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Finalmente qualche avvocato si muove. I referendum qui in Italia, vengono rispettati a comodo.

Mancato rispetto dei referendum per l'acqua pubblica: presentato ricorso alla CEDU - L'INDIPENDENTE
lindipendente.online/2025/05/1…



Due ore di telefonata che fanno ancora a pezzi i governanti dell'Unione Europea, dove Putin ha acconsentito, tra l'altro, anche alla tanto agognata tregua, ma solo a determinate condizioni.

Solo che, per la tregua, le condizioni non le detta Macron e nemmeno Meloni, le detta chi ha vinto la guerra. Volevano mettere all'angolo la Russia, ma sono andati a chiedere con la lingua di fuori una tregua strumentale, volta al riarmo dell'Ucraina e a sventolare una falsa voglia di pace.

Anche Trump, che le ha provate tutte per dire di aver vinto e di aver imposto alla Russia le condizioni, ha fatto marcia indietro. Ci può essere la tregua, ci può essere la fine di tutto, ma bisogna considerare chi la guerra l'ha vinta, chi l'ha persa, chi l'ha causata, chi l'ha alimentata e chi non vuole che finisca.

Questi ultimi vedono in prima fila i governanti dell'UE, che senza guerra gli si rompe il giocattolino, e danno l'inizio della fine della figura più becera e vergognosa mai vista nell'ambito delle relazioni internazionali. Resta il fatto che, come dicevamo noi spie del Cremlino, gli USA hanno usato l'Ucraina per seppellire ciò che rimaneva dell'Unione Europea.

Qualche accordo molto probabilmente uscirà, e a trarne benefici saranno su tutti la Russia. Poi gli USA, che hanno raggiunto l'obiettivo di staccare la Russia dai Paesi dell'UE e ora puntano ad allontanare Russia e Cina, nemica numero uno di Trump. Perde l'Ucraina su tutti i fronti e l'Unione Europea, che oltretutto si farà carico delle spese accogliendo con la fanfara Kiev tra le stanze di Bruxelles. Dei fenomeni proprio!

🔴 Stasera alle 20:30 in diretta su YouTube ne parliamo con Roberto Iannuzzi. Siateci!
youtube.com/live/5To6dJVnWxg?s…

GiuseppeSalamone

in reply to Mro

@mro io la vedo in maniera diversa.Trump non ha ancora capito un casio (non che sia una novità) e Putin lo sta prendendo in giro. Non ci sarà nessuna trattativa è solo fuffa e se Trump si smarcherà subentreranno UE e Turchia e gli USA perderanno ulteriore credibilità. Peccato che a non capire un casio non sia solo Trump ma anche la nostra Giorgia che sta danneggiando il paese.


Gaza, la missione italiana di ong e parlamentari in viaggio verso Rafah. Oxfam: “Governo complice dei crimini di Israele” - Il Fatto Quotidiano
ilfattoquotidiano.it/2025/05/1…


In Cina il CNVD premia i migliori ricercatori di sicurezza e la collaborazione tra istituzioni e aziende


Durante una conferenza nazionale dedicata alla sicurezza informatica, sono stati ufficialmente premiati enti, aziende e professionisti che nel 2024 hanno dato un contributo significativo al National Information Security Vulnerability Database (CNNVD). L’evento ha messo in luce l’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, aziende private e mondo accademico per migliorare la capacità del Paese di individuare, segnalare e mitigare le vulnerabilità nelle infrastrutture critiche.

Nel corso dell’evento sono stati consegnati undici premi distinti, tra cui il “Premio Miglior Esordiente”, il “Premio per il Contributo Eccezionale al Reporting di Alta Qualità”, quello per le “Vulnerabilità di Alta Qualità”, il premio per il “Controllo delle Vulnerabilità”, e ulteriori riconoscimenti a università, esperti tecnici e produttori impegnati nella condivisione delle informazioni. I vincitori includono grandi nomi del settore tech e della cybersicurezza cinese come Huawei, Tencent, Qi’anxin, Sangfor e molte altre realtà emergenti.

Grande attenzione è stata data anche alle collaborazioni accademiche, con premi conferiti a istituzioni come l’Università di Aeronautica e Astronautica di Pechino e l’Istituto tecnico di Qingyuan. L’importanza del contributo universitario è stata sottolineata come elemento chiave per la formazione di nuovi talenti e lo sviluppo di soluzioni innovative nel campo della sicurezza informatica.

Numerose aziende, tra cui anche i principali operatori di telecomunicazioni, fornitori energetici e realtà industriali strategiche, sono state premiate per la cooperazione nel rafforzare la sicurezza delle infrastrutture critiche. Questo dimostra come il tema della cybersicurezza sia ormai centrale per la resilienza nazionale, coinvolgendo settori trasversali e fondamentali per la stabilità del Paese.

Non sono mancati i riconoscimenti individuali: esperti tecnici selezionati per il loro contributo specifico sono stati premiati come “Specially Appointed Technical Experts of the Year”, tra cui figure provenienti da aziende leader come CyberKunlun, Huashun Xinan e Douxiang. I loro interventi hanno rappresentato un esempio di eccellenza nella risposta alle minacce informatiche.

A conclusione dell’evento, i rappresentanti delle istituzioni accademiche e aziendali hanno tenuto discorsi che hanno riaffermato la necessità di continuare a costruire un ecosistema coeso e proattivo per la gestione delle vulnerabilità.

Il CNNVD ha ribadito il proprio impegno a rafforzare il ruolo del database come punto di riferimento nazionale, ponte tra talenti, istituzioni e aziende, per garantire una sicurezza informatica sempre più avanzata e coordinata.

L'articolo In Cina il CNVD premia i migliori ricercatori di sicurezza e la collaborazione tra istituzioni e aziende proviene da il blog della sicurezza informatica.



3D Printing Uranium-Carbide Structures for Nuclear Applications



Fabrication of uranium-based components via DLP. (Zanini et al., Advanced Functional Materials, 2024)Fabrication of uranium-based components via DLP. (Zanini et al., Advanced Functional Materials, 2024)
Within the nuclear sciences, including fuel production and nuclear medicine (radiopharmaceuticals), often specific isotopes have to be produced as efficiently as possible, or allow for the formation of (gaseous) fission products and improved cooling without compromising the fuel. Here having the target material possess an optimized 3D shape to increase surface area and safely expel gases during nuclear fission can be hugely beneficial, but producing these shapes in an efficient way is complicated. Here using photopolymer-based stereolithography (SLA) as recently demonstrated by [Alice Zanini] et al. with a research article in Advanced Functional Materials provides an interesting new method to accomplish these goals.

