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Apprendiamo dalla compagna Sabrina Lazzerini, candidata sindaca per la lista “Pescia a sinistra”, per il Comune in provincia di Pistoia, dell’intenzione d


Mare aperto. Ecco la più grande esercitazione della Marina


Dal mar Adriatico al Tirreno, passando per il mar Ionio e lo Stretto di Sicilia, navigando non solo per l’alto mare ma anche le zone costiere, i territori circostanti e gli spazi aerei. Queste le dimensioni che saranno teatro dell’edizione 2023 dell’eserc

Dal mar Adriatico al Tirreno, passando per il mar Ionio e lo Stretto di Sicilia, navigando non solo per l’alto mare ma anche le zone costiere, i territori circostanti e gli spazi aerei. Queste le dimensioni che saranno teatro dell’edizione 2023 dell’esercitazione Mare aperto, il principale ciclo addestrativo della Marina militare organizzato dal Comando in capo della Squadra navale. L’esercitazione impegnerà a bordo personale sia militare sia civile proveniente da 23 nazionali diverse fino al 6 maggio e permetterà di sviluppare lo scenario addestrativo in un contesto multidimensionale.

La missione

L’esercitazione permetterà di sviluppare un contesto multi-dominio grazie al coinvolgimento di assetti aerei, terrestri e sottomarini, interconnessi grazie ad un complesso sistema di reti supportato dai domini spaziali e cyber. Proprio il contesto cibernetico sarà al centro di un’attività addestrativa apposita denominata Chironex 23-1. “Metteremo alla prova il nostro Strumento Marittimo per verificarne prontezza, efficienza, proiettabilità, sostenibilità nel lungo periodo, bilanciamento, interoperabilità e capacità di generare effetti multi-dominio a livello strategico, operativo e tattico” ha detto l’ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante in capo della Squadra navale. Le forze in campo prenderanno parte a simulazioni ad alto realismo contro minacce convenzionali e asimmetriche, raid su siti costieri d’interesse, esercitazioni di sicurezza marittima, controllo e bonifica dei fondali, prevenzione e contrasto di traffici illeciti.

Le forze in campo

L’esercitazione vedrà impegnati per le prossime settimane circa seimila militari provenienti da dodici Paesi Nato e undici Paesi partner, sotto la guida degli staff delle diverse Divisioni navali, della Brigata marina San Marco e dei comandi delle componenti specialistiche della Marina. Saranno operative anche 41 unità tra navi e sommergibili, oltre che aerei ed elicotteri dell’Aviazione navale, reparti anfibi del San Marco, incursori e subacquei del Comsubin, mezzi della Guardia costiera/Corpo delle Capitanerie di porto. Saranno inoltre coinvolti anche mezzi e personale di Esercito, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. In aggiunta, gli F-35B, la versione a decollo e atterraggio verticale, opererà da nave Cavour nell’ambito di cicli di volo giornalieri programmati dalla cellula di coordinamento delle operazioni aeree in mare.

Il personale civile

A fianco dello staff militare imbarcato e pienamente integrati con esso, ci saranno anche settanta universitari, tra studenti e docenti accompagnatori. Tra i quattordici atenei coinvolti troviamo le università di Bari, di Bologna, di Genova, la statale, la Cattolica, il Politecnico e la Iulm di Milano, la Federico II di Napoli, la Sant’Anna di Pisa, La Sapienza e la Luiss di Roma, l’università per Stranieri di Siena, e le università di Trieste e della Tuscia. Il coinvolgimento di universitari a bordo delle unità della Squadra navale non solo rappresenta una grande opportunità per gli studenti di arricchire il proprio percorso di studi, ma sottolinea anche l’importanza della formazione universitaria in quanto elemento strategico per la cultura nazionale della Difesa e della marittimità. Tra le file del personale civile a bordo della missione si trovano anche rappresentanti del Centro Studi Internazionali (CeSI), del Centro di Geopolitica e Strategia Marittima (Cesmar), di Confitarma, dell’Assarmatori e del corpo delle Infermiere volontarie della Croce rossa italiana.

Foto: Ministero della Difesa


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La battaglia, ad Harvard, in difesa del pensiero libero


Roma. Il mese scorso, il nome della Stanford Law School è stato trascinato nel fango da studenti che hanno schernito e insultato Kyle Duncan, giudice conservatore della Corte d’appello degli Stati Uniti. Il preside della scuola di diritto ha detto che il

Roma. Il mese scorso, il nome della Stanford Law School è stato trascinato nel fango da studenti che hanno schernito e insultato Kyle Duncan, giudice conservatore della Corte d’appello degli Stati Uniti. Il preside della scuola di diritto ha detto che il giudice “ha causato danni con il suo lavoro”. Ma, a merito di Stanford, il preside è stato messo in congedo e Duncan ha ricevuto una lettera di scuse dal rettore, Marc Tessier-Lavigne. Poi un’altra prestigiosa università, la Cornell, ha detto no ai trigger warning, gli avvisi censori che dilagano in molti atenei.

