FORUM PA – “State of Privacy ’22 – Follow up”
📌Cosedagarante| Domani parteciperò a partire dalle 11.30 al tavolo di lavoro “State of Privacy ’22 – Follow up” organizzato a FORUM PA Qui le informazioni
“Intelligenza artificiale, diritti, giustizia e pubblica amministrazione”.
📌Cosedagarante| Domani a partire dalle 9.00 avrò il piacere di intervenire a Palazzo Spada al Convegno organizzato dall’Ufficio studi e formazione della Giustizia Amministrativa “Intelligenza artificiale, diritti, giustizia e pubblica amministrazione”. Qui il programma completo ➡️lnkd.in/d_gRD4e4 Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Gerusalemme. Cala popolazione ebraica, cresce quella palestinese
della redazione
Pagine Esteri, 17 maggio 2023 – La maggioranza ebraica di Gerusalemme continua a ridursi nonostante l’alto tasso di natalità nel settore haredi (religioso ultraortodosso), secondo i dati diffusi dall’Ufficio centrale di statistica israeliano (CBS).
Alla fine del 2021, riferisce il CBS, i residenti erano complessivamente 966.200, di cui 576.600 ebrei, pari al 59,7% della popolazione totale, 375.600 arabi (38,9% del totale) – di cui 362.600 musulmani e 12.900 Cristiani – insieme a 3.500 cristiani non arabi (0,4%) e 10.500 residenti senza classificazione religiosa (1,1%).
La maggioranza ebraica della città è passata dal 60,4%, alla fine del 2020, al 59,7% alla fine del 2021. E si stima che sia ulteriormente scesa nel 2023. Si tratta del margine più stretto per la maggioranza ebraica nella città da quando nel 1967 Israele ha occupato militarmente la zona araba di Gerusalemme proclamandola unilateralmente e contro le leggi internazionali parre della sua capitale unita.
La comunità haredi costituisce circa il 48% della popolazione ebraica di Gerusalemme e circa il 29% della popolazione complessiva della città. Dei 322.800 ebrei di età pari o superiore a 20 anni che vivono a Gerusalemme, il 19% si dichiara come laico (62.400), il 25% tradizionalista (81.800), il 20% come religioso (65.600) e il 35% come haredi (113.100).
Nel 2021, l’età media tra i residenti di Gerusalemme era di 24,2 anni, con i ragazzi sotto i 14 anni che costituiscono il 33% della popolazione totale della città.
La città ha un alto tasso di fertilità complessivo, pari a 3,9. Tra le donne ebree a Gerusalemme il tasso di fertilità è 4,4, superiore a quello delle donne arabe a Gerusalemme, pari 3,1.
Nel 2021, il 39% delle famiglie che vivevano a Gerusalemme (125.900) era al di sotto della soglia di povertà, insieme al 51% dei bambini (202.400).
Il tasso di povertà a Gerusalemme è particolarmente alto: il 21% delle famiglie e il 28% dei bambini. La povertà a Gerusalemme è diffusa tra le popolazioni haredi e nei quartieri arabi. Pagine Esteri
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Data Breach in Malta: Company must disclose source within 20 days or face penalties
Violazione dei dati a Malta: L'azienda deve rivelare la fonte entro 20 giorni o incorrere in sanzioni L'Autorità maltese per la protezione dei dati (IDPC) ha intrapreso un'azione decisiva contro C-PLANET, la società informatica responsabile di una violazione dei dati degli elettori a Malta.
Pubblicata oggi la newsletter settimanale DigitalBridge di Marc Scott, giornalista di Politico ci racconta l'emulazione tra Whashingon e Bruxelles, l'ottimismo di MozillaMan e la nuova AD di Twitter, oltre a tanto altro
— Washington e Bruxelles si stanno scopiazzando pesantemente l'una dall'altra sui social media e sulle regole dell'intelligenza artificiale.
— Mark Surman della Mozilla Foundation spiega perché è ottimista riguardo alla regolamentazione della tecnologia e perché i politici devono andare avanti con le leggi sull'IA.
— Twitter ha un nuovo amministratore delegato: Linda Yaccarino, ex Fox News. Ecco tre questioni politiche urgenti da affrontare: rapporti con i governi, ricostruzione del management e trasparenza sulle tante elezioni del 2024
— IL SUMMIT ANNUALE DEL G7 prende il via venerdì a Hiroshima, in Giappone, l'incontro annuale dei leader delle più grandi democrazie occidentali. Ci stiamo concentrando su Taro Kono , ministro della trasformazione digitale del Giappone ed ex ministro degli affari esteri e della difesa
— L'autorità garante della concorrenza italiana ha accusato Apple di aver abusato della propria posizione dominante nel mercato delle app per favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrentii
— La legge europea sull'IA è un buon primo inizio, ma la recente bozza del Parlamento europeo non riesce a definire chiaramente quale gestione del rischio è necessaria per specifici casi d'uso dell'IA
— I governi, da Washington a Bruxelles a Pechino, si stanno sempre più integrando nella definizione degli standard tecnici delle tecnologie emergenti in modi che portano la geopolitica in discussioni politiche traballanti in tutto il mondo
Qui la newsletter completa
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Secondo un nuovo documento datato 12 maggio e visionato da EURACTIV, la maggioranza del Consiglio dei ministri dell'UE sembra favorire l'espansione della scansione dei messaggi privati alle comunicazioni audio per rilevare materiale di abusi sessuali su minori.
Le implicazioni dell'estensione dell'ambito degli ordini di rilevamento all'audio sono potenzialmente di vasta portata, a partire dal fatto che si sta ancora determinando se ciò riguarderà anche i messaggi vocali o le telefonate.
