REPORTAGE. Il popolo dimenticato dei bambini sfollati e profughi
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di Valeria CagnazzoPagine Esteri, 26 giugno 2023 – Ho conosciuto Saeed, nome di fantasia, qualche anno fa, in un piccolo ristorante nella valle della Bekaa, in Libano. Si mangiava all’aperto, in giardino, intorno a tavoli di plastica bianca. Sulle griglie si arrostiva la carne degli agnelli e dei vitelli sgozzati che stavano appesi per le zampe al soffitto all’ingresso del locale. Saeed aveva otto o nove anni, la sua mamma era stata invitata a quel tavolo da un’associazione di medici italiani che l’aveva conosciuta in una missione precedente e che adesso voleva donarle una busta di banconote per aiutarla a sfamare i suoi figli. Appena oltre la recinzione di rete a larghe maglie di quel giardino si scorgevano le montagne azzurrissime del suo Paese, la Siria. Saeed sedeva con la schiena drittissima, staccata dallo schienale. Non toccava neanche il cibo che gli veniva offerto, l’insalata tradizionale di prezzemolo, pomodori e pane croccante, i bocconcini di carne grigliata. Era bene educato, Saeed, e nonostante i suoi occhi accarezzassero quei piatti con desiderio, non si azzardava a prendere del cibo, continuava a scuotere la testa e a ripetere grazie a quei medici occidentali. Poi sua madre gli aveva rivolto un cenno del capo, a dirgli che sì, gli era permesso di mangiare, e allora lui, ancora ringraziando, timidamente si era avvicinato al piatto. In Siria, solo quattro anni prima, era stato il figlio di un imprenditore e aveva vissuto in un quartiere benestante di Damasco. Nel salotto di casa sua, c’erano stati un televisore a schermo piatto e i joystick della sua playstation. Aveva avuto una brevissima vita agiata, Saeed. Poi era scoppiata la guerra. Sua madre si era messa lui e le sue sorelle in macchina e se li era portati, orfani di padre, oltre il confine con il Libano, in un viaggio notturno e clandestino. Di colpo, la vita in una tenda, in un campo profughi sovraffollato dove bisognava mettersi in fila per il riso e poi per riempire una tanica d’acqua, e dove lei, la mamma, una laurea in ingegneria e mani morbide, si era trasformata in una tigre per difendere i suoi figli. Era bastato un viaggio notturno per cancellare dalla vita di Saeed la tv a schermo piatto, la playstation, la scuola in cui prendeva ottimi voti e le maestre gli dicevano che avrebbe fatto il dottore. Il passato, però, ancora gli si leggeva in quella schiena dritta, nelle guance che arrossivano, nei capelli dritti, tenacemente pettinati. Quando si era allontanato dal ristorante tenendo per mano la sua mamma, finalmente gli avevamo sentire pronunciare parole diverse da “Shoukran”. Lontano dalle nostre orecchie estranee una voce bambina era riemersa da qualche abisso per chiederle, rivolgendosi a quel mazzetto di banconote che avevano ricevuto: “Possiamo comprare un pallone?”. Non ho più notizie di Saeed, la sua esistenza si è unita alla matassa di quelle di milioni e milioni di bambini sfollati nel mondo, come se non fossero tutti individui con volti, nomi, personalità come lui, che era gentile e riservato.Il più recente rapporto dell’Unicef parla di 43,3 milioni di bambini sfollati. Il numero più alto nella storia, eppure sempre un numero tra tanti. Un numero che, però, a pensarci bene, starebbe a significare che la popolazione di un Paese come la Spagna o l’Argentina potrebbe essere interamente costituita da bambini sfollati. Un popolo, una nazione di bambini costretti ad abbandonare la propria casa, per fuggire all’interno del proprio Paese o oltre i suoi confini, come Saeed, per salvarsi la vita. Solo nell’ultimo decennio, questa popolazione di bambini sradicati dalla loro terra è raddoppiata. Nel 60% dei casi (25.8 milioni), si tratta di sfollati interni. Quando cercano rifugio all’estero, le destinazioni più frequenti sono la Turchia, l’Iran, la Colombia, la Germania e il Pakistan. 17,5 milioni di bambini sono in fuga dalla guerra. Il rapporto, che si ferma alla fine del 2022, non include tra questi i bambini fuggiti in questi mesi dal conflitto in Sudan, che secondo l’Unicef al momento dovrebbero essere almeno 940.000. Il conflitto tra Russia e Ucraina, poi, ha costretto almeno 4 milioni di bambini ucraini a lasciare la propria casa: oltre due milioni di loro hanno abbandonato il loro Paese e oltre un milione sono sfollati interni. Sono almeno un centinaio i conflitti attualmente in corso nel mondo, ed è dalle loro spirali di violenza, anche quando dimenticate, che le famiglie continuano a cercare di salvare i propri figli, ingrossando le fila dei rifugiati. Vivere da rifugiati significa, nella maggior parte dei casi, non avere diritto alla protezione sociale, all’istruzione, alla salute, neppure a ricevere le vaccinazioni durante l’infanzia secondo calendario. Una vulnerabilità che ha un inizio, come l’arrivo di Saeed in Libano in piena notte, ma non vede una fine. Come ha notato, infatti, Verena Knaus, capo della commissione Unicef sulla migrazione e lo sfollamento, “La maggior parte di questi bambini