La riscossa del free speech in America partirà da Harvard, che è sempre fra le prime cinque migliori università d’America, ma scivolata al 170esimo posto su 203 università nella classifica del Free Speech Rankings? “Harvard è solo un’università, ma è la più antica e famosa della nazione e, nel bene e nel male, il mondo esterno prende atto di ciò che accade qui”. Con un articolo sul Boston Globe, il grande linguista di Harvard Steven Pinker, il teorico dell’èra dell’ottimismo, lancia una nuova organizzazione accademica per la libertà di parola: “Le università stanno reprimendo le divergenze di opinione, come le inquisizioni e le purghe dei secoli passati. Ci sono video virali di professori assaliti, esecrati, messi a tacere e talvolta aggrediti. E peggio ancora, per ogni studioso che viene punito, molti di più si autocensurano, sapendo che potrebbero essere i prossimi. Non va meglio per gli studenti, la maggior parte dei quali afferma che il clima del campus impedisce loro di dire cose in cui credono”.

Il nuovo gruppo per la libertà accademica è composto dall’ex rettore di Harvard e segretario al Tesoro Larry Summers, l’ex preside della Facoltà di medicina di Harvard Jeffrey Flier, la professoressa di Diritto Jeannie Suk Gersen, l’economista Gregory Mankiw, il professore di Etica sociale Mahzarin R. Banaji e il professore di Storia intellettuale islamica Khaled El Rouayheb, dunque da tutto lo spettro ideologico. Contro i banditori di libri, parole e idee, woke e populisti, il gruppo chiede di ritrovare la terra di mezzo del free speech. “L’unico modo in cui la nostra specie è riuscita a imparare e progredire è attraverso un processo di congetture e confutazioni: alcune persone azzardano idee, altre provano se sono valide e alla lunga prevalgono le idee migliori”, scrive Pinker. Secondo il linguista, c’è invece oggi un meccanismo perverso nelle università: “Un gruppo di attivisti disposto a non fermarsi davanti a nulla; un arsenale in espansione della guerra asimmetrica compresa la capacità di interrompere gli eventi, di radunare folle fisiche o elettroniche sui social e la volontà di infangare con accuse paralizzanti di razzismo, sessismo o transfobia; una burocrazia esplosiva e la riduzione della diversità politica dei docenti che minaccia di bloccare il regime accademico per le generazioni a venire”.

Il Wall Street Journal commenta infatti che “i conservatori sono così pochi nelle università che la battaglia per ripristinare un dibattito libero e aperto dovrà essere guidata da quelli che un tempo erano noti come liberali tradizionali”. Come nel caso di J. K. Rowling, della lettera su Harper’s contro la cancel culture e Salman Rushdie, saranno loro a decidere le sorti di questo conflitto ideologico.

Il Foglio

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CambiaMenti


Ogni volta ci si attende il cambiamento. Non si sa esattamente cosa sia, non di meno è stato promesso durante le campagne elettorali. Ma governare significa fare i conti con la realtà, mentre la propaganda resta una zavorra. Significa anche, però, attivar

Ogni volta ci si attende il cambiamento. Non si sa esattamente cosa sia, non di meno è stato promesso durante le campagne elettorali. Ma governare significa fare i conti con la realtà, mentre la propaganda resta una zavorra. Significa anche, però, attivare meccanismi che cambino la realtà, migliorandola. Vediamo le due facce della medaglia, con un riferimento al Documento di economia e finanza e ai contratti nel pubblico impiego.

La giostra delle nomine s’è fermata. Guardando le foto dei nominati non capita di chiedersi: chi è? Nella grandissima parte sono persone (di valore) che hanno già ricoperto ruoli analoghi, se non i medesimi, nominati da altri governi. Chi temeva sommovimenti si tranquillizzi, chi li auspicava si rassegni.

Le promesse relative alle agevolazioni pensionistiche (con relativa campagna contro la legge Fornero, che sarebbe stata cancellata prima di subito) restano tali. Ammesso si proceda, lo si farà con estrema lentezza. All’inizio del 2023 avevamo già 17.7 milioni di assegni pensionistici, il 17.4% pagati a chi ha meno di 64 anni. I regali abbondarono, mentre i soldi scarseggiano. Idem per il fisco: qualche ritocco, giusto per dire d’averlo fatto, ma anche qui mancano i soldi. La flat tax resta sullo sfondo, ma il suo destino è di finire a fondo. Sono condizioni oggettive, chi oggi governa può essere rimproverato di avere promesso cose diverse, ma non di non realizzare promesse impossibili. Tutto questo non significa non si possa fare nulla.

Alcuni contratti del pubblico impiego sono scaduti nel 2021 (dirigenti e Palazzo Chigi), l’intero comparto deve essere rinnovato per il 2022/2024. E siamo già nel mezzo. Se si dovesse adeguare tutto all’inflazione maturata (misurata dall’Ipca, indice dei prezzi al consumo armonizzato), già solo questo costerebbe 32 miliardi: 18 a carico del bilancio statale e 14 di regioni, comuni, province e sanità. Non solo non ci sono, ma si tratta dell’1.6% del prodotto interno lordo, una misura enorme. Il governo sostiene che recupererà parte dei soldi mediante una razionalizzazione della spesa, ma le promesse di spending review (per i vari governi) hanno l’affidabilità degli oroscopi: ci crede solo chi ci vuole fortemente credere. Di spesa improduttiva da tagliare ce n’è tanta, ma occorre conoscenza, determinazione e tempo. Chi ha avuto o ha l’una cosa manca delle altre.

