Gran Sasso Tech e SegreDifesa, l’accordo per l’innovazione tecnologica
Una partnership per l’evoluzione delle nuove tecnologie, da quelle spaziali all’intelligenza artificiale, con il contributo della ricerca, dell’industria e della Difesa. È questo il cuore dell’accordo di collaborazione siglato a Roma dalla Fondazione Gran Sasso Tech (Gst), joint venture tra il Gran Sasso Science institute e Thales Alenia Space, e il Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti. Un’intesa volta a promuovere attività scientifiche congiunte per contribuire allo sviluppo tecnologico e scientifico in tutti i settori.La collaborazione si concentrerà, in particolare, su programmi di ricerca, didattica e formazione nei settori delle tecnologie spaziali, dei semiconduttori e dei software, e dell’intelligenza artificiale. A formalizzare l’accordo, presso Palazzo Guidoni, sono stati il presidente della Fondazione Gran Sasso Tech, Fernando Ferroni, e il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano.
Partnership strategica
La collaborazione tra Gran Sasso Tech e SegreDifesa rappresenta un passo avanti nell’affrontare le sfide del futuro, dall’intelligenza artificiale al telerilevamento con strumenti innovativi. Come sottolineato dal generale Portolano “l’avvio della collaborazione è di fondamentale importanza per incrementare le capacità professionali e tecnologiche necessarie per il settore della Difesa”. Questa collaborazione strategica rappresenta un esempio concreto di come il connubio tra ricerca scientifica e istituzioni possa generare benefici tangibili, contribuendo alla crescita innovativa e al rafforzamento della posizione dell’Italia nel panorama internazionale delle tecnologie avanzate per il settore spaziale.
Ampia diffusione scientifica
L’accordo ha l’obiettivo di incrementare la disponibilità di capacità professionali e tecnologiche nei settori-chiave, sottolineando l’impegno congiunto per affrontare sfide fondamentali per il futuro. Come registrato proprio dal professor Ferroni, promuovere “l’uso innovativo delle tecnologie come quelle del silicio, all’AI e all’osservazione della Terra è necessario per affrontare sfide fondamentali del nostro futuro”. La partnership, però, non si limiterà alla ricerca scientifica, ma punta anche alla diffusione dei risultati ottenuti e a garantire ampia diffusione dei progressi mediante pubblicazioni e trasferimenti di conoscenze. Questo approccio non solo beneficerà la comunità scientifica, ma contribuirà anche al potenziamento della Difesa e della filiera industriale, favorendo così il progresso tecnologico e l’eccellenza nel sistema Paese.
Il ruolo dei software e semiconduttori
Il settore spaziale è uno dei più innovativi per eccellenza e lo sviluppo di software e semiconduttori riveste un’importanza cruciale. La partnership appena siglata riconosce il ruolo fondamentale svolto da questi strumenti. Per esempio, i software hanno un ruolo primario nei sistemi di controllo e navigazione delle missioni spaziali, garantendo precisione nei calcoli e nelle manovre. Garantiscono, inoltre, la gestione delle comunicazioni in modo affidabile nello spazio, dai protocolli di trasmissione dati alle operazioni di acquisizione e trasmissione. I semiconduttori, invece, sono stati fondamentali per lo sviluppo dei piccoli satelliti. Infatti, è grazie alla loro applicazione se è stato possibile miniaturizzare le componenti elettriche e, di conseguenza, rimpicciolire le dimensioni di questi asset spaziali. I semiconduttori, inoltre, sono alla base dei sensori utilizzati per raccogliere dati nello spazio che permettono di monitorare vari parametri come temperatura, pressione, immagini ottiche o termiche e altri dati scientifici fondamentali.
“Washington Post”: il Nord Stream fu distrutto da Kiev
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di Redazione
Pagine Esteri, 13 novembre 2023 – È stato un ufficiale delle forze armate dell’Ucraina, il 48enne colonnello Roman Chervinsky, a coordinare il sabotaggio nei confronti del gasdotto Nord Stream, che riforniva la Germania di gas proveniente dalla Russia. Lo ha rivelato in un’inchiesta pubblicata sabato dal quotidiano statunitense “Washington Post” citando fonti ucraine, europee e statunitensi a conoscenza dei dettagli dell’operazione segreta.
Chervinsky, con un passato nelle forze speciali e solidi legami con i servizi d’intelligence di Kiev, avrebbe coordinato l’azione di sabotaggio, garantendo sostegno logistico a una squadra di sei uomini che avrebbe noleggiato una barca a vela utilizzando false identità e un equipaggiamento per le immersioni in acque profonde per posizionare cariche di esplosivo sulle condotte del Nord Stream 1 e 2, al largo dell’isola danese di Bornholm.
Il 26 settembre del 2022 tre esplosioni causarono enormi fuoriuscite di gas nel Mar Baltico, lasciando intatta una sola delle condotte del gasdotto. Secondo le fonti del “Washington Post”, Chervinsky non avrebbe agito da solo e non avrebbe pianificato l’operazione in prima persona, ma avrebbe ricevuto ordine da ufficiali di più alto grado, tutti alle dipendenze del generale Valery Zaluzhny, capo delle forze armate ucraine. Il presidente ucraino Zelensky, però, non sarebbe stato al corrente dell’operazione.
L’articolo del Washington Post sottolinea come l’azione abbia provocato rimostranze da parte del governo degli Stati Uniti. Kiev, si legge nell’inchiesta curata in collaborazione con la rivista tedesca “Der Spiegel”, «ha lanciato numerose operazioni segrete e spregiudicate contro le forze russe, ma l’attacco al Nord Stream ha preso di mira un’infrastruttura civile realizzata per fornire energia a milioni di persone in Europa. Il colosso di Stato russo Gazprom possiede il 51 per cento del Nord Stream, ma nel gasdotto hanno investito miliardi di dollari compagnie energetiche occidentali da Germania, Francia e Paesi Bassi».
Gli avvocati di Chervinsky hanno negato che il proprio assistito abbia avuto alcun ruolo nel sabotaggio. Attualmente il militare si trova in carcere con l’accusa di aver abusato del suo potere per aiutare un pilota russo a disertare volando oltre il confine nel luglio del 2022. L’incauta operazione avrebbe infatti permesso alle forze russe di individuare le coordinate di un campo d’aviazione di Kiev, attaccandolo con dei missili che provocarono la morte di un militare ucraino e il ferimento di altri 17. Chervinsky respinge però le accuse e parla di una “punizione” nei suoi confronti a causa delle critiche rivolte al presidente Zelensky e alla sua amministrazione.