che sono sfollati oggi molto probabilmente resterà sfollata per l’intera durata dell’infanzia”. Faceva una riflessione analoga la giornalista Lucia Goracci alcuni giorni fa, commentando l’ennesima strage di migranti in mare al largo della Grecia il 16 giugno scorso, in cui si stima abbiano perso la vita 600 persone. A proposito di una ragazza di 20 anni che dal barcone aveva cercato di lanciare l’allarme col suo cellulare, scriveva, infatti: “Era di Daraa, dove la guerra civile siriana è cominciata. Aveva 20 anni. Cioè era una bimba di 8, quando la guerra è entrata dentro casa sua”. Se per i giornali e i libri di storia la durata delle guerre si misura in anni, per i bambini che ci nascono e ci vivono in mezzo e che poi, a volte, si trasformano in profughi, i conflitti corrispondono ad anni di infanzia perduta, talvolta a un’infanzia intera, dalla nascita all’adolescenza, senza possibilità di ripartire dall’inizio. A sfollare i bambini non sono solo i conflitti ma anche i cambiamenti climatici. Deforestazione, siccità, alluvioni e inondazioni a causa del cambiamento climatico hanno costretto fino al 2022 almeno 12 milioni di bambini a emigrare dalle loro terre d’origine. Spesso, anche in questo caso, per trasferirsi in campi di rifugiati sovrappopolati in cui i diritti dell’infanzia non sono garantiti. I bambini pagano le spese dei disastri bellici ed ecologici degli adulti in maniera per giunta sproporzionata: rappresentano il 31% della popolazione mondiale, ma costituiscono almeno il 60% del popolo di sfollati che si muove nel mondo. Un’emergenza che Catherine Russell, Direttrice esecutiva dell’Unicef, commenta così: “L’aumento (del numero di bambini sfollati, ndr) va di pari passo con l’impennata di conflitti, crisi e disastri climatici nel mondo. Ma sottolinea anche la risposta deludente di molti governi nel garantire che ogni bambino rifugiato o sfollato interno possa continuare a imparare, a rimanere in salute e a sviluppare il proprio pieno potenziale”. A pochi giorni dalla Giornata mondiale del Rifugiato, il dato del Refugee Funding Tracker è scoraggiante: nei primi sei mesi del 2023, sarebbe stato versato solo il 22% dei 10 milioni di dollari che erano stati richiesti a livello mondiale per il soccorso dei rifugiati. Né le politiche occidentali nei confronti dei migranti lasciano presagire scenari molto migliori, per i bambini che da un giorno all’altro chiudono con la loro infanzia per trasformarsi in sfollati. Sarebbe forse un nuovo sistema da proporre nelle sedi istituzionali, quello di misurare la durata e la gravità dei conflitti e dell’emergenza climatica non in anni e in percentuali, ma in infanzie interrotte. Pagine Esteri
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Riapertura dei termini dell’avviso pubblico per la candidatura a componente del Comitato scientifico internazionale della Scuola di Alta Formazione dell'Istruzione.
Ministero dell'Istruzione
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Dino Buzzati – Cronache terrestri
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ImPotenza
Come in tutti i sistemi dispostici e secondo la tradizione degli scontri di potere in Russia, l’opacità regna sovrana. Al punto che, nel torbido, ciascuno può vedere muoversi quel che gli pare: chi l’astuto inganno putiniano per consolidare il potere, chi il liquefarsi dell’intera Russia. Il guaio di concentrare lo sguardo sul torbido è quello di non riuscire a mettere a fuoco i fatti evidenti, che sono due: a. lo smottare del fronte interno è una conseguenza della sconfitta su quello esterno ucraino, talché la grande potenza militare che mosse alla conquista del piccolo Paese da masticare alla svelta è lì, trincerata come può, spinta alla criminalità di far saltare le dighe, pur di non vedere il contrattacco degli ucraini sfondare le proprie linee; b. fin dall’inizio era chiara la rissosa rivalità fra le forze armate russe e i mercenari della Wagner, con le prime che consideravano l’invasione un errore e i secondi un’occasione, ma prima di sabato si vedeva Putin tenere al guinzaglio i suoi cagnacci, ora si vede il dominatore che viene dominato. Che sia sotto tutela delle forze armate o dei mercenari non è chiaro, ma la potenza ha generato impotenza.
La guerra russa in Ucraina è persa fin dall’inizio. Ora porta Putin a finire. Il disegno imperialista e neozarista si è dimostrato per quel che è: un’allucinazione mistico-nazionalista che porta con sé la riduzione della Russia a vassallo della Cina. Chi ha pensato d’essere espressione della storia russa ha dimostrato di non conoscerla o, meglio, di averne assorbito una versione mitica, incapace di imparare dagli errori del passato.
Con tre conseguenze si dovranno fare i conti, nel torbido.
1. I tempi restano incerti e, anzi, quelli della guerra rischiano di allungarsi. È escluso possa farlo Putin, che lo ha sempre rifiutato, ma è ben difficile che altri siano in condizioni e in tempi prevedibili capaci di negoziare una conclusione. Incerti anche i tempi e le modalità della fine di Putin, che sarà un bene per l’umanità e per la Russia.