Ragionando, però, non si vede perché un impiegato debba aspirare “solo” a riprendersi l’inflazione e non debba puntare a guadagnare assai di più. Qui s’incrociano le possibilità di cambiare, veramente e profondamente. Per farlo occorre non invocare generici cambiamenti, bensì cambiare le menti, il modo di ragionare.

Una parte imponente dei fondi del Pnrr (quasi il 30%) è destinata alla digitalizzazione. Se si ritiene siano chiacchiere e non opportunità, chiudiamo la discussione e arrendiamoci alla miseria morale e materiale. Ma se si punta alle realizzazioni, possibilissime, allora la digitalizzazione e la larga banda cambieranno i servizi offerti al cittadino dalla pubblica amministrazione, cambiando il lavoro e le capacità di chi è impiegato. Invece di rinnovare i contratti a pioggia, con il risultato di non premiare mai il merito ed equipararlo alla nullafacenza, si punti a tre cose: a. la dirigenza (a partire dal ministro) sia responsabile di individuare e documentare obiettivi ambiziosi e raggiungibili; b. si predispongano sistemi continui e trasparenti di misurazione (ne esistono diversi e affidabili); c. si commisuri lo stipendio al merito.

Anziché lamentare i bassi salari, che sono lo specchio della bassa produttività e della bassa crescita, il sindacato chieda di compartecipare alla misurazione della qualità. Sembra aziendalismo, ma innesca una rivoluzione. Vale per ogni settore e sarebbe oro nella scuola (dove più ne stabilizzi, più crescono i precari e meno si fa caso al servizio reso agli studenti).

Sempre che per cambiamento non s’intenda volere ogni volta cambiare chi fa promesse che poi non manterrà.

La Ragione

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Il Ministro Giuseppe Valditara per la #GiornataDelMare, in collaborazione con la Guardia Costiera, e con il Ministro Nello Musumeci, ha spiegato come l’ecologismo autentico consenta al mare di continuare a essere un trainante fattore di sviluppo.


Le riforme previdenziali come lotta di classe alla rovescia | La Fionda

"Siamo davanti a una sorta di subalternità ideologica dei sindacati rispetto agli interessi padronali, questa subalternità non si manifesta solo con l’assenza del conflitto ma attraverso richieste che alla fine non incrementano potere di acquisto e di contrattazione."

lafionda.org/2023/04/14/le-rif…



Molli e inefficienti


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Come circolano i nostri dati tra Europa, USA e Asia e Microsoft dovrebbe congelare il data center saudita?


Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni. E se volete saperne di più potete leggere qui le news quotidiane di Privacy Daily o iscrivervi alla newsletter di #cosedagarante. Grazie a StartupItalia per l’ospitalità!


guidoscorza.it/come-circolano-…



Alternanza alla base NATO di Sigonella: studenti a scuola di guerra | Senza Tregua

"In un contesto in cui la Sicilia riconferma il record negativo di dispersione scolastica, con picchi del tasso di abbandono che raggiungono il 25% a Catania, la priorità del governo regionale sembra essere quella di educare i giovani alla guerra. In una regione in cui disoccupazione e lavoro nero affossano le condizioni di vita di migliaia di proletari e in cui il lavoro è per lo più precario, pare non esserci alternativa per le classi popolari: emigrare, arruolarsi, o andare ad alimentare la filiera bellica che per ragioni strategiche proprio in Sicilia è particolarmente sviluppata."

senzatregua.it/2023/04/14/alte…



Riforma Cartabia, obiettivi del Pnrr e sicurezza – Tra obbligatorietà dell’azione penale e deflazione processuale


Giovedì 20 aprile 2023 alle ore 11:00 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani si terrà il convegno dal titolo “Riforma Cartabia, obiettivi del Pnrr e sicurezza – Tra obbligatorietà dell’azione penale e deflazione processuale” A partire dall’introduz

Giovedì 20 aprile 2023 alle ore 11:00 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani si terrà il convegno dal titolo “Riforma Cartabia, obiettivi del Pnrr e sicurezza – Tra obbligatorietà dell’azione penale e deflazione processuale

A partire dall’introduzione della Riforma della Giustizia italiana, il convegno intende avviare un dibattito su uno degli interventi principali e maggiormente discussi della revisione: l’estensione del regime di procedibilità a querela di figure di reato centrali. A questo proposito, l’iniziativa nasce con l’obiettivo di stimolare una riflessione tra esperti e stakeholder politico-istituzionali che possa rappresentare una sintesi tra i tanti interessi in gioco. Da una parte il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr per l’ottenimento dei fondi europei, dall’altra l’aumento della percezione di pericolo da parte dei cittadini.

Agenda dei lavori

Aumento della percezione di insicurezza dei cittadini: più reati ma meno processi?

