Il futuro dei social è decentralizzare. L'articolo di Chiara Crescenzi su GuerrediRete
...Ma questa situazione rappresenta soltanto una minima parte di quello che accade davvero sulle piattaforme decentralizzate, che contrastano la diffusione di contenuti tossici opponendogli l’empowerment di comunità forti e coese. È abbastanza evidente, quindi, che decentralizzare sia oramai un imperativo per le piattaforme di social media, ammesso che queste ci tengano ad avere con sé i propri utenti. “Lo paragono alla crescita del cibo biologico e coltivato in modo sostenibile – ha dichiarato Bill Ottman, fondatore e amministratore delegato di Minds, piattaforma di social media parzialmente decentralizzata, commentando la diffusione di app federate -. Trent’anni fa, la gente diceva: ‘Non so di cosa stai parlando e non so perché dovrebbe preoccuparmi’. E ora, alla gente importa”.
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La falsa promessa di ChatGPT, di Noam Chomsky, Ian Roberts e Jeffrey Watumull
In breve, ChatGPT ed i suoi compagni sono costituzionalmente incapaci di bilanciare creatività e limiti. Essi o generano in eccesso (producendo sia verità che falsità, sostenendo assieme decisioni etiche o non etiche), oppure generano per difetto (esibendo disimpegno per ogni decisione e indifferenza per le conseguenze). Considerata l’amoralità, la finta scienza e l’incompetenza linguistica di questi sistemi, non si sa se ridere o piangere della loro popolarità.
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Non c’è via d’uscita per i dittatori. Il post di Branko Milanovic
In un interessante articolo che ha twittato ieri, Kaushik Basu discute, usando un modello matematico, un vecchio problema: come i governanti una volta che sono al potere non possono lasciarlo anche se lo vogliono, perché la loro strada, e la loro permanenza al potere, è cosparsa di cadaveri che chiederanno tutti vendetta (metaforicamente) se il governante dovesse dimettersi. Inoltre, dato che il numero delle malefatte e degli immaginari o reali nemici si moltiplica per ogni periodo aggiuntivo al potere, essi hanno bisogno di ricorrere ad una sempre maggiore repressione per restare al potere.
non c’è niente che si possa offrire ai dittatori per farli recedere. Essi devono continuare a governare finché o muoiono in pace nei loro letti – e dopo la morte vengono o vilipesi o celebrati (alcune volte, entrambe le cose) – o finché non vengono rovesciati, o si imbattono nel proiettile di un assassino. Una volta che si è sulla vetta, non c’è via d’uscita. Essi sono divenuti prigionieri, come i molti altri che hanno gettato in carcere
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Political advertising: EU won’t ban voter manipulation and microtargeting
Yesterday, the EU Parliament and Council agreed on new rules on transparency and targeting of political advertising. The Parliament was able to secure a publicly accessible library of online political advertising, but targeting political messages based on the individual preferences, weaknesses, situation and personality of every user will remain legal (so-called surveillance advertising). Patrick Breyer, EU lawmaker and digital freedom fighter for the Pirate Party, who co-negotiated the regulation in the Civil Liberties Committee (LIBE), takes stock:
“The targeting rules are a farce. The digital manipulation of elections in the style of Cambridge Analytica, targeted disinformation before referendums such as Brexit, contradictory election promises to different voter groups – all of this remains legal. Anti-democratic and anti-european movements will benefit most: they can continue to use surveillance advertising to target hate messages and lies at voters who are susceptible to them in order to undermine our democracy. Here, the short-sighted self-interest of those in power and the surveillance capitalist interests of big tech have combined to create a toxic mixture for democracy.”
The agreed targeting rules in detail:
- The existing prohibition in the Digital Services Act of analysing the user’s political opinion, sexual orientation or health for advertising purposes remains in place. In practice, however, political advertising tends to be based on matching interests and other correlations, which remains legal. Even Cambridge Analytica did not analyse the political opinion of users before Trump’s election as US president, but rather their personalities.
- The user consent already required under the General Data Protection Regulation (GDPR) remains a precondition for being allowed to tailor political advertising to the individual situation of the user and profiling their digital lives. Surveillance data from third-parties may not be used. For the first time, Parliament could implement a ban on annoying consent banners if the user rejects personalised political advertising via their browser settings (“do not track”). Parliament was also able to ensure that consent to political surveillance advertising may not be made a precondition for accessing websites (“tracking walls”).
