Digitango – Rainews 24
A partire dalle 20.30 avrò il piacere di essere ospite di Digitango la rubrica di RAINEWS 24 condotta da Diego Antonelli con Luciano Floridi e Walter Quattrociocchi per parlare di privacy e tecnologia Vi aspetto anche on line rainews.it/rubriche/digitango
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Le iniziative delle altre Autorità
L’insano aumento dei magistrati a presidio del Ministero della Giustizia
La riforma dell’ordinamento giudiziario firmata dal precedente ministro, Marta Cartabia, non ha rappresentato certo una rivoluzione. “Timidi passi nella giusta direzione, ovvero a garanzia dei principi cardine dello Stato di diritto”: è così che il mondo forense l’ha grossomodo valutata. Tuttavia l’Associazione nazionale magistrati ne ha paventato effetti dirompenti e ha fatto fuoco e fiamme per impedirne l’approvazione.
La riforma Cartabia è stata approvata sul finire della scorsa legislatura, ma gli addetti ai lavori danno per scontato che non vedrà mai la luce. Il motivo è semplice: i magistrati fuori ruolo che occupano le funzioni apicali del ministero della Giustizia lo impediranno. La tesi non è peregrina. Lo conferma il fatto che lo scorso ottobre la Cartabia non è entrata in vigore a causa, ma guarda un po’, della mancanza dei relativi decreti attuativi che avrebbero dovuto essere licenziati dal Ministero. Non era mai successo prima.
Ebbene, la notizia è che lo strapotere informale della magistratura sulle scelte politiche del ministro della Giustizia di turno non è destinata ad affievolirsi, ma ad accrescersi. Nel Palazzo circola, infatti, un emendamento firmato dal governo che, col pretesto del Pnrr, fa saltare il tetto previsto dal decreto legge 143 del 2008 portando da 65 a 75 il numero massimo di magistrati che possono essere destinati a ricoprire funzioni apicali nel ministero della Giustizia. Dieci magistrati in meno ad occuparsi della giurisdizione, dieci magistrati in più ad impedire che qualsivoglia riforma prenda vita contro il parere della corporazione togata.
Un secondo emendamento governativo prevede la costituzione di una nuova Direzione generale presso il gabinetto del ministro al costo di poco meno di 300mila euro, ed è chiaro a tutti che a ricoprire quella funzione sarà un magistrato. Altri due emendamenti, questa volta di iniziativa parlamentare, firmati da senatori Lega e di FdI, aggira il divieto, previsto della legge Cartabia, di rientro in ruolo per i magistrati che hanno assunto incarichi di governo.
C’è n’è abbastanza per dichiarare ufficialmente defunto l’antico principio del primato della politica. Questione che in tempi ormai lontani il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga così riassunse: “La funzione legislativa è stata ormai usurpata manu militari dalla magistratura, che, con la complicità di politici timorosi delle conseguenze in caso di diniego, impedirà qualsivoglia riforma vagamente seria dell’ordinamento giudiziario”.
L'articolo L’insano aumento dei magistrati a presidio del Ministero della Giustizia proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Una donna a guida delle operazioni navali Usa? Chi è Lisa Franchetti
Sarà forse una donna a guidare lo Stato maggiore della Marina statunitense? Non è ancora dato saperlo con certezza, ma si tratterebbe della prima a ricoprire tale incarico oltreoceano. A dare l’anticipazione sul nome di Lisa Franchetti è stato Breaking defense, definendola “il candidato più probabile” per il ruolo di prossimo capo delle operazioni navali del Paese a stelle e strisce. Ufficiale di carriera della guerra di superficie (surface warfare), Franchetti è attualmente già vice-capo delle operazioni navali e in precedenza ha comandato la Sesta Flotta degli Stati Uniti con sede a Napoli, tra il 2018 e il 2020. È stata, inoltre, la seconda donna (dopo Michelle Howard) a essere promossa ammiraglio a quattro stelle per la Us Navy, rientrando così nell’ancora ristretto alveo delle dieci donne nella storia americana a poter vantare tale grado. Insieme a lei, sembrerebbe esserci l’ammiraglio Samuel Paparo, comandante della Flotta del Pacifico degli Stati Uniti, come altro nome più papabile per guidare le operazioni navali Usa.
In attesa della conferma
Nonostante vi sia la possibilità che le circostanze cambino ancora prima dell’ufficiale nomina di Franchetti e quindi l’annuncio ufficiale da parte della Casa Bianca, sembra essere proprio il suo il nome più papabile secondo gli osservatori e analisti americani. Succederebbe all’ammiraglio Michael Gilday, l’ex comandante della decima Flotta la cui nomina ad ammiraglio maggiore della Marina, quattro anni fa, fu inaspettata e preceduta da uno scandalo che costrinse la prima scelta della Casa Bianca a ritirarsi dal processo.