All’indomani del sabotaggio il governo di Washington e quelli di numerosi paesi europei, supportati dalla maggior parte della stampa mainstream, hanno ripetutamente accusato Mosca del sabotaggio che in realtà aveva provocato danni irreversibili all’economia russa e messo a rischio gli approvvigionamenti energetici di Berlino. Già nei mesi successivi, però, varie inchieste giornalistiche avevano rivelato il ruolo degli apparati ucraini nel sabotaggio. Già nel marzo scorso un’inchiesta di un altro prestigioso quotidiano statunitense, il “New York Times”, aveva documentato, grazie alle testimonianze di alcuni collaboratori dell’intelligence di Washington, che a distruggere la strategica infrastruttura energetica era stata una squadra di forze definite “filo-ucraine”, senza però il coinvolgimento del governo di Kiev. A conclusioni simili era arrivata un’altra inchiesta, condotta dai media tedeschi Ard, Swr e Zeit. Pagine Esteri
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Former CJEU judge: EU Chat Control plans for indiscriminately searching private messages and breaking secure encryption are doomed to fail in court
In another blow to the EU Commission’s proposed child sexual abuse regulation, a former judge of the EU’s top court of justice finds that the proposed mass scanning of private messages for suspected content would likely be struck down by the Court for violating the fundamental right to privacy. The ex judge dismisses the defence put forward by the Commission in response to similar findings by the EU Council’s legal service earlier this year. Adding to those findings, the former judge concludes that the proposed extension of scanning obligations to end-to-end encrypted communications services also violates EU law for lacking legal certainty (pages 35-37 of the legal analysis).
“EU governments in Council must accept now that the only way forward with this dystopian Chat Control bill, both politically and legally, is to remove indiscriminate mass scanning and end-to-end encrypted services from the proposal. I call on EU governments to stop pursuing chat control and the destruction of secure encryption! An overwhelming majority in the EU Parliament will tomorrow propose limiting surveillance to suspects and safeguarding secure encryption. No child is helped with legislation that will inevitably fail in court even before its implementation. Do you really want to repeat the disaster caused by the Data Retention Directive?” comments Pirate Party MEP Patrick Breyer, who commissioned the legal opinion and co-negotiated the European Parliament’s position on the proposed Chat Control regulation.
The author of the legal opinion Christopher Vajda is a long-time judge of the CJEU (2012-2020).
In his legal opinion he finds that «the provision for DOs [detection orders] in the Regulation is likely to be unlawful on grounds of proportionality, lack of reasoning, legal certainty, as well as the requirement that such interferences should be provided by the law.»
In response to the Commission, he concludes that he “cannot see how a DO [detection order], and the process leading up to it, can preclude it being considered to require general and indiscriminate monitoring of electronic communications.”
The ex-judge calls the Detection Orders of the proposal “a major inroad into the fundamental right to the protection of privacy and data guaranteed by Articles 7 and 8 of the Charter which is, so far as I am aware, far greater than contained in any previous legislation”.
Sguardi del pensiero liberale tra democrazia e socialismo – Gazzetta del Sud
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I principali ospedali di Gaza sospendono le operazioni
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AGGIORNAMENTI 13 NOVEMBRE
ORE 17
Il Ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che almeno 100 cadaveri sono in decomposizione all’ospedale al-Shifa. I residui medici, rifiuti speciali che andrebbero smaltiti con attenzione, sono accumulati nell’ospedale. La situazione rischia di creare epidemie tra i pazienti e tra chi nell’ospedale trova rifugio. Sempre il Ministero fa sapere che sono circa 3.250 i dispersi sotto le macerie delle case bombardate, tra cui 1.700 bambini. La Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato di non essere in grado di rispondere alle numerose richieste di aiuto provenienti dalle zone a nord di Gaza perché le ambulanze non possono raggiungere l’area.
Le forze armate israeliane che hanno invaso la Striscia di Gaza hanno dichiarato di aver ucciso “21 terroristi” dopo che qualcuno avrebbe sparato contro i militari nei pressi dell’entrata dell’ospedale al-Quds. Non ci sono vittime tra i militari israeliani, secondo i quali l’avvenimento proverebbe la presenza di uomini di Hamas nella struttura ospedaliera.
Il premier Netanyahu ha commentato scambi a fuoco tra Hezbollah e esercito nel nord di Israele, intimando il gruppo sciita libanese a non intensificare gli attacchi: “non devono provarci perché abbiamo mostrato solo una parte del nostro potere. Al fuoco risponderemo con un fuoco ancora più forte”. In queste ore un cittadino israeliano che era stato colpito domenica, insieme ad altre persone da un missile anticarro lanciato da Hezbollah è morto e Israele ha bombardato con violenza le aree libanesi vicino al confine.
Tra palestinesi sono stati feriti, tra cui uno in maniera grave, durante un incursione dell’esercito israeliano nella città di Qalqiliya, nella Cisgiordania occupata. L’esercito israeliano, dal 7 ottobre, ha ucciso a Qalqiliya 9 palestinesi, ne ha feriti 72 e arrestati 80.
ORE 13
Il ministero della sanità a Gaza riferisce che a causa della mancanza di elettricità e del mancato funzionamento all’ospedale Al Shifa delle incubatrici e dei respiratori sono morti 7 neonati prematuri e 27 pazienti che necessitavano la terapia intensiva.
della redazione
Pagine Esteri, 13 novembre 2023 – Due importanti ospedali di Gaza, Al Shifa e Al Quds, non possono accettare nuovi pazienti. Il personale medico avverte che i bombardamenti israeliani e la mancanza di carburante e medicine significano che i bambini ricoverati e altre persone potrebbero morire.
Il dottor Ahmed El Mokhallalati, chirurgo allo Shifa, ha detto che il bombardamento israeliano dell’edificio che ospitava le incubatrici ha costretto ad allineare i bambini prematuri su letti normali, utilizzando la poca energia disponibile per il riscaldamento.
