Consigli per l'anti-sorveglianza fisica
Le nostre città sono sempre più popolate di telecamere, termoscanner, scanner Wi-Fi e Bluetooth e molto altro. E se guardiamo più in alto, anche i droni iniziano a sorvolare i nostri cieli.
Uno scenario non proprio idilliaco per chi soffre di quel disturbo della personalità chiamato voglia di privacy. Non è facile difendersi dall’occhio di Sauron, però può esserci qualche rimedio utile per difendersi dalla sorveglianza fisica, sia per chi soffre di questo disturbo della personalità che per chi invece volesse tutelarsi in situazioni delicate, come manifestazioni politiche.
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I rapaci della sorveglianza
Iniziamo parlando proprio di droni. Non tutti i droni sono uguali. Esistono droni militari con incredibile autonomia e capacità offensive e droni “urbani” che invece oltre ad essere molto più piccoli hanno anche meno autonomia e non hanno (per ora) capacità offensive.
Droni militari. Lo Sharp Sword (cinese) può caricare fino a 2.000kg di payload e bombe.
In diverse parti del mondo saper riconoscere un drone e riuscire a nascondersi può fare la differenza tra la vita e la morte. Neppure i droni militari di sorveglianza non devono essere sottovalutati, dato che questa è spesso la fase che precede un attacco.
Anche i nostri cieli si stanno velocemente riempiendo di droni.
Non è un segreto ad esempio che siano stati usati durante i lockdown per scandagliare parcheggi, strade e piazze e scovare i pochi temerari che osavano sfidare il temibile virus in barba a decreti legge e DPCM. Certo, sono diversi da quelli militari, ma con capacità di sorveglianza da non sottovalutare.
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Un decreto del 13 giugno 2022 ha anche recentemente abrogato la normativa precedente sui droni e agevolato di molto il loro uso per le forze dell’ordine come Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Oltre alle solite finalità “ombrello” di sicurezza pubblica, contrasto del terrorismo e prevenzione dei reati di criminalita' organizzata e ambientale, i droni possono ora essere usati per un sacco di cose, come previsto dall’articolo 3:
a) la Polizia di Stato per la:
1) sicurezza stradale;
2) sicurezza ferroviaria;
3) sicurezza delle frontiere;
4) sicurezza postale e delle comunicazioni;
b) l'Arma dei carabinieri per la:
1) sicurezza in materia di sanita' e igiene
2) sicurezza in materia forestale, ambientale e agroalimentare;
3) sicurezza in materia di lavoro e legislazione sociale;
4) sicurezza del patrimonio archeologico, storico, artistico e
culturale nazionale;
c) il Corpo della guardia di finanza per:
1) la sicurezza del mare
2) la sicurezza in materia di circolazione dell'euro e degli
altri mezzi di pagamento;
3) l'assolvimento delle funzioni di polizia economica e
finanziaria di cui all'art. 2 del decreto legislativo 19 marzo 2001,
n. 68.
I droni più evoluti possono montare un payload di sorveglianza da brivido: scanner termico, telemetro laser, camere grandangolari ad altissima risoluzione e con zoom, visione notturna e tracking intelligente degli obiettivi.
I muri hanno gli occhi
Tornando al livello del suolo, non devo certo dirvelo io: la situazione peggiora a vista d’occhio.
In quanto a numeri, la Cina è sempre leader globale, con circa 380 telecamere ogni 1000 persone. In Europa la situazione è migliore; siamo molto lontani da quei numeri. Londra, che è la città più videosorvegliata in Europa, conta circa 13.35 telecamere ogni 1000 abitanti. Alcune statistiche riportano un numero di molto superiore, ma dalle mie ricerche sembra che i numeri più alti tengano conto anche delle videocamere private. La città più sorvegliata d’Italia è invece Roma, che conta circa 1.71 telecamere per 1000 persone.
Insomma, una volta tanto non siamo messi male. Il numero però è destinato a salire vertiginosamente nei prossimi anni, dato che dal 2018 il governo italiano continua a mettere a disposizione fondi milionari per il finanziamento dei sistemi di videosorveglianza nei nostri comuni.
Il potenziamento dell’apparato di videosorveglianza non è solo quantitativo, ma anche qualitativo. Se oggi avere sistemi di riconoscimento facciale sembra fantascienza, lo stesso non potrà dirsi fra qualche anno. Difendersi da questa roba non è facile, e la risposta migliore dovrebbe essere quella del netto e forte rigetto politico.
Purtroppo, la maggior parte delle persone semplicemente ignorano il problema. Non tanto per negligenza o indifferenza, quanto per l’opacità by design che circonda queste decisioni della pubblica amministrazione.
Quanti di voi conoscevano il decreto sui droni che ho citato prima? Quanti sono consapevoli delle delibere comunali che prevedono l’installazione o il potenziamento dei sistemi di sorveglianza? Quante volte invece la popolazione viene semplicemente messa di fronte ai fatti compiuti, con nuove e scintillanti telecamere sopra le loro teste?
D’altronde, come affermava Machiavelli1 in tempi meno sospetti, non c'è nulla di strano. La cospirazione è il miglior metodo di governo: “all’inizio il male è difficile da conoscere, ma facile da curare, ma col passare del tempo diventa facile da conoscere e difficile da curare; fin quando non vi è più rimedio". Oggi c’è una cospirazione per riempire il più possibile le nostre città e cieli di telecamere.
Qualche consiglio di anti-sorveglianza fisica
Difendersi dall’ espropriazione violenta della nostra privacy non è mica facile, però ci sono degli accorgimenti utili da ricordare per diminuire l’esposizione quando siamo in pubblico.
Contro le telecamere volanti, l’ambiente e il meteo sono nostri amici: pioggia e nebbia mettono in difficoltà i droni, così come alberi, portici o altre strutture che possono nascondere una persona dall’alto. Anche nascondersi in una grande folla può essere utile, seppur molti droni oggi possono montare telecamere con tracking intelligente per identificare e seguire specifiche persone con segni distintivi.
Se invece splende il sole, usare materiale riflettente può aiutare a contrastare le telecamere dei droni e confondere i sistemi di sorveglianza. Anche cappelli, cappucci, sciarpe e ombrelli possono essere semplici ma funzionali strumenti per evitare lo sguardo dei rapaci della sorveglianza. Attenzione però, che essere gli unici icon un ombrello in testa in una giornata di sole potrebbe invece semplificare l’identificazione.
Contro i termoscanner, che potrebbero essere installati sui droni, è utile indossare materiale che abbia proprietà di isolamento termico, come la lana o alcune fibre sintetiche come il neoprene.
