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Matteo Renzi, oltre l’arroganza (non) c’è di più…


Mi voglio prendere una libertà alla fine di queste ‘feste’ di una tristezza ineguagliata e ineguagliabile. Credo che sia indubbio, così. Altro che riunioni di famiglia, allegria, figli, nipoti. Puah! Al di là della scarsa verosimiglianza affettiva di molte di queste riunioni, il clima cupo di guerra e la paura inespressa di malattia, ci pervade. […]

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Ormai, si sa, più passa il tempo e più finisco con l'esplorare dettagli sempre più minuti del Fediverso. Oggi racconto un po' di una piattaforma di qu...


PODCAST. Netanyahu ha il suo governo. Domina la destra estrema, pugno di ferro con i palestinesi


Il premier israeliano è sotto processo per corruzione e dipende dall’appoggio dei leader di Otzmah Yehudit e Sionismo religioso, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che hanno preteso e ottenuto ministeri importanti e poteri straordinari. L'articolo PODCA

di Eliana Riva

(Benyamin Netanyahu in una foto di Hudson Institute)

Pagine Esteri, 23 dicembre 2022 – Benyamin Netanyahu sebbene sia alla testa di un’alleanza che ha conquistato 64 dei 120 seggi della Knesset è stato in grado di sciogliere la riserva solo pochi minuti prima della scadenza dell’incarico ricevuto dal capo dello stato Herzog. Peraltro non ha ancora comunicato la lista dei ministri. Un segno evidente di debolezza politica per un personaggio descritto in passato come il “re” della politica. Il premier infatti è sotto processo per corruzione e dipende dall’appoggio dei leader di Otzmah Yehudit e Sionismo religioso, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che al voto del primo novembre hanno ottenuto un successo senza precedenti e per questo hanno preteso e ottenuto ministeri importanti e poteri straordinari. La nuova maggioranza sarà composta dal Likud di Netanyahu, il partito Sionismo religioso (destra estrema), la formazione Otzmah Yehudit (erede del movimento razzista Kach), i due partiti ultraortodossi Shas e Ebraismo unito nella Torah e il piccolo ma agguerrito partito omofobo Noam. Gli analisti prevedono che farà uso del pugno di ferro con i palestinesi. Abbiamo intervistato a Gerusalemme Michele Giorgio, corrispondente del quotidiano Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri.
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AFGHANISTAN. Ora i Talebani vietano alle donne anche di lavorare nelle ONG


Il divieto arriva pochi giorni dopo il bando delle studentesse dalle università. Le conseguenze umanitarie saranno drammatiche. Già quattro ONG, tra le quali Save The Children, costrette ad abbandonare il Paese. L'articolo AFGHANISTAN. Ora i Talebani vie

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 26 dicembre 2022 – Erano già state escluse dalle scuole e dalle università. Con un nuovo decreto i talebani hanno vietato adesso alle donne afghane anche di lavorare nelle Organizzazioni Non Governative (ONG). In una lettera diramata il 24 dicembre scorso il Ministero dell’Economia ha, infatti, disposto il bando delle donne locali dal lavoro nelle ONG, sia nazionali che internazionali. La minaccia alle organizzazioni umanitarie che dovessero trasgredire è la perdita della licenza per continuare a lavorare nel Paese.

Secondo il governo talebano, negli ospedali e nelle altre strutture dove si svolge il lavoro delle organizzazioni umanitarie le lavoratrici afghane non avrebbero indossato adeguatamente l’hijab. Poiché con il loro abbigliamento e il loro comportamento non rispettavano la Sharia, dovranno pertanto abbandonare i loro posti di lavoro.

Una perdita immane, una ferita drammatica non solo per le centinaia di donne finora impegnate nelle ONG operanti in Afghanistan e per le loro famiglie, ma per tutto il Paese. L’ennesimo atto dei talebani per silenziare e annientare metà della popolazione afghana, che potrebbe essere quello definitivo, quello decisivo a far calare il buio sull’Afghanistan.

Quasi la totalità della popolazione afghana dipende oggi dall’aiuto delle organizzazioni umanitarie. Dopo vent’anni di occupazione occidentale e poi l’ascesa del regime talebano, le sanzioni internazionali e il congelamento dei fondi del Paese, per milioni di afghani l’unica possibilità di accesso a beni di primaria sopravvivenza nel dilagare della malnutrizione e di ricevere cure mediche deriva proprio dal lavoro delle ONG. Il nuovo decreto del governo de facto potrebbe renderlo adesso impossibile.

1/4 Our teams started working in #Afghanistan more than forty years ago and have provided medical assistance to millions of people since then. Women are the ones who’ve made it possible. Without them, there can be no healthcare. pic.twitter.com/ykdCX25VUv

— MSF Afghanistan (@MSF_Afghanistan) December 25, 2022

L’ONG premio Nobel per la Pace Medici Senza Frontiere, impegnata da oltre quarant’anni nel Paese, è stata tra le prime a commentare la decisione. “In un Paese che dipende largamente dal supporto umanitario e che si confronta con una povertà dilagante alimentata dalla disoccupazione alle stelle, le donne giocano un ruolo fondamentale nel fornire aiuto medico e nessuna organizzazione potrà assistere la comunità locale senza di loro”, scrive l’ONG su Twitter. E ancora sottolinea “Senza di loro, non ci può essere assistenza medica. Escludere le donne dalla vita pubblica, mette a rischio tutti”.

