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Zivilgesellschaft: Markus Beckedahl gründet Zentrum für Digitalrechte und Demokratie


netzpolitik.org/2025/zivilgese…



Israele pronto a colpire l’Iran: intelligence USA in allerta


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nuove informazioni dell’intelligence americana indicano che Israele starebbe pianificando un’operazione contro le strutture nucleari iraniane. Cresce la tensione a livello regionale e internazionale.
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MESSICO. Colpito il cuore del governo: Guzmán e Muñoz assassinati


@Notizie dall'Italia e dal mondo
I due stretti collaboratori del Capo di governo Clara Brugada sono stati assassinati in pieno giorno nei pressi della metro Xola. L’attacco, definito “diretto” dalle autorità, segna un’escalation senza precedenti nella capitale messicana.
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Il Bias del Presente! E’ il nemico subdolo della tua sicurezza informatica!


Nel labirinto digitale in cui la nostra vita si svolge sempre più frequentemente, siamo costantemente bombardati da stimoli che promettono gratificazione immediata: un like sui social media, l’accesso istantaneo a informazioni, la comodità di un click.

In questo contesto di appagamento istantaneo, un potente meccanismo psicologico, il Bias del Presente, agisce silenziosamente, influenzando le nostre decisioni online, spesso a discapito della nostra sicurezza cibernetica. Questo articolo esplorerà come la nostra innata tendenza a privilegiare i benefici immediati rispetto alle conseguenze future ci rende vulnerabili ai pericoli del cyberspazio, analizzando le sue manifestazioni più comuni e suggerendo strategie per mitigare i rischi.

La sirena della gratificazione immediata


La nostra vita virtuale è un palcoscenico di interazioni fugaci e desideri istantanei. La notifica che promette un premio immediato, il link allettante che cattura la nostra curiosità, l’applicazione “gratuita” che ci offre un accesso senza intoppi: tutte queste sirene digitali fanno leva sul nostro innato desiderio di gratificazione immediata. In questi frangenti, il Bias del Presente prende il sopravvento sulla nostra razionalità, spingendoci a compiere azioni che, se valutate con una prospettiva a lungo termine, apparirebbero palesemente rischiose. Clicchiamo impulsivamente, condividiamo incautamente e accettiamo condizioni senza la dovuta diligenza, attratti dalla promessa di un appagamento immediato, ignorando i potenziali pericoli che si celano dietro l’angolo digitale.

Password facili e clic impulsivi


Consideriamo l’esempio emblematico delle password. La creazione e la memorizzazione di password complesse e uniche rappresentano un piccolo “costo” immediato in termini di tempo e sforzo cognitivo. Tuttavia, il beneficio a lungo termine di una maggiore sicurezza e della protezione dai tentativi di accesso non autorizzato è incommensurabilmente più grande. Eppure, molti di noi cedono alla tentazione della semplicità, scegliendo password banali e facilmente prevedibili, spinti dal desiderio di un accesso rapido e senza intoppi ai nostri account. Il Bias del Presente ci impedisce di percepire appieno la gravità del rischio futuro, focalizzandoci unicamente sulla piccola “scomodità” del momento.

Lo stesso principio si applica alla nostra interazione con link ed allegati sconosciuti. La promessa di un’offerta esclusiva, di un’informazione sensazionale o di un video virale fa leva sulla nostra curiosità e sul desiderio di essere “sul pezzo”. Cliccare su un link sospetto o scaricare un allegato da una fonte non verificata offre una gratificazione immediata (la potenziale scoperta di qualcosa di interessante), ma ci espone al rischio concreto di malware, phishing e furto di dati personali. Il Bias del Presente ci rende ciechi al potenziale danno futuro, accecati dal luccichio effimero dell’interesse immediato.

Il costo nascosto della condivisione


Anche la nostra presenza sui social media è profondamente influenzata da questo bias. La ricerca di validazione sociale attraverso “like” e commenti, il desiderio di condividere momenti della nostra vita per sentirci connessi e parte di una comunità, ci spingono spesso a trascurare le implicazioni a lungo termine della nostra impronta digitale. Condividiamo informazioni personali, dettagli sulla nostra posizione, opinioni controverse, senza considerare appieno come questi dati potrebbero essere utilizzati in futuro, magari contro di noi. La gratificazione immediata dell’interazione sociale e del riconoscimento prevale sulla prudenza e sulla consapevolezza dei rischi per la nostra privacy a lungo termine.

