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Forse arrivo un po' tardi rispetto agli altri ma, entro domani (oggi?) sarebbe buona cosa inviare una #email a tutti gli #europarlamentari (lista: pastebin.com/raw/CFcVf6ay) per evitare che venga fatta passare così com'è questa nuova #legge (il #CRA, #CyberResilienceAct), perché è fatta male e rischia di fare ciao ciao all' #OpenSource; non direttamente, ma nel senso che:

* Verranno ritenuti responsabili i creatori e collaboratori di sviluppo di qualsiasi software per eventuali malfunzionamenti, o #software "incompleto" in generale
* I #programmatori a tempo perso come me se ne fregheranno in ogni caso e continueranno a mettere i loro programmini rotti online senza scopo di lucro, che si fottano i burocrati; ma:
* Le organizzazioni serie del software probabilmente dovranno uscire dal mercato europeo, ad esempio #Python, perché vengono responsabilizzati tutti i punti della catena di fornitura del software

Alcuni approfondimenti:
* Il video di #Morrolinux innanzitutto: LA NUOVA LEGGE #EUROPEA ANTI-OPEN SOURCE, youtube.com/watch?v=nYhRo74yqJ… redirect.invidious.io/watch?v=… poi:
📰 CRA: digital-strategy.ec.europa.eu/…
📰 CRA panoramica: european-cyber-resilience-act.…
📰 Analisi iniziale: devclass.com/2023/01/24/eus-pr…
📰 Opposizioni: blog.opensource.org/the-ultima…
📰 Python: theregister.com/2023/04/12/pyt…

Un buon template mail lo ha dato Morro nel primo commento in alto del suo #video, io ho usato quello con aggiunta di un po' di formattazione...

Che sembra si sia persa dopo l'invio, pezzi. Purtroppo fino ad ora ho inviato solo 40 email (circa metà degli #eurodeputati), poi account bloccato per spam, uffa, vediamo se riesco a inviare quelle altre che mi restano entro stasera.

In tutta onestà, da un lato penso che non possa venire approvata una legge del genere, anche senza queste mail qualcuno lo dovrebbe far notare in ogni caso al momento della discussione, però dall'altro... Guardate questo documentario: The Microsoft-Dilemma - #Europe as a Software Colony, youtube.com/watch?v=duaYLW7LQv… redirect.invidious.io/watch?v=…

Quindi, inviare le mail non guasta.

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Andrea
@01 ah si? questo dettaglio della vicenda mi sfugge :o Hai qualche link che ne parla, direttamente o meno?


Oggi sarò in corteo a Milano con l'ANPI come sempre il 25 aprile. Porteremo un grande bandierone della pace di 30 metri per ribadire il ripudio della guerra de


🇮🇹 Oggi è la Festa della Liberazione! Il Ministero celebra la ricorrenza con un’esposizione di saggi, biografie e romanzi custoditi presso la Biblioteca “Luigi De Gregori” fino al 28 aprile, con l’iniziativa “Il libro del mese”.


La Corea a 360° – Decision to leave e Big Bet


La Corea a 360° – Decision to leave e Big Bet 6759965
“헤어질 결심 • Decision to Leave” presentato alla 75esima edizione del Festival di Cannes 2022 è l’ultimo lavoro di Park Chan-wook premiato con la Palma d’Oro nella categoria Miglior Regista. Lo racconta Giulia Son, insieme alla serie Big Bet

L'articolo La Corea a 360° – Decision to leave e Big Bet proviene da China Files.



di Maurizio Acerbo Questo 25 aprile 2023 vede per la prima volta alla guida del governo una forza politica erede del fascismo che è diventata il primo partito


Dichiarazione del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo sulla visita di La Russa a Praga: La Russa andando a Praga il 25 aprile invo


di Maurizio Acerbo* E’ positivo che Elly Schlein abbia reso omaggio a un eroe dell'antifascismo come Giacomo Matteotti. Approfitto per ricordare che il socia


Ci congratuliamo con le nostre compagne e i nostri compagni del Partito Comunista Austriaco - Sinistra Europea (KPÖ) nelle elezioni della popolosa regione e ne



Etiopia, IDP, sfollati interni in Tigray non dovrebbero essere puniti doppiamente


Il direttore per gli aiuti umanitari della Commissione Europea (ECHO) per l’Africa subsahariana, l’Asia, l’America Latina e il Pacifico Andrea Koulaimah afferma che la comunità internazionale e le altre parti interessate dovrebbero lavorare per garantire

Il direttore per gli aiuti umanitari della Commissione Europea (ECHO) per l’Africa subsahariana, l’Asia, l’America Latina e il Pacifico Andrea Koulaimah afferma che la comunità internazionale e le altre parti interessate dovrebbero lavorare per garantire che gli sfollati nel Tigrai non siano doppiamente puniti.

“Prima per essere sfollati e poi per non poter tornare”


Lo dice questo pomeriggio (24 aprile 2023) mentre siede con alcuni membri del gabinetto dell’amministrazione ad interim del Tigray. I membri del gabinetto hanno detto ad Andrea e alla sua delegazione che il ritorno degli sfollati interni è la “massima priorità” dell’amministrazione.

Andrea Koulaimah afferma che tutte le parti interessate dovrebbero aiutare il ritorno degli sfollati e fare qualcosa al riguardo nel caso in cui non siano in grado di tornare.

Il direttore di ECHO per l’Africa subsahariana, l’Asia, l’America latina e il Pacifico, Andrea Koulaimah, arriva a Mekelle questo pomeriggio per una visita di due giorni nel Tigrai devastato dalla guerra.

Il direttore Andrea è accompagnato dal vice capo delegazione dell’UE, David Krivanek, e da altri colleghi di ECHO.

La delegazione dovrebbe recarsi ad Adigrat, zona orientale del Tigrai nel pomeriggio. Il 25 si recheranno a Shire, nel Tigrai nord occidentale, per valutare la situazione dei progetti finanziati da ECHO e incontrare le parti interessate.


FONTE: tigraitv.com/en/idps-shouldnt-…


tommasin.org/blog/2023-04-24/e…



SUDAN. A Khartoum residenti chiusi in casa senza cibo né acqua. Emergency non abbandona il Paese


Un numero altissimo di persone è in fuga. Oltre all'evacuazione degli internazionali è in corso un esodo verso i Paesi confinanti, in particolare il Sud Sudan e l'Egitto. Sotto attacco anche ospedali, ambulanze, personale medico L'articolo SUDAN. A Khart

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 24 aprile 2023. Sono tornati ieri a casa i circa 150 italiani che avevano chiesto di lasciare il Sudan in seguito all’esplosione dei combattimenti tra l’esercito regolare agli ordini del generale Abdel Fattah el Burhan e le Forze di supporto rapido (Rsf) di Mohamed Hamdan Dagalo.

Non hanno voluto lasciare il Paese i medici, gli infermieri e il personale di Emergency che pure ha evacuato alcuni addetti amministrativi. L’associazione umanitaria gestisce in Sudan tre diversi ospedali e ha deciso di non lasciare le strutture ma di continuare a seguire i pazienti ricoverati e quelli che potranno arrivare. Anche se la situazione è estremamente complicata e pericolosa, pure per il personale sanitario: gli ospedali sono stati colpiti da pesanti bombardamenti, in seguito ai quali decine di strutture pubbliche e private sono state evacuate e abbandonate. Le ambulanze vengono colpite per evitare che raggiungano le vittime e che prestino soccorso ai feriti, oppure sequestrate insieme al personale medico al loro interno.

youtube.com/embed/tugqJhxN_Bo

Il quadro peggiore è nella capitale, Khartoum, dove i combattimenti sono violenti. Anche le operazioni di evacuazione sono state rese complicate dallo stato dell’aeroporto, distrutto in parte e dalla difficoltà negli spostamenti: un convoglio francese è stato colpito ieri dagli spari e una persona è rimasta ferita.