Il lavoro delle donne afghane nelle ONG è stato, infatti, fondamentale in questi anni, soprattutto nell’assistenza a donne e bambini nei reparti ospedalieri a loro dedicati, in un Paese in cui le pazienti possono essere assistite solo da personale femminile e in cui oltre la metà della popolazione è costituita da minori. Escludere le donne dal lavoro umanitario avrà l’effetto di escludere le organizzazioni umanitarie dall’Afghanistan.

Una conseguenza che inizia già a verificarsi. Con un comunicato congiunto, Save the Children, il Norvegian Refugee Council e CARE hanno annunciato la sospensione delle loro attività in Afghanistan. “ Non possiamo raggiungere efficacemente bambini, donne e uomini in situazioni di disperato bisogno in Afghanistan senza il nostro staff femminile. Mentre cerchiamo di ottenere chiarezza su questo annuncio, sospenderemo i nostri programmi, pretendendo che uomini e donne possano ugualmente continuare a lavorare per la nostra assistenza salvavita in Afghanistan”.

“Devastated that the authorities in #Afghanistan have decided to suspend women’s right to work in NGOs. I have seen firsthand how essential our female staff are to our humanitarian response.” Inger Ashing @SaveCEO_Intl @save_children @Save_globalnews t.co/O44eDXEUzN

— Save the Children Global Media (@Save_GlobalNews) December 24, 2022

Con un altro comunicato, anche l’International Rescue Committee (IRC) ha dichiarato sospese le sue attività nel Paese, sottolineando come oltre 3.000 dei suoi 8.000 impiegati in Afghanistan siano donne.

Sono ore tragiche e delicate. Decine di ONG e i rappresentanti delle Nazioni Unite, riuniti nell’Humanitarian Country Team, si sono incontrati a Kabul per decidere se sospendere immediatamente tutti i progetti delle ONG attualmente attivi in Afghanistan. Come un taglio alla corrente, un black out istantaneo su tutto il Paese. Ospedali chiusi, missioni sospese, operatori umanitari e aiuti internazionali rispediti indietro da dov’erano venuti, per lasciare la popolazione afghana abbandonata a se stessa: lo scenario peggiore per un Paese sprofondato nel fondo della sua catastrofe, ma per il quale al momento non sembrerebbero esserci alternative.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto profondamente turbato dalla notizia. “Le Nazioni Unite e i loro partner, che includono ONG nazionali e internazionali, aiutano oltre 28 milioni di afghani che dipendono dall’aiuto umanitario per sopravvivere”, si legge in un comunicato del 24 dicembre. “Il divieto alle donne di lavorare con la comunità internazionale per salvare vite e fornire mezzi di sussistenza in Afghanistan causerà ulteriori indicibili difficoltà al popolo afghano”.

Preoccupazione per il bando è stata espressa anche dalla Farnesina, che sottolinea il ruolo fondamentale delle donne nei lavori di assistenza.

Forte preoccupazione dell’Italia per la decisione delle Autorità di fatto di impedire alle donne operatrici umanitarie di lavorare in Afghanistan. Decisione inaccettabile e contraria a principi diritto umanitario. Il ruolo delle donne nelle attività di assistenza è insostituibile pic.twitter.com/wgmyIIPX0Q

— Farnesina 🇮🇹 (@ItalyMFA) December 25, 2022

Non è certo per la presunta vocazione delle donne per i lavori di cura e assistenza, retaggio di altri maschilismi nostrani, che l’attuale norma potrebbe rappresentare la catastrofe definitiva per l’Afghanistan. Colpendo di nuovo le donne, questa volta sembra che i talebani stiano riuscendo a liberarsi definitivamente anche degli occhi e delle ingerenze occidentali rappresentate dalle ONG nel territorio. Un proverbio afghano recita “Chi ti nutre, ti comanda”, ed è inevitabile immaginare chi fossero i primi destinatari di questo divieto. Con il bando delle donne, i talebani potrebbero apporre i sigilli definitivi al Paese. Le donne rinchiuse nelle case e le ONG fuori dai confini dell’Afghanistan. Il buio totale, il silenzio assoluto per i diritti umani.

Il Presidente della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, Ramiz Alakbarov, intanto, ha incontrato nella mattinata di oggi 26 dicembre il Ministro dell’Economia del governo talebano Mohammad Hanif, per chiedere la revoca del divieto. E’ questa adesso la speranza, le ONG aspettano con il fiato sospeso.

Acting UNAMA head @RamizAlakbarov met Taliban Economy Minister Mohammad Hanif today in Kabul, calling for reversal of decision to ban women from NGO & INGO humanitarian work. Millions of Afghans need humanitarian assistance and removing barriers is vital.

