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Curiosità sul Fairphone? Chiedete e vi sarà detto


Dal 2020 sono un utente #Fairphone, prima con il FP3+ e adesso con il FP5.

Sono un "Fairphone Angel" (è un nome che fa un po' ridere, lo so 😁 ) ovvero una di quelle persone che mettono la loro esperienza a disposizione di chi possiede un Fairphone o è interessato a saperne qualcosa di più (*). Maggiori informazioni le potete trovare qui.

Ho visto che nel Fediverso c'è un certo interesse su questi argomenti e così ho pensato di mettere un post "ad hoc" nel caso qualcuno volesse informazioni sul telefono.

Il sito ufficiale Fairphone è qui.

Bene, a voi la linea...

(*) Non abbiamo nessun rapporto organico con l'azienda né riceviamo compensi sotto nessuna forma, semplicemente crediamo in questo progetto, ci fa piacere contribuire in qualche modo e lo facciamo così.

in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

Io chiedo una cosa che potrebbe riguardare molti utenti Android.

S'è capito se la app di sistema è solo l'androidSystemWebview? Dico perché c'è anche googlePlayServices, che pesa più di un giga, e che se disattivata non fa più funzionare le app Messaggi, Contatti e quindi Chiamate. (Poi, abbiamo consigli per sostituire queste ultime? Sembra mossa azzardata per quanto sono basilari, ma fa brutto vedersi anche queste targate google.)

in reply to Low res Loud audio

@Loud audio

Sono domande un po' troppo tecniche per me, se le fai nel forum Fairphone magari trovi qualcuno che può rispondere.

Posso però dirti che sul mio telefono ci sono entrambe e che non possono essere disinstallate, la prima è di 80 MB circa e la seconda di più di un GB.

Comunque il Fairphone oltre a essere venduto con Android è venduto anche con /e/OS che a quanto ne so è un Android "de-googlizzato".

in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

Quale forum dici?
Io presi un FP4 prima che fosse disponibile l'opzione /e/ per cui riformulo meglio la delusione accennata in
snowfan.masto.host/@siro/11474…
e riassumibile come: potevano anche dire che con un FP non degooglizzi un bel niente.

Il fatto è che, disattivate le principali app di Google come Chrome, gMail, Maps, Meet, Foto (ancora un'altra decente per gestire le immagini non ce l'ho), Drive ecc..., rimangono le una o due propriamente "di sistema" trattate sopra, e le altre >>

in reply to Low res Loud audio

->
basilari come Contatti, Messaggi e Chiamate. Il che fa orrore ma ok poiché almeno queste ultime si capisce a cosa servono.
Solo che, come si vede nello screenshot, ce ne sono poi (forse i tutti gli Android degli ultimi 5 anni) tante altre ancora, "minori" che non saprei da dove partire per togliere.

Ammetto anche che, fino a due anni fa, ero rimasto a un telefono più semplice e dove, essendoci meno app, era più facile sostituirle o toglierle godendosi un minimo il detox.

@max

Questa voce è stata modificata (2 mesi fa)
in reply to Low res Loud audio

@Loud audio

Scusa il ritardo ma in questi giorni sono stato un po' a spasso.

Dunque... per come la conosco io la Fairphone ha come mission quella di rendere disponibile un telefono rispettoso dell'ambiente e dei diritti umani. Non mi pare ci sia un focus altrettanto accentuato sulla privacy e credo sia il motivo per cui non abbiano spinto troppo sulla de-googlizzazione del loro telefono oltre il dare la possibilità di comprare il telefono con /e/ preinstallato.

Sulle tante app che chissà cosa fanno e perché non posso disinstallarle non so cosa dire, non so neanche quanta libertà abbia chi usa Android di ritagliarsi un sistema dove tutto sia customizzabile.

Mi pare che qualcosa si possa rimuovere tramite adb, l'avevo usato per qualche minuto tanto per vedere cosa fosse.

