Le emergenze del sistema penale
Il Piemonte (non) gioca in Difesa. Intervista al governatore Cirio
A fine novembre, in occasione della nona edizione degli Aerospace and Defence Meetings all’Oval Lingotto, inizieranno i lavori per la Città dell’Aerospazio che la Regione sostiene con un investimento di 15 milioni di euro. Lo ha annunciato un mese fa il governatore Alberto Cirio, partecipando, assieme all’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano, all’incontro organizzato dall’Unione Industriale su “La filiera dell’aerospazio: Difesa e sicurezza in Piemonte – scenari prospettive e opportunità per la valorizzazione delle eccellenze industriali del territorio”, in collaborazione con Leonardo.
Governatore, il tessuto imprenditoriale piemontese è pronto?
Il tessuto imprenditoriale piemontese è senz’altro pronto, come dimostrano i progetti di ricerca industriale per i quali sia i grandi player, sia le Pmi, sia le startup sono state in grado di intercettare importanti finanziamenti sui bandi regionali, nazionali e comunitari. In Piemonte quello dell’aerospazio è un settore che qui poggia su pilastri solidi: oltre 300 aziende, 20.000 addetti, 7 miliardi di giro d’affari di cui circa il 70 per cento destinato ai mercati esteri, Stati Uniti, Francia e Germania in testa. Ci sono grandi realtà internazionali come Leonardo, Avio Aero, Thales Alenia Space, Collins Aerospace, oltre a decine di aziende che compongono la filiera dell’aerospazio e che fanno parte del Distretto aerospaziale.
La Città dell’Aerospazio potrà rafforzare la filiera, affiancando piccole e medie imprese ai grandi nomi?
Proprio nell’ambito del Distretto sono già stati avviati progetti e sperimentate collaborazioni efficaci tra grandi imprese e Pmi, anche nell’ottica della creazione e del rafforzamento di nuove filiere. Tale virtuoso percorso troverà ulteriore slancio con la realizzazione del progetto Città dell’Aerospazio, vista anche la compresenza fisica di laboratori e spazi per didattica.
Che ricadute può avere la Città dell’Aerospazio per il settore manifatturiero?
Le ricadute riguarderanno non solo il rafforzamento del settore aerospaziale in senso stretto, ma anche di tutta quella parte del comparto manifatturiero composto da imprese (diverse e molto innovative) con produzioni e servizi caratterizzati da forte contaminazione tecnologica tra il settore aerospaziale ed altri più o meno contigui. Pensiamo per esempio all’impulso che già oggi dall’aerospazio arriva, e al potenziale che può avere in futuro, alle imprese operanti per l’automotive. Questo tipo di aziende, che in Piemonte sono tante e con consolidate vocazioni produttive, possono convertire una parte della propria produzione verso il settore aerospaziale, con evidenti benefici in termini di capacità del sistema produttivo di affrontare le sfide poste dalla transizione in atto nella mobilità. Sabelt, che è una importante realtà del nostro territorio, già oggi ha diversificato la produzione aggiungendo la componentistica legata all’aerospazio a quella tradizionale dell’automotive.
In autunno dovrebbero partire i primi programmi di Diana, l’acceleratore di startup della Nato, in tandem con alcuni acceleratori. Tra questi ci sono le Officine grandi riparazioni di Torino, per l’aerospazio. Che occasione è per il ruolo internazionale di Torino e del Piemonte?
Sicuramente l’iniziativa potrà valorizzare i soggetti che sul territorio si occupano di favorire l’accelerazione delle iniziative imprenditoriali, come appunto Ogr, nei confronti dei quali la Regione si pone come soggetto di raccordo per facilitare la sinergia e la complementarietà delle varie iniziative e attività. La vivacità del nostro tessuto imprenditoriale ci rende confidenti sul fatto che sarà in grado di sfruttare le occasioni che arriveranno da questi programmi per incrementare ulteriormente la propria valenza internazionale.
#LaFLEalMassimo – Episodio 93 – Welfare, sanità e conti da quadrare
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Apriamo come di consueto con la condanna dell’infame aggressione operata dalla Russia ai danni del popolo ucraino e con l’auspicio che quest’ultimo possa in tempi brevi recuperare l’integrità del proprio territorio e che i suoi cittadini possano tornare ad una vita normale.
DI recente la scrittrice Murgia ha iniziato a pubblicare sui social il costo dei farmaci che assume per una grave patologia da cui è affetta e che viene in larga misura coperto dal servizio sanitario nazionale.
Si tratta di un’azione meritoria e anche a titolo personale devo dire di aver potuto beneficiare per alcuni familiari di cure dal costo elevato che probabilmente non mi sarei potuto permettere.
Mentre celebriamo questo fondamentale istituto di civiltà è importante anche ricordare la matrice culturale che lo rende possibile e sostenibile nel tempo: sono le società aperte, i regimi democratici e le economie di mercato che possono permettersi di offrire trattamenti sanitari e cure di elevata qualità ai propri cittadini a prescindere dalla capacità del singolo di sostenerne il costo.
È sempre bene ricordare che lo stato sociale che contribuisce a innalzare il nostro tenore di vita non è la gentile concessione di qualche politico populista, che talvolta vorrebbe attribuirsene il merito, ma il risultato finale di un processo distruzione creativa che consentito alla società di innovare ricercando il miglioramento continuo della propria condizione. Così come va ricordato che il finanziamento di questo welfare si regge sulla tassazione che grava su chi è capace di creare valore.
Per concludere è positivo compiacersi perché viviamo in una società dove chi è ammalato o si trova in difficoltà non viene lasciato indietro, ma ricordiamoci che questa costruzione meravigliosa si regge sulla libertà degli individui di fare impresa e lavorare per pagare il conto dello stato sociale di cui tutti beneficiamo.