In what is essentially the same as what a hobbyist resin-based SLA printer does, the photopolymer here is composed of uranyl ions as the photoactive component along with carbon precursors, creating solid uranium dicarbide (UC2) structures upon exposure to UV light with subsequent sintering. Uranium-carbide is one of the alternatives being considered for today’s uranium ceramic fuels in fission reactors, with this method possibly providing a reasonable manufacturing method.

Uranium carbide is also used as one of the target materials in ISOL (isotope separation on-line) facilities like CERN’s ISOLDE, where having precise control over the molecular structure of the target could optimize isotope production. Ideally equivalent photocatalysts to uranyl can be found to create other optimized targets made of other isotopes as well, but as a demonstration of how SLA (DLP or otherwise) stands to transform the nuclear sciences and industries.


hackaday.com/2025/05/19/3d-pri…



Tutte le magagne dei chatbot peperini Replika dell’americana Luka

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il Garante della Privacy aveva bloccato l'app che permette di fare sexting con gli avatar nel febbraio del 2023. Oggi la multa multimilionaria. Replika, che mette al servizio dei propri



Overengineered Freezer Monitor Fills Market Void


A lot of projects we see around here are built not just because they can be built, but because there’s no other option available. Necessity is the mother of invention, as they say. And for [Jeff] who has many thousands of dollars of food stowed in a chest freezer, his need for something to keep track of his freezer’s status was greater than any commercial offering available. Not only are freezers hard on batteries, they’re hard on WiFi signals as well, so [Jeff] built his own temperature monitor to solve both of these issues.

The obvious solution here is to have a temperature probe that can be fished through the freezer in some way, allowing the microcontroller, battery, and wireless module to operate outside of the harsh environment. [Jeff] is using K-type thermocouples here, wired through the back of the freezer. This one also is built into a block of material which allows him to get more diffuse temperature readings than a standard probe would provide. He’s also solving some other problems with commercially available probes here as well, as many of them require an Internet connection or store data in a cloud. To make sure everything stays local, he’s tying this in to a Home Assistant setup which also allows him to easily make temperature calibrations as well as notify him if anything happens to the freezer.

Although the build is very robust (or, as [Jeff] himself argues, overengineered) he does note that since he built it there have been some additional products offered for sale that fit this niche application. But even so, we always appreciate the customized DIY solution that avoids things like proprietary software, subscriptions, or cloud services. We also appreciate freezers themselves; one of our favorites was this restoration of a freezer with a $700,000 price tag.


hackaday.com/2025/05/19/overen…



NSO deve risarcire Meta: la sentenza che cambia il panorama della sorveglianza digitale


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Meta ha definito la sentenza una "prima vittoria contro lo sviluppo e l'uso di spyware illegali" e un “deterrente critico per tale settore dannoso" che minaccia la privacy dei consumatori delle app di messaggistica. Ecco cosa



Stampanti Procolored distribuiscono malware per mesi: utenti a rischio


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Per mesi, gli utenti hanno inavvertitamente infettato i propri sistemi scaricando malware direttamente dal sito ufficiale del produttore di stampanti Procolored, pensando si trattasse di aggiornamenti software. Ecco che c’è da sapere e cosa fare per rimettere in



Il Diritto alla Conoscenza nel 9° anniversario della scomparsa di Marco Pannella

@Politica interna, europea e internazionale

Lunedi 19 Maggio 2025, ore 16:00, Fondazione Luigi Einaudi, Via della Conciliazione 10, Roma Introduce Giseppe Benedetto, Presidente Fondazione Luigi Einaudi Intervengono Giulio Terzi, Senatore Roberto Rampi, già Senatore, Relatore sul Diritto



Giovanni Malagodi, il rigore di un liberale

@Politica interna, europea e internazionale

19 maggio 2025, ore 18:00 In diretta sui canali social della Fondazione. Interverranno Giammarco Brenelli Gerardo Nicolosi Nicola Rossi Modera Andrea Cangini
L'articolo Giovanni Malagodi, il rigore di un liberale proviene da Fondazione fondazioneluigieinaudi.it/giov…



Easy Panels With InkJet, Adhesives, and Elbow Grease


Nothing caps off a great project like a good, professional-looking front panel. Looking good isn’t easy, but luckily [Accidental Science] has a tutorial for a quick-and-easy front panel technique in the video below.

It starts with regular paper, and an inkjet or laser printer to print your design. The paper then gets coated on both sides: matte varnish on the front, and white spray paint on the obverse. Then it’s just a matter of cutting the decal from the paper, and it gluing to your panel. ([Accidental Science] suggests two-part epoxy, but cautions you make sure it does not react to the paint.)

He uses aluminum in this example, but there’s no reason you could not choose a different substrate. Once the paper is adhered to the panel, another coat of varnish is applied to protect it. Alternatively, clear epoxy can be used as glue and varnish. The finish produced is very professional, and holds up to drilling and filing the holes in the panel.

We’d probably want to protect the edges by mounting this panel in a frame, but otherwise would be proud to put such a panel on a project that required it. We covered a similar technique before, but it required a laminator.If you’re looking for alternatives, Hackaday community had a lot of ideas on how to make a panel, but if you have a method you’ve documented, feel free to put in the tip line.

youtube.com/embed/ekGpPaAR3Ec?…


hackaday.com/2025/05/19/easy-p…



di Andrea Fumagalli e Cristina Morini - Oh San Precario, Protettore di noi, precari della terra Dacci oggi la maternità pagata Proteggi i dipendenti delle catene commerciali, gli angeli dei call center, le partite iva e i collaboratori appesi a un filo Dona a loro ferie e contributi pensionistici, reddito e servizi gratuiti e salvali [...]

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“Oggi partecipo a Milano alla manifestazione unitaria ‘nessuno spazio per l’odio’ confessando la mia personale contraddizione: come John Belushi io odio i nazisti dell’Illinois e anche quelli italiani e europei”, dichiara il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. “Oggi a Milano alla manifestazione contro il summit dei fascisti razzisti del remigration leggeremo gli articoli [...]