2. Nello scontro russo non ci sono buoni e cattivi, non ci sono “i nostri” e, con ogni probabilità, quel che succederà dopo la fine sarà orribile quanto quel che c’era. Prigozhin, che riconosce essere tutte balle quelle raccontate sulla minaccia o provocazione della Nato, non per questo diventa un “amico”. Resta un macellaio prezzolato. Ma l’esistenza stessa dello scontro dimostra che le sanzioni (che hanno funzionato eccome) hanno morso gli equilibri economici del potere e dei suoi complici; dimostra che il sostegno politico, civile e di forniture militari all’Ucraina è stato non soltanto giusto ma utile ed efficace. Quindi si continua.
3. La chiave che ha serrato Putin nel suo dannato labirinto è stata quella dell’unità occidentale, che lui aveva escluso. Quello è stato l’atto politico decisivo. Non sufficiente, certo, ma decisivo. E sarebbe spreco di opportunità e di peso se qui da noi non lo si capisse, continuando a biascicare di debolezza europea o di divisioni Nato o dei danni subiti. I danni sono frutto di una scelta criminale, fatta da Putin. Il resto è stata una conquista di maturità politica. Che ora va evoluta, certamente, sul terreno sia dell’integrazione militare che del dialogo diplomatico, ricordando che non è nei nostri interessi la dissoluzione russa, mentre siamo tenuti al confronto costante, anche difficile, con Cina e India.
La torsione guerrafondaia voluta da Putin ha spaccato il suo mondo, anziché il nostro. Non di meno ha generato squilibri pericolosi, i cui effetti devono ancora vedersi. Il convertirsi alla finzione pacifista e alla negoziazione sbracante di quello che fu il vecchio filocomunismo e il suo predecessore filozarista è soltanto l’ultimo travestimento di una natura profonda, che ha in uggia l’Occidente proprio perché orgogliosamente imperfetto nel suo essere libero e democratico. Gli adoratori delle perfezioni dispotiche avranno presto un nuovo cadavere storico su cui versare le loro lacrime.
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In Cina e Asia – Ucraina: Pechino disposta a riconoscere l’integrità territoriale del 1991
Ucraina: Pechino disposta a riconoscere l’integrità territoriale del 1991
Netanyahu a Pechino, per l'intelligence israeliana è "un errore"
Economia cinese in affanno: manipolate le entrate fiscali, censurato commentatore finanziario
Mar cinese meridionale e cooperazione militare al centro dei colloqui Cina-Vietnam
Corea del Sud, la società ringiovanisce di un anno
Giappone: libro bianco avverte sui rischi del disaccoppiamento
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#36 / La buona diffidenza
Arriva IT-Alert
Oggi inizieranno in Toscana i test di IT-Alert, un sistema di allarme pubblico con cui il governo italiano potrà inviare sms ai telefoni presenti in una o più aree geografiche interessate da gravi emergenze o catastrofi di vario tipo.
In queste ore molte persone sui social esortano a disattivare il servizio, per paura di essere sorvegliate dallo Stato attraverso questa nuova tecnologia — installata sui nostri dispositivi senza consenso.
Diffidare dello Stato e delle sue attività è sempre lecito, sapete bene come la penso. Stavolta però è una paura malriposta, almeno per quanto riguarda la sorveglianza.
Gli SMS infatti vengono sono con una tecnologia chiamata "Cell Broadcast" che permette, attraverso gli operatori di rete, di trasmettere messaggi a tutti i dispositivi agganciati a una cella senza condividere il numero di telefono alla Protezione Civile. Insomma, come un gigantesco megafono. Non c’è nessun trasferimento di dati, né triangolazione dei dispositivi (non più di quanto non sia già possibile fare attraverso le celle telefoniche).
La sorveglianza vera te la spiega Privacy Chronicles. Che aspetti a iscriverti?
I problemi però sono almeno due, ed è lì che le persone dovrebbero rivolgere la loro attenzione.
Il primo, molto pratico, è che IT-Alert ha il potere di controllare da remoto il nostro dispositivo. Infatti, nei comunicati stampa ufficiali leggiamo che quando il messaggio arriva sul dispositivo ogni funzione e operazione in corso viene bloccata per permettere alla persona di leggerlo. Non è quindi la solita notifica pop-up che possiamo ignorare.
A ciò deve aggiungersi il fatto che, nonostante gli utenti possano disattivare dalle impostazioni del telefono le notifiche, il servizio non viene mai disattivato. La protezione civile avrà sempre il potere di inviare messaggi ad ogni telefono in caso di emergenza grave, anche verso dispositivi con IT-Alert disattivato.
Il secondo punto, più filosofico, riguarda invece il potere di nudging che un sistema del genere può avere. Un messaggio governativo che arriva direttamente sul nostro telefono, che non può essere ignorato e che magari ci intima ad agire in un certo modo con tono d'urgenza, può indurre milioni di persone a fidarsi ciecamente di ciò che leggono e di comportarsi secondo le istruzioni ricevute.
Un po' come accade per quelle email di phishing che ti dicono che se non clicchi sul link succederanno cose orribili. Un potere assolutamente da non sottovalutare e che potrebbe essere anche sfruttato come vettore di attacco per creare il caos in un intero paese.