L'articolo #LaFLEalMassimo – Episodio 93 – Welfare, sanità e conti da quadrare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Venezia - Il 30 maggio 2023 alle ore 18:30 presso l’associazione About ci sarà la prima presentazione pubblica dell’esercizio dei diritti per impedire alla Smart Control Room di Venezia e agli operatori telefonici di tutta Italia di elaborare dati sulla vostra posizione.
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Ecco la guida al networking professionale per sviluppatori introversi 😀
Ma il vero valore aziendale si accumula con la leva finanziaria. La leva finanziaria è la capacità di aumentare la traiettoria di un'azienda attraverso una forza esterna. Potrebbe essere capitale, abilità, trigger psicologici o relazioni.
Il post di Andy & Hide su HackerMoon
Hello There: The Introverted Developer's Guide to Professional Networking :)
The right socialization strategies can influence the present moment value of money. Social skills directly map to the amount of money we earn.Andy & Hide (www.hackernoon.com)
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Legge sui dati - Per la Commissione Europea le garanzie sui segreti commerciali devono essere un'eccezione, non una regola
La mobilitazione della scorsa settimana di giganti dell'industria tedesca come Siemens e SAP sembra aver fatto scalpore nell'esecutivo dell'UE, non sorprende, dal momento che la presidente Ursula von der Leyen è stata costantemente sensibile alle esigenze del suo paese d'origine.
La Commissione è stata molto attiva nei negoziati della nuova legge sui dati, compensando in parte la mancanza di leadership della presidenza svedese. Sebbene il trilogo della prossima settimana sia destinato solo a chiudere il capitolo della condivisione dei dati B2G, laddove il Consiglio non desidera limitare l'ambito di applicazione ai soli dati personali, mercoledì la presidenza ha dichiarato al COREPER che intende ancora chiudere il fascicolo prima della fine del suo semestre e nessuno Stato membro ha indicato linee rosse. Nel frattempo, la Commissione deve ancora presentare un documento informale con un compromesso su come affrontare la questione dei segreti commerciali.
L'articolo completo di
@Luca Bertuzzi per #Euractiv
Data Act: Trade secret safeguards shall be exception not rule, Commission says
The European Commission is open to introducing a mechanism for protecting trade secrets in the Data Act as lonLuca Bertuzzi (EURACTIV)
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Pirati Europei reshared this.
IRAN. Giustiziati tre uomini arrestati durante le proteste antigovernative
della redazione
Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – L’Iran ha giustiziato tre uomini accusati di violenza durante le proteste antigovernative di massa dello scorso anno Mizan, il sito della magistratura, ha annunciato le esecuzioni di Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi, accusati dell’uccisione di un agente di polizia e di due membri del gruppo paramilitare Basij a Isfahan a novembre. I gruppi per i diritti affermano che i tre sono stati sottoposti a torture, costretti a confessioni televisive e non hanno avuto un giusto processo.
Le proteste in Iran sono scoppiate lo scorso settembre dopo la morte in detenzione di una donna di 22 anni, Mahsa Amini, che era stata arrestata dalla polizia morale per presunta violazione del codice di abbigliamento islamico. Le manifestazioni si sono poi rapidamente trasformate in una rivolta contro le autorità che hanno governato l’Iran dalla Rivoluzione del 1979. Le proteste si sono in gran parte placate ma ancora oggi tante donne si rifiutano di indossare il velo islamico obbligatorio.
L’Iran ha giustiziato un totale di sette persone in relazione alle proteste. I gruppi per i diritti affermano che sono state condannate a morte da tribunali speciali e non hanno avuto modo di difendersi adeguatamente. Pagine Esteri
L'articolo IRAN. Giustiziati tre uomini arrestati durante le proteste antigovernative proviene da Pagine Esteri.
“Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy”
📌Cosedagarante| Ho avuto il piacere di partecipare all’incontro organizzato dalla Gazzetta del Sud “Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy” per discutere anche del futuro dei nostri ragazzi
Enigmistica regionale
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L'articolo Enigmistica regionale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
#31 / L'UE insegna al mondo come si fa
L’Unione Europea insegna al mondo come si fa
Con due comunicati ieri il Consiglio dell’Unione Europea ha dichiarato di aver definito la sua posizione in merito a due pacchetti normativi già in discussione da tempo in materia di antiriciclaggio e condivisione di informazioni ai fini tributari tra paesi membri.
Il primo è il pacchetto AML/CFT, cioè antiriciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo, di cui avevo scritto anche lo scorso anno.
Chi non si iscrive è uno spione
L'aggiornamento normativo, tra le altre cose, estenderà la "Travel Rule" al mondo crypto e obbligherà gli exchange a identificare ogni utente e tracciare ogni transazione, anche di pochi centesimi.
Lo scopo è ovviamente avere dati a disposizione per analizzare le transazioni ed eventualmente bloccarle. Migliaia di algoritmi e qualche burocrate saranno incaricati di decidere se quella transazione di 2 dogecoin sia sospetta o meno.
Il problema come al solito non risiede nel mero abuso della privacy, ma nel potenziale abuso di potere e quasi certo elevato tasso di errore di questi sistemi di monitoraggio. Già nel sistema bancario tradizionale fanno acqua da tutte le parti e spesso finiscono per mettere nei guai gente perbene, figuriamoci in un settore estremamente complesso e tecnologico come quello delle crypto. I falsi positivi saranno all’ordine del giorno.
