Vasilij Grossman – La cagnetta
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PODCAST. Sudan, Stefano Rebora: “A Khartoum la popolazione è allo stremo. Si spara ovunque”
di Michele Giorgio –
Stefano Rebora
Pagine Esteri, 21 aprile 2023 – Resta fluida la situazione sul terreno ma l’Esercito regolare sudanese, agli ordini del generale Abdel Fattah el Burhan, avrebbe conquistato una della base militare nel nord-ovest del paese, considerata un importante punto di rifornimento della milizia avversaria, le Forze di supporto rapido (Rsf) di Mohamed Hamdan Dagalo. El Burhan sente di essere in vantaggio e, dopo aver incassato l’appoggio dei Fratelli musulmani sudanesi, ora chiede la resa di Dagalo. Quest’ultimo starebbe ricevendo aiuti dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar. Il bilancio di civili, soldati e miliziani uccisi è salito a 400 secondo le organizzazioni internazionali. Per conoscere meglio la situazione sul terreno e le condizioni della popolazione sudanese abbiamo raggiunto al telefono a Khartoum, Stefano Rebora, presidente di Music for Peace, una associazione umanitaria genovese presente dal 2018 in Sudan dove assiste mille famiglie e partecipa al potenziamento degli ospedali.
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#laFLEalMassimo-episodio89- AI produttività e “stupidità naturale”
In apertura ribadisco come di consueto il supporto di questa rubrica al popolo ucraino indebitamente invaso dalla Russia.
Poi vorrei tornare sull’intelligenza Artificiale e sulla stupidità naturale che caratterizza certe discussioni sul suo avvento e sulle possibili minacce collegate alla diffusione di questo strumento.
In primo luogo vorrei sottolineare che alcune delle richieste fatte dal Garante della privacy italiano in merito alla correzione di dati personali errati non possono essere messe in pratica perché quei dati personali non sono archiviati nel sistema. Quindi c’è stato un malinteso oppure un maldestro tentativo andato male di frenare l’avanzata di questa tecnologia innovativa.
In questa sede vorrei sottolineare che l’AI come strumento molto efficace di produttività costituisce anche un fattore abilitante per la libertà individuale: se possiamo fare le stesse cose in meno tempo, abbiamo spazi maggiori per dedicarci ad altre attività alla formazione o al divertimento.
La storia ci insegna che le battaglie dei burocrati e dei luddisti possono solo rinviare la diffusione di innovazioni dirompenti, ma nel lungo termine se qualcosa funziona e migliora la qualità della vita delle persone non c’è funzionario o legge che possa proibirla.
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Stati Uniti. Uccisioni di massa a ritmo di record nel 2023, un attacco a settimana
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Una carneficina ogni settimana. Il ritmo delle uccisioni di massa negli Stati Uniti in questi primi mesi del 2023 è da record. Già 88 vittime in 17 attacchi. In soli 111 giorni e sempre con armi da fuoco.
Secondo i dati di Associated Press e USA Today, in collaborazione con la Northeastern University, sono 2.842 le persone morte in massacri negli Stati Uniti dal 2006. I numeri delle vittime in questo 2023, però, crescono in maniera impressionante. Gli attacchi si ripetono ogni settimana e coinvolgono persone diverse per età, sesso, provenienza: i bambini della scuola elementare di Nashville, i lavoratori agricoli nel nord della California, persone che danzavano per festeggiare il capodanno.
Solo nell’ultima settimana sono state uccise a colpi di arma da fuoco 8 persone: 4 durante una festa di compleanno di un 16enne e altre 4 per mano di un b appena uscito di prigione, che ha sparato ai suoi genitori e poi agli automobilisti che percorrevano una trafficata strada del Maine. Pagine Esteri
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Come rendere la privacy un diritto pop e trasformarla da costo a risorsa per le aziende
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni. E se volete saperne di più potete leggere qui le news quotidiane di Privacy Daily o iscrivervi alla newsletter di #cosedagarante. Grazie a StartupItalia per l’ospitalità!
L’ultimo saluto alla poetessa Salma Khadra Jayyusi, icona intellettuale per la cultura mondiale
di Patrizia Zanelli*
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Giovedì, 20 luglio 2023, è venuta a mancare una figura straordinaria, una delle voci più citate e amate della Palestina. È infatti scomparsa ad Amman la celebre poetessa palestinese Salma Khadra Jayyusi, un nome presente nelle biblioteche universitarie e di innumerevoli case private di tutto il mondo. La grande intellettuale aveva appena compiuto 95 anni, oltre la metà dei quali spesi a far conoscere la letteratura e la cultura araba a livello internazionale tramite le sue pubblicazioni in inglese. La poetessa, che infatti era anche un’accademica e traduttrice, ci lascia oltre quarantacinque libri, soprattutto saggi e antologie. La sua era stata una vita davvero intensa e affascinante che non si può fare a meno di ricordare brevemente.
Nata il 16 aprile 1925 nella città giordana di Salt da padre palestinese – un avvocato e attivista nazionalista – e madre libanese, Salma Khadra trascorre quasi tutta l’infanzia in Palestina, tra Acri e Gerusalemme, dove completerà gli studi secondari presso l’istituto femminile tedesco Schmidt College. Studierà poi letteratura araba e inglese all’Università Americana di Beirut. Tornata a Gerusalemme, insegnerà in un istituto femminile, specializzato nella formazione delle docenti delle primarie. Nel 1946, sposa Burhan Jayyusi, un diplomatico giordano di origini palestinesi.
Con la Nakba del 1948, Salma Khadra e il marito dovranno lasciare Gerusalemme e non potranno più tornare in Palestina. Negli anni ’50, mentre soggiornano a Bagdad, lei comincia a frequentare gli ambienti letterari dell’allora capitale della poesia araba. Conosce due figure pionieristiche della scuola poetica irachena, la poetessa, studiosa e docente universitaria Nazik Mala’ika (1923-2007) e il poeta Badr Shakir al-Sayyab (1926-1964), che la ispireranno molto. Nel 1960, Salma Khadra si trasferisce con il marito a Beirut e, nello stesso anno, pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Il ritorno dalla fonte sognante”.
Nel 1970, invece, ottiene il dottorato in Letteratura Araba presso l’Università di Londra. Pubblicherà la sua tesi Trends and Movements in Modern Arabic Poetry (Brill, 1977), un’importante monografia in due volumi. Insegnerà in varie università e lancerà progetti di ricerca e di traduzione, coinvolgendo il mondo accademico internazionale. Insignita di più riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Edward Said, nel 2005 – anno in cui è tra le cinque donne palestinesi candidate al Nobel per la Pace – e la “Medaglia di Gerusalemme”, nel 2019, è stata definita la “decana della letteratura araba” e “un’istituzione culturale”. Durante un’intervista rilasciata nel 2020 al quotidiano emiratino Gulf News, Salma Khadra Jayyusi ha dichiarato: “Chiunque cerchi di riunire il mondo ha una missione politica, che è molto benevola e umanista. Questo è l’obiettivo della mia vita… Le mie poesie parlano del fatto di essere umani”. Nel marzo 2023, la stessa poetessa e accademica palestinese ha ricevuto il Premio Mahmud Darwish per la Creatività.