Una prima evacuazione di italiani si era conclusa nella notte tra sabato e domenica. Nella giornata di ieri le operazioni sono state completate e il secondo aereo militare C-130 ha lasciato il Sudan partendo dall’aeroporto di Wadi Sednia, nei pressi della capitale.

Molti altri Paesi hanno completato o stanno procedendo, in queste ore, all’evacuazione dei propri connazionali. Tra di essi Belgio, Francia, Canada, Germania, India, Giordania, Kuwait, Olanda, Russia, Arabia Saudita.

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Bombardamenti a Khartoum

Al momento le persone uccise sono circa 427 e 3.700 i feriti. Negli ultimi 3 giorni circa 10.000 rifugiati hanno raggiunto il Sud Sudan, varcando il confine meridionale. Sono per i tre quarti sud sudanesi che si erano rifugiati in Sudan in fuga dalla guerra: il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza poco più di 10 anni fa, nel 2011. Autobus carichi di persone tentano di raggiungere l’Egitto, in un esodo i cui numeri non sono ancora definibili.

A Khartoum la popolazione vive da una settimana rinchiusa nelle proprie case. Le infrastrutture sono state danneggiate dai bombardamenti e in molti luoghi manca l’acqua e l’elettricità, scarseggiano viveri. Lasciare le proprie abitazioni è estremamente pericoloso, per i combattimenti ma anche per i saccheggi.

Le Forze di Supporto Rapido di Mohamed Hamdan Dagalo, vicepresidente del Consiglio Sovrano di Transizione, hanno cominciato lo scorso 15 aprile a insediarsi in diversi quartieri di Khartoum, prendendo possesso di un numero indefinito di edifici. Dagalo ha legami diretti con molti Paesi dell’area ma anche europei, oltre ad avere il controllo su molte delle miniere del Sudan, dalle quali estrae il 40% dell’oro che viene esportato.

Il generale Abdel Fattah el Burhan ha preso il potere in Sudan con il colpo di Stato dell’ottobre 2021. In quell’occasione si è nominato Presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, che avrebbe dovuto accompagnare il Sudan verso la creazione di un’amministrazione civile e la fine del governo dei militari. L’Esercito Regolare, ai comandi di El Burhan, ha cominciato un massiccio bombardamento con lo scopo di “ripulire la capitale dai focolai di gruppi ribelli”. Lo scorso venerdì la presenza delle truppe di terra dell’esercito regolare è diventata più numerosa. El Burhan è tornato in questi giorni a riaffermare la volontà di guidare il Paese verso una transizione democratica, ribadendo che farà quanto necessario per SUDAN. A Khartoum residenti chiusi in casa senza cibo né acqua. Emergency non abbandona il Paesesconfiggere le truppe ribelli. Pagine Esteri

ASCOLTA IL PODCAST DA KHARTOUM

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“Sovranità.com. Potere pubblico e privato ai tempi del cyberspazio”, il volume di Stefano Mannoni e Guido Stazi


“La sovranità? Non era defunta? No, è resuscitata come l’araba fenice”, nell’incipit di Sovranità.com. Potere pubblico e privato ai tempi del cyberspazio, Editoriale Scientifica, Stefano Mannoni, già commissario Agcom dal 2005 al 2012, professore di Storia del diritto medievale e moderno, di Diritto della comunicazione all’Università degli Studi di Firenze e Guido Stazi, Segretario Generale dell’Autorità... Continue reading →


Una nazione apparente


A ben guardare, sono gli sconfitti nelle guerre civili coloro che meno si rassegnano alla rappresentazione unitaria di una storia fatalmente scritta dai vincitori. Accade negli Stati Uniti, dove, sulla scia del vecchio Ku Klux Klan, le organizzazioni supr

A ben guardare, sono gli sconfitti nelle guerre civili coloro che meno si rassegnano alla rappresentazione unitaria di una storia fatalmente scritta dai vincitori. Accade negli Stati Uniti, dove, sulla scia del vecchio Ku Klux Klan, le organizzazioni suprematiste bianche del Sud inneggiano alla retorica Wasp e alimentano il bacino elettorale del trumpismo. E accade in Spagna, dove, sulla scia di Zapatero, il premier Gonzales si è dato l’obiettivo di cancellare tutti i simboli del franchismo e con essi quel che resta di una memoria condivisa.

Accade negli Stati Uniti, dove la guerra di secessione conclusa nel 1865 con la vittoria degli stati del Nord fu seguita da una vera riconciliazione nazionale all’insegna di valori condivisi. E accade in Spagna, dove la guerra civile conclusa nel 1939 con la vittoria dei franchisti fu seguita dalla simbolica tumulazione in un unico sito monumentale, la Valle del los Caidos, dei morti di entrambe le parti. Figurarsi, dunque, se tutto ciò potrebbe non accadere in Italia.

Nell’Italia dove, come ammetteva Massimo D’Azeglio, il sentimento di unità nazionale non si è mai davvero affermato. Nell’Italia dove, come lamentava Lucio Colletti, dal dopoguerra “il concetto di nazione è stato completamente rimosso”. E con esso sono stati lungamente rimossi sia il fascismo in quanto fenomeno popolare sia la guerra civile in quanto trauma nazionale.

Il primo dei due occultamenti fu svelato dallo storico ex comunista Renzo De Felice a partire dagli anni Sessanta. Per svelare il secondo fu necessario attendere il 1990, quando lo storico “democratico” Claudio Pavone diede alle stampe un saggio dal titolo inequivocabile: “Una guerra civile”. Ne risulta una nazione divisa. Divisa perché priva di una memoria condivisa. Una nazione apparente, in cui gli eredi delle due culture autoritarie del Novecento, fascisti e comunisti, hanno potuto affrontare il futuro senza render conto del passato.

«Il fascismo non è stato un semplice incidente della storia, un regime autoritario che governava contro il popolo. Il fascismo ha goduto di un ampio, diffuso, radicato consenso nel paese. Rimuoverlo e cancellare l’analisi veritiera e onesta della sua natura ha reso fragili le basi della nostra democrazia»: non lo ha scritto Giorgio Pisanò, lo ha scritto Walter Veltroni. Ed è vero. Come attesterà, martedì, la prevedibile canea attorno al 25 Aprile, aver rimosso la Storia è servito solo a prolungarne i traumi, rendendo di fatto precarie le basi del nostro sistema democratico. Con la sola differenza che, per dirla col vecchio Marx, le tragedie di ieri si ripetono oggi in forma di farsa. La farsa in cui, a trent’anni dalla svolta di Fiuggi, parte dei quadri dirigenti di Fratelli d’Italia riecheggia ancora i luoghi comuni di un’identità trapassata. La farsa in cui, a quasi ottant’anni dalla sconfitta del fascismo, certa sinistra ne accredita ancora la minaccia. Per non dire, infine, della farsa di chi oggi celebra la resistenza armata dei partigiani italiani mentre ieri ha rifiutato di armare la resistenza dei partigiani ucraini all’invasione dell’unico uomo che ha dato corpo e sostanza storica al fascismo contemporaneo: Vladimir Putin.

Fateci caso, sono gli sconfitti delle guerre civili (e della Storia) i più refrattari al sentimento di unità nazionale. Diversi ex missini, certo. Ma anche diversi ex comunisti ed ex grillini.