Credo che non insistere troppo sulla de-googlizzazione serva anche a dare un telefono più "user friendly". Già chi si prende un Fairphone si prende un telefono non facile, come scrivevo, se poi gli togli anche tutti i punti di riferimento tipo Gmail, ecc. alla fine ti ritrovi con un prodotto da nerds che comprerebbero in tre e così addio...

in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

Capisco sul FP, forse avevo intravisto chissà che io, grazie.

Però in generale noi fediAndroidi, il togliere quei punti di riferimento, dovremmo considerarlo pratica condivisa, bastando testardaggine senza essere dei nerd (parola sfuggita di mano). Altrimenti quando mai avremo una fetta di popolazione convinta che c'è da diffidare dei servizi preinstallati nel cellulare comprato?

Propongo di esser coesi almeno sulle tante app google secondarie che deve portare mala sorte aggiornarle.

in reply to Low res Loud audio

@Loud audio

Io credo che bisogna valutare quali lotte fare perché farle tutte è impossibile.

Io per esempio negli ultimi sei mesi ho lasciato Facebook e mi sono fatto un file repository sul mio spazio web (con NextCloud) per sostituire Google Drive.

Per tante cose purtroppo resterò legato alle Big Tech, staccarsi del tutto per me è impossibile per vari motivi, i principali sono che non ho il tempo materiale per ricostruirmi e gestirmi in privato tutti i servizi che sto usando e che vivo in un ecosistema informatico in cui quei sistemi sono diffusissimi e usati da tutte le persone che conosco. Staccarmi da tutto (penso a WhatsApp ad esempio) vorrebbe dire per me diventare un eremita digitale.

Un telefonino completamente de-googlizzato al momento non posso permettermelo però è una delle cose che mi interesserebbe di più, è nella lista delle cose da fare 😁

in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

Ma sì che siamo concordi: a meno che non sia l'unica, per portare a casa la pagnotta o per non perdere i propri cari, evitare Gafam e comportamenti simili. Ciao


Riad tra Usa e Cina, la doppia via della difesa aerea. Scrive Mayer

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La capacità dimostrata dall’Iran di “bucare” lo spazio aereo di Israele con nuovi missili balistici a medio e lungo raggio ha messo in allarme tutti gli Stati della regione, con l’eccezione della Turchia, che può contare sull’articolo 5 della Nato, peraltro solennemente riaffermato nella dichiarazione finale del



Spagna e Nato, isolazionismo o posizionamento strategico? L’analisi di Caffio

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Con una nuova mossa “pacifista”, dopo aver preso le distanze dall’operazione Ue nel mar Rosso contro gli Houthi, Madrid di dissocia ora dalle decisioni Nato sull’incremento delle spese difesa. Anche se motivata da ragioni sociali, la scelta del governo Sanchez appare



An Ohio man is accused of making violent, graphic deepfakes of women with their fathers, and of their children. Device searches revealed he searched for "undress" apps and "ai porn."#Deepfakes #AI #AIPorn


Al via la raccolta firme della proposta di iniziativa popolare per legalizzare tutte le scelte di Fine vita


QUI per firmare la proposta di legge online


Si è tenuta oggi, giovedì 26 giugno, in Piazza XXV Aprile a Milano, la conferenza stampa di lancio della raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia, promossa dall’Associazione Luca Coscioni.

Nel corso dell’iniziativa – alla quale hanno preso parte Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Matteo Mainardi, coordinatore delle campagne sul fine vita – insieme alla consigliera regionale della Lombardia (in quota Partito Democratico) Carmela Rozza, l’esponente del gruppo consiliare di Alleanza Verdi e Sinistra a Sesto San Giovanni Michele Foggetta, il consigliere comunale ed esponenti dei Sentinelli Milano, Alessandro Giungi – è stato attivato il primo tavolo di raccolta firme. Nei prossimi giorni, l’attività proseguirà in centinaia di piazze italiane.

L’obiettivo è di raccogliere le firme di almeno 50.000 persone in due settimane necessarie per poter depositare la proposta in Parlamento prima della ripresa della discussione sul fine vita prevista in Senato il 17 luglio.


