Apple fa l’indiana, ma non d’America. E Trump s’arrabbia
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
I dazi hanno spinto Apple ad accelerare il trasloco della propria filiera dalla Cina all'India, ma è sempre più evidente che Trump sperava inducessero Cupertino a realizzare iPhone 'made in Usa'. E il presidente americano non
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
Dopo Meta, tocca a Google. Ken Paxton continua a terrorizzare le Big Tech
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il procuratore generale del Texas lo scorso anno aveva spinto Meta a siglare un accordo per un risarcimento record (1,4 miliardi di dollari) così da lasciare cadere le accuse di violazione della privacy. Oggi Paxton ritorna
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
Come crescono le startup tedesche di Intelligenza artificiale
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Startup tedesche ancora poco conosciute, come Celonis, Prewave, Tacto e Osapiens, stanno diffondendo le loro soluzioni basate sull'Ia per aiutare le imprese a navigare startmag.it/innovazione/german…
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
MCP Blender Addon Lets AI Take the Wheel and Wield the Tools
Want to give an AI the ability to do stuff in Blender? The BlenderMCP addon does exactly that, connecting open-source 3D modeling software Blender to Anthropic’s Claude AI via MCP (Model Context Protocol), which means Claude can directly use Blender and its tools in a meaningful way.
MCP is a framework for allowing AI systems like LLMs (Large Language Models) to exchange information in a way that makes it easier to interface with other systems. We’ve seen LLMs tied experimentally into other software (such as with enabling more natural conversations with NPCs) but without a framework like MCP, such exchanges are bespoke and effectively stateless. MCP becomes very useful for letting LLMs use software tools and perform work that involves an iterative approach, better preserving the history and context of the task at hand.Unlike the beach scene above which used 3D assets, this scene was created from scratch with the help of a reference image.
Using MCP also provides some standardization, which means that while the BlenderMCP project integrates with Claude (or alternately the Cursor AI editor) it could — with the right configuration — be pointed at a suitable locally-hosted LLM instead. It wouldn’t be as capable as the commercial offerings, but it would be entirely private.
Embedded below are three videos that really show what this tool can do. In the first, watch it create a beach scene using assets from a public 3D asset library. In the second, it creates a scene from scratch using a reference image (a ‘low-poly cabin in the woods’), followed by turning that same scene into a 3D environment on a web page, navigable in any web browser.
Back in 2022 we saw Blender connected to an image generator to texture objects, but this is considerably more capable. It’s a fascinating combination, and if you’re thinking of trying it out just make sure you’re aware it relies on allowing arbitrary Python code to be run in Blender, which is powerful but should be deployed with caution.
youtube.com/embed/I29rn92gkC4?…
youtube.com/embed/FDRb03XPiRo?…
youtube.com/embed/jxbNI5L7AH8?…
Arriva OpenAI Codex: lo sviluppatore AI che scrive, testa e integra il codice al posto tuo
Se puoi assumere uno sviluppatore junior, consegnargli il Codex e ottenere un prodotto valido quanto quello di uno sviluppatore senior, perché pagare di più? Questi potrebbe cambiare radicalmente il mercato del lavoro nel settore IT.
OpenAI ha presentato un nuovo strumento di programmazione chiamato Codex, un assistente intelligente integrato in ChatGPT.
Questa funzionalità trasforma l’IA in uno sviluppatore quasi autonomo: basta inserire una query, cliccare sul pulsante “Codice” e il sistema si occuperà delle attività di routine. Codex può leggere e modificare file, eseguire comandi, analizzare la base di codice e rispondere a domande su di essa. Tutto ciò che viene richiesto all’utente è formulare l’attività e cliccare sul pulsante “Chiedi”.
La velocità di esecuzione dipende dalla complessità del compito e può richiedere da uno a trenta minuti. Allo stesso tempo, l’intero processo è completamente trasparente: ogni azione di Codex può essere tracciata tramite i log del terminale e i risultati dei test. Il codice viene creato in un ambiente isolato, dopodiché può essere integrato in un sistema locale o inviato a GitHub.
In sostanza, Codex apre la strada all’automazione della programmazione, che non è più solo un aiuto per lo sviluppatore, ma un potenziale sostituto per interi team.
È chiaro che uno strumento del genere potrebbe interessare anche agli utenti meno attenti, ma OpenAI afferma di aver integrato meccani sesmi di protezione nel Codex. Si suppone che il sistema sia in grado di riconoscere le richieste di creazione di malware e di rifiutarsi di eseguirle. Tuttavia, l’azienda non spiega esattamente come funziona questa protezione.
Codex è ora disponibile in modalità anteprima per gli abbonati a ChatGPT Pro, Enterprise e Team: gratuito e illimitata.
OpenAI promette in seguito di introdurre limiti di utilizzo e prezzi flessibili.
L'articolo Arriva OpenAI Codex: lo sviluppatore AI che scrive, testa e integra il codice al posto tuo proviene da il blog della sicurezza informatica.
Cosa cambierà per l’Intelligenza artificiale dopo gli accordi di Trump con l’Arabia Saudita
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
La missione di Trump in Arabia Saudita unisce capitali del Golfo e colossi tech per dominare l’AI. Ma l’uso dell’AI per la sorveglianza in regimi
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
La truffa del falso curriculum e la risposta intelligente! Una storia vera (e istruttiva)
Nel mondo sempre più sofisticato delle truffe digitali, una delle modalità emergenti è quella del falso reclutamento professionale. Un metodo subdolo, che sfrutta il desiderio (e il bisogno) di molte persone di trovare opportunità di lavoro online. In questa storia reale – volutamente ironizzata per finalità divulgative – raccontiamo un caso concreto, documentato con screenshot e condotto con spirito critico.
L’inizio: un curriculum “trovato” online
Tutto parte da una chiamata preregistrata. Una voce femminile afferma di aver visionato un curriculum e propone una collaborazione su YouTube. Il compenso è di 400€ al giorno per semplici attività come mettere like ai video.
La proposta è ovviamente troppo allettante per essere vera.
Subito dopo, il potenziale “selezionato” viene invitato a proseguire la conversazione su Telegram, con una sedicente manager di nome Paola Strollo, che si presenta come “referente commerciale”.
Il copione classico: IBAN e identità
Dopo un breve scambio, la truffatrice chiede:
- Nome e cognome
- Età
- IBAN bancario
- Documento d’identità
Tutto con la scusa di dover inviare un primo “rimborso” di 6€ per l’attività. Un tentativo banale di ottenere informazioni personali, ma costruito in modo credibile e con apparente cordialità.