Il portavoce militare di Israele, Daniel Hagari, aveva comunicato ieri che l’esercito avrebbe aiutato ad evacuare i bambini dallo Shifa. Ma i palestinesi dicono di non aver ricevuto alcuna istruzione su come portare in salvo 42 piccoli pazienti. Tre neonati sono già morti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene che all’ospedale è stato offerto carburante ma lo ha rifiutato. 300 litri di carburante sarebbero stati collocati all’ingresso di Shifa sabato notte ma, aggiunge il comunicato israeliano, Hamas ne avrebbe bloccato la consegna. Affermazione smentita da Muhammad Abu Salmiya, direttore dello Shifa. “Quanto sostiene l’occupazione sul nostro rifiuto di 300 litri di gasolio è una bugia. La verità è che non abbiamo elettricità per i generatori autonomi, tutti i reparti dell’ospedale sono chiusi a causa della mancanza di carburante, ad eccezione del pronto soccorso.”
La Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato che anche l’ospedale di Al-Quds è fuori servizio, con il personale che fatica a prendersi cura dei pazienti con poche medicine, cibo e acqua. “L’ospedale Al Quds è stato isolato dal mondo negli ultimi 6-7 giorni. Nessuna via d’ingresso, nessuna via d’uscita”, ha detto Tommaso Della Longa, portavoce della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Intanto questo pomeriggio 80 camion carichi di umanitari sono entrati dall’Egitto a Gaza. La Giordania in precedenza aveva lanciato da un elicottero un secondo lotto di aiuti per il suo ospedale da campo nel sud della Striscia. Si diffondono malattie tra gli sfollati stipati nelle scuole e in altri rifugi e che sopravvivono con piccole quantità di cibo e acqua. Pagine Esteri
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Scuola di Liberalismo 2023 – Messina: lezione del prof. Antonio Pileggi sul tema “La libertà degli antichi e dei moderni”
Quinto appuntamento dell’edizione 2023 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, giunto alla sua tredicesima edizione, si articolerà in 15 lezioni, che si svolgeranno sia in presenza che in modalità telematica, dedicate alle opere degli autori più rappresentativi del pensiero liberale.
La quinta lezione si svolgerà lunedì 13 novembre, dalle ore 17 alle ore 18.30, in diretta streaming sulla piattaforma ZOOM.
La lezione sarà tenuta dall’avv. Antonio Pileggi (già Provveditore agli Studi e Direttore generale dell’INVALSI – Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione – nonché componente del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi), con una relazione sul saggio “La Libertà degli antichi e dei moderni” di Benjamin Constant.
La partecipazione all’incontro è valida ai fini del riconoscimento di 0,25 CFU per gli studenti dell’Università di Messina.
Come da delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina e della Commissione “Accreditamento per la formazione” di AIGA, è previsto il riconoscimento di n. 12 crediti formativi ordinari in favore degli avvocati iscritti all’Ordine degli Avvocati di Messina per la partecipazione all’intero corso.
Per ulteriori informazioni riguardanti la Scuola di Liberalismo di Messina, è possibile contattare lo staff organizzativo all’indirizzo mail SDLMESSINA@GMAIL.COM
Pippo Rao, Direttore Generale della Scuola di Liberalismo di Messina
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CINA-USA. Cosa si diranno Xi e Biden a San Francisco
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di Michelangelo Cocco
(nella foto Xinhua, Biden e Xi a Davos il 17 gennaio 2017)
Pagine Esteri, 13 novembre 2023 – Un anno e molti malintesi dopo il loro ultimo faccia a faccia, c’è grande attesa per l’incontro tra Xi Jinping e Joe Biden previsto a San Francisco. I presidenti delle prime due economie del pianeta si vedranno in occasione del vertice dall’Asia Pacific Economic Cooperation (Apec), il forum economico delle 21 nazioni che si affacciano su quel Pacifico agitato dalla competizione geopolitica e tecnologica tra Pechino e Washington. Un oceano al centro della rete globale di commerci della Cina e dei nuovi partenariati che gli Stati Uniti (e la Nato) stanno stringendo per contenerne l’ascesa. A San Francisco saranno rilanciate le relazioni Cina-Usa? Evidentemente no. La rivalità strategica tra i due paesi – manifestatasi con Obama, esplosa con Trump, e acuitasi con Biden – è destinata a durare a lungo.
Dunque nessuna svolta in vista. Ma un segnale di distensione potrebbe arrivare se, al termine del loro colloquio, i due capi di stato diramassero un comunicato congiunto. Per ora c’è un minimo comune denominatore: gestire e stabilizzare la relazione bilaterale, migliorare la comunicazione, ridurre le incomprensioni. Il confronto tra le due amministrazioni, preparato dal viavai degli ultimi mesi, in entrambi i paesi, di alti funzionari cinesi e statunitensi, riparte ufficialmente, perché, evidentemente, – dopo un anno e mezzo segnato dalla visita a Taiwan dell’allora speaker della Camera, Nancy Pelosi, e dal clamoroso abbattimento sui cieli Usa di un “pallone spia” cinese – lo desiderano entrambe, seppur con obiettivi in parte diversi.
Pechino mira essenzialmente a prendere tempo: il prossimo presidente degli Stati Uniti, tra poco più di un anno, forse non sarà Biden, potrebbe essere di nuovo Donald Trump, o un repubblicano ancor più anti-Cina. Riavviare il dialogo evita di esasperare una tensione che danneggia i piani di sviluppo economico e militare della Cina. E permette alla leadership di concentrarsi sui problemi dell’economia cinese. In quest’ottica, per Xi Jinping presenziare al summit dell’Apec serve anche per riaffermare la sua visione di scambi e investimenti internazionali aperti, contrapponendola al “de-risking” decretato dall’amministrazione Biden e dalla Commissione Ue.
L’amministrazione Biden vede invece l’incontro come un’importante possibilità per “guardare negli occhi” Xi Jinping (che è stato l’ultima volta negli Usa nel 2017, ospite di Trump), per cercare di decifrare l’effetto che le inedite politiche fin qui varate – da quelle per negare alla Cina l’accesso alle tecnologie più avanzate nei settori del semiconduttori, dell’intelligenza artificiale e dell’informatica quantistica, ai partenariati stretti dalla Nato con Giappone e Corea del Sud, alla cooperazione militare nel Pacifico in ambito Aukus, con Australia e Regno Unito, alle ripetute, ambigue fughe in avanti, seguite da retromarce ufficiali, su Taiwan – stanno producendo sull’avversario.