La proposta di legge, depositata in Corte di Cassazione, su cui inizia la raccolta firme, prevede la possibilità per ogni persona maggiorenne, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, affetta da una condizione o patologia irreversibile o da una patologia con una prognosi infausta a breve termine, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, di richiedere, previa verifica delle condizioni, assistenza per porre fine volontariamente alla propria vita mediante autosomministrazione o somministrazione dei farmaci per il fine vita.

La legge prevede:

  • la libertà di scelta tra autosomministrazione o somministrazione da parte di un medico;
  • la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale, con conclusione delle verifiche entro 30 giorni dalla richiesta;
  • la possibilità per i medici di partecipare su base volontaria.

Il testo mira a superare le disuguaglianze territoriali e a garantire un diritto esigibile in tutto il Paese, nel rispetto dei principi costituzionali di autodeterminazione, dignità e umanità.

“Le persone con patologie irreversibili e sofferenze insopportabili hanno già diritto da sette anni a essere aiutate a morire senza soffrire in Italia grazie alla sentenza della Corte Costituzionale – dichiara Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni -. Ora il Governo vuole restringere e cancellare questo diritto eliminando il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale. Come Associazione Luca Coscioni invece proponiamo attraverso la legge di Iniziativa Popolare Eutanasia Legale di estendere il diritto ad essere aiutati anche da parte di un medico e anche per le persone che non siano dipendenti da trattamenti sanitari come i malattie terminali di cancro. Dopo aver raccolto 50.000 firme, a nome delle persone che avranno aderito presenteremo questa proposta entro metà luglio e il Parlamento dovrà discuterne quando avvierà il dibattito sul tema, dal 17 luglio in poi”.

Il testo integrale della proposta di legge, il materiale informativo e la mappa aggiornata dei tavoli per la raccolta firme sono disponibili QUI


L'articolo Al via la raccolta firme della proposta di iniziativa popolare per legalizzare tutte le scelte di Fine vita proviene da Associazione Luca Coscioni.




Andrea Van Cleef – Greetings from Slaughter Creek
freezonemagazine.com/articoli/…
Passo dopo passo, Andrea Van Cleef, sta conquistando un posto sempre più rilevante nel cuore degli appassionati. E questo grazie ad alcuni dati oggettivi che è facile rilevare. Vogliamo partire dalla voce? Quanti possono vantare un timbro vocale tanto profondo e toccante senza bisogno di sbraitare inutilmente? In Italia direi pochi, forse nessuno, almeno, a


E’ stato presentato il XVI Libro Bianco sulle Droghe di cui l’Associazione Luca Coscioni è co-sponsor


In occasione della Giornata mondiale sulle Droghe (26 giugno) e nell’ambito della campagna internazionale di mobilitazione Support! Don’t Punish è stato presentato alla Sala Stampa della Camera dei Deputati Il XVI Libro Bianco sulle droghe, quest’anno intitolato “NON MOLLARE”. Il Libro Bianco è un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla società. È promosso da La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, ITANPUD, Meglio Legale e EUMANS.

L’edizione del 2025 è dedicata a Grazia Zuffa, già docente, parlamentare e membra del Comitato nazionale di bioetica e fondatrice di Forum Droghe e la Società della Ragione morta improvvisamente questa primavera.

Il contributo dell’Associazione Luca Coscioni, di Marco Perduca e Peppe Brescia, riguarda le attività in corso affinché l’Italia apra alle terapie psichedeliche, un appello sottoscritto da oltre 15.000 persone che chiede al Governo di includere strutturalmente le molecole psichedeliche tra le cure palliative, sostenere l’accesso a terapie compassionevoli innovative, sempre con psichedelici, e suggerisce al Ministero della Difesa di prevedere progetti pilota di psicoterapie assistite da MDMA per lo stress post-traumatico sviluppato dal personale impiegato in zone di conflitto. L’Associazione è anche una delle organizzazioni che hanno lanciato l’iniziativa civica europea Psychedelicare.eu e produce il podcast Illuminismo Psichedelico curato da Federico Di Vita.