Qui però la storia prende una piega diversa.
Chi riceve il messaggio decide di non ignorarlo, ma di rispondere, fingendosi un anziano signore: Erminio Ottone, 83 anni, pensionato, ex maestro elementare originario di Pianella (PE), non tecnologico, credente nella Provvidenza, e cliente affezionato della Banca della Fede Online.
Un personaggio volutamente costruito per rappresentare una delle categorie più frequentemente prese di mira da questo tipo di frodi: gli anziani. Ma anche per dimostrare quanto possa essere efficace la consapevolezza, anche se narrata in forma teatrale.
Viene fornito un IBAN falso, una carta d’identità evidentemente fittizia e addirittura un finto bonifico “ricevuto” dalla sedicente “azienda”. Il tutto per testare fin dove può spingersi la truffatrice.
Il colpo di scena: il finto alert antifrode
Dopo aver ottenuto risposte insospettabili dalla controparte, viene inoltrato un messaggio fasullo in perfetto stile truffa:
Gentile Paola Strollo, è stato rilevato un bonifico sospetto di 5.600€ a suo nome.
In caso di mancata risposta, verranno avviate le procedure di blocco cautelativo del profilo.
Panico
La truffatrice risponde confusa. Chiede spiegazioni. L’anziano (fittizio) le scrive come fosse davvero spaventato, con un linguaggio incerto e ingenuo, dicendosi preoccupato e scusandosi “nel caso avesse fatto qualcosa di sbagliato”.
Il messaggio finale?
“Lo sai chi ti saluta, Paolè? Una frase garbata, ma chi ha letto fin qui sa benissimo cosa voleva dire davvero
Cosa insegna questa storia?
- Il phishing non è solo via email: oggi le truffe arrivano anche via voce sintetica, Telegram, WhatsApp, o LinkedIn.
- L’esca è psicologica: fanno leva su bisogni reali (lavoro, denaro) e sull’autorità apparente di chi scrive (manager, HR).
- La richiesta dell’IBAN è solo l’inizio: dietro può esserci un tentativo di furto d’identità, bonifici fraudolenti, social engineering e persino riciclaggio di denaro tramite l’utilizzo inconsapevole delle vittime per movimentare fondi illeciti.
- In alcuni casi, queste truffe fanno parte di schemi Ponzi digitali, in cui ai nuovi iscritti viene promesso un guadagno solo se riescono a portare altre persone nel sistema. I primi pagamenti servono a generare fiducia e a rendere l’inganno credibile, ma l’intero meccanismo si regge esclusivamente sull’ingresso continuo di nuove vittime. Quando l’afflusso si interrompe, il sistema crolla, lasciando molti utenti senza denaro e senza possibilità di recupero
- L’ironia può essere uno strumento di difesa, ma non tutti hanno i mezzi o la prontezza per riconoscere l’inganno.
Conclusione
Erminio Ottone non esiste.
Ma ogni giorno esistono centinaia di vere vittime che, diversamente da chi ha creato questo esperimento educativo, forniscono davvero dati sensibili a sconosciuti.
Red Hot Cyber ha deciso di raccontare questa vicenda non per spettacolarizzarla, ma per ricordare quanto sia facile cadere in un raggiro digitale ben costruito.
La vigilanza, l’educazione digitale e un pizzico di diffidenza possono fare la differenza tra un click innocuo e una violazione irreparabile.
L'articolo La truffa del falso curriculum e la risposta intelligente! Una storia vera (e istruttiva) proviene da il blog della sicurezza informatica.
rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
Coinbase conferma un data leak: social engineering, insider e ricatti milionari
Il 14 maggio 2025 Coinbase, una delle più grandi piattaforme di crypto trading al mondo, ha confermato pubblicamente di essere stata vittima di un sofisticato attacco interno orchestrato da cyber criminali che hanno corrotto alcuni operatori del supporto clienti. La notizia è stata accompagnata da una dichiarazione ufficiale sul blog aziendale e da una comunicazione formale alla U.S. Securities and Exchange Commission (SEC), come previsto per eventi che possono influenzare significativamente gli investitori e il mercato.
Insiders: un’attacco tutt’altro che tecnologico
Nel post dal titolo “Protecting Our Customers – Standing Up to Extortionists”, Coinbase afferma che un gruppo di criminali informatici ha reclutato e corrotto operatori di supporto esterni, in particolare all’estero, per ottenere accesso ai sistemi interni. Utilizzando tali accessi, gli attaccanti hanno sottratto dati sensibili di un “piccolo sottoinsieme” di utenti per facilitare attacchi di social engineering.
Nessuna password, chiave privata o fondi è stata compromessa – precisa l’azienda – e gli account Coinbase Prime sono rimasti intatti.
Tuttavia, i dati sottratti sono stati sufficienti per permettere agli attori malevoli di ingannare alcuni utenti e estorcere fondi, attivando così un attacco a catena che ricalca le modalità degli attacchi orchestrati da gruppi come Scattered Spider e LAPSUS$.
Un ransomware mancato: rifiutato riscatto da 20 milioni di dollari
Coinbase ha anche rivelato di aver ricevuto una richiesta di riscatto da 20 milioni di dollari, che ha categoricamente rifiutato. Al contrario, l’azienda ha annunciato la creazione di un fondo premio da 20 milioni di dollari per chi fornirà informazioni utili all’identificazione, arresto e condanna dei responsabili.
Una mossa netta e simbolica, che posiziona Coinbase come un attore attivo nella lotta alla cyber-estorsione, scegliendo il confronto anziché la sottomissione.
Nel documento ufficiale pubblicato sul sito della SEC (Form 8-K), Coinbase specifica che:
- L’incidente ha coinvolto un sottoinsieme limitato di clienti.
- L’attacco è partito da attività illecite condotte da soggetti terzi esterni legati al customer support.
- Non sono stati compromessi né asset finanziari né infrastrutture critiche.
- L’azienda sta collaborando con forze dell’ordine e team di esperti forensi.
- Nessun impatto materiale previsto sulle operazioni aziendali o sulla sicurezza dei fondi.
L’incidente rientra in un trend preoccupante nel panorama cyber globale: l’uso di insider compromessi per bypassare i sistemi di sicurezza più sofisticati. È lo stesso schema adottato negli attacchi subiti da LastPass, Uber, e più recentemente da Microsoft, con attori che sfruttano l’anello debole della catena umana piuttosto che le vulnerabilità tecniche.