La seduzione della continuità


Il Bias del Presente si insinua anche nel nostro approccio agli aggiornamenti software e alle misure di sicurezza. L’installazione di un aggiornamento può sembrare un’interruzione fastidiosa della nostra attività online immediata. Ignoriamo i promemoria, posticipiamo l’operazione, attratti dalla continuità del nostro flusso digitale attuale. Tuttavia, questi aggiornamenti spesso contengono patch di sicurezza cruciali che ci proteggono da vulnerabilità note. La nostra impazienza e il desiderio di mantenere inalterato il nostro presente digitale ci rendono bersagli più facili per gli attacchi informatici che sfruttano proprio quelle falle di sicurezza non sanate.

Coltivare la forza mentale per un mondo digitale sicuro


Sviluppare la forza mentale non è un processo passivo, ma richiede impegno e pratica costante. Ecco alcune strategie per rafforzare la nostra resilienza psichica nel contesto digitale. Invece di considerare le azioni pratiche di sicurezza come meri compiti da spuntare su una lista, incorniciamole come atti di auto-compassione digitale.

Ogni password robusta che creiamo è un abbraccio protettivo alla nostra identità online, uno scudo eretto con cura contro l’intrusione.

Aggiornare il software diventa un atto di nutrimento del nostro ecosistema digitale, fornendogli le vitamine necessarie per resistere alle malattie del web.

Essere scettici prima di cliccare non è solo prudenza, ma un esercizio di intelligenza emotiva digitale, riconoscendo che non tutte le offerte scintillanti sono genuine.

Pensare due volte prima di condividere online è un atto di mindfulness digitale, una pausa consapevole per valutare l’impronta emotiva che lasciamo nel mondo virtuale.

Configurare impostazioni di privacy restrittive è un modo per definire i nostri confini psicologici online, proteggendo la nostra energia mentale dalla dispersione.

Fare backup regolari è un atto di resilienza emotiva anticipata, preparandoci con cura per eventuali “lutti” digitali.

In definitiva, ogni azione pratica di sicurezza è intrisa di psicologia: è un atto di auto-efficacia, un modo tangibile per riprendere il controllo in un ambiente digitale che spesso ci fa sentire impotenti.

In conclusione, la sicurezza nel mondo digitale non è solo una questione di strumenti e tecnologie, ma anche di forza mentale. Coltivare la consapevolezza, la gestione dell’attenzione, il pensiero critico e l’intelligenza emotiva ci permette di diventare utenti più resilienti e capaci di proteggerci attivamente dalle insidie del cyberspazio. Investire nella nostra forza mentale è investire nella nostra sicurezza digitale a lungo termine. Non si tratta solo di proteggere dati, ma di proteggere la nostra tranquillità mentale, la nostra fiducia e la nostra capacità di vivere serenamente nell’era digitale. Che ne pensate?

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un grande presidente, un grande economista

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Fault Analysis of a 120W Anker GaNPrime Charger


Taking a break from his usual prodding at suspicious AliExpress USB chargers, [DiodeGoneWild] recently had a gander at what used to be a good USB charger.
The Anker 737 USB charger prior to its autopsy. (Credit: DiodeGoneWild, YouTube)The Anker 737 USB charger prior to its autopsy.
Before it went completely dead, the Anker 737 GaNPrime USB charger which a viewer sent him was capable of up to 120 Watts combined across its two USB-C and one USB-A outputs. Naturally the charger’s enclosure couldn’t be opened non-destructively, and it turned out to have (soft) potting compound filling up the voids, making it a treat to diagnose. Suffice it to say that these devices are not designed to be repaired.

With it being an autopsy, the unit got broken down into the individual PCBs, with a short detected that eventually got traced down to an IC marked ‘SW3536’, which is one of the ICs that communicates with the connected USB device to negotiate the voltage. With the one IC having shorted, it appears that it rendered the entire charger into an expensive paperweight.

Since the charger was already in pieces, the rest of the circuit and its ICs were also analyzed. Here the gallium nitride (GaN) part was found in the Navitas GaNFast NV6136A FET with integrated gate driver, along with an Infineon CoolGaN IGI60F1414A1L integrated power stage. Unfortunately all of the cool technology was rendered useless by one component developing a short, even if it made for a fascinating look inside one of these very chonky USB chargers.

youtube.com/embed/-JV5VGO55-I?…


hackaday.com/2025/05/21/fault-…



STATI UNITI. 260.000 dipendenti pubblici lasciano il lavoro a causa di Trump e Musk


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Decine di migliaia di dipendenti federali hanno scelto di dimettersi. Non per volontà propria, ma perché spinti dalle politiche intimidatorie del presidente
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Sicurezza Zero Trust e 5G. Un connubio necessario


