Eugen Rochko Contro Golia. L'articolo di Johanna Jürgens dal Die Zeit, è su L'Internazionale (con paywall)
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Eugen Rochko Contro Golia
È un informatico tedesco. Voleva creare un social network migliore di Twitter, così nel 2016 ha fondato Mastodon. Per rovesciare i rapporti di potere della rete LeggiJohanna Jürgens (Internazionale)
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
#laFLEalMassimo – La Povertà delle Nazioni
Apro come sempre con un pensiero alla guerra ancora in corso in Ucraina per via della folle volontà espansionistica di Putin che potrà concludersi solo con la ricacciata dell’invasore entro i propri confini e a cui si è aggiunto di recente una preghiera per le vittime degli orrori in corso nella Striscia di Gaza. Venendo al nostro Paese, mentre il governo Meloni cerca di capitalizzare in termini di consenso il momento favorevole nel quale l’inflazione si riduce per l’azione incisiva della BCE e le tensioni sulla sostenibilità del nostro debito rimangono anestetizzate dagli stimoli del programma Next Generation EU. I segnali del declino economico e sociale dell’Italia restano evidenti a tutti quelli che hanno occhi per vedere e strumenti per capire. L’economista Ugo Panizza ha recentemente evidenziato sul social network X, la vecchia Twitter che, in riferimento a un recente working paper intitolato Welfare Working Nations, l’Italia sia l’unico paese tra quelli analizzati a evidenziare una crescita del PIL scalato per la popolazione in età lavorativa significativamente inferiore agli altri. Che vuol dire questo? Che nei paesi sviluppati la popolazione invecchia e la quota di quelle in età lavorativa si riduce nel tempo.
Guardando a un indicatore che tiene conto di questo fenomeno che rapporta la crescita del PIL alle persone che hanno l’età per lavorare, vediamo che quasi tutti i paesi crescono in modo simile e il quasi è dato dall’Italia che rimane indietro. Lo stesso Panizza nella discussione social segnala come lettura un paper di Pellegrino e Zingales dove leggiamo che a metà degli anni 90 la crescita della produttività italiana subisce una rilevante battuta d’arresto, probabilmente per l’incapacità di sfruttare appieno la l’evoluzione nel settore ICT e per la prevalenza di un sistema poco meritocratico nella selezione e remunerazione dei manager. Nel 2023 la crescita della ricchezza delle nazioni è fortemente collegata con la libertà che gli individui dispongono di assumersi rischi, talvolta fallire, innovare, in qualche caso dare vita a vere e proprie rivoluzioni, come accaduto ieri con Internet e oggi con intelligenza artificiale. L’Italia, su tutti questi fronti rimane drammaticamente indietro, prima per atteggiamento culturale e poi per le necessarie e logiche conseguenze sociali ed economiche.
L'articolo #laFLEalMassimo – La Povertà delle Nazioni proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
L’Europa giochi in Difesa. Ecco cosa dicono Crosetto, Tremonti e Pontecorvo
Secondo Guido Crosetto, ministro della Difesa, “in una futura difesa europea può esserci un esercito, una marina e un’aeronautica europea. Potrebbe esserci se selezionassimo le persone, tra 20 anni, ma non abbiamo 20 anni davanti, siamo in ritardo; quindi, l’unica possibilità è mettere insieme le difese dei vari Paesi, rendendole interoperabili. In questo percorso siamo facilitati perché lo abbiamo iniziato nella Nato”. Nel suo videomessaggio alla conferenza organizzata da Aspen Institute Italia (con la collaborazione con l’Aeronautica Militare, Intesa Sanpaolo, Comune di Pavia, Università degli Studi di Pavia e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo), il ministro ha aggiunto che così l’Europa può diventare “colonna portante della Nato”, dotandosi poi “di forze armate europee a tutti gli effetti”. “È la sfida che abbiamo davanti: l’Europa deve trovare un linguaggio comune, una strategia comune, che ancora non esiste”, ha proseguito.
LA DIFESA E I CONTI
“Soltanto quattro anni fa non avremmo parlato della necessità di raggiungere il 2% di investimenti in difesa, ma avremmo parlato probabilmente di ulteriori tagli”, ma “abbiamo deciso di invertire la tendenza”, ha detto. “La decisione non è più politica, quindi da conteggiare nel Patto di stabilità, ma necessità di sopravvivenza, non possiamo non farlo, non ci è consentito di decidere di non aumentare investimenti in difesa, perché la difesa è diventato il prerequisito della libertà, della democrazia, dello sviluppo”, ha continuato.
Giulio Tremonti, presidente di Aspen Institute Italia e della commissione Affari esteri e Comunitari della Camera, ha ricordato che “nel 2003 il governo italiano propose di emettere eurobond per infrastrutture e difesa europea. All’epoca la proposta fu respinta. Oggi che gli eurobond esistono devono essere applicati anche all’industria della difesa. Terminata l’illusione della pace universale – idea base della globalizzazione, l’ultima utopia del Novecento, torna essenziale dare priorità al sistema della difesa: come diceva Luigi Einaudi ‘per una nazione importa più essere indipendente che essere ricca’. E in un sistema geopolitico caratterizzato dal global disorder con due guerre ai confini europei – Ucraina e Medio Oriente – la difesa torna ad assumere un ruolo altamente strategico”, ha aggiunto
CROSETTO SU ISRAELE
“Abbiamo la libertà, per essere amici della democrazia e di Israele, di dire che dobbiamo distinguerci dai terroristi”, ha dichiarato Crosetto. “Ci sono delle linee che noi in democrazia dobbiamo preservare: il diritto internazionale, le regole di convivenza democratica ci impongono un rispetto anche nella guerra”, ha continuato.
“Anche nella guerra ci sono regole”, ha aggiunto, “e sono quelle che dicono che gli eserciti si possono scontrare ma i civili innocenti che non c’entrano nulla devono essere preservati il più possibile perché quando vengono coinvolti uomini, donne e bambini, che nulla c’entrano con gli scontri militari, noi perdiamo ogni giorno un pezzo della nostra credibilità”.
PONTECORVO SU INVESTIMENTI E AEROSPAZIO
“Il sistema di sicurezza europeo ha bisogno di importanti investimenti nel prossimo futuro: vuoi per riequilibrare il rapporto con gli Stati Uniti vuoi perché non sappiamo da dove arriveranno le minacce future ed a queste minacce bisogna predisporre risposte multilivello”, ha detto Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo. “E per queste ragioni sarebbe necessaria un po’ più di lungimiranza e visione da parte delle autorità europee”.
Nel negoziato per la riforma del patto di stabilità, ha ricordato Pontecorvo, l’Italia si sta battendo perché le spese per la Sicurezza vengano stralciate dal calcolo del deficit. “Per fortuna, dalle bozze della riforma sembra emergere l’intenzione di introdurre un diverso sistema di calcolo delle spese per la Sicurezza sul deficit. Ma c’è di più. Oggi Bruxelles è arrivata ad emettere eurobond per finanziare il Next Generation Eu: iniziativa lodevole che fa dell’Europa un Continente all’avanguardia nella salvaguardia dell’Ambiente. Ma c’è – Credo sia necessario un salto di qualità delle policy europee anche per la Difesa”. “Per queste ragioni”, ha proseguito, “non si possono aspettare vent’anni per finanziare gli investimenti con l’emissione di eurobond. Servono subito”, ha spiegato ancora definendo il settore aerospaziale come un “ponte” tra Paesi in quanto, “per sua stessa natura, può svolgere un ruolo di avanguardia nella costruzione di nuove partnership” grazie all’alto tasso di innovazione e all’alta intensità di capitale.
Pontecorvo ha ricordato che la Cina ha speso nel 2022, 292 miliardi di dollari: il 4,2% in più rispetto al 2021, ma il 63% rispetto al 2013. La Russia, in un solo anno, l’ultimo, ha aumentato la propria spesa militare del 9,2%. Per avere un termine di paragone con l’Europa, nel 2022 la spesa militare del Continente è aumentata del 13% rispetto al 2021 ed ha toccato livelli della Guerra fredda. Ma l’incremento rispetto al 2013 è stato del 30%: la metà della Cina.