Sebbene Coinbase abbia dimostrato trasparenza e fermezza nella gestione della crisi, l’episodio rappresenta l’ennesima dimostrazione che nessuna piattaforma – per quanto blindata – è immune all’errore umano o al tradimento interno.
In un settore già sotto scrutinio per volatilità e regolamentazione incerta, episodi come questo contribuiscono ad alimentare diffidenza e ad aumentare la pressione su exchange e operatori del settore affinché rafforzino le difese sociali, non solo quelle digitali.
Fonti:
- Coinbase – Protecting Our Customers – Standing Up to Extortionists
- SEC – Form 8-K Coinbase, Inc. (May 14, 2025)
L'articolo Coinbase conferma un data leak: social engineering, insider e ricatti milionari proviene da il blog della sicurezza informatica.
Escaping US Tech Giants Leads European YouTuber to Open Source
The video (embedded below) by [TechAltar] is titled “1 Month without US tech giants“, but it could have been titled “1 Month with Open Source Tools” — because, as it turns out, once you get out of the ecosystem set up by the US tech giants, you’re into the world of open source software (OSS) whether you want to be or not.
From a (German-made) Tuxedo laptop running their own Linux distro to a Fairphone with e/OS (which is French), an open version of Android, [TechAlter] is very keen to point out whenever Europeans are involved, which is how we learned that KDE has a physical headquarters, and that it’s in Berlin. Who knew?
He also gives his experiences with NextCloud (also German), can be used as an OSS alternative Google Workspaces that we’ve written about before, but then admits that he was the sole user on his instance. To which one must question: if you’re the sole user, why do you need a cloud-based collaborative environment? To try it out before getting collaborators involved, presumably.
Regardless what you think of the politics motivating this video, it’s great to see open source getting greater traction. While [TechAltar] was looking for European alternatives, part of the glory of open source is that it doesn’t matter where you’re from, you can still contribute. (Unless you’re Russian.) Have you found yourself using more open source software (or hardware) of late? Do you think the current political climate could lead to a broadening of its reach? Is this the year of the linux desktop? Let us know what you think in the comments.
youtube.com/embed/7w8jmw96ryA?…
The Lost 256 KB Japanese ROM for the MacIntosh Plus Has Been Found
The two 128 kB EPROMs containing the special MacIntosh Plus ROM image. (Credit: Pierre Dandumont)
The Apple MacIntosh Plus was one of the most long-lived Apple computers and saw three revisions of its 128 kB-sized ROMs during its life time, at least officially. There’s a fourth ROM, sized 256 kB, that merges the Western ROMs with Japanese fonts. This would save a user of a Western MacIntosh Plus precious start-up time & RAM when starting software using these fonts. Unfortunately, this mythical ROM existed mostly as a kind of myth, until [Pierre Dandumont] uncovered one (machine-translated, French original).
Since this particular ROM was rumored to exist somewhere in the Japanese market, [Pierre] went hunting for Japanese MacIntosh Plus mainboards, hoping to find a board with this ROM. After finally getting lucky, the next task was to dump the two 128 kB EPROMs. An interesting sidenote here is that the MacIntosh Plus’ two ROM sockets use the typical programming voltage pin (Vpp) as an extra address line, enabling 256 kB of capacity across the two sockets.
This detail probably is why this special ROM wasn’t verified before, as people tried to dump them without using that extra address line, i.e. as a typical 27C512 64 kB EPROM instead of this proprietary pinout, which would have resulted in the same 64 kB dump as from a standard ROM. Thanks to [Doc TB]’s help and his UCA device it was possible to dump the whole image, with the images available for download.
Using this ROM image was the next interesting part, as [Pierre] initially didn’t have a system to test it with, and emulators assume the 128 kB ROM format. Fortunately these are all problems that can be solved, allowing the ROM images to be validated on real hardware as well as a modified MAME build. We were informed by [Pierre] that MAME releases will soon be getting support for this ROM as well.
Top image: Mainboard with the two 128 kB EPROMs containing the special MacIntosh Plus ROM image. (Credit: Pierre Dandumont)
Determine Fundamental Constants with LEDs and a Multimeter
There are (probably) less than two dozen fundemental constants that define the physics of our universe. Determining the value of them might seem like the sort of thing for large, well funded University labs, but many can be determined to reasonable accuracy on the benchtop, as [Marb’s Lab] proves with this experiment to find the value of Planck’s Constant.
[Marv’s Lab] setup is on a nice PCB that uses a rotary switch to select between 5 LEDs of different wavelengths, with banana plugs for the multi-meter so he can perform a linear regression on the relation between energy and frequency to find the constant. He’s also thoughtfully put connectors in place for current measurement, so the volt-current relationship of the LEDs can be characterized in a second experiment. Overall, this is a piece of kit that would not be out of place in any high school or undergraduate physics lab.
To use this to determine Planck’s constant, you need to use Planck’s relation for the energy of a photon:
E = hf
Get some Energies (E), get some energies (f), and bam! You can generate a value for h, Planck’s constant. The energies? Well, that’s a very easy measurement, but it requires some understanding of how LEDs work. [Marb] is simply measuring the voltage needed to just barely light the LED of a given frequency. (For frequency, he’s relying on the LED datasheets.) That translates to the energy of the photon because it corresponds to the energy (in electron volts) required to jump electrons over the bandgap of the semiconductor in the LED– that’s how the light is generated. Those photons will have the energy of the gap, in theory.
In practice, the LEDs do not emit perfectly monochromatic light; there’s a normal distribution centered on the color they’re “supposed” to be, but it is fairly tight. That’s probably why is able to [Marv] get to within 5% of the canonical value, which is better than we’d expect.
This isn’t the first time we’ve determined plank’s constant; it’s quite possible to get to much higher accuracy. The last time we featured this particular technique, the error was 11%.
youtube.com/embed/P9X2qtBVRxA?…
Spero che l'amore trionfi, che si mettano insieme e che inizino una bella convivenza.
In Albania.
Gruppi di Fisica nel Fediverso italiano?
Ho fatto una ricerca con "!fisica", che se non ricordo male dovrebbe servire a cercare gruppi di Fisica, ma non ho trovato nulla.
Per vedere se stavo cercando in maniera corretta ho fatto una ricerca con "!physics" e me ne sono venuti fuori quattro.
Davvero non esiste un gruppo di appassionati di Fisica in italiano oppure sono io che sbaglio qualcosa?
Ora devo solo trovare un'idea per il fine settimana di Pentecoste (7-9 giugno).
