ma è un pensiero da colazione frettolosa…
Informa Pirata
in reply to Ale Pole • •