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il 5G consente di connettere un numero elevato di endpoint. Le politiche Zero Trust possono diventare quindi complesse a cominciare dagli aspetti organizzativi fino a quelli operativi. Ericsson Italia spiega di quali considerazioni occorre tenere conto
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False VPN, Finti Tool: Le Estensioni Chrome che Rubano Tutto


Da febbraio 2024, il Chrome Web Store ha iniziato a distribuire componenti aggiuntivi dannosi per il browser, camuffati da utili utility, ma in realtà utilizzati per rubare dati, dirottare sessioni ed eseguire codice arbitrario. Questi componenti aggiuntivi sono creati da un gruppo sconosciuto e sono rivolti a utenti che cercano strumenti di produttività, servizi VPN, piattaforme bancarie e crittografiche, nonché strumenti per l’analisi e la creazione di contenuti multimediali.

Secondo il team di DomainTools Intelligence, gli aggressori stanno creando siti web falsi che sembrano servizi reali come DeepSeek, Manus, DeBank, FortiVPN e Site Stats. Queste pagine reindirizzano gli utenti a estensioni false nel Chrome Web Store che sembrano svolgere le funzioni promesse. Tuttavia, oltre a questo, rubano cookie, login e password, iniettano pubblicità, reindirizzano il traffico verso risorse dannose e interferiscono con il contenuto delle pagine web utilizzando la manipolazione del DOM.

Il pericolo è aggravato dal fatto che queste estensioni si assegnano privilegi eccessivi nel file manifest.json. Ciò consente loro di accedere a tutti i siti visitati dall’utente, scaricare codice arbitrario da server remoti, utilizzare WebSocket per instradare il traffico e persino aggirare la protezione della Content Security Policy tramite il gestore di eventi “onreset” incorporato negli elementi DOM temporanei.

Non si sa ancora esattamente come gli utenti arrivino su pagine dannose, ma si presume che vengano utilizzati schemi standard: phishing, pubblicità e link sui social network. DomainTools ha scoperto che i siti contengono spesso tracker di Facebook, che potrebbero indicare una promozione tramite piattaforme Meta: pagine, gruppi e campagne pubblicitarie.

Nonostante gli sforzi di Google per rimuovere le estensioni dannose dal suo store, i criminali informatici dispongono ancora di un’infrastruttura molto vasta: oltre 100 siti falsi ed estensioni correlate. Grazie ai siti web e all’inserimento nell’archivio delle estensioni ufficiale, gli aggressori possono comparire nei risultati di ricerca sia su Internet sia all’interno dello stesso Chrome Web Store, creando l’illusione di legittimità.

Si consiglia agli utenti di scaricare componenti aggiuntivi solo da sviluppatori affidabili, di leggere attentamente le recensioni, di analizzare le autorizzazioni richieste e di evitare estensioni il cui nome o logo ricorda prodotti popolari ma presenta piccole differenze.

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Skitnet: Il Malware che Sta Conquistando il Mondo del Ransomware


Gli esperti hanno lanciato l’allarme: i gruppi ransomware stanno utilizzando sempre più spesso il nuovo malware Skitnet (noto anche come Bossnet) per lo sfruttamento successivo delle reti compromesse.

Secondo gli analisti di Prodaft, il malware è stato pubblicizzato sui forum di hacking dall’aprile 2024 e ha iniziato a guadagnare popolarità tra gli estorsori all’inizio del 2025. Ad esempio, Skitnet è già stato utilizzato negli attacchi degli operatori di BlackBasta e Cactus.

Un’infezione da Skitnet inizia con l’esecuzione di un loader scritto in Rust sul computer di destinazione, che decifra il binario Nim crittografato con ChaCha20 e lo carica nella memoria. Il payload Nim crea una reverse shell basata su DNS per comunicare con il server C&C, avviando una sessione utilizzando query DNS casuali.

Il malware avvia quindi tre thread: uno per inviare richieste di segnalazione DNS, un altro per monitorare ed estrarre l’output della shell e un altro per ascoltare e decifrare i comandi dalle risposte DNS.

I messaggi e i comandi da eseguire vengono inviati tramite HTTP o DNS in base ai comandi inviati tramite il pannello di controllo Skitnet. In questo pannello, l’operatore può visualizzare l’indirizzo IP del target, la sua posizione, il suo stato e inviare comandi per l’esecuzione.