Secondo una fonte del settore delle telecomunicazioni che ha parlato con EURACTIV sotto condizione di anonimato, includere le comunicazioni audio sarebbe estremamente negativo, non solo per la privacy delle conversazioni ma anche per la sicurezza dell'intera rete.
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1946-2023: i 77 anni dello statuto speciale della Regione Siciliana – 17 maggio 2023
Secondo appuntamento del ciclo di incontri organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi a celebrazione dei 77 anni dello Statuto Speciale della Regione Siciliana
Mercoledì 17 maggio 2023 – ore 16.00
Villa Piccolo – Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella
S.S. 113, km 109, 98071 Capo d’Orlando (ME)
Relatori: Andrea Pruiti Ciarello, Gian Marco Bovenzi
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“Non diamoci del tu”, Benedetto a Pescara con il saggio sulla separazione delle carriere – Il Centro
Giornale Il Centro
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Al via la seconda giornata di Forum PA!
Il Ministro Giuseppe Valditara sarà presente oggi alle 14.30, nell’Arena del Forum, dove si parlerà delle novità in campo per la scuola, a partire dal Piano di semplificazioni recentemente approvato.
Ereditare
Per i beni che si ricevono in eredità, l’Italia è un paradiso fiscale. E siccome i paradisi sono migliori degli inferni, sarebbe bello goderselo. Se non fosse che quel paradiso coabita con l’inferno della pressione fiscale complessiva, aggravato da un’elevata evasione fiscale, il che rende l’inferno degli onesti ulteriormente demoniaco. Paghiamo meno degli altri europei sulle eredità, ma ereditiamo un sistema fortemente squilibrato, tassando alla grande il lavoro e meno le rendite. E mentre la tassazione del lavoro è progressiva – come la Costituzione vuole (articolo 53) – il resto non lo è. Il che avvantaggia i patrimoni più ricchi.
Il valore netto di quel che si riceve in eredità, quindi detratti eventuali debiti, è esente da tassazione fino a 1 milione di euro. Dopo di che si paga il 4% fisso, non progressivo. In tutti i grandi Paesi europei la franchigia è inferiore e l’aliquota superiore. Ma, ripeto, non c’è motivo di volersi allineare. O forse c’è, ma va cercato nella distribuzione del peso fiscale.
Quanti studiano i sistemi fiscali osservano gli effetti dell’andamento demografico sul prelievo, presente e futuro. Da ultimo circola un approfondimento del Joint Research Centre, che fa capo alla Commissione europea. Parentesi: la Commissione Ue non tassa nessuno; la materia fiscale non è di competenza Ue; gli studi si riferiscono alla sostenibilità dei rispettivi sistemi di riscossione e spesa; è privo di senso lamentarsi perché in Ue c’è concorrenza fiscale e poi lamentarsi per ogni suggerimento di omogenizzazione fiscale. Ma capisco che già si fa troppo complicato per chi ama la propaganda a tre palle un soldo, con il soldo che manco è proprio ma del contribuente. Tutti quegli studi convergono sull’ovvio: se i lavoratori diminuiscono di numero, aumentando gli ex lavoratori che percepiscono una rendita (denominata pensione) i soldi si dovrà andarli a prendere da un’altra parte, ad esempio nei patrimoni ereditati.
Per chi, come noi in Italia, tassa forsennatamente il lavoro e abita paradisi per le successioni, quell’effetto di spiazzamento diventa ancora più grande. Ed è questa la ragione per cui vale la pena pensarci, non perché lo chiede questo o quello. Che, peraltro, non fa che argomentare l’evidenza.
Pensarci non significa tassare di più. Anzi, direi che è a non pensarci che si dovrà poi tassare di più. Che fare? I grandi patrimoni si organizzano da soli, con attrezzati consulenti fiscali. Essendo poco tassati, quando evadono lo fanno per vocazione. I patrimoni familiari sono, per lo più, composti da immobili e qualche risparmio. Gli immobili subiscono anch’essi l’effetto della leva demografica, sicché sempre meno cittadini ereditano sempre più case, che non è affatto detto si trovino dove servono loro. Ciascuno, con quel che è proprio, fa quello che gli pare, ma il patrimonio è anche un costo e quando erode una parte eccessiva dei guadagni non ha senso chiedere bonus e defiscalizzazioni, perché si traducono in maggiore pressione fiscale sui guadagni da lavoro. Mentre è ragionevole non favorire l’immobilizzazione del patrimonio, favorendone la rimessa in circolazione. Quindi aggiornamento del catasto (anche per beccare gli evasori), riqualificazione per evitare di muoversi fra ruderi, messa a reddito o vendita. Ma siccome ciascuno deve continuare a fare quel che vuole, tassare maggiormente quel che non si è guadagnato rispetto a quel che si guadagna non è che sia una bestemmia. Tanto più che ci pensava anche Luigi Einaudi, non propriamente un bolscevico.
L’obiettivo, però, non deve essere quello – perverso – di inseguire la spesa con il gettito, bensì quello di far scendere la spesa corrente per diminuire il bisogno di gettito. Che non significa meno sanità, ma migliore spesa sanitaria e minore regalia di pensioni non basate su contributi versati. Altrimenti si ricevono in eredità squilibri e debiti, solo che – al contrario di quel che avviene in privato – in questo caso non è possibile rinunciare all’eredità.
L'articolo Ereditare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
EuroPace
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non parla e non viaggia per tenere normali rapporti fra Stati. La sua è una condizione molto particolare: guida il Paese che sta combattendo contro un’aggressione, utilizzando le nostre armi. Ma la sua condizione ha anche un altro aspetto: guida un popolo che sta dando il suo sangue, per evitare che per difendere i nostri interessi e il nostro ordine internazionale si debba versare il nostro sangue. Per questo è stata avviata la procedura accelerata d’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, affinché si tratti di armi e di sangue fra concittadini.