Dati e documenti sono sul sito dell’Associazione Luca Coscioni.


— Le droghe e la repressione: dati in pillole —


predisposti dal comitato di redazione diretto da Franco Corleone e coordinato da Leonardo Fiorentini

A 35 anni dall’entrata in vigore del Testo Unico sulle droghe 309/90 e 16 di pubblicazione del Libro Bianco sulle droghe, i dati purtroppo confermano una tendenza al peggioramento. Gli effetti penali, in particolare dell’art. 73, sono sempre più devastanti e creano sovraffollamento carcerario confermando che la Legge Jervolino-Vassalli resta il principale veicolo di ingresso nel circuito penale in Italia.

Continuano a salire in termini assoluti, +4,9%, gli ingressi in carcere per reati connessi alle droghe: 11.220 delle 43.489 detenzione nel 2024 sono state causate dall’art. 73 del Testo unico, per detenzione a fini di spaccio – il 25,8% degli ingressi (nel 2023 era il 26,3%).

Le presenze in carcere sono 62.715 a metà giugno. Di questi 13.354 a causa del solo art. 73 del Testo unico. Altre 6.732 in combinato con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), solo 997 esclusivamente per l’art. 74. Complessivamente il 34,1% del totale. Sostanzialmente il doppio della media europea (18%) e molto di più di quella mondiale (22%).

Spropositati gli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”: è dichiarato così il 38,8% di chi entra in carcere, mentre al 31/12/2024 erano presenti nelle carceri italiane 19.755 detenuti “certificati” il 31,9% del totale. Non erano mai stati così tanti dal 2006 (anno dell’entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi) ad oggi.

➡ Le conseguenze sulla Giustizia


Le associazioni della Società civile denunciano che continuano a esser negati i dati, pur pubblici, sui procedimenti in corso, per cui i dati sono fermi al 2023 che raccontano un paese in cui sono aperti quasi 120.000 fascicoli per procedimenti penali per droghe: per violazione dell’articolo 73 e 74 rispettivamente 170.292 e 45.285.

➡ Le misure alternative


Continua l’allargamento della sfera penale che supera quota 150.000, con la costante crescita delle misure alternative, che sono in realtà una alternativa alla libertà invece che alla detenzione. In un contesto di forte domanda di controllo sociale istituzionale, gli strumenti di diversion e quelli di probation consentono di ampliare l’area del controllo, invece che limitare quello coattivo-penitenziario. Ne è segno il fatto che oltre ai quasi 62.000 detenuti al 31/12/2023 erano in carico per misure alternative e sanzioni di comunità (Messa alla Prova) ulteriori 93.475 soggetti, quasi 10.000 in più rispetto al 2023 (+11,6%).

➡ Le segnalazioni e le sanzioni amministrative per il consumo di droghe illegali


Nel 2024 sono registrate 36.960 segnalazioni. Di queste circa il 38% finisce con una sanzione amministrativa (12.353), le più comuni la sospensione della patente (o il divieto di conseguirla) e del passaporto. Questo anche in assenza di un qualsiasi comportamento pericoloso messo in atto dalla persona sanzionata. La repressione continua ad abbattersi sui minori, che confermano i numeri del 2023, in attesa del loro consolidamento: 3.722 adolescenti che entrano in un percorso sanzionatorio stigmatizzante (cioè desocializzante) e controproducente. La quasi totalità dei minori, il 97,7%, è segnalato per cannabis. Risulta irrilevante la vocazione “terapeutica” della segnalazione al Prefetto: solo 410 persone sono state sollecitate a presentare un programma di trattamento socio-sanitario; nel 2007 erano 3.008. Anche gli inviti a presentarsi al SERD continuano a diminuire (3.792). La repressione colpisce principalmente persone che usano cannabis (77,4%), seguono a distanza cocaina (15,8%) ed eroina (2,8%) e, in maniera irrilevante, le altre sostanze. Dal 1990 1.463.442 persone sono state segnalate per possesso di droghe per uso personale, 1.074.754 di queste per derivati della cannabis.