Il profilo
Nonostante le chiare origini italiane, l’ammiraglio Franchetti è nata a Rochester, nello Stato di New York. Oltre agli incarichi già citati, ha ricoperto il ruolo di direttore per la strategia, i piani e la politica dello Stato maggiore. In qualità del suo ruolo di comando è stata responsabile delle forze nel Mar Nero e zone limitrofe, in particolare in prossimità della Marina russa. Tale esperienza, acquisita operando nel Mediterraneo e vicino alla flotta di Mosca sarà più che mai rilevante, soprattutto ad oggi che perdura da oltre un anno la guerra russo-ucraina. L’ammiraglio Franchetti, tuttavia, non è famosa per stare sotto i riflettori, soprattutto in confronto a Gilday, se non durante le udienze del Congresso e in poche altre occasioni. Quali una recente intervista rilasciata alla Cbs (in compagnia di tre sue colleghe del Pentagono) e nel corso dell’esposizione annuale Sea air space. Non è quindi facile cercare di capire come potrebbe comportarsi nel nuovo ruolo di capo delle operazioni navali per gli Stati maggiori riuniti, in particolare per quanto riguarda il rapporto con il comparto industriale.
Alla guida della VI flotta statunitense
“Lavoriamo per mantenere la pace per un anno in più, un mese in più, una settimana e un giorno in più”, così nel 2018 Lisa Franchetti aveva assunto il ruolo di comandante della Sesta Flotta degli Stati Uniti, l’armata marittima di pronto intervento su tutti gli scacchieri globali, in particolare in Europa e nel Mediterraneo. Contemporaneamente, con il comando della sesta flotta, Franchetti era diventata anche vice comandante delle Forze navali americane in Europa e delle Forze navali statunitensi in Africa.
(Foto: Us Navy)
Nava, Giacalone e Cangini al seminario su Einaudi e la sua idea di giornalismo – Corriere della Sera
Guerra dell’acqua tra Talebani e Iran
della redazione
Pagine Esteri, 29 maggio 2023 – I talebani afghani minacciano di invadere l’Iran se non saranno risolte le dispute tra Kabul e Teheran sul controllo dell’acqua che hanno già fatto tre morti lungo il confine.
In un video, un alto comandante talebano ha avvertito che i talebani sono pronti a combattere la Guardia rivoluzionaria della Repubblica islamica “con più passione” di quanto abbiano combattuto le forze statunitensi in Afghanistan. Ha aggiunto che i talebani “invaderanno presto l’Iran se riceveranno il via libera dai loro comandanti”.
Un altro video dai talebani che schernisce il presidente iraniano Ebrahim Raisi è virale sui social media. In esso un talebano riempie d’acqua una tanica gialla, dicendo sarcasticamente “Signor Raisi, prendi questo barile d’acqua e non attaccare, siamo terrorizzati”.
I media iraniani hanno spiegato gli scontri con la lotta sul confine al traffico di droga generato in Afghanistan. Teheran afferma inoltre che i talebani hanno sparato per primi ai militari della Guardia Repubblicana. I talebani sostengono il contrario.
Gli scontri a fuoco in realtà sono avvenuti per una disputa sull’acqua. All’inizio di maggio, Raisi ha avvertito i talebani di non violare i diritti dell’Iran sul fiume Helmand, condiviso dai due paesi. “Avverto i governanti dell’Afghanistan di concedere immediatamente alla gente i loro diritti sull’acqua”, ha detto. “Prendete sul serio le mie parole o non lamentatevi dopo”, ha aggiunto perentorio.
Le tensioni intorno al fiume sono aumentate negli ultimi due anni da quando i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan dopo il ritiro delle forze statunitensi.
Un trattato del 1973 tra i due paesi stabilisce che l’Afghanistan deve fornire all’Iran una certa quantità di acqua dal fiume. Kabul però ha violato il trattato e l’Iran ha ricevuto solo il quattro percento dell’acqua dovuta. La mancanza d’acqua è particolarmente significativa per l’Iran che fa i conti una lunga siccità, un problema che riguarda anche l’Afghanistan.
Sullo sfondo ci sono anche le ampie differenze religiose tra le due parti. Sunniti ultraortodossi e molto rigidi, i Talebani guardano con ostilità l’Iran e gli Sciiti. Sono stati responsabili di massacri e abusi a danno della minoranza sciita Hazara in Afghanistan. Pagine Esteri
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Le due eredità di un uomo per bene
Con la partecipazione di Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora e presidente della Fondazione per la giustizia «Enzo Tortora»
Modera Salvo La Rosa, Giornalista e conduttore televisivo
youtube.com/embed/skCEay1c9DM
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Ambidestri
Dunque la a lungo bistrattata Unione europea è una cosa buona ed è necessario averne di più, che abbia più competenze, che estenda le proprie funzioni. Mica una cosa da poco. E accipicchia se sono significative le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, cui plaudo: «Nessun Paese europeo può difendersi da solo (…). I tempi ci stanno obbligando a mettere insieme le forze armate dei 27 Paesi dell’Unione sul modello Nato». Bravo, ma bravo anche a contestare la tesi di chi gli fa osservare che l’Italia va a rimorchio e conta poco o nulla: «Contiamo moltissimo, assolutamente». Molto bene. È il contrario di quanto gli antieuropeisti hanno salmodiato per anni, esponenti della destra ora al governo compresi; è il contrario dell’Ue in cui non si conta nulla e dalla cui moneta unica si deve uscire. Ma va benissimo così.