Le capacità di sorveglianza dei droni possono essere combinate con altre tipologie di monitoraggio a terra, come la localizzazione della persona tramite il monitoraggio bluetooth / wi-fi o tramite celle telefoniche. In questo caso si possono adottare diverse precauzioni:
- Spegnere le funzioni wi-fi e bluetooth dei dispositivi in pubblico e disattivare il wi-fi scanning e il bluetooth scanning, che potrebbero rivelare lo smartphone anche con le funzioni wi-fi e bluetooth disattivate
- Usare una VPN per nascondere il proprio indirizzo IP, traffico e attività online (comprese, in caso, quelle via wi-fi)
- Usare una sacca schermata (gabbia di Faraday) in cui tenere i dispositivi non in uso. Il miglior modo di bloccare un segnale è di farlo fisicamente!
Per quanto riguarda invece le telecamere a terra, è utile saper riconoscere le diverse tipologie.
Quelle CCTV di solito hanno una forma a cupola o a proiettile. Le più Quelle a cupola possono avere una rotazione di 360° e la forma rende difficile capire esattamente in che direzione stanno guardando. Di solito però non hanno un raggio d’azione molto lungo e sono situate in zone protette, al riparo dagli agenti climatici.
Le CCTV a proiettile (rettangolari e allungate) sono invece tipicamente installate all’esterno e hanno un raggio meno ampio di quelle a cupola, ma più lungo. Entrambe le tipologie possono essere dotate di visione notturna a infrarossi (IR). Alcuni modelli sono facili da riconoscere, perché hanno una serie di piccoli led intorno alla fotocamera principale. In altri casi potrebbero invece essere nascosti.
Per quanto riguarda le telecamere con riconoscimento facciale, il discorso è più complesso. I modelli infatti sono uguali alle normali telecamere a proiettile, ma queste sono solitamente poste ad altezza inferiore, così da poter più facilmente osservare il viso delle persone. Ad esempio, potrebbero essere installate nei pressi di scalinate o passaggi obbligati.
Non tutte le telecamere però sono fatte per riprendere le persone. Quelle LPR (License Plate Recognition) sono studiate appositamente per identificare targhe delle automobili. In alcuni casi sono dotate di algoritmi OCR (Optical Character Recognition) che trasformano l’immagine in dati alfanumerici che possono essere confrontati con database precostituiti. Come se fosse il riconoscimento facciale delle auto. Queste telecamere di solito hanno una forma più snella e allungata delle altre, e una seconda lente per le riprese ravvicinate. Come per quelle di riconoscimento facciale, spesso sono posizionate in modo tale da agevolare la lettura delle targhe.
Per le telecamere a terra valgono i consigli già detti per i droni, salvo che per le zone affollate: meglio evitarle. La pubblica amministrazione ha risorse limitate e le telecamere sono spesso installate nelle zone più frequentate delle città o più strategiche, come le stazioni.
Informarsi con le richieste FOIA per proteggersi
Un ultimo consiglio, non tecnico ma legale, è di informarsi su ciò che ha fatto o vuole fare il vostro Comune. Conoscere è il primo passo per proteggersi.
Sarà sufficiente fare una richiesta FOIA2 (accesso civico generalizzato) via posta elettronica (di solito all’URP) e chiedere tutta la documentazione relativa alla videosorveglianza. Il Comune avrà tempo 30 giorni per rispondervi e darvi copia di tutto ciò che hanno.
Nei documenti di solito sono indicate le finalità della sorveglianza, le zone, i sistemi usati e molte altre informazioni. In alcuni casi, queste informazioni potrebbero essere usate anche per costringere i Comuni a rimuovere le telecamere per violazione della normativa privacy europea. Ad esempio, per mancanza di informativa, cartellonistica, o valutazione d’impatto — un processo documentato per la valutazione dei rischi obbligatorio per legge.
Usiamo anche gli strumenti legali che abbiamo a disposizione!
La moda dell’anti-sorveglianza
Se i metodi tradizionali non dovessero bastare, sappiate che negli ultimi anni alcune azienda hanno iniziato a produrre abiti e accessori progettati appositamente per contrastare videocamere di sorveglianza e sistemi di riconoscimento facciale.
Ho avuto modo di conoscere personalmente una di queste aziende, Cap_able, durante la Privacy Week 2022 (clicca qui per riguardare l'incontro). I loro capi di abbigliamento presentano dei pattern studiati appositamente per confondere gli algoritmi di riconoscimento facciale e rendere difficile l'identificazione della persona.
Un’altra realtà, scoperta in questi giorni, è quella di Project Kovr. I capi non sono pensati per contrastare il riconoscimento facciale ma la sorveglianza tradizionale, anche ambientale (wi-fi / bluetooth).
Le loro giacche sono infatti prodotte con materiale metallico, che oltre ad essere riflettente funziona anche come una gabbia di Faraday, bloccando quindi i segnali dai dispositivi riposti nelle tasche. Anche i capi di Project Kovr sono in vendita, ma in lumero limitato e non ho idea del costo.
E se l’anti-sorveglianza oggi è anche una moda, non dobbiamo però dimenticare che la privacy è prima di tutto una questione filosofica e politica.
Usare soluzioni attive per difendersi dal Panopticon è molto bello e utile, ma non possiamo neanche nasconderci per sempre come topi. Il miglior modo per non essere sorvegliati, è pretendere di non essere sorvegliati.
"Et interviene di questa come dicono e’ fisici dello etico, che nel principio del suo male è facile a curare e difficile a conoscere, ma, nel progresso del tempo, non l’avendo in principio conosciuta né medicata, diventa facile a conoscere e difficile a curare. Cosí interviene nelle cose di stato; perché, conoscendo discosto, il che non è dato se non a uno prudente, e’ mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti si lasciono crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più remedio."
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#23 / Di feticci e simulacri
L’angelo della sorveglianza
Pare che a Napoli sia stato avviato un progetto per aiutare le vittime di minacce e stalking che prende il nome di “Mobile Angel”. È uno smartwatch con integrato un sistema di SOS e geolocalizzazione collegato alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.
Una donna, che pare abbia ricevuto ripetute minacce di morte da parte dell’ex-marito, è la prima a possedere lo smartwatch: «Ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. Vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare1»
Purtroppo la sua serenità è malriposta. Se togliamo il potere rasserenante del feticcio tecnologico, non resta molto altro. In che modo uno smartwatch con geolocalizzazione e pulsante SOS potrebbe mai aiutare la povera donna in caso di aggressione da parte dell’ex-marito?
Non lasciarti tentare dai profeti della sorveglianza, iscriviti a Privacy Chronicles!
Il feticcio ha la stessa utilità di un santino di Padre Pio nella tasca dei pantaloni. Anzi, peggio: almeno il santino di Padre Pio non è uno strumento di sorveglianza e monitoraggio governativo.