Il malware supporta i seguenti comandi:

  • Start: si insinua nel sistema scaricando tre file (tra cui una DLL dannosa) e creando un collegamento al file eseguibile legittimo Asus (ISP.exe) nella cartella di avvio. Ciò attiva un hook DLL che esegue lo script PowerShell pas.ps1 per comunicare continuamente con il server C&C;
  • Screen: tramite PowerShell, viene acquisito uno screenshot del desktop della vittima, caricato su Imgur e quindi l’URL dell’immagine viene inviato al server C&C;
  • Anydesk : scarica e installa in modo silenzioso lo strumento di accesso remoto AnyDesk, nascondendone la finestra e l’icona nella barra delle applicazioni;
  • Rutserv : scarica e installa in modo silenzioso lo strumento di accesso remoto RUT-Serv;
  • Shell : esegue un ciclo di comandi PowerShell. Invia un messaggio iniziale “Shell running…”, quindi interroga il server ogni 5 secondi per nuovi comandi, che vengono eseguiti utilizzando Invoke-Expression, e quindi i risultati vengono inviati indietro;
  • Av — elenca i software antivirus e di sicurezza installati sul computer tramite query WMI (SELECT * FROM AntiVirusProduct nello spazio dei nomi root\SecurityCenter2). I risultati vengono inviati al server di controllo.

Oltre a questi comandi, gli operatori di Skitnet possono sfruttare le funzionalità del loader .NET, che consente l’esecuzione di script PowerShell in memoria per personalizzare ulteriormente gli attacchi.

Gli esperti sottolineano che, sebbene i gruppi estorsivi utilizzino spesso strumenti propri, adattati per operazioni specifiche e difficili da rilevare da parte degli antivirus, il loro sviluppo non è economico e richiede il coinvolgimento di sviluppatori qualificati, non sempre disponibili.

Utilizzare malware standard come Skitnet è più economico, consente una distribuzione più rapida e rende più difficile l’attribuzione perché il malware è utilizzato da molti aggressori.

I ricercatori di Prodaft hanno pubblicato su GitHub degli indicatori di compromissione relativi a Skitnet.

C2 servers


github.com/prodaft/malware-ioc…

109.120.179.170
178.236.247.7
181.174.164.47
181.174.164.41
181.174.164.4
181.174.164.240
181.174.164.2
181.174.164.180
181.174.164.140
181.174.164.107
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40% del budget IT in burocrazia. Così l’Europa perde la sfida tech. Report Wsj

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Fatti, numeri e analisi sullo sconfortante quadro burocratico dell'Ue anche in materia tech. Che cosa emerge da un approfondimento del Wall Street startmag.it/innovazione/europa…



Telegram ha ceduto i dati di 22.277 utenti nel 2025. La svolta dopo l’arresto di Durov


Dall’inizio del 2025, l’app di messaggistica Telegram ha consegnato alle autorità i dati di 22.777 utenti, ovvero più di tre volte in più rispetto allo stesso periodo del 2024, quando furono scoperti 5.826 account.

Le informazioni provengono da un repository GitHub in cui vengono pubblicati i report sulla trasparenza di Telegram per Paese. Secondo questi dati, solo negli Stati Uniti, da gennaio a marzo sono stati trasferiti i dati di 1.664 utenti, per un totale di 576 richieste ricevute dalle autorità statunitensi.

Telegram, nonostante la sua immagine di piattaforma per la comunicazione libera, è da tempo utilizzato non solo per comunicare con gli amici, ma anche come piattaforma per attività illegali, che vanno da falsi schemi finanziari al traffico di armi e al gioco d’azzardo. In passato, Pavel Durov, il fondatore del servizio, ha sempre dichiarato il suo impegno a favore della libertà di parola e il suo rifiuto di collaborare con le agenzie governative.

Tuttavia, la posizione cambiò dopo il suo arresto in Francia nel 2024. Allora le autorità del Paese chiesero a Telegram di fornire informazioni su un caso di abusi su minori e il rifiuto dell’azienda si concluse con l’arresto del suo responsabile.

Da allora, l’approccio di Telegram alle richieste è cambiato. Il servizio ha iniziato a rispondere in modo più attivo alle richieste delle forze dell’ordine. L’app di messaggistica dispone addirittura di uno speciale bot che consente agli utenti di scoprire quante richieste sono state ricevute nel loro Paese e quanti account sono stati interessati. Sebbene il bot sia limitato alla registrazione di un utente specifico, esistono risorse di terze parti e canali Telegram in cui vengono pubblicate versioni aggiornate dei report. Una di queste risorse è curata da Tek, specialista in tecnologia di Human Rights Watch.

Secondo i dati aggiornati di GitHub, Telegram ha elaborato almeno 13.615 richieste provenienti da diversi paesi nel primo trimestre del 2025. Di conseguenza, sono state trasferite informazioni su 22.277 utenti. A titolo di paragone, il numero di richieste di questo tipo nello stesso periodo del 2024 era significativamente inferiore.