Per chi davvero non volesse saperne niente di IT-Alert e di molti altri sistemi invasivi e di sorveglianza installati sui nostri dispositivi, è consigliabile optare per un sistema operativo alternativo, come LineageOS o GrapheneOS.
La sorveglianza di massa, quella vera: la FISA 702
La sorveglianza vera non è certo quella di app come IT-Alert.
È quella della agenzie di intelligenze americane, che da decenni spiano ogni nostra conversazione, messaggio, email e profili social. Quella che già nel 2013 fu scoperta da Snowden; quella della famigerata FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act), sezione 702.
Immagina Internet come un enorme oceano pieno di pesci, dove i pesci rappresentano email, messaggi, foto, video e un’enorme quantità di metadati online. La NSA e l’intelligence statunitense sono come pescatori, che attraverso tecnologie e processi particolari (come il programma “PRISM” scoperto da Snowden) gettano nel mare di Internet enormi reti a strascico e tirano su qualsiasi cosa ci finisca dentro.
I pesci sono poi setacciati ed esaminati, per vedere se qualcuno di quelli è particolarmente interessante per loro. Gli altri, quelli non interessanti (per il momento) vengono congelati per l’uso in un secondo momento.
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La sezione 702 scade quest’anno e il Congresso sarà chiamato a rinnovarla. Fortunatamente, sempre più persone diffidano dell’operato delle agenzie di intelligence, che nel tempo hanno dimostrato tutta la loro mancanza di buona fede. La legge viene da molti anni abusata per sorvegliare gli stessi cittadini americani, e le critiche alla sezione 702, figlia della “guerra al terrorismo”, sono sempre più aspre:
“What has become abundantly clear over the last 15 years is that these protections are not working,” Goitein said. “All agencies that receive Section 702 data have procedures in place, approved by the FISA court, that allow them to run electronic searches … for the purpose of finding and retrieving the phone calls, text messages and emails of Americans.”A report by the Brennan Center for Justice states that “since 2006, the National Security Agency (NSA) has been secretly collecting the phone records of millions of Americans from some of the largest telecommunications providers in the United States, via a series of regularly renewed requests by the Federal Bureau of Investigation (FBI).”
Oggi la pesca a strascico si arricchisce anche con nuove tecnologie, come i dati biometrici. Un esempio è l’attività dell’odiosa ClearviewAI — un’azienda che ha raccolto negli anni 30 miliardi di immagini dai nostri social (sì, anche la tua) per crearne dati biometrici utilizzabili dalle forze dell’ordine e intelligence americana per identificare ognuno di noi in tempo reale.
Ecco, forse è il caso di preoccuparsi di questo, più che di IT-Alert.
Il futuro delle smart-cities
Chiudiamo con un esercizio d’immaginazione. Come saranno le città del futuro? Con ampi spazi verdi, biciclette ovunque, persone felici e bambini che giocano a palla nel parco? Forse su un altro pianeta, o in un’altra tempo-linea.
Per me è più probabile invece che ad aspettarci ci saranno città piene di grattacieli enormi, in grado di ospitare decine di migliaia di persone. Dentro: supermercati, farmacie, ambulatori, zone relax e piscine, ristoranti, discoteche e intrattenimento.
Entro qualche anno molte attività industriali e manuali saranno automatizzate con IA e robot. Chi ancora lavorerà, lo farà da remoto. Non possedendo un’automobile e avendo tutto a portata di mano, non usciranno quasi mai dal loro palazzo. Le interazioni sociali dal vivo saranno ridotte al minimo, anche grazie a innovazioni come il VisionPro per la realtà aumentata.
Ingressi e uscite dalle zone di residenza saranno comunque tracciati con riconoscimento biometrico e richiederanno una specifica giustificazione, come già accade per entrare in città come Venezia o in Area B a Milano. L’idea di città da 15 minuti assumerà una dimensione verticale.
Nel frattempo saranno sviluppate nuove cure per malattie mentali inventate, così da poter tenere a bada la popolazione e reprimere i più basilari istinti di sopravvivenza.
Fantasia distopica? Magari sì. In Cina però ci si avvicinano già molto. Devo ricordarvi quanto i nostri ingegneri sociali amino il modello cinese? Il consiglio, di nuovo, è di diffidare di chiunque voglia proporvi la salvezza con la tecnologia e le città da 15 minuti.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Make yourself sheep and the wolves will eat you”
Benjamin Franklin
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Ghiacciai bollenti, incubo acqua per l’Asia
Gli effetti dell’aumento delle temperature sull’Himalaya in un nuovo report: la principale riserva idrica del continente a secco nel 2100. Nell’area dell'Hindu Kush presa in esame nascono Yangtze e Fiume Giallo, Indo, Gange e Mekong. L’entusiasmo per nuove centrali idroelettriche e dighe cinesi raffreddato dai picchi di calore
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TUNISIA. Appello dell’opposizione a sanzionare il presidente Saied
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della redazione
(nella foto l’oppositore tunisino incarcerato Said Ferjani)
Pagine Esteri, 28 giugno 2023 – Sostenitori e amici dei leader dell’opposizione tunisina incarcerati, lanciano appelli al Regno Unito, all’Unione Europea e agli Stati Uniti affinché impongano sanzioni al presidente Kais Saied, responsabile, denunciano, di arresti e torture contro “chiunque sia considerato critico nei confronti del suo governo”. Chiedono anche misure internazionali contro il ministro dell’Interno Kamal Feki, la ministra della Giustizia Leila Jaffel e il ministro della Difesa Nazionale Imed Memmich.