L'articolo Una nazione apparente proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Diamo poco valore alla privacy perché sentiamo di averne abbastanza


Stanno facendo il giro dei social alcuni video, per quel che si sa ripresi dalle telecamere di sorveglianza dei magazzini Wildberries, gigante russo dell’e-commerce, che ritraggono il personale obbligato a spogliarsi, sino a restare in intimo, in uscita dallo stabilimento. Si tratterebbe di una procedura per contrastare il furto di prodotti pare particolarmente diffuso. La... Continue reading →


Le iniziative delle altre Autorità


La CNIL lancia una serie di dossier tematici. Si comincia da “identità digitale” Quella dell’identità personale è una questione centrale per la società. Sia nel settore pubblico che in quello privato, la digitalizzazione della società ha dato origine a nuove forme di identità (es. nei videogiochi o sui social network) e alla necessità di digitalizzarne... Continue reading →


Mare del Nord, ecco come Mosca vuole sabotare il maxi-progetto energetico 


“I mari del Nord possono essere la più grande centrale elettrica del mondo”, hanno scritto su Politico i leader di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Danimarca alla vigilia dell’incontro odierno dei nove

“I mari del Nord possono essere la più grande centrale elettrica del mondo”, hanno scritto su Politico i leader di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Danimarca alla vigilia dell’incontro odierno dei nove a Ostenda, in Belgio. Un tempo culla della rivoluzione industriale e sede di alcuni dei progetti ingegneristici più ambiziosi al mondo, come l’Eurotunnel, i Paesi che circondano il Mare del Nord vogliono tornare a essere protagonisti. Ma la Russia sembra prepararsi a far saltare i piani dei nove leader.

UNA REGIONE STRATEGICA

Il Mare del Nord è già una risorsa energetica critica per i Paesi da esso bagnati (come dimostrano i progetti della norvegese Equinor) e la pericolosità di queste acque si è dimostrata recentemente con il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. La ricchezza di energie pulite e la facilità di installazione di infrastrutture rendono questa regione un potenziale enorme bacino di risorse ma anche, allo stesso, un obiettivo di attività ibride da parte di un attore come la Russia.

LE ISOLE DI TURBINE

L’incontro di Ostenda ruota attorno al progetto di enormi “isole” di turbine costruite in mare, con la promessa di un aumento di dieci volte della produzione di elettricità entro il 2050. Come riporta il Times di Londra, il ministro dell’Energia britannico Grant Shapps annuncerà un piano per la più grande linea elettrica multiuso del mondo sotto il Mare del Nord. La linea LionLink, la seconda al mondo nel suo genere, collegherà il Regno Unito e i Paesi Bassi attraverso delle pale eoliche offshore. “In risposta all’aggressione della Russia contro l’Ucraina e ai tentativi di ricatto energetico contro l’Europa, accelereremo i nostri sforzi per ridurre il consumo di combustibili fossili e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”, hanno affermato i ministri in una bozza di comunicato. Shapps ha inoltre aggiunto: “Stiamo rafforzando la nostra sicurezza energetica e inviando un segnale forte alla Russia di [Vladimir] Putin che i giorni del suo dominio sui mercati energetici globali sono davvero finiti”.

LE MOSSE DI MOSCA

Ma nei giorni scorsi un’indagine congiunta delle emittenti pubbliche in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia ha rivelato che la Russia starebbe preparando il sabotaggio dii parchi eolici e i cavi di comunicazione proprio nel Mare del Nord. La BBC la descrive una guerra “nell’ombra” di Mosca avverrebbe anche per mezzo di una flotta di navi camuffate da pescherecci e navi da ricerca, dotate di attrezzature di sorveglianza subacquea, che starebbero mappando siti chiave per possibili sabotaggi. Il rapporto si concentra in particolare su una nave russa chiamata Ammiraglio Vladimirsky, ufficialmente una nave oceanografica o da ricerca subacquea e che invece sarebbe una nave spia russa. Un ufficiale del controspionaggio danese afferma che i piani di sabotaggio sono in preparazione e pronti a essere messi in atto in caso di pieno conflitto con l’Occidente, mentre il capo dell’intelligence norvegese ha detto alle emittenti che il programma è considerato molto importante per la Russia ed è controllato direttamente da Mosca. Le emittenti affermano di aver analizzato le comunicazioni russe intercettate, che si riferiscono a “navi fantasma” che navigano nelle acque nordiche e che hanno spento i trasmettitori per non rivelare la loro posizione.


formiche.net/2023/04/mare-del-…



Molte persone Altamente Sensibili, si sentono fuori posto


Le persone altamente sensibili hanno dei fattori genetici che intervengono su alcune caratteristiche cerebrali: Vivono le emozioni con maggiore vividezza e con più forte intensità.

iyezine.com/molte-persone-alta…

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La Battaglia di Saragarhi: Le Termopili dei Sikh (1897)


La battaglia di Saragarhi è un evento storico di grande rilevanza che ha avuto luogo il 12 settembre 1897, durante la campagna di Tirah nella regione della frontiera nord-occidentale dell’India britannica, ora parte del Pakistan.Continue reading

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Africa rossa – Il Sudan non è l’Ucraina


Africa rossa – Il Sudan non è l’Ucraina sudan
Gli scontri in Sudan, il braccio di ferro tra Cina e Usa in Africa, l'interesse di Pechino le miniere africane, ma anche più in generale il futuro della Belt and Road. Sono alcuni dei temi molto che abbiamo affrontato nell'ultima puntata di Africa rossa, la rubrica a cura di Alessandra Colarizi.

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In Cina e Asia – Ambasciatore cinese: i paesi baltici non hanno uno "status effettivo” nel diritto internazionale


In Cina e Asia – Ambasciatore cinese: i paesi baltici non hanno uno ambasciatore
I titoli di oggi:

Alto diplomatico cinese: i paesi baltici non godono di uno “status effettivo” nel diritto internazionale
Borrell: "Le marine Ue dovrebbero pattugliare lo Stretto di Taiwan"
La Cina aumenta la propria presenza nella catena di produzione del gas in Medio Oriente
Continuano le proteste dei risparmiatori dello Henan
Il 70% degli universitari cinesi crede ancora nella meritocrazia
Fiera di Canton: focus sulla delocalizzazione della catena di approvvigionamento.

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“Il Ministro Risponde”, al via da oggi il nuovo format video web nel quale la giornalista Maria Latella intervisterà il Ministro Giuseppe Valditara sui principali temi del mondo della scuola.


Sigonella, la maxi polveriera di Stati Uniti e Nato in Sicilia


La Marina Usa realizzerà all’interno della grande stazione aeronavale siciliana nuovi depositi super-protetti in cui stoccare i sistemi d’arma, le munizioni e gli esplosivi destinati alle unità da guerra, sottomarini e aerei USA L'articolo Sigonella, la

di Antonio Mazzeo

(nella foto il nuovo hangar per i pattugliatori P-8A “Poseidondi US Navy a Sigonella)

Pagine Esteri, 24 aprile 2023Una maxi santabarbara a Sigonella per le future missioni delle forze armate USA e NATO in Africa, Europa e Medio oriente. A fine marzo il Dipartimento della Marina Militare degli Stati Uniti d’America ha chiesto al Congresso lo stanziamento di 77.072.000 dollari per realizzare all’interno della grande stazione aeronavale siciliana nuovi depositi super-protetti dove stoccare i sistemi d’arma, le munizioni e gli esplosivi destinati alle unità da guerra, ai sottomarini e ai velivoli aerei USA e dei paesi partner con lo scopo dichiarato di contrastare la penetrazione russa nel Mediterraneo allargato.

EDI – Ordnance Magazines è il nome dell’ennesimo progetto di potenziamento infrastrutturale della Naval Air Station (NAS) di Sigonella. “Saranno costruiti quattro box in cemento armato rinforzato D type, due magazzini sotterranei con aggiornamenti anti-sismici e due depositi modulari di stoccaggio”, rileva il Dipartimento di US Navy. Nello specifico il nuovo arsenale occuperà complessivamente un’area di 4.802 m2: 4.205 m2 per i depositi ad alto potenziale esplosivo (High Explosive Magazines) e 600 m2 per l’edificio protetto destinato alle attività di “revisione e manutenzione” delle munizioni (Ammunition Rework and Overhaul Shop – AROS).