Il numero di richieste provenienti dalla Francia è aumentato in modo particolarmente significativo, passando da 4 a 668. Nel 2024, 17 utenti sono stati esposti tramite queste richieste e nel 2025 sono stati 1.425. La Romania, che non era inclusa nei rapporti dell’anno precedente, ha inviato 37 richieste nel 2025, ricevendo dati su 88 account.

Questi cambiamenti avvengono sullo sfondo di relazioni tese tra Durov e le autorità francesi. Dopo il suo arresto nel 2024, non ha potuto lasciare la Francia per molto tempo, ma nel marzo 2025 i suoi avvocati sono riusciti a ottenere la sua liberazione temporanea, dopodiché è volato a Dubai. Da quel momento in poi, ha iniziato a pubblicare post al vetriolo sui social media, tra cui allusioni a pressioni politiche.

Così, dopo le elezioni in Romania, in cui ha vinto un candidato centrista, Durov ha accusato uno Stato dell’Europa occidentale, di cui non ha fatto il nome, di aver tentato di interferire nel processo elettorale. Sul suo canale Telegram ha scritto che un certo regime europeo gli aveva chiesto di “sopprimere le voci conservatrici in Romania”, presumibilmente per proteggere la democrazia. Secondo lui, lui rifiutò.

Telegram sottolinea che, nonostante il cambio di rotta, non bloccherà i canali politici o i movimenti di protesta, né in Europa né in altre regioni. Allo stesso tempo, il forte aumento del numero di richieste e del volume di dati divulgati indica che la piattaforma sta gradualmente perdendo il suo status di “paradiso digitale”.

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Bastian’s Night #426 May, 22th


Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CET (new time).

Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement aka Cabinet of Curiosities.


If you want to read more about @BastianBB: –> This way


piratesonair.net/bastians-nigh…



The Mouse Language, Running on Arduino


Although plenty of us have our preferred language for coding, whether it’s C for its hardware access, Python for its usability, or Fortran for its mathematic prowess, not every language is specifically built for problem solving of a particular nature. Some are built as thought experiments or challenges, like Whitespace or Chicken but aren’t used for serious programming. There are a few languages that fit in the gray area between these regions, and one example of this is the language MOUSE which can now be run on an Arduino.

Although MOUSE was originally meant to be a minimalist language for computers of the late 70s and early 80s with limited memory (even for the era), its syntax looks more like a more modern esoteric language, and indeed it arguably would take a Python developer a bit of time to get used to it in a similar way. It’s stack-based, for a start, and also uses Reverse Polish notation for performing operations. The major difference though is that programs process single letters at a time, with each letter corresponding to a specific instruction. There have been some changes in the computing world since the 80s, though, so [Ivan]’s version of MOUSE includes a few changes that make it slightly different than the original language, but in the end he fits an interpreter, a line editor, graphics primitives, and peripheral drivers into just 2KB of SRAM and 32KB Flash so it can run on an ATmega328P.

There are some other features here as well, including support for PS/2 devices, video output, and the ability to save programs to the internal EEPROM. It’s an impressive setup for a language that doesn’t get much attention at all, but certainly one that threads the needle between usefulness and interesting in its own right. Of course if a language where “Hello world” is human-readable is not esoteric enough, there are others that may offer more of a challenge.


hackaday.com/2025/05/20/the-mo…



190 milioni rubati in pochi click: così è stato arrestato l’uomo chiave del caso Nomad


Il cittadino americano-israeliano Alexander Gurevich è stato arrestato a Gerusalemme con l’accusa di essere coinvolto in uno dei più grandi attacchi informatici nella storia della finanza decentralizzata. L’attacco in questione riguarda il ponte cross-chain Nomad, che ha portato al furto di circa 190 milioni di dollari in criptovalute nell’agosto 2022.

Secondo la piattaforma analitica TRM Labs, sono stati i loro specialisti a fornire alle agenzie internazionali di contrasto le informazioni che hanno permesso loro di stabilire l’identità di Gurevich. Il suo arresto è stato il risultato del coordinamento tra la polizia israeliana, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l’FBI e l’Interpol. Gurevich sarà presto estradato negli Stati Uniti; sono già state concordate le necessarie procedure legali.

Nomad Bridge è un protocollo che consente agli utenti di trasferire asset tra diverse blockchain. Il 1° agosto 2022, gli aggressori hanno sfruttato una vulnerabilità nella funzione process() dello smart contract Replica, emersa dopo un aggiornamento. Invece di verificare completamente la prova del messaggio, il sistema accettava qualsiasi transazione con un hash di radice corretto, indipendentemente dalla sua validità. Ciò ha consentito all’aggressore di aggirare il controllo e di prelevare fondi dal bridge.