Ma c’è ancora un altro aspetto che caratterizza le numerose visite dei governanti europei in Ucraina e questa di Zelensky in Italia e in altri Paesi dell’Ue: l’aggressione russa ha creato un collante schiettamente politico fra europei, dando all’Unione un ruolo e un peso internazionali che non aveva. E ha creato un discrimine che non assorbe le altre – numerose e positive – differenze politiche fra partiti e culture europee, ma le sovrasta: il sostegno all’Ucraina è il comune denominatore di tutte le forze che non si sono allineate ai desideri dell’invasore russo. E questo cambia la storia.
Il maggior sostegno agli ucraini è giunto e giungerà dagli Stati Uniti. Anche in questo la scelta di Putin è stata suicida, visto che venivamo da anni in cui l’Atlantico s’era allargato. Ma la scelta immediata di tutte le democrazie occidentali, di non offrire alcuno spiraglio alle divisioni, è quella che ha segnato la sconfitta, militare e politica, della Russia. Non oggi, ma il giorno dopo la criminale invasione. Putin ha investito, soldi e influenze, sulle nostre divisioni, ma ha perso la scommessa e a dividersi è il suo mondo. Posto ciò, che non è affatto poco, ci sono tre cose che sappiamo fin dall’inizio. Tre cose imprescindibili per una pace che stabilizzi l’ordine internazionale.
1. La partita non si gioca sul campo di battaglia. Su quello la carneficina può andare avanti ancora a lungo. Gli aiuti occidentali servono proprio ad evitare che la supremazia bellica e numerica della Russia si traduca nella sua vittoria. Nel corso della guerra, inoltre, abbiamo imparato che militari e mercenari russi non difettano in ferocia, non lesinano crimini, ma sono l’opposto di un’armata invincibile, tarlati dalla corruzione e compensanti l’impreparazione con la strage dei loro giovani. La pace, comunque, non arriverà dalle trincee.
2. È rilevante il ruolo cinese. Su quel fronte l’iniziativa di pace è stata europea, cosa di cui va reso merito al presidente francese, Emanuel Macron, e alla non irrilevante e contemporanea iniziativa della Commissione europea, con Ursula von der Leyen. La Cina, dal canto suo, coglie due opportunità: usa il suicidio di Putin per nuocere all’Occidente e incassa da quel suicidio influenza asiatica, che si espande. Quindi la Cina non è in ritardo, ma sincrona ai propri interessi. Il ruolo delle nostre diplomazie è chiarire i limiti di quell’imperiale ambizione. Quando sarà messa a fuoco la pace sarà vicina e tutto si potrà negoziare.
3. Ma questo porta alla terza evidenza: la Russia ne uscirà politicamente distrutta e militarmente umiliata. Il pericolo è che il sapore della fine inneschi il desiderio di distruzione atomica, ma non lo si contiene cedendo. In quel modo lo si incentiva. Ciò significa che, finita questa storia, toccherà a noi occidentali difendere gli interessi e l’identità dei russi, altrimenti destinati al vassallaggio cinese. Cosa che è contro i nostri interessi e contro l’equilibrio dell’intera area. Il russofobo è Putin.
Zelensky, che oggi arriva a Roma, non è, quindi, un ospite straniero da onorare, ma un pezzo della nostra storia e del nostro futuro, che abbiamo il dovere e l’onere di difendere.
In quanto al rifiuto della guerra, che anima anime per niente belle: lo dicano a chi l’ha scatenata. Far vincere l’aggressore non porta alla pace, ma alla peggiore delle guerre. Pacifisti siamo noi, che ci sentiamo ucraini.
L'articolo EuroPace proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Ben(e)detto – 17 maggio 2023
L'articolo Ben(e)detto – 17 maggio 2023 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
In Cina e Asia – La ripresa economica cinese potrebbe richiedere più del previsto
La ripresa economica cinese potrebbe richiedere più del previsto
Cina, chiude un’altra organizzazione per i diritti Lgbq+
Biden riduce la visita in Asia, e salta il Quad
Arrestato a Shanghai il centrocampista sudcoreano Son Jun-Ho
Sentenza fino a 4 anni di carcere per gli attivisti pro-democrazia di Hong Kong
Hong Kong, le biblioteche pubbliche cancellano il massacro di Tiananmen
Gli Usa avviano procedimenti penali contro il furto di tecnologia
La ripresa economica cinese potrebbe richiedere più del previsto
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A Shanwei un esercito arrabbiato di rider contro Meituan
Dopo lo sciopero dei rider a Shanwei aumenta la paga per le consegne, ma la compagnia porta in città un camion di crumiri, e lega il compenso alla valutazione dei lavoratori da parte degli utenti sull’app
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AMBIENTE. Isabella Pratesi (Wwf): il 68% degli ecosistemi italiani è in pericolo
di Daniela Volpecina
Pagine Esteri, 16 maggio 2023. Migliaia di attivisti del Wwf, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati a Caserta per il Forum nazionale dei volontari. Nel corso di questa due giorni è stato presentato il report ‘Biodiversità fragile, maneggiare con cura’. Ne è emerso un quadro preoccupante: il 68% degli ecosistemi italiani è in pericolo. Il 57% dei fiumi e l’80% dei laghi si trovano in uno stato ecologico non buono. Il 25% delle specie animali marine del Mediterraneo è a rischio estinzione. Chi è responsabile di tutto ciò? Quali sono le best practices da mettere in campo per ridurre gli effetti di questo disastro? Cosa sta facendo il governo italiano per invertire la rotta? A queste e a tante altre domande ha risposto Isabella Pratesi, direttrice del programma conservazione del Wwf, con la quale abbiamo affrontato anche la vicenda degli orsi in Trentino, la privatizzazione delle risorse idriche, l’emergenza climatica, la crescente desertificazione dei suoli e i numerosi dossier aperti sul tavolo del Ministero dell’Ambiente ancora in attesa di una risposta. ‘In Italia – denuncia Pratesi – c’è un problema di governance ambientale’. Tutti i dettagli in questa intervista.