Ma ancor più grave dell’irrazionalità, comprensibile, della povera donna, è la diffusione da parte delle istituzioni e dei mass media di un messaggio completamente fuorviante: “lo smartwatch contro i femminicidi”? Non scherziamo.
Perché convincere le persone a rinunciare alla loro privacy in cambio di un aberrante e infondato senso di sicurezza? Forse perché è molto più comodo avere una popolazione psicologicamente fragile, impaurita e sorvegliata che una popolazione di persone che rifiutano la sorveglianza e sanno difendere se stessi e il prossimo dalle aggressioni (di chiunque).
Volete fare il bene di queste donne? Insegnategli a sparare e date loro una licenza per portare armi da fuoco nella borsa.
Murabba, il nuovo ghetto hi-tech da 15 minuti
Pare che l’idea delle città da 15 minuti sia arrivata anche in Arabia Saudita. Da qualche tempo infatti gira voce che nelle capitale, Riyadh, vogliano costruire un nuovo e scintillante centro città che offra tutto ciò di cui hanno bisogno le persone a una comoda distanza di 15 minuti a piedi o in bici. Il tutto corredato da modernissimi e fichissimi mezzi pubblici.
Al centro del nuovo quartiere, che sarà di circa 19 km quadrati, un inquietante cubo 400x400 metri chiamato Mukaab. Un simulacro dell’ingegneria sociale che dovrebbe essere completato entro il 2030. Al suo interno centri commerciali, musei, e tante altre splendide distrazioni di massa.
Sarò sincero: sembra una trovata di marketing da parte di qualche fondo d’investimento con troppi soldi da riciclare. Non dubito però che una proposta del genere possa avere un certo appeal al giorno d’oggi. Chi non vorrebbe vivere in un quartiere iper tecnologico, super sorvegliato e pieno di sbrilluccicanti distrazioni utili a non pensare e spendere il più possibile?
Sempre sulle città da 15 minuti
Sempre sulle città da 15 minuti ho recentemente fatto un’intervista andata in onda la scorsa settimana su Lombardia TV. Per chi volesse vederla in differita è disponibile adesso anche online, basta cliccare qui.
Abbiamo parlato di diverse cose attinenti allo stato della sorveglianza di massa nel mondo e delle implicazioni per la nostra libertà. È un’oretta di discussione piacevole con Luigi Degan.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“A man that flies from his fear may find that he has only taken a short cut to meet it.”
― J.R.R. Tolkien
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Effetto Panopticon e autosorveglianza
In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella…
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2 months ago · 7 likes · Matte Galt
Virgolettato preso da questo articolo di Open. Onestamente mi sembra una citazione inventata di sana pianta per far passare un certo messaggio, ma sicuramente mi sbaglio.
Effetto Panopticon e autosorveglianza
In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella definizione dei rapporti di potere tra individuo e Stato.
Una buona metafora dello stato attuale della sorveglianza a cui siamo sottoposti è il Panopticon, ideato dal filosofo Jeremy Bentham nel 18° secolo. Il Panopticon di Bentham era un design circolare di una prigione, che consentiva a una sola guardia situata in una torre centrale di osservare tutti i detenuti senza che loro sapessero se erano osservati o meno in uno specifico momento.
L’idea era che questo meccanismo, che dava la sensazione di sorveglianza costante, potesse portare i detenuti a comportarsi "bene” senza alcun input.
Questo concetto si collega direttamente anche all’idea di nudging. Entrambi sono strettamente correlati allo stato della sorveglianza governativa a cui siamo sottoposti. Con l’articolo di oggi quindi esploriamo queste connessioni e le loro implicazioni.
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L’effetto Panopticon
Con effetto Panopticon si può intendere il modo in cui la percezione di essere continuamente osservati riesca a creare un senso di insicurezza costante nell’osservato e portarlo quindi a influenzare il suo comportamento in modo inconscio. Ciò che succede nella pratica è che al crescere della sensazione di sorveglianza, la persona osservata tenderà a conformarsi alle aspettative del contesto in cui si trova.
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Questo è ancor più vero quando il contesto è quello di una società governata da leggi complesse, difficili da comprendere e perfino da conoscere. In questo contesto le persone, non sapendo ciò che è lecito fare o non fare, tenderanno a standardizzare sempre più i loro comportamenti sulla base delle aspettative. Spesso, queste aspettative sono anche artificialmente portate avanti da specifiche agende dei mass-media.
Fr.#22 / Di tasse e sacrifici umani
Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.
Tax (and surveil) the rich
Pare che 130 europarlamentari, socialisti e democratici di sinistra, abbiano proposto di extra-tassare i super-ricchi con patrimoni oltre i 50 milioni di euro per “ridurre le disuguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale”.
I migliori tra noi diranno che è giusto; anzi doveroso. Che chi più guadagna, più deve contribuire.
I peggiori, invece, potrebbero sostenere che non è un contributo, né una partecipazione. Semmai, una espropriazione forzosa e violenta non consensuale.
Purtroppo l’espropriazione forzosa non si limita certo al patrimonio, ma anzi inizia proprio con l’invasione ingiustificata della sfera personale di queste persone. Anzi — un’invasione ingiustificata della sfera personale di tutti noi.
Eh sì, perché prima di extra-tassare gli ultra-ricchi, bisogna trovarli. E per trovarli non c’è altra soluzione se non assoggettare l’intera popolazione a meccanismi di sorveglianza di massa finanziaria, secondi come perversione solo all’atto di rubare al prossimo per portare avanti le proprie, opinabili e personalissime, battaglie politiche.
Privacy Chronicles non chiede sacrifici umani, né espropriazione violenta. Se ti piace, ti iscrivi, altrimenti amici come prima.
Vincerà ancora una volta l’etica sinistra1 che, giustificando ogni violenza, ritiene l’individuo sempre sacrificabile a favore di un fantomatico bene collettivo che non esiste? Ancora una volta vi convinceranno che è giusto sacrificare la vostra privacy e la proprietà di chi è colpevole di avere troppo per il bene comune?
Stai fermo, è per il bene di tutti
Avanti tutta sull’identità digitale nazionale
E se vi piace l’idea di rinunciare a privacy e proprietà per soddisfare la sete di sangue dei sinistri Dei Verdi, sarete molto felici di sapere che i lavori per l’identità digitale nazionale (e poi europea) proseguono a gonfie vele.