Lo schema in sé era così primitivo che è stato rapidamente copiato da centinaia di altri wallet: era sufficiente ripetere il formato di una transazione riuscita. L’attacco hacker “in stile mob” che ne risultò si trasformò in un attacco di massa spontaneo, con centinaia di partecipanti che saccheggiarono simultaneamente le risorse del bridge. In totale sono stati rubati più di 190 milioni di dollari in ETH, USDC, WBTC e altri token ERC-20.

Sebbene Gurevich, secondo TRM Labs, non abbia creato l’exploit né lanciato l’attacco, il suo ruolo nel crimine è considerato fondamentale. Ha collaborato con i primi partecipanti ed è stato coinvolto nel riciclaggio di ingenti quantità di beni rubati. I portafogli associati hanno iniziato a ricevere fondi nel giro di poche ore dall’attacco.

Gurevich ha utilizzato il “chain-hopping” per nascondere le sue tracce, trasferendo fondi tra diverse blockchain tramite il mixer Tornado Cash e trasferendo anche ethereum nelle criptovalute anonime Monero (XMR) e Dash. Per incassare la criptovaluta, ha utilizzato exchange non depositari, broker over-the-counter, conti offshore e società fittizie. Una parte dei fondi è stata trasferita in valuta fiat tramite piattaforme che non richiedono la verifica dell’identità.

Nonostante il sistema di occultamento a più stadi e il lungo lasso di tempo trascorso dall’attacco, gli specialisti sono riusciti a tracciare le transazioni e a stabilire un contatto con Gurevich, cosa che ha portato al suo arresto. Secondo i pubblici ministeri, l’uomo avrebbe personalmente prelevato da Nomad Bridge asset digitali per un valore di circa 2,89 milioni di dollari. Inoltre, il 4 agosto 2022, contattò il direttore tecnico di Nomad, ammise di essere alla ricerca di vulnerabilità, si scusò per l’accaduto e chiese addirittura una “ricompensa” di 500 mila dollari.

Inizialmente, nei rapporti di TRM Labs compariva un nome diverso: Ocie Morrell. Tuttavia, il 17 maggio 2025 è stato pubblicato un emendamento che confermava che la questione era in discussione. Al momento del suo arresto, stava tentando di lasciare Israele passando per l’aeroporto Ben Gurion, utilizzando documenti che riportavano il nome Alexander Blok, nome da lui ufficialmente cambiato poco prima dell’arresto.

Il caso Nomad Bridge è considerato uno degli esempi più chiari di come anche le vulnerabilità più semplici nell’infrastruttura DeFi possano portare a furti di massa e alla partecipazione di centinaia di wallet anonimi. Nonostante l’apparente anonimato delle transazioni blockchain, l’analisi delle tracce digitali e la cooperazione internazionale consentono di identificare gli organizzatori anche a distanza di anni.

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Plugging Plasma Leaks in Magnetic Confinement With New Guiding Center Model


Although the idea of containing a plasma within a magnetic field seems straightforward at first, plasmas are highly dynamic systems that will happily escape magnetic confinement if given half a chance. This poses a major problem in nuclear fusion reactors and similar, where escaping particles like alpha (helium) particles from the magnetic containment will erode the reactor wall, among other issues. For stellarators in particular the plasma dynamics are calculated as precisely as possible so that the magnetic field works with rather than against the plasma motion, with so far pretty good results.

Now researchers at the University of Texas reckon that they can improve on these plasma system calculations with a new, more precise and efficient method. Their suggested non-perturbative guiding center model is published in (paywalled) Physical Review Letters, with a preprint available on Arxiv.

The current perturbative guiding center model admittedly works well enough that even the article authors admit to e.g. Wendelstein 7-X being within a few % of being perfectly optimized. While we wouldn’t dare to take a poke at what exactly this ‘data-driven symmetry theory’ approach exactly does differently, it suggests the use machine-learning based on simulation data, which then presumably does a better job at describing the movement of alpha particles through the magnetic field than traditional simulations.

Top image: Interior of the Wendelstein 7-X stellarator during maintenance.


hackaday.com/2025/05/20/pluggi…



Working On Open-Source High-Speed Ethernet Switch


Various hardware components laid out on a workbench.

Our hacker [Andrew Zonenberg] reports in on his open-source high-speed Ethernet switch. He hasn’t finished yet, but progress has been made.

If you were wondering what might be involved in a high-speed Ethernet switch implementation look no further. He’s been working on this project, on and off, since 2012. His design now includes a dizzying array of parts. [Andrew] managed to snag some XCKU5P FPGAs for cheap, paying two cents in the dollar, and having access to this fairly high-powered hardware affected the project’s direction.