Così l’Europa può diventare colonna portante della Nato. Cos’ha detto Crosetto a Pavia
Secondo Guido Crosetto, ministro della Difesa, “in una futura difesa europea può esserci un esercito, una marina e un’aeronautica europea. Potrebbe esserci se selezionassimo le persone, tra 20 anni, ma non abbiamo 20 anni davanti, siamo in ritardo; quindi, l’unica possibilità è mettere insieme le difese dei vari Paesi, rendendole interoperabili. In questo percorso siamo facilitati perché lo abbiamo iniziato nella Nato”. Nel suo videomessaggio alla conferenza Aspen di Pavia il ministro ha aggiunto che così l’Europa può diventare “colonna portante della Nato”, dotandosi poi “di forze armate europee a tutti gli effetti”. “È la sfida che abbiamo davanti: l’Europa deve trovare un linguaggio comune, una strategia comune, che ancora non esiste”, ha proseguito.
LA SVOLTA DI CINQUE SECOLI FA
“La battaglia di Pavia del 25 febbraio 1525 è stata la prima battaglia europea”, ha evidenziato il ministro. “Combattuta in modo rivoluzionario, per la prima volta con armi da fuoco”, una “battaglia che segnò un momento decisivo del predominio spagnolo in Italia e dimostrò la schiacciante predominanza della fanteria e della cavalleria”, “il passaggio alle più moderne strategie militari” e il “mutamento della composizione delle truppe, un rinascimento militare” e oggi “viviamo anni che richiedono l’idea di rivoluzione, perché l’idea di un esercito europeo è sicuramente una nuova rivoluzione nel campo della difesa e dell’Ue”, ha spiegato ancora.
INVESTIMENTI E PATTO DI STABILITÀ
“Soltanto quattro anni fa non avremmo parlato della necessità di raggiungere il 2% di investimenti in difesa, ma avremmo parlato probabilmente di ulteriori tagli”, ma “abbiamo deciso di invertire la tendenza”, ha detto. “La decisione non è più politica, quindi da conteggiare nel Patto di stabilità, ma necessità di sopravvivenza, non possiamo non farlo, non ci è consentito di decidere di non aumentare investimenti in difesa, perché la difesa è diventato il prerequisito della libertà, della democrazia, dello sviluppo”, ha continuato.
REGOLE ANCHE IN GUERRA
“Abbiamo la libertà, per essere amici della democrazia e di Israele, di dire che dobbiamo distinguerci dai terroristi”, ha dichiarato Crosetto. “Ci sono delle linee che noi in democrazia dobbiamo preservare: il diritto internazionale, le regole di convivenza democratica ci impongono un rispetto anche nella guerra”, ha continuato. “Anche nella guerra ci sono regole”, ha aggiunto, “e sono quelle che dicono che gli eserciti si possono scontrare ma i civili innocenti che non c’entrano nulla devono essere preservati il più possibile perché quando vengono coinvolti uomini, donne e bambini, che nulla c’entrano con gli scontri militari, noi perdiamo ogni giorno un pezzo della nostra credibilità”.
“Distruzione totale”, Gaza si risveglia dopo 50 giorni di bombe
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di Michele Giorgio
(questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Manifesto)
Pagine Esteri, 25 novembre 2023 – La magnitudine della devastazione di Gaza si comincia a conoscere solo ora, con il cessate il fuoco. In quasi 50 giorni di bombardamenti aerei, cannonate e altro ancora, i giornalisti palestinesi e persone comuni hanno potuto, a rischio della vita, far conoscere al mondo con video, foto e messaggi le conseguenze dell’offensiva militare di Israele in quel piccolo lembo di terra. Ma ieri nel primo dei quattro giorni di tregua tra Israele e Hamas e dello scambio ostaggi-prigionieri politici, i palestinesi hanno avuto la possibilità di girare, osservare e controllare, senza temere di essere disintegrati dalle bombe, l’apocalisse che ha investito la loro terra.
I filmati diffusi dalle persone in queste ultime ore mostrano un paesaggio lunare, centri abitati ridotti in cumuli di pietre, persone che si aggirano come fantasmi tra le rovine di case, edifici pubblici, moschee, scuole, asili. E anche i cadaveri rimasti senza sepoltura, alcuni in avanzato stato di decomposizione, altri carbonizzati, di adulti e di bambini. Ovunque. Sotto i palazzi crollati e nelle strade, anche su quella costiera, coperti dai passanti con cartoni e stracci. La Protezione civile di Gaza passerà i giorni di tregua a recuperare una parte dei corpi delle migliaia di dispersi (7mila?) facendo salire il numero dei palestinesi uccisi già oltre 14mila. Israele lo ritiene gonfiato ad arte «dal ministero della sanità di Hamas». Ma le agenzie umanitarie sanno che è molto vicino alla realtà, se non addirittura sottostimato. La guerra di Gaza non è finita, non si faccia illusioni chi spera che questa tregua di quattro giorni porti a un cessate il fuoco permanente. «Ci sarà una breve pausa e poi continueremo ad operare con piena potenza militare. Non ci fermeremo finché non raggiungeremo i nostri obiettivi, la distruzione di Hamas e la liberazione degli ostaggi», ha assicurato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al termine ieri dell’incontro con l’omologo italiano Guido Crosetto, uno dei numerosi premier, ministri e uomini politici occidentali giunti in processione a Gerusalemme in queste ultime settimane per ribadire il loro appoggio all’offensiva militare israeliana «contro Hamas», però, se possibile, «con qualche civile ucciso in meno».
Quando ieri mattina alle 7 i boati incessanti delle esplosioni andate avanti per tutta la notte facendo altri morti e feriti, si sono spenti per la prima volta dopo settimane, migliaia di sfollati palestinesi si sono messi in marcia verso i quartieri orientali di Khan Yunis, la fascia Est della Striscia, Gaza city e anche il nord desiderosi di tornare alle loro case e in cerca di un breve momento di normalità. Uomini, donne e bambini, a piedi o a bordo delle poche auto che hanno ancora carburante, alcuni su carretti tirati da asinelli. Altri hanno messo le borse sulle spalle e si sono incamminati. Hanno attraversato scene di immensa distruzione.
Marwa Dabdoub, 37 anni, ha raccontato a un media locale di aver trovato la sua casa a Gaza city distrutta dai bombardamenti. «Eravamo felici di vedere la tregua, ma oggi abbiamo scoperto che la nostra casa non c’è più. Non siamo riusciti a trovare nulla. Ci hanno distrutto tutto», ha detto rovistando tra le macerie dell’abitazione. Come lei altre migliaia di palestinesi non hanno trovato altro che pietre, terra, pilastri di cemento spezzati. Sono 1,7 milioni i palestinesi costretti dalla guerra e dalle intimazioni dell’esercito israeliano a lasciare le proprie case nel capoluogo Gaza city e nel nord della Striscia e che da settimane vivono ammassati in scuole, tende e ospedali nel sud. Le distruzioni sono talmente vaste che la ricostruzione di case e infrastrutture richiederà anni, ammesso che Israele lo permetta. «Sono andato in giro appena è cominciata la tregua» ha scritto su X, Refaat, un abitante di Gaza city. «Distruzione completa, totale. Case edifici, moschee, giardini pubblici, scuole, condutture dell’acqua, pali della luce. Gli invasori israeliani in realtà non cercavano niente e nessuno. Hanno solo provocato caos e attuato una vendetta sui cittadini palestinesi e le loro vite».
Recuperare qualcosa di utile dalle macerie di casa è essenziale per chi non ha più nulla. Così come trovare cibo. Ieri dal valico di Rafah sono entrati a Gaza 200 autocarri carichi di aiuti e altrettanti ne entreranno oggi, domani e lunedì. Ma la quantità di merci resta largamente insufficiente rispetto ai bisogni della popolazione. Le priorità nei carichi restano l’acqua, le medicine e tutto ciò che serve agli ospedali ancora operativi: a Gaza ci sono 35mila feriti. Ieri la Mezzaluna rossa ha evacuato altri feriti e ammalati dall’ospedale Ahli di Gaza city. Cercare i parenti sopravvissuti è un’altra priorità così come dare una degna sepoltura ai membri della famiglia uccisi dagli attacchi israeliani. Alcuni sono stati sepolti in fosse comuni nei giardini e nei terreni agricoli, o sono ancora nelle sacche per cadaveri davanti agli ingressi degli ospedali.
La striscia di sangue si è allungata anche ieri. Perché l’esercito israeliano, dando seguito a quanto aveva scritto in un volantino lanciato due giorni fa sul sud di Gaza, ha impedito alla maggior parte delle persone di tornare al nord. Per fermarle hanno lanciato lacrimogeni, sparato in aria, infine ad altezza d’uomo. Almeno due palestinesi sono stati uccisi, una ventina feriti, hanno riferito le agenzie di stampa. I soldati hanno aperto il fuoco anche nei pressi dell’ospedale Rantisi per fermare chi era sulla via del ritorno. E hanno effettuato un raid nell’ospedale Indonesiano dove, ha riferito il direttore generale del ministero della Sanità, Munir Al-Bursh, hanno ucciso una donna e arrestato tre persone. Reparti corazzati israeliani stazionano in modo permanente sulle strade di collegamento Salah al-Din e Al-Shati. Il presunto «corridoio sicuro» rimarrà aperto durante i giorni della tregua in modo che ai residenti nel nord sia consentito di andare verso sud. Ma non di ritornare. 75 anni fa, andò allo stesso modo.