A me non piaceva lo SPID, così come non mi piace nessuno schema di identità digitale statale. Devo però ammettere che era il male minore. D’altronde, lo diceva anche l’AGID. Abbiamo bisogno di SPID, perché:
Principio della libertà di scelta dell'utente. Ogni cittadino potrà scegliere l’IdP che vorrà e smettere di usare un provider se lo desidera.Nessuna banca dati centralizzata delle identità. Per proteggere la privacy degli utenti, ogni IdP sarà responsabile dello svolgimento in modo sicuro delle attività connesse, mentre ogni service provider – pubblico o privato – avrà accesso solo ai dati di cui ha bisogno per erogare il servizio.
Libertà di scelta e privacy? Nossignori, non scherziamo. È stato bello finché è durato ma ora si tira dritto: nessuna libertà di scelta e nessuna privacy. Sarà papà Stato a gestire tutto e avere il monopolio assoluto sulle nostre identità.
Non abbiate fretta però, il vero giro di boa lo avremo quando finalmente l’agenda climatica potrà usufruire di un’identità digitale unica per ogni singolo cittadino europeo. L’extra-tassazione dei super-ricchi sarà un bel ricordo lontano.
Meme del giorno
In Italia è più intorno al 60%
Citazione del giorno
When plunder becomes a way of life for a group of man in a society, over the curse of time they create for themselves a legal system that authorizes it and a moral code that glorifies it.
Frédéric Bastiat
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Agenda climatica? Sorveglianza e controllo, una distopia eco(in)sostenibile
L’agenda comun…ehm - climatica - è ormai a pieno regime, e purtroppo si porta dietro un tale carico di sorveglianza di massa e controllo sociale che anche i meno sensibili tra voi dovrebbero, forse, iniziare a preoccuparsi. I segnali, convergenti tra loro, sono ovunque - anche se sparpagliati e apparentemente separati l’uno dall’altro…
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8 months ago · 11 likes · 1 comment · Matte Galt
3. fig. Infausta, sfavorevole, avversa (per il prevalere, nelle antiche tradizioni popolari, della credenza che gli auspìci provenienti da sinistra fossero di cattivo augurio): presagi s., tempi s.; che fa presagire sventure e danni, lugubre.
In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale
Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell'Asia centrale
Cina, inaugurato un nuovo ente regolatore per la finanza
Tiktoker fanno causa al Montana dopo il ban
Singapore: seconda condanna a morte per possesso di marijuana in tre settimane
Myanmar, l'indagine Onu rivela i dati sui fornitori di armi alla giunta
Filippine, Sara Duterte lascia il partito Lakas-Cmd
L'articolo In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale proviene da China Files.
Le emergenze nel sistema penale
Dal Baltico all’Africa. Crosetto presenta l’impegno della Difesa italiana
Dodicimila militari, impegnati in 43 missioni internazionali, con lo scopo di potenziare, e in qualche caso creare, quel livello di sicurezza presupposto per la democrazia e la pace. Questo il cuore dell’intervento del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione nelle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali nell’ambito dell’esame delle deliberazioni adottate dal Consiglio dei ministri il 1° maggio 2023. “L’impiego dello strumento militare per il 2023 vedrà i nostri militari operare con una media di circa 7.500 unità” per missione, ha spiegato il ministro, riportando un “onere finanziario complessivo pari a 1,31 miliardi”.
Le missioni
La delibera in esame, nel dettaglio, prevede per il prossimo anno l’impegno dello strumento militare in 43 missioni: 39 proseguono dall’anno precedente, di cui 35 prorogate fino al 31 dicembre 2023 mentre quattro solo al 31 maggio 2023. Queste ultime rappresentano le missioni di nuovo avvio, per le quali è prevista una spesa complessiva di dodici milioni. “La delibera – ha spiegato Crosetto – è in linea con la postura nazionale valutata in seno alle principali organizzazioni internazionali assicura il contributo significativo dei nostri militari”. Delle diverse missioni, nove sono all’interno della Nato, tredici dell’Ue, sette delle Nazioni Unite, mentre quattordici sono attivate all’interno di specifiche coalizioni o su base bilaterale.
Spese per la Difesa
Di fronte a questi crescenti impegni, è riemerso anche il tema delle spese per la Difesa. “Dobbiamo rispettare i patti internazionali presi con la Nato di raggiungere il 2%” ha detto Crosetto, aggiungendo che “se qualcuno pensa che questo sia trasformato immediatamente in armamenti non conosce le idee di questo governo né dell’attuale ministro della Difesa”, sottolineando il valore di supporto alla crescita e alla stabilizzazione che le Forze armate possono fornire ai Paesi interessati dalle operazioni italiane, ponendosi al fianco di quei “Paesi amici” che ne chiedono l’intervento. “I fondi della Difesa debbono creare sicurezza, e la sicurezza si crea in modi diversi” ha detto il ministro, ricordando come “la cornice di sicurezza creata dalle Forze armate è il presupposto per democrazia e pace”, impossibili “se non c’è sicurezza, e la sicurezza si crea grazie all’impiego delle Forze armate e delle forze di polizia”.
Fianco est
L’impegno della Difesa, naturalmente, si concentrerà in primis sulla minaccia derivata dall’invasione russa dell’Ucraina, con la partecipazione alle iniziative messe in atto dalla Nato. Qui l’impegno prevede circa 3.400 unità e seicento mezzi e materiali terresti, oltre a cinque unità navali e circa trenta assetti aerei. In particolare è previsto anche “il dislocamento nel Mar Baltico di un’unità navale con capacità di difesa aerea e missilistica, quale contributo al rafforzamento dello spazio aereo polacco e dell’area euro-atlantica”. Crosetto ha inoltre spiegato che aldilà degli altri impegni già consolidati prima dello scoppio del conflitto, è previsto anche l’avvio di un ulteriore impegno in Slovacchia, “con il dispiegamento di un sistema di difesa anti-aerea e anti-missilistica Samp-T”.
Addestramento ucraino
Prosegue anche l’impegno italiano nell’addestramento dei militari ucraini, non solo quelli destinati a utilizzare il sistema Samp-T, attualmente in Italia per finalizzare la propria formazione, ma anche prendendo parte all’iniziativa dell’Unione europea “di assistenza militare all’Ucraina (Eumam Ucraina), mirata a supportare le forze armate ucraine attraverso attività di addestramento e crescita delle loro capacità operative eseguite in maniera distribuita sul territorio di diversi Paesi membri dell’Unione”. Con una durata iniziale prevista in circa due anni, la missione avrà un comando operativo a Bruxelles e due comandi tattici in Polonia e Germania.
Vertice di Vilnius
L’audizione arriva in vista del vertice Nato di Vilnius, previsto a luglio. Il ministro ha voluto rimarcare come, nonostante ci richiamino “per il livello del nostro investimento in Difesa rispetto al Pil” rimaniamo i secondi contributori della Nato: “Lo siamo stati negli ultimi venti anni, mentre altri, con capacità superiori alle nostre, non hanno dato e non danno un supporto simile a quello fornito dal nostro Paese”. Al vertice, importante sarà anche sottolineare ulteriormente all’Alleanza Atlantica la dovuta attenzione per il fianco sud, “per dire che esiste il fianco Est – dove tutti siamo sempre più impegnati – ma esiste anche un fianco Sud, fondamentale per i destini europei e della Nato”.