— UNAMA News (@UNAMAnews) December 26, 2022

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"L’informazione è potere. Ma come con ogni tipo di potere, ci sono quelli che se ne vogliono impadronire. L’intero patrimonio scientifico e culturale, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, è sempre più digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di società private. Vuoi leggere le riviste con i più famosi risultati scientifici? Dovrai pagare enormi somme a editori come Reed Elsevier."

devol.it/it/guerrilla-open-acc…



#uncaffèconluigieinaudi☕ – Lo Stato rispetta tutte le idee…


Lo Stato rispetta tutte le idee, anche quelle più ripugnanti all’uomo libero; ma non tollera che la propaganda delle idee antiliberali assuma forme nocive all’ordine pubblico ed alla sicurezza della nazione da Maior et sanior pars, in “Idea”, gennaio 1945
Lo Stato rispetta tutte le idee, anche quelle più ripugnanti all’uomo libero; ma non tollera che la propaganda delle idee antiliberali assuma forme nocive all’ordine pubblico ed alla sicurezza della nazione


da Maior et sanior pars, in “Idea”, gennaio 1945

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Ucraina: ‘Nessuno può rubarci il Natale’


L’Ucraina è uno dei cinque Paesi al mondo che celebra ufficialmente due Natali: il 25 dicembre e il 7 gennaio, in linea con i calendari gregoriano e giuliano. Sebbene il Paese sia solitamente molto festoso in questo periodo dell’anno, questo Natale sarà particolarmente toccante per gli ucraini, che si trovino nelle trincee, lontano dalle loro […]

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Buon Natale a tutti!


Gianpiero Rosati rilegge l’opera del poeta augusteo come un moderno «discorso del desiderio» che conferma le più accreditate tesi novecentesche: Ovidio e il teatro del piacere, Carocci
@Filologia - Gruppo Forum
ilmanifesto.it/ovidio-come-gir…

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✨ Il Ministero dell’Istruzione e del Merito augura a tutte e a tutti buone feste!

Qui il messaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ miur.gov.it/web/guest/-/messag…



De-dollarizzazione: sempre più nazioni cercano alternative alla valuta americana - L'Indipendente

"Come scrive Bloomberg, dunque, «il Re Dollaro potrà ancora regnare per i decenni a venire, ma lo slancio crescente per le transazioni in valute alternative non mostra segni di rallentamento […]. E la volontà del governo statunitense di usare la sua valuta nelle battaglie geopolitiche ironicamente può indebolire la sua capacità di perseguire tali metodi in modo altrettanto efficace in futuro»."

lindipendente.online/2022/12/2…



Ucraina: Patriot dagli USA? Decisivi no, utili forse


Tre giorni fa, il Presidente dell’ Ucraina, Volodimyr Zelensky, si è recato in visita negli Stati Uniti dove è stato ricevuto alla Casa Bianca e al Congresso. Un evento ‘storico’ se è vero che era il primo viaggio del leader ucraino dallo scoppio del conflitto e, non a caso, ha avuto come destinazione Washington, ovvero […]

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Ho letto una caratteristica di #GrapheneOS che trovo meravigliosa: quella di poter impostare dei profili utente isolati.
Per me sarebbe la soluzione perfetta per avere un solo device e separare le app che sono costretto a tenere per lavoro (WA, voip aziendale, Teams) in un profilo, mantenendo l'altro pulito e senza servizi Google.

Purtroppo questo significa dover acquistare un Pixel dal 6 in su, i cui prezzi del ricondizionato sono tristemente vicini al nuovo.

Mi chiedevo: si tratta di una caratteristica esclusiva o ci sono altri OS #android che permettono di ottenere uno scenario simile?

in reply to J. Alfred Prufrock

Non volevo fare una domanda oziosa, ho provato a documentarmi prima di lasciare qui una domanda, ma senza riuscire a venirne a capo.
Leggo che #lineageos implementa SELinux, ma serve a imporre delle policies su cosa possa fare o non fare un processo. Molto importante, ma mi sembra un concetto diverso; immagino che sia così anche per /e/, che lo deriva
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
J. Alfred Prufrock

@matchboxbananasynergy really useful insights and advice, thank you!

I am very much oriented towards GrapheneOS, it seems to me that it is a well-designed system, and that it offers concrete and efficient solutions to have (a little) more control over one's device.

So I'm starting to keep an eye on the ads for a Pixel 😁



Twitter Files, depistaggi politici e psy-ops


Continua il viaggio nei Twitter Files diffusi da Elon Musk. Il ruolo dell'FBI nella censura e depistaggio della storia di Hunter Biden e le psy-ops del Pentagono.

In queste settimane numerosi giornalisti sono alle prese con documenti e comunicazioni riservate di Twitter diffusi da Elon Musk. Li chiamano “Twitter Files”.

I primi cinque Twitter Files hanno rivelato i meccanismi interni alla moderazione di Twitter, tra manager politicizzati con deliri di onnipotenza e interferenze da parte dell’intelligence. Oggi scaveremo ancora un po’ nella tana del bianconiglio, per portare allo scoperto le attività di censura, manipolazione e propaganda politica da parte dell’FBI e del Pentagono — con la collaborazione di Twitter.

Se non sai di cosa sto parlando ti consiglio di leggere prima qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Twitter Files, una sintesi

Nelle scorse settimane Elon Musk ha distribuito ad alcuni giornalisti migliaia di documenti e comunicazioni riservate di Twitter. L’analisi di questi documenti ha dato vita a un piccolo cataclisma. Le prime notizie che arrivano dai “Twitter Files” raccontano di…
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7 days ago · 12 likes · 2 comments · Matte Galt

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Ancora sul laptop di Hunter Biden


Nel primo articolo dedicato ai Twitter Files abbiamo visto come nel 2020 Twitter abbia censurato a tutto spiano ogni notizia relativa al contenuto del laptop abbandonato di Hunter Biden (figlio di Joe Biden) e di come abbiano anche shadowbannato e sospeso diverse persone che osavano parlarne sul social network.