Silvia Conca*

Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimuove l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Per ricordare questo storico traguardo, che ha rappresentato il primo passo in un lungo processo di contrasto alla patologizzazione (e, quindi, alla disumanizzazione) delle persone LGBTQIA+, dal 2004 il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Il 17 maggio 2025 si configura, però, in maniera completamente diversa dal 17 maggio 2024. È cambiato il mondo, eppure in Italia si fatica a percepire questa fase non come un incidente di percorso, ma come una trasformazione epocale, forse per evitare di prendere atto degli errori strategici che hanno reso fragilissime le grandi conquiste di questi decenni. I nemici delle persone LGBTQIA+ sono molti e seguono strade diverse. Qualcuno di loro si è persino camuffato da amico.

Bisogna riconoscere che l’attacco in corso ai diritti e all’autodeterminazione è una morsa che stringe da più lati, quindi è necessario che ci si difenda da più lati, collocando le politiche omolesbobitransfobiche italiane nello scenario globale e individuando le alleanze sociali che le sostengono, per costruire alleanze altrettanto ampie e forti.

Da Putin a Orbán

L’unico cambiamento di scenario a essere percepito pienamente come dirompente e distruttivo nel movimento italiano sembra essere il cambio di passo avvenuto in Ungheria.

Orbán a marzo del 2025 vieta i Pride, cioè perseguita la comunità LGBTQIA+ come soggettività capace di rivendicare i propri diritti, di entrare nel dibattito pubblico e di interloquire con la società. Si tratta della stessa omolesbotransfobia istituzionale sperimentata da anni in Russia attraverso la cosiddetta “legge contro la propaganda omosessuale”. L’attacco è verso i diritti politici, per evitare che si producano avanzamenti nei diritti civili, sociali e umani.

L’Europa e le sue diverse istituzioni sono state per molti anni lo spazio politico di riferimento dell’associazionismo LGBTQIA+ italiano, un porto sicuro per ottenere diritti anche in presenza di governi ostili o timidi. Senza la sentenza del 2015 della Corte Europea dell’Uomo, probabilmente non avremmo avuto le unioni civili. Vedere il modello russo sconfinare in uno stato membro dell’Unione Europea ha prodotto nel nostro paese una grande paura e una pronta risposta: la solidarietà alla comunità LGBTQIA+ ungherese è centrale nella piattaforma della mobilitazione nazionale del 17 novembre.

La spada di Damocle del modello russo, però, rimanda a questioni più ampie che scuotono il nostro continente. Ampia è stata, sulla carta, l’adesione dell’associazionismo LGBTQIA+ alla manifestazione convocata da Michele Serra il 15 marzo e dedicata a un’Europa dei sogni che non è né l’Europa di Maastricht, né tanto meno l’Europa di ReArm Europe.

Positiva e non scontata, invece, è stata l’adesione dell’associazionismo alla rete No DDL sicurezza, che colloca il movimento in una lotta più generale contro il restringimento dei diritti politici, che in Italia non parte dalla repressione delle soggettività LGBTQIA+ come in Ungheria e in Russia, ma punta sulla limitazione del diritto a manifestare di tutti e tutte. Quello che è necessario ammettere, però, è che Meloni non sembra seguire la strategia di Orbán e che l’omolesbotransfobia istituzionale in Italia sta seguendo altre strade.

Un altro segno positivo è che sono state raccolte le firme necessarie (più di un milione) per chiedere di mettere al bando in Unione Europea le cosiddette terapie di conversione o terapie riparative, che di sicuro non vengono praticate solo nei paesi del Gruppo di Visegrád.

Dalle multinazionali a Trump

Nelle poche settimane intercorse tra l’elezione di Trump a novembre del 2024 e il suo insediamento a gennaio del 2025 abbiamo assistito a un riposizionamento incredibile: le multinazionali che per anni hanno fatto rainbow washing sponsorizzando i Pride e usando i/le dipendenti LGBTQIA+ organizzati in “affinity groups” per popolarne i cortei con il loro marchio aziendale hanno improvvisamente cancellato le loro politiche di Diversity, Equality and Inclusion (DEI). Quei padroni che per anni si sono spacciati come progressisti hanno mostrato di essere lupi travestiti da agnelli e hanno applicato il “Project 2025” quando ancora Trump negava che fosse il suo programma politico.

All’insediamento del 20 gennaio Trump ha emesso una serie di ordini esecutivi: uno ha cancellato ogni singolo ordine esecutivo dell’amministrazione Biden che intervenisse sulla lotta alle discriminazioni, uno ha eliminato ogni riferimento alle persone LGBTQIA+ dai siti internet governativi, uno ha dichiarato che le istituzioni federali avrebbero da quel momento in poi riconosciuto l’esistenza immutabile del solo sesso maschile e del solo sesso femminile e uno ha vietato le politiche DEI in tutte le agenzie federali.

In questi mesi ha emesso una serie infinita di ordini esecutivi omolesbobitransfobici, oltre ad agire in maniera decentrata nelle singole agenzie tramite il DOGE di Elon Musk.

L’attacco ai diritti sociali (lavoro e salute) delle persone LGBTQIA+ e in particolare delle persone trans è fulcro dell’alleanza tra Trump e Musk e si configura come il primo passo per la distruzione di ogni forma di democrazia negli Stati Uniti. Cancellare le politiche DEI ha significato licenziamenti di massa tra i dipendenti pubblici appartenenti alle minoranze, al fine di svuotare dall’interno le agenzie governative e di procedere con la privatizzazione integrale di qualsiasi funzione pubblica. Come Putin e Orbán, Trump parte dalle persone LGBTQIA+ per far affermare un modello autoritario e reazionario di società, ma lo fa intervenendo direttamente in ogni singolo ambito con misure mirate e con un’alleanza strategica potentissima.

Questa azione sinergica tra destre neoreazionarie e padroni in Italia non sembra interessare. Nell’assemblea preparatoria per organizzare il 17 maggio era stato istituito un tavolo tematico che teneva insieme lavoro e attacco ai diritti democratici, ma questa connessione è sparita nella piattaforma della manifestazione. È rimasto Orbán, ma Trump è sparito. È rimasta la paura per l’attacco da parte del nemico di sempre all’Europa dei sogni, ma non emerge alcuna paura per ciò che sta nascendo in seno all’Occidente dei sogni.

Costa molto ammettere che, facendo sponsorizzare i Pride alle multinazionali, il movimento ha a sua volta sponsorizzato chi si sta schierando col nemico. Costa molto ammettere che attraverso le politiche DEI e gli “affinity group”organizzati dalle aziende i lavoratori e le lavoratrici LGBTQIA+ hanno messo il loro destino nelle mani dei padroni in un’alleanza illusoria e fragilissima.