__________
Patrizia Zanelli insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È socia dell’EURAMAL (European Association for Modern Arabic Literature). Ha scritto L’arabo colloquiale egiziano (Cafoscarina, 2016); ed è coautrice con Paolo Branca e Barbara De Poli di Il sorriso della mezzaluna: satira, ironia e umorismo nella cultura araba(Carocci, 2011). Ha tradotto diverse opere letterarie, tra cui il romanzo Memorie di una gallina (Ipocan, 2021) dello scrittore palestinese Isḥāq Mūsà al-Ḥusaynī, e la raccolta poetica Tūnis al-ān wa hunā – Diario della Rivoluzione (Lushir, 2011) del poeta tunisino Mohammed Sgaier Awlad Ahmad. Ha curato con Sobhi Boustani, Rasheed El-Enany e Monica Ruocco il volume Fiction and History: the Rebirth of the Historical Novel in Arabic. Proceedings of the 13th EURAMAL Conference, 28 May-1 June 2018, Naples/Italy (Ipocan, 2022).
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"La scelta di convogliare di default sulla tua istanza gli utenti dell'app ufficiale è sbagliata!" L'appello di Aral Balkan al fondatore di Mastodon Eugen Gargron
Carissimo @Eugen Rochko
Ti prego di rivalutare la decisione di incentivare la centralizzazione sul mastodon.social nell'app ufficiale.Questo è il tipo di progettazione che una startup finanziata da Venture Capital avrebbe implementato, non una no-profit che agisce nell'interesse di un bene comune.
Sono sicuro che non vuoi che mastodon.social diventi un mini-Twitter e non desideri diventare un mini-Musk.
Non è così che vinceremo.
Più istanze, non più grandi istanze: questa è la chiave.
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La Cina punta a dirottare satelliti? L’allarme dell’intelligence
La Cina starebbe preparando un arsenale di sofisticate armi cibernetiche con l’obiettivo di prendere il controllo dei satelliti avversari, incapacitandoli o dirottandoli a piacimento. A dirlo sarebbe la stesa Cia, secondo un report dell’Intelligence ripreso dal Financial Times, parte del materiale trafugato e diffuso da Jack Teixeira, il ventunenne membro dell’Intelligence della Guardia nazionale aerea del Massachusetts arrestato dall’Fbi con l’accusa di aver pubblicato documenti riservati statunitensi. Secondo l’agenzia statunitense, Pechino starebbe spingendo sullo sviluppo di nuove capacità per negare, sfruttare o dirottare i satelliti nemici come parte di una strategica per il controllo delle informazioni, considerato dagli strateghi della Repubblica popolare un dominio-chiave nel combattimento in caso di guerra.
Lezioni ucraine
La guerra in Ucraina ha dimostrato quanto importanti siano i satelliti per la conduzione di operazioni militari nei moderni scenari operativi. La parte più visibile dei combattimenti, fatta di movimenti di fanteria, corazzati e artiglieria, benché ricordino i conflitti mondiali del Novecento, sarebbero impossibili senza la dimensione cibernetica e spaziale, in una vera e propria fusione tra i concetti di convenzionale e ibrido. Alla vigilia dell’invasione del 24 febbraio 2021, il massiccio attacco cyber russo ai danni della rete militare ucraina è stato essenziale per garantire i primi successi delle forze russe sul campo, così come il ripristino delle capacità informatiche grazie ai satelliti di SpaceX è stato cruciale per le difese di Kiev. Lezioni che stanno venendo studiate con molta attenzione anche da Taiwan, impegnata nella costruzione di una infrastruttura di comunicazioni satellitare capace di sopravvivere a un attacco da parte cinese nell’eventualità di una invasione.
Prendere il controllo dei satelliti
Ma secondo il documento della Cia, le capacità di Pechino sarebbero ben più avanzate e sofisticate da quelle dimostrate da Mosca sui campi di battaglia ucraini, dove la Russia ha attaccato i satelliti di Kiev con un approccio basato sulla pura forza bruta, lanciando segnali elettronici di jamming che hanno interferito con le frequenze dei satelliti obiettivo. La Cina, invece, non vuole semplicemente a disturbare o degradare il segnale. Punta a sfruttare la dimensione cyber per copiare esattamente il segnale che da terra raggiunge il satellite in orbita e “prenderne il controllo, rendendoli inefficace a supportare le comunicazioni, si sistemi d’arma o di Intelligence, di sorveglianza e di ricognizione”.
Il “sogno cinese” oltre l’atmosfera
Se l’Ucraina ha potuto contare per il recupero delle proprie capacità di comunicazione sulla rete di satelliti di Elon Musk, l’obiettivo della Cina è proprio quello di colpire questo tipo di infrastrutture orbitali. I satelliti comunicano tra loro, operando in insiemi interconnessi che rilanciano segnali e comandi ai sistemi d’arma o riportano a terra dati, immagini e informazioni. Riuscire a infiltrarsi nel canale di queste comunicazioni apre a ogni tipo di scenario, dalla messa fuori uso di intere costellazioni all’invio di ordini contraddittori o informazioni false. Come registrato dal comandante della Us Space force, il generale B. Chance Saltzman, al Congresso, l’obiettivo di Pechino è realizzare il suo “sogno spaziale”: diventare la prima potenza oltre l’atmosfera terrestre entro il 2045. “La Cina continua a investire in modo aggressivo in tecnologie destinate a disturbare, degradare e distruggere le nostre capacità spaziali”, ha dichiarato Saltzman, portando i dati di questo sforzo da parte cinese. L’Esercito di liberazione popolare schiera attualmente 347 satelliti, di cui 35 lanciati negli ultimi con l’obiettivo di monitorare, tracciare, colpire e attaccare le forze statunitensi in qualsiasi futuro conflitto.
L’ultimo saluto alla poetessa Salma Khadra Jayyussi, icona intellettuale per la cultura mondiale
di Patrizia Zanelli*
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Giovedì, 20 luglio 2023, è venuta a mancare una figura straordinaria, una delle voci più citate e amate della Palestina. È infatti scomparsa ad Amman la celebre poetessa palestinese Salma Khadra Jayyusi, un nome presente nelle biblioteche universitarie e di innumerevoli case private di tutto il mondo. La grande intellettuale aveva appena compiuto 95 anni, oltre la metà dei quali spesi a far conoscere la letteratura e la cultura araba a livello internazionale tramite le sue pubblicazioni in inglese. La poetessa, che infatti era anche un’accademica e traduttrice, ci lascia oltre quarantacinque libri, soprattutto saggi e antologie. La sua era stata una vita davvero intensa e affascinante che non si può fare a meno di ricordare brevemente.
Nata il 16 aprile 1925 nella città giordana di Salt da padre palestinese – un avvocato e attivista nazionalista – e madre libanese, Salma Khadra trascorre quasi tutta l’infanzia in Palestina, tra Acri e Gerusalemme, dove completerà gli studi secondari presso l’istituto femminile tedesco Schmidt College. Studierà poi letteratura araba e inglese all’Università Americana di Beirut. Tornata a Gerusalemme, insegnerà in un istituto femminile, specializzato nella formazione delle docenti delle primarie. Nel 1946, sposa Burhan Jayyusi, un diplomatico giordano di origini palestinesi.