Giorgio Altieri, Partner, Tonucci & Partners
Roberto Arditti, Direttore editoriale, Formiche
Andrea Cangini, Segretario Generale, Fondazione Luigi Einaudi
Manfredi Landi di Chiavenna, Avvocato, Studio Legale Avv. Daria Pesce

Giustizia e PNRR: la gestione dei fondi per il raggiungimento degli obiettivi UE

Guido Alleva, Fondatore, Studio legale Alleva e Associati
Gianluigi Gatta, Professore di diritto penale, Università degli Studi di Milano
Ciro Maschio, Presidente II Commissione Giustizia, Camera dei Deputati
Bartolomeo Romano, Professore Ordinario di Diritto penale, Università di Palermo; Consigliere Giuridico, Ministro della Giustizia; Responsabile giustizia, Fondazione Luigi Einaudi
Ida Teresi, Sostituto Procuratore – Sezione I DDA Procura della Repubblica, Tribunale di Napoli

Conclusioni

Francesco Paolo Sisto, Viceministro, Ministero della Giustizia

Modera

Maria Antonietta Spadorcia, Vicedirettore del TG2, Rai

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  Ogni giorno, per migliaia di studenti si consuma un dramma silenzioso, che trova voce soltanto quando si trasforma in tragedia, in un loro gesto estremo. Da


PODCAST. Pechino applaude a Macron, irritazione a Washington


Soddisfazione a Pechino per le dichiarazioni di Macron per una minore dipendenza dell'Ue dagli Usa e un maggior coinvolgimento con la Cina. Abbiamo intervistato l'analista e giornalista Michelangelo Cocco L'articolo PODCAST. Pechino applaude a Macron, ir

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 14 aprile 2023 – Accolte con stupore in Europa e con rabbia dall’Amministrazione Biden, le dichiarazioni fatte da Emmanuel Macron, in due interviste, a favore di una riduzione della dipendenza europea dagli Stati uniti e per un maggiore coinvolgimento politico oltre che economico con la Cina, sono state accolte con grande soddisfazione da Pechino. Ne abbiamo parlato con Michelangelo Cocco, giornalista e analista che da anni vive e lavora a Shanghai.
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Ieri, durante una riunione politica, i membri del Parlamento europeo hanno chiuso diverse parti critiche dell’AI Act, ma gli usi vietati dell’intelligenza artificiale potrebbero risultare divisivi. Presentato dalla Commissione europea nel 2021, l’AI Act è la normativa volta a regolamentare...


Lula presenta alla Cina il piano di pace brasiliano per l’Ucraina


La proposta del leader brasiliano ruota attorno alla restituzione da parte russa dei territori ucraini conquistati dopo il 24 febbraio 2022. Mosca in cambio vedrebbe legittimata la sua sovranità sulla Crimea da parte dell’Ucraina. L'articolo Lula present

della redazione

Pagine Esteri, 14 aprile 2023 – Nell’incontro oggi a Pechino tra il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e quello cinese Xi Jinping si discuterà anche di un possibile percorso per arrivare alla fine della guerra in Ucraina. Lula ha in tasca un piano di pace.

La proposta del leader brasiliano ruota attorno alla restituzione da parte russa dei territori ucraini conquistati dopo il 24 febbraio 2022. Mosca in cambio vedrebbe legittimata la sua sovranità sulla Crimea da parte dell’Ucraina. Lula è convinto che qualsiasi possibilità di fine del conflitto passi per il coinvolgimento della Cina perché l’unica in grado di esercitare pressioni sulla Russia.

Il “piano” di Lula al momento non sembra avere grandi possibilità considerando in particolare le posizioni di Kiev che vuole il ritiro completo della Russia. Ma presentandolo il presidente brasiliano vuole affermare il posizionamento del suo paese come attore non allineato e impegnato nel multilateralismo dopo gli anni oscuri della presidenza di Jair Bolsonaro tra il 2018 e il 2022.

Oltre a Pechino, Lula farà tappa anche a Shanghai, per l’insediamento di Dilma Rousseff, ex presidente brasiliana e sua compagna di partito, alla guida della Nuova banca per lo sviluppo che fa capo al gruppo dei Brics del quale fanno parte insieme con il Brasile, il Sudafrica, l’India, la Cina e la Russia. Pagine Esteri

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🐳 Oggi il Ministero celebra a Genova, in collaborazione con la Guardia Costiera, la #GiornatadelMare. Alla manifestazione prenderanno parte oltre 700 studenti provenienti da tutta Italia.


In Cina e Asia – Cina, allerta caduta rottami e blocco alla circolazione navale sullo stretto di Taiwan


In Cina e Asia – Cina, allerta caduta rottami e blocco alla circolazione navale sullo stretto di Taiwan missili
I titoli di oggi:

Cina, allerta caduta rottami e blocco alla circolazione navale sullo stretto di Taiwan
La Cina non farà parte di un progetto Onu sulle malattie infettive
Germania, in stallo l'accordo con la Cina per il porto di Amburgo
Ministra degli Esteri tedesca: cruciale per l'Europa come Pechino influenzerà Mosca
Corea del Nord: conferma collaudo di missile a combustibile solito

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Carlo Calenda, Matteo Renzi e il Rolex dei poli superflui



Si noti lo slogan alle spalle dei due ben vestiti. Di serio, nel loro caso, pare ci sia più che altro il bisogno di una revisione complessiva del regime alimentare.