Le associazioni che producono il Libro Bianco hanno convocato una contro-confereza sulle droghe il secondo finesettimana di novembre in concomitanza con la VII Conferenza sulle dipendenze indetta dal Governo.

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PLA With PETG Core Filament Put to the Test



The Stronghero 3D hybrid PLA PETG filament, with visible PETG core. (Credit: My Tech Fun, YouTube)The Stronghero 3D hybrid PLA PETG filament, with visible PETG core. (Credit: My Tech Fun, YouTube)
Sometimes you see an FDM filament pop up that makes you do a triple-take because it doesn’t seem to make a lot of sense. This is the case with a hybrid PLA/PETG filament by Stronghero 3D that features a PETG core. This filament also intrigued [Dr. Igor Gaspar] who imported a spool from the US to have a poke at it to see why you’d want to combine these two filament materials.

According to the manufacturer, the PLA outside makes up 60% of the filament, with the rest being the PETG core. The PLA is supposed to shield the PETG from moisture, while adding more strength and weather resistance to the PLA after printing. Another interesting aspect is the multi-color look that this creates, and which [Igor]’s prints totally show. Finding the right temperatures for the bed and extruder was a challenge and took multiple tries with the Bambu Lab P1P including bed adhesion troubles.

As for the actual properties of this filament, the layer adhesion test showed it to be significantly worse than plain PLA or PETG when printed at extruder temperatures from 225 °C to 245 °C. When the shear stress is put on the material instead of the layer adhesion, the results are much better, while torque resistance is better than plain PETG. This is a pattern that repeats across impact and other tests, with PETG more brittle. Thermal deformation temperature is, unsurprisingly, between both materials, making this filament mostly a curiosity unless its properties work much better for your use case than a non-hybrid filament.

youtube.com/embed/PnMUxLlnPSA?…


hackaday.com/2025/06/26/pla-wi…



Citrix: nuova vulnerabilità critica da 9,2 colpisce NetScaler – attacchi in corso!


Citrix ha segnalato una nuova vulnerabilità critica nelle sue appliance NetScaler, già attivamente sfruttata dagli aggressori. Il problema è identificato con l’identificativo CVE-2025-6543 e riguarda le diffuse soluzioni NetScaler ADC e NetScaler Gateway utilizzate dalle aziende per l’accesso remoto e la protezione del perimetro di rete.

Come riportato nella nota ufficiale di Citrix, exploit per questa vulnerabilità sono già stati osservati in attacchi reali. CVE-2025-6543 (punteggio CVSS: 9,2) consente l’invio di una richiesta speciale da remoto e senza autenticazione, causando il malfunzionamento e l’indisponibilità del dispositivo. In particolare, si tratta di un completo disservizio che può paralizzare il funzionamento dell’infrastruttura aziendale.

La vulnerabilità interessa le versioni di NetScaler ADC e Gateway

  • NetScaler ADC and NetScaler Gateway 14.1 BEFORE 14.1-47.46
  • NetScaler ADC and NetScaler Gateway 13.1 BEFORE 13.1-59.19
  • NetScaler ADC 13.1-FIPS and NDcPP BEFORE 13.1-37.236-FIPS and NDcPP

Sono interessati solo i dispositivi configurati come gateway, inclusi server VPN, proxy di applicazioni ICA, VPN clientless (CVPN), proxy desktop remoto e server di autenticazione virtuale (AAA).

Citrix ha già rilasciato patch per risolvere la vulnerabilità CVE-2025-6543 (monitorata internamente come CTX694788 ). Gli aggiornamenti sono disponibili per tutte le versioni interessate di NetScaler. L’azienda consiglia vivamente agli amministratori di installare questi aggiornamenti il ​​prima possibile e di rivedere le configurazioni dei dispositivi.