Ciò che non traspariva pienamente era il ruolo attivo dell’intelligence — in particolare dell’FBI — in tutta questa vicenda.

La storia per l’FBI, come racconta Michael Shellenberger, inizia a dicembre 2019 — quando il proprietario di un negozio di riparazione di computer del Delaware (J.P. Mac Isaac) comunicò all’agenzia federale di avere ricevuto un laptop di proprietà di Hunter Biden. Nel laptop, a suo dire, c’erano delle informazioni che potevano dimostrare l’esistenza di alcuni reati commessi da Hunter Biden. Passarono alcuni giorni e Mac Isaac venne chiamato a comparire per consegnare il laptop nelle mani dell’FBI.

Passarono i mesi e non accadde nulla. Così Mac Isaac decise ad agosto 2020 di inviare una email a Rudy Giuliani (politico repubblicano ed ex sindaco di New York) per spiegare tutta la faccenda e informarlo dei suoi sospetti sul contenuto del laptop.

Tenete presente che a novembre 2020 si sarebbero tenute le elezioni presidenziali. Una storia che raccontava di possibili reati legati a Biden sarebbe stata una pistola fumante per i repubblicani contro la campagna elettorale di Biden. Fu probabilmente per questo che Rudy Giuliani decise di spifferare tutto al New York Post.

Il 14 ottobre 2020 il New York Post pubblicò la storia. Come sappiamo, nel giro di poche ore, Twitter avviò una penetrante opera di censura, giustificata con la scusa della diffusione di possibile materiale “hackerato”.

Ma perché mai Twitter avrebbe dovuto pensare che le notizie sul laptop di Hunter Biden fossero collegate ad operazioni di hacking? Non c’era nulla che lo lasciasse presumere. E come facevano ad essere così preparati a censurare una storia che apparentemente non aveva violato alcuna policy?

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Twitter, succursale dell’FBI


Una spiegazione plausibile è che i team di moderazione di Twitter fossero stati preparati e indotti ad agire in quel modo. Ma da chi? Beh, dall’FBI.

I Twitter Files mostrano infatti che già dai primi mesi del 2020, dopo aver preso possesso del laptop, l’FBI avviò una serie di incontri con Twitter per discutere del rischio di possibili campagne di “hack and dump” che avrebbero potuto essere realizzate dai russi a ridosso delle elezioni.

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In realtà, come racconta Michael Shellenberger e come affermato anche da Twitter in vari comunicati, nel 2020 ci furono ben poche attività legate ad “interferenze russe”.

Nonostante tutto, l’FBI continuò per tutto l’anno un’opera di persuasione sui rischi di un possibile “hack and dump”. Fu ad agosto 2020 che l’FBI contattò nuovamente Twitter, attraverso Yoel Roth, condividendo alcuni documenti riservati che indicavano il rischio di possibili future attività di “hack and dump” del collettivo hacker russo APT28. Il mese successivo, lo stesso Yoel Roth partecipò a un’esercitazione organizzata dall’Aspen Institute su un possibile scenario di “hack and dump” riguardante proprio Hunter Biden e Joe Biden.

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Sempre in quel periodo, a settembre 2020 — un mese prima dello scoop del New York Post — Yoel Roth e Elvis Chan (agente FBI) crearono un network cifrato per le comunicazioni tra Twitter e l’FBI e una virtual war room” — come se fossero in preparazione per una vera emergenza.

E in effetti erano ben preparati. In poche ore Twitter fu in grado di censurare sistematicamente ogni notizia riguardante il contenuto del laptop di Hunter Biden. Eppure… di hacker russi non c’era traccia, così come non c’era traccia di violazioni.

Lo disse chiaramente Roth in una comunicazione interna: “it isn’t clearly violative of our Hacked Materials Policy, nor is it clearly in violation of anything else, but this feels a lot like a somewhat subtle leak operation” e le confermano anche le seguenti comunicazioni interne:

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Nonostante questo, le pressioni e le influenze dell’FBI avevano colpito nel segno e raggiunto il loro obiettivo. Forse, anche grazie ai numerosi ex-agenti e consulenti dell’intelligence che in quel periodo lavoravano dentro Twitter. Come ad esempio Dawn Burton, ex capo dello staff del Direttore dell’FBI James Comey (2013-2017) e assunto da Twitter nel 2019 come “Director of Strategy”.

O forse, grazie ai $3.4 milioni di dollari che l’FBI ha pagato a Twitter per i suoi servizi da fine 2019 a inizio 2021.

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Il depistaggio politico dell’FBI


A questo punto vale la pena ripercorrere brevemente i fatti, per capire meglio la gravità di questi eventi:

  • L’FBI prese possesso del laptop di Hunter Biden già nel 2019 — un anno prima che uscisse la storia sul NY Post
  • L’FBI conosceva i contenuti del laptop e sapeva che Rudy Giuliani aveva passato le informazioni al NY Post, poiché era sotto sorveglianza
  • L’FBI sapeva che il contenuto del laptop era reale e che non aveva nulla a che fare con propaganda e o hacker russi, ma nonostante questo spinsero Twitter a censurare i contenuti sotto il falso pretesto dell’influenza russa nelle elezioni
  • L’FBI pagò Twitter più di 3 milioni di dollari da fine 2019 a inizio 2021
  • Nel 2020 Hunter Biden era oggetto di indagini da parte dei senatori repubblicani Grassley e Johnson

Insomma, è molto probabile che, come affermato anche da Michael Shellenberger, l’attività dell’FBI fosse un vero e proprio depistaggio politico — una campagna di disinformazione per screditare politicamente i contenuti del laptop di Hunter Biden, che sarebbero usciti, e che avevano il potere di affossare Joe Biden durante le elezioni.