Il secondo punto riguarda invece la Direttiva "DAC", che è una roba di cui sicuramente non avrete mai sentito parlare ma che dal 2011 prevede la comunicazione e condivisione dei nostri dati tra tutti gli stati membri: conti correnti, rapporti commerciali, depositi, e tanto altro. A breve comprenderà anche tutto ciò che riguarda l’uso di cryptovalute.
Lo scopo in questo caso è fare comunella per rubare il più possibile. Finora gli stati membri hanno avuto qualche difficoltà a mettere le mani sul cripto-gruzzoletto degli europei. Nel frattempo, il processo di criminalizzazione di chi vorrebbe solo essere lasciato in pace è quasi completo.
La Ministra delle finanze svedese, Elisabeth Svantesson, commenta così la buona novella: “The agreement is yet another example of the EU as a leader in the implementation of global standards”.
Grazie Elisabetta, siamo tutti molto felici di essere all’avanguardia della sorveglianza di massa.
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Dopo Venezia, a Firenze una “Smart City Control Room”
Mega-schermi, comode poltrone, qualche dipendente pubblico annoiato con gli occhi rossi. Anche a Firenze arriverà a novembre una stanza dei bottoni da cui poter controllare in tempo reale tutta la città, grazie alle più di 1.600 telecamere diffuse sul territorio.
A questo si aggiungono le 81 nuove telecamere che saranno posizionate in più di 55 varchi che costituiranno lo “scudo verde” (cioè una ZTL) per monitorare gli ingressi e le uscite dalla città. Il progetto ricorda molto quello dell’Area B di Milano: sorveglianza di massa dei cittadini e di tutti coloro che per qualche motivo saranno costretti a varcare la soglia di Firenze.
Il Sindaco dice che la Control Room “migliorerà anche la gestione di eventi legati al maltempo o alle manifestazioni". Chi l’avrebbe mai detto che per mitigare gli effetti del maltempo sarebbero bastati qualche migliaio di telecamere e una decina di pannelli LCD. Forse in Emilia Romagna dovrebbero installare più telecamere.
Quando leggo queste cose mi chiedo sempre cosa ne pensa chi vive in queste città.
Se fossimo in condizioni di democrazia diretta, come si faceva una volta nelle antiche città greche, siamo sicuri che la maggioranza avrebbe votato per auto-sorvegliarsi in questo modo e per assegnare a qualche burocrate il potere assoluto di decidere chi può circolare e chi invece no?
Della Smart control room veneziana ne parlavo qui.
La Skynet cinese vuole anche neonati e bambini
Il governo cinese ha iniziato a schedare anche neonati e bambini attraverso identificazione biometrica e genetica: impronte digitali, retina, voce e perfino DNA con prelievi del sangue.
Finora gli stati-nazione si erano degnati di risparmiare neonati e bambini dal processo di schedatura legato alla produzione di documenti d’identità, ma è evidente che adesso non basta più. Tutti devono essere nel sistema, il prima possibile.
Avrà a che fare con l’inizio della fase pilota dello yuan digitale? È possibile, considerando che questa nuova forma di moneta potrà essere usata solo coloro che possiedono un’identità di stato. I bambini iniziano presto a usare i soldi, ancor prima di ricevere il primo documento d’identità. È quindi naturale che debbano essere schedati fin da piccoli.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Someone must have slandered Josef K., for one morning, without having done anything truly wrong, he was arrested.”
Kafka, Der Process
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Articolo consigliato
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#30 / Sì, la privacy è un feticcio
Il feticcio della privacy
Il ministero dell’Interno ha recentemente annunciato di voler potenziare l’apparato di sorveglianza italiano introducendo sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle stazioni. Lo scopo è, come sempre, garantire più sicurezza.
Qualche giorno dopo Repubblica ha pubblicato un articolo a firma di Andrea Monti, giurista e professore universitario, intitolato “Il feticcio della privacy e le polemiche sul riconoscimento facciale”.
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Nell’articolo Monti cerca di spiegarci i motivi giuridici e tecnici per cui dovremmo accettare ogni proposta di sorveglianza per la sicurezza pubblica pacatamente e passivamente: è fuori discussione che il superiore interesse dello Stato e la tutela della collettività non possano essere globalmente limitati in nome della privacy, dice Monti.
Il prof. Monti non è certo un paladino della privacy, che ha definito come “feticcio” più di una volta, arrivando anche ad affermare che non esiste come diritto autonomo, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani affermi il contrario. In ogni caso, non è questo il punto.
Il prof. Monti infatti ha ragione da vendere: “opporsi all’impiego di tecnologia per garantire la sicurezza perché qualcuno potrebbe abusarne equivale ad affermare di non avere fiducia nelle istituzioni. Se così fosse, allora la inevitabile conseguenza logica di questa posizione sarebbe il dover entrare in clandestinità per rovesciare uno Stato che ha tradito gli ideali democratici. Chi ha il coraggio di fare un’affermazione del genere lanci il primo tweet”.
La sfiducia verso le “istituzioni” è esattamente il motivo per cui è lecito opporsi alla diffusione incontrollata di tecnologie di sorveglianza nelle nostre città. Di esempi di abuso ce ne sono molti, e non serve guardare lontano per comprendere il modo in cui un governo possa abusare dei suoi poteri di sorveglianza per opprimere determinati gruppi politici o minoranze. E ricordiamolo: la più piccola minoranza al mondo è l’individuo.
E se i governi cambiano nel tempo, ricordiamoci che una telecamera è invece per sempre. Le telecamere nelle nostre città aumentano sempre e non diminuiscono mai: la Cina, che continua a installare telecamere, è arrivata ad averne quasi 600 milioni.