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Oggi, #25novembre, ricorre in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999.Telegram
Taiwan Files – Elezioni presidenziali: corsa a 3 dopo una settimana folle
Cronaca di una drammatica settimana di politica taiwanese, con l'accordo nell'opposizione per una candidatura unitaria che salta in livestreaming tra accuse incrociate. Lai Ching-te della maggioranza Dpp sceglie come vice l'ex rappresentante negli Usa Hsiao Bi-khim ed è il grande favorito. Nell'opposizione si ritira Gou Taiming dopo l'indagine della Cina sulla sua Foxconn. Restano Hou Yu-ih del Guomindang e Ko Wen-je del People's Party. Gli scenari a 50 giorni dal voto. Il racconto di Lorenzo Lamperti da Taipei
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In questi giorni al Job&Orienta siete stati tantissimi a venirci a trovare al nostro stand. Vi aspettiamo anche domani!
📹 Qui il video per rivivere insieme la 32esima edizione ▶️ youtu.be/b0ScszjnUYw
📷 Qui l’album ▶️ flickr.
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Nuove regole per Unifil? Da Tel Aviv, Crosetto lancia la sfida all’Onu
Nel primo dei quattro giorni di tregua stabiliti tra Israele e Hamas, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto visita a Tel Aviv all’omologo israeliano Yaov Gallant. La presenza italiana in Israele in questo momento così delicato del conflitto non è affatto un caso, e anzi riporta quel ruolo da protagonista giocato dal nostro Paese nel processo di mediazione, rimarcato con orgoglio dallo stesso ministro Crosetto, che si è detto “quasi commosso di essere qui in un giorno così importante per Israele e per la pace”. Anche Gallant ha sottolineato l’importanza di quanto sta facendo l’Italia per Israele, una dimostrazione concreta di amicizia e solidarietà in un momento cruciale per lo Stato mediorientale.
La situazione
“Per Israele – ha spiegato Crosetto– il punto finale è rendere Hamas non più un pericolo”. Per il ministro, infatti, Hamas è un’organizzazione terroristica “che ha nello statuto l’eliminazione di Israele e della popolazione ebrea da questa zona del mondo”, per cui non esiste la possibilità di mediazione. Il ministro è tornato a indicare la soluzione di due popoli e due Stati come l’unica in grado di dare una pace duratura, aggiungendo però come l’obiettivo “non sarà facile, non sarà breve”. Per Israele, infatti, è questione di vita o di morte, ha sottolineato Crosetto, aggiungendo come si tratti di una condizione “che noi fatichiamo a capire al sicuro nelle nostre nazioni”. È allora l’obiettivo degli altri Paesi far sì che “le conseguenze, non militari ma quelle civili, siano minori possibili”. Il ministro si è poi detto “convinto che le operazioni dureranno a lungo, ma che ci sarà tutta l’attenzione che è possibile in una guerra per avere meno vittime civili innocenti”. Intanto, la buona notizia è a liberazione dei primi ostaggi: “Mi auguro la liberazione di tutti gli ostaggi”
Gli aiuti italiani
Come ricordato ancora da Crosetto, inoltre, l’Italia si sta prodigando attivamente attraverso l’invio di aiuti umanitari, in particolare attraverso la presenza di nave Vulcano, della Marina militare, con a bordo personale 170 militari, e trenta membri del personale sanitario della Marina. A questi si aggiungerà una ulteriore trentina tra medici e infermieri delle altre Forze armate. La nave è attrezzata per svolgere ogni tipo di attività medica, dalle operazioni alla diagnostica. A bordo, inoltre, saranno trasportati medicinai e aiuti destinati alla popolazione civile. L’intenzione italiana è quella di far seguire alla nave anche un ospedale da campo a terra. “Lo Stato maggiore della Difesa sto attrezzando e coordinando l’invio di una struttura ospedaliera a terra, in accordo con i palestinesi, da impiantare sul terreno di Gaza, vicino a dove c’è la necessità” ha spiegato Crosetto.
Coordinamento internazionale
L’obiettivo sottolineato da Crosetto per arrivare a una soluzione della crisi è muoversi in uniformità con tutti gli altri Paesi, occidentali e arabi, per frenare l’escalation. Lunedì, come da lui stesso anticipato, Crosetto sarà a New York, alle Nazioni Unite, non solo per parlare della missione in Libano. In particolare, ha detto Crosetto, “occorre che le Nazioni Unite decidano: o la missione Unifil ha ancora un senso, oppure bisogna chiedersi se ha senso mantenerla”. L’ipotesi del ministro, allora, è che l’Onu riveda le regole di ingaggio, perché “le attuali non danno sicurezze ai contingenti, basta guardare la situazione e gli attacchi di ogni giorno”. A fine ottobre, tra l’altro, Crosetto aveva visitato il contingente italiano dell’operazione Leonte XXXIV, poco dopo che un missile, deviato, aveva colpito senza nessuna conseguenza il quartier generale della missione Unifil a Naqoura, undici chilometri più a sud rispetto alla base italiana. “La risoluzione Onu – ha aggiunto Crosetto in Israele – prevede che nella striscia di confine tra Libano e Israele non ci siano nemici, né da una parte né dall’altra; quindi, che non ci sia una presenza israeliana che può minacciare il Libano, ma dall’altra parte ci sono presenze di Hezbollah”. Riflettendo su questo punto, in particolare, il ministro si è domandato “che senso ha mantenere una missione Onu, se non fa nulla per raggiungere l’obiettivo di quella missione?”.
C’è stato un tempo in cui un “vagoncino presidenziale” rallentava l’intero traffico ferroviario e nessuno si scandalizzava
Intenti come siamo ad indignarci per le imprese ferroviarie presenti del ministro Lollobrigida, rischiamo di trascurare le delizie del passato. Un passato recente. Si tende a dimenticare, per esempio, che fino alla metà degli anni Novanta a diversi presidenti di organi costituzionali era riservato quello che oggi verrebbe giudicato un inaudito privilegio. Privilegio che mandava in solluccheri Giovanni Spadolini in particolare.
Quando l’allora presidente del Senato doveva affrontare un viaggio in treno, non riservava un posto in prima classe, né prenotava un salottino per sè e per il proprio staff. La sua segretaria telefonava all’apposito servizio di palazzo Madama, che provvedeva ad agganciare al convoglio desiderato la carrozza presidenziale: un vagoncino retrò in stile Orient Express dotato di un lussuoso salottino, una cucina e una cuccetta con lenzuola fresche di bucato per eventuali riposini diurni. Un commesso del Senato vi svolgeva le funzioni del maggiordomo, un cuoco vi cucinava le pietanze gradite.
Raccontano che Giovanni Spadolini adorasse viaggiare così. E pazienza se, essendo stato costruito in tempi in cui i treni forse arrivavano in orario, ma di sicuro erano più lenti, il vagoncino presidenziale obbligava il convoglio cui era agganciato a moderare la velocità, con gran scorno dei viaggiatori comuni e oggettive ricadute sull’intero traffico ferroviario.
Nessuno, allora, avvertiva il problema, essendo (allora) chiaro a tutti che le Istituzioni avessero diritto ai propri spazi, alla propria privacy e al proprio stile. Di sicuro la pensava così il grande Spadolini, il quale, un giorno, dovendo rientrare da Milano a Roma, non essendo disponibile l’amato vagoncino riservò un’intera carrozza di prima classe. Era la primavera del 1994, la legislatura volgeva al termine, e alla stazione di Milano si trovavano anche alcuni parlamentari che come lui dovevano rientrare a Roma. Gli chiesero se potevano prender posto nella “sua” carrozza: sdegnosamente, Spadolini rifiutò.