Fianco sud
L’impegno italiano si concentrerà, infatti, anche nella principale area di interesse strategico nazionale del Mediterraneo allargato, a partire dall’Africa, la cui crescente fragilità “sempre più oggetto di penetrazione da parte della Russia e della Cina, sia sul piano militare che economico” è caratterizzata “da una condizione di instabilità fuori controllo, generata da problemi endemici connessi con le difficoltà politiche, economiche e sociali” in particolare in Libia, nel Sahel e in Corno d’Africa, ha spiegato Crosetto, preoccupato soprattutto per la presenza di mercenari e milizie straniere, che “crea le basi per fomentare situazioni di instabilità” richiamando il caso del Sudan, dove “non si può escludere un ruolo di influenza esercitato da alcuni militari stranieri”
La sicurezza alla base della stabilità
“La sicurezza del continente africano si basa sulla possibilità di far crescere le condizioni economiche di quel continente” ha spiegato ancora il ministro, “e le missioni internazionali possono creare sicurezza aprendo ospedali e scuole, insegnando a lavorare e facendo cooperazione universitaria”. Un impegno che deve essere necessariamente di lungo periodo. “Non ha senso andare in alcuni Paesi, investire molto, costruire condizioni di sicurezza e andarsene via, avendo come unico risultato quello di aver formato ottime forze di polizia o militari, ma senza aver dato un aiuto a portare un ulteriore sviluppo economico, crescita sociale e culturale”.
PRIVACYDAILY
Taiwan Files – Elezioni 2024: Hou Yu-ih, l’ex poliziotto scelto dal Guomindang
Chi è il candidato presidente del principale partito d'opposizione e perché è stato scelto. Altre manovre in vista del voto. Le esercitazioni annuali Han Kuang e la visita di Liz Truss. Il via libera alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
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Si apre il summit del G7 a Hiroshima: nuove sanzioni alla Russia, ma si parla anche di Pechino. Meloni incontra Kishida, mentre Biden cancella le tappe in Papua Nuova Guinea e Australia per il vertice Quad. Un colpo all'affidabilità degli Usa nella regione, mentre Xi ospita a Xi'an i leader dell'Asia centrale
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Assad torna al vertice arabo ma la scomunica Usa frena la ricostruzione della Siria
della redazione
Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – Il presidente siriano Bashar Assad oggi per la prima volta in oltre dieci anni parteciperà a Gedda a un vertice arabo regionale ed effettuerà una visita nella ricca petromonarchia dal 2011, anno di inizio del conflitto in Siria in cui sono rimaste uccise tra 350mila e mezzo milione di persone, molte delle quali civili oltre a miliziani islamici e soldati dell’esercito siriano. Milioni di siriani durante la guerra hanno lasciato il loro paese e sono profughi in Libano, Turchia e Giordania, altri milioni sono sfollati interni. In bilico fino al 2015, Assad ha poi ripreso il controllo di gran parte della Siria grazie anche ai suoi alleati Russia e Iran. I contatti diplomatici tra Damasco e i paesi arabi si sono intensificati dopo il terremoto del 6 febbraio che ha colpito la Turchia e la Siria uccidendo più di 50.000 persone.
La presenza di Bashar Assad al vertice della Lega araba scrive un nuovo capitolo delle relazioni tra paesi arabi dopo oltre un decennio di tensioni. Ma difficilmente aprirà la strada alla ricostruzione della Siria. Gli Stati uniti e l’Europa continuano ad opporsi alla normalizzazione delle relazioni con la Siria e applicano pesanti sanzioni contro Damasco e le parti che avviano rapporti economici e commerciali con il paese arabo. Ciò potrebbe impedire ai paesi arabi ricchi di petrolio di affrettarsi a sbloccare i fondi per progetti economici e infrastrutturali in Siria. Usa ed Europa affermano che la ripresa dei rapporti con Damasco dovrà avvenire sulla base di ciò che stabiliscono le risoluzioni che i paesi occidentali hanno imposto negli anni passati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che puntano alla rimozione di Assad dal potere.
A dare il via libera definitivo al reintegro della Siria nella Lega Araba è stata proprio l’Arabia Saudita che pure aveva finanziato e armato vari gruppi islamisti radicali intenzionati a rovesciare Assad. Le relazioni tra i due paesi sono state a dir poco turbolente da quando Assad è diventato presidente nel 2000, in seguito alla morte del padre ed ex presidente, Hafez Assad. Damasco e Riyadh avevano interrotto le relazioni nel 2012, al culmine del conflitto siriano. Poi nell’ultimo anno è cominciato un rapido riavvicinamento e la scorsa settimana hanno concordato di riaprire le loro ambasciate. Ad aprile, il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha visitato Riyadh e il suo omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan, è giunto a Damasco per incontrare Assad. Mekdad ha anche preso parte alla riunione dei ministri degli Esteri arabi a Gedda mercoledì prima del vertice.
A promuovere i nuovi rapporti con Damasco è stato in particolare il controverso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – di fatto già alla guida del regno – nel pieno dell’offensiva diplomatica che ha portato Riyadh a migliorare le sue relazioni con l’Iran, a ristabilire i legami con la Siria e, in apparenza, a prevedere la fine della guerra nello Yemen che è stata alimentata proprio dalla coalizione militare a guida saudita intervenuta nel 2015.
Il cambiamento si è accelerato da quando l’Iran e l’Arabia Saudita, le principali potenze arabe sciite e sunnite della regione, hanno concordato di ristabilire le relazioni diplomatiche in un accordo mediato dalla Cina a marzo. Sebbene il programma nucleare iraniano rimanga una fonte di tensione, la diplomazia ha allentato una serie di rivalità. Contribuiscono anche i cambiamenti geopolitici. Gli alleati arabi degli Usa mettono in dubbio l’impegno a lungo termine di Washington nella regione mentre altre potenze, in particolare la Cina, esercitano una crescente influenza. L’Arabia saudita e gli Emirati hanno compreso che i loro interessi sono sfavoriti da un Medio Oriente altamente polarizzato. Al contrario tendono a svilupparsi disinnescando i conflitti. Pagine Esteri
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Sapevamo
La cosa impressionante è che lo sappiamo. Sta succedendo in Emilia-Romagna, ma è già successo e succederà altrove. Anche il vocabolario si ripete uguale e si deve stare attenti a non cadere nella trappola modello pandemia, ovvero prendere parte a un dibattito di cui non si capiscono neanche i termini: bombe d’acqua, terreno impermeabilizzato e così via andando. Qui non si tratta di avere una propria spiegazione del “dissesto idrogeologico”, per usare un’altra frase fatta, come non si trattò di averlo sulle proteine spike: si tratta di osservare la realtà e comprendere che il non meravigliarsi, il sapere già che sarebbe accaduto, soltanto non sapendo il dove e il quando, è un’aggravante.