Io e il mio compagno vorremmo fare una breve vacanza, indifferente dove (CH o IT) ma non abbiamo molte idee. Considerato che:
- abbiamo un budget ridotto
- lui sabato lavora fino alle 15:00 in zona Lugano
- Lunedì dovremmo essere di ritorno per le 18:00
- vorremo evitare km di coda al Gottardo/dogane
- io vorrei visitare una città, qualcosa di storico o culturale
- lui preferirebbe relax tipo SPA.
Avete dei suggerimenti?
Vacanze separate? 😁😁😁
Oppure, tu a spasso per Firenze e lui alla Grotta Giusti dalle parti di Pistoia (un'oretta d'auto) oppure al centro benessere Asmana (nelle immediate vicinanze di Firenze).
Belle idee, ma Firenze è un po' fuori mano visto che non abbiamo tanto tempo a disposizione.
Ogni tanto torno a scrivere qualcosa 😉
Ma non è cambiato granché: sempre periodo tosto, il lavoro continua a non piacermi ma almeno inizio a capire cosa sto facendo.
Dopo la cosa "grave" di qualche settimana fa, ho deciso di parlarne con un superiore che mi ha ascoltata e fatto capire che quel che è successo non è una novità e che il soggetto è già noto per comportarsi in modo scorretto. Presumo che non cambierà nulla, ma io sono ugualmente fiera di me.
Intanto ho consegnato la mini tesi per la verifica competenze del corso FIDE - e vado fiera anche di questo.
Settimana scorsa sono andata a correre lungo il fiume (+ esercizi del percorso vita, perché non mi andava di stare al chiuso in palestra.) dopo un lunghissimo periodo di stop... il ginocchio mi fa sempre male, ho corso lenta e per pochi chilometri.. ma porcamiseria quanto mi mancava!
This Extra-Large, Two-Stage Fume Extractor Really Sucks
Solder fumes are not nice on the lungs; nor are fumes from superglue, epoxy, or a whole mess of other things we often find ourselves using on the bench. Some people might be able to go the fume hood route to toss that all outside, but for the rest of us, there’s fume extractors. [Raph] has produced an extra-large, carbon-filtering, two-stage fume extractor that by all accounts really sucks — it is effective at hoovering up solder fumes up to 10″ from its inlet.Note the 18V tool battery in the base. That’ll go for a bit.
Even better, [Raph] built a battery box for an 18 V cordless tool battery, and broke out banana plugs so this doubles as a variable power supply via a cheap LM2596 based DC-DC converter. It also serves as a speed controller for the fans, which makes us wonder if you can adjust the PSU output and the fan speed independently…
Maximum suckage is achieved through careful baffle design. Check out the blog to see the trial-and-error process at work. Of course, having a 200 mm axial fan and 140 mm blower fan front and rear is going to move some air no matter what. Which is required to get air flow through the 38 mm thick activated carbon filter that should scrub all nasties quite nicely. We aren’t filtration experts but we can agree with [Raph]’s estimate that it will last “a while”.
If you want to roll your own, all of the STEP files are on GitHub, and [Raph]’s blog has an excellent step-by-step build guide. We’ve seen other hacks from [Raph] before, from his dovetailed modular breadboard to the machine that shaped his bed and automation for his camper van.
Zen Flute is a Teensy Powered Mouth Theramin
An intriguing mouth-played instrument emerged—and won—at the 2023 Guthman Musical Instrument Contest hosted by Georgia Tech. [Keith Baxter] took notice and reproduced the idea for others to explore. The result is the Zen Flute Mouth Theremin, a hybrid of acoustics, electronics, and expressive performance.
At its core lies a forced Helmholtz resonator, a feedback system built with a simple microphone and speaker setup. The resonator itself? The user’s mouth. The resulting pitch, shaped by subtle jaw and tongue movements, is detected and used to drive a MIDI controller feeding an external synthesizer.
Like a trombone or classic electromagnetic theremin, the Zen Flute doesn’t rely on discrete notes. Instead, the pitch is bent manually to the desired frequency. That’s great for expression, but traditional MIDI quantisation can map those “in-between” notes to unexpected semitones. The solution? MIDI Polyphonic Expression (MPE). This newer MIDI extension allows smooth pitch transitions and nuanced control, giving the Zen Flute its expressive character without the hiccups.
Physically, it’s an elegant build. A flat speaker and microphone sit side-by-side at the mouth end, acoustically isolated with a custom silicone insert. This assembly connects to a length of clear PVC pipe, flared slightly to resemble a wind instrument. Inside, a custom PCB (schematic here) hosts a mic preamp, an audio power amp, and a Teensy 4.1. The Teensy handles everything: sampling the mic input, generating a 90-degree phase shift, and feeding it back to the speaker to maintain resonance. It also detects the resonant frequency and translates it to MPE over USB. A push-button triggers note onset, while a joystick adjusts timbre and selects modes. Different instrument profiles can be pre-programmed and toggled with a joystick click, each mapped to separate MIDI channels.
Mouth-controlled instruments are a fascinating corner of experimental interfaces. They remind us of this Hackaday Prize entry from 2018, this wind-MIDI hybrid controller, and, of course, a classic final project from the Cornell ECE4760 course, a four-voice theremin controlled by IR sensors.
youtube.com/embed/4GKWIpESRjg?…
ADUC - Perché votare SI al referendum sugli infortuni sul lavoro
Una nota dell'ADUC, Associazione Diritti Utenti e Consumatori.
Open Source Hiding in Plain Sight
On the podcast, [Tom] and I were talking about the continuing saga of the libogc debacle. [Tom] has been interviewing some of the principals involved, so he’s got some first-hand perspective on it all – you should really go read his pieces. But the short version is that an old library that many Nintendo game emulators use appears to have cribbed code from both and open-source real-time operating system called RTEMS, and the Linux kernel itself.
You probably know Linux, but RTEMS is a high-reliability RTOS for aerospace. People in the field tell me that it’s well-known in those circles, but it doesn’t have a high profile in the hacker world. Still, satellites run RTEMS, so it’s probably also a good place to draw inspiration from, or simply use the library as-is. Since it’s BSD-licensed, you can also borrow entire functions wholesale if you attribute them properly.
In the end, an RTOS is an RTOS. It doesn’t matter if it’s developed for blinking LEDs or for guiding ICBMs. This thought got [Tom] and I to thinking about what other high-reliability open-source code is out there, hidden away in obscurity because of the industry that it was developed for. NASA’s core flight system came instantly to mind, but NASA makes much of its code available for you to use if you’re interested. There are surely worse places to draw inspiration!