È opinione diffusa che tale sgarbo gli costò i voti necessari ad essere rieletto presidente del Senato. La spuntò, d’un soffio, Carlo Scognamiglio, uomo d’una eleganza antica, come Spadolini attratto dal lussuoso vagoncino. Mal gliene incolse quando commise la leggerezza di consentire al figlio e ad un gruppo di suoi amici di prender posto sull’ambita carrozza presidenziale per un breve viaggio in Liguria. Scognamiglio si era premurato di pagare un biglietto di prima classe per ciascun ragazzo, ma fatale fu la fermata fuori programma a Ventimiglia per far scendere i giovani viaggiatori. Erano i tempi in cui andava affermandosi la malsana logica dell’«uno vale uno». Lo scandalo fu inevitabile, la campagna stampa al grido di “Il trenino di Carlino” devastante. Da quel momento in poi il vagoncino presidenziale non toccò più binario.
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Ministero dell'Istruzione
Oggi al #JobOrienta, dopo gli eventi dei giorni scorsi sulla piattaforma UNICA, sulla nuova filiera tecnico-professionale, sulle discipline STEM e sulle Storie di alternanza e competenze, si parlerà d’Istituzione del sistema terziario di Istruzione T…Telegram
Guerra. Voci da Gaza (parte seconda)
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(Traduzione a cura di Federica Riccardi)
insaniyyat.org/voices-from-gaz…
Insaniyyat, Society of Palestinian Anthropologists
Dall’inizio della guerra israeliana contro la popolazione di Gaza, familiari e amici, compresi i membri della nostra comunità Insaniyyat, hanno cercato con ansia di avere notizie dei propri cari in tutta Gaza. Di seguito sono riportate le trascrizioni di messaggi di testo personali, note vocali e post sui social media che gli amici e i cari di Gaza sono riusciti a inviare in risposta; messaggi intermittenti composti nel bel mezzo dei bombardamenti e della distruzione, mentre erano sopraffatti dalle notizie di continue morti, anche di amici e parenti, senza elettricità, cibo, acqua, rifugio sicuro e speranza.
“R” Fotografo, Gaza City
R è un fotografo e padre devoto di due figlie di 2 e 6 anni. Uno dei suoi recenti progetti ha celebrato la vita e le conquiste delle persone di Gaza che hanno perso gli arti durante le guerre precedenti; le sue fotografie ritraggono il modo in cui continuano a vivere una vita piena nonostante le amputazioni. Fa parte di una rete regionale di fotografi documentaristi e lavora come freelance per agenzie di stampa locali e internazionali. Vive a Gaza City, ma è stato costretto a mandare sua moglie e le sue figlie, e poi suo padre e sua madre, sua sorella con la famiglia a Deir al-Balah, dove vive la famiglia di sua moglie. Poi, anche lui è dovuto fuggire da Gaza. La sua casa, quella dei suoi genitori e quella di sua sorella a Gaza sono state tutte bombardate. È ancora a Deir al-Balah, dai suoceri, insieme ad altri 30 membri della famiglia.
R ha inviato i seguenti messaggi ad un amico tra il 13 ottobre e il 12 novembre
Venerdì 13 ottobre (mattina)
[da Gaza City]
Ho già mandato le bambine [di 2 e 6 anni], la loro madre e i miei genitori dalla famiglia di mia moglie a Deir al-Balah.
Sto bene, ma la situazione è molto difficile. I massacri avvengono ovunque.
Non ci sono auto. Sto pensando di farmi 20 chilometri a piedi per andare dalle ragazze [a Deir al-Balah].
Venerdì 13 ottobre (sera)
[da Deir Balah]
La gente sta ancora lasciando Gaza [City], e ci sono persone che non possono lasciare le loro case, ma la città è quasi vuota ora. Ogni volta che cerco di comunicare con qualcuno all’interno di Gaza, mi dice che è una città fantasma.
Cerco di fotografare quello che posso.
Ho provato a chiamare Samar [un amico comune] ma non c’è linea. Non so se sono lì [Gaza City] o se sono andati via.
…
Ho comprato del cibo in scatola, una scatola di formaggio, biscotti e sardine.
Sono uscito sotto i bombardamenti e ho trovato cibo in scatola, biscotti, acqua, za’atar, dukkah e formaggio.
Qui c’è una palma, così ogni tanto raccolgo qualche dattero e mangio un frutto fresco.
Mangio poco per non dover andare in bagno.
La notte e le sue preoccupazioni sono iniziate.
Oh Dio, ti prego, salvaci da ciò che sta per accadere.
Vado da mia figlia maggiore e poi torno. Piange per la paura, perché hanno ricominciato a bombardare.
A mezzanotte tutti i servizi di telecomunicazione e internet potrebbero essere interrotti in tutta la Striscia di Gaza. Se perdi i contatti con noi, sappi che stiamo bene, e non importa quali immagini vedrai in TV, noi staremo bene, e io farò tutto il possibile per tenere al sicuro le mie figlie e l’impossibile per proteggerle.
Che mondo ingiusto è questo.
Vorrei non conoscere così tante persone a Gaza.
Ho perso molte persone. Ogni volta che chiedo di qualcuno, mi dicono che è stato martirizzato o che è disperso.
Mia figlia più grande, che ha quasi 7 anni, capisce già tutto.
Sabato 14 ottobre
Buongiorno, è stata una notte molto difficile ma è passata.
Sto scattando alcune foto, ma tutti sono nervosi, le bambine piangono in continuazione e io sono impegnato a prendermi cura di loro.
Tutti aspettano l’invasione. Ci sono ancora persone all’interno di Gaza [City] che non sono riuscite a uscire ieri.
Oggi hanno dato una finestra di quattro ore per le persone che vogliono andarsene.
Domenica 15 ottobre (mattina)
Per la maggior parte del tempo non c’è internet né batteria.
Ci sono attacchi dappertutto, ma non sappiamo nemmeno dove, perché non c’è modo di sapere dove sono i bombardamenti.
Negli ospedali non ci sono abbastanza medicine, non ci sono infermieri né medici e il sistema sanitario è completamente collassato.
La rete di comunicazione è pessima, noi stiamo bene.
Dio, facci uscire indenni da questa situazione.
Domenica 15 ottobre (sera)
Sembra che la casa della mia famiglia sia stata colpita qualche tempo fa – qualcuno me l’ha detto solo ora. Ci sono così tanti ricordi lì
…
Non sono triste per le pietre, la costruiremo di nuovo.
Ieri ho detto a mia figlia: “Voglio portarti in Egitto”. E lei ha risposto: “A trovare Rula?” [un’amica di famiglia].
Lunedì 16 ottobre
Oggi ho messo il mondo sottosopra alla ricerca di sonniferi e non ne ho trovati
Da stamattina non abbiamo più acqua, a parte qualche cassa d’acqua in bottiglia per bere. Il mare è vicino, ma è troppo rischioso andarci: tutta la costa è piena di navi da guerra.
Forse, se piove, possiamo raccogliere l’acqua nelle pentole.
Martedì 17 ottobre
Non c’è più acqua in nessuno dei serbatoi e non ce n’è in tutta la Striscia di Gaza. Ci è rimasta solo una cassa d’acqua che vogliamo conservare per i bambini.
Mercoledì 18 ottobre
Cercherò di uscire in sicurezza. Ancora una volta, prega per me affinché riesca a prendere le cose e a tornare sano e salvo.
Sto bene, ho trovato due casse d’acqua grazie a Dio. Ci sono stati un sacco di bombardamenti, ma sono andato al mercato e ho comprato delle arance per le mie figlie.
Sabato 4 novembre (mattina)
Siamo riusciti a comprare un sacco di farina
Tra poco usciremo e cercheremo di prendere dell’acqua.
Questa è farina rubata
Se ci prendono, ci rinchiudono tutti.
Hahahahaa
L’abbiamo pagata all’intermediario, al venditore e, naturalmente, a chi l’ha saccheggiata.
Un processo molto complicato.
Le trattative sono state intense.
La mia razione d’acqua è ora di 200 millilitri al giorno.
Esco di nuovo sotto ai bombardamenti, devo trovare dell’acqua. Andrò nello stesso posto dove l’ho presa prima. Prega che la trovi e che torni sano e salvo dal giro.
Se potessi sentire come bombardano Gaza, i missili, la terra trema per i bombardamenti.
Sabato 4 novembre (sera)
Ogni giorno raccogliamo delle olive dall’albero, le schiacciamo, ci mettiamo sopra il sale e il giorno dopo le mangiamo così…
È il momento della raccolta delle olive, ma le mangiamo così perché le olive vanno a male. Dovremmo raccoglierle e spremerle per ottenere l’olio, ma non ci sono frantoi in funzione.
Mamma e papà ti salutano
La mamma dice che la prossima volta che verrai vuole cucinarti un buon piatto.
Domenica 5 novembre (sera)
Buongiorno, grazie a Dio, stiamo ancora bene.