“Il progetto è a supporto delle operazioni con ordigni a NAS Sigonella e includerà condutture con sistemi anti-intrusione e un nuovo accesso stradale”, si legge nella scheda tecnica elaborata da US Navy. “L’infrastruttura servirà a ricevere, stoccare, isolare, ispezionare, caricare, scaricare e consegnare gli ordigni così come ad assemblare, costruire, smontare, assicurare la manutenzione e riparare le munizioni. Il progetto risponderà pienamente ai requisiti previsti dai Comandi di guerra e alle direttive sugli standard anti-terrorismo del Dipartimento della Difesa. I sistemi di controllo della facility includeranno quelli per la sicurezza cibernetica in accordo con gli odierni criteri del Pentagono”.

Per costruire i nuovi depositi di armi ed esplosivi sarà demolito un edificio nell’area di NAS II ad uso esclusivo delle forze armate USA, quello indicato con il numero #881 e fino ad oggi utilizzato come officina di manutenzione delle armi subacquee avanzate modificate (MAUW – Modified Advanced Underwater Weapons). (1)

“Il Naval Munitions Command (NMC) Atlantic Detachment Sigonella fornisce il supporto munizionamento al Comando delle forze navali USA in Europa (NAVEUR), a quello per le operazioni nel continente africano (US Africom), alle unità della VI Flotta e risponde alle richieste di munizioni ed esplosivi convenzionali del Dipartimento della difesa nell’area sotto la sua responsabilità (Europa, Africa e Medio oriente, ndr)”, spiega il Comando della Marina Militare USA nella richiesta di finanziamento della nuova santabarbara. “Il distaccamento di Sigonella assicura inoltre i team di pronto intervento a supporto delle operazioni VLS/CLS (presumibilmente i sistemi missilistici navali a lancio verticale, ndr) all’interno dell’area sotto la responsabilità della V Flotta USA e dei partner NATO. Per poter svolgere in modo adeguato la propria missione a Sigonella, il Naval Munitions Command ha bisogno di magazzini di stoccaggio delle munizioni e degli esplosivi ben progettati e in grado di supportare le richieste di munizionamento di US Navy, del Corpo dei Marine, di US Air Force, della NATO e dell’OPLAN – Operation Plan”. Con l’acronimo OPLAN viene inteso in ambito militare il piano operativo predisposto dagli alti Comandi delle forze armate per la conduzione delle operazioni congiunte in un ambiente ostile. (2)

Nella richiesta al Congresso, il Dipartimento della Marina USA spiega che la necessità di realizzare il nuovo arsenale a Sigonella è dovuta principalmente alla vetustà dei depositi esistenti. “Si tratta di infrastrutture vecchie di 60 anni che non rispondono ai requisiti richiesti dalle forze armate USA e NATO”, spiega US Navy. “Attualmente l’NMC Atlantic Detachment Sigonella non possiede un Ammunition Rework and Overhaul Shop per assemblare, costruire, smontare e distruggere le munizioni. L’esistente NATO Ordnance Facility è localizzata in un’area che è stata colpita in passato da inondazioni che hanno danneggiato gli edifici e la vicina rete stradale”.

La progettazione delle infrastrutture ha preso il via nell’agosto 2020 e sarà completata entro la fine del novembre di quest’anno. Il contratto di design per un importo di 596.516 dollari è stato affidato dal Naval Facilities Engineering Command all’Alliance Consulting Group Inc., società di engineering con quartier generale a Boston (Massachusetts). (3) Il cronogramma prevede che dopo l’autorizzazione del Congresso sia bandita la gara dei lavori e che questi vengano avviati a partire dell’ottobre 2024 per poi concludersi entro il settembre 2026. Oltre alla somma destinata all’esecuzione delle opere, il Dipartimento della Marina prevede di destinare 1.450.000 dollari all’acquisto di attrezzature e apparecchiature C4I (comando, controllo,comunicazione, computer e intelligence) e cibersecurity per “difendere” il nuovo arsenale di Sigonella.

Il progetto Ordnance Magazines è stato inserito all’interno del piano di investimenti finanziario per l’anno fiscale 2024 dell’European Deterrence Initiative (EDI), l’iniziativa di rafforzamento della presenza delle forze armate USA in Europa avviata da Washington in accordo con i partner della NATO a seguito dell’annessione russa della Crimea nel 2014. Si tratta di un budget di spesa di dimensioni abnormi, oltre 3,6 miliardi di dollari, che servirà ad accrescere il numero degli stazionamenti su base rotativa dei reparti terrestri e aeronavali delle forze armate USA e alla realizzazione di nuove infrastrutture militari e depositi di stoccaggio armi e munizioni. “I programmi EDI previsti per il 2024 continueranno a rafforzare le capacità e la prontezza delle forze USA, degli alleati NATO e dei partner regionali nel rispondere nel modo più rapido ad ogni aggressione nell’area di intervento dell’U.S. European Command e contro le minacce transnazionali da parte degli avversari regionali alla sovranità territoriale degli alleati NATO”, spiega il portavoce del Pentagono.

“Le priorità difensive per scoraggiare gli attacchi strategici contro gli Stati Uniti d’America e i suoi alleati e partner consentono di rafforzare gli sforzi di collaborazione e la robusta deterrenza contro l’aggressione russa”, aggiunge Washington. “Grazie ai prossimi finanziamenti dell’European Deterrence Initiative si potenzierà la postura di sicurezza in Europa e la rapidità di difesa contro l’aggressione della Russia alle nazioni NATO, saranno riempiti i siti preposizionati (con reparti, mezzi di guerra, armi e munizioni, ndr), così come potranno essere svolte le attività addestrative e le esercitazioni per assecondare i cicli rotativi (…) Il budget 2024 dell’EDI continua a puntare agli investimenti nella deterrenza integrata, nelle campagne e negli interveti che costruiscono vantaggi duraturi”.

Per la cronaca, il progetto di Sigonella è l’unico predisposto dal Dipartimento della Marina USA nell’ambito del capitolo di spesa per il “potenziamento infrastrutturale” (complessivamente si tratta di opere per 544,2 milioni di dollari). “Le risorse per rafforzare le infrastrutture e le facility in tutto il teatro europeo forniscono ai nostri alleati e partner e ai potenziali avversari una chiara indicazione dell’impegno a lungo termine degli Stati Uniti d’America in Europa”, spiega il Pentagono. “L’accesso a infrastrutture robuste in località strategiche è essenziale per il supporto delle attività e delle operazioni. I miglioramenti pianificati assicurano il pronto intervento e diverse attività ed eventi militari nella regione e rafforzano le funzioni di mobilità, accoglienza, stazionamento, proiezione e integrazione congiunta (JRSO&I)”. Nello specifico il pacchetto finanziario sarà destinato prioritariamente al potenziamento delle infrastrutture destinate ad ospitare equipaggiamenti, munizioni e carburante; delle basi per le unità inviate a rotazione; dei poligoni e dei centri addestrativi; degli scali aeroportuali; delle reti d’intelligence e dell’architettura di sorveglianza. (4)

“La missione primaria di NAS Sigonella è quella di assicurare le attività operative consolidate e logistiche avanzate e i centri di comando, controllo e amministrativo a supporto delle forze armate USA e di altri paesi NATO”, si legge nella scheda inviata al Congresso dal Dipartimento di US Navy. “Sigonella supporta i vari squadroni aerei multi-funzioni e multi-nazionali in transito a rotazione. La facility presente nella baia di Augusta (Siracusa) assicura il rifornimento di carburante e viveri alle unità da guerra della VI Flotta e alle navi di supporto logistico. Anche la stazione di telecomunicazioni (a Niscemi, ndr) e il Pachino Target Range forniscono il supporto alla flotta USA. Inoltre NAS Sigonella è il punto di rotta per il transito di personale militare e dei voli cargo attraverso l’Europa, l’Africa e l’Asia sud-occidentale”.