Il Milano Pride l’anno scorso per la prima volta ha emesso un comunicato in cui motivava e difendeva la presenza degli sponsor alla sua parata. La settimana scorsa ne ha emesso un altro in cui ha ammesso che gli sponsor si sono volatilizzati. Se davvero i contributi economici degli sponsor finanziano per tutto l’anno i checkpoint gratuti per le malattie sessualmente trasmissibili, lo sport inclusivo, gli sportelli di sostegno, gli eventi culturali, l’assistenza legale, forse sarebbe il momento di considerare che il compito del movimento dovrebbe essere quello di lottare contro la dismissione generale dello stato sociale, affinché esso si prenda carico in maniera specifica delle esigenze di una comunità che non può dipendere dalle elemosina volatili di qualcuno per esercitare i suoi diritti.

La questione, come sempre, non è che “la lotta per i diritti civili deve andare di pari passo con quella per i diritti sociali”, ma che l’intreccio è inestricabile.

È in questo intreccio che si colloca l’omolesbobitransfobia istituzionale del governo Meloni.

Le scelte del governo Meloni

Nella morsa globale alla comunità LGBTQIA+ che abbiamo descritto c’è un filo conduttore, nonostante le strategie differenti: la retorica sulla tutela dei minori. Vale per Putin come per Trump e rappresenta il filo conduttore dell’omolesbotransfobia istituzionale praticata dal governo Meloni in questi anni.

Che si tratti dell’ispezione all’ospedale Careggi o del DDL Sasso, della nomina di Marina Terragni a Garante per i diritti dell’infanzia o della legge Varchi, lo spauracchio di fondo è identico. Peccato che questi provvedimenti colpiscono bambin* e ragazz* in carne e ossa, nel loro diritto alla salute, all’istruzione o a vedere riconosciuta la loro famiglia.

Non è una novità, la psicosi antigender è stata diffusa ad arte da tempo ed ha infiltrato anche il dibattito sui pochi diritti che si sono affermati nel nostro paese in questi anni. Le unioni civili sono monche per la questione della stepchild adoption. Centrale nell’affossamento del DDL Zan è stata la questione del contrasto all’omolesbobitransfobia nelle scuole. Se le forze politiche omolesbobitransfobiche diffondono la psicosi antigender, le forze “friendly” non sembrano avere gli anticorpi per contrastarla nemmeno nel loro dibattito interno, figuriamoci nella società. Persino alcune organizzazioni lesbofemministe hanno fatto propria quella retorica, stabilendo interlocuzioni ormai stabili con le destre e ostacolando l’approvazione del DDL. Il risultato è che ancora non abbiamo una legge per contrastare in ogni ambito le discriminazioni, le violenze e l’odio.

L’associazionismo ha convocato gli altri movimenti (femminista, antirazzista etc.) all’assemblea preparatoria per il 17 maggio. Noi abbiamo partecipato all’assemblea e a tutti i tavoli tematici, ma i movimenti non hanno risposto. L’intento era giusto e va perseguito ancora, nella consapevolezza che il lavoro di connessione sarà lunghissimo e deve essere centrale nella strategia del movimento LGBTQIA+. Non si può perseguire l’alleanza con gli altri movimenti e contemporaneamente andare in audizione dalla ministra Roccella. Non si possono contestare le interlocuzioni di ArciLesbica, che tante divisioni e tanti arretramenti hanno portato allo stesso movimento LGBTQIA+, per poi replicarle.

Le alleanze politiche e sociali perseguite in questi anni stanno mostrando tutta la loro volatilità. Chi si definiva amico si è schierato con i nemici o si è fatto travolgere dalla loro stessa retorica.

Da una parte ci sono i sistemi di dominio, dall’altra le soggettività oppresse. È arrivato il momento di schierarsi e unirsi, prima che ci travolgano.

*CPN



di Laura Tussi

Pacifista, Renato Accorinti da sempre lotta in favore degli ultimi, per i diritti umani, per un mondo migliore. Sindaco di Messina dal giugno 2013 a giugno 2018 e della città metropolitana di Messina dal 2016 al 2018, è tra i fondatori del movimento “No Ponte”, che si oppone alla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina. In questa intervista lancia la proposta di un Ministero della pace.

La proposta che hai fatto in piazza dell’Unione Europea a Messina in cosa consiste?

Partiamo dall’inizio.
Da molti anni avevo pensato di proporre l’istituzione di un Ministero della Pace, proposta che però è rimasta chiusa in un cassetto.
Negli ultimi anni, per la prima volta avvertiamo la paura della guerra reale tanto che il tema del riarmo è argomento quotidiano a livello europeo.
Farsi prendere dalla paura non serve.

Ma cosa possiamo fare? Come opporci alla corsa forsennata e criminale al riarmo che porta a una inesorabile escalation militare e nucleare?

Noi cittadini abbiamo un ruolo fondamentale, votiamo per eleggere persone responsabili, ma possiamo anche fare proposte utili per la collettività.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale tutta l’umanità voleva mettersi alle spalle l’orrore, il dolore, la morte. Non a caso tutte le più importanti istituzioni come l’ONU, la nostra Costituzione, la Carta dei diritti dell’uomo sono nate per dire “no” alla guerra e per avere Pace.
Queste altissime carte dei diritti umani sono l’emblema del diritto alla pace. Perché di diritto si tratta per l’umanità intera che sogna di vivere nella felicità senza la paura delle guerre e dei conflitti nucleari.
Nella nostra Costituzione l’articolo 11 ( “l’Italia ripudia la guerra”) e l’articolo 3, che parla di libertà ed uguaglianza, ci ricordano di non distrarci, di tenere sempre presente e alto il valore dei valori: la Pace.

Renato Accorinti con il tuo importante impegno di una vita per la nonviolenza vuoi lanciare la proposta di un Ministero della pace sia a livello nazionale sia Europeo. In cosa consiste questo progetto ambizioso che sfiora l’utopia?

In concreto, il Ministero della Pace deve diventare il più grande laboratorio di idee, di proposte, di percorsi educativi, per stimolare le nuove generazioni e non solo, a essere pacifiche, a credere nel genere umano, nell’interculturalità che arricchisce, nell’incontro tra le religioni, per attuare e approfondire la nonviolenza come stile di vita. E tanto altro!

Come agisce e come si declinano le istanze pacifiste e nonviolente del Ministero della Pace?