Chi può assicurarci che la fiducia verso le istituzioni venga ripagata? Chi può assicurarci che fra 5, 10, 50 anni i sistemi di sorveglianza costruiti e potenziati nel tempo non saranno mai usati e abusati da qualcuno? Chi può assicurarci che lo Stato, in un determinato momento storico, non abbia il potere e l’incentivo di perseguire e opprimere milioni di persone per ciò che pensano o fanno? D’altronde, la storia ci insegna che è molto facile giustificare qualsiasi atrocità sotto l’egida della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico.
Affermare la supremazia dell’interesse di Stato e della collettività (che non esiste) sui diritti individuali, come la privacy, equivale a dire che alcuni uomini — i più violenti tra noi — hanno il diritto assoluto di disporre totalmente di tutti gli altri, giustificando così qualsiasi abuso e oppressione. L’autore afferma che per mitigare questi rischi si debba potenziare il diritto di accesso ai dati dei database delle forze dell’ordine, ma io non vedo come questa misura palliativa ex-post possa ribaltare una situazione di sostanziale supremazia dello Stato rispetto all’individuo. Cioè rispetto a me e te che leggi.
Sì, la privacy è un feticcio — un ostacolo al potere, che altrimenti sarebbe illimitato, a tutela di ogni individuo. È anche l’unico modo per vivere un’esistenza libera e morale. Senza privacy non può esserci alcuna libertà. Alla provocazione del prof. Monti non si può quindi che rispondere così:
We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.—That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, —That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government.
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Tornano le tessere della fame
Da luglio 2023 saranno attive in Italia ben 1.300.000 “carte acquisti” per la spesa. Saranno postepay ricaricabili e daranno diritto di acquistare fino a €380 di beni alimentari autorizzati dal Ministero. Saranno ad esempio esclusi gli alcolici.
L’attribuzione delle nuove tessere annonarie passerà dai Comuni, che tramite INPS avranno a disposizione l’elenco dei beneficiari. I Comuni dovranno quindi verificare le anagrafiche e le informazioni relative ai nuclei familiari per assegnare le tessere ai più meritevoli — cioè coloro che casualmente possiedono i criteri arbitrari fissati per legge.
E se tra ordine pubblico e privacy vince sempre l’ordine pubblico, lo stesso può dirsi tra welfare e privacy. Ma noi eretici lo sappiamo bene: non esistono pasti gratis, e prima o poi arriverà qualcuno a chiedere il conto.
Exposed
Anche quest’anno torna Privacy Week, che non è più soltanto il più bell’evento nazionale su privacy e tecnologia, ma ora anche una piattaforma per la fruizione di contenuti on-demand come newsletter, podcast, webinar e molto altro.
Intanto è già uscito il primo episodio del nostro podcast: Exposed.
Ascolta il primo episodio di Exposed, il Podcast di Privacy Week
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Meme del giorno
Citazione del giorno
There's no way to rule innocent men. The only power any government has is the power to crack down on criminals. Well, when there aren't enough criminals one makes them. One declares so many things to be a crime that it becomes impossible for men to live without breaking laws. Who wants a nation of law-abiding citizens? What's there in that for anyone?
Ayn Rand
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#29 / Di statali cinesi, scetticismi e cypherpunk
Gli statali cinesi saranno pagati in digital yuan
È notizia della scorsa settimana1 che la città di Changshu, della provincia di Jiangsu, inizierà a pagare i dipendenti pubblici con lo yuan digitale a partire da questo mese. Il progetto è iniziato lo scorso anno e ci sono già stati dei test da luglio a settembre 2022 che hanno incluso circa 4.900 persone e un importo pari a 2.54 milioni di digital yuan.
“Le città di Changshu e Suzhou implementano il pagamento completo dello stipendio in renminbi digitale per i dipendenti pubblici”
In realtà, pare che un altro test fosse già iniziato nella città di Suzhou, che ha da poco concluso il primo quadrimestre del pilot. In 4 mesi sono state accumulate dalla città 8 milioni di transazioni, per un valore cumulativo di 170 miliardi di yuan. La città riporta circa 26 milioni di wallet personali e quasi 2 milioni di wallet “pubblici”.
La provincia di Jiangsu vuole creare un ecosistema integrato che possa portare a un’espansione incrementale già da gennaio 2024, includendo anche aree chiave come il commercio al dettaglio, gli stipendi privati e il turismo. Al momento sembra che ben 26 province siano impegnate in test di vario tipo, ma quella di Jiangsu promette di essere la provincia più all’avanguardia sul fronte del digital yuan entro il 2025.
Tempo fa scrivevo che il modo migliore per abituare le persone a usare le CBDC fosse obbligarle a pagarci tributi, imposte, tasse e bolli di vario tipo. Ma in effetti, la Cina fa ancora scuola: quale modo migliore se non sfruttare i dipendenti pubblici?
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Scetticismo verso il dollaro digitale
Michelle Bowman, membro della Federal Reserve Board of Governors, ha di recente offerto la sua opinione in merito all’evoluzione del dollaro in un discorso presso la Georgetown University2.
La sua è un’opinione che non ci si aspetterebbe da parte di chi dovrebbe essere tra i primi e più convinti propositori delle nuove CBDC. Eppure secondo Michelle è difficile pensare che il dollaro digitale possa sostituire sistemi come FedNow, una infrastruttura per i pagamenti elettronici in tempo reale sviluppata dalla Federal Reserve.
Aggiunge poi, c’è il rischio che una CBDC programmabile possa essere in contrasto con la flessibilità e libertà delle monete fisiche o dei depositi bancari, e c’è anche il rischio che questo possa portare alla politicizzazione dei sistemi di pagamento.
Attenzione però, per quanto vero, a Michelle non interessa la nostra libertà, ma quella della Federal Reserve. Infatti aggiunge: una CBDC con questo tipo di controllo potrebbe minacciare l’indipendenza della Federal Reserve.