Nella grande stazione aeronavale, sede di quasi una quarantina di comandi operativi delle forze armate degli Stati Uniti d’America e centro nevralgico per le operazioni dei droni-spia e killer USA e NATO, proliferano intanto i cantieri infrastrutturali. Dopo che lo scorso anno è stato completato un maxi-hangar per il ricovero e la manutenzione dei nuovi pattugliatori marittimi P-8A “Poseidon” di US Navy (costo 26,5 milioni di dollari) (5), a breve saranno realizzate le vie di rullaggio e i piazzali destinati a questi velivoli che sono impiegati quotidianamente in operazioni di intelligence e sorveglianza della flotta russa nel Mar Nero e dei sottomarini nucleari di Mosca in transito nel Mediterraneo. Per la realizzazione delle nuove taxyway per i “Poseidon” sono stati stanziati 66.050.000 dollari.

Nella primavera 2024 entrerà in funzione anche una nuova Stazione di telecomunicazioni satellitari. “L’infrastruttura nella Naval Air Station di Sigonella, per cui è prevista una spesa di 42 milioni di dollari, comprenderà pure una facility per le informazioni sensibili e riservate e consentirà di effettuare comunicazioni – vocali e di dati – più sicure e affidabili alle unità navali, sottomarine, aeree e terrestri di US Navy”, spiega il Pentagono. Imponente anche il costo delle apparecchiature elettroniche e dei sistemi di comando, controllo, comunicazione ed intelligence che saranno installati nella stazione satellitare: 57 milioni di dollari. Il nuovo centro opererà sotto il Comando della U.S. Naval Computer and Telecommunications Station (NCTS) Sicily, che supporta le comunicazioni critiche delle forze armate USA, NATO e delle coalizioni alleate che operano nelle regioni sotto la responsabilità dei comandi di US Africom, CENTCOM ed EUCOM. (6)

E’ inoltre in progettazione la modernizzazione delle infrastrutture e dei sistema di atterraggio nelle piste della base (il contratto di design ha il valore di 3.610.000 dollari), mentre a metà luglio sarà bandita la gara per realizzazione il nuovo quartier generale delle unità cinofile dei marines USA impiegate in operazioni “anti-terrorismo” e nella ricerca e rimozione di munizioni ed esplosivi (costo 5.900.000 dollari) (7). Pagine Esteri.

NOTE E LINK

1 secnav.navy.mil/fmc/fmb/Docume…

2 globalsecurity.org/military/op…

3 https://govtribe.com/award/federal-contract-award/delivery-order-n6247018d4011-n6247020f5598

4 https://comptroller.defense.gov/Portals/45/Documents/defbudget/FY2024/FY2024_EDI_JBook.pdf

5 stripes.com/theaters/europe/20…

6 https://www.academia.edu/95984074/Sicilia_isola_delle_armi

7media.defense.gov/2023/Feb/01/…

L'articolo Sigonella, la maxi polveriera di Stati Uniti e Nato in Sicilia proviene da Pagine Esteri.

#881


Emma Tricca - Aspirin Sun


🎧 #RECENSIONE:

👉 Emma Tricca - Aspirin Sun

«Aspirin Sun» è un disco mattutino: di folk psichedelico mattutino, forse un po’ insonne. È folk cinematografico, se mi passate il termine, ideale colonna sonora di un vecchio film

@Musica Agorà

iyezine.com/emma-tricca-aspiri…

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F-104, F-35 e oltre. Ulmer (Lockheed) racconta il legame con l’Aeronautica


La storia che lega l’azienda statunitense all’Italia dura da più di sessant’anni ed è costellata da importanti collaborazioni con realtà italiane di rilievo, tra cui Leonardo e Fincantieri. In particolare, con il gruppo di piazza Monte Grappa, Lockheed Ma

La storia che lega l’azienda statunitense all’Italia dura da più di sessant’anni ed è costellata da importanti collaborazioni con realtà italiane di rilievo, tra cui Leonardo e Fincantieri. In particolare, con il gruppo di piazza Monte Grappa, Lockheed Martin collabora nella costruzione dell’F-35, continuando una tradizione di cooperazione in campo aeronautico che lega il gigante industriale statunitense anche all’Aeronautica militare italiana. Di questa storica partnership Airpress ne ha parlato con Greg M. Ulmer, vice presidente esecutivo della divisione Aeronautica di Lockheed Martin.

Presidente, l’Aeronautica militare italiana ha da poco compiuto il suo primo secolo di vita. La Forza armata è sicuramente legata a Lockheed Martin da molto tempo. Ci può descrivere questa partnership?

Innanzitutto, a nome di Lockheed Martin, voglio esprimere i nostri auguri all’Aeronautica militare per l’eccezionale traguardo raggiunto dei cento anni di attività per la sicurezza dell’Italia e dei suoi interessi nazionali. Per noi, l’Italia non è solo un partner prezioso, ma anche una componente aerea fondamentale all’interno della Nato, che fornisce all’Alleanza una presenza aerea avanzata oggi e per gli anni a venire. Con l’Italia ci lega un rapporto che dura da decenni. Durante questo periodo abbiamo celebrato molte pietre miliari della tecnologia aerospaziale all’avanguardia. Una di queste è il Lockheed F-104, che ha segnato l’ingresso dell’Italia nell’era dei jet militari. L’aereo ha servito l’Aeronautica in varie configurazioni dagli anni Sessanta fino all’inizio del XXI secolo, registrando circa un milione di ore di volo.

E oggi?

L’Italia si posiziona come uno degli alleati europei più capaci e fidati degli Stati Uniti, anche grazie ai nostri sistemi di difesa più all’avanguardia, tra cui naturalmente il caccia stealth F-35 e il C-130J. Non solo siamo pienamente impegnati a proteggere la sicurezza nazionale dell’Italia e a promuovere la sicurezza del XXI secolo per i decenni a venire, ma sosteniamo anche il rafforzamento del Paese dall’interno. In qualità di partner del programma F-35 Lightning II, l’industria italiana è pienamente coinvolta nel programma F-35 per i prossimi trent’anni: dalla produzione di parti critiche, all’assemblaggio finale e all’accettazione in volo di entrambi i modelli F-35A e F-35B, fino alla manutenzione pesante regionale, alla riparazione, alla revisione e al lavoro di aggiornamento.

Sta crescendo il numero di Paesi europei che selezionano l’F-35 per le proprie difese aeree, e molti di questi hanno espresso interesse per il sito di assemblaggio italiano di Cameri. Si prevede che entro il 2030 nel Vecchio continente saranno stanziati oltre 550 apparecchi, 90 dei quali italiani. Che impatti avrà questo sull’Europa e sulla Nato?

Il contributo dell’F-35 al potere aereo integrato della Nato è un importante esempio che illustra il nostro impegno nel sostenere una maggiore interoperabilità tra i membri europei dell’Alleanza. Ad oggi, otto membri europei della Nato fanno già parte del programma F-35, mentre la Grecia e la Repubblica Ceca hanno annunciato ufficialmente l’interesse a partecipare al programma. Il caccia fornisce un effetto rete integrato in tutta la Nato che si allinea con l’approccio di Lockheed Martin alla sicurezza del XXI secolo, in quanto diversi alleati stanno aggiornando le loro flotte di quarta generazione con le capacità avanzate di quinta, elementi cruciali per la deterrenza in caso di necessità.

E per quanto riguarda il nostro Paese?

L’Italia, con quello che è attualmente il più grande programma europeo di F-35, svolge un ruolo essenziale in questo senso e lo ha dimostrato recentemente come nazione ospitante dell’esercitazione su larga scala Falcon Strike, incentrata sull’integrazione dei velivoli di diversi utilizzatori alleati e sull’integrazione dei velivoli di quinta e quarta generazione. Con la crescita della flotta globale e della rete di operatori, la potenza delle capacità avanzate dell’F-35 combinata con le conoscenze condivise tra diversi Paesi, sta rafforzando la sicurezza, aumentando la capacità di deterrenza della Nato e dando la possibilità alle forze alleate di muoversi in uno spazio di battaglia contestato senza essere individuate.