Cina e Stati Uniti potrebbero annunciare simbolici passi avanti sul contrasto al cambiamento climatico; la ripresa del dialogo tra i vertici militari (dopo che Pechino ha rimosso il ministro della difesa Li Shangfu, sotto sanzioni Usa); un accordo sul contrasto al traffico dalla Cina agli Usa di Fentanyl, l’oppioide che sta facendo stragi negli Stati Uniti. Misure utili a favorire il dialogo, ma che non incidono sulle questioni che più divino i due paesi: il containment hi-tech Usa, Taiwan, il Mar cinese meridionale. Nonché le due guerre in corso in Ucraina e a Gaza. Pechino vorrebbe la cancellazione delle tariffe sulle importazioni cinesi imposte da Trump e di alcuni divieti di export hi-tech Usa decretati da Biden: accordo molto difficile da raggiungere, soprattutto per microchip e dintorni.
Secondo indiscrezioni di buona fonte, il 15 novembre Xi Jinping sarà l’ospite d’onore di una cena (organizzata dal Council on Foreign Relations, dalla US Chamber of Commerce e dalla Asia Society) alla quale parteciperà il gotha della comunità degli affari statunitense. Nelle scorse settimane il Partito comunista ha preparato il terreno, dando il benvenuto in Cina a Jamie Dimon, di JPMorgan Chase’s, Elon Musk, di Tesla, e Tim Cook di Apple. Al ricevimento di San Francisco è atteso un “importante discorso” del presidente cinese. Xi Jinping proverà a rassicurare le principali multinazionali Usa circa le opportunità che i mercati cinesi continueranno a offrire nei prossimi anni, e l’ambiente favorevole che il governo centrale e le amministrazioni locali garantirà agli investimenti di queste corporation: il capitale straniero è benvenuto e ben tutelato in Cina.
Negli ultimi mesi il governo cinese ha faticato a contenere la fuga di capitali stranieri. Venerdì 3 novembre l’Amministrazione statale dei cambi ha riportato un deficit – nel terzo trimestre di quest’anno – di 11,8 miliardi di dollari in investimenti diretti esteri, che rappresenta il primo dato negativo da quando l’agenzia ha iniziato a monitorare i dati nel 1998. Una “anticipazione” di ciò che potrebbe dire Xi a margine del summit dell’Apec è arrivata da Bi Jingquan che l’altro ieri ha parlato al Bloomberg New Economy Forum di Singapore. A capo del China Centre for International Economic Exchanges – tra i più influenti think tank governativi cinesi – Bi ha detto che:
Anche sullo sfondo delle tensioni geopolitiche degli ultimi anni, il commercio tra Cina e Stati Uniti ha continuato a svilupparsi, così come il commercio Cina-Europa. Dobbiamo tutti fare ciò che porterà soddisfazione ai due popoli. I legami economici e commerciali rappresentano tuttora l’àncora delle relazioni Cina-Usa. I capitali si spostano sempre verso luoghi con i costi più bassi e i profitti più alti, spero che i signori e le signore che hanno lasciato la Cina, soprattutto quelli che se ne sono andati durante la pandemia, tornino in Cina per dare un’occhiata. La Cina rimane un buon posto per opportunità di investimento e occupazione per tutti i paesi.
Durante il China International Import Expo che si chiude oggi a Shanghai, lo US Soybean Export Council, la multinazionale alimentare Cargill e lo US Grains Council hanno siglato accordi di fornitura per imprese statali cinesi. Ciò fa seguito alla recente firma di undici accordi di acquisto del valore di miliardi di dollari tra una delegazione di importatori cinesi di materie prime e compagnie Usa tra cui ADM, Bunge e Cargill. Lunedì scorso, l’ambasciatore americano a Pechino, Nicholas Burns, ha affermato che il suo Paese desidera più scambi commerciali con la Cina piuttosto che il “decoupling”. Secondo i dati doganali cinesi, nei primi 10 mesi di quest’anno il commercio bilaterale tra i due paesi è diminuito del 13%, raggiungendo i 550,8 miliardi di dollari. Nello stesso arco di tempo, la riduzione delle importazioni dalla Cina ha prodotto una riduzione del 20% del deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina.
Con il varo della sua strategia di sicurezza nazionale che identifica la Cina come la principale sfida per li Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha fatto scattare un embargo hi-tech su determinate tecnologie Usa (nei campi dei microchip, dell’intelligenza artificiale e dell’informatica quantistica) fondamentali per l’innovazione industriale e militare. In questi ambiti tutto lascia pensare che tra Cina e Stati Uniti sia in atto un vero e proprio “decoupling” che, tuttavia, non impedisce al grosso del commercio bilaterale di andare avanti, e alle Corporation a stelle e strisce di ottenere più spazio nei mercati cinesi.
E mentre gli Stati Uniti – che nelle ultime settimane hanno istituito con la Cina tre gruppi di lavoro, su economia, commercio e finanza – riavviano il dialogo con la Cina, l’Unione Europea reclama a gran voce la sua fetta di torta e minaccia ritorsioni. Tra un paio di settimane si svolgerà a Pechino un vertice Unione Europea-Cina in vista del quale le istituzioni comunitarie hanno alzato la voce. L’Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza, Josep Borrell lunedì ha dichiarato:
L’Unione Europea ha un deficit commerciale abissale nei confronti della Cina. Sarà difficile per la Cina mantenere l’accesso al mercato europeo in un momento in cui le aziende europee trovano sempre più difficile lavorare in Cina. Se la Cina continua a negare la realtà e le conseguenze di questo squilibrio, corre il rischio di vedere una crescente domanda di maggiore protezione in Europa. Non siamo protezionisti, ma forse dobbiamo proteggerci. Se la Cina non apre forse dovremo chiudere.
Lo stesso giorno Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione a caccia di un secondo mandato, ha dipinto la Cina come una minaccia globale: L’obiettivo chiaro del Partito Comunista Cinese è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, ovviamente con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostrano la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale. La Cina afferma di essere imparziale e di favorire soluzioni pacifiche, consentendo e sostenendo al tempo stesso alcune delle forze più destabilizzanti del mondo. Eppure, Cina ed Europa hanno un interesse comune alla stabilità in Medio Oriente. Quindi ogni misura di influenza che Pechino ha su Hamas e sull’Iran deve essere utilizzata per prevenire un’ulteriore escalation. Devono svolgere il loro ruolo.