Con la Nakba del 1948, Salma Khadra e il marito dovranno lasciare Gerusalemme e non potranno più tornare in Palestina. Negli anni ’50, mentre soggiornano a Bagdad, lei comincia a frequentare gli ambienti letterari dell’allora capitale della poesia araba. Conosce due figure pionieristiche della scuola poetica irachena, la poetessa, studiosa e docente universitaria Nazik Mala’ika (1923-2007) e il poeta Badr Shakir al-Sayyab (1926-1964), che la ispireranno molto. Nel 1960, Salma Khadra si trasferisce con il marito a Beirut e, nello stesso anno, pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Il ritorno dalla fonte sognante”.
Nel 1970, invece, ottiene il dottorato in Letteratura Araba presso l’Università di Londra. Pubblicherà la sua tesi Trends and Movements in Modern Arabic Poetry (Brill, 1977), un’importante monografia in due volumi. Insegnerà in varie università e lancerà progetti di ricerca e di traduzione, coinvolgendo il mondo accademico internazionale. Insignita di più riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Edward Said, nel 2005 – anno in cui è tra le cinque donne palestinesi candidate al Nobel per la Pace – e la “Medaglia di Gerusalemme”, nel 2019, è stata definita la “decana della letteratura araba” e “un’istituzione culturale”. Durante un’intervista rilasciata nel 2020 al quotidiano emiratino Gulf News, Salma Khadra Jayyusi ha dichiarato: “Chiunque cerchi di riunire il mondo ha una missione politica, che è molto benevola e umanista. Questo è l’obiettivo della mia vita… Le mie poesie parlano del fatto di essere umani”. Nel marzo 2023, la stessa poetessa e accademica palestinese ha ricevuto il Premio Mahmud Darwish per la Creatività.
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Patrizia Zanelli insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È socia dell’EURAMAL (European Association for Modern Arabic Literature). Ha scritto L’arabo colloquiale egiziano (Cafoscarina, 2016); ed è coautrice con Paolo Branca e Barbara De Poli di Il sorriso della mezzaluna: satira, ironia e umorismo nella cultura araba(Carocci, 2011). Ha tradotto diverse opere letterarie, tra cui il romanzo Memorie di una gallina (Ipocan, 2021) dello scrittore palestinese Isḥāq Mūsà al-Ḥusaynī, e la raccolta poetica Tūnis al-ān wa hunā – Diario della Rivoluzione (Lushir, 2011) del poeta tunisino Mohammed Sgaier Awlad Ahmad. Ha curato con Sobhi Boustani, Rasheed El-Enany e Monica Ruocco il volume Fiction and History: the Rebirth of the Historical Novel in Arabic. Proceedings of the 13th EURAMAL Conference, 28 May-1 June 2018, Naples/Italy (Ipocan, 2022).
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VV. AA - Urla dal Granducato Vol.3
Ha urlato Ginsberg e ha urlato anche Munch, hanno urlato le nostre mamme se, subito dopo aver passato la cera, ci vedevano entrare in casa con le scarpe bagnate ed infangate; pare abbia urlato anche il signor Sbravati quando nel suo garage, facendo lavoretti da neo pensionato, si schiacciò un dito sette anni fa.
Chi scrive ha co-condotto per svariato tempo un programma radio titolato Urlatori Alla Sbarra (!) e non può che sentirsi affine a quello stuolo agguerrito di giovani punx figli del Granducato di Toscana, i cui fasti vengono in questi giorni rinverditi da i sempre attenti ragazzi di Area Pirata, che ancora una volta pescano nel torbido di quegli anni irripetibili. @Musica Agorà
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In CIna e Asia – Segni di dialogo tra Cina e Usa
Segni di dialogo tra Cina e Usa
Biden sente von der Leyen e Macron
Cina, Ding possibile leader per il clima in vista della cop28
Wagner Group ha chiesto aiuto alla Cina
BMW accusata di discriminare i clienti cinesi
Isole del Pacifico, l'Australia invita all'unità nello scontro Cina-Usa
Antartide, gli analisti allertano sulla nuova stazione di ricerca cinese
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PRIVACY DAILY 98/2023
Un ufficiale Italiano volerà alla base della Us Space Command
Cresce il legame tra Italia e Usa nello spazio. Lo testimonia il Memorandum of agreement (Moa) per l’assegnazione di un ufficiale di collegamento italiano presso l’United States Space Command (Usspacecom). A siglare l’accordo per il nostro Paese è stato il Capo ufficio generale spazio dello Stato maggiore della Difesa, il generale Davide Cipelletti, mentre in rappresentanza degli Stati Uniti vi era il comandante dello Usspacecom, il generale James Dickinson. Tale iniziativa rappresenta non solo un importante catalizzatore della cooperazione con gli Usa, ma anche un’opportunità per sviluppare nuove sinergie con altri Paesi presenti presso il comando spaziale statunitense.
Si rafforza la cooperazione in orbita
Nel dettaglio, l’ufficiale di collegamento condividerà con l’Usspacecom le competenze e le conoscenze acquisite grazie alle Forze armate italiane e si occuperà di facilitare le comunicazioni tra le unità spaziali di Roma e Washington. Non solo, sosterrà inoltre le opportunità di partnership che potranno aprirsi tra i due Paesi nel settore spaziale così come della Difesa. Gli ufficiali di collegamento con l’estero sono interlocutori diretti del quartier generale, in questo caso la Peterson air force base, e l’ufficiale italiano servirà come rappresentante nazionale per tutti gli aspetti della cooperazione tra l’Italia e lo Usspacecom per quanto riguarda l’uso militare dello spazio.
Gli altri memorandum
“Nello scenario geopolitico attuale, lo spazio è un dominio strategico che richiede collaborazione tra Alleati. L’importante accordo sottoscritto tra lo Stato maggiore della Difesa e l’Us Space Command consentirà di sviluppare sinergie e facilitare scambio di esperienze”. Così ha commentato il nuovo memorandum oltreoceano il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Quella che lega Italia e Usa nel settore spaziale è in realtà una relazione di collaborazione di lunga data, che ha portato a risultati molto significativi, tra gli ultimi quelli della missione Artemis. Sono infatti diversi i memorandum stretti tra Roma e Washington. Da quello per l’accesso al servizio cifrato del Gps, allo scambio di dati e informazioni di Space situational awareness (Ssa), fondamentale per effettuare manovre orbitali in sicurezza evitando il rischio di collisioni con altri satelliti operativi e la conseguente produzione di detriti (debris) spaziali.
Simposio spaziale
A fare da sfondo del memorandum è stata la 38esima edizione dello Space Symposium, che si sta svolgendo a Colorado Springs e a cui partecipa una delegazione italiana dello Stato maggiore della Difesa, guidata proprio dal generale Cipelletti. L’Ufficio generale spazio accentra infatti in sé le funzioni connesse all’elaborazione della dottrina, all’avvio di nuovi programmi, così come allo sviluppo di partnership nazionali e internazionali e all’evoluzione delle capacità spaziali. Il Simposio si propone di riunire i principali stakeholder del comparto, quali i leader del settore spaziale commerciale, governativo e militare provenienti da tutto il mondo per promuovere un forum di discussione per affrontare e pianificare le future conquiste e sfide in campo spaziale.