Nel mentre Crosetto parlava a Trento, Giorgia Meloni era in Romagna con Ursula von der Leyen, annunciando che accederemo al fondo di garanzia. Giusto. Non che sia una bella cosa, perché si tratta di fondi per far fronte alle disgrazie, ma l’Italia è quella che ha usato il fondo più di ogni altro e ora torna a farlo. L’esistenza di quel fondo è la non nuova dimostrazione della natura solidale dell’Ue. L’opposto di quel che dissero. Del resto, uno dei più grandi meriti di Meloni (e uso il suo nome, anziché quello del suo partito, perché sono sicuro che molti dei suoi – così come i suoi alleati – la pensavano diversamente) è stato quello di assicurare in campagna elettorale che non ci sarebbe stato sfondamento di bilancio, che non avremmo fatto più deficit. Nei successivi atti del governo s’è confermato il percorso di rientro dal debito, già delineato dal governo precedente. E questo è il riconoscimento della validità e utilità dei vincoli di bilancio europei, senza i quali il singolo Paese si troverebbe esposto alla speculazione e soccomberebbe. Come Crosetto ben vede sul fronte militare. Anche in questo caso è il contrario di quel che sostennero, ma va benissimo così. Lo hanno capito tutti e lo hanno capito i mercati. Difatti regna la quiete.
Anche sull’immigrazione s’è capito che non ha senso puntare sulla redistribuzione – perché non funziona e perché già è illegittimamente praticata – ma sui confini comuni, quindi su più Europa. Alla faccia dei paventati e impossibili blocchi navali. E anche qui: bene.
La destra di governo somiglia soltanto nelle pose alla destra di opposizione. Che poi lottizzino la Rai lo trovo disdicevole tanto quanto lo era quando a lottizzarla erano altri. Che il loro elenco di intellettuali di destra sia divertente quanto quello di sinistra (che un intellettuale non si fa intruppare e se si fa intruppare è un corista) era ed è scontato. Si ersero a difensori dell’italianità della mitica “compagnia di bandiera” e ora ne cedono il 90% ai tedeschi di Lufthansa. Va benissimo così. Gianni Agnelli sostenne che la sinistra fa le cose che la destra non può fare. Non che faccia cose di sinistra, ma cose ovvie che agli altri non riescono perché la sinistra s’oppone. Il giochino vale anche al contrario: la destra fa le cose che la sinistra non può fare. Si stanno impiccando alla ratifica della riforma del Mes non perché non sappiano come sciogliere il nodo, ma perché provano a usare furbescamente quel che sanno di dovere fare sommessamente. Meglio non tirare e mollare, tanto più che il cappio non è il Mes – come avventatamente dissero – ma la sceneggiata che stanno facendo.
Dove casca l’asino? In quello che la politica, di destra e di sinistra, non sa fare. La classe dirigente è da troppo tempo selezionata nell’arte parolaia, ma quell’arte serve a nulla quando si ha in mano il Pnrr. Servono competenze, che ci sono ma non fanno politica. E l’occasione è buona per rinsanguare un mondo divenuto anemico. Sperando che, nel frattempo, la sinistra non si metta a fare la destra quand’era all’opposizione, rinunciando a spingere perché i fatti seguano alle parole e sperando di rifarsi gonfiando parole senza sostanza.
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Ucciso poliziotto Anp a Jenin. Israele ha bombardato in Siria
della redazione
Pagine Esteri, 29 maggio 2023 – Un ufficiale dell’intelligence dell’Autorità nazionale palestinese, Ashraf Ibrahim, 36 anni,è stato ucciso oggi da colpi dall’esercito israeliano penetrato nella notte nella città di Jenin per compiere arresti. Combattenti palestinesi hanno provato a respingere il raid. Nel successivo scontro a fuoco, Ibrahim è stato colpito da due proiettili ed è morto durante il trasporto in ospedale. Altri cinque palestinesi sono rimasti leggermente feriti
A Jenin è stato annunciato uno sciopero generale in seguito all’incidente.
L’ucciso era un militante del partito Fatah e aveva trascorso 11 anni nelle carceri israeliane prima di essere rilasciato nel 2019. Come molti altri ex prigionieri politici di Fatah, si era unito poi unità alle forze di sicurezza palestinesi.
Ieri la Siria ha denunciato un attacco israeliano con missili partiti dalle Alture del Golan, un’area parte del territorio siriano che Israele occupa dal 1967. I missili, in parte abbattuti dalle difese antiaeree siriane, hanno colpito nei pressi di Damasco. Non si ha notizie di vittime. Israele ha condotto negli ultimi anni centinaia di raid aerei in Siria contro quelli che descrive postazioni militari dell’Iran, alleato di Damasco. Pagine Esteri
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La forza del gioco di squadra – Codice di condotta
Oggi abbiamo fatto un altro piccolo passo per contrastare il telemarketing. Non può essere e non sarà la panacea di tutti i mali del telemarketing ma potrà contribuire a promuovere l’attività degli onesti e complicare la vita ai disonesti. Sono felice di esser parte della “squadra” che sta giocando questa partita!
