Fusione nucleare: un’analisi generale
Nel mese di febbraio di quest’anno, JET, una collaborazione internazionale con sede nel Regno Unito, ha annunciato un risultato molto importante nell’ambito della fusione nucleare. Un risultato che, oltre a rilanciare il dibattito teorico sulle fonti di approvvigionamento di energia, torna oggi di assoluta attualità a fronte delle difficoltà di approvvigionamento, e comunque dell’impennata dei costi dell’energia
Che cos’è la fusione nucleare?
I reattori a fusione nucleare sono una tecnologia dalle potenzialità enormi. Non sono dei reattori tradizionali (quelli di Chernobyl, o dei referendum sul nucleare, per intenderci). Questi ultimi si basano su un fenomeno fisico chiamato fissione nucleare: si prendono dei nuclei grossi (ad esempio l’uranio), e si fanno spezzare. Questi nuclei spezzandosi, rilasciano energia, che viene usata per scaldare acqua, che diventa vapore, che fa girare le turbine e produce corrente.
I reattori tradizionali hanno anche dei problemi però:
1) le fissioni, cioè i nuclei che si spezzano, devono essere controllate con attenzione, perché possono divergere, cioè andare fuori controllo (incidenti come Chernobyl o Three Miles Island);
2) producono rifiuti radioattivi;
3) in certi casi, possono essere usati per produrre Plutonio e quindi armi nucleari.
Nei reattori a fusione nucleare si usano invece nuclei leggeri (ad esempio idrogeno), e li si fonde in nuclei pesanti. È lo stesso fenomeno che avviene nel sole. Il processo di fusione rilascia energia, che potrebbe essere usata per scaldare acqua, che diventa vapore, che fa girare le turbine e produce corrente elettrica. La fusione è intrinsecamente sicura: non può andare fuori controllo perché senza intervento esterno si spegne. Non produce rifiuti (i prodotti della fusione sono nuclei leggeri, quindi non inquinanti. Esisterebbero dei rifiuti radioattivi, ma in misura molto minore dei reattori a fissione).
L’eventuale uso per scopi militari sarebbe molto più complicato.
In più, se si riuscisse a sviluppare una tecnologia di fusione basata su isotopi leggeri dell’idrogeno, il carburante sarebbe praticamente infinito: l’idrogeno può essere preso dall’acqua, e con delle quantità molto piccole potremmo ottenere quantità di energia sufficienti per alimentare tutto il mondo per secoli. Se riuscissimo a realizzare dei reattori a fusione stabili, saremmo vicini alla risoluzione di tutti i nostri problemi energetici. Avremo una sorgente di energia infinita, quasi totalmente pulita, intrinsecamente sicura, con carburante potenzialmente infinito.
Ma quali le difficoltà?
Il risultato presentato la scorsa settimana è una grande conquista, ma è per il momento solo una tappa. E’ un reattore sperimentale che ha prodotto una potenza molto piccola, molto lontana dalle centrali odierne. È una conquista perché’ fino a qualche anno fa eravamo in grado di sostenere un processo di fusione solo per una frazione di secondo, e ora siamo arrivati a cinque secondi, e non eravamo in grado di ricavarne energia, cioè per creare il processo di fusione occorreva più energia di quanta ne ricavassimo.
Adesso il bilancio è positivo, cioè ricaviamo energia, anche se molto poca. Realisticamente, ci vorranno decenni prima che questa tecnologia possa iniziare a essere utilizzata, forse molti decenni perché’ possa diffondersi su larga scala
Purtroppo non abbiamo tutto questo tempo. Siamo letteralmente su un treno in corsa lanciato a tutta velocità verso un burrone. I rapporti sul clima dell’IPCC (il pannello dell’internazionale sul cambiamento climatico) non ci lasciamo molto margine: il mondo rischia conseguenze molto gravi già al 2050.
Quindi purtroppo la fusione non ci salverà. Potrà essere utile e risolvere i nostri problemi energetici solo dopo che avremo risolto l’attuale serissima crisi climatica.
Che cosa fare nel frattempo?
Dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili, subito. Come si fa?
Migliorare i nostri comportamenti è necessario ma non sufficiente: possiamo provare a essere virtuosi, consumare di meno, ma il nostro mondo è così complesso che bloccare tutte le attività avrebbe conseguenze disastrose per la vita di moltissime persone, specialmente nei paesi con economie emergenti.
Possiamo rallentare un po’ l’accelerazione del treno in corsa, ma non è abbastanza.
Le energie rinnovabili?
Le energie rinnovabili possono dare un contributo, ma purtroppo non sono sufficienti. Negli ultimi trent’anni le tecnologie associate alle rinnovabili sono migliorate di poco.
La frazione energetica data dalle rinnovabili è cresciuta, ma non riesce coprire i nostri bisogni. Alcuni paesi sono riusciti a operare una transizione quasi completa verso le rinnovabili, ma sono quasi sempre casi particolari, dovuti a particolari caratteristiche del territorio e difficilmente esportabili ovunque.
Inoltre le rinnovabili hanno purtroppo un limite intrinseco, fisico, che non può essere sormontato con nessuna tecnologia.
Il capacity factor è la frazione di potenza che una centrale rinnovabile può produrre rispetto al suo massimo. Una centrale solare ha un capacity factor di circa il 15% in Italia, cioè può produrre solo il 15% della potenza in media rispetto al suo massimo (dovuto al fatto che di notte non c’è sole, il cielo può essere nuvoloso o altro).