La falsa contrapposizione tra Europa e Usa
Bene ha fatto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a sottolineare, nel suo discorso tenuto durante la visita in Polonia, che “l’aggressione russa riguarda tutti i paesi che si richiamano alla libertà delle persone e dei popoli”. Ed è decisivo, va aggiunto, per la sopravvivenza stessa dell’Unione europea. Da come si concluderà la barbara aggressione scatenata dalla Russia di Putin nei confronti dell’Ucraina dipenderà se il mondo di domani sarà più o meno favorevole al perdurare del progetto di un’Europa unita. Nel mondo che ci aspetta, l’Unione rappresenterà ancora l’avanguardia di una tendenza verso la progressiva affermazione della supremazia della legge sulla forza, oppure sarà invece l’anacronistico residuo di un trend declinante, un esperimento destinato a estinguersi perché “unfit to survive”?
E’ tutta qui la questione. Ed è un punto che travalica e trascende qualunque considerazione sulla necessaria “autonomia strategica dell’Unione”, perché ci smuove da quella sorta di “comfort zone” nella quale troppe considerazioni sull’atteggiamento europeo nei confronti della guerra sembrano illudersi di potersi rintanare. Se il mondo che verrà sarà o meno ospitale nei confronti del progetto europeo dipenderà anche dalle decisioni che oggi sapremo assumere e dalla fermezza che sapremo mantenere riguardo ai nostri princìpi. Viviamo già in una realtà che è costituita di scatole cinesi (o di matrioske, se si preferisce un’altra immagine) in cui la sicurezza e le prospettive delle singole democrazie nazionali dipendono in maniera strutturale dalla saldezza delle istituzioni europee e dalla tenuta del Patto atlantico. Ma di cinese o di russo, queste scatole e queste bamboline non hanno proprio nulla, perché la loro natura è totalmente occidentale.
La sfida che i dispotismi hanno lanciato alle democrazie liberali non riguarda la continuità dell’interdipendenza planetaria, ma le modalità e i princìpi in base ai quali essa verrà governata. Stiamo già sperimentando le difficoltà che incontra l’Unione europea – la più audace novità istituzionale dopo quella dello stato costituzionale teorizzata da Montesquieu a metà del XVIII secolo – nell’ambito di un sistema internazionale che resta ancora definito dall’egemonia dell’ordine liberale. Qualcuno può forse illudersi che tali difficoltà diventerebbero meno gravose da affrontare all’interno di un ordine ispirato ai princìpi del dispotismo? Credo sarebbe difficile poterlo argomentare.
Contrapporre l’europeismo all’atlantismo non significa solo ignorare e falsificare la storia, che ha visto il primo potersi trasformare in realtà al riparo della protezione offerta dal secondo. Implica anche ipotecare la sopravvivenza del “nostro mondo”, e gettare le premesse di un fallimento dal quale potremmo non risollevarci. Il nostro mondo non è minacciato dalla sostituzione etnica o da altre bufale strampalate che rivelano l’incapacità di liberarsi dai residui tossici di una subcultura fascistoide. E neppure lo è da nessuna nuova edizione del vecchio rottame del complotto “demoplutogiudaicomassonico”, che oggi si pretenderebbe incarnata da George Soros. Il nostro mondo – e i valori e i princìpi che lo rendono possibile – è sottoposto all’attacco dei dispotismi dei loro disvalori, che vorrebbero rigettarci in un girone dantesco fatto di violenza e sopraffazione dal quale siamo riusciti a liberarci a costo di immani sacrifici ridefinendo l’essenza dell’occidente nella triade costituita da democrazia rappresentativa, economia di mercato e società aperta.
Questa è la minaccia esistenziale che stiamo fronteggiando. Questa è la posta in gioco in questa guerra in Ucraina: una posta in gioco non diversa da quella che le democrazie dovettero affrontare nella lotta contro i totalitarismi che, nel 1939, sfociò nella Seconda guerra mondiale e che vide, per nostra fortuna, soccombere la Germania nazista e l’Italia fascista sua alleata. Una lotta che sembrò definitivamente vinta nel 1991, con il crollo del totalitarismo sovietico e che invece oggi si ripropone in una nuova e più difficile fase. In questa terza fase, l’Europa unita è chiamata, nella sua inedita e articolata soggettività politica, a dimostrare di volere e poter fare la differenza, per consolidare il suo – ovvero il nostro – futuro.
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Digital Bridge: Global AI rulebook — US digital policymaking — Data rules
POLITICO’s weekly transatlantic tech newsletter for global technology elites and political influencers.
By MARK SCOTT
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BUCKLE UP, DIGITAL BRIDGE IS A SCORCHER THIS WEEK. I’m Mark Scott, POLITICO’s chief technology correspondent, and in a sea of social media commentary, this video made me feel seen. Not sure if my ego can take being called a demigod, but (given my somewhat pale Celtic complexion), I’ll settle for the “day walker” moniker.
There’s a lot to get through this week. Let’s do this:
— The generative AI hysteria has got people (again) thinking we need global rules/standards for this technology. It won’t be easy.
— The clock is ticking for Congress to get anything done on digital. But that’s where the real action is taking place.
— Washington takes another step to challenge Brussels’ international dominance on data via a summit in London.
WHY GLOBAL AI RULEMAKING IS HARDER THAN YOU THINK
IF GENERATIVE AI HAS DONE ANYTHING (beyond freaking out your parents about the pending tech-powered apocalypse), it has focused minds on the need for the world of artificial intelligence to get rules — and fast — to calm everyone’s nerves. Luckily, such proposals, many of which span borders, are here. You’ve got UNESCO’s Ethics of AI Agreement; the Council of Europe’s Convention of AI; the European Union’s AI Act; the White House’s Blueprint for an AI Bill of Rights; morenational AI strategies than you can shake a stick at, including China’s AI rulebook; upcoming transatlantic “Trustworthy AI” Guidelines; and the Organization for Economic Cooperation and Development’s (OECD) AI Principles.
Many of these (mostly voluntary) rulebooks, surprisingly, have a lot in common. Most call for greater transparency over how AI systems operate. They demand stronger data protection rights for people. They require independent oversight of automated decision-making. Some (looking at you, Brussels) outlaw specific — and ill-defined — “harmful” use cases for the technology. In short, in a digital policymaking world where officials almost never agree, there’s a lot of existing consensus about how to tackle the underlying questions linked to AI.
But (and there’s always a but) that doesn’t mean international rules/standards are going to happen anytime soon. “I’m just really afraid that the OECD countries need to get past arguing about small things and look at the bigger picture,” Audrey Plonk, head of the Paris-based group’s digital economy policy division, told me. She should know. Her team has been leading on cross-border AI policymaking longer than anyone, and the OECD’s AI Principles are viewed as the most comprehensive Western playbook for how to approach the technology.