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In questo sesto appuntamento si parla degli interventi del Ministero a sostegno delle scuole colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna, delle attività a supporto degli studenti in mater…
Ministero dell'Istruzione
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Venti di guerra nel Pacifico? Intervista all’ammiraglio Sandalli
Dunque si preparano davvero scenari di guerra nel Mar cinese Orientale e Meridionale? E in che tempi? Qual è la situazione soprattutto da un punto di vista militare nelle acque dove sorge Taiwan, l’isola che la Cina considera una provincia ribelle? La Repubblica Popolare Cinese dispone di una flotta da guerra in grado di competere con quella USA? Ne abbiamo parlato con l’ammiraglio Paolo Sandalli della Marina Militare Italiana, ora in congedo ma a lungo operativo nel Sud est asiatico e dunque attivo per la nostra Marina in quel teatro Estremo Orientale
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In Cina e Asia – Il nuovo ambasciatore cinese fa visita a Kissinger
Xie Feng fa visita a Henry Kissinger
Gli Usa rafforzano le catene di approvvigionamento dei settori critici
Bill Gates: la Cina può dare un contributo unico alle sfide globali
Il primo aereo a fusoliera stretta realizzato in Cina fa il suo esordio nella tratta Shanghai-Pechino
La Corea del Nord fortifica i suoi confini con Cina e Russia
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Erdogan rieletto già agita il pugno contro l’opposizione
della redazione
Pagine Esteri, 29 maggio 2023 – Il presidente turco Tayyip Erdogan ha prolungato i suoi due decenni al potere ottenendo ieri un nuovo mandato per perseguire le sue politiche autoritarie che hanno polarizzato la Turchia ma anche rafforzato la sua posizione di potenza militare regionale.
Il suo sfidante, Kemal Kilicdaroglu, l’ha definita “l’elezione più ingiusta degli ultimi anni” ma ha riconosciuto il risultato. Kilicdaroglu ha ottenuto il 47,9% dei voti contro il 52,1% di Erdogan, risultati che mostrano una nazione profondamente divisa.
L’elezione è stata tra le più importanti per la Turchia contemporanea, con l’opposizione che credeva fino a qualche settimana fa di avere un’ottima possibilità di spodestare Erdogan, in crisi di popolarità per la crisi economica, e di bloccare le sue politiche. Invece, la vittoria ha rafforzato l’immagine di Erdogan che nei suoi lunghi anni al potere ha ridisegnato la politica interna, economica, di sicurezza ed estera della Turchia, paese con 85 milioni di abitanti e membro della Nato
Nel discorso di vittoria pronunciato ad Ankara, Erdogan si è impegnato a lasciarsi alle spalle tutte le controversie e ha invitato il paese ad unirsi dietro i valori e i sogni nazionali. In precedenza, rivolgendosi ai sostenitori esultanti dall’alto di un autobus a Istanbul, aveva detto che “l’unico vincitore oggi è la Turchia”. “Ringrazio ognuno degli elettori che ci ha dato la responsabilità di governare il Paese per altri cinque anni”, ha detto.
Allo stesso tempo Erdogan si è scagliato contro l’opposizione, accusando Kilicdaroglu di essersi schierato con i terroristi, in riferimento al sostegno elettorale offerto dai curdi al suo rivale. E ha detto che il rilascio dell’ex leader del partito filo-curdo Selahattin Demirtas, che ha etichettato come “terrorista”, non avverrà sotto il suo governo.
Secondo Erdogan l’inflazione è il problema più urgente della Turchia.
La sconfitta di Kilicdaroglu con ogni probabilità è stata accolta con dispiacere dagli alleati Nato della Turchia, allarmati dai legami di Erdogan con il presidente russo Vladimir Putin, che si è congratulato con il suo “caro amico” per la sua vittoria.
Comunque sia il presidente degli Stati uniti Joe Biden ha scritto su Twitter: “Non vedo l’ora di continuare a lavorare insieme come alleati della Nato su questioni bilaterali e sfide globali condivise”. Le relazioni degli Usa con Ankara sono state segnate da ripetuti disaccordi, come l’obiezione di Erdogan all’adesione della Svezia alla Nato, ma soprattutto lo stretto rapporto del rieletto presidente turco con Mosca, oltre alle divergenze sulla Siria.
Con il rinnovo del suo mandato, Erdogan diventa il leader più longevo da quando Mustafa Kemal Ataturk ha fondato la Turchia moderna sulle rovine dell’Impero ottomano un secolo fa. Si tratta di un anniversario di eccezionale significato politico che Erdogan, indubbiamente legato al passato ottomano, celebrerà al comando del paese.
Erdogan, capo del partito AK di matrice islamista, ha fatto appello agli elettori con una retorica nazionalista e conservatrice durante una campagna controversa che ha distolto l’attenzione dai profondi problemi economici.
Kilicdaroglu, che aveva promesso di portare il Paese su un percorso più democratico e di rispettare i diritti umani, ha detto che il voto ha mostrato la volontà della gente di cambiare un governo autoritario. “Tutti i mezzi dello stato sono stati posti ai piedi di un uomo”, ha detto.