Voglio che chiami un medico per me
Ho bisogno di un sedativo per bambini
Mia figlia è sopraffatta dalla paura, si lamenta dei dolori alle gambe e allo stomaco e si comporta come una persona disorientata e confusa
Domenica 5 novembre (notte)
Oggi sono riuscito a bere un litro d’acqua.
Ho mangiato un po’ di datteri e za’atar.
Lunedì 6 novembre
Giuro che è stata una notte difficile.
C’erano un sacco di bombe e i bambini piangevano tutti seduti in mezzo alla casa.
Non ho trovato nessuna delle medicine di cui hai scritto [suggerite dal medico].
Ma useremo una medicina alternativa e le massaggeremo i muscoli con dell’olio d’oliva.
Tra un po’ devo uscire per cercare una nuova fonte d’acqua, ma aspetto che i bombardamenti si calmino. Ci sono stati bombardamenti vicino alla fonte d’acqua da cui ci siamo riforniti e ho paura a camminare nelle zone agricole.
Martedì 7 novembre (sera)
Ho fatto un bagno. Ho scaldato l’acqua salata sul fuoco. Non c’era acqua fredda disponibile, così ho fatto un bagno vero Hahahaha
Oggi c’è stato un massacro vicino a noi….
Abbiamo persino smesso di sentire il rumore dei missili che cadono. Sentiamo solo le esplosioni improvvise.
…
Sì, hanno bombardato un quartiere con un solo colpo…
Martedì 7 novembre (notte fonda)
Ho pregato, ho preso le mie figlie in braccio e mi sono sdraiato accanto a loro. Mi sentivo stanco morto: il mio cervello era addormentato, ma i miei occhi erano ancora aperti.
Mercoledì 8 novembre
Sono a un chilometro dall’ospedale Al-Shifa
e ci sono combattimenti per le strade di Gaza
Giovedì 9 novembre (mattina)
Ho dormito per 4 ore, un sonno interrotto ma buono.
Ci sono bombardamenti sulla strada [di Gaza City] che usiamo per arrivare a casa nostra, si chiama Al-Baraka Street.
Hanno detto qualcosa al telegiornale?
Giovedì 9 novembre (notte)
Quali notizie ci sono, a parte una pausa di 4 ore al giorno per il corridoio umanitario, in modo che la gente possa lasciare Gaza [City]?
Venerdì 10 novembre
Cosa scrivono le notizie sull’ospedale Al-Shifa e su ciò che sta accadendo lì intorno?
La rete è pessima, ma noi stiamo bene.
Uno dei miei cugini è riuscito a fuggire oggi [da Gaza City], ma il resto della sua famiglia è morto o non può uscire. Sua madre è paralizzata e lui è l’unico figlio. Lei gli ha detto di prendere i suoi figli e di fuggire. Non poteva trasportare sua madre
Sabato 12 novembre
Buonasera, come stai? Noi stiamo bene, grazie a Dio. È dalla mattina che cerco acqua e qualsiasi cosa da comprare. Sono riuscito a tornare solo poco fa, le strade erano terrificanti e non c’era praticamente nulla da comprare e quello che c’era era raddoppiato di prezzo.
Grazie a Dio, siamo riusciti a procurarci acqua, farina, una scatola di Prill [pastiglie per purificare l’acqua], un pacchetto di sigarette e dei pannolini.
Oggi il mio telefono era senza batteria. Ha piovuto per 5 secondi e poi non c’era il sole, quindi non abbiamo potuto caricare la batteria con l’energia solare.
Sorseggio la stessa tazza di caffè ogni poche ore, dalla mattina alla sera. Ci è permessa solo una tazza piccola al giorno.
Mia madre ha nascosto il sacchetto del caffè insieme alle chiavi di casa. Pagine Esteri
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L'articolo Guerra. Voci da Gaza (parte seconda) proviene da Pagine Esteri.
Tecnocina: Il capo dei nerd
Per gentile concessione di add editore riproponiamo un estratto di Tecnocina, il libro in cui Simone Pieranni ripercorre la storia della Repubblica popolare dal 1949 fino ai giorni nostri, attraverso un intreccio di vicende affascinanti mai narrate prima al cui centro spiccano le storie di donne e uomini finora ignoti.
L'articolo Tecnocina: Il capo dei nerd proviene da China Files.
In Cina e Asia – Cina, l’Oms osserva casi di polmonite batterica tra i bambini
Cina, picco di casi di polmonite batterica tra i bambini
Mar cinese meridionale: fregata cinese osserva le esercitazioni di Filippine e Usa
Pentagono: Usa ritardo di 4 anni sulla Cina
Il tribunale della Corea del Sud ordina al Giappone di risarcire le "comfort women”
Nepal: scontri tra polizia e manifestanti pro-ripristino della democrazia
Sri Lanka: sempre più famiglie sotto la soglia di povertà
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L’inquietante industria dell’aldilà digitale | Guerre di Rete
"A dieci anni esatti dalla puntata di Black Mirror che per prima ha immaginato il nostro aldilà digitale, sta però rapidamente diventando realtà qualcosa che ancora solo pochi anni fa sarebbe stato considerato impossibile: creare un simulacro potenzialmente immortale di noi stessi."
Alla seconda giornata del JOB&Orienta vi aspettiamo con tante novità e con gli altri tre...
Alla seconda giornata del JOB&Orienta vi aspettiamo con tante novità e con gli altri tre eventi del MIM in programma:
📌 La nuova filiera tecnico-professionale. Qui la diretta dalle ore 11 ▶️ joborienta.
Ministero dell'Istruzione
Alla seconda giornata del JOB&Orienta vi aspettiamo con tante novità e con gli altri tre eventi del MIM in programma: 📌 La nuova filiera tecnico-professionale. Qui la diretta dalle ore 11 ▶️ https://www.joborienta.Telegram
News da Marte #23 | Coelum Astronomia
"Ricapitoliamo le esplorazioni che Curiosity, Perseverance e Ingenuity hanno svolto in quest’ultimo mese. C’è poi una significativa interferenza nelle attività dovuta all’attuale posizione di Marte in cielo. Si parte!"
Giuliano Guzzo: maschio, bianco, etero & cattolico colpevole di tutto
Questo è il giovane vicentino Giuliano Guzzo, travestito da promotore finanziario di successo con tanto di orologione regalato per la cresima o, più, probabilmente, preso in prestito da qualche parente ricco sul serio visto che lui "lavora" come vicegazzettiere a "La Verità" dove non è detto gli emolumenti siano principeschi.
Prima però si è laureato con una tesi in filosofia del diritto, materia frequentatissima dagli spiriti ingegnosi.
Così conciato, Giuliano ha pubblicato un libro sulla cui copertina si è fatto previdentemente ritrarre già in manette.
A metà novembre 2023 nel paese di Vigonovo -in una zona non nuova ad episodi efferati- si è consumato un delitto piuttosto odioso. In poche ore sono comparsi sul web molti e ingegnosi contenuti diversivi, soprattutto ad opera del milieu di micropolitici "occidentalisti" e relative gazzettine e di account più o meno anonimi che sporcano ovunque con l'agenda politica "occidentalista".
Solo che stavolta il colpevole è venuto su a bigoli e sarde in saor e ha condotto un'esistenza da perfetto rappresentante dei "valori" occidentali.
Difficile pensare di poter ribaltare il tavolo.
Oggi si svolgerà il primo dei 5 grandi eventi del MIM, UNICA, la nuova piattaforma per famiglie, studentesse e studenti.
Il quartetto di giganti dagli anelli | Cosmo
"Se chiedessi quanti pianeti del Sistema solare hanno gli anelli, pochissimi mi risponderebbero quattro: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Ma in effetti è proprio la risposta giusta."
Weekly Chronicles #55
Questo è il numero #55 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.
Nelle Cronache della settimana:
- Dimmi cosa scrivi…chatGPT ti dirà chi sei e dove sei
- Una telecamera nel bagno dell’autogrill
- L’Unione Europea fa dietrofront sul Chatcontrol
Nelle Lettere Libertarie: Viva la libertad, carajo!
Rubrica OpSec - Scenario della settimana: Marta è una giornalista politica. Vuole iniziare a scrivere pubblicamente le sue critiche e opinioni su governo e alcuni movimenti politici, sia sui social network che sul suo blog personale. Marta teme che qualcuno possa segnalare i suoi contenuti o riconoscerla e minacciarla. Teme anche che in caso di segnalazioni il suo account PayPal possa essere bloccato.