Il Ministero della Pace dà vita a un percorso di maturità e trasformazione che si nutre dell’interagire con gruppi e associazioni e singoli cittadini per poter generare proposte concrete e favorire nel tempo un clima pacifico nell’intera società, liberandoci dall’enorme aggressività tossica che respiriamo ovunque.
Il Ministero della Pace ribalta il vecchio modello pericoloso e costosissimo dell’armarsi sempre di più per avere “sicurezza”, con la proposta dirompente del percorrere la potente via della saggezza pacifica, che crede nel genere umano e nella sua umanità.
È un percorso culturale lento, virtuoso e profondo, che dobbiamo fare tutti insieme, istituzioni e cittadini, per iniziare a cambiare prima ognuno di noi, e costruire un futuro colmo di umanità e di gioia.
Dobbiamo avere consapevolezza che la democrazia, come la libertà e la pace, non sono conquistate e acquisite per sempre, ma vanno protette e alimentate con il nostro impegno deciso e amorevole tutti i giorni.
Diamo dignità alla sacralità delle istituzioni. Siamo concreti come dei sognatori come diceva Gaber.
Insieme faremo crescere questa proposta per poi chiedere ai partiti di discuterla in Parlamento per farla diventare realtà.
Chiederemo anche di creare il Ministero della Pace al Parlamento Europeo e a tutti i 27 stati membri.

Tutto questo è solo l’inizio, un primo passo per far crescere il desiderio di vedere concretizzato il Ministero della Pace.

Contribuiamo con pensieri e idee inviandoli a nonviolento@hotmail.com o a renatoaccorinti@gmail.com

Se questo pensiero prenderà forma, ci confronteremo di presenza per farlo diventare una proposta politica ufficiale.



Da quanto apprendiamo il “remigration summit”, un raduno internazionale di esponenti della galassia neofascista europea, che si propone la cacciata delle persone migranti dall’Europa, si terrà domani 17 maggio nel Teatro Comunale di Gallarate, in provincia di Varese, a pochi chilometri dall’aeroporto di Malpensa. Il sindaco del comune non conferma e non smentisce, ma chi [...]


Sabato 17 maggio il ns Partito sarà presente in tre importanti iniziative. A Milano, in P.zza San Babila e a La Spezia, con un corteo che partirà dal Parco 2 giugno, ci saremo per contrastare i gruppi dell’estrema destra internazionale e nazionale che intendono copiare Trump e l’AfD, organizzando raduni dal titolo “remigration day”. Una [...]


Stefano Galieni*

Se ne è andato un compagno di tante lotte condivise e resto, mi si scusi se parlo in prima persona, attonito, addolorato, indignato, incredulo. Se ne è andato alla vigilia dell’anniversario della Nakba, quante volte ne avevamo parlato, e nei giorni in cui il governo israeliano vuole ripetere, mentre continua il genocidio, l’ennesima deportazione di uomini donne e bambini che sono e saranno sempre Palestina. Ci conoscemmo quando si stava profilando la prima Intifada, quando la gente di Gaza e Cisgiordania, decise di non accettare più una finta pacificazione fondata sull’occupazione militare, sulla demolizione di case e ulivi, sulla costruzione di insediamenti per coloni, provenienti dall’Est Europa, sul tentativo di annientare ogni diritto all’esistenza della sola parola Palestina. Quasi 40 anni fa, quella che venne chiamata la “rivolta delle pietre”, perché a mani nude, lanciando sassi contro i carrarmati, ragazzini, adolescenti, cadevano sotto i colpi di mitra di uno degli eserciti più potenti del mondo. Ali Rashid era per noi allora giovani e solidali con la causa palestinese, un punto di riferimento, di confronto, di dibattito a volte anche aspro ma sempre fecondo. Era allora Primo segretario della delegazione palestinese in Italia, l’uomo, il compagno, a cui chiedere “cosa possiamo fare?” Da uomo di pace, quale è sempre stato, si spese per una idea bella e geniale, il progetto “kufia, matite per la Palestina”, realizzata con Il Manifesto. Una mostra di disegni realizzati da italiani, palestinesi e israeliani ad indicare con l’arte la via per porre fine a quell’eccidio quotidiano. Girammo nelle città palestinesi e israeliane, dove imperversavano già da allora i controlli e la repressione, scortando e difendendo la mostra, sia in città palestinesi che in luoghi israeliani votati alla pace e alla fine dell’occupazione. Da quella prima visita nacque, un altra, che oggi sarebbe considerata folle, piccola grande idea di internazionalismo solidale. Mettemmo in piedi, con compagne e compagni provenienti da diverse esperienze politiche, un gruppo chiamato Al Ard, (La Terra), andavamo nei Territori Occupati e a Gaza, ci mettevamo in contatto, con l’aiuto di interlocutori delle diverse forze politiche, con piccole cooperative, soprattutto composte da donne, che operavano nell’agricoltura, per sostenerne economicamente microprogetti di sostegno, un macchinario, un materiale, quello che era impedito avere a causa di politiche di embargo israeliano. Lui da Roma ci dava indicazioni, ci seguiva dove non poteva venire fisicamente, garantiva sulla nostra affidabilità. Intrecciammo rapporti con una resistenza laica e progressista, vedemmo con i nostri occhi come l’occupante, per indebolire l’Olp, iniziava a contrastare ogni forma di aggregazione e di istruzione, chiudendo le scuole e le università pubbliche e contemporaneamente sostenendo le moschee. Ogni volta che si tornava a casa, dopo uno dei tanti viaggi, portavamo con noi un bagaglio di storie che ancora oggi, anche se in molti ci siamo persi di vista, ci accomunano. E provammo anche a praticare quella disobbedienza civile che tanto irritava la forza militare, con Giovanni Russo Spena, allora parlamentare, che si incatenava davanti alle case, per impedirne l’abbattimento. Ali ci incitava, ci consigliava, si preoccupava dei rischi che correvamo, ma il legame che ci unì allora rimase inalterabile. Le serate a casa sua, a parlare e a sperare in un futuro migliore, al sogno di poter rivedere un giorno la Gerusalemme dei suoi genitori che lui, nato in Giordania, non aveva visto. Ogni incontro era un’immersione a volte disincantata, in una infinita cultura politica. Misurava le parole cogliendone il peso e la gravità ogni volta, non accettava la faciloneria con cui spesso si costruivano etichette o stereotipi. Fu naturale ritrovarlo in Rifondazione Comunista, anni dopo, quando, dopo il fallimento degli accordi di Oslo, si iniziarono a perdere le speranze e lo stesso contesto palestinese cambiava. Gioimmo riuscendo ad eleggerlo in un Parlamento in cui almeno la voce della Palestina si potesse sentire nitida e chiara, scandita dalle sue pause e dalla sua innata saggezza. Da Ali imparai quanto si può dissentire politicamente, compiere scelte diverse, ma conservare insieme alla stima e all’affetto, la capacità di guardare oltre il presente, di preservare quel prevalente comune che univa tutte e tutti coloro che lottano per le cause dei popoli oppressi come per le ingiustizie quotidiane nostrane. Non ci siamo mai persi ed ogni volta era un abbraccio, un ricordarsi privo di nostalgia una conferma di come in fondo i legami veri restano e non possono essere vanificati. Le storie, il tempo, gli anni che trascorrevano, ci hanno portato anche a sorridere degli scontri che ci è capitato di avere, di ricordare con amarezza le occasioni perse e gli errori compiuti, di continuare a compiere una ostinata ricerca nel presente, quello buio e cupo che incontravamo, per riannodare i fili, per ricominciare, per non arrendersi. Ed Ali Rashid non si è mai arreso. Gli anni lo avevano reso ancora più lucido e profondo, lo avevano portato a raccontarsi, lui solitamente riservato nel mostrare le cicatrici, facendo emergere ricordi di ragazzo, la pesantezza dell’esilio, la scoperta dell’impegno politico come antidoto potente all’autodistruzione. Aveva lasciato da anni la sua casa di Roma in cui ci si incontrava prima di partire, per avere consigli e far giungere messaggi a chi occupava ruoli particolari in patria. Si era trasferito nella tranquillità umbra dove scriveva, da cui instancabile, si muoveva, sempre con la voglia di far conoscere al mondo della solidarietà popolare che non ha mai smesso di esistere, la profondità della tragedia umana, politica, sociale e culturale che da quasi ottanta anni ormai nega ogni possibilità di gioia, di futuro, di speranza. Riprendere insieme il cammino politico durante le ultime elezioni europee, con la lista Pace Terra Dignità, fu una ovvia convergenza, gli si leggeva ancora come tanti anni fa, quella luce mai spenta nell’impegno politico e sociale, nonostante tutto e nonostante tutti. Ci ha lasciato all’improvviso, senza un segnale, ed è difficile credere che sia vero. Ci ha lasciato più poveri ma tante e tanti altri raccoglieranno il suo grande esempio. Ne sono certo.