Nello stato che occupa la penisola italiana le gazzette di metà aprile 2023 intrattengono i sudditi col volare di stracci tra i ben nutriti nella foto qui sopra.
Al di là dei link indispensabili alla comprensione dei contenuti pubblicati in questa sede, non è nostra abitudine trarre materiale da gazzette. In questo caso però riportiamo l'epitaffio del loro "progetto politico" pubblicato proprio da una di esse, perché abbastanza coincidente con quanto avrebbe potuto dire sull'argomento qualsiasi persona seria. Nel testo originale ricorre il nome dello stato che occupa la penisola italiana; come nostra abitudine ce ne scusiamo in anticipo con i lettori, specie con quanti avessero appena finito di pranzare.

Marco Travaglio - Il Polo superfluo

La morte annunciata del Terzo Pelo o Terzo Coso è ancor più trascurabile della sua nascita. Trattandosi di un polo superfluo, il divorzio fra il De Gaulle dei Parioli e il De Rege di Rignano è molto meno allarmante di quello fra Boldi e De Sica. Molto più affascinanti sono gli spingitori dei due Nessuno: giornaloni, tg e talk che li han pompati fino a convincerli di essere qualcuno: campioni del Riformismo, alfieri del Moderatismo, idoli del Grande Centro. Sono loro che li hanno rovinati, chiamandoli “Terzo Polo” sulla fiducia e illudendoli di avere “praterie” sterminate: bastava che si accoppiassero per crescere e moltiplicarsi.
Vincono i 5Stelle? Praterie. Cade il Conte-1? Praterie. Nascono Azione e Italia Viva? Praterie. Cade il Conte-2? Praterie. Arriva Draghi? Praterie. Cade Draghi? Praterie. Calenda va con Letta? Praterie. Calenda va con Renzi? Praterie. Vince Meloni? Praterie. Schlein leader Pd? Praterie. B. ricoverato? Praterie. Dove siano esattamente queste praterie, sfugge ai più. L’unica certezza è che, se esistono, sono disabitate. O popolate di gente che ha sulle palle sia Ollio sia Ollio: persone normali. Resta da capire chi frequentino i giornalisti per convincersi che i due caratteristi abbiano un radioso futuro.
È vero che Carletto sparava: “Puntiamo al 13%, Meloni non governerà mai e tornerà Draghi”, salvo poi incolpare gli elettori perché votano tutti fuorché lui. È vero che il fu Matteo vaticinava: “Facciamo il botto, nel 2024 saremo primo partito, il M5S è morto”. Ma, anziché ridergli in faccia e relegarli nelle brevi, i media li prendevano sul serio. Corriere a tutta prima: “Ciclone Calenda sul centrosinistra” (non scoreggina: ciclone), “Strategia di Renzi per una svolta ‘alla Pirlo’” (con la o). Folli: “Il magnete Calenda” (non pongo: magnete). Il profeta Riotta: “Il centro di Calenda e Renzi sembra ben vivo… potrebbe animare a sorpresa la scena politica”. Foglio: “Il Centrocampo Calenda” (3 pagine su 4). Polito el Drito: “L’accordo Letta-Calenda riequilibra in parte una gara sbilanciata a favore del centrodestra”. Francesco Merlo e la sua lingua: “Calenda aspira all’eredità dei papi laici o forse luterani, Ugo La Malfa, Visentini, Spadolini, la buona amministrazione, il rigore dei conti e il cattivo carattere che è stato una grande risorsa italiana, una specie di lievito di progresso” (o di birra).
Paginone sulla Stampa: “Cantiere Draghi bis”. Paginone su Rep: “Calenda, l’uomo mercato corteggiato da tutti”, con foto dei suoi tatuaggi (“La A di Azione presa dagli Avengers, lo squalo e SPQR”), dettagli biografici (“A 16 anni fece una figlia”) e rivelazioni dell’eroico ragazzo padre: “Le cambiavo i pannolini e la allattavo”. Precoce com’è, aveva già le tette. Ora si allatta da solo.


"Meglio finirla qui, almeno non ci ruberemo i #Rolex", pare abbia concluso Carlo Calenda, uno che nelle consultazioni amministative per la città di Roma di un paio di anni fa mandò in giro per chiacchierate tra amici (difficile poterle definire comizi elettorali) un ventenne con al polso uno di quei cosi di metallo che segnano le ore ma che costano come un appartamento (qui su Archive). Una passione piuttosto diffusa tra i ricchi, questa di quei cosi di metallo.
Quello che il poco attento Calenda e il boy scout di Rignano non hanno capito (o hanno fatto finta di non capire, o hanno sperato non fosse necessario capire) è che l'elettorato che ha al polso uno di quei cosi di metallo che segnano le ore ma che costano come un appartamento è ridotto e già conteso. Ed è in via di ulteriore restringimento data l'incessante erosione dei redditi.
I due ben vestiti si sono comportati come due torsoli degli anni Ottanta. Voci che arrivano da una stolta età dell'abbondanza in cui c'erano le banche in doppiopetto grigio con un'orchidea all'occhiello di ogni lavoratore. Adesso non ci sono più nemmeno le banche, e il poco personale rimasto sta facendo l'impossibile per non essere licenziato a un anno dalla pensione.
Più facile che invece che un'orchidea, all'occhiello abbia un orcodìo.
E che non pensi certo a questi due, al loro "partito" e ai pezzi di metallo che gli piace mostrare in giro.