La comparsa di CVE-2025-6543 coincide con un altro problema nei prodotti Citrix, denominato ufficiosamente CitrixBleed 2 e identificato come CVE-2025-5777. Questa vulnerabilità consente agli aggressori di dirottare le sessioni utente attive estraendo token di autenticazione dalla memoria del dispositivo. Questa tecnica era già stata utilizzata dagli hacker criminali nel 2023, quando una vulnerabilità simile, chiamata CitrixBleed, fu sfruttata per attaccare il settore pubblico e grandi aziende, inclusi casi con successiva diffusione sulle reti interne.

Gli esperti sottolineano che entrambe le vulnerabilità sono critiche e richiedono un intervento immediato da parte dei reparti IT. Oltre a installare le patch, si consiglia di monitorare attivamente il comportamento dei dispositivi di rete, controllare le sessioni utente attive e rafforzare le policy di accesso.

Citrix non ha ancora fornito ulteriori chiarimenti sui dettagli dello sfruttamento di CVE-2025-6543.

L'articolo Citrix: nuova vulnerabilità critica da 9,2 colpisce NetScaler – attacchi in corso! proviene da il blog della sicurezza informatica.



Le attività di intelligence anti-Iran con i droni USA di Sigonella


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La ONG per la privacy di Schrems presenta una denuncia contro la funzione di IA dell’app di incontri Bumble

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Cyberwarfare iraniano: oltre il nucleare, una potenza nascosta in espansione


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NIS2 e DORA: la gestione delle terze parti in sicurezza, fra conformità e buone pratiche


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Dall’introduzione di NIS2 e DORA, il livello di resilienza delle aziende deve essere alzato e se fino a qualche tempo fa le imprese fornitrici piccole, medie e grandi potevano provare a rimandare la “cura della loro cyber sicurezza”,



Per i balneari non si fanno gare ma sconti

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Anche quest’anno stessa spiaggia e stesso mare. Ma soprattutto stessi privilegi. Peggio: privilegi rinnovati e addirittura ampliati. C’è una categoria che seguita a beneficiare di condizioni di rendita assurde: i balneari. E, se possibile, lo fa oggi con ancora maggior convenienza grazie al nuovo decreto firmato dal



Madres buscadoras: le sparizioni forzate che insanguinano l’America Latina


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal Messico alla Patagonia, il fenomeno delle sparizioni forzate è una problematica che riguarda tutta l’America Latina. Sono soprattutto le madres buscadoras, le madri che cercano i loro cari, che rischiano la vita per esigere veritá e giustizia.

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un'europa succube degli usa lo è perché non ha strumenti per difendersi autonomamente. per l'europa aumentare le spese militari è improduttivo e costoso ma garantisce un futuro più indipendente dagli usa. e magari pure in contrapposizione o in grado davvero di opporsi. niente è gratis e la libertà ha un costo. e se un giorno la nato non fosse più sinonimo di USA?

in reply to The Pirate Post

Sorry for the downvotes, OP, but in good old reddit tradition this community is for US politics.

I'm sure you can find better communities for this.



poiché ad andare a dire una persona apparentemente sovrappeso (canoni peraltro non assoluti) senza sapere niente che deve mangiare di meno, si potrà un giorno forse moralmente (e quindi dal padreterno se esiste) ricevere la contestazione di aver ucciso una persona. e questo nonostante il fatto che tutto pensano erroneamente che arrivare all'omicidio sia un passo difficile da fare e quindi tutti si sentono a posto con la coscienza, una coscienza in realtà ammaestrata e narcotizzata. e non cercata scuse... non potete sapere quali effetti possono avere le vostre parole su una persona che non conoscete. a ognuno le proprie responsabilità.


Report Maticmind, in aumento gli attacchi alla Grande distribuzione organizzata (GDO)


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il settore della Grande distribuzione organizzata piace ai criminal hacker. Maticmind ne ha disegnato le evoluzioni e i rischi in un report con cui suggerisce le strategie migliori per la cyber security
L'articolo Report Maticmind, in aumento gli attacchi alla Grande distribuzione organizzata