Il presidente tunisino Kais Saied
“Abbiamo chiesto qui al governo nel Regno Unito di imporre sanzioni a queste persone. Abbiamo fatto lo stesso anche nell’Unione Europea, al Parlamento europeo ed è stata intrapresa un’iniziativa negli Stati Uniti”, ha detto al portale Middle East Eye, l’avvocato a Londra delle famiglie degli incarcerati. “Se le sanzioni verranno imposte – ha aggiunto – queste persone non potranno più viaggiare e continuare le loro attività commerciali in tutto il mondo. I loro conti bancari e quelli dei loro associati e delle loro aziende saranno rintracciati e congelati e non potranno effettuare transazioni nei nostri Paesi come se tutto fosse normale”.
Negli ultimi mesi, Saied ha intrapreso quella Amnesty International descrive come una “caccia alle streghe politicamente motivata”. Le autorità tunisine che hanno arrestato decine di attivisti politici, giudici e avvocati. Sono stati detenuti diversi esponenti dell’opposizione tra cui Said Ferjani, l’ex ministro della Giustizia Noureddine Bhiri e l’ex Pubblico ministero Bechir Akremi.
Ferjani, 68 anni, è stato arrestato senza un mandato di cattura il 27 febbraio. Non è accusato di alcun reato e all’inizio di quest’anno ha iniziato uno sciopero della fame in segno di protesta contro la sua detenzione. Bhiri è stato violentemente prelevato dalla sua casa il 13 febbraio e successivamente è comparso in tribunale con una spalla slogata. Akremi è stato arrestato il 12 febbraio e portato in un luogo sconosciuto. La richiesta di sanzioni arriva anche in seguito all’arresto, avvenuto il 17 aprile, dell’ex presidente del Parlamento e leader del partito Ennahda, Rached Ghannouchi.
La Tunisia è in una crisi politica profonda dall’estate del 2021, quando Saied ha sospeso il parlamento e sciolto il governo. Dopo l’ascesa al potere, il presidente ha scelto di governare per decreti, una mossa che gli oppositori hanno denunciato come un “colpo di stato costituzionale”.
La nazione nordafricana ha tenuto elezioni parlamentari lo scorso dicembre, che i gruppi per i diritti umani e gli avversari politici di Saied hanno definito “una farsa”. Poco più del 10% degli elettori aventi diritto si sono recati alle urne. Negli ultimi mesi, l’opposizione è molto cresciuta anche a causa di riforme economiche impopolari, tra cui tagli alla spesa pubblica e la riorganizzazione delle società pubbliche.
I tunisini sono stati colpiti duramente dalle conseguenze della guerra in Ucraina che hanno causato all’aumento dei prezzi degli alimenti e la carenza di beni di prima necessità come zucchero, olio e riso. Pagine Esteri
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PRIVACYDAILY
Metti l'autenticazione a due fattori e po @IMuori! Come gli ackerz hanno sputtanato lo mejo canale del tubo (così impara a non venire su Mastodon 😈)! E stavolta gli è andata di culo...
Tutti i videi di Cesiro sono stati a rischio di muorire... 😭😭😭
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“Protezione dei dati personali e nuove tecnologie tra diritto pubblico e diritto privato”
Domani 28 giugno dalle ore 15.00 parteciperò al convegno “Protezione dei dati personali e nuove tecnologie tra diritto pubblico e diritto privato”, organizzato da Assoprivacy e dal Centro per la Regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale CRIA presso l’Università dell’Insubria – DiECO. Dipartimento di Economia – Aula Consiglio, Via Monte Generoso, 71 –VaresePer maggiori info qui assoprivacy.eu/save-the-date-c…
“Il GDPR ci vuole tutti gendarmi?”
Domani 28 giugno dalle ore 10.15 sarò a Milano- Sala teatro – Via Copernico, 38 al convegno “Il GDPR ci vuole tutti gendarmi?”, organizzato da Dario Fumagalli e OneSeal.Qui per info ontraining.eu/evento_il-gdpr-c…
#IranWomenasAllMankind, il documento di Fondazione Einaudi ed ELF: “Tenere alta l’attenzione sull’Iran”
Un appello ai media italiani affinché mantengano alta l’attenzione sull’Iran, la vicinanza al popolo iraniano che si oppone al regime teocratico e militare e un richiamo alle diverse forze della diaspora iraniana affinché superino le rispettive diffidenze e si uniscano contro l’avversario comune rappresentato dal regime. Sono i tre punti emersi nel dibattito, organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi in collaborazione con European Liberal Forum, che si è svolto questa mattina nella sede della Fondazione e si è concluso con la condivisione un documento.
Dal 16 settembre 2022, dopo la morte della 22enne curda Mahsa Amini all’indomani del suo arresto da parte della polizia morale iraniana, Teheran è diventata teatro di una serie di proteste che intrecciano la questione femminile e delle libertà dell’uomo. Per ragionare di questa grave emergenza, la Fondazione Luigi Einaudi ed ELF hanno promosso a Roma una tavola rotonda, a seguito della quale si è scelto di lanciare l’hashtag: Iran Women as All Mankind (#IWAM).