I leaks del Pentagono confermano: forze Nato in Ucraina


I leaks del Pentagono trafugati e diffusi alcuni giorni fa confermano la presenza sul campo, in Ucraina, di forze speciali di alcuni paesi della Nato. Superata un'altra linea rossa nello scontro tra Russia e Alleanza Atlantica L'articolo I leaks del Pent

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 14 aprile 2023 – Smentite, mezze ammissioni, infine la conferma: si tratterebbe della più massiccia fuga di notizie riservate degli ultimi anni.
Qualcuno – ieri l’FBI ha arrestato un giovane militare impiegato in una base statunitense in Massachusetts (altra storia è capire se per conto di qualcun altro e a quale scopo) – è effettivamente riuscito a trafugare un centinaio di documenti riservati del Pentagono che includono informazioni e analisi dell’intelligence e dello Stato Maggiore sul conflitto in corso in Ucraina.

Poi, questi leaks sono stati pubblicati su Discord, una piattaforma di comunicazione online dal quale sono stati diffusi su vari siti e social network, a volte con dei tagli ed a volte con delle modifiche. Negli ultimi giorni, dopo esser stati ampiamente controllati per depurarli di eventuali manipolazioni, alcuni sono stati pubblicati da grandi organi di informazione. Si tratta in generale di documenti classificati al massimo livello di riservatezza, alcuni dei quali da non condividere neanche con le intelligence dei paesi alleati.

I file resi pubblici riguardano diverse questioni, da un giudizio pessimistico sulla possibilità per l’esercito ucraino di riconquistare porzioni consistenti dei territori occupati da Mosca ad un’analisi dei dissidi all’interno dell’apparato statale e delle forze armate russe. Inoltre i leaks evidenziano che Washington spia costantemente lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky oltre che molti dei paesi considerati alleati.

Dai file emerge anche che l’intelligence statunitense prevede un lungo stallo nel conflitto che quindi potrebbe continuare ancora a lungo, visto che nessuno dei due schieramenti ha la forza militare per imporsi sull’altro.

La conferma: forze speciali dei paesi Nato in UcrainaTra i documenti più interessanti, però, ci sono quelli che confermano la presenza, in Ucraina, di forze speciali di vari paesi aderenti all’Alleanza Atlantica. In tutto, sul terreno, sarebbero schierati 50 membri delle forze speciali britanniche, 17 lettoni, 14 statunitensi, 15 francesi ed un solo olandese.

Non si tratterebbe quindi di grandi numeri, ai quali vanno però aggiunti alcune migliaia di membri delle diverse forze armate dei paesi occidentali e di altri paesi che combattono agli ordini di Kiev con le insegne della Legione Internazionale. A questi vanno poi sicuramente aggiunti tecnici e istruttori inviati di volta in volta dai paesi che donano o vendono armi di ultima generazione all’Ucraina; la maggior parte del lavoro di addestramento all’uso dei dispositivi può essere realizzato anche nei paesi di origine, ma spesso l’ultima fase non può non prevedere la presenza sul campo degli istruttori stranieri. Infine, ci sarebbero gli uomini inviati ufficialmente a rinforzare la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche operanti a Kiev e che in realtà si dedicherebbero ad altro.

Già un anno fa dei funzionari ucraini avevano raccontato al Times che degli esperti britannici erano a Kiev per addestrare i locali all’uso di sistemi anti-carro; più tardi Le Figaro informò che una cinquantina di militari francesi erano sul campo per sostenere Kiev nell’analisi delle informazioni fornite dalla rete satellitare e nell’individuazione degli obiettivi nemici da colpire. Dal canto suo il New York Times ha informato sul fatto che un gruppo di membri delle forze speciali di Washington – probabilmente della Cia – operava a Kiev per gestire il consistente flusso di armi in arrivo da Europa e Stati Uniti e per proteggere il presidente ucraino, citando la presenza sul campo di militari canadesi, lituani, polacchi e cechi.

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Un militare ucraino si addestra all’uso dei razzi Usa “Javelin”

Superata un’altra linea rossa
Al di là dell’esiguità dei numeri – sempre che i numeri riportati siano veritieri – ora i leaks trafugati e diffusi confermano che i paesi della Nato non si limitano a fornire massicci aiuti finanziari, armi ed equipaggiamenti di vario tipo all’Ucraina, ma schierano sul campo un certo numero di propri militari in uno scontro bellico che potrebbe presto opporre direttamente il blocco euro-atlantico con la Russia.

Le forze speciali alle quali si rifornisce il documento potrebbero essere presenti in Ucraina per partecipare ai preparativi dell’annunciata controffensiva di primavera alla quale starebbero lavorando le forze armate ucraine. Uno dei documenti trafugati afferma ad esempio che Kiev progetta di attaccare con i droni alcune basi militari all’interno del territorio della Federazione Russa, in particolare nella confinante regione di Rostov sul Don. Un altro leak, reso noto dal Guardian, il Pentagono afferma che Kiev sta tentando di creare 12 nuove brigate dotate di 253 carri armati e circa 1500 veicoli blindati più leggeri. Secondo gli osservatori militari statunitensi però, al 23 marzo cinque di queste brigate non avevano ancora iniziato l’addestramento necessario e sei non possedevano l’equipaggiamento necessario a partecipare all’offensiva.