I sostenitori di Erdogan, che si sono riuniti fuori dalla sua residenza di Istanbul, hanno cantato Allahu Akbar, o Dio è il più grande. E un po’ tutti si sono detti convinti che con lui in carica la Turchia diventerà più forte per altri cinque anni.
Ma la Turchia è divisa a metà e chi ha votato per Kilicdaroglu pensa che la speranza di un cambiamento non sia svanita ieri e che esistano ancora le possibilità di rimuovere dal potere Erdogan. La performance del presidente rieletto però ha spiazzato gli oppositori convinti che gli elettori lo avrebbero punito per la crisi economica, la risposta inizialmente lenta dello Stato ai devastanti terremoti di febbraio, in cui sono morte più di 50.000 persone. Non solo, al primo turno di votazioni del 14 maggio, che includeva le elezioni parlamentari, il partito AK del presidente a sorpresa è emerso al vertice in 10 delle 11 province colpite dai terremoti e potrà continuare a governare assieme agli alleati.
Il presidente francese Emmanuel Macron, che spesso ha avuto contrasti con Erdogan si è congratulato, affermando che Francia e Turchia hanno “enormi sfide da affrontare insieme”. I presidenti di Iran, Israele e il re saudita Salman sono stati tra i primi leader a congratularsi con Erdogan per anni in disaccordo con numerosi governi della regione ma che negli ultimi anni ha assunto una posizione più conciliante. Pagine Esteri
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PRIVACYDAILY
Siena, lo stadio della vergogna
Due news interessanti sulla #privacy da @EUCourtPress su @iusEmanagement: la norma italiana che vincola il risarcimento a un livello minimo di gravità e quella sul conoscere i destinatari dei dati
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea emette sentenze che hanno un impatto notevole anche sugli ordinamenti nazionali, ma che non vengono adeguatamente rilevate dai radar dell'informazione mainstream.
Oggi segnaliamo due notizie riportate e commentate da Dario De Maria su #IusEManagement.
La prima riguarda l'illegittimità della norma nazionale che subordina il risarcimento in tema di #privacy ad un livello minimo di gravità; la seconda invece afferma ch il diritto di accesso ai dati personali comporta il diritto di conoscere i nomi dei destinatari dei dati, non solo la categoria di appartenenza.
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Francesco Meloni, professione avventuriero
Le riviste cartacee da dieci anni almeno chiudono a grappoli (e non sempre si tratta di onorevoli uscite di scena) e da altrettanti anni la roba per serve si ammucchia nei supermercati e nelle poche edicole rimaste con tirature a rotta di collo. Nel maggio 2023 il per nulla glorioso "#Gente" (la un tempo concorrente "#Oggi" pare abbia cambiato linea editoriale abbandonando monarchi monegaschi, principi britannici e altra roba del genere) dedica una copertina alla madre non sposata all'epoca Primo Ministro nello stato che occupa la penisola italiana.
Il signor Francesco #Meloni vi viene definito #avventuriero.
Alla madre tocca la definizione di scrittrice.
Nel 1995 Meloni fu beccato mentre cercava di introdurre nel #Regno di #Spagna una quantità di hashish tale da rallegrare le serate di tutta la #Castiglia e di tre quarti dell'#Andalusia per un anno di fila (qui su Archive). La #FirenzeCheNonConta lo avrebbe chiamato #cialtrone, #sprovveduto, #improvvisato, #sfortunato o puramente e semplicemente #bìschero. Se non fosse stato il padre di un individuo politicamente intoccabile le gazzette lo avrebbero relegato nelle pagine interne e a distanza di trent'anni (e di un decesso, avvenuto nel 2012) dai fatti sarebbe stato ancora tacciato di #trafficante o di #spacciatore.
E Francesco Meloni era un uomo. Con buona pace di chi segue la moda del "#linguaggio #inclusivo" il vocabolo #avventuriera, al pari di #esperta, #cortigiana, #intrattenitrice, #cubista e chissà quanti altri, non va usato come complimento.
Neuralink: gli USA autorizzano Musk a testare i microchip cerebrali sull’uomo | L'Indipendente
"Dopo anni di annunci circa l’inizio imminente di test clinici sull’uomo, la società di impianti cerebrali di Elon Musk – Neuralink – ha reso noto che la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato la sperimentazione umana di chip cerebrali negli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di creare un’interfaccia tra l’uomo e il computer con l’inserimento di un chip – tramite un foro di 8 mm nel cranio – collegato al cervello con fili più sottili di un capello umano, che possono essere “iniettati” con un ago di 24 micron per rilevare l’attività dei neuroni. L’operazione sarà condotta da un robot per ridurre al minimo i rischi d’errore. L’azienda del magnate americano aveva chiesto l’autorizzazione all’FDA all’inizio del 2022, ma l’agenzia aveva respinto la domanda a causa di diverse preoccupazioni che dovevano essere affrontate prima di dare l’avvio alle sperimentazioni."
Continua il viaggio di #NoiSiamoLeScuole: questa settimana si raccontano realtà e prospettive future, grazie al #PNRR, di tre scuole pugliesi!