Le preoccupazioni circa le pratiche sleali e talvolta predatorie che distorcono il nostro mercato unico sono assolutamente tangibili e crescenti – misurabili. Ad esempio, la Cina ha spesso fatto ricorso alla coercizione commerciale, al boicottaggio delle merci europee e ai controlli sulle esportazioni di materie prime critiche. L’UE ha avviato un’indagine sui sussidi nel settore dei veicoli elettrici in Cina, una mossa che potrebbe portare l’Unione a imporre ingenti dazi compensativi sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. E a Bruxelles c’è chi spinge per ulteriori inchieste anti-dumping, sui dispositivi medici e sulle turbine eoliche. Pagine Esteri
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In Cina e Asia – Sullivan: "Biden chiederà a Xi di ristabilire i contatti militari”
Sullivan: "Biden chiederà a Xi di ristabilire i contatti militari"
Cina, lanciato nuovo organo per combattere i rischi finanziari nell'industria IT
Meta torna in Cina dopo 14 anni (ma solo per vendere hardware)
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Belt and road – Gli e-book di China Files n°23
È disponibile il nuovo e-book di China Files dedicato alla Belt and Road Initiative, l'ambiziosa iniziativa lanciata da Xi e che quest'anno compie 10 anni. Un progetto che, alla luce delle esperienze passate viene rilanciato e si prepara a entrare in una "nuova fase"
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Un anno su Mastodon: l'organizzazione giornalistica tedesca Heise Online ha realizzato un rapporto sul primo anno nel Fediverso: traffico in calo ma costi di gestione bassi e alta qualità nei commenti
“Nei dodici mesi il solo Mastodon ha generato circa due terzi delle visite al sito rispetto a X/Twitter nel complesso. Allo stesso tempo, ciò non dovrebbe oscurare il fatto che i numeri assoluti sono relativamente bassi; Twitter non è mai stato realmente rilevante come fonte di traffico per media come Heise Online."
Le loro statistiche mostrano anche che l'attività nel fediverso è notevolmente rallentata: “l'accesso tramite Mastodon ha raggiunto il suo picco intorno alla fine dell'anno. Da allora stanno lentamente diminuendo”. E: “dei 20 post più popolari su Mastodon, la metà provengono dai primi tre mesi [dell'anno]”.
Sull'interazione con la comunità: “Se ci sono domande dirette o altre richieste di esprimersi, nessun altro social network è così impegnato online come Mastodon. Ma anche qui i numeri sono ormai in calo; Apparentemente Mastodon e il Fediverso non sono più stati in grado di trarre beneficio dalle recenti ondate di addii su X/Twitter."
Ma c'è di più in una rete oltre ai numeri di coinvolgimento, poiché Heise Online sottolinea sia l'alta qualità che la quantità di commenti sul fediverso. Indicano anche il basso costo (meno di 100 euro al mese) e lo sforzo di partecipare al fediverso. Poiché altre testate giornalistiche (BBC, la NPO olandese) si stanno unendo al fediverso, possono imparare dall'esperienza che Heise Online ha già avuto qui.
@Che succede nel Fediverso?
Qui il rapporto di Heise Online
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#laFLEalMassimo – Episodio 107: Laga Nord e Gabbie Salariali 2.0
Come è consuetudine dal febbraio dello scorso anno, questa rubrica si apre ricordando a tutti che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia oltre che un’aggressione ingiusta e ingiustificata costituisce una minaccia per la libertà e l’indipendenza di tutte le società aperte dell’occidente libero. Aggiungo anche la condanna incondizionata delle feroci azioni terroristiche perpetrate da Hamas, senza con questo voler sottovalutare la complessità dei rapporti tra israeliani e palestinesi e le responsabilità del governo di Netanyahu nell’aver esacerbato le relazioni tra i due popoli.
Venendo alla meno tragica anzi talvolta farsesca politica locale propongo qualche considerazione sulla proposta della lega nord di differenziare i salari tra le regioni del nord e del sud Italia per tenere conto del diverso costo della vita. In estrema sintesi vorrei dire che un fallimento della burocrazia e del controllo, non si può risolvere rendendo burocrazia e controlli ancora più stringenti ed invasivi.
E’ abbastanza evidente a tutti che esistono differenze significative nel costo della vita tra le diverse aree del nostro paese, mentre i contratti di lavoro privati possono tenerne conto nell’ambito dei superminimi basati su criteri discrezionali, nel settore pubblico i trattamenti accessori sono vincolati ad un collegamento con la performance individuale, organizzativa, e con lo svolgimento di attività particolarmente disagiate o pericolose.
Dunque, un sistema rigido impone di applicare un trattamenti economici analoghi a circostanze anche molto differenti e la risposta non può essere aggiungere uno o più parametri alle regole burocratiche perché una città o località turistica del sud potrebbe avere un costo della vita maggiore di un paesello di campagna del nord.
La risposta va ricercata in una maggiore flessibilità ottenuta riducendo l’ingerenza di regole troppo rigide nei confronti dell’accordo raggiunto liberamente tra le parti coinvolte.
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Weekly Chronicles #53
Nelle Cronache della settimana:
- In UK l’Online Safety Bill è legge, guai in arrivo per le comunicazioni cifrate
- Il Regolamento eIDAS e la cybersicurezza “FIAT”
- In Canada la polizia potrà accedere alle telecamere private
Nelle Lettere Libertarie: La posizione libertaria sul confitto Hamas-Israele
Scenario OpSec della settimana: Luca desidera proteggere le sue parole chiave (seed words) di Bitcoin da hacker, ladri, agenti di polizia e disastri naturali. Vuole anche assicurarsi che, nel caso in cui lui muoia, le parole chiave siano conservate in sicurezza e sua moglie possa recuperarle anche senza di lui.
In UK l’Online Safety Bill è legge, guai in arrivo per le comunicazioni cifrate
Nel Regno Unito è da poco legge l’Online Safety Bill, uno strano mix tra il Digital Services Act e il Chatcontrol di matrice europea. Come da sempre accade, l’Online Safety Bill propone di contrastare la pedofilia online e i contenuti terroristici a fronte di una pervasiva sorveglianza e ingerenza nella vita delle persone.
Proprio come potrebbe accadere per il Chatcontrol, la legge inglese rischia di mettere in serio pericolo la diffusione di servizi di chat e comunicazioni cifrate come Signal e Whatsapp. La sezione 1211 della legge obbliga infatti i fornitori di questi servizi a usare tecnologie per identificare contenuti terroristici e pedopornografici sulle loro piattaforme e nelle comunicazioni degli utenti.