A tutti gli effetti, l’FBI potrebbe aver agito come strumento di censura e disinformazione politica con l’aiuto (a caro prezzo) di Twitter — proprio quelle cose da cui i legislatori di tutto il mondo cercano di proteggerci, togliendoci libertà di parola.

Michael Shellenberger scriveva due giorni fa: “At this point, members of Congress should be extremely concerned that FBI is engaged in a cover-up. There needs to be an aggressive investigation of the apparent politicization of the FBI by Congress, and perhaps even a Special Counsel in the DoJ to investigate what happened”.

L’FBI non ha mancato di rispondere alle accuse, con un eccellente esempio di gaslighting:

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Cari lettori, siamo certamente un branco di complottisti senza cervello.

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Twitter, arma per le psy-ops militari


Se la censura e disinformazione politica dell’FBI non vi basta, continuiamo con il Twitter Files numero 8, di Lee Fang (20 dicembre).

Il thread di Lee approfondisce il ruolo e l’acquiescienza di Twitter nelle “psy-op” (operazioni per influenzare psicologicamente l’opinione delle masse) portate avanti dal Pentagono. Per anni Twitter ha dichiarato di combattere le campagne di propaganda di stato sulla piattaforma, salvo scoprire che erano loro stessi a supportarle.

Le prime avvisaglie di questa particolare partnership arrivano nel 2017, quando il CENTCOM (Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti) inviò a Twitter una lista di 52 account di lingua araba che sarebbero stati usati per “amplificare certi messaggi”.

Gli ufficiali chiesero a Twitter di verificare gli account fake (spunta blu) e di “whitelistarli”.

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Il “whitelisting”, da quello che ho capito, è sostanzialmente uno shadowban al contrario: gli account whitelisted sono immuni da attività di moderazione (immagino anche automatizzata) e hanno più visibilità degli accout normali. Gli account whitelisted furono usati, pare, per generare news e meme capaci di influenzare l’opinione pubblica in Yemen, Syria, Iraq, Kuwait e molti altri paesi.

Molti di questi account furono usati per promuovere la guerra in Yemen — una guerra che ha portato alla morte di migliaia di civili e distrutto la vita a milioni di persone.

Ad esempio, uno di questi era l’account @yemencurrent, che veniva usato per diffondere notizie sugli attacchi droni da parte degli Stati Uniti, enfatizzando la precisione degli attacchi aerei, capaci di risparmiare i civili e ammazzare soltanto “terroristi” con grande accuratezza.

Diverse comunicazioni interne mostrano che i manager di alto livello di Twitter sapevano dell’esistenza di questo vasto network di account fake usati per operazioni di manipolazione e propaganda dal Department of Defense, ma scelsero di chiudere un occhio — evitando così di sospenderli. Alcuni di questi account erano ancora attivi fino a pochi mesi fa.

Noi e loro


Mentre i nostri governi ci avvertivano dei pericoli della propaganda russa e cinese; mentre censuravano fonti d’informazione con la scusa della guerra e del covid; mentre promuovevano leggi liberticide contro la “disinformazione” come il Digital Services Act… mentre facevano tutto questo per noi — loro facevano l’esatto opposto: disinformazione, censura politica e propaganda per manipolare l’opinione pubblica.

La speranza è che i Twitter Files possano essere uno spunto per riflettere sugli enormi pericoli che arrivano proprio dalla manipolazione psicologica violenta e subdola dei nostri governi, sempre più “grandi” e sempre più lontani dallo scrutinio dei cittadini. Com’è possibile che un’agenzia come l’FBI possa essere usata così spudoratamente per fini politici? In quali altre occasioni è accaduta la stessa cosa?

Ancora una volta i fatti dimostrano che la “lotta alla disinformazione” non è altro che una lotta per il controllo dell’informazione e per la manipolazione delle masse. D’altronde, è così che i governi di tutto il mondo riescono a sopravvivere.

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USA – Cina: alla ricerca di un nuovo quadro strategico


La Cina potrebbe essere la “sfida geopolitica più significativa” degli Stati Uniti, secondo la recente strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Joe Biden, ma è anche uno dei suoi partner politici ed economici più significativi a livello globale. È quindi positivo che il Presidente Xi Jinping e il Presidente Joe Biden abbiano potuto avviare una nuova […]

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Azerbaigian – Turchia – Turkmenistan, tra energia e trasporti


Il 13 dicembre 2022 si è tenuto ad Ashgabat il Primo Vertice Trilaterale dei Capi di Stato di Azerbaigian, Turchia e Turkmenistan. I presidenti hanno discusso importanti questioni geoeconomiche e geopolitiche come l’energia, il commercio, i trasporti e la sicurezza regionale. Vale la pena notare che il primo vertice trilaterale Azerbaigian-Turchia-Turkmenistan è stato un incontro […]

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Ucraina – USA: uniti sulla guerra, ma divisi sulla pace?