Un dibattito plurale tra esperti liberali di cultura, politica e società iraniana e politici italiani di vario orientamento, in cui è stata fatta una panoramica approfondita e critica della resistenza civica iraniana delle donne e di come supportare questo fenomeno, tema chiave anche in vista delle imminenti elezioni europee. Si è trattato di un primo step per ragionare su proposte legislative da promuovere in sede europea.
All’incontro hanno partecipato Andrea Cangini, Segretario generale Fondazione Luigi Einaudi, Catharina Rinzema, MEP Volkspartij voor Vrijheid/Renew Europe, Renata Gravina, Researcher Sapienza, Fondazione Luigi Einaudi, Melissa Amirkhizy, European Liberal Forum, Antonio Stango, Italian Federation for Human Rights, Elisabetta Zamparutti, former MP Nessuno tocchi Caino, Luciana Borsatti, independent journalist, Alberto Pagani, Partito Democratico, Paolo Formentini, Lega, Lia Quartapelle, Partito Democratico, Andrea Orsini, Forza Italia.
La Fondazione Luigi Einaudi ed ELF si battono per far mettere in cima all’agenda del Parlamento europeo il dibattito sull’Iran, perché convinti che la liberazione delle donne iraniane equivalga al libero sviluppo del genere umano.
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articolo Iran
Pellegrinaggio alla Mecca: diventa un lusso a causa dei prezzi sauditi
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della redazione
Pagine esteri, 27 giugno 2023 – Il costo dell’hajj, il pellegrinaggio alla Mecca dovere religioso per i musulmani, è un lusso che sempre meno fedeli possono permettersi. L’eccezionale aumento dei prezzi in Arabia saudita è un ostacolo che devono affrontare gli oltre due milioni di musulmani stranieri – record di presenze – che in questi giorni affollano Mecca e Medina, i luoghi santi dell’Islam. Alcuni pellegrini riferiscono che anche il pacchetto più economico disponibile, che include la condivisione delle camere d’albergo e il viaggio via terra, ha un costo esorbitante. L’anno scorso i pellegrini pagavano lo stesso prezzo per un pacchetto che includeva anche i voli.
Secondo calcoli fatti dai media arabi un fedele musulmano, pur contenendo le spese, spende almeno seimila dollari per recarsi in Arabia saudita e per svolgere le varie fasi del pellegrinaggio. I più poveri riescono a sostenere questi costi solo grazie ad aiuti di associazioni religiose e a prestiti e donazioni di amici e parenti.
Il governo saudita incassa una porzione significativa di ciò che pagano i pellegrini per l’alloggio, i trasporti e le tasse. Prima della pandemia, nelle casse del regno dei Saud entravano dall’hajj circa 12 miliardi di dollari, senza contare gli introiti derivanti dall’arrivo e della permanenza nel Paese di altri 19 milioni di stranieri per il cosiddetto “pellegrinaggio piccolo”, l’umrah, che può essere eseguito in qualsiasi momento dell’anno. Pagine Esteri
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Sono disponibili le tracce della terza prova scritta della #Maturità2023 per le sezioni ESABAC e sezioni con opzione internazionale.
Potete consultarle qui ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
Sono disponibili le tracce della terza prova scritta della #Maturità2023 per le sezioni ESABAC e sezioni con opzione internazionale. Potete consultarle qui ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
Formiche è partner istituzionale del Nato Public Forum al Summit di Vilnius
L’11 e 12 luglio 2023, i capi di Stato e di governo della Nato si riuniranno a Vilnius, in Lituania, in occasione del vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà affrontare le sfide dell’attuale contesto di sicurezza internazionale. Per l’occasione, l’Alleanza, insieme al Centro Studi sull’Europa Orientale, al German Marshall Fund degli Stati Uniti, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco e al Consiglio Atlantico organizza il Nato Public Forum, un evento pubblico che mira a promuovere una migliore comprensione delle politiche e degli obiettivi della Nato e delle decisioni che saranno adottate al vertice di Vilnius.
Formiche, Partner istituzionale Nato
Quest’anno, Formiche sarà Partner istituzionale per l’Italia del Nato Public Forum. Sui nostri canali sarà dunque possibile seguire l’evento e, fino ad allora, promuoveremo tutti gli aggiornamenti che prepareranno la strada all’importante vertice lituano. Attraverso il dialogo e l’impegno di un gruppo unico e diversificato di parti interessate, dai capi di Stato e di governo e dai ministri, agli esperti di sicurezza internazionale, agli opinionisti, agli accademici, ai giornalisti e ai giovani, il Forum presenterà una serie di tavole rotonde, dibattiti e sessioni interattive su vari argomenti dell’agenda della Nato. In qualità di Partner istituzionale, invitiamo chi volesse partecipare al dibattito online aperto dalla Nato a registrarsi alla piattaforma web dell’iniziativa.