Oltre l’F-35, l’Aeronautica italiana è anche uno dei maggiori operatori di C-130J in Europa…

I C-130 sono in servizio con l’Aeronautica italiana da 53 anni, e oggi l’Arma azzurra gestisce una delle più grandi flotte di Super Hercules al mondo, uno dei primi operatori del velivolo. Personalmente, ho fatto parte del programma C-130 quando abbiamo consegnato i primi “Super Herc” all’Italia, un momento importante, che rimane un punto di orgoglio per il nostro team. Quando un Paese utilizzatore dei C-130 sceglie di ricostituire la propria flotta con i Super Hercules, dimostra la partnership e la fiducia che riposta nella nostra realtà.

Quali sono le capacità del C-130J e qual è il suo impatto di lungo periodo in Europa?

Il Super Hercules è conosciuto come il “cavallo da tiro del mondo” e si è guadagnato questa reputazione grazie alla sua presenza globale, alla sua versatilità e alle sue prestazioni. Gli equipaggi dell’Aeronautica militare hanno convalidato la sua reputazione attraverso il supporto militare regionale, di mantenimento della pace, umanitario e di soccorso in caso di disastri naturali con i suoi C-130J-30 da trasporto aereo tattico e i KC-130J aviocisterne tattiche. Dall’assicurare la consegna di rifornimenti critici alle basi operative avanzate al rifornimento di mezzi aerei e terrestri, fino alla consegna di speranza e aiuti, i Super Herc italiani riflettono la missione dell’Aeronautica militare di servire l’Italia “con il valore fino alle stelle”, come recita il suo motto.


formiche.net/2023/04/ulmer-loc…



📚 Oggi, 23 aprile, è la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore. Nel 1996 l’Unesco ha organizzato un evento per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright.


Da Mosca a Pechino ecco le nuove sfide per la deterrenza Nato


Si avvicina sempre più il prossimo vertice Nato, che si terrà a luglio a Vilnius in Lituania. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina sono molte le sfide in corso per la sicurezza dell’Alleanza atlantica, dalla deterrenza alla minaccia rappresentata da Pechin

Si avvicina sempre più il prossimo vertice Nato, che si terrà a luglio a Vilnius in Lituania. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina sono molte le sfide in corso per la sicurezza dell’Alleanza atlantica, dalla deterrenza alla minaccia rappresentata da Pechino. Di fronte a un tale quadro, l’Alleanza intende impiegare nuovi strumenti per garantire il proprio vantaggio tecnologico, rendendosi capace di affrontare le minacce in modo sicuro ed efficace. Queste sono state le considerazioni da cui è partito l’evento “La deterrenza della Nato dopo l’Ucraina. Verso il Vertice di Vilnius”, realizzato da Formiche e Airpress in collaborazione con la Nato Public diplomacy division. L’iniziativa ha visto la partecipazione del Capo della Sezione relazioni pubbliche della Nato Public diplomacy division, Nicola de Santis, dell’ambasciatore e presidente della commissione Politiche Ue del Senato, Giulio Terzi di Sant’Agata e del direttore della Nato defense college foundation, Alessandro Politi, moderati dal direttore di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe.

Ucraina e deterrenza

Quello che si ritrova a dover fronteggiare la Nato è dunque un quadro geopolitico e di deterrenza complesso, che rende ancora più sfidante raggiungere l’obiettivo di continuare a garantire la difesa e la sicurezza dello spazio euro-atlantico. “Storicamente la deterrenza è un elemento fondante della strategia sia politica sia militare dell’Alleanza”, ha spiegato de Santis. Come ha ricordato, “è intrinseca nella dimensione difensiva della Nato” e “deterrenza e dialogo sono due gambe indispensabili per prevenire il rischio di una guerra”. “Il concetto di deterrenza dell’Alleanza, da Madrid in poi, è soggetto a un approfondimento, a un adattamento al nuovo contesto di sicurezza”, ha spiegato de Santis. La Nato infatti ha dovuto “rivedere, attraverso il Concetto strategico di Madrid, la propria strategia di deterrenza nucleare, anche tenendo di conto di minacce quali la Corea del Nord, l’Iran e la stessa Cina che oggi si rifiuta ancora di condannare l’aggressione contro l’Ucraina da parte della Federazione Russa”, ha proseguito. Secondo Terzi è bene sottolineare come la deterrenza sia un concetto sfaccettato: “Deterrenza come posizionamento e dissuasione e anche come capacità di punire l’aggressore”. E in un contesto in cui “è difficile non parlare di una guerra contro l’Europa” sta emergendo “una nuova architettura di sicurezza occidentale”.

Cooperazione Ue-Nato

Di fronte all’accresciuta minaccia allo spazio euro-atlantico, aumenterà inoltre il livello di cooperazione tra l’Unione europea e l’Alleanza Atlantica per garantire la difesa del Vecchio continente, pur rispettando l’autonomia e le diverse capacità delle due organizzazioni in un’ottica di complementarietà. “La complementarietà tra Nato e Ue è un elemento ancora importante, dal 1991 a oggi si è proceduto in questa direzione e lo abbiamo già visto ad esempio con la sincronizzazione delle riunioni di altissimo livello tra Consiglio atlantico e Consiglio europeo, le riunioni tra Stoltenberg e von der Leyen. Questa dimensione verrà con gran probabilità rafforzata a Vilnius”, ha raccontato de Santis. Ma cos’è quindi la dimensione europea della narrativa atlantica e viceversa? Cerca di rispondere l’ambasciatore Terzi parlando di “un unicum, un insieme che si sta rafforzando”.

Le altre sfide: l’Indo-Pacifico

In uno scenario globale sempre più instabile, la Nato è anche impegnata a tener d’occhio la sfida proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese. Particolarmente preoccupante in questo senso è la cooperazione sempre più stretta tra la Cina e la Russia, così come il loro tentativo comune di sfidare l’attuale ordine internazionale basato sulle regole. Secondo Politi “vi è un dibattito fortissimo negli Stati Uniti su cosa veramente debbono fare gli europei nell’Indo-Pacifico”. Come ha precisato infatti il direttore, di Indo-Pacifico nella Nato se ne parla ufficialmente soltanto a partire dal 2022 con la dichiarazione di Madrid e poi il Concetto strategico, mentre altri Paesi, quali gli Stati Uniti, ne parlano ben da prima, fin dal 2011, così come anche Australia e Giappone. Nonostante il “ritardo” dell’Alleanza, ora non vi è più tempo da perdere.


formiche.net/2023/04/deterrenz…



Oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra, #EarthDay 🌍 una grande manifestazione a livello mondiale dedicata alla tutela dell’ambiente.

🌱 La scuola secondaria Don G.




Cinque step per migliorare la tua privacy da zero


Una breve guida for dummies per diminuire i rischi di violazione di dati, infezioni malware e furto d'identità. Puoi farcela anche tu.

Hai una sola email storica, magari con qualche nome strano tipo franchinoforever77? Usi quella email da 13 anni per iscriverti a ogni social, sito web, e-commerce e community possibile — rigorosamente usando sempre la stessa password, che è una variazione del grande classico password123?

Ricevi milioni di email di spam con principi nigeriani e agenti dell’agenzia delle entrate che ti chiedono di cliccare su quel link verde fosforescente? Almeno una volta all’anno ti becchi qualche virus che ti costringe a portare il pc in assistenza?

O magari sei una persona che vorrebbe capire come vivere il mondo digitale senza farsi fregare ma non hai voglia di capire cosa e come?