You might be familiar with [Andrew Zonenberg] as we have heard from him before. He’s the guy who gave us the glscopeclient, which is now ngscopeclient.

As perhaps you know, when he says in his report that he is an “experienced RTL engineer”, he is talking about Register-Transfer Level, which is an abstraction layer used by hardware description languages, such as Verilog and VHDL, which are used to program FPGAs. When he says “RTL” he’s not talking about Resistor-Transistor Logic (an ancient method of developing digital hardware) or the equally ancient line of Realtek Ethernet controllers such as the RTL8139.

When it comes to open-source software you can usually get a copy at no cost. With open-source hardware, on the other hand, you might find yourself needing to fork out for some very expensive bits of kit. High speed is still expensive! And… proprietary, for now. If you’re looking to implement Ethernet hardware today, you will have to stick with something slower. Otherwise, stay tuned, and watch this space.


hackaday.com/2025/05/20/workin…

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La data certa è tornata!


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/datacert…
Con il provvedimento odierno, il Garante Privacy ha pesantemente sanzionato Replika, l'azienda nota per aver applicato l'intelligenza artificiale generativa ai chatbot, mettendo a disposizione del mondo nuovi e fantastici amici virtuali, fidanzate immaginarie, confidenti particolari,

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Stylus Synth Should Have Used a 555– and Did!


For all that “should have used a 555” is a bit of a meme around here, there’s some truth to it. The humble 555 is a wonderful tool in the right hands. That’s why it’s wonderful to see this all-analog stylus synth project by EE student [DarcyJ] bringing the 555 out for the new generation.

The project is heavily inspired by the vintage stylophone, but has some neat tweaks. A capacitor bank means multiple octaves are available, and using a ladder of trim pots instead of fixed resistors makes every note tunable. [Darcy] of course included the vibrato function of the original, and yes, he used a 555 for that, too. He put a trim pot on that, too, to control the depth of vibrato, which we don’t recall seeing on the original stylophone.

The writeup is very high quality and could be recommended to anyone just getting started in analog (or analogue) electronics– not only does [Darcy] explain his design process, he also shows his pratfalls and mistakes, like in the various revisions he went through before discovering the push-pull amplifier that ultimately powers the speaker.

Since each circuit is separately laid out and indicated on the PCB [Darcy] designed in KiCad for this project. Between that and everything being thru-hole, it seems like [Darcy] has the makings of a lovely training kit. If you’re interested in rolling your own, the files are on GitHub under a CERN-OHL-S v2 license, and don’t forget to check out the demo video embedded below to hear it in action.

Of course, making music on the 555 is hardly a new hack. We’ve seen everything from accordions to paper-tape player pianos to squonkboxes over the years. Got another use for the 555? Let us know about it, in the inevitable shill for our tip line you all knew was coming.

youtube.com/embed/EBShBqbxInw?…


hackaday.com/2025/05/20/stylus…



Il riarmo (in)sostenibile dell'Europa


altrenotizie.org/spalla/10684-…


As The World Burns, At least You’ll Have Secure Messaging


There’s a section of our community who concern themselves with the technological aspects of preparing for an uncertain future, and for them a significant proportion of effort goes in to communication. This has always included amateur radio, but in more recent years it has been extended to LoRa. To that end, [Bertrand Selva] has created a LoRa communicator, one which uses a Pi Pico, and delivers secure messaging.

The hardware is a rather-nice looking 3D printed case with a color screen and a USB A port for a keyboard, but perhaps the way it works is more interesting. It takes a one-time pad approach to encryption, using a key the same length as the message. This means that an intercepted message is in effect undecryptable without the key, but we are curious about the keys themselves.

They’re a generated list of keys stored on an SD card with a copy present in each terminal on a particular net of devices, and each key is time-specific to a GPS derived time. Old keys are destroyed, but we’re interested in how the keys are generated as well as how such a system could be made to survive the loss of one of those SD cards. We’re guessing that just as when a Cold War spy had his one-time pad captured, that would mean game over for the security.

So if Meshtastic isn’t quite the thing for you then it’s possible that this could be an alternative. As an aside we’re interested to note that it’s using a 433 MHz LoRa module, revealing the different frequency preferences that exist between enthusiasts in different countries.

youtube.com/embed/R846vWyKoqg?…


hackaday.com/2025/05/20/as-the…



Mentre il governo fascista di Netanyahu prosegue il genocidio a Gaza la destra acquista tecnologie da Israele come se nulla fosse. Il governo Meloni è complice del genocidio a Gaza come i loro beneamati Mussolini e Almirante lo furono di quello ebraico. Ha ragione l’on.Grimaldi: fanno veramente schifo. Questa destra fa schifo ma per onestà [...]