Una moneta politicizzata non è altro che un sistema di social scoring sotto mentite spoglie. Negli Stati Uniti qualcuno, anche nella stessa banca centrale, si fa queste domande (anche se per i motivi sbagliati). Da noi, tutto tace. Eppure, l’euro digitale è quasi pronto.
Cypherpunk e altre storie, un viaggio nella storia della sorveglianza di massa
Nell’episodio di oggi del DOMÌNI Podcast parlo di sorveglianza di massa, del movimento cypherpunk e di molto altro, partendo dal 1930. Sì, perché è una storia lunga un secolo ormai.
Perché il Digital Services Act è una legge molto, molto pericolosa
Sempre in tema di interviste, oggi ne è uscita una su Atlantico Quotidiano in cui parlo del Digital Services Act, la nuova legge europea per la “lotta alla disinformazione” e molto altro.
In realtà di lotta alla disinformazione c’è ben poco, come ho già avuto occasione di ripetere più volte. È più una questione di controllo dell’informazione.
Meme del giorno
Citazione del giorno
La rivoluzione in Inghilterra è stata fatta unicamente in vista della libertà, mentre quella di Francia è stata fatta principalmente in vista dell'eguaglianza.
Alexis de Tocqueville
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Da alcune settimane purtroppo Twitter censura le pubblicazioni Substack. Se vuoi aiutarci, condividi la newsletter con i tuoi amici e conoscenti (non su Twitter) e lascia un like o qualche commento!
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js.people.com.cn/n2/2023/0424/…
cointelegraph.com/news/us-whol…
L'euro digitale è quasi pronto
È ufficiale: i lavori per l’euro digitale sono quasi terminati, e da ottobre si inizia a fare sul serio. Così ci dice Fabio Panetta, membro del Board della Banca Centrale Europea, in un comunicato stampa rilasciato il 24 aprile.
“Stiamo entrando nelle fasi finali del processo investigativo. Il Consiglio della BCE ha da poco approvato il terzo set di opzioni di design per l’euro digitale”
Panetta prosegue recitando quasi come un mantra i motivi “ufficiali” che hanno portato la Banca Centrale a voler iniziare un processo di sviluppo per un euro digitale: la rapida digitalizzazione dell’economia ci richiede di evolvere i contanti nella sfera digitale e di fornire uno strumento europeo unico per i pagamenti digitali, universalmente accettato in tutta l’euro-zona.
Vero, ma non proprio. Nessuno infatti sente la mancanza di un euro digitale. Gli strumenti di pagamento attuali, offerti da banche e intermediari, sono più che sufficienti per sopperire alle necessità dell’era dell’informazione. E poi, molte persone sono ancora affezionate ai contanti per diversi motivi.
Questi approfondimenti non li trovi certo su Repubblica. Che aspetti ad iscriverti?
Un complesso di inferiorità
Il motivo che haspinto la BCE verso l’euro digitale non è certo la voglia di svecchiarsi. E infatti la Presidente Lagarde sconfessa la facile retorica di Panetta, spiegando in un recente video la verità dietro a tutta questa fretta di evoluzione digitale: “I dont want euro to be dependent on unfriendly country currency or dependent on a friendly currency that is activated by a private company like Facebook or Google.1”
La Banca Centrale Europea ha davvero una gran paura di perdere il suo monopolio monetario a favore di soggetti come Meta, Google o AWS. La paura, più che fondata, nasce nel 2018, quando Facebook (ora Meta) per la prima volta annuncia al mondo di voler creare il suo "stablecoin”: Libra. Il progetto fu presto messo da parte a causa delle immense pressioni politiche, ma nel frattempo altre istituzioni come Tether e numerosi altri stablecoin hanno risposto alla domanda di mercato per questa nuova forma di moneta.
I complessi di inferiorità rispetto agli stablecoin, che sono comunque ancora una nicchia per nerd, diventano in verità palesi anche nella retorica di Panetta: People should be able to pay and be paid in digital euro anywhere in the euro area, no matter which intermediary they are using to access the digital euro or which country they are in.
È chiaro infatti che strumenti come Tether — o anche Bitcoin — offrano già soluzioni universali e native digitali per scambiare valore ovunque nel mondo in modo standardizzato, mentre non è possibile dire lo stesso per le monete FIAT come l’euro.
Gli strumenti di pagamento elettronici a cui siamo abituati sono infatti servizi privati senza alcun valore legale (inteso come legal tender) e tutt’altro che standardizzati. I commercianti non sono obbligati ad accettare pagamenti con PayPal o con determinati circuiti di carte di credito, né è detto che la diffusione e accettazione di questi strumenti sia omogenea in tutto il mondo. L’unica garanzia, ad oggi, rimane il buon vecchio contante.
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Come funzionerà, nella pratica
L’euro digitale sarà l’equivalente digitale dell’euro fisico. Ciò significa che tra ottobre 2023 e il prossimo anno ci sarà una proposta di legge da parte della Commissione Europea per rendere l’euro digitale legal tender, cioè moneta a corso legale, all’interno dell’Unione Europea. I commercianti saranno così obbligati ad accettare euro digitale come se fossero contanti.
I vari rapporti tecnici usciti finora (tre in totale) spiegano in modo dettagliato le scelte che sono state fatte dalla Banca Centrale e il futuro funzionamento dell’euro digitale. Prima di tutto: l’euro digitale sarà una liability della BCE, esattamente come i contanti. Gli intermediari finanziari, come le banche commerciali, saranno invece incaricati della distribuzione, della gestione dei pagamenti e del processo di onboarding degli utenti.