Negli scorsi giorni, dopo essere apparso in visita alle truppe sul fronte di Bakhmut, nel Donbass, il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è recato in visita a Washington, dove, fra l’altro, ha avuto un incontro con il Presidente Biden e ha tenuto un discorso di fronte al Congresso. Come è stato ampiamento sottolineato, è stato […]

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I rischi di una risoluzione prematura della guerra in Ucraina


Mentre il 2022 volge al termine e la guerra in Ucraina supera i 10 mesi, alcuni leader e pronostici in Occidente sono determinati affinché l’Ucraina raggiunga un accordo con la Russia al fine di garantire una pace duratura. L’ex segretario di Stato Henry Kissinger in un pezzo per The Spectator ha esortato l’Ucraina a raggiungere […]

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Manovra antisociale: la dignità del rifiuto - Infoaut

«Il lento e sistematico lavorio che si manifesta in maniera plastica nella visione della “sinistra benpensante” incarnata dal PD volto alla denigrazione dei cosiddetti “poveri” (categoria da estendere ben oltre i confini della marginalità sociale più manifesta) ha preparato il terreno per questa fase. Con una breve interruzione data dal governo giallo-verde in cui si è verificata la prima e l’ultima esperienza di pallida redistribuzione (consci che il reddito di cittadinanza fosse di per sé limitato e insufficiente sin dalla sua ideazione), l’apparato PD ha sporto su un vassoio d’argento una narrazione che non sta soltanto nelle sfere del discorso, ma che si incarna nel peggioramento delle condizioni di vita materiali della maggior parte delle persone, in particolare quelle giovani.»

infoaut.org/bisogni/manovra-an…



Turchia: 2023, 100 anni di Repubblica ed elezioni anticipate?


I funzionari turchi, guidati dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan, assicurano al pubblico che non ci saranno elezioni anticipate e che le elezioni saranno organizzate come previsto nel giugno 2023. Inoltre, il 19 agosto 2022 il Ministro della Giustizia turco Bekir Bozdağ ha dichiarato che il presidente e le elezioni parlamentari si terranno come previsto dalla […]

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La leva della Russia nei Balcani


Da settembre , la fragile stabilità del Kosovo che dura dal 1999, a seguito dell’intervento dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), è diventata progressivamente precaria. Gli scontri tra l’etnia serba e le forze di sicurezza del Kosovo hanno visto le forze armate serbe poste in massima allerta a novembre. Diversi funzionari serbi di alto […]

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Donne in piazza contro il bando dalle università imposto dai Talebani. A un anno e mezzo dal loro ritorno a Kabul, il paese è allo sbando e in preda ad una crisi umanitaria devastante Nell’Afghanistan stretto nella morsa del freddo e della fame, l’ul…


È di nuovo emergenzaA due settimane dal “liberi tutti”, la pandemia in Cina è di nuovo esplosa. Con il numero di casi vertiginosamente in aumento (37 milioni di persone potenzialmente contagiate in un solo giorno questa settimana) e gli ospedali già …


Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e la giornalista Silvia Boccardi, parlano con Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista dell’Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale dell’ISPI, di come sta andando la guerra a 300 giorni da quando è iniz…


Santo Natale e ‘Santo Consumo’


Potrebbe sembrare un accostamento ardito, fra ‘sacro&profano’. Ma se il consumismo di Natale è solidale: evviva! Il Natale è una magia che riesce sempre a far sognare: desideri, propositi, cibo speciale, pensamenti e ripensamenti, natività. Il Natale ha una funzione ‘catartica’ e pacificante perché ci fa vivere le esperienze (belle e brutte) nell’oblio costruttivo della festa. La crisi energetica ha spento […]

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Putin costringerà la Bielorussia a unirsi all’invasione russa dell’Ucraina?


Vladimir Putin ha visitato Minsk per la prima volta in tre anni e mezzo il 19 dicembre. Questo raro viaggio internazionale ha acceso la speculazione che il dittatore russo potrebbe cercare di fare pressione personalmente sulla sua controparte bielorussa affinché si unisca alla vacillante invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. L’incontro di lunedì tra Lukashenka […]

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che approva le Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal #PNRR.
#pnrr


Borsa: canapa, Canada e USA ancora in rosso


Entrambe le principali piazze borsistiche a livello mondiale nel settore della Canapa, cioè Canada e USA, chiudono entrambe con valori chiaramente negativi. Il clima depressivo che ancora regna nelle piazze borsistiche internazionali, per differenti variabili intervenienti già note, si manifesta anche nella chiusura delle principali Borse Canapa a livello mondiale. Per avere dei raffronti nel […]

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Cinghiali a Natale


No, non ci saranno le squadre di cacciatori di condominio che si lanceranno per le strade alla ricerca del cinghiale, oppure avendo letto magari la legge di bilancio e l’emendamento che è stato approvato, gli “animali selvatici”. Non ci saranno perché oso

No, non ci saranno le squadre di cacciatori di condominio che si lanceranno per le strade alla ricerca del cinghiale, oppure avendo letto magari la legge di bilancio e l’emendamento che è stato approvato, gli “animali selvatici”. Non ci saranno perché oso essere certo che ci vorrà la squadra della Forestale o comunque una forma di autorizzazione. Al cinghiale non si va mai a cacciare da soli e men che meno in città.