Dimmi cosa scrivi…chatGPT ti dirà chi sei e dove sei
L’intelligenza artificiale generativa è molto bella. Ci semplifica il lavoro, ogni tanto ci ispira, qualche volta ci stupisce. E a stupire stavolta è una ricerca che parla di Large Language Models e privacy.
Secondo questa ricerca parrebbe che i modelli LLM come chatGPT siano in grado di inferire caratteristiche uniche sulle persone e perfino determinare il luogo in cui si trovano, in base a ciò che scrivono. Non ci credi? Facciamo un esempio.
Qui una persona racconta brevemente di essere arrivata in un luogo da cui si vedono le alpi, inserendo alcune informazioni generiche in merito al trasporto pubblico, a un’arena e circa un famoso evento sul formaggio. A partire da queste poche righe, saresti in grado di capire la città esatta in cui si trova questa persona?
Magari sì, ma ti richiederebbe diverse ore di lavoro e la conoscenza di qualche tecnica di OSINT. Un motore come chatGPT impiega invece circa 240 volte in meno rispetto a un essere umano per capire che quella persona si trova a a Zurigo, nel quartiere Oerlikon.
llm-privacy.org
Il patrimonio informativo a disposizione di questi motori LLM è talmente vasto che permette di inferire con una precisione sbalorditiva informazioni che richiederebbero a un’analista parecchio lavoro. Purtroppo, neanche l’anonimizzazione degli elementi direttamente identificativi è utile a limitare l’inferenza, come mostra il prossimo esempio:
llm-privacy.org
Immaginate cosa saranno in grado di fare (e probabilmente già fanno) le agenzie di intelligence con uno strumento del genere. Cari lettori, è forse ora di iniziare a imparare qualcosa di OSINT e cercare di limitare il più possibile l’esposizione online.
Una telecamera nel bagno dell’autogrill
Giovedì ero in viaggio per una trasferta di lavoro che mi ha portato verso il Veneto. Verso le 11:30 decido di fermarmi per una pausa caffè e per fare un salto in bagno. In prossimità di Verona vedo il cartello che indicava l’uscita per il prossimo autogrill e una grande insegna con scritto Bauli.
ICYMI: FPF Webinar Discussed The Current State of Kids’ and Teens’ Privacy
Privacy by design for kids and teens has expanded across the globe. As policymakers, advocates, and companies grapple with the ever-changing landscape of youth privacy regulation, the Future of Privacy Forum recently hosted a webinar discussing the current state of kids’ and teens’ privacy policy. The webinar explored the current frameworks that are influential worldwide, the variations in youth privacy approaches, and the nuances of several emerging trends.
The virtual conversation, moderated by FPF’s Chloe Altieri, included a discussion about the industry’s work on compliance with a variety of regulations across jurisdictions. The webinar began with presentations from the panelists, setting the stage with their current work on youth privacy issues. The panelists were Phyllis H. Marcus, Partner at Hunton Andrews Kurth LLP, Pascale Raulin-Serrier, Senior Advisor in Digital Education and Coordinator of the DEWG at the French CNIL, Michael Murray, Head of Regulatory Policy at the U.K. ICO, and Shanna Pearce, Managing Counsel, Family Experience at Epic Games.
Phyllis led the audience through the current U.S. legislative and regulatory landscape. The U.S. States have been incredibly active in children’s and teens’ privacy legislation, with 11 states having enacted bills and an additional 35 states have considered legislation for youth online safety. The trends emerging from the online safety legislation being considered show four primary categories of laws being considered by state regulators: Platform Accountability Laws, Age Verification Laws, Social Media Metering Laws, and the California Age-Appropriate Design Code (CA AADC). In recent actions, the Federal Trade Commission has stepped up enforcement of the Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA). Finally, the U.S. Congress has taken an interest in enhancing youth online safety measures through the introduction of COPPA 2.0 by Sen. Markey and Sen. Cassidy and the Kids Online Safety Act (KOSA) by Sen. Blumenthal and Sen. Blackburn.
Pascale discussed the work of the French CNIL, both nationally and internationally, in making privacy and youth online safety an effective initiative. Key international initiatives include the International Resolution on Children’s Digital Rights adopted in 2021, which harmonized a regulatory vision and set of core principles among Data Protection Authorities Worldwide around youth online safety. Additionally, the CNIL is working to improve digital education to combat the issues of online safety. The CNIL published eight recommendations to enhance the protection of children online in 2021 with the aim of providing practical advice to a range of stakeholders. Such recommendations include strengthening youth awareness of risks online and privacy rights as well as encouraging youth to exercise their privacy rights in order to stay safe. Youth education efforts are being undertaken in conjunction with digital literacy efforts that empower parents and caretakers to have meaningful conversations about online safety with their children.
Michael discussed the United Kingdom’s Age Appropriate Design Code (U.K. Children’s Code), which is a statutory code of practice under the UK’s General Data Protection Regulation(GDPR). The Children’s Code is grounded in the principles established by the United Nations Convention on the Rights of the Child (UNCRC). Michael explained that the Code sets out 15 interlinked standards of age-appropriate design for online services that are likely to be accessed by children. The U.K. Information Commissioner’s Office (ICO) has undertaken a wide-ranging effort to supervise the code by exploring the possible ways the ICO could provide guidance for online services to meet the Code’s objectives. The ICO not only looks to submitted complaints but also to industry engagement efforts and engagement with other regulators or government offices to inform its guidance. According to recent industry surveys, this new method of supervising code implementation has been effective.
Shanna discussed the safety and privacy considerations that are necessary when building online experiences for kids and teens, specifically on gaming platforms. Shanna spoke about the balance and thoughtful product design required to create a positive experience for younger players and their guardians in compliance with global regulations. One product of this balancing act for Epic Games was the deployment of a suite of protections across its ecosystem of games, including age-appropriate default settings, parental controls, and Cabined Accounts, an Epic account designed to create a safe and inclusive space for younger players. Players with Cabined Accounts can still play Fortnite, Rocket League, or Fall Guys but won’t be able to access certain features, such as voice chat, until their parent or guardian provides verifiable parental consent (“VPC”).
After the panelists’ presentations, we launched into a discussion on several of the most salient issues unsettled in youth privacy policy, such as online safety, age assurance, parental consent, new regulatory requirements, and guidance for the industry. We have summarized the discussion and included key takeaways.
How are policymakers and industry members working to resolve points of tension between privacy and safety? How is this tension and its resolution approached differently across the globe?
Michael Murray gave a three-fold answer on the difference between U.S. and U.K. child privacy & safety policy. The first key difference is that in the U.K. context, the ICO and OFCOM lead a dual effort where the ICO focuses on privacy, and the U.K.’s Office of Communications (Ofcom) focuses on safety and content regulation. In the U.S., there is no defined, systemic privacy and safety regulatory effort. The second is that the U.K. is a signatory to the UNCRC, which defines children as anyone under the age of 18, and that is reflected in U.K. law. In contrast, the U.S. is not a UNCRC signatory, and the current U.S. federal protections define children as individuals under the age of 13 years old. Finally, third, the U.S. operates largely under an actual knowledge standard that an online site or service is directed to children. Whereas the U.K. Code and, recently, the California AADC operate under a “likely to be accessed” by children standard.
Phyllis H. Marcus elaborated on some of the points Michael brought up, describing the knowledge standard and tensions between privacy and safety we see in the U.S. COPPA is a privacy rather than a safety regime, but it does have safety components as one of its statutory underpinnings. It is important to know that this current regime is being somewhat upended by the patchwork of state laws being passed. Additionally, this regime may change if COPPA 2.0 and KOSA make their way through Congress and especially if they go into effect, where, combined, they will regulate privacy and safety regimes in tandem.
Pascale provided insight into the approach by France and the European Union (EU), where safety and privacy are not opposing or differentiated regulatory efforts. Safety is an element of privacy regulation and is considered within Data Protection legislation.
Age assurance is a large part of the policy conversation on youth privacy and safety online, especially as privacy protections for teens are expanding. What are your thoughts on the current issues around age assurance?
According to Michael, the area of age assurance and age verification is rapidly evolving, but there is “no silver bullet” for establishing or verifying user age on digital platforms and services. The U.K. Code takes a risk-based and proportional response to age assurance. The lower the risk of processing a child’s data, the less intensive age assurance or verification mechanisms need to be. For example, self-declaration might be a suitable mechanism for a lower-risk service. However, where risk is higher, more assurance and verification are needed to protect against processing children’s data, which is a GDPR violation. For higher-risk services, age estimation software with a buffer, a form of cabined accounts, or age verification through mobile contracts and digital IDs could be employed. These methods are all still immature, and there is no clear one-size-fits-all solution.