Ecco, allora forse questo è l’articolo per te.

Prima però, iscriviti a Privacy Chronicles se non l’hai già fatto!

Si fa presto a parlare di privacy…


Si fa presto a parlare di privacy online (ha ancora senso specificare online?), ma il grande problema è che guadagnarsi un livello minimo di privacy richiede un certo sforzo e lavoro. Internet non è fatto per garantire alcun tipo di privacy, e spesso lo stesso può dirsi per gli strumenti che usiamo ogni giorno.

Fare il primo passo spesso è lo sforzo più grande, ma ti assicuro che una volta passati da 0 a 1, poi è più o meno tutto in discesa.

Molte persone credono che impegnarsi per avere privacy online equivalga a mettersi un cappuccio in testa, installare una distro Linux con qualche nome esotico impossibile da usare e metterci tre ore per scrivere una e-mail. Questo provoca uno stato d’ansia e frustrazione che spinge le persone a non fare proprio niente.

…ma tra il dire e il fare…


Prima di tutto, evitiamo isterismi. No — non ci sono gruppi criminali particolarmente interessati a ciò che fai, e no — CIA, KGB e FBI non ti stanno spiando, almeno non direttamente.

Detto questo, il modo migliore di approcciare la questione è usare la metodologia di OpSec (operations security) che possa aiutarci a creare il nostro threat model. Vale a dire, quello di cui vi ho già parlato qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Threat modeling, l'arte di valutare i rischi

Come faccio a proteggere la mia privacy? Questa è la domanda che tutti prima o poi ci facciamo. È una domanda vaga e generale che in realtà ha poco senso e non ci porta da nessuna parte. Prima ancora della risposta, dobbiamo quindi pensare alla giusta domanda. Per farlo, dobbiamo avere una metodologia e dei criteri oggettivi che possano guidare la nostra ricerca delle giuste domande e risposte. Questa metodologia si chiama…
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a year ago · 2 likes · Matte Galt

Mi rendo conto però che anche parlare di OpSec e thread modeling possa essere un ostacolo per chi parte proprio dallo zero assoluto, quindi oggi mi prodigherò per dare qualche consiglio pratico su come iniziare.

From zero to hero


Lo scenario di threat modeling per stavolta te lo faccio io.

Partiamo dal presupposto che probabilmente non sei a zero, ma a -10. Come minimo, da qualche parte qualcuno ti avrà rubato l’indirizzo email e magari pure qualche altro tipo di dato. Magari sul tuo PC c’è anche qualche malware perché ti piace scaricare e cliccare su qualsiasi .exe a portata di mano.

  • Asset da proteggere: informazioni personali, dati di contatto, comunicazioni.
  • Minacce e avversari: violazioni di dati, malware, furto d’identità. Gli avversari in questo caso sono gruppi criminali che sfruttano vulnerabilità e logiche industriali per tentare di compromettere sistemi informativi su larga scala.
  • Vulnerabilità: riutilizzo di email e password (anche con la stessa combinazione), sistemi non aggiornati e/o infetti da malware, dati e comunicazioni in chiaro (non cifrati).
  • Rischio: senza stare a calcolare precisamente, possiamo dire che siamo di fronte a un rischio medio: è plausible che un avversario possa sfruttare una vulnerabilità, ma le conseguenze sarebbero comunque gestibili nella maggior parte dei casi. Tra le conseguenze potremmo annoverare spam, furto di account social, malware, tentativi di frode.
  • Contromisure: quelle adesso le vediamo insieme…

Contromisura 1: evita la diffusione del tuo indirizzo email e minimizza l’esposizione


Il tuo indirizzo email è il tuo alias online. Ancor prima di essere uno strumento per ricevere messaggi, è un modo per creare account e autenticarsi su migliaia di servizi diversi, spesso anche molto sensibili.

Avere un indirizzo email compromesso significa aumentare di molto il rischio di subire violazioni e attacchi (phishing, tentativi di scam e virus).

Prima di tutto, verifica quindi se la tua email è compromessa. Per farlo visita haveibeenpwned.com e inserisci nel campo di testo il tuo indirizzo email. Se il risultato è una cosa del genere, potresti avere qualche problema:

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Puoi fare almeno due cose per migliorare di molto la situazione:

  • Sarebbe il caso di cestinare quella email che ti ritrovi. Magari usando un provider privacy-friendly, senza tracking e profilazione, come Tutanota o ProtonMail. Metti in conto un’oretta del tuo tempo per aggiornare l’email dei tuoi account principali.
  • Per il futuro, evita di registrarti a ogni stupido sito con il tuo indirizzo email principale. Piuttosto, usa un servizio come Anonaddy o SimpleLogin che ti permettono di creare alias da usare al posto della tua email reale, mantenendo la possibilità di ricevere comunque comunicazioni e notifiche.

Così facendo avrai immediatamente e quasi a costo zero enormi vantaggi, sia in termini di rischio (la tua email sarà meno esposta) sia in termini di privacy, dato che i tuoi messaggi non saranno tracciati e profilati da Google e amici.

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Contromisura 2: usa un password manager e un app per l’autenticazione


La password è l’unica cosa che separa i tuoi dati e la tua vita dal mondo intero. Scoperta quella, è game over. Vale la pena prestare attenzione, perché ti assicuro che lì fuori c’è qualche bot che in questo momento sta cercando di crackare qualche tuo account. Una roba come password123 o p4sSwOrd123 può essere crackata in circa 0.02 secondi con gli strumenti di oggi.

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Sarebbe meglio evitare password semplici come questa e scegliere invece combinazioni che rimangano almeno nella zona gialla della matrice:

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Anche in questo caso ci sono delle contromisure molto semplici e utili da prendere, che aumentano anche a dismisura la qualità della vita:

  • Usa un password manager, possibilmente non in cloud, anche se sono comodi. Il mio preferito è KeePassX che può essere usato anche su Android. Il password manager può creare password complesse per te in modo automatico e memorizzarle in modo sicuro, così non dovrai neanche ricordarle. Basta fare copia-incolla quando serve.
  • Usa un’app per l’autenticazione multi-fattore. Questa è probabilmente la misura più importante di tutte, e non usarla nel 2023 è da sciagurati. L’autenticazione multi-fattore aggiunge un elemento in più di sicurezza per accedere ai servizi online: un codice temporaneo visualizzato su un dispositivo che solo tu possiedi, come il tuo smartphone. Questo significa che se qualcuno possiede email e password del tuo account homebanking, senza quel codice non potrà comunque accedere. Ce ne sono tante, Google Authenticator va benone.

Una buona prassi che vale sia per le password che per altre informazioni analoghe, come le seed words di un wallet Bitcoin è di non scriverle mai in chiaro né online. Evitare come la peste note e .txt vari con password e seed — e soprattutto mai conservarli in Cloud, che è il PC di qualcun altro.

Contromisura 3: backup & formatta il tuo PC


Sì lo so, formattare il PC è una rottura di palle, ma se finora hai installato qualsiasi monnezza ti capitasse a tiro potrebbe essere probabile che tu abbia almeno qualche spyware o malware sul pc.

Oggi è veramente semplice ed è pieno di guide online, così come è semplice fare un backup dei dati e delle preferenze e ritrovarsi poi un PC più o meno identico a come l’avevi lasciato. Il backup può essere gestito direttamente tramite Windows su un’unità di memoria separata oppure puoi farlo in Cloud. Una volta re-installato il sistema operativo sarebbe bene attivare subito un antivirus. Se non fai cose strane Windows Defender va più che bene.

A prescindere dalla formattazione, l’ideale è comunque avere sempre una copia di sicurezza dei tuoi dati più importanti in formato cifrato, soprattutto se decidi di conservarli in Cloud — che è il PC di qualcun altro. Cifrare i dati è facilissimo, e puoi farlo anche con un semplice .zip, che permette di cifrare i file con algoritmo AES-256. Ci vogliono tipo 7 secondi.