La vera questione non è tanto la sorte dei cinghiali, ma piuttosto cosa ci facciano i cinghiali nella legge di bilancio. Quest’anno noi dobbiamo essere grati ai cinghiali perché ci chiariscono il modo in cui viene costruita la legge di bilancio, cioè diventa una specie di carro merci nel quale chiunque può provare a buttare qualche cosa, e questo non va bene, perché la legge di bilancio dovrebbe riguardare pressoché esclusivamente i saldi, l’equilibrio di bilancio. Non è che nel corso dell’anno il Parlamento non fa più leggi di spesa, ne fa centinaia, tanto più che se noi guardiamo a questa legge di bilancio e alla sua natura reale, cioè quella di assicurare l’equilibrio finanziario di un paese come l’Italia, che ogni anno vende quantità enormi di debito pubblico, è chiaro che l’equilibrio è una cosa importante che, se fatta bene, ci fa risparmiare soldi. Se uno guarda questi aspetti della legge di bilancio, quella di adesso per l’anno 2023 è assolutamente condivisibile ed è in totale continuità con quella dell’anno scorso, quindi con quella fatta dal governo Draghi.

Bene! Perché è bene che un paese abbia governi che lavorano in continuità, ma se invece di guardare a questa che è la sostanza profonda della legge di bilancio guardiamo a tutte le cose che per un mese sono state oggetto di animato dibattito (il POS, il bonus e lo scudo penale per gli evasori) di tutta questa fantasmagorica categoria di trovate c’è quasi niente nella legge, abbiamo parlato a vuoto: il POS non c’è, il tetto al contante è inutile, sono tutte cose che hanno animato il dibattito senza cambiare la realtà.

Ora noi dobbiamo veramente cambiare sistema di far la legge di bilancio, deve essere solo sul bilancio, non può che essere una legge chiusa, cioè il Parlamento non può emendarla e poi cambiarla, può mandare a casa il Governo, ma non esiste questo assalto continuo con quantità di emendamenti.

Infine, la fiducia che viene messa ogni anno (è come il panettone, arriva ogni anno a Natale) non serve a superare la resistenza dell’opposizione ma a superare le difficoltà, le differenze, le contrapposizioni all’interno della maggioranza. È stato così quest’anno ed era così l’anno scorso, due anni fa e fa 3 anni fa, quando a protestare contro questo era Fratelli d’Italia e a farlo erano gli altri. Quest’anno a farlo è Fratelli d’Italia e a protestare gli altri, ma non cambia granché.

In ogni caso, siccome siamo in piena celebrazione delle tradizioni, è buona l’occasione anche per augurare a voi e ai vostri cari il migliore Natale possibile.

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Ucraina: la sconfitta della Russia deve essere la massima priorità globale per il 2023


In un saggio per il Consiglio Atlantico pubblicato nel dicembre 2021, ho affermato che il futuro dell’Europa si deciderà in Ucraina. Un anno dopo, quella che prima poteva sembrare un’affermazione audace è ora un fatto riconoscibile. L’Ucraina è diventata lo scudo dell’Europa, difendendo il continente lungo una linea del fronte di 2.500 chilometri. Con ogni […]

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Presentato come atto di forza, necessario per istituire un “vero sistema islamico”, il decreto che sospende l’accesso universitario per le studentesse è un segno di debolezza dell’Emirato islamico dei Talebani, che ne escono più divisi e isolati.


Come Twitter ha nascosto al pubblico le informazioni sulle forze armate USA


Le e-mail dai cosiddetti ‘Twitter Files’ – comunicazioni interne condivise con Lee Fang a The Intercept e altri giornalisti in seguito all’acquisto della piattaforma di social media da parte di Elon Musk – rivelano che la società era a conoscenza di un’operazione di informazione collegata all’esercito statunitense e non ha riconosciuto pubblicamente l’operazione né ha […]

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Anche il Canada ora frena sui prodotti a base di delta-8 THC


Dopo gli USA, ora anche il Canada frena sui prodotti a base di delta-8 THC. I grossisti di cannabis dell’Ontario e della Columbia Britannica – due dei principali mercati canadesi di marijuana per uso adulto – stanno sospendendo gli ordini di prodotti contenenti delta-8 THC. Il grossista Ontario Cannabis Store (OCS) cita «l’abbondanza di cautela» […]

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L’Ucraina deve avere tutti gli strumenti per fermare Vladimir Putin nel 2023


La grande lezione del 2022 è che il fallimento nel contrastare l’aggressione internazionale porta inevitabilmente a ulteriori aggressioni. L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia è ampiamente riconosciuta come il più grande conflitto armato in Europa dalla seconda guerra mondiale, ma non è apparsa dal nulla. Al contrario, l’incapacità della comunità internazionale di […]

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Il Natale della libertà


Questa battaglia non è solo per il territorio, per questa o un’altra parte d’Europa. La battaglia non è solo per la vita, la libertà e la sicurezza degli ucraini o di qualsiasi altra nazione che la Russia tenta di conquistare. Questa battaglia definirà in

Questa battaglia non è solo per il territorio, per questa o un’altra parte d’Europa. La battaglia non è solo per la vita, la libertà e la sicurezza degli ucraini o di qualsiasi altra nazione che la Russia tenta di conquistare. Questa battaglia definirà in quale mondo vivranno i nostri figli e nipoti, e poi i loro figli e nipoti. Se i vostri patrioti fermeranno il terrore russo contro le nostre città, i patrioti ucraini potranno lavorare fino in fondo per difendere la nostra libertà.