*Unità 15 maggio



Rifondazione Comunista piange la morte improvvisa e inaspettata del compagno Ali Rashid, un punto di riferimento per decenni nel nostro paese per la causa palestinese. Ali è stato un militante, un dirigente politico, un diplomatico, un parlamentare, un intellettuale di straordinario valore e un meraviglioso compagno di rara umanità. Un giorno la sua amata Palestina [...]


di Alba Vastano - La storia del presidente “impossibile”. Un mito nella storia dell’Uruguay. Terminato il primo marzo il suo mandato. Ora senatore. L’amore per la terra, per i fiori e per il ciclismo. Seguace del movimento studentesco anarchico. I Tupamaros e la repressione dopo il golpe militare. Pepe e gli anni di prigionia. Lucia [...]


Il Partito della Rifondazione Comunista è dal 1998, che chiede la chiusura dei centri in cui vengono internate le persone migranti che non hanno i documenti per restare in Italia. In 27 anni hanno cambiato nome, ora si chiamano “Centri Permanenti per i Rimpatri” (CPR). 9 sono in funzione in Italia e uno in Albania. [...]


USA. La Corte Suprema dà il via libera alle deportazioni di venezuelani


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Con una decisione che segna un duro colpo per migliaia di rifugiati, la Corte Suprema ha autorizzato l'amministrazione Trump a revocare le protezioni contro la deportazione per circa 348.000 venezuelani. La misura, parte di una più ampia stretta



#Europa, la crisi nelle urne


altrenotizie.org/primo-piano/1…


A UV Meter For The Flipper Zero


flipper zero uv sensor

We all know UV radiation for its contributions to getting sunburned after a long day outside, but were you aware there are several types different types of UV rays at play? [Michael] has come up with a Flipper Zero add on board and app to measure these three types of radiation, and explained some of the nuances he learned about measuring UV along the way.

At the heart of this project is an AS7331 sensor, it can measure the UV-A, UV-B, and UV-C radiation values that the Flipper Zero reads via I2C. While first using this chip he realized to read these values is more complex than just querying the right register, and by the end of this project he’d written his own AS7331 library to help retrieve these values. There was also a some experimenting with different GUI designs for the app, the Flipper Zero screen is only 128x64px and he had a lot of data to display. One feature we really enjoyed was the addition of the wiring guide to the app, if you install this Flipper Zero app and have just the AS7331 sensor on hand you’ll know how to hook it up. However if you want he also has provided the design files for a PCB that just plugs into the top of the Flipper Zero.

Head over to his site to check out all the details of this Flipper Zero project, and to learn more about the different types of UV radiation. Also be sure to let us know about any of your Flipper Zero projects.


hackaday.com/2025/05/19/a-uv-m…



According to its newest transparency report, Telegram complied with more than 5,000 requests from authorities in the first three months of 2025.#News


Telegram Gave Authorities Data on More than 20,000 Users


Telegram gave authorities the data on 22,777 of its users in the first three months of 2025, according to a GitHub that reposts Telegram’s transparency reports.That number is a massive jump from the same period in 2024, which saw Telegram turn over data on only 5,826 of its users to authorities. From January 1 to March 31, Telegram sent over the data of 1,664 users in the U.S.

Telegram is a popular social network and messaging app that’s also a hub of criminal activity. Some people use the site to stay connected with friends and relatives and some people use it to spread deepfake scams, promote gambling, and sell guns.
playlist.megaphone.fm?p=TBIEA2…
CEO Pavel Durov long promoted the social network as a safe space for free speech and resisted cooperation with national governments. That changed last year when authorities in France arrested him after Telegram refused to turn over data related to a child abuse investigation.

Now Durov and Telegram are more cooperative with government requests for user data. As part of that process, Telegram runs a bot that will tell users how many requests the service has received and how many users have been affected. The bot only reports on data where the user is registered, but there are multiple sites and Telegram channels that share the transparency reports for a given country as they refresh. The technologist Tek, who works at Human Rights Watch, organized the data on a GitHub.

According to the GitHub data, Telegram processed at least 13,615 requests and turned over the data of 22,277 users in the first quarter of 2025. The report said that 576 of those were U.S. requests and 1,664 users were affected.