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Nella Turchia di Erdogan con una poesia si rischia l’ergastolo
di Eliana Riva
[Questo articolo è stato pubblicato la prima volta su Pagine Esteri il giorno 12 maggio 2023. A causa di un attacco hacker avvenuto il giorno successivo, il pezzo è andato perduto. Lo ripubblichiamo oggi]
Il sogno dell’isolano in cella
[…]
La mia isola è boscosa.
Una foresta di amicizia, cameratismo, cavalleria,
copre tutta la mia isola.
Il sole della grazia illumina l’uomo ventiquattro ore al giorno.
Noi isolani non conosciamo il buio.
Sono un isolano, maledetta cella, isolano.
Giusto. Come potresti conoscere la mia isola, cella millenaria, feudale, militarista.
E tu, che ti muovi e ti gonfi fino a sembrare un bue.
Invidioso mostro rana, conosci la mia isola?
Il mondo è oscuro, un’isola così dove il sole non tramonta mai
non esiste sulla terra.
Giusto, nano delle tenebre, povero disgraziato?
E tu, poeta dei pipistrelli, pietoso Cacomcho?
Non esiste un’isola del genere, né nelle poesie, né nelle fiabe.
Un’isola del genere è contro la natura delle cose.
Non è così per te, poeta delle tenebre?
Quello che dici non è contro la natura delle cose, ma contro la natura delle tenebre.
I nani delle tenebre, i vecchi bisbetici, i farabutti…
Saranno esposti nello zoo della Turchia di domani.
[…]
di Mahir Çayan
Pagine Esteri, 12 maggio 2023. Per queste parole pubblicate nel suo libro, per questa poesia di Mahir Çayan, rivoluzionario marxista morto nel 1972, una giovane donna turca è stata accusata di finanziare il terrorismo.
Rischia già 2 ergastoli Ayten Öztürk, confermati in due gradi di giudizio, è ai domiciliari in attesa della sentenza definitiva. È da qui, dalla sua casa di Istanbul, che ha scritto il suo libro “Resistenza e vittoria. Nei centri di tortura segreti del fascismo”, in cui racconta del rapimento, dei 6 mesi di tortura, della prigionia, dei processi farsa.
Abbiamo già parlato di lei su Pagine Esteri, siamo andati a trovarla solo 3 mesi fa, abbiamo raccolto la sua testimonianza, ci ha raccontato tutto quello che ha subito e spiegato perché non intende arretrare. Costi quel che costi.
In Turchia si terranno, tra pochissimi giorni, il 14 maggio, le elezioni. Il partito del presidente Erdoğan, l’Akp, per i sondaggi è al momento secondo, a qualche punto in percentuale di distanza dal Partito Popolare della Repubblica di Kılıçdaroğlu.
Tutto potrebbe accadere. Ma la strada che la Turchia ha da percorrere per raggiungere la democrazia resta un cammino lungo che necessita di un cambiamento di direzione netto. Oggi la Turchia di Erdoğan è quella che in una retata a pochi giorni dal voto arresta 126 persone tra giornalisti, avvocati, artisti, politici, membri della sinistra. L’accusa è sempre la stessa per gli oppositori: terrorismo.
Anche Ayten Öztürk è un’oppositrice politica e fa parte di una minoranza, quella degli aleviti, discriminata e perseguitata dal governo del presidente conservatore.
Nel suo libro “Resistenza e Vittoria. Nei centri di tortura segreti del fascismo”, Ayten ha raccontato la sua storia e ha raccolto pensieri e riflessioni sul suo Paese, la Turchia, sulla sua politica interna e su quella estera. È un libro auto-pubblicato di 313 pagine che comincia così:
“Come le favole, inizio con «C’era una volta»… Ma quello che racconto in questo libro non è una favola. È la verità! Sono esistita e scomparsa in un istante. Questa è la storia di una sparizione durata 6 mesi! L’unica cosa che rimane di me è il filmato della telecamera che mi ha ripreso all’aeroporto libanese, ma il governo del Libano, che ha collaborato con quello turco, ha negato tutto. E così hanno permesso mesi di tortura. Chissà con quali accordi mi hanno consegnata alle autorità turche. Tanto da provare poi a cancellare la mia voce, il mio viso, la mia immagine.
Sei mesi di resistenza dopo il rapimento dal Libano, in una prigione segreta di Ankara, al buio, alla sete, al dolore e alla tortura! Sei mesi di vita che ho perso! A sei mesi il bambino inizia a gattonare. Emette i primi suoni. Le sue mani afferrano gli oggetti. In sei mesi volevano rubarmi la vita, la salute, le aspirazioni.
In sei mesi, hanno cercato di strapparmi a me stessa, ai miei valori e alle mie convinzioni con ogni tipo di tortura: l’elettricità, l’elettroshock, le molestie, il tentativo di stupro, l’abbandono in una bara, l’annegamento, le impiccagioni e le percosse. Ogni parte del mio corpo era livida, gonfia e segnata. Ho perso 25 chili. 898 cicatrici si sono aperte sul mio corpo. Sono stata abbandonata in un campo, in uno stato irriconoscibile.