What other off-the-beaten-path software sources do you know of that might be useful for our crowd?
This article is part of the Hackaday.com newsletter, delivered every seven days for each of the last 200+ weeks. It also includes our favorite articles from the last seven days that you can see on the web version of the newsletter. Want this type of article to hit your inbox every Friday morning? You should sign up!
Animated Widgets On Apple Devices via a Neat Backdoor
If you’ve ever looked at widgets on your iPhone, you’ve probably noticed they’re largely static, save for a few first-party apps. By and large, third party developers are not supposed to be able to animate them. However, [Bryce Bostwick] found a workaround.
You might be confused as to the idea of animated widgets, but it’s quite simple. For example, think of a clock app with a widget in which the hands always display the current time, or a calendar app with an icon that shows the current date. Apple’s own apps have long been able to do this, but the functionality has mostly been locked out for third parties.
One way to get around this limitation is by using a timer feature baked into the widget functionality. The timer tool is one of the few ways that third-party apps are allowed to do animation. By running a timer with a custom font, you can display various graphical elements instead of numbers counting down to create a hacky animation that updates every second.
However, there are even more advanced techniques that can get you faster, smoother animations. [Bryce] breaks down the private techniques used to rotate the clock hands on Apple’s own widget, and how to use those tools for your own purposes. It takes some sneaky Xcode tricks and a bit of math to make it fully flexible for doing arbitrary animations, but it works surprisingly well.
Will this backdoor last ? Well, Apple is always updating and changing iOS and its associated software, so don’t expect it to work forever.
youtube.com/embed/NdJ_y1c_j_I?…
Thanks to [gnif] for the tip!
freezonemagazine.com/news/colo…
Appuntamento esclusivo presso la Galleria d’Arte Antonio Colombo che in questi giorni ospita le meravigliose chitarre Wandrè. Per l’occasione arriverà direttamente da Basilea la Wandrè Rock Oval del 1958, suonata da Lucio Corsi al Festival di Sanremo e all’Eurovision. Chitarre diventate leggenda a partire dalla Brigitte Bardot la cui curve seguono quelle del
L’Italia guardi all’Europa senza dimenticare la Difesa. L’opinione di Nones
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Lo sconquasso provocato nello scenario internazionale dall’amministrazione Trump rende molto più difficile prevedere le sue possibili implicazioni. Questo vale inevitabilmente anche per il processo di integrazione europea nel campo della politica estera e di difesa. Se in
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Ieri sera mi sono immerso in "Adriano Olivetti - La forza di un sogno", rimanendo profondamente colpito. Negli anni '50, quando il capitalismo industriale definiva ogni aspetto della società, Olivetti osò immaginare e costruire qualcosa di rivoluzionario: un'impresa dove la tecnologia e la produzione erano al servizio della persona, non viceversa.
Quella visione, in anticipo di decenni, risuona oggi con urgenza rinnovata. In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale promette (o minaccia) di trasformare radicalmente il mondo del lavoro, le intuizioni di Olivetti sulla centralità dell'essere umano sembrano profetiche.
Ispirato da questo pioniere italiano, ho tentato di articolare alcuni principi per un futuro in cui la tecnologia possa liberarci anziché alienarci, in cui il valore umano trascenda la mera produttività economica. Ne è nato questo manifesto per un nuovo rapporto con il lavoro nell'era dell'IA.
Non sono certo di avere tutte le risposte, ma credo fermamente che sia tempo di porsi le domande giuste. Sono curioso di conoscere le vostre riflessioni.
___
OLTRE IL LAVORO
Un Manifesto per l'Era dell'Intelligenza Artificiale
___
INTRODUZIONE
Riscoprire la Nostra Umanità
La trasformazione che stiamo vivendo non è la fine della rilevanza umana. È l'inizio di una nuova definizione di cosa significa essere umani in un'era di automazione avanzata.
Non è più tempo di chiederci se l'intelligenza artificiale sostituirà il nostro lavoro, ma di domandarci chi vogliamo essere in questo nuovo contesto. Il successo, in questa nuova era, non sarà misurato dal potere d'acquisto o dallo status professionale, ma dalla capacità di contribuire con le proprie unicità al bene collettivo, dalla ricchezza delle relazioni create, dalla profondità delle esperienze vissute e dalla bellezza generata.
Come scrisse il filosofo Bertrand Russell nel suo saggio "Elogio dell'ozio" già nel 1932: "La concezione secondo cui ogni tipo di attività deve essere motivata dal profitto è una concezione adatta agli schiavi, non alle persone libere."
Siamo giunti a un punto di svolta storico in cui le macchine possono liberarci non solo dalle fatiche fisiche, ma anche da molte mansioni cognitive ripetitive. Questa non è una minaccia, ma un'opportunità per riscrivere il contratto sociale che lega il nostro valore come esseri umani alla nostra produttività economica.
La Crisi dell'Identità Basata sul Lavoro
"Cosa fai nella vita?" È spesso la seconda domanda che ci viene posta dopo il nostro nome. La risposta, invariabilmente, è la nostra professione. Questa semplice convenzione sociale rivela quanto profondamente la nostra identità sia intrecciata con il nostro ruolo produttivo.
Lo psicologo del lavoro David Blustein descrive questo fenomeno come "l'identità occupazionale", un costrutto che si forma in tenera età e che gradualmente diventa l'architrave della nostra autopercezione. In un'epoca in cui l'automazione e l'intelligenza artificiale stanno riconfigurando interi settori professionali, questo legame profondo tra 'chi siamo' e 'cosa facciamo' diventa problematico.
L'economista Guy Standing ha coniato il termine "precariato" per descrivere una nuova classe sociale caratterizzata non solo dall'insicurezza lavorativa, ma anche da una profonda crisi identitaria. Quando il lavoro diventa frammentato, intermittente o semplicemente scompare, cosa rimane della nostra definizione di sé?
Nelle società occidentali, particolarmente in quelle con forti tradizioni manifatturiere come l'Italia, l'artigianato e la maestria professionale non sono solo mezzi di sussistenza, ma pilastri dell'identità culturale. La scomparsa di queste professioni non comporta solo disoccupazione, ma una vera e propria crisi esistenziale collettiva.
La vera sfida che ci attende non è quindi solo tecnologica o economica, ma profondamente filosofica: come definiamo il nostro valore e la nostra identità in un mondo dove il lavoro tradizionale diventa solo una componente marginale dell'equazione umana?