Durov had been stuck in France since his arrest, but his lawyers recently negotiated a temporary release from the country. He flew to Dubai on March 15 and started taking small shots at the French government in social media posts.

A centrist presidential candidate won an election in Romania over the weekend after fears that a hard-right populist may take power. In a post on Telegram the morning after the election, Durov implied that France had asked him to suppress the far-right candidate on Telegram.

“A Western European government (guess which 🥖) approached Telegram, asking us to silence conservative voices in Romania ahead of today’s presidential elections. I flatly refused. Telegram will not restrict the freedoms of Romanian users or block their political channels,” Durov said. “You can’t ‘defend democracy’ by destroying democracy. You can’t ‘fight election interference’ by interfering with elections. You either have freedom of speech and fair elections — or you don’t. And the Romanian people deserve both.”

Durov named the country, and the official who made the ask, in a post on X. “This spring at the Salon des Batailles in the Hôtel de Crillon, Nicolas Lerner, head of French intelligence, asked me to ban conservative voices in Romania ahead of elections. I refused. We didn’t block protesters in Russia, Belarus, or Iran. We won’t start doing it in Europe,” Durov said. The French intelligence service has denied any of this took place.

In the first three months of 2024, Telegram took 4 requests from France and turned over the data of 17 people, according to the data in the GitHubIt fielded none from Romania. In the same time period a year later it fielded 668 requests from France and turned over the data of 1,425 users. Romania got on the board too, with 37 requests of its own that affected 88 users.


#News



Quest'uomo è un mostro e chi filosofeggia sul diritto di Israele a difendersi è un mostro come lui.

Dalla newsletter di Haaretz:

Netanyahu said that he authorized "minimal humanitarian aid – food and medicine only" to be delivered to Gaza, because Israel was close to "reaching the red line."

According to Netanyahu, "our best friends in the world – senators I know as strong supporters of Israel – have warned that they cannot support us if images of mass starvation emerge. We must avoid famine, both for practical reasons and diplomatic ones."



Keebin’ with Kristina: the One with the Wafer-Thin Keyboard


Illustrated Kristina with an IBM Model M keyboard floating between her hands.

The mikecinq, an incredibly slim keyboard.Image by [dynam1keNL] via redditBut sir! I can’t believe I missed [dynam1keNL]’s initial flat offering from about a year ago, the mikefive, which came about when he and some friends ordered switches directly from Kailh and Kailh were like, do you want to try these even lower-profile PG1316 laptop switches? It’s called the mikefive because it’s 5 mm thick.

That’s okay, though, because now you’re caught up and I can talk about his latest keyboard, the mikecinq. The inspiration for this one includes the aesthetics of Le Chiffre and the slimness of Le Oeuf. As you’ll see in the gallery, the top is ever-so-slightly slanted downward from the top.

You can see it really well in the second picture — the top row is flush with the case, and the keys gradually get taller toward the thumb clusters. All [dynam1keNL] really had to do was 3D model the new case and screw in the PCB from his daily driver mikefive.

Image by [dynam1keNL] via reddit[dynam1keNL] ultimately found it nice and comfy, especially for the thumbs, but decided to take it one step further and designed a new switch footprint. Why? The PG1316s are surface-mount with contacts below the switch, so you really need a hotplate or oven to mount them.

So in order to deal with this, he made a dedicated mikecinq PCB with big cutouts with castellated holes beneath each switch. Now, the switch contacts are accessible from underneath and can be soldered with an iron.

You may have noticed that the mikefive production files are not available on GitHub — that’s because it was recently licensed and will be available soon. But if you want production files for the mikecinq, let him know in the comments.

Cyberpunk 2077 Here In 2025


A Cyberpunk 2077-themed split keyboard with a yellow case and Baja Blast RGB and everything.Image by [felipeparaizo] via redditWhile this Cyberpunk 2077 keyboard is certainly nice enough to be a centerfold, [felipeparaizo] has a full write-up on GitHub, so here I go talking about it at length instead!

This here is a Sofle RGB v2.1 that, as we’ve concluded, is heavily inspired by Cyberpunk 2077. The case is 3D-printed and then airbrushed, and then stickered up with custom decals that include references to Arasaka and Samurai. The acrylic base lets even more Baja Blast-colored RGB goodness shine through.

The switches are Akko Crystal Blues, which seem like a great choice, and the caps are two combined sets — one matte and one translucent. This is the second version of the project, and you can see how the first one turned out over on GitHub.

via reddit

The Centerfold: An Avalanche of Color


A colorful Avalanche keyboard in the 60% style.Image by [CaptLynx] via redditSo this right here is an Avalanche keyboard, but at 60%. Go admire the original ones real quick; I’ll wait. They’re just as lovely as this one! I love the jawbreaker-esque layers of the case, and those knobs are exquisite.

Do you rock a sweet set of peripherals on a screamin’ desk pad? Send me a picture along with your handle and all the gory details, and you could be featured here!

Historical Clackers: the Brackelsberg


The Classic Typewriter page calls the Brackelsberg syllabic typewriter “another hallucinogenic creation from the golden age of writing machine design“, and I don’t disagree.
The Brackelsberg, a two-handed type-writing torture device.Image via The Classic Typewriter Page
This 1897 machine had types arranged on several type sectors which swung up and down. Each sector carried about 30 types, which I take to mean characters.

The 132-key board was divided into four sectors, and they could be operated simultaneously — as in, you could type four characters at once, entering entire syllables if you so desired. Thus, it was called a syllabic typewriter.

A hammer struck from the rear, connecting the paper and ribbon with the types. It seems slow and cumbersome, doesn’t it? But Brackelsberg insisted that it was quiet, pointed out that the writing was always visible, and argued that the syllabic gimmick would make it fast and convenient to use.

Although never mass-produced, a working prototype was built and is pictured here in a photograph from Friedrich Muller’s book called Schriebmaschinen und Schriften-Vervielfältigung published in 1900.

Finally, a Keyboard That Looks Like a Typewriter and Might Not Suck


I say this because of the disappointment I suffered buying a similar Bluetooth keyboard for ten bucks from a place where everything typically costs half of that or less. The thing just stopped working one day not long after the store warranty had expired. You win some, you lose some, I suppose.
The Yunzii QL75 keyboard, which resembles a typewriter that AI created for me once.The Yunzii QL75 typewriter keyboard. Image via Yunzii
Anyway, the Yunzii QL75 ought to fare better given that it’s ten times the cost to pre-order; at least I hope it does. And much like the crappy one I have, it comes in pink.