Sappiamo che quando si smette di parlare di siccità si comincia a parlare di alluvioni, quando s’essicca il discorso sui danni per la mancanza di acqua comincia il cordoglio per i morti provocati dall’acqua. E, a dispetto dell’ironia macabra, le due cose non sono in contraddizione, ma una accompagna e segue l’altra, per poi ripassarsi il testimone. E ogni volta si ricomincia con il racconto del disastro e il sottofondo delle responsabilità. Laddove la responsabilità più grossa è collettiva: lo sappiamo, ma non ne traiamo le conseguenze. Questo non è fra i problemi più sentiti, si preferisce metterlo nel reparto “fatalità”. Ma non è una fatalità.
Quando non piove si deve lavorare alla pulizia dei corsi d’acqua, alla predisposizione di aree in cui possano espandersi senza creare danni. Non è un programma innovativo ma sapienza antica, puntualmente non soltanto negletta ma contrastata. Perché chi prova a rimuovere ostacoli o a lavorare sui fondali corre il rischio di beccarsi una denuncia. Vige un’idea di rispetto della natura che non ha la minima idea di cosa sia la natura. Come si vede anche con la popolazione degli animali selvatici.
Basta dire “cementificazione” per bloccare ogni intervento che corregga i corsi e il loro defluire o che metta in sicurezza l’abitato. Ma il cemento non uccide nessuno e non deturpa niente, salvo che lo si metta nel posto sbagliato e nella quantità sbagliata. I soldi ci sono, mancano progetti e fatti.
Poi si apre l’infinita discussione sulle cause: è l’uomo ad avere alterato il clima (nel qual caso faccia penitenza) o il clima muta per i fatti suoi (nel qual caso si porti pazienza)? Un doppio schiaffo alla razionalità. Il futuro industriale coincide con un cambio delle fonti energetiche e dei sistemi produttivi, fare penitenza non serve a nulla e provare a conservare il passato serve soltanto a fallire. Su quel fronte bisogna mettere ricerca e innovazione, non contrizione. E se c’è un vantaggio immediato per chi produce sporcando si deve lavorare a che duri il meno possibile, non a fargli concorrenza sporcando di più. E se anche il clima muta per i fatti suoi, sappiamo che il modo per non esserne vittime non è guardare il cielo ma attrezzarsi per terra, adeguarsi ai cambiamenti, imparare dagli errori.
Anche la pandemia che ci ha colpito tre anni fa non era la prima sperimentata e non sarà l’ultima, ma è costata meno e si è usciti più in fretta perché la si è affrontata senza millenarismi, con i vaccini, superando la confusione iniziale e mettendo in campo un’azione europea coordinata. E quel che si è imparato si spera non sia dimenticato. Anche in quel caso si sarebbe (e si è) potuto perdere tempo a discettare delle cause, ma a liberarci è stata la reazione alle conseguenze.
Possiamo e dobbiamo apprezzare l’enorme valore della solidarietà, il coraggio dei soccorritori, la prontezza della Protezione civile, l’abnegazione di pompieri e forze dell’ordine. Ci concentreremo sul rimediare ai danni, sapendo bene che la reattività dei cittadini è un elemento fondamentale del lesto riscatto, mentre il delegare tutto ai piani di ricostruzione – restando inerti – è un sistema per vivere un futuro di lavori non completati. Ma prima di tutto sappiamo di dover fare i conti – e in fretta – con quei cambiamenti e di non avere alcuna alternativa al farli.
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Nuovo corridoio ferroviario tra Russia e Iran
di Redazione
Pagine Esteri, 18 maggio 2023 – La Russia e l’Iran hanno stipulato un accordo per la creazione di una nuova tratta ferroviaria tra Resht e Astara, che sarà lunga circa 164 km e aumenterà l’efficienza economica della rotta transcaspica. La nuova tratta collegherà le sezioni del corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud (Instc), un percorso multimodale che collega India, Iran, Azerbaigian, Russia ed Europa.
La ferrovia Astara-Resht-Qazvin, che si snoderà lungo l’angolo sud-occidentale del Mar Caspio, costituisce un collegamento centrale del più lungo Instc, sottolinea il giornale iraniano “Financial Tribune”. La sezione transfrontaliera della ferrovia, ad Astara, tra Iran e Azerbaigian, è stata inaugurata ufficialmente il 29 marzo 2018, mentre la sezione Resht-Qazvin, all’interno dell’Iran, è stata realizzata il 6 marzo 2019. Pertanto, l’anello mancante è la sezione ferroviaria che parte dalla città di Resht, capoluogo della provincia di Gilan, fino alla città di Astara, nell’omonima provincia al confine azero. «Il corridoio ha un enorme potenziale per creare entrate sostenibili che possono competere con le nostre esportazioni di petrolio», ha dichiarato il vice capo di gabinetto per gli affari politici del presidente iraniano, Mohammad Jamshidi.
Il documento è stato firmato a Teheran dal ministro dei Trasporti russo, Vitalij Savelyev, e dal ministro delle Strade e dello sviluppo urbano iraniano, Mehrdad Bazrpash. Il presidente russo, Vladimir Putin, che ha partecipato alla cerimonia in videoconferenza, ha sottolineato che la nuova linea ferroviaria ridurrà il tempo di transito delle merci da San Pietroburgo a Mumbai (in India) da 45 a 10 giorni. Il leader russo ha inoltre notato che la nuova rotta di trasporto darà “un contributo pratico tangibile” per garantire la sicurezza alimentare globale. «La nuova linea ferroviaria è destinata a essere utilizzata anche per il trasporto di cibo e altri prodotti del complesso agroindustriale, che sarà destinato sia ai consumatori in Iran che ai Paesi del Golfo persico e dell’Africa», ha spiegato.
Come ha riferito l’agenzia di stampa russa “Tass”, Mosca e Teheran finanzieranno congiuntamente la progettazione, la costruzione e la fornitura di beni e servizi che riguardano la nuova sezione ferroviaria.
L’ambasciatore della Repubblica islamica a Mosca, Kazem Jalali, ha dichiarato che «i lavori di costruzione dovrebbero iniziare presto, al massimo entro ottobre, inizierà la parte esecutiva dell’attuazione del progetto dell’Instc».