Perché? Perché sono una rivoluzionaria… Perché lotto per un paese libero, indipendente, uguale e giusto… Perché amo la mia patria, il mio popolo, i miei compagni…”
Ayten si trovava in Siria quando è scoppiata la guerra. Tentava di raggiungere la Grecia facendo scalo a Beirut. All’aeroporto è stata trattenuta e poi consegnata ai servizi segreti turchi cha l’hanno portata,occhi e bocca bendati, ad Ankara. Ci ha raccontato le torture subite, lo sciopero della fame, l’alimentazione forzata e poi l’abbandono in un terreno sul quale la polizia ha finto un casuale ritrovamento. Il direttore del carcere in cui è stata portata si è rifiutato di ammetterla: nonostante nelle ultime settimane fosse stata curata e alimentata forzatamente dai suoi aguzzini, le sue condizioni rimanevano gravi. Così è andata in ospedale, poi in prigione e in fine agli arresti domiciliari.
Rischia due ergastoli con accuse insensate ed è solo in attesa del giudizio definitivo, quello della Corte Suprema. In tribunale è comparso un testimone che l’ha accusata di aver assistito al linciaggio di un uomo, un pedofilo con precedenti penali che è stato aggredito dalla folla. Non è morto. Ayten, dice il testimone, sarebbe stata lì, sul marciapiede opposto a quello dove si stavano svolgendo i fatti e non avrebbe fatto nulla per evitare il pestaggio. Forse anzi, ha dichiarato e poi ritirato il testimone, incitava la folla. Lei nega tutto. Il tribunale l’ha così giudicata: colpevole. E poi ha deciso la condanna: ergastolo.
Il testimone, invece, identificato come uno degli artefici del pestaggio, ha goduto, per la sua dichiarazione, di un importante sconto di pena.
Un altro testimone dice di averla vista nella sede di un’associazione per i diritti umani: l’Associazione per i diritti e le libertà è legale in Turchia e la sede è aperta e accessibile a tutti. Il tribunale l’ha giudicata colpevole di tentare di rovesciare il governo e l’ha condannata all’ergastolo.
Due ergastoli, quindi, confermati in due gradi di giudizio. Tutto dopo aver denunciato le torture. Nonostante ciò, ha continuato a parlare e a denunciare l’accanimento giudiziario, le ingiustizie che sta subendo, così come fanno i suoi avvocati.
Nei primi giorni di Maggio la polizia, che irrompe spesso a casa di Ayten, soprattutto all’alba, ufficialmente per perquisizioni e controlli vari, l’ha interrogata. Sul suo libro, sulla poesia di Mahir Çayan, su ciò che ha scritto sulla Palestina. Una fotografia che Ayten ha pubblicato sui social è stata inclusa come prova nel fascicolo di indagine. Tutte le copie del libro sono state confiscate e la vendita è stata vietata.
È stata avviata un’indagine contro Öztürk per “propaganda a favore di un’organizzazione terroristica”. Il poema di Çayan è stato considerato propaganda per il Partito popolare di Liberazione-Fronte della Turchia, l’organizzazione che lo stesso Çayan fondò insieme ad altre persone nel 1970. L’organizzazione è stata messa al bando. Come prova a sostegno dell’accusa è stata usata la fotografia a cui prima accennavamo: Ayten è nella sua casa e sul muro alle sue spalle pendono delle immagini. Tra le altre ci sono le foto di Helin Bölek e Ibrahim Gökçek. Erano due musicisti, membri della band Grup Yorum, il famoso gruppo folk fu accusato di sostenere il terrorismo. Una delle loro canzoni parla di Çayan. Pochi giorni prima di morire Gökçek scriveva:
“Sono sempre stato un musicista, e ora mi ritrovo a essere un terrorista. Mi hanno preso che ero un chitarrista, e hanno usato le mie dichiarazioni facendo di me uno strumento. Eravamo un gruppo che si esibiva davanti a un milione di persone, siamo diventati dei terroristi ricercati”.
Helin Bölek e İbrahim Gökçek sono entrambi morti di sciopero della fame dopo essere stati arrestati, sempre con l’accusa di sostenere il terrorismo.
In 4 anni, dal 2016 al 2020 1,6 milioni di persone sono state accusate di terrorismo in Turchia[1].
Secondo la polizia turca, però, non solo Ayten sosterrebbe il Partito popolare di Liberazione ma lo finanzierebbe pure, attraverso i proventi della vendita del volume.
Un’altra accusa formulata a partire dal suo libro è quella di “insincerità”. O meglio, è accusata di aver incolpato il suo Paese (il suo governo, in realtà) di non essere stato sincero.
Nella sua deposizione nell’ambito dell’indagine condotta dall’Ufficio investigativo sul terrorismo e sulla criminalità organizzata dell’ufficio del procuratore generale di Istanbul, Öztürk è stata interrogata anche in merito alle valutazioni fatte sulla Palestina.
Il rapporto stilato dalla polizia fa riferimento a uno specifico passaggio all’interno del libro, nel quale Ayten esprime un proprio giudizio sui rapporti intercorsi tra la Turchia e il popolo palestinese. Il rapporto dice “[nel libro viene riportato] che il nostro Paese non era sincero quando affermava di difendere il popolo palestinese e che ciò che è avvenuto a Davos è stato un inganno”.