Yet to the American-born OECD official, we are still twiddling our thumbs. Most countries agree the likes of accountability, transparency, human rights and privacy should be built into AI rulemaking. But what that actually looks like, in practice, still varies widely among countries. That means any form of international consensus — beyond platitudes about holding companies to account — is still in its infancy. “If we don’t move in the same direction on something as important as this, we’re all going to suffer,” added Plonk whose team just created a multistakeholder working group to address the future policymaking implications of AI. “You’ve got people still fighting around the edges.”
This problem comes down to two pain points. First: Different countries are approaching AI rulemaking in legitimately different ways. The European Union (mostly) wants a top-down government-led approach to mitigate harms (hence the AI Act). The United States, Japan and the United Kingdom would prefer an industry/sector-led approach to give the technology a chance to grow. China views this via the prism of national and economic security. Second: ChatGPT has set off a separate, but related, call for new oversight specifically aimed at generative AI — in ways that overlap with existing regulation that could hold this technology to account without the need for additional rulemaking.
Case in point: U.S. Senate leader Chuck Schumer’s (fuzzy) AI framework and an open letter from European politicians leading on the bloc’s AI Act. Both efforts name-checked the current AI craze as a reason to do something to rein in the technology’s potential excesses/abuses. But as you can see from above, such standards — even at a global scale — already exist. What’s missing are the finer points of policymaking required to go beyond platitudes around accountability, transparency and bias to figure out how that actually plays out in a cross-border set of enforceable rules.
And for those urging specific generative AI oversight, I would suggest taking a deep breath. I called Suresh Venkatasubramanian, director of Brown University’s Center for Tech Responsibility and co-author of the White House’s Blueprint for an AI Bill of Rights, and asked him if such rules were necessary, given how that technology has captured people’s imagination. “I would say that if we hold it to the same standards that you would hold any other (AI) system, it would not pass,” he told me. “If you have transparency or testing evaluation standards, it’s going to be harder to get ChatGPT-like systems to pass them.”
“If we focus on the point of impact, focus on where the systems are being used, and make sure we have governance in place there — just like we have wanted, all this time — then, automatically, generative AI systems will have to be subject to those same rules,” he added.
WHAT TO WATCH IN US DIGITAL POLICYMAKING
WHEN IT COMES TO WASHINGTON’S DIGITAL RULEMAKING, I’m usually a glass-half-empty kind of guy. And as U.S. lawmakers return this week after their Easter break, it’s hard not to look at the landscape and feel disappointed (again). The American Innovation and Choice Online Act (for digital competition) is going nowhere; the RESTRICT Act (for banning the likes of TikTok) is mostly a public relations stunt; and the American Data Privacy Act (for comprehensive federal data protection standards) is stuck in a political quagmire.
But, weirdly, I’m more optimistic about U.S. movements on digital than I have been for years. You just need to reshape your thinking about what policymaking actually looks like, and what the goals are. What’s clear — given a divided Congress and upcoming elections — is that any specific domestic legislation aimed at greater consumer rights or hobbling Big Tech is not going to happen. But if you reframe that to focus on national and economic security threats, of which the tech sector is critical, then there’s a lot happening — both domestically and within international circles.
It’s hard not to look past the $52 billion in subsidies for U.S. semiconductor manufacturing and research via last year’s CHIPS and Science Act. Already more than 200 companies have bid for some of that cash, with about $200 billion in overall spending already pledged for new American facilities. You could argue, though, that some of that cash would have been spent anyway. It’s an effort to ward off Chinese rivals eager to gobble up more market share in the global chip industry. The fact the U.S. Commerce Department specifically linked U.S. subsidies to commitments from companies not to invest in China over the next decade shows how blatant Washington is in its goals.
The same could be said for the Inflation Reduction Act and its similar financial incentives for domestic electric vehicle production. Sure, Beijing is a factor in trying to shore up local production — much to the ire of U.S. allies like the EU, Japan and South Korea. But Washington has figured out there’s a global technological race associated with these new forms of vehicles, and it’s willing to spend big to give its homegrown automakers a fighting chance of competing worldwide. If that’s not digital policymaking, I’m not sure what is.
Outside of the U.S., American policymakers are similarly flexing their digital muscles, mostly in the name of national security. Officials are still visiting national capitals across the West to warn about the threat that China poses, specifically related to semiconductors, telecommunications, global tech standards and cybersecurity threats. It’s a full-court press to convince somewhat skeptical allies there’s a choice to be made between allowing Beijing to promote itself globally or standing with Washington to push back against China’s ascendency.
That’s playing out in fora like the upcoming EU-U.S. Trade and Technology Council where, again, U.S. officials are pushing their European counterparts to specifically name-check China in the summit’s communiqué — something Brussels is loath to do. Washington is also making its voice heard more loudly in international bodies like the United Nations’ International Telecommunications Union (where a U.S. citizen, Doreen Bogdan-Martin, is now secretary-general) and more industry-led bodies like those deciding on future telecom standards. Again, this is all about pushing back against China.
There’s also some old-school economic diplomacy at play. Even after the EU passed its new antitrust rules, known as the Digital Markets Act, U.S. Department of Commerce officials and those from the White House continue to complain to anyone who will listen in Brussels that the legislation, which will come into force next year, unfairly discriminates against Silicon Valley. Given ongoing domestic concerns about Big Tech’s role in society, many Americans may find it odd that — given all that’s going on right now — U.S. diplomats and officials are so intrinsically associated with the industry and its ongoing battle with foreign governments.
BY THE NUMBERS
GLOBAL PRIVACY BATTLE, ROUND TWO
IN CASE YOU WERE IN ANY DOUBT about the ongoing — but often hidden — fight between Brussels and Washington over privacy standards, a three-day summit in London this week laid it out for all to see. The so-called Global Cross-Border Privacy Rules (CBPR) Forum, a U.S.-led project to expand existing data rules associated with the Asia Pacific Economic Cooperation (APEC), a regional trade body, represents the latest American effort to tilt the scales in its favor. The plan is to create (voluntary) standards so that countries can allow local companies to move data freely between like-minded members. It’s a direct response to the existing status quo that gives Brussels, whose privacy rules are the de facto global playbook, almost exclusive rights to determine which governments have the same level of data protection rules to meet the bloc’s exacting standards.
Officials from APEC member countries, as well as those from the United Kingdom, Argentina, Nigeria and Bangladesh, spent three days hashing out specifics with industry players this week in a fancy London hotel. The CBPR regime involves a combination of national regulators and outside auditors determining if companies are sufficiently protecting people’s data when it’s shipped around the world. The talks focused on three areas: how to include new countries in the voluntary data-transfer pact (the U.K. applied to become an associate member); reforms to the underlying CBPR agreement that dates back almost two decades; and internal changes to the regime to make it more global than its current Asian focus.
WONK OF THE WEEK
FOR THIS WEEK, WE’RE BRAVING THE LATE SPRING WEATHER in Brussels to focus on Penelope Papandropoulos, who just became head of the data analysis and technology unit within the European Commission’s Directorate-General for Competition (or DG COMP), the bloc’s antitrust regulator.