Per servizi come Signal e Whatsapp significa in pratica costruire una backdoor nei loro stessi sistemi di crittografia end-to-end per poter sorvegliare e analizzare le comunicazioni degli utenti.
Meredith Whittaker, presidente di Signal Foundation, commenta così la nuova legge:
“We’re really worried about people in the U.K. who would live under a surveillance regime like the one that seems to be teased by the Home Office and others in the U.K.”
Purtroppo, il rischio è che i prossimi saremo noi.
Il Regolamento eIDAS e la cybersicurezza “FIAT” di stampo europeo
Il testo del Regolamento eIDAS europeo, che tratta di temi legati all’identità digitale, è da poco stato approvato a porte chiuse durante i triloghi tra le istituzioni europee e potrebbe diventare presto legge.
I problemi logistici e industriali della guerra in Ucraina. L’analisi di Del Monte
La controffensiva estivo-autunnale delle forze ucraine si è avviata ormai nella sua fase calante, con una ampia probabilità che il fronte si congeli in vista della stagione invernale. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valerii Zaluzhnyi, ha pubblicato un documento di nove pagine sulla moderna guerra di posizione e i modi per superarne gli effetti e vincere. Il testo –intitolato “Modern positional warfare and how to win it” – rappresenta, in un certo senso, la summa delle riflessioni teoriche e degli spunti operativi emersi dalle battaglie della controffensiva; ciclo operativo pensato come una serie di battaglie legate insieme da un’avanzata manovrata fino al “corridoio di Crimea” e trasformatosi, invece, in una serie di limitate azioni offensive attorno ai perni della Linea Surovikin.
Il documento, che merita d’essere letto integralmente, anche perché evidenzia bene quale sia lo stato della riflessione dottrinaria delle forze armate ucraine, proiettate verso un assorbimento quasi completo di strategie e tattiche elaborate dalla Nato ma che, al contempo, hanno sviluppato una propria originale visione della electronic warfare e dell’utilizzo di droni sul campo di battaglia, è stato ben sintetizzato su Formiche.net.
Il generale Zaluzhnyi ha messo in evidenza, dedicandovi un capitolo a parte, l’importanza della questione logistico-industriale legata alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino. Questione che torna costantemente d’attualità nel momento in cui alle aspettative degli alleati non corrispondono i risultati sul campo raggiunti dai soldati di Kyiv e quando lobbisti e sherpa ucraini si recano nelle capitali occidentali per chiedere nuovi pacchetti di armamenti. A una “organizzazione razionale del supporto logistico” per le forze armate il comandante in capo lega il raggiungimento degli obiettivi sul campo. In una guerra su vasta scala contemporanea, spiega Zaluzhnyi, le dinamiche logistiche travalicano l’aspetto squisitamente militare della questione e investono campi come quello finanziario, delle risorse umane e dell’industria, dunque rientrano nel campo definito più ampiamente “strategico”, fin quasi a coincidere con esso.
La fine della guerra fredda, con il conseguente collasso dell’Unione Sovietica e lo scioglimento del Patto di Varsavia, aveva generato un falso mito di sicurezza generalizzata in Occidente – campo del quale l’Ucraina si sente parte e per il quale in questo documento sviluppa le proprie tesi – tale da far dimenticare priorità essenziali come l’accumulo di risorse militari quali armi e munizioni. Così, se è vero che la Russia – pur sotto le fortissime sanzioni occidentali – riesce a mantenere la propria superiorità in termini di missili e munizioni convenzionali, nonostante l’enorme utilizzo che ne viene fatto sul campo, e il sistema industriale nazionale sta iniziando a entrare nel regime produttivo che i ritmi di una guerra richiedono, l’Ucraina non riesce a ripianare le proprie scorte con la rapidità necessaria, visto anche il vulnus produttivo dell’Occidente.
Il generale Zaluzhnyi ha spiegato che i rifornimenti di munizioni e missili che arrivano in Ucraina vengono distribuiti alle forze in campo a seconda delle priorità del momento, ma che i numeri a disposizione impediscono comunque, a fronte di un consumo medio giornaliero in aumento, anche al di fuori delle fasi prettamente “cinetiche” delle operazioni, di rimpinguare le esigue scorte.
La riconversione ai ritmi di guerra delle industrie della difesa dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti è iniziata, ma richiede, a seconda dei casi, un lasso di tempo pari a uno o due anni per riuscire a produrre quanto serve sia per la tripartita necessità di forze armate nazionali, scorte proprie e rifornimenti per l’Ucraina. Del resto, anche nel Documento di programmazione pluriennale della Difesa italiano si è fatto ampio riferimento alla necessità di ricostruire le proprie scorte, a fronte di magazzini ormai vuoti per rispondere alle richieste dell’Ucraina. Ed anche nel caso di Roma è stato ammesso che si tratterà di un processo lungo.
La conclusione non può che essere una per Zaluzhnyi – e risponde alle richieste degli alti comandi militari – e passa per la costruzione, quanto più rapida possibile, di un proprio autonomo sistema industriale della difesa. La richiesta di ricevere in dotazione missili a più lunga gittata per inibire le catene di approvvigionamento russe e colpire il sistema industriale nemico è un classico del “paniere” ucraino per gli alleati, ma stavolta il comandante in capo ha calcato la mano sul concetto di “produzione propria” di queste armi.
Il miglioramento del supporto logistico alle truppe operanti passa per lo sviluppo di una industria AD&S nazionale e per la “nazionalizzazione” delle fasi di ingegnerizzazione, progettazione e produzione di armamenti e munizioni. È un passaggio ulteriore, un “passo in avanti” rispetto a quanto già prospettato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al recente primo incontro dell’Alleanza delle industrie della difesa, dove l’Ucraina era stata presentata come un Paese che ambisce a passare dallo status di consumatore-cliente a quello di produttore di armi, costruite sul proprio territorio e sviluppate con tecnologia occidentale, contribuendo anche al suo miglioramento attraverso, come già detto, quel gigantesco terreno di pratica che è diventato il Paese dopo l’invasione russa.