I Rischi di una Transizione Non Governata
La filosofa Hannah Arendt distingueva tra "labor" (il lavoro per la sopravvivenza), "work" (la creazione di artefatti duraturi) e "action" (l'attività politica e sociale). L'intelligenza artificiale potrebbe liberarci dal "labor", ma senza una transizione guidata eticamente, rischiamo di creare nuove forme di disuguaglianza e alienazione.
Un recente studio del McKinsey Global Institute stima che entro il 2030, milioni di lavoratori potrebbero dover cambiare categorie occupazionali. Tale transizione, senza adeguati ammortizzatori sociali e percorsi di riqualificazione, potrebbe esacerbare le disuguaglianze esistenti.
Il rischio è amplificato dai bias algoritmici. Studi accademici hanno dimostrato che i sistemi di riconoscimento facciale presentano tassi di errore significativamente superiori nell'identificazione di persone con pelle scura. In ambito sanitario, analisi pubblicate su riviste scientifiche hanno rivelato che algoritmi largamente utilizzati negli ospedali americani sistematicamente sottovalutano i bisogni di cura delle minoranze etniche.
Questi bias non sono bug, ma caratteristiche intrinseche di sistemi addestrati su dati storici che riflettono disuguaglianze strutturali. Come sottolinea Safiya Umoja Noble nel suo libro "Algorithms of Oppression", "gli algoritmi non sono neutri; sono prodotti delle scelte umane e delle priorità sociali."
La diversità di approcci etici tra le principali aziende tecnologiche evidenzia come stiamo assistendo non solo a una rivoluzione tecnologica, ma a una competizione tra diverse visioni del futuro.
Nuovi Modelli Fattibili per il Futuro del Lavoro
La transizione verso un nuovo paradigma lavorativo richiede soluzioni concrete che trascendano sia l'utopismo irrealizzabile che il conservatorismo miope. Ecco alcuni modelli che stanno già emergendo e che potrebbero diventare pilastri della nuova economia:
1. La Settimana Lavorativa Progressivamente Ridotta
La settimana di 4 giorni non è più un esperimento radicale. Aziende come Microsoft Giappone hanno registrato aumenti significativi di produttività dopo la sua implementazione. La Nuova Zelanda, l'Islanda e la Spagna hanno avviato programmi pilota a livello nazionale. La riduzione progressiva dell'orario di lavoro – passando dalle attuali 40 ore a 32, e potenzialmente a 24 nel prossimo decennio – creerebbe spazio per attività di cura, formazione continua e partecipazione civica, distribuendo meglio il lavoro disponibile.
2. Carriere Discontinue e Sabbatici Strutturati
Il modello delle "carriere lineari" è già in declino. Un approccio più sostenibile prevede periodi sabbatici programmati ogni 5-7 anni di attività professionale, supportati da incentivi fiscali e previdenziali. Aziende come Intel e Adobe hanno già implementato programmi sabbatici strutturati, riscontrando miglioramenti in creatività, innovazione e riduzione del burnout. Tali interruzioni pianificate consentirebbero riqualificazione, esplorazione di nuovi interessi o semplicemente recupero psico-fisico.
3. Economia Contributiva e dei Beni Comuni
Ispirata dal lavoro del filosofo Bernard Stiegler, l'economia contributiva valorizza forme di creazione di valore non riconosciute dal mercato. Piattaforme come Decidim a Barcellona o la rete dei Fab Lab dimostrano come sia possibile creare ecosistemi economici ibridi dove contributi non monetizzati (conoscenza, tempo, competenze) vengono riconosciuti attraverso sistemi di crediti sociali o monete complementari. Le cooperative di dati (data cooperatives) consentono agli individui di condividere e valorizzare collettivamente i propri dati, creando valore distribuito anziché estratto.
4. Lavoro Flessibile e Organizzazioni Distribuite
Il modello "Digital Nomad Visa" adottato da paesi come Estonia, Croazia e Portogallo potrebbe evolversi in un sistema più sofisticato di "mobilità del lavoro", dove la localizzazione fisica diventa irrilevante per molte professioni. Piattaforme come Colony.io stanno sperimentando modelli organizzativi completamente distribuiti, dove i contributi vengono riconosciuti attraverso token di partecipazione. Questo approccio consente alle persone di contribuire a progetti diversi in base alle proprie competenze e disponibilità, superando il concetto di "posto di lavoro" fisso.
5. Laboratori Civici e Innovazione Sociale
I "Civic Labs" combinano elementi di co-working, incubazione d'impresa e servizio pubblico. A Seoul, il Social Innovation Park ospita oltre 50 iniziative che affrontano sfide urbane, dalla gestione dei rifiuti all'assistenza agli anziani, creando forme di lavoro ibride tra volontariato, imprenditoria sociale e servizio civico. Questi spazi permettono alle persone di contribuire alla propria comunità mentre sviluppano competenze e reti professionali, riscrivendo il confine tra lavoro retribuito e impegno civico.
6. Formazione Continua Integrata nel Ciclo di Vita
Università come la 42 in Francia e negli USA hanno sviluppato modelli educativi peer-to-peer senza professori, completamente gratuiti e accessibili a qualsiasi età. La Singapore SkillsFuture Initiative fornisce a ogni cittadino crediti formativi da utilizzare nell'arco della vita. Questi approcci riconoscono che nell'era dell'IA, l'apprendimento non può essere confinato ai primi 20-25 anni di vita, ma deve diventare un'attività continua, intrecciata con periodi di lavoro attivo e pause sabbatiche.
7. Contratti Sociali Basati sull'Impatto e non sul Tempo
I "Social Impact Bonds" e i "Pay for Success Contracts" stanno ridefinendo il concetto di lavoro per il settore pubblico e non-profit. Anziché pagare per ore lavorate, questi strumenti remunerano i risultati verificabili in ambito sociale o ambientale. Questo modello potrebbe espandersi, creando un'economia dove non è il tempo dedicato, ma l'impatto generato a determinare la remunerazione, liberando creatività nella risoluzione dei problemi e consentendo maggiore autonomia nella gestione del proprio tempo.
Il Reddito di Base come Fondamento della Transizione
L'economista Guy Standing, tra i fondatori della Basic Income Earth Network, definisce il reddito di base universale non come un semplice sussidio, ma come un "dividendo sociale" derivante dalla ricchezza collettivamente creata.