This is not Papandropoulos’ first go-around with digital competition. Until very recently, she was a close adviser to Margrethe Vestager, the EU’s digital and antitrust chief, and previously worked for her predecessor, Spain’s Joaquín Almunia. The Greek-born official holds a doctorate in economics from the Université libre de Bruxelles and previously ran the Brussels office of Charles River Associates, an antitrust-focused consultancy.
“After 4 fantastic years advising Executive Vice President Margrethe Vestager, I am going back to DG Comp to head the data analysis and technology unit that will report to the chief technology officer,” she wrote on LinkedIn. “Looking forward to the great challenge of supporting competition enforcement.”
THEY SAID WHAT, NOW?
“We won’t allow these groups to stay in the shadows. We’re shining a light on these threats because we need to work together to strengthen our defenses,” Oliver Dowden, the U.K.’s secretary of state in the country’s Cabinet Office, told an audience in Belfast when warning that Russian-affiliated groups were targeting critical infrastructure like the energy and telecom sectors across the West. “We have never publicly highlighted the threat from these kinds of groups attempting such attacks before and I should stress that we do not think that they currently have the capability to cause widespread damage to our infrastructure.”
WHAT I’M READING
— Google outlined a series of potential commitments related to giving others a greater ability to compete in in-app payments in response to a U.K. regulatory investigation into the tech company’s practices. More from the search giant here.
— The European Commission published draft guidelines on how it would implement the bloc’s new digital competition rulebook, known as the Digital Markets Act. For competition boffins, it’s a must (but very dry) read.
— The Polish national security agencies discovered a widespread digital spying operation conducted by the Russians against foreign ministries and diplomatic entities across NATO member countries, the EU and parts of Africa. Read more here.
— The Digital Trust & Safety Partnership has created a glossary of terms associated with how practices are implemented across the industry as part of a consultation to improve how trust and safety issues are incorporated into companies’ workflows. Take a look here.
— Academics created a “Sims”-style world populated with agents created via generative AI and these online actors displayed believable behaviors, including autonomously creating a Valentine’s Day party among themselves, according to research from the University of Stanford.
— Unauthorized disclosure of classified government documents violates Discord’s terms of service that prohibits the posting of illegal content on the platform, claims Clint Smith, the company’s chief legal officer, in a blog post responding to the recent Pentagon leaks.
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Le norme Covid usate per la repressione: studentessa condannata per una protesta | L'Indipendente
"La manifestazione si era svolta nell’ambito di una giornata nazionale di proteste a seguito della morte di Lorenzo Parelli, lo studente deceduto nel corso delle attività di alternanza scuola-lavoro, alla quale avevano aderito centinaia di migliaia di studenti. [...] La decisione di punire una sola persona nell’ambito di una manifestazione altamente partecipata spoliticizza il significato della protesta, riducendone la portata alla semplice responsabilità personale di un individuo o due."
Pirates: New EU crypto rules will harm NGOs and whistleblowers
Strasbourg, 20/04/2023 – Today, the European Parliament is expected to approve the results of the trilogue negotiations on new regulations for cryptocurrencies. Pirate Party Members of the European Parliament strongly oppose identification obligations included in the “Information accompanying transfers of funds and certain crypto-assets” legislation, which will effectively abolish anonymous transactions in digital currencies without any threshold. This will negatively impact organisations that depend on anonymous donations, Pirates warn. They will oppose the legislation.
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party, comments:
“These rules will deprive law-abiding citizens of their financial freedom. For example, opposition figures like Alexei Nawalny are increasingly dependent on anonymous donations in virtual currencies. Banks have also cut off donations to Wikileaks in the past. With the creeping abolition of real and virtual cash, there is the threat of negative interest rates and the shutting off of the money supply at any time. We should have a right to be able to pay and donate online without our financial transactions being recorded in a personalised way.
There is no justification for effectively abolishing anonymous virtual payments: Where Virtual Assets have been used for criminal activities in the past, prosecution has been possible on the basis of the current rules. Banning anonymous crypto currency payments altogether will not have any significant effect on crime. The stated aim to tackle money laundering and terrorism is only a pretext to gain control over our private business.”
Mikuláš Peksa, Czech Member of the European Parliament for the Pirate Party, comments:
“While we understand the European need to regulate crypto assets, we believe that the whole discussion is based on the wrong premise of treating crypto assets as finances deposited in a bank account. We do believe that in the modern world there is one crucial aspect that only crypto assets are able to cover in the future: the role of digital cash. Even and especially in a digital world, we need a medium for anonymous transactions to protect our basic freedoms, ensure privacy and enable struggle for freedom around the globe”
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Proseguono gli incontri con L'Ora di Costituzione! Il tema della terza lezione è sui Rapporti etico-sociali (dall’art.29 all’art. 47).
Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Proseguono gli incontri con L'Ora di Costituzione! Il tema della terza lezione è sui Rapporti etico-sociali (dall’art.29 all’art. 47). Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ https://www.youtube.Telegram
La povertà è la quarta causa di morte della popolazione negli Stati Uniti | Diogene
"L’analisi ha rilevato che solo le malattie cardiache, il cancro e il fumo erano associati a un numero maggiore di decessi rispetto alla povertà. Obesità, diabete, overdose di droga, suicidi, armi da fuoco e omicidi, tra le altre comuni cause di morte, erano meno letali della povertà."
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Mad Kime design 2023
La collaborazione ormai consolidata tra In Your Eyes ezine, Incontroluce Serigrafia e Mad Kime propone anche quest’ anno il vostro capo dell’ estate.
Un capo elegante per la vostra estate super VIP.
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Mad Kime design 2023 Tshirt
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Marongiu & i Sporcaccioni - Welcome to Bisiacaria
Marongiu & i Sporcaccioni sono i ragazzi del bar che fanno musica nel tempo libero, e che hanno i nostri problemi, ma li sfogano raccontando la vita di provincia attraverso una musica davvero piacevole e che ti rende leggero, nel senso che parla di cose che chi ha vissuto e vive in provincia vede ogni giorno. @Musica Agorà
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Fr.#27 / La buona e doverosa sorveglianza
Parere positivo per la sorveglianza dei dati sugli abbonamenti al trasporto pubblico
Con un recente comunicato il Garante Privacy ci informa di aver dato parere positivo all’invio telematico dei dati sugli abbonamenti ai mezzi pubblici all’Agenzia delle Entrate. La comunicazione dei dati degli abbonamenti di tutti i cittadini italiani sarebbe propedeutica alla compilazione della dichiarazione dei redditi precompilata.
Le comunicazioni saranno facoltative per soggetti pubblici e privati peri periodi d’imposta 2023 e 2024 e poi obbligatorie a partire dal periodo d’imposta 2025 e riguardano i trasporti locali, interregionali e regionali.