Nella città svizzera di Davos si è tenuto, nel 2009, il World Economic Forum. Erdoğan era presente e il 29 gennaiopartecipò a un confronto con l’allora presidente israeliano Shimon Peres. Fu molto contrariato dalla gestione dell’evento da parte del moderatore che concesse a Peres di parlare per 25 minuti. 12 furono riservati ad Erdoğan. Quando l’incontro doveva essere già terminato, il presidente turco continuò a chiedere al moderatore di dargli “un minuto” (per questo l’evento è ricordato anche come “un minuto”), prese la parola e accusò senza mezzi termini il presidente israeliano di essere un assassino:
“…lei presidente Peres, ha un tono di voce molto forte e io credo sia perché si sente colpevole. Tu uccidi persone, ricordo i bambini che hai ucciso sulla spiaggia, ricordo due ex premier del tuo paese che dissero che si sentivano molto felici quando entravano in Palestina sui carrarmati […]. Lo trovo molto triste perché ci sono molte persone lì che vengono uccise”.
Terminata la dichiarazione andò via, dicendo che non sarebbe più tornato a Davos. Nel suo Paese fu accolto come un eroe, con bandiere turche e palestinesi che sventolavano insieme. Come si può immaginare, anche nei Territori Palestinesi Occupati lo scontro retorico tra i due ebbe una grande eco. Nei palestinesi sparsi per il Medio Oriente albeggiò la speranza che potesse essere, Erdoğan, la figura forte che li avrebbe difesi da Israele e dall’occidente. Anche nei campi profughi, dove a centinaia di migliaia vivono i palestinesi dalla Nakba, dal 1948, germogliò timida questa fiducia. Ayten era in Siria quando avvenne il confronto di Davos e viveva la vita del campo profughi di Yarmouk, uno dei campi più grandi e popolosi del Medio Oriente, che avrebbe avuto un triste destino, occupato dall’ISIS negli anni della guerra siriana. Nel suo libro ricorda così il campo:
“Questo quartiere, abitato da giovani che se ne stanno senza far niente negli internet café e agli angoli delle strade, da uomini adulti disoccupati seduti davanti ai portoni a fumare e bere tè e caffè tutto il giorno e da donne con il velo che passano con le borse della spesa in mano, puzza di povertà dall’inizio alla fine. Tanto che lo paragonavo ai quartieri poveri di Istanbul. Purtroppo, quando questa povera gente dal cuore grande ci ha accolto, era inebriata dagli inganni turchi di «one minute» e «Davos». Pochi sapevano che quelle cose avevano lo scopo di ottenere un effetto positivo sui popoli del Medio Oriente per poter realizzare lì i propri progetti. Essere dalla parte del popolo palestinese significa essere contro Israele sionista e l’arcinemica America. Ma i legami militari, politici e commerciali che la Turchia ha sia con Israele che con gli Stati Uniti sono bastati a svelare questo inganno”.
Queste parole, pensieri e testimonianze, scritte in un libro autoprodotto e stampato nell’agosto del 2022, potrebbero rappresentare l’ultimo tassello di un quadro di sopraffazione e violenza che toglie la voce alla vittima e magnifica il carnefice, ragno dalle mille zampe che si trascina con comodità sulle mura vischiose e flaccide di una giustizia che in Turchia semplicemente non esiste.
“Il vero crimine non è raccontare ma torturare” ci ha detto Ayten. “Non c’è nulla nel libro che possa essere considerato un reato. Ma aspetto ancora che si apra un’indagine sui torturatori”.
[1] swp-berlin.org/en/publication/…
L'articolo Nella Turchia di Erdogan con una poesia si rischia l’ergastolo proviene da Pagine Esteri.
#31 / L'UE insegna al mondo come si fa
L’Unione Europea insegna al mondo come si fa
Con due comunicati ieri il Consiglio dell’Unione Europea ha dichiarato di aver definito la sua posizione in merito a due pacchetti normativi già in discussione da tempo in materia di antiriciclaggio e condivisione di informazioni ai fini tributari tra paesi membri.
Il primo è il pacchetto AML/CFT, cioè antiriciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo, di cui avevo scritto anche lo scorso anno.
Chi non si iscrive è uno spione
L'aggiornamento normativo, tra le altre cose, estenderà la "Travel Rule" al mondo crypto e obbligherà gli exchange a identificare ogni utente e tracciare ogni transazione, anche di pochi centesimi.
Lo scopo è ovviamente avere dati a disposizione per analizzare le transazioni ed eventualmente bloccarle. Migliaia di algoritmi e qualche burocrate saranno incaricati di decidere se quella transazione di 2 dogecoin sia sospetta o meno.
Il problema come al solito non risiede nel mero abuso della privacy, ma nel potenziale abuso di potere e quasi certo elevato tasso di errore di questi sistemi di monitoraggio. Già nel sistema bancario tradizionale fanno acqua da tutte le parti e spesso finiscono per mettere nei guai gente perbene, figuriamoci in un settore estremamente complesso e tecnologico come quello delle crypto. I falsi positivi saranno all’ordine del giorno.
Il secondo punto riguarda invece la Direttiva "DAC", che è una roba di cui sicuramente non avrete mai sentito parlare ma che dal 2011 prevede la comunicazione e condivisione dei nostri dati tra tutti gli stati membri: conti correnti, rapporti commerciali, depositi, e tanto altro. A breve comprenderà anche tutto ciò che riguarda l’uso di cryptovalute.
Lo scopo in questo caso è fare comunella per rubare il più possibile. Finora gli stati membri hanno avuto qualche difficoltà a mettere le mani sul cripto-gruzzoletto degli europei. Nel frattempo, il processo di criminalizzazione di chi vorrebbe solo essere lasciato in pace è quasi completo.
La Ministra delle finanze svedese, Elisabeth Svantesson, commenta così la buona novella: “The agreement is yet another example of the EU as a leader in the implementation of global standards”.