Se la fase di produzione “terzista” per l’industria dell’aerospazio-difesa ucraina, ancora al suo stato embrionale (eccezion fatta per la specifica branca dei droni), è necessaria per sostenere oggi lo “spreco organizzato di materiali” della guerra, è evidente che le catene del procurement non potranno sempre essere sicure e questo impone a Kyiv uno sforzo in più per costruire la propria specifica filiera AD&S. Le imprese ucraine stanno già producendo munizioni e cartucce di artiglieria, sistemi di artiglieria del calibro Nato 155mm, nonché sistemi automatizzati unici: droni navali, UAV a lungo raggio, missili, sistemi anticarro, che vengono effettivamente utilizzati al fronte. Il tasso di sviluppo della produzione ucraina e delle tecnologie ucraine è in costante aumento. Terreno fertile per gli investimenti, ma anche strumento indispensabile per la difesa nazionale. A maggior ragione se i segnali di “stanchezza” nei confronti della guerra da parte degli alleati occidentali si fanno sempre più chiari.
Rompere gli schemi della “parità” strategica con la Russia è il passaggio fondamentale per passare dalla guerra di posizione – lunga e dove prevale la legge del vantaggio competitivo in termini di risorse – a quella manovrata. Per fare questo il rafforzamento del dispositivo logistico e il potenziamento del sistema industriale nazionale sono gli elementi essenziali sui quali fare perno. Essi sono parte integrante di quegli “approcci nuovi e non banali” richiesti dal generale Zaluzhnyi per uscire dall’impasse; approcci che richiedono anche una diversa interpretazione del ruolo ucraino, da identificare come un alleato “alla pari” dell’Occidente e non più come un elemosinante combattente di una proxy war.
Matt Mullenweg CEO di Automattic illustra il futuro di Tumblr dopo la riorganizzazione
Questa settimana, il proprietario di WordPress.com Matt Mullenweg ha confermato che la sua azienda avrebbe spostato la maggior parte della forza lavoro di Tumblr in altre aree della società madre Automattic alla luce dei continui problemi finanziari del sito di social blogging. Dopo aver riconosciuto e spiegato il significato dietro un promemoria interno trapelato che dettagliava i cambiamenti dello staff, Mullenweg ha poi risposto a una serie di domande sul futuro di Tumblr in una sessione AMA (Ask Me Anything) sul suo blog Tumblr . Qui, il dirigente ha risposto alle domande sui piani di Tumblr per i prodotti esistenti, come Tumblr Live, i suoi sforzi di monetizzazione, le politiche e la sua integrazione pianificata con il protocollo di social networking decentralizzato ActivityPub, che Mullenweg aveva precedentemente detto era in lavorazione
Cosa sta succedendo con l'integrazione di ActivityPub per Tumblr?
Mullenweg ha annunciato un anno fa che Tumblr avrebbe aggiunto il supporto per ActivityPub, il protocollo di social networking decentralizzato che supporta app come il concorrente di Twitter Mastodon e altri. Ma, a quanto pare, quel progetto è stato messo nel dimenticatoio. Un dipendente di Tumblr ha detto che ora è qualcosa nell'elenco "Tumblr Labs" ed è in fase di valutazione.
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O paghi o ti profilo: l'ultimatum di Facebook e Instagram può violare la legge. Il commento di Giovanni Ziccardi su Domani
La piattaforma di Zuckerberg non ha previsto l’opzione “non ti faccio pagare nulla e non ti profilo”. Spalacando dubbi di carattere giuridico: si può dare un valore economico alla protezione dei dati? Si possono vendere i propri diritti fondamentali? Il quadro giuridico europeo dovrà rispondere in fretta a queste domande, anche perché cosa è conforme alla legge non può deciderlo una piattaforma privata
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Ministero dell'Istruzione
Pubblicato oggi il primo avviso per la presentazione dei progetti, finanziati con risorse #PNRR, da parte delle scuole paritarie del primo e del secondo ciclo di istruzione per potenziare l’insegnamento delle materie #Stem (Scienze, Tecnologia, Ingeg…Telegram
non aspettare...
E così però passano anni della propria vita solo aspettando...
La salvezza vera è invece Gesù Cristo. E non c’è da attendere, Gesù che ci salva ci dice di vivere, di non aspettare per vivere secondo l’evangelo. Di andare nel mondo senza bloccarsi per attendere un qualcosa, ma cercando di essere qualcuno, qualcuno che segue il Signore.
pastore D'Archino - Non aspettare, la salvezza è adesso
Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei, e Gesù salì a Gerusalemme. Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c’è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. Sotto ques…pastore D'Archino
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta la scuola primaria Luciani, parte dell’Istituto comprensivo De Amicis - Giovanni XXIII di Acquaviva delle Fonti (BA), che sarà una delle 212 scuole ricostruite grazie al PNRR.Telegram
Palestina Papers | L'Indipendente
"La creazione di una nazione ebraica in Palestina venne teorizzata dal pensatore Theodor Herzl e presentata al Congresso sionista mondiale di Basilea nel 1897. Importante annotare che non tutti gli ebrei sono sionisti e alcune correnti ortodosse dell’ebraismo (ad esempio gli askenaziti) si opposero fin dall’inizio all’idea di creare una nazione ebraica in quanto, nella loro visione religiosa, la Terra Promessa sarebbe stata ottenuta dal popolo ebraico solo con il ritorno del messia. Gruppi di ebrei contro il sionismo sono molto attivi ancora oggi, come il Jewis Voice for Peace."
Cosa ci raccontano le prime immagini di Euclid? | AstroSpace
"Con la sua ampia copertura del cielo e i suoi cataloghi di miliardi di stelle e galassie, il valore scientifico dei dati raccolti dalla missione va infatti oltre l’ambito della cosmologia. Il database che Euclid fornirà alla comunità astronomica mondiale permetterà anche di aiutare negli ambiziosi obbiettivi di altre missioni in corso. Come quella del James Webb, e future, come quelle dell’European Extremely Large Telescope, dello Square Kilometre Array, del Vera C. Rubin Observatory e, nello spazio, del telescopio spaziale Nancy Grace Roman."
Telecamere private, Garante: no alla ripresa di aree pubbliche. Le telecamere “ascoltavano” anche le conversazioni dei passanti
Un cittadino aveva installato sul muro esterno della propria abitazione alcune telecamere che potevano riprendere l’area pubblica antistante con un parco giochi e una piazza. L’intervento dell’Autorità segue la segnalazione di una stazione dei Carabinieri e ricorda che quando si installano sistemi di videosorveglianza in ambito personale o domestico, oltre a rispettare la riservatezza dei vicini, è necessario prestare la massima attenzione a non riprendere aree pubbliche.