Alla domanda sul costo della costruzione, a marzo, il vice direttore delle Ferrovie russe, Sergey Pavlov, aveva risposto che «il calcolo approssimativo attualmente previsto è di 1,6 miliardi di dollari».
Secondo il “Financial Tribune”, l’ostacolo principale al progetto, in termini di costruzione e attuazione, è stato il finanziamento, soprattutto a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iran. Secondo un precedente accordo tra l’Iran e l’Azerbaigian, entrambe le parti si erano impegnate a fornire 500 milioni di dollari ciascuna per la costruzione della ferrovia Resht-Astara. Nel 2016, la Banca internazionale azera aveva firmato un accordo con l’Iran per l’assegnazione di un prestito di 500 milioni di dollari a questo scopo. Tuttavia, l’accordo e il prestito non sono mai stati attuati a causa delle «pesanti sanzioni statunitensi sulla rete bancaria iraniana», ha spiegato il vice direttore delle Ferrovie russe. Il recenteinasprimento delle relazioni tra Iran e Azerbaigian, poi, hanno reso del tutto inattuabile il progetto e costretto il governo di Teheran a cercare altri finanziatori.
Secondo Vali Kaleji, esperto di Asia centrale e studi caucasici per l’istituto di ricerca e analisi “Jamestown Foundation”, con sede a Washington, l’Iran considera una priorità l’espansione dei corridoi di trasporto merci verso l’Unione economica eurasiatica (Uee), guidata da Mosca, al fine di «sfruttare al meglio l’accordo commerciale preferenziale Uee-Iran ». Un altro motivo per cui la costruzione della ferrovia Resht-Astara è essenziale, secondo Kaleji, è il transito delle merci tra India, Iran e Russia, che avevano fondato l’Instc nel 2002. «A causa delle sanzioni imposte a Mosca dall’Occidente, il volume degli scambi commerciali e di transito tra India e Russia è aumentato in modo significativo. La rete ferroviaria iraniana collegata a Bandar Abbas è, per questo motivo, una delle più importanti opzioni di transito in India, in grado di trasportare merci a Resht». – Pagine Esteri
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Einaudi: il pensiero e l’azione – “Il Giornalista” con Andrea Cangini
Forza Emilia-Romagna!, la raccolta fondi
L’Emilia-Romagna devastata dalle alluvioni chiama, il gruppo Monrif (con le sue testate cartacee e online Quotidiano Nazionale,
il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno) risponde. Da ieri è infatti attiva una raccolta fondi per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite in questi giorni. Giorgio Napolitano, allora presidente della Repubblica, durante una visita al giornale lo disse senza se e senza ma: «Il vostro quotidiano è una istituzione». E un’istituzione ha dei doveri e un ruolo che è anche sociale. Il Carlino diede via a un crowdfunding ante litteram, pioneristico in Italia, con la sottoscrizione a favore dei figli delle vedove della Prima Guerra Mondiale, sul finire degli anni Dieci del secolo breve. Poi, dalla Basilica di Santo Stefano al Nettuno di Bologna fino ai terremoti d’Emilia e delle Marche, è stata una lunga e continua storia di solidarietà e aiuti. Ora l’impegno per l’Emilia-Romagna devastata, nei giorni in cui anche la provincia di Pesaro s’è scoperta più fragile. Tutte le persone che vogliono contribuire alla raccolta fondi potranno quindi donare tramite bonifico al conto corrente bancario ‘Editoriale Nazionale Srl – Un aiuto per l’EmiliaRomagna’ – IBAN IT23 M 05387 02411 000003844487. Invece, per contribuire dall’estero vale lo stesso Iban ma bisogna aggiungere anche il codice Bic/swift: BPMOIT22XXX. Il conto è aperto presso la Bperbanca s.p.a. Agenzia 12 di Bologna. I fondi raccolti confluiranno in un conto della RegioneEmilia-Romagna e andranno a sostenere la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna per interventi urgenti e assistenza alle popolazioni sfollate.
Subito tanti i testimonial accanto al nostro giornale. Il cantautore bolognese Cesare Cremonini, che coi Lunapop ha cantato quei colli ora sbriciolati, ha immediatamente condiviso il nostro appello: «Chi può, in questo momento durissimo per tutta la nostra regione, può donare per aiutare le popolazioni colpite, grazie alla raccolta lanciata da Qn -il Resto del Carlino. Forza Emilia-Romagna!». Per il cardinale Matteo Zuppi, custode della fede bolognese e da tempo anche capo della Cei, «la solidarietà è sempre la risposta di fronte alle calamità. L’abbiamo visto nella pandemia Covid, deve essere così anche nella ‘pandemia’ della guerra e lo vediamo pure in questo diluvio che ha tragicamente portato via la vita di 9 persone e case, beni e ricordi a decine di migliaia di cittadini. Non solo, questa alluvione che ha colpito le città della Romagna, ha messo in ginocchio anche la montagna, pensate all’Appenino bolognese: ecco perché la solidarietà è l’unica risposta. Un po’ di solidarietà è come il ramoscello d’ulivo che segna la fine per il diluvio di Noè. La solidarietà dà speranza, è condivisione, per questo tutti donino alla vostra sottoscrizione».
Ravennate doc, dunque proveniente dalle zone colpite, è Federico Marchetti, l’imprenditore-papà del colosso del lusso digitale Yoox-Ynap e ora a capo della Task force sulla moda sostenibile del re Carlo d’Inghilterra: «Partecipo anche io all’iniziativa di Qn-Carlino – dice invitando chi può a donare –.In queste ore ho chiamato il sindaco di Ravenna Michele De Pascale per esprimergli vicinanza e fargli i complimenti per come ha gestito anche l’informazione nei confronti dei cittadini. Gli ho offerto il mio aiuto concreto. Io ci sono: nonostante sia partito da Ravenna a 19 anni, mi considero un romagnolo al 100%». Sui social network, intanto, ieri Vasco Rossi ha espresso solidarietà all’Emilia-Romagna: «Sono vicino a tutte le persone colpite da questa terribile alluvione». E pure Laura Pausini, che ha visto la sua Solarolo sott’acqua, scrive ai suoi concittadini: «Vi penso e cerco di essere di aiuto nel modo più sincero possibile».
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”Intelligenza artificiale. E noi?”