📍 A Bari il “Marco Polo”, dedito all’innovazione, con Future Labs e laboratori ad alta tecnologia;
📍 A Bar…
Ministero dell'Istruzione
Continua il viaggio di #NoiSiamoLeScuole: questa settimana si raccontano realtà e prospettive future, grazie al #PNRR, di tre scuole pugliesi! 📍 A Bari il “Marco Polo”, dedito all’innovazione, con Future Labs e laboratori ad alta tecnologia; 📍 A Bar…Telegram
Moldova: le elezioni sono valide solo se vince il fronte atlantista? | Marx21
"Le elezioni nella regione autonoma della Gagauzia hanno visto una sfida tra candidati considerati filorussi. Abbastanza per etichettare l’esito come non valido, secondo il doppio standard del governo atlantista di Chișinău."
ULTIM'ORA - Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha appena eletto Anu Talus (FI DPA) come suo nuovo presidente.
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo presidente sostituirà il presidente uscente Andrea Jelinek e supervisionerà il lavoro del consiglio per i prossimi 5 anni.
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Pixelfed v0.11.7 è ora disponibile! 🎉
Punti salienti:
- Rilevamento avanzato di Autospam
- Autospam ora avvisa gli utenti tramite notifiche
- Nuova pagina del dashboard di Autospam
- Diverse correzioni di archiviazione multimediale
- Supporto postgres migliorato
- Vari miglioramenti mastoApi
github.com/pixelfed/pixelfed/r… # pixelfed
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Thomas Sankara: il debito è il nuovo colonialismo (1) | Piccole Note
"Thomas Sankara è sconosciuto ai più, almeno per noi che riconduciamo il mondo ai nostri piccoli confini. In Africa è un eroe, un modello, un’ispirazione per tutti quelli che sognano la fine del colonialismo (o neo che è uguale) che costringe ancora tanta parte del continente a forme di schiavitù meno manifeste (sulle quali nessuna parola dei Black Lives Matters e nessun inginocchiamento)."
L'ordine degli Avvocati di Ancona e la privacy. Una storia grottesca e ridicola (ma il #GarantePrivacy aveva finito il senso dell'umorismo)
Il #GarantePrivacy ha sanzionato per €20.000 l'ordine degli avvocati di Ancona: una gestione della #privacy e della sicurezza fuori da ogni logica
Qui il tweet di @Christian Bernieri / DPO Christian Bernieri con un riassunto interessante:
Si sono inventati un portale per richiedere il gratuito patrocinio. Questo prende la domanda compilata e la invia con la pec dell'avvocato stesso. Come fa? Semplice, chiedendo all'avvocato USERNAME e PASSWORD della sua PEC.
Oltre a tutto questo, mancava l'informativa. Del tutto: persino quando l'ha richiesta il Garante l'informativa non è saltata fuori. Hanno provato a consegnare quella del fornitore informatico che ha realizzato il portale e che ovviamente non c'entra una fava perchè il titolare è l'Ordine.
«la cosa che mi è piaciuta di più, si fa per dire, è la base di legittimazione: non solo una ma la bellezza di due, sia per espresso consenso sia per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico.»
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#32 / Autarchie schizofreniche e protezione dei dati
Facebook e la dissonanza cognitiva dell’Unione Europea
Dopo 10 anni di cause e istruttorie ci siamo: il Garante Privacy Irlandese ha sanzionato la piattaforma per più di 1 miliardo di euro per aver trasferito dati di utenti europei verso gli Stati Uniti, un’attività che dovrà cessare entro 5 mesi dal provvedimento.
La sanzione arriva davvero da lontano; da quando Max Schrems, fondatore dell’organizzazione noyb, ha deciso di citare in causa Facebook per violazione dei suoi diritti fondamentali, per aver esposto i suoi dati (e quelli di ogni altro utente) alla sorveglianza di massa del governo degli Stati Uniti (citofonare Snowden).
Ogni settimana notizie e approfondimenti dal mondo della sorveglianza di massa e della privacy.
Nel 2020 la Corte di Giustizia Europea ha dato ragione a Schrems ed ha anche annullato il trattato internazionale sul trasferimento dati tra UE-US chiamato “Privacy Shield”. Dal 2020 trasferire dati verso gli Stati Uniti è in molti casi in violazione di legge e quindi sanzionabile.
Di cosa è colpevole quindi Facebook? È molto semplice: la sua colpa è rispettare le leggi statunitensi sulla sorveglianza di massa (FISA, CLOUD Act, ecc.) e non rispettare quelle europee sulla protezione dei dati (GDPR).
Un impasse da cui però è impossibile districarsi.
L’esistenza stessa di Facebook in Europa prevede infatti il trattamento e trasferimento di dati verso gli Stati Uniti; è inevitabile1. L’unico modo per evitarlo è chiudere baracca e lasciare l’UE per sempre.
Capiamoci, il problema non è la sanzione, ma l’estrema incoerenza dei legislatori europei. Da una parte, abbiamo un framework normativo e politico che rende qualsiasi azienda europea sanzionabile per trasferimento di dati verso gli Stati Uniti. Dall’altra, abbiamo invece un intero continente che non può fare a meno dei servizi essenziali della Big Tech statunitense, e non mi riferisco certo ai social network.