You can choose either Onyx tactile switches or Cocoa Cream V2 linear switches. But if you don’t like those, the switches are hot-swappable and compatible with 3-pin and 5-pins both.

The keycaps are ABS with a matte chrome electroplated finish and laser-engraved legends. Yes there is RGB, but it doesn’t shine through the keycaps, more like between them, it sounds like.

Thankfully, the QL75 works with QMK and VIA if you want to change things up. This thing has three-way connectivity to the device of your choice, which, if it’s small enough, can sit right above the keyboard where the paper would go.

There’s no telling what the knobs on the sides do, if anything, although there are arrows. On mine, they raise and lower the little kickstands.

Via TweakTown


Got a hot tip that has like, anything to do with keyboards? Help me out by sending in a link or two. Don’t want all the Hackaday scribes to see it? Feel free to email me directly.


hackaday.com/2025/05/19/keebin…



The 14 year old's mother left an old laptop in a closet and now alleges it's adult sites' problem that he watched porn.

The 14 year oldx27;s mother left an old laptop in a closet and now alleges itx27;s adult sitesx27; problem that he watched porn.#ageverification #kansas #porn





ENISA rilascia il Cyber Stress Testing Manual: svolta per la resilienza digitale europea


L’Unione Europea ha recentemente pubblicato il Cyber Stress Testing Manual, uno strumento operativo per guidare le autorità nazionali e settoriali nella valutazione della resilienza informatica degli operatori di infrastrutture critiche, in linea con la direttiva NIS2.

Il manuale può essere adottato anche nell’ambito di altre normative, come DORA per il settore finanziario e la direttiva CER per la resilienza delle entità critiche. L’obiettivo è creare un approccio sistematico, condiviso e scalabile per rafforzare la sicurezza informatica in contesti nazionali, regionali ed europei.

I cyber stress test rappresentano un nuovo metodo di valutazione della resilienza delle organizzazioni a fronte di incidenti informatici gravi. A differenza di altri strumenti come audit, penetration test o red teaming, lo stress test informatico è pensato per analizzare sia la preparazione sia la capacità di recupero operativo, con focus su scenari realistici di rischio. Questo approccio è già stato applicato da istituzioni come la BCE e la Commissione europea, che hanno condotto test rispettivamente su banche e infrastrutture energetiche.

Il manuale propone una guida in cinque fasi: definizione degli obiettivi, progettazione degli scenari, esecuzione dei test, analisi dei risultati, e monitoraggio delle lacune riscontrate. Un’applicazione pratica di questo processo è illustrata nel settore sanitario. I test diventano così strumenti utili per instaurare un dialogo tecnico e strategico tra autorità e operatori, e possono essere condotti sia in forma volontaria che regolatoria, a seconda del contesto.

In un contesto politico europeo che punta sempre più sulla preparazione e sulla resilienza, il manuale si inserisce nel quadro normativo rafforzato dallaNIS2, dal Cyber Solidarity Act e dal Digital Operational Resilience Act. Queste politiche incoraggiano l’adozione di stress test su scenari condivisi a livello UE per rafforzare la capacità collettiva di risposta a minacce complesse e sistemiche, sia informatiche che fisiche. Strumenti come il Cyber Risk Landscape Report o il 5G Toolbox forniscono le basi di rischio su cui modellare questi scenari.

Infine, il manuale si rivolge principalmente alle autorità di sicurezza informatica nazionali, ma risulta utile anche per altri enti regolatori o decisori politici. L’obiettivo è fornire un approccio strutturato e replicabile per integrare i cyber stress test nei processi di supervisione della resilienza digitale delle infrastrutture critiche europee. Si tratta, dunque, di un passo concreto verso una difesa più integrata e anticipatoria delle minacce digitali, in un contesto di crescente complessità tecnologica e geopolitica.

L'articolo ENISA rilascia il Cyber Stress Testing Manual: svolta per la resilienza digitale europea proviene da il blog della sicurezza informatica.

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Spionaggio economico tra Stati, l’arma invisibile nei mercati globali secondo Volpi

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nell’ombra della geopolitica, tra i flussi digitali e le sale operative dei mercati, si muove un fenomeno tanto silenzioso quanto devastante: lo spionaggio economico. A differenza della legittima raccolta informativa nota come competitive intelligence, lo



Ecco come Meta vuole segare la causa antitrust

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Accusata dall'Antitrust statunitense di aver monopolizzato il mercato dei social network con le acquisizioni di Instagram e WhatsApp, Meta di Zuckerberg chiede che dopo oltre 4 anni il caso venga archiviato perché "debole" e costoso per i



The Nightmare of Jailbreaking a ‘Pay-To-Ride’ Gotcha Ebike


Theoretically bicycle rental services are a great thing, as they give anyone the means to travel around comfortably without immediately having to rent a car, hail a taxi or brave whatever the local public transport options may be. That is until said services go out of business and suddenly thousands of increasingly more proprietary and locked-down e-bikes suddenly are at risk of becoming e-waste. So too with a recent acquisition by [Berm Peak] over at YouTube, featuring a ‘Gotcha’ e-bike by Bolt Mobility, which went AWOL back in 2022, leaving behind thousands of these e-bikes.

So how hard could it be to take one of these proprietary e-bikes and turn it into a run-off-the-mill e-bike for daily use? As it turns out, very hard. While getting the (36V) battery released and recharged was easy enough, the challenge came with the rest of the electronics, with a veritable explosion of wiring, the Tongsheng controller module and the ‘Gotcha’ computer module that locks it all down. While one could rip this all out and replace it, that would make the cost-effectiveness of getting one of these go down the drain.

Sadly, reverse-engineering the existing system proved to be too much of a hassle, so a new controller was installed along with a bunch of hacks to make the lights and new controller work. Still, for $75 for the bike, installing new electronics may be worth it, assuming you can find replacement parts and got some spare hours (or weeks) to spend on rebuilding it. The bike in the video costed less than $200 in total with new parts, albeit with the cheapest controller, but maybe jailbreaking the original controller could knock that down.

youtube.com/embed/yJC9s4XhiRE?…


hackaday.com/2025/05/19/the-ni…



Spionaggio economico tra Stati, l’arma invisibile nei mercati globali secondo Volpi

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nell’ombra della geopolitica, tra i flussi digitali e le sale operative dei mercati, si muove un fenomeno tanto silenzioso quanto devastante: lo spionaggio economico. A differenza della legittima raccolta informativa nota come competitive intelligence, lo