“Every user will be able to decide in favour of or against political surveillance advertising,” explains Breyer. “In the best-case scenario, yesterday’s agreement heralds the beginning of the end of annoying cookie banners and tracking walls. We can build on this foundation in the ePrivacy negotiations and extend these rules to all banners. In the worst case scenario, the new rules will be undermined by suggestively designed consent banners and consent clauses hidden deep in terms and conditions. Letting individual internet users decide on the protection of democratic elections is a dangerous failure of the legislator, for which the EU Commission and EU governments are responsible.”
The new rules will come into force in 2025.
Journa.host e la proprietà dei server Mastodon. Una storia sulla fragilità emotiva e professionale dei giornalisti
@Giornalismo e disordine informativo
Riportiamo le riflessioni di Laurens Hof, autore della newsletter fediversereport
Il server Journa.host , un server Mastodon dedicato ai giornalisti, ha trasferito la proprietà. Con ciò arrivano domande riguardanti le aspettative tra i proprietari/operatori del server e le persone che utilizzano il server. Il server Journa.host è iniziato come un progetto incentrato sulla comunità, con il finanziamento iniziale del Tow-Knight Center for Entrepreneurial Journalism presso la Craig Newmark Graduate School of Journalism della CUNY. Recentemente la proprietà del server è stata trasferita alla Fourth Estate Public Benefit Corporation. Questa organizzazione gestisce anche il server Mastodon newsie.social e, fino a poco tempo fa, anche il progetto verifyjournalist.org (la cui proprietà è stata recentemente trasferita a The Doodle Project).
Questo trasferimento di proprietà del server ha innescato una discussione da parte del giornalista etiope Zecharias Zelalem, che si è allontanato dal server journa.host a seguito di questo trasferimento di proprietà. Nei suoi post sottolinea i rischi reali che derivano dall'essere un giornalista, soprattutto nel suo contesto. Il trasferimento dei dati personali dei giornalisti e il controllo della loro presenza sui social media alla nuova proprietà senza alcun preavviso e spiegazione solleva interrogativi sulle considerazioni dei precedenti proprietari su questo trasferimento. Uno dei punti sollevati è che ci sono poche informazioni disponibili sull'identità del nuovo proprietario, Jeff Brown. È comprensibile che i giornalisti si sentano a disagio quando non è chiaro chi sia responsabile di una parte importante della loro presenza digitale. Allo stesso tempo, la maggior parte dei server non è finanziariamente sostenibile e non si può presumere che anche i server che ricevono finanziamenti da luoghi affidabili rimangano operativi per sempre quando i fondi si esauriscono. Nel frattempo, sotto la nuova proprietà, journal.host consentirà nuovamente la registrazione di nuove applicazioni per il server journal.host.
Dan Hon ha scritto un articolo interessante sulla situazione, tracciando parallelismi con il nuovo libro di Cory Doctorow "The Internet Con", che vale la pena leggere. Sta anche ospitando un incontro digitale per piccoli gruppi "Giornalismo, notizie e social network federati", organizzato anche in risposta a questa conversazione. Qui puoi trovare ulteriori informazioni su questo incontro "Hallway Track".
Le nostre considerazioni sulla vicenda
Quando abbiamo creato l'istanza mastodon poliversity.it, dedicata agli accademici e ai giornalisti, ci siamo resi conto che mentre gli accademici hanno iniziato a frequentarla, i giornalisti l'hanno praticamente disertata, preferendo stare dentro istanze generaliste come mastodon.uno o la gigantesca mastodon.social Ma altri hanno preferito iscriversi nelle due istanze tematiche anglofone più grandi dedicate al giornalismo, newsie.social e journa.host.
Il motivo dichiarato è che i giornalisti preferivano stare nei luoghi più comodi, più frequentati o più esclusivi. Insomma, preferivano Un posto al sole...
Ma questa individuazione dell'istanza del fediverso più affollata nasconde la pigrizia tipica della maggior parte dei giornalisti oltre alla impellente necessità di mettersi in mostra. Quando abbiamo creato la nostra istanza dedicata al giornalismo, abbiamo sempre affermato che si doveva trattare di una soluzione temporanea, in attesa di fare in modo che i giornalisti stessi creassero delle proprie istanze, legate alla piattaforma editoriale per cui già lavoravano o ai consorzi di cui fanno parte alcuni dei migliori giornalisti italiani ed esteri.