La dissonanza cognitiva Made in Europe è totale se ricordiamo che Meta è comunque chiamata a rispettare le leggi sulla sorveglianza di massa europee, come il Chat Control e il Digital Services Act e molte altre.
Cosa stiamo sanzionando esattamente, e cosa dovremmo festeggiare?
Cinque anni di GDPR
Fra un paio di giorni sarà l’anniversario dell’entrata in vigore del General Data Protection Regulation, la legge europea più amata e odiata al mondo.
Sono stati cinque anni in cui le aziende europee e non hanno iniziato un percorso che in effetti ha portato a tutelare maggiormente le persone sotto l’egida della conformità normativa. Tra alti e bassi, va dato a Cesare quel che è di Cesare. In Italia il Garante Privacy ha svolto un buon lavoro e spesso messo in evidenza azioni pericolose da parte della pubblica amministrazione, ottenendo in rari casi anche qualche ripensamento.
Il GDPR è però un’arma a doppio taglio: quale attività nella società dell’informazione non comporta un trattamento di dati? Il rischio è che i buoni propositi del Garante Privacy talvolta possano lasciare il passo a volontà dirigiste che non hanno nulla a che vedere con la tutela delle persone.
Un esempio di questa deriva, che non mi piace affatto, sono le recenti dichiarazioni del Presidente Stanzone in merito all’affaire chatGPT: “come Italia indichiamo una via europea all’intelligenza artificiale, che prescinde dal liberismo accentuato statunitense come dal sovranismo autarchico della Cina o della Corea del Nord e si situa nel bel mezzo di questa nuova guerra fredda. La nostra è una strada intermedia, faticosa, per la libertà, la democrazia e la dignità della persona in Europa".
Sfruttare la leva del GDPR per piegare il mercato a logiche politiche da “terza vi progressista” non mi sembra saggio. Il Garante Privacy non dovrebbe essere un organo politico e non spetta certo al Presidente Stanzone scegliere alcuna via di regolamentazione del mercato.
Anche perché, la terza via non esiste. La strada intermedia finisce sempre per essere un sovranismo autarchico schizofrenico e pieno di contraddizioni, come dimostra il recente provvedimento contro Facebook.
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La polizia del pensiero unico
Anche negli Stati Uniti qualcuno ha deciso che è ora di seguire l’esempio europeo, con un Bill2 che propone di istituire un’agenzia federale per il controllo e la regolamentazione delle piattaforme digitali.
Il Bill, intitolato amichevolmente come Digital Platform Commission Act (DPCA), nella migliore tradizione woke inizia con l’incolpare le piattaforme digitali di tutti i mali del mondo:
The unregulated policies and operations of some of the most powerful digital platforms have at times produced demonstrable harm, including—
(A) undercutting small businesses;
(B) abetting the collapse of trusted local journalism;
(C) enabling addiction and other harms to the mental health of the people of the United States, especially minors;
(D) disseminating disinformation and hate speech;
(E) undermining privacy and monetizing the personal data of individuals in the United
States without their informed consent; and
(F) in some cases, radicalizing individuals to violence.
Praticamente il demonio in terra, e la causa di tutto è l’assenza di una regole statali. Serve una legge.
Il senatore, ovviamente Democratico, che ha proposto il Bill, commenta così il ruolo della nuova Agenzia: “To fulfill its mandate, the Commission would have the authority to promulgate rules, impose civil penalties, hold hearings, conduct investigations, and support research. It could also designate ‘systemically important digital platforms’ subject to additional oversight, regulation, and merger review.”
Leggendo il Bill si comprende che l’attenzione del legislatore non è in verità nel proteggere le persone dalle cattive piattaforme digitali, ma di assicurare che le stesse siano regolate coerentemente con il pubblico interesse e necessità degli Stati Uniti: “The purpose of the Commission is to regulate digital platforms, consistent with the public interest, convenience, and necessity, to promote to all the people of the United States, so far as possible, the following…”
La Commissione sarà composta da “esperti della disinformazione” che faranno capo anche ad organizzazioni non governative ed esperti di ogni tipo (quelli col PhD, in pratica). Come spiegato più volte su queste pagine, la lotta alla disinformazione non è altro che una lotta per il controllo dell’informazione e un modo per legittimare la nuova censura: se prima si bruciavano libri, oggi si bruciano tweet.
L’anima del Bill ricorda molto quella del nostro Digital Services Act, anche se non riesce a catturare lo stesso livello di perversione. La differenza è che mentre negli Stati Uniti c’è chi critica duramente la proposta, da noi tutti applaudirono all’unisono per la nuova, scintillante, polizia del pensiero
Meme del giorno
Citazione del giorno
"The Third Way? There is no third way. There are only two ways. Either you choose a capitalist society or you choose a socialist society. People who talk about a third way just demonstrate that they have lost faith in capitalism, but haven't the guts to become socialists."