Passando dagli intermediari le persone potranno quindi convertire i loro euro tradizionali con euro digitale e viceversa. È possibile che il processo sarà facilitato da applicazioni accessibile tramite homebanking fornite direttamente dalla Banca Centrale per standardizzare i processi in tutta UE. Sembra però che le persone potranno detenere solo un quantitativo limitato di euro digitale. Non è chiaro se questo sia un limite temporaneo o se invece una funzione permanente, né è chiaro ancora a quanto ammonti questo limite.
L’ultimo report2 sconfessa invece la possibilità di programmare l’euro digitale. Ci sarà la possibilità di creare dei pagamenti condizionati, ma non sarà invece possibile definire specifiche modalità d’uso per le “monete” digitali, ad esempio limitando le possibilità di spesa solo per specifici beni o servizi, o magari limitandone l’uso al di fuori del territorio europeo.
Questa sembra una buona notizia, considerando che la programmabilità della moneta creerebbe diversi rischi di abuso, ma non sono ancora del tutto convinto. Altri report precedenti suggerivano diversamente, ad esempio per limitarne l’uso e diffusione al di fuori dei confini geografici europei o per incentivare comportamenti ecosostenibili nella popolazione. Staremo a vedere.
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Privacy e anonimato con l’euro digitale
Il primo3 dei tre report sul design dell’euro digitale affronta nello specifico il tema della privacy dei pagamenti, che come saprete è uno degli elementi più critici di tutto lo schema dell’euro digitale.
La prima brutta notizia è che la Banca Centrale Europea sembra aver categoricamente eliminato la possibilità di pagamenti anonimi, nonostante negli scorsi mesi avessero sommessamente accennato a una possibile soglia di esclusione della sorveglianza.
“Full anonymity is not considered a viable option from a public policy perspective. It would raise concerns about the digital euro potentially being used for illicit purposes (e.g. money laundering and the financing of terrorism). In addition, it would make it virtually impossible to limit the use of the digital euro as a form of investment – a limitation that is essential from a financial stability perspective.”
Non si può essere anonimi perché l’euro digitale potrebbe essere usato per scopi illeciti, come riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo. Okay, prendiamola per buona. E poi, proseguono, sarebbe virtualmente impossibile limitare l’uso dell’euro digitale come forma d’investimento - una limitazione essenziale per avere stabilità finanziaria. In soldoni: niente anonimato perché dobbiamo controllare come lo usate e quanto ne usate.
Un passaggio importante ci spiega poi che dall’euro digitale potremo aspettarci lo stesso livello di privacy degli attuali sistemi di pagamento elettronici, che in effetti non è granché.
“A digital euro would provide a level of privacy equal to that of current private sector digital solutions. Users would need to identify themselves when they start using the digital euro, and intermediaries would perform customer checks during onboarding. Personal and transaction data would only be accessible to intermediaries for the purpose of ensuring compliance with anti-money laundering and combating the financing of terrorism (AML / CFT) requirements and relevant provisions under EU law.
L’attuale scenario scelto dalla BCE prevede l’identificazione del cliente attraverso procedure KYC e la piena trasparenza delle transazioni verso l’intermediario, come accade già oggi per i pagamenti elettronici. Le transazioni saranno inoltre monitorate per anti riciclaggio e anti terrorismo, a prescindere dagli importi.
Pare poi che i dati saranno principalmente detenuti dagli intermediari e non anche dalla Banca Centrale, salvo che la condivisione di questi dati non sia prevista per legge o che sia necessaria a svolgere attività legate all’euro digitale (qualsiasi cosa voglia dire). Che in effetti rischia di tradursi in: sì, saranno disponibili anche alla BCE.
“One euro is one euro, whatever form it takes”, dice Panetta. Eppure, comprare il pane con l’euro digitale invece che con una moneta da due euro farà scattare una serie di misure di sorveglianza e monitoraggio che fanno accapponare la pelle. Siamo proprio sicuri che tutti gli euro nascano uguali?
E sì, è vero: anche gli attuali intermediari di pagamento sono pessimi dal punto di vista della privacy. E sì, ne ho già parlato male. Euro digitale e mezzi di pagamento elettronici come Paypal o Satispay non sono però sullo stesso piano.
Da una parte abbiamo infatti un monopolista che afferma candidamente che nel bilanciamento tra interesse pubblico e privacy prevarrà sempre il primo; dall’altro abbiamo invece attori di mercato in competizione tra loro che hanno incentivi economici a offrire soluzioni privacy-friendly ai loro clienti.
Inoltre, è evidente che la BCE e i governi hanno interessi politici oltre che economici, e si faranno presto ingolosire da questa nuova miniera d’oro di dati. Se non ora, magari fra qualche anno. La Presidente Lagarde, in una video intervista4 ha affermato che il controllo delle transazioni sarà uno degli obiettivi dell’euro digitale.
Non c’è alcun motivo di preferire l’euro digitale
E poi rimane aperta la questione cryptovalute e stablecoin, che certo non spariranno. Grazie al movimento cypherpunk nel mondo crypto c’è già grande attenzione a privacy e anonimato, che non potrà che crescere ancora nel prossimo futuro.
La competizione, prima ancora che sulla comodità e diffusione dello strumento, sarà proprio sulla privacy. Perché mai preferire l’euro digitale se il nostro panettiere accetta contanti, Bitcoin, Monero o perfino Tether? Non c’è alcun motivo razionale per farlo.
I governi e le Banche Centrali lo sanno bene, ed è per questo che oltre che nello sviluppo dell’euro digitale si stanno affrettando per ingabbiare crypto e stablecoin nelle maglie delle leggi KYC e anti riciclaggio. È sempre per questo che persone come Panetta chiedono al legislatore di vietare la diffusione di “crypto-asset energivori”5.