Diversi esperimenti in tutto il mondo stanno dimostrando che, contrariamente ai timori, un reddito di base garantito non riduce l'attività lavorativa, ma la trasforma. In Finlandia, i beneficiari non hanno lavorato meno, ma hanno migliorato il loro benessere psicologico e la fiducia nelle istituzioni. In Kenya, uno studio a lungo termine ha mostrato aumenti significativi nell'avvio di piccole imprese e nella scolarizzazione.
In un contesto in cui l'automazione potrebbe rendere obsoleti milioni di posti di lavoro, il reddito di base rappresenta non un lusso, ma una necessità strutturale.
In Germania, l'esperimento che ha fornito 1.200 euro mensili a 122 partecipanti ha mostrato risultati promettenti in termini di benessere psicologico, partecipazione civica e iniziativa personale. Risultati simili emergono dal programma Stockton Economic Empowerment Demonstration (SEED) in California, dove un reddito minimo garantito ha portato a migliori risultati occupazionali e ridotto l'ansia finanziaria.
Un Nuovo Manifesto del Lavoro: Sette Principi per l'Era dell'IA
Per navigare questa transizione epocale, propongo un nuovo "manifesto del lavoro" basato su sette principi fondamentali:
1. Dalla Professione all'Identità Multipla
Riconosciamo che siamo più delle nostre professioni. La nostra identità si compone di molteplici dimensioni: i nostri valori, relazioni, interessi, contributi alla comunità. Il lavoro retribuito è solo una delle espressioni del nostro essere, non la sua totalità. Le politiche pubbliche, i sistemi educativi e le norme sociali devono evolvere per riconoscere e valorizzare questa multidimensionalità.
2. Dall'Occupazione al Contributo
Superiamo l'equazione "valore umano = occupazione". Ridefiniamo il contributo sociale per includere attività cruciali ma storicamente non riconosciute: la cura dei familiari, il volontariato, la produzione artistica e culturale, l'innovazione civica, la manutenzione dei beni comuni. Questi contributi meritano riconoscimento non solo simbolico ma anche materiale, attraverso nuovi sistemi di protezione sociale.
3. Dalla Competizione alla Collaborazione
L'idea che l'uomo debba competere con la macchina è un vicolo cieco. Il valore umano non risiede nella velocità di calcolo o nella memorizzazione, ma nella creatività, nell'intelligenza emotiva, nella capacità di connessione e nella comprensione contestuale. L'intelligenza artificiale dovrebbe essere uno strumento di potenziamento, non di sostituzione. Il modello "essere umano + AI" unisce efficienza e qualità, liberandoci dai compiti ripetitivi.
4. Dalla Scarsità all'Abbondanza Distribuita
L'automazione e la digitalizzazione creano potenzialmente un'economia di abbondanza. Il problema non è la scarsità di risorse, ma la loro distribuzione. Meccanismi come il reddito di base universale, le cooperative di dati, le valute complementari e i modelli di proprietà condivisa possono trasformare i guadagni di produttività dell'IA in prosperità distribuita anziché concentrata.
5. Dalla Rigidità alla Modularità Temporale
Abbandoniamo il modello lineare "educazione-lavoro-pensione" per abbracciare percorsi di vita più fluidi e modulari. Periodi di lavoro intenso si alternano a sabbatici, formazione, cura, esplorazione. Questo richiede nuovi modelli previdenziali, formativi e occupazionali che riconoscano e supportino questa modularità, invece di penalizzarla.
6. Dalla Standardizzazione alla Personalizzazione
I modelli educativi e lavorativi standardizzati del XX secolo sono inadeguati per il XXI. L'IA permette percorsi di apprendimento e contributo altamente personalizzati, adattati alle capacità, interessi e circostanze di ciascuno. Le istituzioni devono evolvere per supportare questa personalizzazione, superando approcci "taglia unica" nell'istruzione e nelle politiche occupazionali.
7. Dalla Crescita alla Rigenerazione
Oltrepassiamo l'ossessione per la crescita economica misurata esclusivamente dal PIL. Adottiamo metriche di successo più olistiche che valorizzino la rigenerazione ambientale, il benessere psicologico, la coesione sociale e la realizzazione personale. Il lavoro nell'era dell'IA dovrebbe contribuire non solo alla creazione di valore economico, ma alla rigenerazione dei sistemi naturali e sociali da cui dipendiamo.
CONCLUSIONE
Prepararsi alla Transizione
La transizione verso questo nuovo paradigma sarà graduale ma irreversibile. Come osservano molti studiosi contemporanei, per la prima volta nella storia possiamo liberare gli esseri umani dalla necessità di lavorare per vivere. La domanda è: cosa faremo con questa libertà?
Economisti come Mariana Mazzucato suggeriscono che dobbiamo "passare da un capitalismo estrattivo a un'economia della missione", orientata verso la risoluzione delle grandi sfide del nostro tempo: cambiamento climatico, disuguaglianza, invecchiamento demografico.
Per affrontare questa transizione, è necessario un nuovo patto sociale tra cittadini, imprese e istituzioni. Non possiamo delegare questa trasformazione né al mercato, che tende a massimizzare il profitto a breve termine, né esclusivamente allo Stato, spesso vincolato da cicli elettorali e visioni limitate.
È necessario un approccio collaborativo, in cui:
- Le istituzioni educative
preparino le nuove generazioni non solo a professioni specifiche, ma a un futuro di apprendimento continuo, adattabilità e creatività.
- Le imprese
riconoscano che il loro successo a lungo termine dipende dal benessere delle persone e del pianeta, non solo dalla massimizzazione del valore per gli azionisti.
- I cittadini
si impegnino attivamente nella ridefinizione del contratto sociale, rivendicando il diritto a una vita dignitosa e significativa al di là del paradigma produttivo tradizionale.
- I sindacati e le organizzazioni della società civile
evolvano per rappresentare non solo i lavoratori tradizionali, ma tutte le forme di contributo sociale.
La vera domanda non è se l'intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro, ma se sapremo cogliere questa opportunità per creare una società più giusta, sostenibile e umana.
Il futuro del lavoro non è semplicemente un insieme di nuove professioni o competenze. È una nuova comprensione di cosa significhi contribuire al mondo come esseri umani liberi e creativi. Non è la fine del lavoro umano – è l'inizio della sua trasformazione più profonda!
---
Manifesto sul Lavoro del futuro
"Il 'Lavoro' non è quello che fai, ma il valore che crei"
Andrea Millozzi
freezonemagazine.com/articoli/…
POETICA Entrare in contatto con la poesia di Paul Celan non è semplice: non lo è per l’importanza della sua opera – siamo di fronte ad una figura apicale della storia poetica, nonostante la breve parabola del suo percorso terreno – e non lo è perché è una sfida intellettualmente impegnativa per la natura della […]
L'articolo Paul Celan proviene da FREE ZONE MAGAZINE.