Grazie Elisabetta, siamo tutti molto felici di essere all’avanguardia della sorveglianza di massa.
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Dopo Venezia, a Firenze una “Smart City Control Room”
Mega-schermi, comode poltrone, qualche dipendente pubblico annoiato con gli occhi rossi. Anche a Firenze arriverà a novembre una stanza dei bottoni da cui poter controllare in tempo reale tutta la città, grazie alle più di 1.600 telecamere diffuse sul territorio.
A questo si aggiungono le 81 nuove telecamere che saranno posizionate in più di 55 varchi che costituiranno lo “scudo verde” (cioè una ZTL) per monitorare gli ingressi e le uscite dalla città. Il progetto ricorda molto quello dell’Area B di Milano: sorveglianza di massa dei cittadini e di tutti coloro che per qualche motivo saranno costretti a varcare la soglia di Firenze.
Il Sindaco dice che la Control Room “migliorerà anche la gestione di eventi legati al maltempo o alle manifestazioni". Chi l’avrebbe mai detto che per mitigare gli effetti del maltempo sarebbero bastati qualche migliaio di telecamere e una decina di pannelli LCD. Forse in Emilia Romagna dovrebbero installare più telecamere.
Quando leggo queste cose mi chiedo sempre cosa ne pensa chi vive in queste città.
Se fossimo in condizioni di democrazia diretta, come si faceva una volta nelle antiche città greche, siamo sicuri che la maggioranza avrebbe votato per auto-sorvegliarsi in questo modo e per assegnare a qualche burocrate il potere assoluto di decidere chi può circolare e chi invece no?
La Skynet cinese vuole anche neonati e bambini
Il governo cinese ha iniziato a schedare anche neonati e bambini attraverso identificazione biometrica e genetica: impronte digitali, retina, voce e perfino DNA con prelievi del sangue.
Finora gli stati-nazione si erano degnati di risparmiare neonati e bambini dal processo di schedatura legato alla produzione di documenti d’identità, ma è evidente che adesso non basta più. Tutti devono essere nel sistema, il prima possibile.
Avrà a che fare con l’inizio della fase pilota dello yuan digitale? È possibile, considerando che questa nuova forma di moneta potrà essere usata solo coloro che possiedono un’identità di stato. I bambini iniziano presto a usare i soldi, ancor prima di ricevere il primo documento d’identità. È quindi naturale che debbano essere schedati fin da piccoli.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Someone must have slandered Josef K., for one morning, without having done anything truly wrong, he was arrested.”
Kafka, Der Process
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French data protection authority lays out action plan on AI, ChatGPT
The French data protection watchdog, the National Commission on Informatics and Liberty (CNIL), published an action plan on Tuesday (16 May) addressing privacy concerns related to Artificial Intelligence, particularly generative applications like ChatGPT. ChatGPT, the world’s most famous chatbot, expanded...
L'app di controllo parentale Kids Place con 5 milioni di download è vulnerabile agli attacchi
@Etica Digitale (Feddit)
L'app Kiddowares "Parental Control - Kids Place" per Android è interessata da molteplici vulnerabilità che potrebbero consentire agli aggressori di caricare file arbitrari su dispositivi protetti, rubare le credenziali degli utenti e consentire ai bambini di aggirare le restrizioni senza che i genitori se ne accorgano.
Il post completo su Bleeping Computer
Parental control app with 5 million downloads vulnerable to attacks
Kiddowares 'Parental Control - Kids Place' app for Android is impacted by multiple vulnerabilities that could enable attackers to upload arbitrary files on protected devices, steal user credentials, and allow children to bypass restrictions…Bill Toulas (BleepingComputer)
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Friendica and Bluesky's AT protocol
Friendica has always stood out for being able to manage multiple communication protocols, surpassed in this only by Hubzilla (a software that I have never been able to appreciate, however).
It would be nice if Frindica could integrate Bluesky's AT protocol as well. Do you know if there is any feasibility study on this new frontier?
@Fediverse News @Hypolite Petovan @Michael Vogel @Tobias
The AT Protocol
In the spring, we released “ADX,” the very first iteration of the protocol. Over the summer we improved ADX’s design, and today we’re sharing a preview of what’s to come.blueskyweb.xyz
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La banca centrale turca ha presentato le sue prime misure dopo le elezioni presidenziali di domenica, aggiungendosi a un groviglio di regole utilizzate per gestire il sistema finanziario.
@Politica interna, europea e internazionale
L'obiettivo delle nuove normative, entrate in vigore martedì, è quello di ridurre la domanda di oro tra le famiglie e dissuaderle dal prelevare contanti utilizzando le carte di credito, un'opzione sempre più favorita dalle persone come alternativa più economica ai prestiti.
Turkey Central Bank to Limit Gold, Cash Demand in Post-Vote Move
Turkey’s central bank unveiled its first measures after Sunday’s presidential elections, adding to a tangle of rules it’s used to manage the financial system.Beril Akman (Bloomberg)
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Riconoscimento facciale: come funziona e perché i piani del governo per introdurlo sono problematici
Ciclicamente ritorna a essere evocata come la tecnologia migliore per garantire la sicurezza nelle città. Ultimo in ordine di tempo, a seguito di alcuni episodi criminosi avvenuti nelle stazioni ferroviarie di Milano e Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ventilato l’ipotesi di equipaggiare le videocamere di sorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale. Il piano sulla sicurezza del ministro ha mosso i primi passi a gennaio scorso, quando sono state eseguite operazioni interforze “ad alto impatto” nelle stazioni di Roma, Milano e Napoli ma anche in luoghi delle città interessati dal fenomeno della “malamovida” e dallo spaccio di stupefacenti.