Secondo la BBC, che già nei mesi scorsi ha pubblicato delle informazioni filtrate dai comandi militari, le forze speciali occidentali presenti in Ucraina starebbero compiendo delle missioni di intelligence per facilitare il lavoro delle truppe ucraine. Il documento del Pentagono risalente al 23 marzo mette in rilievo che le forze speciali britanniche schierate sul campo sono le più numerose.

Recentemente il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, ha risolutamente negato la presenza sul campo della Nato ed ha definito i leaks trafugati il frutto di un tentativo di manipolazione da parte della Russia, ma da Washington ormai non possono che confermare l’autenticità dei documenti diffusi nei giorni scorsi da una talpa.
Se anche queste forze speciali non stanno combattendo in prima linea, indubbiamente supportano o dirigono le truppe ucraine. Un’altra linea rossa nello scontro tra Russia e Alleanza Atlantica è stato superato, dopo la decisione del governo di schierare armi nucleari tattiche sul territorio della Bielorussia. – Pagine Esteri

6549979* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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Le recenti misure del Garante della privacy in Italia nei confronti di ChatGPT e i problemi sollevati sulla protezione dei dati relativi al chatbot AI in Germania hanno scatenato un dibattito a livello europeo, che contrappone gli entusiasti da chi...

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in reply to Informa Pirata

è indubbio che i politicanti italioti sono preoccupati dal fatto che servizi come ChatGPT si rivelino più capaci e preparati di loro... :flan_XD:


PRIVACY DAILY 92/2023


Microsoft dovrebbe sospendere il suo investimento in un nuovo data center cloud in Arabia Saudita fino a quando non sarà in grado di dimostrare chiaramente come mitigherà il rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Lo ha dichiarato Human Rights Watch. Nel febbraio 2023, Microsoft ha annunciato l’intenzione di investire in un data center in... Continue reading →


Tigray, la pace non basta: due milioni di bambini senza scuola


L'allarme è stato lanciato da Save the Children L'articolo Tigray, la pace non basta: due milioni di bambini senza scuola proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/04/14/africa/la-pace-non-basta-nel-tigray-due-milioni-di-bambini-non-vanno-

della redazione

Pagine Esteri, 14 aprile 2023 – Nel nord dell’Etiopia, circa 2,3 milioni di bambini non vanno a scuola. Nonostante l’accordo di pace dello scorso novembre abbia posto fine a due anni di conflitto non è ancora iniziata la ricostruzione degli edifici danneggiati. È l’allarme lanciato da Save the Children.

Secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Etiopia Education Cluster, che comprende il Ministero dell’Istruzione, Save the Children e UNICEF, ci sarebbero ingenti danni alle scuole nelle aree colpite dal conflitto nel Tigray, ad Amhara e Afar nel nord dell’Etiopia. La situazione poi, sarebbe particolarmente grave nel Tigray, dove l’85% delle scuole ha subito danni, gravi o parziali, e tutte le scuole pubbliche restano ancora chiuse.

Secondo l’Etiopia Education Cluster, inoltre, a seguito della pandemia da COVID-19, seguita da due anni di conflitto, 2,3 milioni di bambini nella regione non hanno frequentato la scuola per circa tre anni e 22.500 insegnanti non sono stati pagati per più di due anni. I bambini che non vanno a scuola per periodi prolungati sono più esposti al rischio di sfruttamento, violenza sessuale, matrimoni precoci e lavoro minorile e perdono il diritto all’istruzione.

L’appello delle Nazioni Unite per l’Etiopia è finanziato solo per il 18,4%, il che significa che sono necessari altri 3,26 miliardi di dollari. Pagine Esteri

L'articolo Tigray, la pace non basta: due milioni di bambini senza scuola proviene da Pagine Esteri.



Materia oscura, abbiamo una nuova mappa | Galileo

«La nuova mappa della materia oscura è diversa da quelle prodotte finora, i cui risultati avevano messo un po’ in crisi il modello cosmologico della relatività generale di Einstein, facendo pensare che servisse una “nuova fisica”. I dati dell’Act, invece, mostrano una struttura della materia nell’Universo “grumosa” al punto giusto, compatibile con le previsioni fatte sulla base della teoria di Einstein. E se da un lato si tratta di risultati confortanti, dall’altro – hanno commentato gli esperti – sarà interessante capire il perché esiste una discrepanza tra diversi metodi di misurazione.»

galileonet.it/materia-oscura-m…



Sulla pagina Facebook della Commissione Europea è stato pubblicato un annuncio che invita a segnalare mantenendo l'anonimato notizie relative a singoli o impre


Le organizzazioni per la salute e i diritti digitali sollecitano i legislatori dell'UE a sostenere i diritti dei pazienti nella nuova legge sui dati sanitari


I legislatori europei devono garantire che i pazienti abbiano il controllo sulle loro cartelle cliniche private aggiungendo un requisito di consenso "opt-in" per l'uso secondario dei dati sanitari nell'ambito del proposto European Health Data Space (EHDS)

@Etica Digitale (Feddit)

Più di una dozzina di organizzazioni che rappresentano pazienti, operatori sanitari, persone con disabilità, organizzazioni dei consumatori e dei diritti digitali, nonché lavoratori e sindacati hanno scritto ai membri del Parlamento europeo, esortandoli a garantire che i diritti dei pazienti e il controllo sui loro le informazioni sanitarie private sono confermate nel proposto European Health Data Space (EHDS).