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Contromisura 4: usa sistemi di comunicazione sicuri


Le comunicazioni sono forse la parte più importante del patrimonio informativo da proteggere. Quello che devi fare è capire prima di tutto che i servizi di messagistica integrati ai social network non sono strumenti di comunicazione sicuri. Anzi, sono strumenti direttamente monitorati dalle forze dell’ordine e dell’intelligence, come è stato dimostrato più volte anche coi Twitter Files12.

231924

Lo stesso vale per Instagram, Facebook, TikTok, e così via. Mai diffondere informazioni sensibili attraverso questi canali. La parte peggiore? Presto saranno sorvegliati legalmente e alla luce del sole a causa di leggi come il Chatcontrol.

Meglio preferire strumenti diversi con metodi di crittografia delle comunicazioni, come Signal o Telegram3. Ce ne sono anche altri, ancora migliori, ma hanno poca diffusione e sarai tu a valutare se e come usarli. Se preferisci Meta... anche Whatsapp è cifrato end-to-end.

Contromisura 5: minimizza la tua esposizione quando navighi online


Se ti piace viaggiare o sei uno di quelli a cui piace lavorare dalle poltroncine di Starbucks allora ti conviene imparare a usare una VPN, che è uno strumento molto utile per proteggere i tuoi dati di navigazione da occhi indiscreti e vulnerabilità di sicurezza tipiche delle reti pubbliche come quelle dei bar o degli hotel.

Inoltre, alcune VPN hanno strumenti di ad-blocking che possono anche aiutare a diminuire il rischio di beccarsi malware durante la navigazione.

Vale poi la pena considerare una VPN anche per ridurre l’esposizione dei nostri dati di traffico verso la sorveglianza di stato. Magari non lo saprai, ma molti stati (Italia inclusa) obbligano i provider di Internet e telefonia a tenere dati di navigazione a disposizione delle autorità per periodi di tempo anche molto lunghi. In Italia fino a sei anni.

E poi c’è la questione Tor, che si aggiunge agli strumenti utili per proteggere i dati di navigazione e anche oscurare la tua posizione geografica. Se vuoi saperne di più ne ho parlato in diverse occasioni.

Qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider

Le Virtual Private Networks (VPN) sono ormai uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Ma se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere…
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7 months ago · 6 likes · 10 comments · Matte Galt

E qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Meglio Tor o una VPN?

Qualche tempo fa abbiamo parlato di VPN (Virtual Private Networks) e di come queste possano essere utili per ottenere più privacy online e in qualche modo anche bypassare specifiche leggi di sorveglianza di massa (come quelle italiane). Un altro servizio per aumentare privacy e ottenere un certo livello di anonimato è…
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3 months ago · 7 likes · 2 comments · Matte Galt

Ci sei quasi


Così facendo il rischio di violazione dei tuoi dati e account, di avere infezioni malware o di subire furti d’identità diminuirà moltissimo. Poi sarà tutta discesa. L’importante è non sclerare e non passare da un eccesso all’altro. C’è sempre un trade-off tra sicurezza e comodità, ma non può esserci sicurezza senza comodità, perché tutti ricerchiamo costantemente ciò che ci è più semplice fare.

1

Twitter Files 1

2

Twitter Files 2

3

La crittografia end-to-end per Telegram è abilitata di default solo per le “chat segrete” 1 to 1. Di norma la crittografia è invece client-server, cioè gli admin di Telegram hanno il potere di accedere alle comunicazioni.



MARGINI


Margini il film Descritta come una "sgangherata commedia punk" (nata dopo una gestazione di dieci anni) che si propone di raccontare la scena hardcore punk italiana, inizialmente concepita dai nostri come un tentativo di riproposizione cinematografica del libro

iyezine.com/margini



"La scelta di convogliare di default sulla tua istanza gli utenti dell'app ufficiale è sbagliata!" L'appello di Aral Balkan al fondatore di Mastodon Eugen Gargron

@Che succede nel Fediverso?

Carissimo @Eugen Rochko
Ti prego di rivalutare la decisione di incentivare la centralizzazione sul mastodon.social nell'app ufficiale.

Questo è il tipo di progettazione che una startup finanziata da Venture Capital avrebbe implementato, non una no-profit che agisce nell'interesse di un bene comune.

Sono sicuro che non vuoi che mastodon.social diventi un mini-Twitter e non desideri diventare un mini-Musk.

Non è così che vinceremo.

Più istanze, non più grandi istanze: questa è la chiave.

mstdn.social/@feditips/1102332…

#decentralisation #fediverse #staySmall


Dear @Gargron,

Please reevaluate your decision to incentivise centralisation on mastodon.social in the official app.

This is the sort of design a VC-funded startup would implement, not a non-profit acting in the interests of a healthy commons.

I’m sure you don’t want mastodon.social to become mini-Twitter and you don’t want to become mini-Musk.

That’s not how we win this.

More instances, not larger instances is the key.

mastodon.ar.al/@feditips@mstdn…

#decentralisation #fediverse #staySmall


Unknown parent

@Steffy anch'io preferisco il browser per tutti i servizi del fediverso, mastodon compreso. Tuttavia l'app di mastodon è ben fatta e altre come Fedilab ti danno anche la possibilità di seguire intere istanze. Inoltre l'utente standard di qualsiasi smartphone preferisce sempre l'app

@informapirata :privacypride: @Naixke :mastodon: @Eugen Rochko

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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
informapirata ⁂

@naixke saranno le mie origini venete, ma trovo decisamente intrigante un'app con un nome del genere... 😅

@steffy @notizie @Gargron



VV. AA - Urla dal Granducato Vol.3


Ha urlato Ginsberg e ha urlato anche Munch, hanno urlato le nostre mamme se, subito dopo aver passato la cera, ci vedevano entrare in casa con le scarpe bagnate ed infangate; pare abbia urlato anche il signor Sbravati  quando nel suo garage, facendo lavoretti da neo pensionato, si schiacciò un dito sette anni fa.

Chi scrive ha co-condotto per svariato tempo un programma radio titolato Urlatori Alla Sbarra (!) e non può che sentirsi affine a quello stuolo  agguerrito di giovani punx figli del Granducato di Toscana, i cui fasti vengono in questi giorni rinverditi da i sempre attenti ragazzi di Area Pirata, che ancora una volta pescano nel torbido di quegli anni irripetibili. @Musica Agorà

iyezine.com/vv-aa-urla-dal-gra…

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Le norme Covid usate per la repressione: studentessa condannata per una protesta | L'Indipendente

"La manifestazione si era svolta nell’ambito di una giornata nazionale di proteste a seguito della morte di Lorenzo Parelli, lo studente deceduto nel corso delle attività di alternanza scuola-lavoro, alla quale avevano aderito centinaia di migliaia di studenti. [...] La decisione di punire una sola persona nell’ambito di una manifestazione altamente partecipata spoliticizza il significato della protesta, riducendone la portata alla semplice responsabilità personale di un individuo o due."

lindipendente.online/2023/04/2…



La povertà è la quarta causa di morte della popolazione negli Stati Uniti | Diogene

"L’analisi ha rilevato che solo le malattie cardiache, il cancro e il fumo erano associati a un numero maggiore di decessi rispetto alla povertà. Obesità, diabete, overdose di droga, suicidi, armi da fuoco e omicidi, tra le altre comuni cause di morte, erano meno letali della povertà."

diogeneonline.info/la-poverta-…

fabiolinux reshared this.



Mad Kime design 2023


La collaborazione ormai consolidata tra In Your Eyes ezine, Incontroluce Serigrafia e Mad Kime propone anche quest’ anno il vostro capo dell’ estate.

Un capo elegante per la vostra estate super VIP.


iyezine.com/mad-kime-design-20…