L'articolo di Laura Carrer è su Valigia Blu
Riconoscimento facciale: come funziona e perché i piani del governo per introdurlo sono problematici
Le dichiarazioni del ministro Piantedosi sull'impiego del riconoscimento facciale e i rischi connessi con questa tecnologia.Valigia Blu
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Un canale di informazioni, aggiornamenti, notizie dal Ministero dell'Istruzione e del Merito. Ci trovate anche su Twitter, Instagram, Facebook.
L'Esercito italiano fa propaganda bellicista in un centro commerciale di Catania | L'Indipendente
«In particolare, Cobas e Osservatorio si scagliano contro la “campagna acquisti sempre più invasiva che invita i giovani ad intraprendere un percorso di futuro garantito in un territorio, la Sicilia, dove il tasso di abbandono scolastico si è attestato al 21,2% e la disoccupazione giovanile al 22%”, ricordando come le normative scolastiche impongano che “ogni attività didattica esterna sia coerente con il lavoro curricolare e la programmazione”.»
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Propaganda politica, opinioni sbagliate, fake news e intolleranza. La posizione di Poliverso
@Politica interna, europea e internazionale
Poliverso.org è ormai diventata un'istanza generalista, ma è nata per creare uno spazio di dibattito politico aperto, laico e libero.
Abbiamo ricevuto diversi messaggi che ci rimproveravano di avere dato spazio a voci contrarie all'Ucraina e ostili verso la strenua difesa del popolo ucraino. A volte siamo stati addirittura accusati di diffondere fake news.
Ricordiamo a tutti che le opinioni non sono fatti e che un'opinione non è una fake news, anche se dovesse essere un'opinione sbagliata.
Polemizzare, anche utilizzando toni molto accesi, non può essere derubricato a comportamento tossico solo perché non esprime l'opinione desiderata.
In questa istanza pertanto verrà sempre consentita la libera espressione del proprio pensiero.
Tuttavia ricordiamo anche che la nostra tolleranza verso gli account di propaganda militarista, filo-occidentale o filo-russa che siano, è limitata!
Poliverso è un servizio gratuito (se volete contribuire potete farlo qui) e proprio per questo non è uno spazio che verrà concesso ad account che praticano 24×7 l'attacco sistematico verso profili che non la pensano come loro.
Poliverso.org è una piattaforma di discussione. Se volete fare marketing diretto per le vostre idee politiche o, peggio ancora, molestie mirate, verrete spazzati via!
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MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE
Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.
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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo
Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.
È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.
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@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.
Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.
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@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.
Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere
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@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.
(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )
Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.
Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:
github.com/mastodon/mastodon/i…
Make it possible for admins to turn off account suggestions · Issue #24474 · mastodon/mastodon
Pitch I think it would be good if admins could turn off "account suggestions". Currently, turning off "Enable trends" switches off trending posts, trending hashtags and trending news-posts, and sin...GitHub
🧨 Intervista a Bernardino Costantino
Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.
iyezine.com/bernardino-costant…
Bernardino Costantino
🧨 Intervista a Bernardino Costantino : Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video.In Your Eyes ezine --
Il Parlamento UE approva: sì al taglio delle spese sociali per finanziare le armi | L'Indipendente
"Tutti i partiti italiani del governo di centrodestra hanno votato a favore della proposta, e lo stesso ha fatto il Partito Democratico (insieme a tutto il partito socialista europeo), ad esclusione di due suoi membri. Hanno invece votato contro i parlamentari europei di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle."
Il Lazio destina 23 milioni alle cliniche private in un enorme caso di conflitto d’interesse | L'Indipendentr
"Lo stupore di fronte alla logica neoliberista ha già da tempo lasciato spazio alla consapevolezza. Destinare 23 milioni di euro non per migliorare la sanità pubblica ma per potenziare quella privata è il chiaro segnale del trionfo dell’ideologia che da circa quarant’anni domina su scala globale. Non stupiscono nemmeno i giochi di potere che si nascondono alle spalle di questi massicci investimenti ai privati."
Intervista a Davide Dormino lo scultore autore dell'opera ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino – artista e scultore romano – ha percorso per esporre nelle maggiori piazze la sua opera più importante. Si chiama Anything to Say? ed è una scultura in bronzo a grandezza naturale raffigurante Julian #Assange, Edward #Snowden e Chelsea #Manning, ciascuno in piedi su una sedia. Al loro lato ce n’è una quarta, questa volta vuota per invitare noi spettatori a salire al fianco di coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare le peggiori malefatte dei governi mondiali. Ma quali importanti incontri hanno scaturito l’idea dell’opera? Quanto tempo e sacrifici ci sono voluti per realizzarla?
L'articolo completo
Intervista all’autore di ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning - L'INDIPENDENTE
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino - artista e scultore romano - ha percorso per esporre nelle…Iris Paganessi (Lindipendente.online)
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La mafia è digitale: così la criminalità prolifera sui social network | L'Indipendente
«Le mafie, estremamente abili a trovare metodi all’avanguardia per pubblicizzarsi e comunicare nel mondo digitale, sono sempre più “influencers” della rete. È quanto spiega il nuovo report della Fondazione Magna Grecia, presieduta da Nino Foti, a cura di Marcello Ravveduto (professore di Digital Public History dell’Università di Salerno), in cui sono stati analizzati di 90 GB di video TikTok, due milioni e mezzo di tweet, 20mila commenti a video YouTube e centinaia fra profili e pagine di Facebook e Instagram.»
Signor Amministratore ⁂
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Elena Noal
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Hypolite Petovan
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Hypolite Petovan
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branch on both Friendica Core and Friendica Addon.reshared this
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Hypolite Petovan
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Hypolite Petovan
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