Tenuto conto del fatto che la condotta ha esaurito i suoi effetti, avendo egli provveduto subito dopo l’apertura dell’istruttoria a sostituire la telecamera precedentemente installata con una fissa puntata verso l’ingresso, il Garante ha limitato il suo intervento al solo ammonimento.
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È stata appena rilasciata la versione 1.1.0 del plugin ActivityPub per WordPress
Tra le modifiche più importanti spicca quella del supporto agli allegati audio 🔈 e video 📼
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#53
businessinsider.com/insurance-…
pirati.io/2023/10/accordo-stor…
freenet.org/blog/882/zero-know…
Nelle Cronache della settimana:
- In UK l’Online Safety Bill è legge, guai in arrivo per le comunicazioni cifrate
- Il Regolamento eIDAS e la cybersicurezza “FIAT”
- In Canada la polizia potrà accedere alle telecamere private
Nelle Lettere Libertarie: La posizione libertaria sul confitto Hamas-Israele
Scenario OpSec della settimana: Luca desidera proteggere le sue parole chiave (seed words) di Bitcoin da hacker, ladri, agenti di polizia e disastri naturali. Vuole anche assicurarsi che, nel caso in cui lui muoia, le parole chiave siano conservate in sicurezza e sua moglie possa recuperarle anche senza di lui.
In UK l’Online Safety Bill è legge, guai in arrivo per le comunicazioni cifrate
Nel Regno Unito è da poco legge l’Online Safety Bill, uno strano mix tra il Digital Services Act e il Chatcontrol di matrice europea. Come da sempre accade, l’Online Safety Bill propone di contrastare la pedofilia online e i contenuti terroristici a fronte di una pervasiva sorveglianza e ingerenza nella vita delle persone.
Proprio come potrebbe accadere per il Chatcontrol, la legge inglese rischia di mettere in serio pericolo la diffusione di servizi di chat e comunicazioni cifrate come Signal e Whatsapp. La sezione 1211 della legge obbliga infatti i fornitori di questi servizi a usare tecnologie per identificare contenuti terroristici e pedopornografici sulle loro piattaforme e nelle comunicazioni degli utenti.
Per servizi come Signal e Whatsapp significa in pratica costruire una backdoor nei loro stessi sistemi di crittografia end-to-end per poter sorvegliare e analizzare le comunicazioni degli utenti.
Meredith Whittaker, presidente di Signal Foundation, commenta così la nuova legge:
“We’re really worried about people in the U.K. who would live under a surveillance regime like the one that seems to be teased by the Home Office and others in the U.K.”
Purtroppo, il rischio è che i prossimi saremo noi.
Il Regolamento eIDAS e la cybersicurezza “FIAT” di stampo europeo
Il testo del Regolamento eIDAS europeo, che tratta di temi legati all’identità digitale, è da poco stato approvato a porte chiuse durante i triloghi tra le istituzioni europee e potrebbe diventare presto legge.
la_r_go* reshared this.
Un bordello lisergico di links che sembra fatto apposta per scoraggiare la lettura - e che invece merita un trattamento di tutto riguardo, cazzo.
Il James Webb e Chandra hanno trovato il buco nero più distante mai rilevato nei raggi X | AstroSpace
«La notevole massa del giovane buco nero in UHZ1, insieme alla quantità di raggi X prodotta e alla luminosità rilevata da Webb, confermano le previsioni teoriche fatte nel 2017 riguardo a un “buco nero fuori misura” che si è formato direttamente dal collasso di una massiccia nube di gas. Ulteriori studi sono in corso per analizzare questo particolare oggetto cosmico. E per sfruttare questi risultati (insieme ad altri) per una comprensione sempre maggiore del nostro Universo ai suoi primordi.»
È disponibile da oggi lo Sportello di edilizia scolastica #PNRR, strumento a supporto degli enti...
È disponibile da oggi lo Sportello di edilizia scolastica #PNRR, strumento a supporto degli enti locali che consentirà a comuni, province e città metropolitane di prenotare un incontro online con l'Unita di missione per chiedere informazioni, evidenz…
Ministero dell'Istruzione
È disponibile da oggi lo Sportello di edilizia scolastica #PNRR, strumento a supporto degli enti locali che consentirà a comuni, province e città metropolitane di prenotare un incontro online con l'Unita di missione per chiedere informazioni, evidenz…Telegram
L'ultima settimana nel Fediverso – ep 42: nuovi sviluppi per Mastodon, Pebble muore e rinasce con Mastodon, Mozillaverso, Mbin vs Kbin
Qui la newsletter di @Laurens Hof
- Pebble spegne e avvia un server Mastodon
- Mastodon prevede l'aggiornamento 4.3
- Registri di sviluppo Kbin e Mbin
- riflessioni sul primo anniversario dall'inizio della migrazione di Twitter
- il prossimo server fediverso di Mozilla
- Pixelfed ha semplificato la registrazione per i nuovi utenti
- Pleroma ha rilasciato un aggiornamento significativo e recentemente ha ottenuto anche un finanziamento NLnet
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La stupidità al vertice dell'Europa genera mostri. E farebbe anche ridere, se non fosse drammatica... L'intervista di Andreas Ericson a Ylva Johansson su chatcontrol
[Andreas Ericson] Posso chiederti solo una cosa, Ylva. Se ciò accadesse, ai sensi di questo disegno di legge, tu ed io potremmo avere contatti in futuro, se, ad esempio, ritieni di voler denunciare la Commissione europea e contattare Svenska Dagbladet protetti dalle leggi sulla protezione delle fonti? E con questo disegno di legge potremmo anche avere contatti crittografati che le autorità non sono in grado di leggere?
[Ylva Johansson] Sì, è ovvio.
[Andreas Ericson] Ma se così fosse, i pedofili non utilizzerebbero tutti quanti gli stessi strumenti criptati? E quindi, cosa ci avremmo guadagnato?
[Ylva Johansson] No, ma il fatto è che... (pausa) l'unica cosa è che... (pausa) l'abuso sessuale sui bambini, le immagini del genere, sono sempre criminali
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Maronno Winchester
in reply to The Privacy Post • • •Veramente a me pare che invece sia:
"O paghi, o ti mando pubblicità mirata.
Ma tanto, ti profilo a prescindere."
Sbaglio?
@privacypride
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The Privacy Post
in reply to Maronno Winchester • •