POETICA Entrare in contatto con la poesia di Paul Celan non è
L’ONG noyb contro Meta: “Basta addestrare l’IA coi dati degli utenti europei”
I dati che inserisci dentro i social network sono cibo per le intelligenze artificiali.
L’ONG austriaca per la protezione dei dati noyb (non sono affari tuoi) ha inviato una lettera alla sede irlandese di Meta chiedendole di interrompere immediatamente la raccolta dei dati degli utenti per addestrare modelli di intelligenza artificiale senza esplicito consenso. Se le richieste verranno ignorate, gli attivisti per i diritti umani hanno minacciato una class action da parte degli utenti dell’UE.
Il motivo era l’iniziativa di Meta di utilizzare dati pubblici di utenti adulti di Facebook e Instagram nell’Unione Europea per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. L’inizio della campagna è previsto per il 27 maggio 2025. L’azienda aveva già tentato di attuare una pratica simile nel giugno 2024, ma è stata costretta a sospenderla a causa delle richieste dell’autorità irlandese per la protezione dei dati.
Secondo noyb, invece di chiedere il consenso volontario degli utenti (opt-in), Meta fa riferimento a un “interesse legittimo” e offre solo la possibilità di rinunciare, e solo in forma limitata: solo prima dell’inizio del processo di addestramento dell’IA. Tuttavia, secondo gli attivisti, la procedura di opt-out non è trasparente e viola le disposizioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
L’organizzazione ha inoltre sottolineato che anche se solo il 10% degli utenti accettasse di fornire i propri dati, ciò sarebbe sufficiente per addestrare modelli linguistici per tutte le lingue dell’Unione Europea. Meta, da parte sua, afferma di raccogliere i dati per “riflettere la diversità linguistica, geografica e culturale della regione” nei suoi prodotti di intelligenza artificiale. Tuttavia, secondo noyb, tali spiegazioni non fanno altro che mascherare l’estrazione di massa di dati con il pretesto del progresso tecnologico.
noyb ha notato che Meta sta ancora una volta entrando in conflitto diretto difendendo ostinatamente il diritto all’uso “silenzioso” dei dati. Si sottolinea inoltre che altri sviluppatori di intelligenza artificiale riescono a fare a meno di raccogliere dati degli utenti dai social network e comunque creano modelli di qualità superiore. In una dichiarazione, Meta ha respinto le affermazioni di noyb, affermando di aver fornito agli utenti dell’UE una “chiara” opportunità di opporsi all’uso dei loro dati. L’azienda sostiene di operare nel rispetto della legge e di non violare il GDPR.
Tuttavia, vale la pena ricordare che Meta ha già dovuto affrontare accuse simili. Nell’agosto 2023, l’azienda ha accettato di modificare la base giuridica per la raccolta di dati a fini pubblicitari mirati, passando dal “legittimo interesse” al consenso dell’utente. La decisione è stata presa sotto la pressione delle autorità di regolamentazione europee preoccupate per le violazioni dei diritti digitali.
Sulla scia del conflitto Meta, cresce l’attenzione verso gli aspetti legali dell’elaborazione dei dati. Una recente sentenza della Corte d’appello belga ha stabilito che il Transparency and Consent Framework, ampiamente utilizzato in Europa da Google, Microsoft, Amazon e altri per ottenere il consenso degli utenti per la pubblicità mirata, è illegale. Il tribunale ha evidenziato la non conformità agli standard del GDPR e la violazione dei principi di trasparenza.
Nel frattempo, secondo noyb, le autorità di regolamentazione nazionali dell’UE rimangono in silenzio sulla questione dell’utilizzo dei dati dei social media per addestrare l’intelligenza artificiale senza esplicito consenso. Questo, secondo gli attivisti, consente a Meta di attuare i suoi piani senza ostacoli, nonostante le possibili conseguenze legali e la violazione dei diritti di milioni di utenti.
L'articolo L’ONG noyb contro Meta: “Basta addestrare l’IA coi dati degli utenti europei” proviene da il blog della sicurezza informatica.
reshared this
Oggi, #17Maggio, è la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita con risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007.
Qui la nota inviata alle scuole in occasione della Giornata ▶️ mim.gov.
Ministero dell'Istruzione
Oggi, #17Maggio, è la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita con risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007. Qui la nota inviata alle scuole in occasione della Giornata ▶️ https://www.mim.gov.Telegram
Making Sure the Basement Stays Dry with an ESP8266
The hack we have for you today is among our most favorite types of hack: a good, honest, simple, and well documented implementation that meets a real need. Our hacker [Solo Pilot] has sent in a link to their basement monitor.
The documentation is quite good. It’s terse but comprehensive with links to related information. It covers the background, requirements, hardware design, sensors, email and SMS alerts, software details, and even has some credits at the end.
Implementing this project would be a good activity for someone who has already made an LED flash and wants to take their skills to the next level by sourcing and assembling the hardware and then configuring, compiling, deploying, and testing the software for this real-world project.
To make this project work you will need to know your way around the Arduino IDE in order to build the software from the src.zip
file included with the documentation (hint: extract the files from src.zip
into a directory called AHT20_BMP280
before opening AHT20_BMP280.ino
and make sure you add necessary boards and libraries).
One feature of the basement monitor that we would like to see is a periodic “everything’s okay” signal from the device, just so we can confirm that the reason we’re not getting an alarm about flooding in the basement is because there is no flood, and not because the battery ran dead or the WiFi went offline.
If you’ve recently started on your journey into where electronics meets software a project such as this one is a really great place to go next. And of course once you are proficient with the ESP8266 there are a thousand such projects here at Hackaday that you can cut your teeth on. Such as this clock and this fault injection device.
Difesa Ue, conventio ad escludendum per l’Italia? L’accusa di Gambino (Ecr)
@Notizie dall'Italia e dal mondo
FdI e FI sono contrari al nuovo regolamento Edip, il programma per rafforzare la base industriale e tecnologica della Difesa Ue, che è stato approvato dalle commissioni Industria e Difesa dell’Europarlamento e che mette alcuni paletti all’Italia. Paletti che potrebbero
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Paolo Redaelli
in reply to Informa Pirata • • •Passi per i prodotti che richiedono manodopera a basso costo, gli #iphone?
@informatica
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.