I temi del vertice
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina sono molte le sfide in corso per la sicurezza dell’Alleanza Atlantica. Lo scenario globale appare infatti fortemente destabilizzato dalla guerra e aumentano le minacce provenienti da un ambiente sempre più fragile. Di fronte a tale contesto, la Nato è decisa a mantenere e rafforzare la sua posizione di deterrenza, con l’obiettivo di continuare a garantire la difesa e la sicurezza dello spazio euro-atlantico per fronteggiare le minacce emergenti, da quelle ibride a quelle provenienti dal quadrante Indo-Pacifico. In questo scenario c’è molta attesa per il vertice dell’Alleanza di quest’anno, che si terrà a luglio a Vilnius, nel quale ci si confronterà per affrontare le nuove minacce, da quella russa e, in prospettiva, cinese, senza dimenticare l’instabilità del Mediterraneo allargato.
Concorso nazionale “Laboratorio di Storia”: iscrizioni aperte fino al 30 giugno per le scuole che vorranno presentare i propri percorsi laboratoriali.
Info ▶️ indire.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Concorso nazionale “Laboratorio di Storia”: iscrizioni aperte fino al 30 giugno per le scuole che vorranno presentare i propri percorsi laboratoriali. Info ▶️ https://www.indire.Telegram
Lupin III – Il Castello di Cagliostro
Il primo film di cui vi voglio parlare è un anime ambientato in Italia, che si dice abbia ispirato il primo “Indiana Jones” di Spielberg e Lucas oltre a essere stato fonte di ispirazione per la Disney nel comporre una scena di “Basil L’Investiga Topo” e una nel finale del film “Atlantis - L’Impero Perduto”. #film #Anime
Questo inoltre è il primo film che vede alla regia Hayao Miyazaki il fondatore della casa di produzione animata Ghibli.
Alle 8.30 la chiave ministeriale per decrittare il testo della terza prova scritta delle sezioni ESABAC e Internazionali è stata pubblicata sul nostro sito.
La trovate qui ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
Alle 8.30 la chiave ministeriale per decrittare il testo della terza prova scritta delle sezioni ESABAC e Internazionali è stata pubblicata sul nostro sito. La trovate qui ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
Bruxelles approva lo spionaggio sui media per motivi di “sicurezza nazionale” | L'Indipendente
"Impossibile non notare come la norma contenga un controsenso intrinseco, dal momento che aspira a garantire ai giornalisti una maggiore indipendenza e libertà da eventuali minacce aumentando la sorveglianza e il controllo sul loro operato. Il risultato, anzi, parrebbe essere proprio il contrario, ovvero condizionare ulteriormente l’attività di indagine dei professionisti dell’informazione, già sottoposta a crescenti restrizioni in diversi Paesi europei."
Irish Gov makes critizising Big Tech and Irish DPC a crime!
Il governo irlandese considera reato criticare le Big Tech e il DPC irlandese! Il governo irlandese tenta di introdurre di nascosto una disposizione nella legge irlandese sulla protezione dei dati che consente di dichiarare "riservata" qualsiasi parte della procedura. Le critiche legittime diventerebbero un reato.
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Mio figlio ha una 4 ruote
Durante lo stage "Mio figlio ha una 4 ruote" MF4R (policlinico.mi.it/news/2023-06…) organizzato a Lignano Sabbiadoro dal Sapre, un servizio pubblico del Policlinico di Milano che si occupa da più di 30 anni dei genitori di bambini affetti da SMA (atrofia spinale muscolare) promuovendone l'empowerment, si è svolta una camminata di circa 5 km percorribile a piedi, in bici, con carrozzine manuali/elettroniche e passeggini.
Il percorso, individuato con la collaborazione di #FIAB Monfalcone - BisiachINbici, tra la Riserva naturale regionale Foce dell'Isonzo-Isola della Cona e Marina Julia (Monfalcone) si è svolto su un tratto della pista ciclabile Adria Bike (adriabike.eu/it/interactive-ma…) scelto in particolare perché privo di barriere architettoniche.
Alla camminata ha partecipato un gruppo di circa 150 persone tra cui 50 bambini in carrozzina elettronica le cui famiglie arrivano da tutta Italia e dall'estero.
Un grande esempio del ruolo del servizio sanitario pubblico e un esempio (un po' più piccolo) dell'importanza di una mobilità sostenibile per tutti, non solo per gli amici della #bicicletta.
@maupao @macfranc @Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋 @:fedora: filippodb :cc: :gnu:
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Rilascio di Lemmy v0.18.0: API HTTP anziché WebSocket, Autenticazione a due fattori, Emoji personalizzate e Web App progressiva!
Di seguito l'annuncio di @Dessalines
ozne likes this.
É uscita Una nuova app per lemmy chiamata liftoff che mette il turbo a lemmy.
github.com/liftoff-app/liftoff
Non so se è dart/flutter che è più veloce di kotlin o se è solo scritta meglio di jerboa
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Ricorda molto Lemmur o sbaglio? Sembrerebbe quasi un fork...
Ben fatta comunque!
EDIT:
è effettivamente basata su Lemmur, sul sito non c'è scritto ma nelle info dell'app sì 😅
TeleSign profila segretamente metà degli utenti di telefonia mobile del mondo. La denuncia di NOYB
TeleSign genera un "punteggio di reputazione" e vende i suoi servizi a vari clienti come TikTok, Microsoft o Salesforce. TeleSign ha ricevuto segretamente i dati del telefono cellulare da BICS, una società belga che fornisce servizi di interconnessione per molte società di telefonia mobile
TeleSign profiles half of the world’s phone users
TeleSign generates a “reputation score” and sells it to various clients. TeleSign secretly received the mobile phone data from BICS, a Belgian company that provides interconnection services.noyb.eu
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TeleSign secretly profiles half of the world’s mobile phone users
TeleSign profila segretamente metà degli utenti di telefonia mobile del mondo TeleSign genera un "punteggio di reputazione" e lo vende a vari clienti. TeleSign ha ricevuto segretamente i dati dei telefoni cellulari da BICS, una società belga che fornisce servizi di interconnessione.