Pascale expressed that there are no clear solutions for age assurance and verification at this time. The CNIL, along with working groups such as DEWG, are still experimenting with age assurance methods. The CNIL is working towards developing a technical approach among different stakeholders in both the government and private sectors to harmonize methods across the chain of actors concerned. However, it is clear that the solution developed will not rely on biometric data collection for age verification efforts, though scans and estimations of face shape may be permitted. The end goal will be to find a strong mechanism for verification while balancing privacy concerns.
What are the important considerations when trying to strike a balance between data minimization, collecting information for age assurance, the level of accuracy that is appropriate, and the evolving landscape of age assurance technologies?
Shanna discussed the challenges the industry faces with respect to the state of age assurance technology in certain scenarios. Those challenges include imprecision with some age assurance technology and methods that cannot be used across all types of devices where users access online services, such as gaming consoles. These challenges are reduced when several methods are offered for verification of adults providing parental consent but may be significant where a single method is used as a gate for users to access services. While alternative age assurance technologies continue to develop, Shanna observed that the industry can find creative ways to improve the reliability of existing methods like self-reported age gates–such as providing child experiences that reduce the incentive to misstate age (Epic’s Cabined Accounts are one example) and using trusted data intermediaries to reduce friction and privacy risk to parents providing parent verification.
Michael echoed concerns about data minimization complicating age verification techniques. He added that when given a choice, a lot of parents prefer age estimation mechanisms as opposed to giving hard identifiers or personal information such as ID numbers or credit cards for age verification purposes.
These questions around age assurance are sometimes linked to discourse about parental consent. Can you speak to these two topics and share a bit about the emerging methods for each?
Phyllis provided more insight into age assurance and parental consent practices in the U.S., noting that, at least in the U.S., age assurance and parental consent “are really two different things.” When it comes to children’s use of online services under federal law, there is no requirement to verify the age of users. Rather, the U.S. requirement is to obtain consent from someone whom the company has reasonable assurance to be the parent of a child requesting access to a service. There are some parental consent mechanisms that have been whitelisted by the FTC and have been in place for decades, while others are still being reviewed by the FTC. The idea of age assurance, on the other hand, is relatively new in the U.S., and there are a number of actors considering the possibility of deploying age assurance methods in the states. Key considerations for exploring the use of age assurance technology in the U.S. include looking at less-intrusive, less risky verification methods and making data minimization a priority. Finally, Phyllis made clear that when using age estimation systems for age assurance, the over/under age estimations could be risky if not adequately tested. When estimating a user’s age with just a few years for margin of error, that would be the difference in compliance and non-compliance.
There is a lot of work being done globally by lawmakers, regulators, advocates, industry leaders, and researchers to answer these policy questions we have discussed today. How are recommendations created, and how is this guidance impactful for remedying noncompliance or figuring out solutions to protect youth privacy online?
Pascale noted that in addition to the CNIL’s eight recommendations previously mentioned, global IT experts are exploring age verification technologies to be able to create recommendations for compliance and enforcement. Work is also being done on digital education for parents as a way to increase awareness and understanding of child privacy and safety online. There is a balance between allowing parents to be involved and requiring online services to add protections. There are also important nuances around teen autonomy, developmental stages, and parents sharing too much of their child’s information. There is more to come on recommendations providing topics of discussion with parents as well as developing cooperation on a voluntary basis with the industry.
Michael agreed that digital education is a vitally important part of the solution, and research shows that parents want to have a say in the online services their kids use. Still, it cannot be the entire solution, and parents will not always be able to make informed decisions. Children’s design codes are placing an emphasis on the design of online services to avoid placing an overwhelming burden on the shoulders of parents. This emphasis works productively in tandem with developing resources for parents to have productive conversations with their children.
Recent youth privacy legislation has included a variety of standards for the level of knowledge of an online service’s audience’s age. These variations in legislation have led to companies needing to consider youth privacy issues, like age assurance, that previously did not. How is this impacting emerging technology and the practical implementation of new products?
Phyllis responded that the development of new standards for determining what services do or do not fall under the scope of regulatory scrutiny and age assurance requirements is one of the most hotly contested and highly discussed issues in the evolving U.S. landscape. Under COPPA, the requirements are defined clearly into buckets, which then clearly define the scope of the law. The current federal standard in the U.S. is actual knowledge that a service is directed to children. Phyllis cautions that it’s important to note that most new initiatives change this paradigm, and the jury is still out on what the new standard will ultimately entail with COPPA 2.0 and KOSA.
Shanna noted that while many services were developed and deployed prior to legislation going into effect, those services may be brought into scope later. Retrofitting an existing service to address things like parental consent and default settings may require significant design and technical effort, and the process is complicated further as the age of digital consent differs across regions. Shanna stated that engagement by regulatory bodies and issuing of guidance is invaluable to companies trying to comply with these evolving requirements in the tech space.
Pascale added that this is not the first time that the industry has faced technical difficulties like the ones we see today in age assurance and verification. According to Pascale, innovation is a key element to prioritize in each company’s approach because big innovations can guide smaller ones.
We asked a final question to all of our panelists: What do you foresee as the near future of youth privacy policy? What issue should companies or policymakers have top of mind right now?
Phyllis observed that there is a lot on the horizon and that it will be easy for actors to fall behind if they are not intentionally keeping up with youth privacy. It is clear that developments in the U.K. have had an effect on U.S. policy at both the state and federal levels. These initiatives will continue to be momentum to keep an eye on.
Pascale opined that privacy by design is one of the best policy options. While digital education is important to aid in solving these issues, integrating privacy by design at the conception of tech innovation will help to distribute the pressure of protecting youth online.
Michael noted that age assurance is an obvious answer. Additionally, the resolution of First Amendment questions presented in the litigation of the California Age-Appropriate Design Code will be critical. The suit brings up fundamental issues around how to protect data without impacting U.S. constitutional rights that will be an important debate.
Shanna is interested in seeing how companies balance privacy with uses of emerging technologies that improve online safety. She also observed that a variety of laws are currently taking shape around the globe, and there’s an opportunity to improve consistency and clarity of forthcoming guidance so companies can comply effectively.
Each of the panelists shared helpful resources, which we have listed and linked below, along with a few of our own. You can also find the panelist’s presentation slides and additional resources here.
Phyllis H. Marcus’ Recommended Resource:
Pascale Raulin-Serrier’s Recommended Resources:
- Global Privacy Assembly Adoption of an International Resolution on Children’s Digital Rights (2021)
- Personal Data Protection Competency Framework For School Students
- Données & Design Workshops for co-constructing ethical interfaces
- Demonstration of a privacy-preserving age verification process
- CNIL Children & Teenagers Education Resources
Michael Murray’s Recommended Resources:
- UK ICO GDPR Resources
- Best Interests of the Child Self-Assessment
- Information Commissioner’s Opinion: Age Assurance for the Children’s Code
- ‘Likely to be accessed’ by children – FAQs, list of factors & case studies
- Designing data transparency for child
Shanna Pearce’s Recommended Resources:
Additional Future of Privacy Forum Resources of note:
- Infographic: Unpacking Age Assurance: Technologies and Tradeoffs
- Policy Brief: An Analysis of the California Age-Appropriate Design Code
- Policy Brief: Comparing the UK and California Age-Appropriate Design Codes
Coming up soon! You won’t want to miss FPF’s final session in our virtual Immersive Tech Panel Series on December 6 at 11 am ET. The December session will dive into designing immersive spaces with kids and teens in mind. You can register for this event here.
For more information or to learn how to become involved with FPF’s youth privacy analysis and initiatives, please contact Chloe at caltieri@fpf.org. Subscribe here to receive monthly newsletters from the Youth and Education Team.
In viaggio verso i giganti ghiacciati, con Luca Nardi e Fabio Nottebella | AstroSpace
«“Giganti ghiacciati” è uno di quei saggi scientifici da avere nella propria libreria. Perché raccoglie tutte le informazioni finora a nostra disposizione sui due pianeti ghiacciati del nostro Sistema Solare, perché le racconta con passione e con competenza. Ma soprattutto, perché ci ricorda che l’esplorazione dello spazio di anno in anno ci regala una visione sempre più ampia della nostra casa, una conoscenza sempre più approfondita di ogni suo anfratto.»
Less waste, more consumer protection: MEPs adopt ‘Right to repair’ position
Today, the European Parliament adopted its position on the ‘right to repair’ law. The new rules will make it easier for consumers to get their defective products repaired, reducing the need to discard them. MEPs agreed that manufacturers shall be obliged to provide spare parts to independent repairers, and a digital platform shall be set up in each Member State to connect customers and repairers. The legislation also introduces rules to encourage more repairs during the warranty period instead of replacing goods. The text now moves into trilogue negotiations with the Council of the EU and the European Commission.