Leggi la lettera aperta

Attraverso l'EHDS, i legislatori vogliono creare sistemi sanitari digitali interoperabili e moderni in tutta l'UE. Sfortunatamente, la proposta della Commissione europea non riesce a proteggere i pazienti quando si tratta della condivisione e dell'uso delle loro informazioni mediche personali da parte di terzi. I pazienti non avrebbero voce in capitolo sulla condivisione e lo sfruttamento commerciale dei loro dati e non sarebbero nemmeno informati su chi li riceve.

Il Parlamento europeo deve introdurre un regime di consenso "opt-in" in modo che gli utenti dei dati siano tenuti a ottenere un consenso valido dai pazienti le cui cartelle cliniche personali vorrebbero utilizzare per scopi secondari.

IL POST DI EDRI CONTINUA QUI



CHI FINANZIA IL FACTCHECKER CHE BLACKLISTA I CONSERVATORI?

@Giornalismo e disordine informativo

Due gruppi senza scopo di lucro statunitensi legati al Global Disinformation Index , un'entità britannica che inserisce nella lista nera i media conservatori, si rifiutano di rivelare dettagli chiave sulle loro operazioni, citando un'oscura legge federale di esenzione sulle "molestie", secondo un'indagine del Washington Examiner.

> La mancanza di trasparenza sui moduli fiscali depositati dai gruppi GDI potrebbe portare i legislatori e i gruppi di controllo a spingere le loro indagini sulla presunta rete di tracciamento della "disinformazione", che è stata messa sotto accusa da quando un rapporto del Washington Examiner del 9 febbraio ha dettagliato i suoi sforzi per fornire agli inserzionisti blacklist di siti Web conservatori. Diversi membri repubblicani del Congresso, tra cui il presidente del Comitato per la supervisione e la responsabilità della Camera James Comer (R-KY), hanno chiesto chiarimenti al Dipartimento di Stato per aver indirizzato i fondi della sovvenzione al GDI tra il 2020 e il 2021.

L'articolo di Gabe Kaminsky continua sul Washigton Examiner

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EU Parliament study slams online child abuse material proposal


The European Parliament’s impact assessment of the proposal for the child sexual abuse material (CSAM) online, obtained by EURACTIV, raises hefty concerns about the privacy and technical implications of the draft law. The European Commission’s proposal to fight the dissemination...


euractiv.com/section/law-enfor…



UN'ASSOCIAZIONE INSEGNA IL FACTCHECKING A MIGLIAIA DI INDONESIANI

@Giornalismo e disordine informativo

> Bu Iroh è determinata a vedere suo nipote e a convincere suo marito a smettere di credere a ogni WhatsApp che trasmette informazioni fattuali. Vestita con un trench rosso e un berretto con una gigantesca lente d'ingrandimento in mano, porta il marito in giro per la città ascoltando le false idee della gente sul vaccino e sfatandole.

Mafindo ha un team centrale di nove persone, con migliaia di volontari in tutta l'Indonesia che aiutano a condurre corsi di formazione, verificare i fatti e coinvolgere più membri del pubblico nel lavoro dell'organizzazione.


CONTINUA SU NIEMANLAB




📚 Il Ministero dell’Istruzione e del Merito celebra il 25 aprile con un’esposizione di saggi, biografie e romanzi legati alla storia della Liberazione, custoditi presso la Biblioteca “Luigi De Gregori”. I testi saranno esposti dal 13 al 28 aprile.


#Scuola, il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato due decreti di riparto di risorse #PNRR destinati alla formazione di studenti, docenti e personale scolastico per un importo complessivo di 1 miliardo e 200 milioni.


Il mercato si mangia i servizi pubblici | Jacobin Italia

"Accade in Toscana: l’operazione Multiutility, promossa dai sindaci Pd con l’appoggio della destra, trasforma in Spa beni comuni e pezzi di welfare. Ma esiste un’opposizione dal basso che sta mettendo in discussione il progetto."

jacobinitalia.it/il-mercato-si…





MEPs to call for renegotiation of EU-US data transfer framework


EU lawmakers are set to adopt a non-binding resolution urging the European Commission not to endorse the Data Privacy Framework for transatlantic data flows until fundamental rights concerns are fully addressed. The draft motion, seen by EURACTIV, is expected to...


euractiv.com/section/data-priv…




Dopo il riscontro ottenuto nelle prime tre settimane, l’esposizione de “Il libro del mese” dedicata al Centenario dell’Aeronautica Militare proseguirà fino al 28 aprile.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.