Certo, è strano però che il Garante non abbia sollevato alcuna contestazione a questa comunicazione massiva di dati, considerando che non più di tre anni fa criticava duramente lo schema dell’Agenzia delle Entrate per la fatturazione elettronica, adducendo proprio l’enorme potere informativo e di profilazione derivante dall’accentramento di dati:
prevedono la profilazione di tutti i contribuenti, anche minori d’età, e […] si ritiene invece necessario, attesi i rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati approfondire separatamente l’istruttoria al fine di acquisire ulteriori elementi di valutazione, al fine di individuare idonee garanzie…1
In ogni caso, sono certo che col parere positivo del Garante non ci sarà alcun rischio e potremo dormire sonni tranquilli, consapevoli che è tutto per il bene comune.
Anche Privacy Chronicles ha ricevuto parere positivo dal Garante Privacy. No, non è vero. Ma è un bene o un male?
Per fortuna ci protegge anche da ChatGPT, perché quello sì che è pericoloso.
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A New York arrivano i robot spioni
La polizia di New York si è recentemente dotata di alcuni giocattoli tecnologici che entreranno presto a far parte dell’armamentario dei buoni agenti impegnati a preservare la sicurezza della città2.
Saranno due robot diversi, che fanno cose diverse. Ci sarà “Digidog”, chiamato anche Spot, che aiuterà gli agenti a gestire situazioni pericolose evitando di mettere a repentaglio la loro vita. Spot è un robot-cane di cui si parla da molti anni, sviluppato da Boston Dynamics — azienda molto famosa nel campo della robotica.
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Spot è probabilmente tra i robot più avanzati al mondo e può fare un sacco di cose, come andare in ricognizione con telecamere e sensori vari. Pare che secondo il Sindaco sia cruciale per mantenere la città sicura:
The robotic mobile K-9 device is part of a number of technological rollouts the city said is "crucial" in keeping the city safe.
Viene da chiedersi quali siano state le valutazioni sulle quali hanno deciso che adottare un robot-cane fosse assolutamente fondamentale per la sicurezza della città. Data l’utilità cruciale di Spot, dobbiamo aspettarci che i pastori tedeschi delle unità cinofile saranno presto sostituiti da questo gran bel pezzo di (costosa) tecnologia?
Il secondo pezzo è invece più goffo ma decisamente più spione di Spot. Si chiama K5 Autonomous Security Robot (ASR) ed è letteralmente una cabina mobile di sorveglianza che grazie all’intelligenza artificiale potrà anche riconoscere potenziali minacce alla sicurezza pubblica. Dicono che verrà usato in campus, centri commerciali e altri luoghi strategici che hanno bisogno di più sorveglianza. C’è sempre bisogno di più sorveglianza, no?
Sicuramente servirà un po’ di tempo per abituarsi a queste presenze, ma non ho dubbi che i buoni cittadini di New York ne saranno in grado. D’altronde, i loro cugini cinesi sono già ben abituati da tempo a vedere girare in città robot automatizzati per la sorveglianza di massa. Però hey, è per la nostra sicurezza.
Anche Roma si dà all’espropriazione digitale
Dopo Venezia, Milano e Bologna, anche a Roma arriva il virus dell’espropriazione digitale. Secondo la Presidente del I Municipio di Roma il turismo deve essere limitato; Roma non può essere un dormitorio per turisti. Strano, considerando che fino a qualche tempo fa tutti ci raccontavano di come il turismo fosse l’oro dell’Italia.
In ogni caso, la soluzione espropriativa è molto semplice e sempre la stessa: codici identificativi, piattaforme digitali, limiti agli affitti e all’apertura di B&B, monitoraggio continuativo. Secondo la Bonaccorsi infatti è necessario e assolutamente urgente obbligare i “portali online e i motori di ricerca a pubblicare solo annunci delle strutture dotate di codice identificativo rilasciato dal comune”.
C’è da dire che rispetto al Sindaco di Venezia almeno non ha ancora minacciato gli abitanti di ritrovarsi il picchetto di agenti della guardia di finanza h24 davanti al portone di casa.
Ma non lamentatevi: lo fanno per il vostro bene.
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Meme del giorno
Citazione del giorno
“The world, viewed philosophically, remains a series of slave camps, where citizens – tax livestock – labor under the chains of illusion in the service of their masters.”
Stefan Molyneux
Articolo consigliato
Il cielo sotto Skynet
Skynet esiste già, ed è in Cina. È questo il nome con cui amichevolmente ci si riferisce al sistema interconnesso di sorveglianza presente su tutto il territorio cinese. Un nome, una garanzia, direi. Mi piace sempre parlare di Cina, perché credo che purtroppo sia una…
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2 months ago · 8 likes · 2 comments · Matte Galt
Purtroppo al @journalismfest di Perugia di quest'anno non si parlerà di #Assange! Ma noi di @Assange_Italia ci saremo lo stesso a distribuire volantini per #FreeAssangeNOW
Raggiungeteci anche voi al volantinaggio per #FreeAssange
@Giornalismo e disordine informativo
Noi ci saremo
- giovedì 20 Aprile davanti al Palazzo dei Priori, Auditorium San Francesco al Prato Hotel Brufani
- e sabato 22 in occasione della trasmissione Propaganda Live, insieme ad Amnesty Perugia
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UK data reform bill revived after lengthy legislative delay
The UK’s data reform bill, set to revamp the country’s post-Brexit data protection regime, was debated in Parliament on Monday (17 April) after being shelved for several months.
Deerhoof - Miracle-Level
I fatti dicono che: Miracle-Level è il diciannovesimo album in studio dei Deerhoof ed è il loro primo cantato interamente in giapponese. C’è di che meravigliarsi, ma non di che impaurirsi. Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca,¹ la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislacca. E il giapponese sembra aderire come un guanto alle strutture sghembe, alle melodie appiccicose e a quelle malinconiche, agli scatti rumoristici più o meno imprevisti, alla voce di Satomi Matsuzaki ovviamente, ma pure, incredibilmente, a quella di Greg Saunier. @Musica Agorà
iyezine.com/deerhoof-miracle-l…
Deerhoof - Miracle-Level - 2023
Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca, la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislaccaleodurruti (In Your Eyes ezine)
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Parole belle, giuste e definitive di Luciana Littizzetto su Enea, il bambino
#CTCF
Puoi ascoltarle su Raiplay dal minuto 1:59:36:
raiplay.it/video/2023/04/Che-t…
Oppure leggerle qui:
"Caro Enea, bel cicciottino di 2 kg e mezzo, cucciolo di specie umana, super-millenial, classe 2023. Piccolo avannotto che dai le tue prime bracciate nel mare tempestoso della vita.
Perché la tua mamma dopo averti tenuto nella sua pancia per nove mesi ha pensato che saresti stato meglio lontano da lei. Credo che questa decisione le sia costata molto cara, sai Enea. Così ti lasciato in una culla per la vita a Milano.
Le culle per la vita non ci sono solo a Milano sai. Ci sono in tante città d’Italia. Ci sono a Napoli, Varese, Parma, Padova, Firenze e Roma. Più di una in ogni regione. E funzionano così: Appena la mamma appoggia il bambino in quella piccola cuccia calda scatta un sensore collegato con l’ospedale più vicino che allerta i medici che intervengono subito.
Per questo non credere mai a quelli che dicono che la tua mamma ti ha abbandonato. Non ti ha abbandonato, ti ha affidato. Son due verbi molto diversi sai…quando crescerai lo capirai.