Invece questi progetti non sono ancora nati. In questo senso, troviamo che le lamentazioni di Zecharias Zelalem siano stucchevoli: non riguardano l'orgoglio del giornalismo, ma la semplice lamentela del giornalista che si vede cambiare padrone, che si vede cambiare il soggetto ospitante
Anche l'accusa nei confronti di Jeff Brown ossia quella di non essere un giornalista, è una cosa volgare che manca totalmente l'obiettivo: Il fatto è che Jeff Brown non deve essere un giornalista ma al massimo deve essere un bravo "editore"!
Il punto però è che il fediverso consente a ciascun giornalista o a ciascun gruppo di giornalisti di essere editore di se stesso. L'incapacità di comprendere la realtà da parte proprio di quei soggetti che dovrebbero raccontarle, è al nostro avviso l'aspetto più problematico e in un certo senso oscena di tutta questa vicenda.
Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate
All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.
Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.
Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire
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Le classifiche delle migliori università del mondo lasciano il tempo che trovano
@Universitaly: università & universitari
Nonostante l’indubbia attenzione che ottengono, però, queste classifiche sono da anni molto criticate. Un po’ perché si basano su criteri arbitrari, che riflettono poco la moltitudine di ruoli sociali e culturali che le università svolgono sul territorio. Un po’ perché sono progettate quasi sempre sulla base del sistema d’istruzione inglese e statunitense, che riflette male come funzionano le università nel resto del mondo. Un po’, semplicemente, perché non è chiaro a cosa servano, se non a indirizzare attenzione e fondi verso le società che le stilano e le università che figurano ai primi posti.
L'articolo di @Viola Stefanello 👩💻 è qui su Il Post
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Fantastico modo di pensare! In effetti è proprio vero: gli osservatori influenzano ciò che osservano in questo caso e come l'hai scritto tu è perfetto.
È deprimente allo stesso modo che qualcosa che teoricamente sarebbe interessante (statistiche delle università a priori sarebbero anche cose utili) finisca per essere una forte fonte di influenza degli studenti e delle università. I fini di queste agenzie di classifiche non sono nobili...
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Legge di Goodhart: quando una misura diventa un obiettivo, cessa di essere una buona misura. L'intero sistema capitalista è costruito in violazione di questa legge.
ConstipatedWatson likes this.
L reshared this.
“Hello World” è la prima comunità Lemmy italiana dedicata alla programmazione
Qui possiamo condividere notizie, tutorial e manuali, video, interviste ad addetti ai lavori ma anche link a repository di progetti personali (rigorosamente open source).
È fondamentale non dare più spazio ai negazionisti climatici: la nostra risposta di Valigia Blu a un lettore sull’articolo dei quattro fisici italiani ritirato dalla casa editrice
@Giornalismo e disordine informativo
La vicenda ci dice che i direttori delle riviste dovrebbero essere un po' più attenti quando pubblicano articoli con analisi e conclusioni potenzialmente controverse. Questo non vuol dire che non debbano essere pubblicati, ma solo che vale la pena assicurarsi che vengano esaminati in modo approfondito e attento prima di pubblicarli
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0ut1°°k
in reply to Poliversity - Università ricerca e giornalismo • • •rag. Gustavino Bevilacqua
in reply to 0ut1°°k • • •@outlook
C'è gente, come Zecharias, che RISCHIA LA PELLE per fare il giornalista, e magari non gli va molto a genio far sapere i suoi affari personali a sconosciuti dei quali non si trovano molte tracce in giro.
Se qualcunә riesce a dimostrare che Jeff Brown non è uno delle tante Wanna Marchi della rete, che cerca solo polli da mungere… sarà una buona notizia.
macfranc
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua • • •Dài @GustavinoBevilacqua conosci troppo bene il fediverso per capire che non è questo il punto! Se hai bisogno di sicurezza, non devi cercare la "fiducia" di nessuno, ma devi solo avere il "controllo"!
Se vuoi usare l'istanza di un altro, il minimo che devi (Minimo che DEVI) fare è iscriverti con protonmail e collegarti con TOR project.
L'ottimale è crearti una tua istanza e comunicare solo con sistemi crittati (matrix, signal, session, etc)
@outlook @poliversity @giornalismo
macfranc
in reply to macfranc • • •@GustavinoBevilacqua aggiungo infine che nessuno deve
> dimostrare che Jeff Brown non è uno delle tante Wanna Marchi della rete, che cerca solo polli da mungere… sarà una buona notizia.
Questo è indifferente, così come lo è il fatto che sia o non sia un giornalista (per me è un "editore di fatto" e si posiziona nell'intervallo tra Wikileaks ed Elon Musk!): quello che conta è chi sei tu, utente che ti iscrivi là dentro...
@outlook @poliversity @giornalismo