Margaret Thatcher
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È inevitabile anche nel caso in cui Facebook avesse data center fisici in UE, dato che giuridicamente e tecnicamente anche la capacità di accedere da remoto ai dati equivale a trasferimento. Le autorità statunitensi possono sempre accedere da remoto a dati che fisicamente si trovano altrove.
Il testo: docs.reclaimthenet.org/digital…
La nuova release di Friendica è stata rilasciata: la versione "Giant Rhubarb" 2023.05 ha anche un connettore per BlueSky
Avviso contenuto: Siamo molto felici di annunciare la disponibilità della nuova versione stabile di Friendica “Giant Rhubarb” 2023.05. Questa versione contiene una correzione di sicurezza di un problema segnalato da tek-aevl, incoraggiamo vivamente tutti gli amministratori ad aggiornare i propri nodi. I punti salienti o
Siamo molto felici di annunciare la disponibilità della nuova versione stabile di Friendica "Giant Rhubarb" 2023.05. Questa versione contiene una correzione di sicurezza di un problema segnalato da tek-aevl, incoraggiamo vivamente tutti gli amministratori ad aggiornare i propri nodi.
I punti salienti di questa versione sono
- il connettore Tumblr è stato migliorato ed è stato aggiunto un connettore bluesky iniziale,
- la ricerca degli utenti è stata corretta,
- il selettore di emoji è stato spostato al centro e
- la visualizzazione delle immagini ora viene eseguita utilizzando fancybox per impostazione predefinita.
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👾 CONFESSIONI DI UNA MASCHERA - IGNORANCE IS BLISS
“In Italia si legge meno che negli altri paesi” è una frase che ci risuona nelle orecchie da sempre, o per lo meno da quando abbiamo capacità mnemoniche per poterla contestualizzare. Non si tratta però, come spesso accade, di un qualcosa che risuona nel vento senza parvenza di realtà. Ci sono infatti i recenti dati Istat a ricordarci come la situazione continui nella sua stagnazione. Quanto di buono guadagnato nel biennio pandemico è già andato perduto. @Poliverso - notizie dal fediverso
iyezine.com/confessioni-di-una…
Confessioni di una maschera - ignoranza 2023
È proprio “ignoranza” il termine intorno a cui tutto ruota, e che più ci piace usare per definire e associare tutti coloro che “scelgono” di non leggere.Marco Valenti (In Your Eyes ezine --)
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5 Years of the GDPR: National Authorities let down European Legislator
5 anni di GDPR: Le autorità nazionali deludono il legislatore europeo Il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il GDPR; 5 anni dopo, le autorità e i tribunali nazionali hanno ampiamente deluso il legislatore europeo
Durand Jones - Wait til i get over
L’album di debutto di Durand Jones, cantante e leader della celebre formazione soul Durand Jones & The Indications ha impiegato oltre dieci anni per completare il suo disco solista, che vede ora la luce per Dead Oceans e si intitola "That feeling". @Musica Agorà
iyezine.com/durand-jones-wait-…
Durand Jones Wait til i get over 2023
L’album di debutto di Durand Jones, cantante e leader della celebre formazione soul Durand Jones & The Indications ha impiegato oltre dieci anni per completare il suo disco solista, che vede ora la luce per Dead Oceans e si intitola "That feeling".Massimo Argo (In Your Eyes ezine --)
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Musica Agorà reshared this.
noyb win: € 1.2 billion fine against Meta over EU-US data transfers
vittoria della noyb: multa da 1,2 miliardi di euro contro Meta per i trasferimenti di dati tra UE e USA Facebook deve interrompere ulteriori trasferimenti di dati personali europei verso gli Stati Uniti, dato che Facebook è soggetto alle leggi di sorveglianza statunitensi (come la FISA 702 e la EO 12.333).
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Dorthia Cottrell - Death Folk Country
Dorthia Cottrell arriva dalla Virginia, East Coast, dove nasce cresce, insieme a poche migliaia di anime, in un ambiente di provincia decisamente conservatore. La sua esigenza di alienarsi da un contesto sociale che le sta stretto, la porta nella vicina Richmond, dove in breve tempo riesce a fondare gli Windhand, band doom che, grazie ai quattro album realizzati fino ad oggi, è riuscita a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto in ambito metal.
#musica #folk iyezine.com/dorthia-cottrell-d…
Dorthia Cottrell – Death Folk Country 2023
Dorthia Cottrell: “Death Folk Country” è un album che ti scalda il cuore, andando a toccare quelle corde da troppo tempo nascoste e soffocate da un frastuono esistenziale divenuto ormai insopportabile.Marco Valenti (In Your Eyes ezine --)
L'intellighenzia finalmente libera di esprimere "idee" al #SalTo23, grazie alla repressione del "fascismo degli antifascisti" commissionata alla Digos:
torino.repubblica.it/cronaca/2…
La destra sbarca al Salone del libro: “Zerocalcare? Un cretino. E Murgia sfrutta la sua malattia”
Gli intellettuali vicini a Meloni riuniti all'incontro "La destra e la cultura", il critico Luca Beatrice attacca la scrittrice: "Se ne appr…Sara Strippoli (la Repubblica)
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