Quando la Russia non riesce a raggiungere le nostre città con l’artiglieria, cerca di distruggerle con attacchi missilistici. Inoltre, la Russia ha trovato un alleato in questa politica genocida: l’Iran. I droni letali iraniani inviati in Russia a centinaia sono diventati una minaccia per le nostre infrastrutture. E’ così che un terrorista ha trovato l’altro. Anche l’assistenza finanziaria è di fondamentale importanza e vorrei ringraziarvi, ringraziarvi molto, ringraziarvi sia per i pacchetti finanziari che ci avete già fornito sia per quelli che sarete disposti a decidere. Il vostro denaro non è beneficenza. E’ un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia che gestiamo nel modo più responsabile.

Tra due giorni festeggeremo il Natale. Forse a lume di candela. Non perché sia più romantico, no, ma perché non ci sarà elettricità. Milioni di persone non avranno né riscaldamento né acqua corrente. Tutto questo è il risultato degli attacchi russi con missili e droni alle nostre infrastrutture energetiche. Ma noi non ci lamentiamo. Non giudichiamo e non ci paragoniamo a chi ha una vita più facile. Il vostro benessere è il prodotto della vostra sicurezza nazionale, il risultato della vostra lotta per l’indipendenza e delle vostre numerose vittorie.

Anche noi ucraini affronteremo la nostra guerra per l’indipendenza e la libertà con dignità e successo. Festeggeremo il Natale. Festeggeremo il Natale e, anche se non ci sarà elettricità, la luce della fiducia in noi stessi non si spegnerà. Se i missili russi ci attaccheranno, faremo del nostro meglio per proteggerci. Se ci attaccheranno con i droni iraniani e la nostra gente dovrà andare nei rifugi antiatomici la vigilia di Natale, gli ucraini si siederanno comunque a tavola per le feste e si rallegreranno a vicenda. E non dobbiamo conoscere i desideri di tutti, perché sappiamo che tutti noi, milioni di ucraini, desideriamo la stessa cosa: la vittoria. Solo la vittoria.

Insieme a voi abbiamo già costruito un’Ucraina forte, con un popolo forte, un esercito forte, istituzioni forti. Abbiamo sviluppato insieme a voi forti garanzie di sicurezza per il nostro paese e per l’intera Europa e il mondo. E sempre insieme a voi, metteremo al riparo chiunque voglia sfidare la libertà. Questa sarà la base per proteggere la democrazia in Europa e nel mondo.

Volodymyr Zelensky, Washington, 21 dicembre 2022

Il Foglio

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Venti di recessione, inflazione persistente, caro energia, guerra in Ucraina, fratture geopolitiche e commerciali, stretta monetaria e Superdollaro. Sono questi i temi che hanno caratterizzato il 2022. E saranno protagonisti anche nel 2023.


Valdo Spini – Sul Colle più alto


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E’ stato assegnato congiuntamente per l’anno 2022 a Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e Comandante della Stazione Spaziale Internazionale e a Fabiola Gianotti, Direttrice Generale del CERN, il Premio ISPI, destinato a personalità che hanno …


Il monito di Mattarella: “Hanno superato ogni limite”


Il Presidente condanna la repressione: “Basta calpestare la dignità umana” «Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite», denuncia con forza Sergio Mattarella. La repressione scatenata contro i giovani che protestano contro le ch

Il Presidente condanna la repressione: “Basta calpestare la dignità umana”

«Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite», denuncia con forza Sergio Mattarella. La repressione scatenata contro i giovani che protestano contro le chiusure del regime teocratico «non può essere in alcun modo accantonata», insiste il capo dello Stato. Già la scorsa settimana, rivolgendosi al corpo diplomatico accreditato in Italia, il presidente aveva segnalato la gravità delle violenze poliziesche a Teheran e nelle altre città teatro della rivolta pacifica contro l’oscurantismo degli ayatollah. Stavolta ha rafforzato la sua condanna proprio mentre in Iran si moltiplicano le minacce contro i manifestanti.

Il mondo, l’Europa, l’Italia non possono voltare gli occhi dall’altra parte, fingendo che quel dramma non interpelli le nostre coscienze. Abbiamo dei valori da difendere, ricorda il presidente in un messaggio alla XV Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia che si sta svolgendo alla Farnesina (il Covid gli ha impedito di partecipare personalmente). Al centro di questi valori, sottolinea Mattarella, «vi è la dignità umana e il rispetto della persona che oggi vediamo invece in tante parti del mondo calpestato».

Il pensiero immediatamente corre a quanto accade ai confini dell’Unione, in Ucraina. «L’aggressione brutale della Federazione Russa ha messo in discussione le regole sulle quali abbiamo fondato la nostra pacifica convivenza: un ordine basato sul rispetto del diritto internazionale. Alla diplomazia», è l’appello presidenziale, «spetta in questo momento storico il difficile compito di tutelare questo patrimonio faticosamente conquistato, che trova i suoi baluardi nel processo di integrazione europea e nel sistema multilaterale rappresentato dall’Onu».

Puntare sul dialogo è sempre stato il nostro punto di forza e dovrà esserlo anche in futuro, auspica Mattarella, specie in vista di appuntamenti come l’Expo2030 cui Roma ha avanzato la propria candidatura. I lavori della Conferenza saranno conclusi oggi da
Giorgia Meloni.

La Stampa

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