+++ Finalmente svelato l'ultimo segreto di Feddit.it: ecco perché non esiste una comunità Lemmy dedicata alla privacy! Quando leggerete il motivo, non crederete ai vostri occhi!!! +++
I due amministratori di Feddit.it sono sicuramente molto sensibili al tema della #privacy.
Il primo infatti è l'autore del progetto @Le Alternative che nasce proprio per presentare in modo semplice le alternative ai prodotti BigTech che siano open source e rispettose della privacy.
Il secondo non è altro che @Informa Pirata, che sulla promozione del tema della privacy in politica spende non poco del proprio tempo.
Entrambi sono stati promotori del #PrivacyPride, il primo (e unico) evento al mondo in cui ci siano state manifestazioni di piazza a favore della privacy.
Allora perché su feddit.it non esiste una comunità dedicata alla privacy?
In effetti i motivi sono due e il primo è forse quello meno importante.
Infatti su feddit ci sono già alcune comunità che si occupano di privacy: Le Alternative, come già detto, ma anche Pirati, gestito da @Pirati.io , in assoluto il primo blog a parlare di #chatcontrol in Italia; ma soprattutto esiste la comunità di @Etica Digitale (qui su Lemmy) che ha lavorato su quel gioiellino di PrivaSì, un percorso on line per costruire senza patemi d'animo una dimensione digitale che tuteli l'utente dalla sorvegianza delle BigTech!
Ma il motivo principale per cui non esiste un'istanza Lemmy dedicata alla privacy è questo:
Esiste già una comunità Lemmy dedicata alla privacy e parla anche un po' italiano
Si tratta dell'istanza dell'avvocato @Nicola Fabiano (su lemmy è @nicfab ) che qualche giorno dopo la nascita di feddit.it ma senza sapere nulla del nostro progetto, ha creato un'estensione Lemmy al proprio blog.
Non ci sembrava quindi necessario creare un'istanza dedicata alla privacy, essendocene già una curata da un esperto di GDPR come l'avv. Fabiano.
Chi volesse seguire quella comunità, può copiare l'indirizzo https://community.nicfab.it/c/privacy
e incollarlo nella casella di ricerca di Lemmy o di qualsiasi altro social del fedicverso!
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@Eleonora gli ultimi post sono tutti in inglese, ma sono tutti molto aggiornati. Fino a qualche tempo fa ne veniva pubblicata contestualmente anche la versione in italiano, ma merita comunque di essere seguita (e se aumenta la frequentazione della comunità da parte degli italiani non è detto che in futuro non vi saranno di nuovo post in italiano)
@Informa Pirata @Pirati.io @Etica Digitale @Le Alternative @Nicola Fabiano @nicfab
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Eleonora reshared this.
se volete darci una mano con la stesura oppure avete delle idee o feedback potete aprire una issue o fare una mr
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Oggi partenza ufficiale di NoStream, l'istanza Owncast italiana di mastodon.uno. Stasera live alle 21.00
L'istanza nostream.mastodon.uno è attiva
Sarà quindi usata come la radio ufficiale di mastodon.uno ma saranno trasmessi anche Film, Documentari e serie tv!
L'istanza è aggiornata alla 0.1 e sarà necessario pulire la cache per vedere la nuova veste grafica, se già la usavate in passato potrebbero esserci problemi in quanto è stata radicalmente cambiata, in ogni caso buon ascolto!
Stasera a partire dalle ore 21:00 ci sarà la live per l'inaugurazione ufficiale di NoStream!
L'account da seguire è questo: @NoStream
Per ricevere una notifica poco prima della diretta basta cercare l'account qua sopra, seguirlo e cliccare la campanella.
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
Trasformare gli oggetti connessi in spie: l’eccesso di sicurezza del governo francese | Marx21
"Il Senato francese ha approvato in prima lettura (ma con procedura accelerata) una legge in cui, oltre a limitare (in stile berlusconiano) il diritto di espressione dei magistrati sindacalizzati (in un paese in cui c’è un forte sindacato di sinistra della magistratura, molto attivo nella difesa delle libertà pubbliche e di una visione egalitaria della società), si vuole dare la possibilità alla polizia di attivare i dispositivi teconologici di cui disponiamo per svolgere indagini. La differenza tra ciò che può fare un hacker (meglio, un craker) e quello che può fare la polizia si fa sempre più sottile. D’altra parte diventa palese e chiaro quello che tecnicamente già oggi può essere fatto per la sorveglianza preventiva dei movimenti (tra cui quello sindacale) di protesta e di organizzazione dei lavoratori."
Dettagli incredibili di Marte, guarda il bellissimo video in 8k | Passione Astronomia
"Il rover Curiosity ci sta mostrando Marte come non lo avevamo mai visto con una risoluzione pazzesca! Ecco il filmato tutto da godere."
Silvia Barbero likes this.
Zepp
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