Abbandonare significa mettere in pericolo, fregarsene di cosa succederà dopo, vuol dire che non te ne importa niente.
Affidare invece è diverso. È avere così tanta fiducia nell’altro da chiedergli di custodire la cosa che più ti sta a cuore.
Semplicemente le mani di mamma hanno incontrato altre mani. È stata una catena d’amore Enea caro.
Non succede solo a te sai. Pensa che in Italia capita a 400 bambini all’anno. E la maggior parte trova una nuova famiglia già dall’ospedale.
Sai, per noi adulti la vita è un casino e a volte siamo costretti a fare cose che non vorremmo. Sembra strano dirlo a te che di settimane su questa terra ne hai così poche ma ti assicuro che più invecchi più le cose si complicano.
Non so come mai la tua mamma l’abbia fatto e se vogliamo davvero rispettarla non dobbiamo neanche chiedercelo. Al contrario. Dobbiamo custodire il suo segreto con rispetto, silenzio e soprattutto compassione.
Sappi comunque che mamma, con il suo gesto pieno di amore e di dolore, ha messo in moto una catena di protezione che nei decenni in Italia abbiamo reso sempre più forte…
E che parte dagli ospedali, fino ad arrivare ai tribunali dei minori, agli assistenti sociali, ai genitori affidatari, a quelli adottivi.…
E questa catena sta dentro una cosa che si chiama Stato e serve apposta per tutelare i diritti di tutti, neonati, bambini, mamme e papà perduti e fragili. Famiglie tradizionali e famiglie non tradizionali.
Perché non è vero che la società non esiste. Esiste eccome. E dobbiamo fidarci di lei.
Porti un nome importante, Enea, il nome di un signore fuggito da una città in fiamme per cercare una nuova vita e una nuova casa… la stessa cosa è capitata a te… quell’altro Enea ce l’ha fatta, sono sicura che ce la farai anche tu.
Ti auguro di diventare tutto ciò che si sogna da bambini: astronauta, calciatore, Harry Potter, pilota di Ferrari, dentista di Leoni in Africa, rockstar come i Maneskin…sosia di Chiattillo o mimo ai semafori.
Sono certa che avrai al tuo fianco una mamma e un papà al 100% che ti ameranno moltissimo. Ti ameranno un botto. Non dubitarne mai neanche un secondo.
Purtroppo la vita a volte somiglia alla scuola guida: le partenze in salita sono difficili, certo, ma se impari a farle, poi non ti spaventa più nulla.
Benvenuto pulcino di Pasqua. Ti riempiamo di baci. Luciana."
GLI INSEGNANTI DANESI USANO LE APP PER CONTROLLARE L'UMORE DEI PROPRI STUDENTI
Ci sono poche prove che una quantificazione di questo tipo possa essere utilizzata per risolvere problemi sociali e promuovere l'abitudine all'autosorveglianza fin dalla tenera età potrebbe alterare radicalmente il rapporto dei bambini con se stessi e tra di loro in un modo che li fa sentire peggio. piuttosto che migliore. "Difficilmente possiamo andare in un ristorante o a teatro senza che ci venga chiesto come ci sentiamo dopo e spuntando caselle qua e là", afferma Karen Vallgårda, professore associato all'Università di Copenaghen che studia storia della famiglia e dell'infanzia. "C'è una quantificazione delle emozioni e delle esperienze che sta crescendo, ed è importante che ci chiediamo se questo sia l'approccio ideale quando si tratta del benessere dei bambini".
NB: Gli scolari danesi sono nel bel mezzo di una crisi di salute mentale che uno dei più grandi partiti politici del paese ha definito una sfida "uguale all'inflazione, alla crisi ambientale e alla sicurezza nazionale". Nessuno sa perché, ma in pochi decenni il numero di bambini e giovani danesi affetti da depressione è più che sestuplicato. Un quarto degli alunni della nona elementare riferisce di aver tentato l'autolesionismo. (il problema non è circoscritto alla Danimarca: gli episodi depressivi tra gli adolescenti statunitensi sono aumentati di circa il 60% tra il 2007 e il 2017, e anche i tassi di suicidio tra gli adolescenti sono aumentati di circa il 60% nello stesso periodo). preoccupazioni" sullo stato mentale dei bambini che vedono nel loro lavoro e ha avvertito che se non si interviene immediatamente, "non vedono alcuna speranza per invertire la tendenza negativa".
CONTINUA QUI
Teachers in Denmark are using apps to audit their students’ moods
Companies say the software can help improve well-being, but some experts worry it could have the opposite effect.Arian Khameneh (MIT Technology Review)
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Eleonora
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
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Che succede nel Fediverso? e Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ reshared this.
Chiara [Ainur] [Айнұр]
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •la soluzione è semplice: basta non usare la app ufficiale di mastodon (che personalmente mi fa anche un po' cagare)
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
❄️ freezr ❄️
in reply to Chiara [Ainur] [Айнұр] • • •@chiaraepoi @aral
A me fa cagare proprio Mastodon... E non e` che voglio fare il Puffo Quattrocchi della situazione...
Ma: «te l'avevo detto..» che quando si sarebbe raggiunta la **massa critica** qualcosa brutta sarebbe successa...
E non perché sono un genio, ma perché è un comportamento estremamente frequente, o per dirlo con inglesismo: un pattern riconoscibile, si è visto innumerevoli volte e questo non fa l'eccezione...
Chiara [Ainur] [Айнұр]
in reply to ❄️ freezr ❄️ • • •Allora ho fatto bene a usare Soapbox e Rebased per il mio nuovo progetto...
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to Chiara [Ainur] [Айнұр] • •@Chiara [Ainur] [Айнұр] la tua scelta non è giusta o sbagliata, ma deve solo essere motivata in base al contesto.
Mastodon è solo un progetto, il più grande è il più funzionale tra quelli in grado di gestire grandi istanze, basato su Activity Pub. Oggi è così.
Per il Self hosting, per esempio, già non è così ed esistono altri progetti più interessanti.
Con un fediverso di queste dimensioni è normale che le cose stiano così. Quando e se il Fediverso crescerà o si evolverà, mastodon potrebbe non essere più la soluzione migliore e sicuramente sorgeranno altri progetti più adeguati.
Al momento però, è importante evitare di dare quella impressione spiacevole di cui parlava @❄️ freezr ❄️ impressione profetizzata da tanti altri .
@Aral Balkan @Eugen Rochko
❄️ freezr ❄️
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Steffy anch'io preferisco il browser per tutti i servizi del fediverso, mastodon compreso. Tuttavia l'app di mastodon è ben fatta e altre come Fedilab ti danno anche la possibilità di seguire intere istanze. Inoltre l'utente standard di qualsiasi smartphone preferisce sempre l'app
@informapirata :privacypride: @Naixke :mastodon: @Eugen Rochko
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Che succede nel Fediverso? e informapirata ⁂ reshared this.
informapirata ⁂
Unknown parent • • •@naixke saranno le mie origini venete, ma trovo decisamente intrigante un'app con un nome del genere... 😅
@steffy @notizie @Gargron