Viral AI-Generated Summer Guide Printed by Chicago Sun-Times Was Made by Magazine Giant Hearst#AI
#ai


Dalla newsletter di Haaretz:

Yair Golan, leader of the left-wing The Democrats party, told Israel's public broadcaster that "Israel is on the path to becoming a pariah state, like South Africa once was, if it does not return to acting like a sane country." Golan further said that "a sane state does not wage war against civilians, does not kill babies as a hobby, and does not set goals for itself like the expulsion of a population." The Democrats chair also criticized the government's conduct, saying it is "full of vengeful, unintelligent, and immoral individuals who lack the ability to run a country in a time of emergency – people who have nothing whatsoever to do with Judaism."



Paolo Mazzucchelli allo IED di Milano il 26 Maggio : Music Visual Gender
freezonemagazine.com/news/paol…
Tra le tante iniziative ed incontri che lo IED di Milano propone, vogliamo segnalarvi quello del prossimo 26 maggio. Le copertine dei dischi non sono solo grafiche: sono specchi dei tempi, manifesti di lotte, stereotipi, emancipazioni. Paolo Mazzucchelli ci guida in un viaggio visivo e sonoro tra icone, cliché e


#Gaza, il manuale del #genocidio


altrenotizie.org/primo-piano/1…



The Make-roscope


Normal people binge-scroll social media. Hackaday writers tend to pore through online tech news and shopping sites incessantly. The problem with the shopping sites is that you wind up buying things, and then you have even more projects you don’t have time to do. That’s how I found the MAKE-roscope, an accessory aimed at kids that turns a cell phone into a microscope. While it was clearly trying to appeal to kids, I’ve had some kids’ microscopes that were actually useful, and for $20, I decided to see what it was about. If nothing else, the name made it appealing.

My goal was to see if it would be worth having for the kinds of things we do. Turns out, I should have read more closely. It isn’t really going to help you with your next PCB or to read that tiny print on an SMD part. But it is interesting, and — depending on your interests — you might enjoy having one. The material claims the scope can magnify from 125x to 400x.

What Is It?

A microscope in a tin. Just add a cell phone or tablet
The whole thing is in an unassuming Altoids-like tin. Inside the box are mostly accessories you may or may not need, like a lens cloth, a keychain, plastic pipettes, and the like. There are only three really interesting things: A strip of silicone with a glass ball in it, and a slide container with five glass slides, three of which have something already on them. There’s also a spare glass ball (the lens).

What I didn’t find in my box were cover slips, any way to prepare specimens, and — perhaps most importantly — clear instructions. There are some tiny instructions on the back of the tin and on the lens cloth paper. There is also a QR code, but to really get going, I had to watch a video (embedded below).

youtube.com/embed/Td62kPb24tU?…

What I quickly realized is that this isn’t a metalurgical scope that takes images of things. It is a transmissive microscope like you find in a biology lab. Normally, the light in a scope like that goes up through the slide and into the objective. This one is upside down. The light comes from the top, through the slide, and into the glass ball lens.

Bio Scopes Can Be Fun


Of course, if you have an interest in biology or thin films or other things that need that kind of microscope, this could be interesting. After all, cell phones sometimes have macro modes that you can use as a pretty good low-power microscope already if you want to image a part or a PCB. You can also find lots of lenses that attach to the phone if you need them. But this is a traditional microscope, which is a bit different.

The silicone compresses, which seems to be the real trick. Here’s how it works in practice. You turn on your camera and switch to the selfie lens. Then you put the silicone strip over the camera and move it around. You’ll see that the lens makes a “spotlight” in the image when it is in the right place. Get it centered and zoom until you can’t see the circle of the lens anymore.

Then you put your slide down on the lens and move it around until you get an image. It might be a little fuzzy. That’s where the silicone comes in. You push down, and the image will snap into focus. The hardest part is pushing down while holding it still and pushing the shutter button.

Zeiss and Nikon don’t have anything to worry about, but the images are just fine. You can grab a drop of water or swab your cheek. It would have been nice to have some stain and either some way to microtome samples, or at least instructions on how you might do that with household items.

Verdict


For most electronics tasks, you are better off with a loupe, magnifiers, a zoomed cell phone, or a USB microscope. But if you want a traditional microscope for science experiments or to foster a kid’s interest in science, it might be worth something.

For electronics, you are better off with a metallurgical scope. Soldering under a stereoscope is life-changing. We’ve seen more expensive versions of this, too, but we aren’t sure they are much better.



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