📌Cosedagarante| Venerdì 19 maggio a partire dalle 17.45 avrò il piacere di partecipare all’evento ”Intelligenza artificiale. E noi?” organizzato da Pensiero Solido all’Arena Cariplo di Milano
“Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy”
📌Cosedagarante| Domani a partire dalla 10,00 sarò ospite dell’evento “Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy” organizzato dalla Gazzetta del Sud con il supporto dell’Università di Messina. Sarà possibile seguire la diretta sul canale Youtube della Gazzetta del Sud
News da Marte #16 | Coelum Astronomia
"In questo 16esimo appuntamento della rubrica vediamo le ultime notizie sulla missione del rover cinese Zhurong e le più recenti operazioni di Curiosity e Perseverance. Ne approfittiamo anche per un piccolo approfondimento tecnico di astrofotografia marziana."
Oggi ultimo appuntamento con L'Ora di Costituzione! Il Prof. Luciano Violante illustrerà agli studenti i Rapporti politici (dall’art. 48 all’art. 54).
Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Oggi ultimo appuntamento con L'Ora di Costituzione! Il Prof. Luciano Violante illustrerà agli studenti i Rapporti politici (dall’art. 48 all’art. 54). Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ https://www.youtube.Telegram
“Intelligenza artificiale, diritti, giustizia e pubblica amministrazione”.
📌Cosedagarante| 🕘 A partire 9.00 interverrò a Palazzo Spada al Convegno organizzato dall’Ufficio studi e formazione della Giustizia Amministrativa “Intelligenza artificiale, diritti, giustizia e pubblica amministrazione”. Qui il programma completo ➡️lnkd.in/d_gRD4e4Qui il link per seguire i lavori vimeo.com/event/3393675.
Il Capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Jacopo Greco, interverrà oggi, nell’Arena del Forum, all’evento dal titolo “PNRR e Coesione: com…
PRIVACYDAILY
Proiezione HACKING JUSTICE
v.o. sub ita. 89 min.
ingresso libero gratuito
Sala CGIL
Via E. Dandolo 8
22 maggio 2023
Ore 20.
FREE ASSANGE Italia
Proiezione HACKING JUSTICE v.o. sub ita. 89 min. ingresso libero gratuito Sala CGIL Via E. Dandolo 8 22 maggio 2023 Ore 20.Telegram
⏰ Domani, 18 maggio, l’ultimo appuntamento per quest’anno scolastico con L'Ora di Costituzione!
Oltre al Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Alberto Balboni, ci sarà anche il Prof.
Al via la seconda giornata di Forum PA!
Il Ministro Giuseppe Valditara sarà presente oggi alle 14.30, nell’Arena del Forum, dove si parlerà delle novità in campo per la scuola, a partire dal Piano di semplificazioni recentemente approvato.
Friendica and Bluesky's AT protocol
Friendica has always stood out for being able to manage multiple communication protocols, surpassed in this only by Hubzilla (a software that I have never been able to appreciate, however).
It would be nice if Frindica could integrate Bluesky's AT protocol as well. Do you know if there is any feasibility study on this new frontier?
@Fediverse News @Hypolite Petovan @Michael Vogel @Tobias
The AT Protocol
In the spring, we released “ADX,” the very first iteration of the protocol. Over the summer we improved ADX’s design, and today we’re sharing a preview of what’s to come.blueskyweb.xyz
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La banca centrale turca ha presentato le sue prime misure dopo le elezioni presidenziali di domenica, aggiungendosi a un groviglio di regole utilizzate per gestire il sistema finanziario.
@Politica interna, europea e internazionale
L'obiettivo delle nuove normative, entrate in vigore martedì, è quello di ridurre la domanda di oro tra le famiglie e dissuaderle dal prelevare contanti utilizzando le carte di credito, un'opzione sempre più favorita dalle persone come alternativa più economica ai prestiti.
Turkey Central Bank to Limit Gold, Cash Demand in Post-Vote Move
Turkey’s central bank unveiled its first measures after Sunday’s presidential elections, adding to a tangle of rules it’s used to manage the financial system.Beril Akman (Bloomberg)
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L'Esercito italiano fa propaganda bellicista in un centro commerciale di Catania | L'Indipendente
«In particolare, Cobas e Osservatorio si scagliano contro la “campagna acquisti sempre più invasiva che invita i giovani ad intraprendere un percorso di futuro garantito in un territorio, la Sicilia, dove il tasso di abbandono scolastico si è attestato al 21,2% e la disoccupazione giovanile al 22%”, ricordando come le normative scolastiche impongano che “ogni attività didattica esterna sia coerente con il lavoro curricolare e la programmazione”.»
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Propaganda politica, opinioni sbagliate, fake news e intolleranza. La posizione di Poliverso
@Politica interna, europea e internazionale
Poliverso.org è ormai diventata un'istanza generalista, ma è nata per creare uno spazio di dibattito politico aperto, laico e libero.
Abbiamo ricevuto diversi messaggi che ci rimproveravano di avere dato spazio a voci contrarie all'Ucraina e ostili verso la strenua difesa del popolo ucraino. A volte siamo stati addirittura accusati di diffondere fake news.
Ricordiamo a tutti che le opinioni non sono fatti e che un'opinione non è una fake news, anche se dovesse essere un'opinione sbagliata.
Polemizzare, anche utilizzando toni molto accesi, non può essere derubricato a comportamento tossico solo perché non esprime l'opinione desiderata.
In questa istanza pertanto verrà sempre consentita la libera espressione del proprio pensiero.
Tuttavia ricordiamo anche che la nostra tolleranza verso gli account di propaganda militarista, filo-occidentale o filo-russa che siano, è limitata!
Poliverso è un servizio gratuito (se volete contribuire potete farlo qui) e proprio per questo non è uno spazio che verrà concesso ad account che praticano 24×7 l'attacco sistematico verso profili che non la pensano come loro.
Poliverso.org è una piattaforma di discussione. Se volete fare marketing diretto per le vostre idee politiche o, peggio ancora, molestie mirate, verrete spazzati via!
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MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE
Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.
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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo
Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.
È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.
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@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.
Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.
Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere
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@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.
(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )
Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.
Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:
github.com/mastodon/mastodon/i…
Make it possible for admins to turn off account suggestions · Issue #24474 · mastodon/mastodon
Pitch I think it would be good if admins could turn off "account suggestions". Currently, turning off "Enable trends" switches off trending posts, trending hashtags and trending news-posts, and sin...GitHub
🧨 Intervista a Bernardino Costantino
Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.
iyezine.com/bernardino-costant…
Bernardino Costantino
🧨 Intervista a Bernardino Costantino : Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video.In Your Eyes ezine --
Il Parlamento UE approva: sì al taglio delle spese sociali per finanziare le armi | L'Indipendente
"Tutti i partiti italiani del governo di centrodestra hanno votato a favore della proposta, e lo stesso ha fatto il Partito Democratico (insieme a tutto il partito socialista europeo), ad esclusione di due suoi membri. Hanno invece votato contro i parlamentari europei di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle."
Signor Amministratore ⁂
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Elena Noal
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Elena Noal
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