Nonostante la competizione sleale e la violenza politica, non vinceranno, ma sarà una lunga maratona.
In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, ed ha affermato il reale motivo dietro alla spinta verso l’euro digitale: non farsi fregare il monopolio.
In questo report viene descritto lo schema di funzionamento dell’euro digitale
Questo è il report in cui si affronta il tema della privacy
In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, e si è lasciata andare, affermando che l’euro digitale avrà delle forme di controllo delle transazioni: “they will be controlled, you’re right, you’re completely right.”
“Crypto assets deemed to have an excessive ecological footprint should also be banned,” he said, in a likely reference to platforms like Bitcoin that use an energy-intensive mechanism known as "proof-of-work" to validate transactions and secure their network.
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In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale
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Tiktoker fanno causa al Montana dopo il ban
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Filippine, Sara Duterte lascia il partito Lakas-Cmd
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Le emergenze nel sistema penale
PRIVACYDAILY
Taiwan Files – Elezioni 2024: Hou Yu-ih, l’ex poliziotto scelto dal Guomindang
Chi è il candidato presidente del principale partito d'opposizione e perché è stato scelto. Altre manovre in vista del voto. Le esercitazioni annuali Han Kuang e la visita di Liz Truss. Il via libera alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
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Il G7 e il grande gioco Usa-Cina tra Asia centrale e Pacifico
Si apre il summit del G7 a Hiroshima: nuove sanzioni alla Russia, ma si parla anche di Pechino. Meloni incontra Kishida, mentre Biden cancella le tappe in Papua Nuova Guinea e Australia per il vertice Quad. Un colpo all'affidabilità degli Usa nella regione, mentre Xi ospita a Xi'an i leader dell'Asia centrale
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Assad torna al vertice arabo ma la scomunica Usa frena la ricostruzione della Siria
della redazione
Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – Il presidente siriano Bashar Assad oggi per la prima volta in oltre dieci anni parteciperà a Gedda a un vertice arabo regionale ed effettuerà una visita nella ricca petromonarchia dal 2011, anno di inizio del conflitto in Siria in cui sono rimaste uccise tra 350mila e mezzo milione di persone, molte delle quali civili oltre a miliziani islamici e soldati dell’esercito siriano. Milioni di siriani durante la guerra hanno lasciato il loro paese e sono profughi in Libano, Turchia e Giordania, altri milioni sono sfollati interni. In bilico fino al 2015, Assad ha poi ripreso il controllo di gran parte della Siria grazie anche ai suoi alleati Russia e Iran. I contatti diplomatici tra Damasco e i paesi arabi si sono intensificati dopo il terremoto del 6 febbraio che ha colpito la Turchia e la Siria uccidendo più di 50.000 persone.
La presenza di Bashar Assad al vertice della Lega araba scrive un nuovo capitolo delle relazioni tra paesi arabi dopo oltre un decennio di tensioni. Ma difficilmente aprirà la strada alla ricostruzione della Siria. Gli Stati uniti e l’Europa continuano ad opporsi alla normalizzazione delle relazioni con la Siria e applicano pesanti sanzioni contro Damasco e le parti che avviano rapporti economici e commerciali con il paese arabo. Ciò potrebbe impedire ai paesi arabi ricchi di petrolio di affrettarsi a sbloccare i fondi per progetti economici e infrastrutturali in Siria. Usa ed Europa affermano che la ripresa dei rapporti con Damasco dovrà avvenire sulla base di ciò che stabiliscono le risoluzioni che i paesi occidentali hanno imposto negli anni passati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che puntano alla rimozione di Assad dal potere.
A dare il via libera definitivo al reintegro della Siria nella Lega Araba è stata proprio l’Arabia Saudita che pure aveva finanziato e armato vari gruppi islamisti radicali intenzionati a rovesciare Assad. Le relazioni tra i due paesi sono state a dir poco turbolente da quando Assad è diventato presidente nel 2000, in seguito alla morte del padre ed ex presidente, Hafez Assad. Damasco e Riyadh avevano interrotto le relazioni nel 2012, al culmine del conflitto siriano. Poi nell’ultimo anno è cominciato un rapido riavvicinamento e la scorsa settimana hanno concordato di riaprire le loro ambasciate. Ad aprile, il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha visitato Riyadh e il suo omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan, è giunto a Damasco per incontrare Assad. Mekdad ha anche preso parte alla riunione dei ministri degli Esteri arabi a Gedda mercoledì prima del vertice.
A promuovere i nuovi rapporti con Damasco è stato in particolare il controverso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – di fatto già alla guida del regno – nel pieno dell’offensiva diplomatica che ha portato Riyadh a migliorare le sue relazioni con l’Iran, a ristabilire i legami con la Siria e, in apparenza, a prevedere la fine della guerra nello Yemen che è stata alimentata proprio dalla coalizione militare a guida saudita intervenuta nel 2015.
Il cambiamento si è accelerato da quando l’Iran e l’Arabia Saudita, le principali potenze arabe sciite e sunnite della regione, hanno concordato di ristabilire le relazioni diplomatiche in un accordo mediato dalla Cina a marzo. Sebbene il programma nucleare iraniano rimanga una fonte di tensione, la diplomazia ha allentato una serie di rivalità. Contribuiscono anche i cambiamenti geopolitici. Gli alleati arabi degli Usa mettono in dubbio l’impegno a lungo termine di Washington nella regione mentre altre potenze, in particolare la Cina, esercitano una crescente influenza. L’Arabia saudita e gli Emirati hanno compreso che i loro interessi sono sfavoriti da un Medio Oriente altamente polarizzato. Al contrario tendono a svilupparsi disinnescando i conflitti. Pagine Esteri
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Rilasciata la rel. 2023.05-rc (release candidate).