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party, comments:
“Pirates support this initiative because we think users should control the tech they use every day. For IT, the requirement that updates must be reversible and shall not lead to diminished performance will be useful. But we Pirates still believe that the right to repair could go further, and would like to see this implemented in future legislation. Current laws say IT device makers must provide updates for a reasonable period of time, but they’re not required to fix known vulnerabilities quickly. That needs to change to keep us safe. The source code and tools for development of information technology should be made public so the community can take care of them when a manufacturer stops supporting a widely used product. Requiring manufacturers to enable 3D printing of spare parts in case of orphan products, as now proposed by Parliament, is a significant step in the right direction.“
Czech Pirate Party MEP Marcel Kolaja, Quaestor of the European Parliament and Member of the leading Internal Market and Consumer Protection Committee (IMCO), comments:
“The ‘right to repair’ proposal is a milestone on the way to a more circular economy. Nowadays, most of the time, it is easier for consumers to throw away broken goods than to have them repaired, even if it is only a minor damage. The result is both unnecessary spending and tons of waste that burdens the environment. Today, Europeans are estimated to lose up to €12 billion a year by throwing away goods unnecessarily, generating 35 million tonnes of waste. Both are relatively easy to prevent, which we are now aiming to do with this mandate.”
FPF Offers Input on Massachusetts Student Data Privacy Proposal
On October 30, FPF provided testimony before a hearing of the Massachusetts Joint Committee on Education regarding H.532/S.280, an Act Relative to Student and Educator Data Privacy.
Read our written testimony in full.
Our testimony focused on highlighting relevant FPF resources for policymakers (including a case study on student privacy in Utah, our state student privacy laws tracker, and a series of student data privacy ethics training scenarios), and sharing our thoughts on both things we believe the bill does well, as well as recommendations for changes and improvements.
FPF’s Director of Youth & Education Privacy, David Sallay, discussed his previous experience as chief privacy officer for the Utah State Board of Education and applauded policymakers for calling for the creation of a similar role in H.523/S.280. During the hearing, he also highlighted how the role could help address several of the other bills that were discussed, including providing support to rural schools and to Massachusetts’ educator-to-career data center. By designating privacy-focused personnel and requiring training, Massachusetts has an opportunity to improve structure, transparency, and consistency for schools, districts, and parents.
FPF’s testimony also included several recommendations and improvements, including expanding the bill’s student data privacy training requirements beyond educators, as procurement, IT, and other administrative staff often also have access to covered data. One component of the bill that will likely prove to be controversial is the broad private right of action included in the enforcement provisions. We expect this to be the subject of continued discussion and debate in the legislature. Citing his experience in Utah, David noted that granting the chief privacy officer role the authority to investigate alleged violations of student privacy laws, could help streamline and simplify enforcement.
Read our written testimony and watch the hearing.
Rigenerata, un racconto sulla libertà e il piacere di andare in bicicletta
Come conclusione ideale di Libriamoci 2023, giornate di lettura a voce alta, vi presento qui in formato audio e in formato testo “Rigenerata” un racconto che parla della libertà e del piacere di andare in bicicletta.
Il racconto si può ascoltare da qui: funkwhale.it/library/tracks/12…
Un grosso grazie va a Cristina Castigliola (cristinacastigliola.it/index.p…), la bravissima attrice e speaker che ci ha regalato il suo tempo e la sua voce.
Il testo è tratto dalla raccolta Fatte di storie curata da Clara Marcolin e realizzata nell'ambito del progetto LibLab presso la biblioteca di Cormano (MI).
Il progetto LibLab, sviluppato tra il febbraio 2018 e il marzo 2019, ha coinvolto cinque biblioteche del CSBNO in un viaggio alla scoperta del Design Thinking e della progettazione partecipata, per rendere gli utenti protagonisti ed ideatori di servizi innovativi.
I testi sono stati scritti e condivisi attraverso la lettura ad alta voce da un gruppo di utenti italiane e straniere della biblioteca di Cormano.
Il testo del racconto si può scaricare da qui: dgxy.link/Rigenerata
L'autrice del testo ha deciso di rimanere anonima firmandosi con lo pseudonimo di Chitta.
Buona lettura e buon ascolto 😀
#bici #bicicletta #cicliste #lettura #podcast #fediverso #funkwhale
@Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋 @macfranc @il_biciclista 🚲 :antifa: 🌈 @Marcos M.
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Speranza costruttiva
La pazienza, dice un detto vero, è la virtù dei forti. Perché il forte può aspettare, non è impaziente. Anche noi possiamo aspettare il Regno che viene e vivere nell’oggi, perché conosciamo la verità del Regno di Dio arrivato in Gesù Cristo e che ritornerà nella sua gloria. Nonostante tutto quindi siamo forti, pur nella nostra debolezza di esseri umani.
Possiamo affrontare il futuro, dunque, con speranza sapendo che, anche se il Regno non lo instauriamo noi, già possiamo muoverci come suoi cittadini: costituendo la chiesa insieme, agendo nella società con responsabilità, intervenendo con amore del prossimo, specie quando è in difficoltà. Dalla predicazione su Romani 8:18-25
youtu.be/SfZ0XSlIMfM
Speranza costruttiva
La fede dona speranza nel ritorno del Signore e ci fa vedere l’intervento dello Spirito, in momenti particolari, ciò ci rafforza nella speranza cristiana. E ...YouTube
FPF and OneTrust Release Collaboration on Conformity Assessments under the proposed EU AI Act: A Step-by-Step Guide & Infographic
Today, the Future of Privacy Forum (FPF) and OneTrust released a collaboration on Conformity Assessments under the proposed EU AI Act: A Step-by-Step Guide and accompanying Infographic. Conformity Assessments are a key and overarching accountability tool introduced in the proposed EU Artificial Intelligence Act (EU AIA or AIA) for high-risk AI systems.
Conformity Assessments are expected to play a significant role in the governance of AI in the EU, and the Guide and Infographic provide a step-by-step explanation of what a Conformity Assessment is–designed for individuals at organizations responsible for the legal obligation to perform one–along with a roadmap outlining the series of steps for conducting a Conformity Assessment.
The Guide and Infographic can serve as an essential resource for organizations who want to prepare for compliance with the EU AIA’s final text, which is expected to be adopted by the end of 2023 and become applicable in late 2025.
Click here to view the Infographic
Key aspects of the Guide and Infographic include:
- Information and background about the proposed EU AI Act & Conformity Assessments. The proposed EU AIA is a risk-based regulation with enhanced obligations for high-risk AI systems, including the obligation to conduct Conformity Assessments. In the EU context, the Conformity Assessment obligation is not new: the EU AIA aims to align with the processes and requirements found in laws that fall under the New Legislative Framework (NLF), and Conformity Assessments are also part of several EU laws on product safety, such as the General Product Safety Regulation, the Machinery Regulation, or the in vitro diagnostic Medical Devices Regulation.
- The Conformity Assessment applicability for AI systems. A Conformity Assessment is the process of verifying and/or demonstrating that a high-risk AI system complies with the requirements enumerated under Title III, Chapter 2 of the EU AIA. The first step in the Conformity Assessment journey is determining whether an organization’s AI system falls under the Conformity Assessment legal obligation, and the Guide and Infographic include a flowchart of questions for an organization to answer in order to determine whether they need to comply with the Conformity Assessment obligation.
- Conformity Assessment requirements for high-risk AI systems. The Guide describes each Conformity Assessment requirement, its meaning, and at what phase of the AI system’s life cycle each requirement should be met. These requirements include Risk Management System; Data and Data Governance; Technical Documentation; Record Keeping; Transparency Obligations; Human Oversight; Accuracy, Robustness and Cybersecurity.
- Overview of EU Plans for Standards & Presumption of Conformity. The European Commission is looking to obtain standards that provide “procedures and processes for conformity assessment activities related to AI systems and quality management systems of AI providers.” Such standards will be crucial to developing operational guidance for the implementation of Conformity Assessments and are expected to facilitate compliance with the technical obligations prescribed by the EU AIA. Given that the EU AIA is still under negotiation, the draft standardization request that was issued by the European Commission in December 2022 may be amended when the AIA is finally adopted.
For more information about the EU AIA, Conformity Assessments, and the Guide and Infographic, please contact Katerina Demetzou at kdemetzou@fpf.org.
Amreo
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