Se vuoi aiutare a trovare qualche bug e, si spera, risolverlo prima del prossimo rilascio, dai un'occhiata al nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.
Il motivo principale di questo primo RC è la correzione di un bug nell'area di notifica. Inoltre i punti salienti della prossima versione sono:
- correggere un bug che impediva la ricerca di @-handles, e
- un'implementazione OWA migliorata.
News da Marte #16 | Coelum Astronomia
"In questo 16esimo appuntamento della rubrica vediamo le ultime notizie sulla missione del rover cinese Zhurong e le più recenti operazioni di Curiosity e Perseverance. Ne approfittiamo anche per un piccolo approfondimento tecnico di astrofotografia marziana."
Oggi ultimo appuntamento con L'Ora di Costituzione! Il Prof. Luciano Violante illustrerà agli studenti i Rapporti politici (dall’art. 48 all’art. 54).
Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
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Il Capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Jacopo Greco, interverrà oggi, nell’Arena del Forum, all’evento dal titolo “PNRR e Coesione: com…
Proiezione HACKING JUSTICE
v.o. sub ita. 89 min.
ingresso libero gratuito
Sala CGIL
Via E. Dandolo 8
22 maggio 2023
Ore 20.
FREE ASSANGE Italia
Proiezione HACKING JUSTICE v.o. sub ita. 89 min. ingresso libero gratuito Sala CGIL Via E. Dandolo 8 22 maggio 2023 Ore 20.Telegram
Friendica and Bluesky's AT protocol
Friendica has always stood out for being able to manage multiple communication protocols, surpassed in this only by Hubzilla (a software that I have never been able to appreciate, however).
It would be nice if Frindica could integrate Bluesky's AT protocol as well. Do you know if there is any feasibility study on this new frontier?
@Fediverse News @Hypolite Petovan @Michael Vogel @Tobias
The AT Protocol
In the spring, we released “ADX,” the very first iteration of the protocol. Over the summer we improved ADX’s design, and today we’re sharing a preview of what’s to come.blueskyweb.xyz
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La banca centrale turca ha presentato le sue prime misure dopo le elezioni presidenziali di domenica, aggiungendosi a un groviglio di regole utilizzate per gestire il sistema finanziario.
@Politica interna, europea e internazionale
L'obiettivo delle nuove normative, entrate in vigore martedì, è quello di ridurre la domanda di oro tra le famiglie e dissuaderle dal prelevare contanti utilizzando le carte di credito, un'opzione sempre più favorita dalle persone come alternativa più economica ai prestiti.
Turkey Central Bank to Limit Gold, Cash Demand in Post-Vote Move
Turkey’s central bank unveiled its first measures after Sunday’s presidential elections, adding to a tangle of rules it’s used to manage the financial system.Beril Akman (Bloomberg)
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L'Esercito italiano fa propaganda bellicista in un centro commerciale di Catania | L'Indipendente
«In particolare, Cobas e Osservatorio si scagliano contro la “campagna acquisti sempre più invasiva che invita i giovani ad intraprendere un percorso di futuro garantito in un territorio, la Sicilia, dove il tasso di abbandono scolastico si è attestato al 21,2% e la disoccupazione giovanile al 22%”, ricordando come le normative scolastiche impongano che “ogni attività didattica esterna sia coerente con il lavoro curricolare e la programmazione”.»
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Propaganda politica, opinioni sbagliate, fake news e intolleranza. La posizione di Poliverso
@Politica interna, europea e internazionale
Poliverso.org è ormai diventata un'istanza generalista, ma è nata per creare uno spazio di dibattito politico aperto, laico e libero.
Abbiamo ricevuto diversi messaggi che ci rimproveravano di avere dato spazio a voci contrarie all'Ucraina e ostili verso la strenua difesa del popolo ucraino. A volte siamo stati addirittura accusati di diffondere fake news.
Ricordiamo a tutti che le opinioni non sono fatti e che un'opinione non è una fake news, anche se dovesse essere un'opinione sbagliata.
Polemizzare, anche utilizzando toni molto accesi, non può essere derubricato a comportamento tossico solo perché non esprime l'opinione desiderata.
In questa istanza pertanto verrà sempre consentita la libera espressione del proprio pensiero.
Tuttavia ricordiamo anche che la nostra tolleranza verso gli account di propaganda militarista, filo-occidentale o filo-russa che siano, è limitata!
Poliverso è un servizio gratuito (se volete contribuire potete farlo qui) e proprio per questo non è uno spazio che verrà concesso ad account che praticano 24×7 l'attacco sistematico verso profili che non la pensano come loro.
Poliverso.org è una piattaforma di discussione. Se volete fare marketing diretto per le vostre idee politiche o, peggio ancora, molestie mirate, verrete spazzati via!
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MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE
Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.
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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo
Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.
È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.
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@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.
Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.
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@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.
Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere
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@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.
(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )
Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.
Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:
github.com/mastodon/mastodon/i…
Make it possible for admins to turn off account suggestions · Issue #24474 · mastodon/mastodon
Pitch I think it would be good if admins could turn off "account suggestions". Currently, turning off "Enable trends" switches off trending posts, trending hashtags and trending news-posts, and sin...GitHub
🧨 Intervista a Bernardino Costantino
Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.
iyezine.com/bernardino-costant…
Bernardino Costantino
🧨 Intervista a Bernardino Costantino : Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video.In Your Eyes ezine --
Signor Amministratore ⁂
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Elena Noal
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Elena Noal
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Hypolite Petovan
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Hypolite Petovan
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branch on both Friendica Core and Friendica Addon.reshared this
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Hypolite Petovan
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