Il capacity factor può cambiare in zone diverse del mondo, ma non molto, e non c’è tecnologia che tenga, questo fattore non può essere migliorato, perché dipende dalla natura. Ogni tipo di centrale elettrica ha un suo capacity factor, ma per le rinnovabili i fattori sono purtroppo bassi. Le reti elettriche non possono sostenere sbalzi di potenza troppo grandi tra giorno e notte, o tra giorni ventosi e non ventosi.
Qual è la soluzione?
Nella comunità scientifica si fa avanti sempre di più l’idea che forse dovremmo costruire centrali nucleari tradizionali e usare un portafoglio di nucleare e rinnovabile per i prossimi 50-100 anni per poi sperare di passare a centrali a fusione. India e Cina, ad esempio, stanno già costruendo molte nuove centrali nucleari. La Francia, che è già energeticamente indipendente e pulita all’80%, ha annunciato la costruzione di sei nuove centrali nucleari a fissione proprio qualche giorno fa.
In tutto il mondo occidentale il dibattito è intenso. La mia idea è che se si ha la casa in fiamme non sia il caso di mettersi a discutere di quale carta da parati mettere.
L'articolo Fusione nucleare: un’analisi generale proviene da ilcaffeonline.
Ucraina: la Russia affronta il dissenso nell’esercito
In numero crescente di soldati e civili ha scelto il dissenso. I critici all'interno dell'esercito stanno usando una varietà di tattiche, dalle campagne online alla diserzione
L'articolo Ucraina: la Russia affronta il dissenso nell’esercito proviene da L'Indro.
Come la Regina Elisabetta II condusse l’Inghilterra fuori dall’Impero
Paradossalmente, la più tradizionale di tutte le istituzioni britanniche – i 70 anni di regno della Regina Elisabetta II – ha svolto un ruolo importante nell’aiutare ad agevolare la transizione della Gran Bretagna nel mondo contemporaneo. In parte il motivo è che proprio l’elemento di stabilità e rassicurazione culturale e psicologica fornito dalla monarchia ha [...]
L'articolo Come la Regina Elisabetta II condusse l’Inghilterra fuori dall’Impero proviene da L'Indro.
Regina Elisabetta II, monarca serva dello Stato
Gli Stati hanno superato e sostituito i monarchi come vera fonte di potere legale e militare nei rispettivi territori. Come i monarchi sono diventati servi dello Stato
L'articolo Regina Elisabetta II, monarca serva dello Stato proviene da L'Indro.
Come l’Occidente può aiutare l’Ucraina a trarre vantaggio dalla controffensiva di Kherson
Ecco tutto ciò di cui l'esercito dell'Ucraina ha bisogno
L'articolo Come l’Occidente può aiutare l’Ucraina a trarre vantaggio dalla controffensiva di Kherson proviene da L'Indro.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Scuola, oggi al via le lezioni in 6 Regioni e nella Provincia di Trento
🔸 Istruzione per gli adulti, presentate al MI le Linee guida OCSE pe…
Alessandro Sallusti e Luca Palamara – Lobby & Logge
Le Scienze Sociali: i Darwiniani prima di Darwin
Il nostro Presidente onorario, il Professor Lorenzo Infantino, terrà una lezione a coronamento di quarant’anni di insegnamento alla LUISS, all’interno del convegno “Le Scienze Sociali: i Darwiniani prima di Darwin”.
L'articolo Le Scienze Sociali: i Darwiniani prima di Darwin proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
La knowledge base di Privacy Chronicles
Una raccolta degli argomenti trattati in Privacy Chronicles, con link diretto agli articoli. Aggiornata periodicamente. Ultimo aggiornamento: 12.09.2022.
Privacy Chronicles è una newsletter che si sostiene solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Se ti piace quello che scrivo, perché non ti abboni anche tu?
Sorveglianza digitale
- Comunicazioni elettroniche, ecco come l'UE vuole bypassare la crittografia: Alcuni documenti leaked mostrano le ricerche tecniche commissionate dall'UE per trovare modi di oltrepassare i limiti delle comunicazioni cifrate dei cittadini europei.
- Un chip per controllare il mondo: La storia di come gli Stati Uniti volevano controllare il mondo con un chip, passata ai posteri come "Crypto War". Una storia, che come vedremo, è destinata a ripetersi...
- Abusi sui minori, la nuova scusa per la sorveglianza delle comunicazioni: L'Unione Europea inizia una nuova stagione di lotta agli abusi sessuali sui minori. Ma questo nasconde intenti ben diversi: l'obiettivo è colpire le comunicazioni cifrate.
- Le nuove armi di sorveglianza delle comunicazioni in USA, UK, UE: La guerra alle comunicazioni cifrate è iniziata. Con assoluta convergenza, i paesi occidentali hanno messo in campo le loro nuove armi: EARN IT, Online Safety Bill, Chatcontrol 2.0.
- Chatcontrol: sorveglianza globale delle comunicazioni: La proposta della Commissione europea per "tutelare i minori online" promette di trasformare l'UE nel più grande regime di sorveglianza al mondo.
- Capitalismo di sorveglianza? Non scherziamo: Shoshana Zuboff ha reso popolare il concetto di "capitalismo della sorveglianza". Il fenomeno è reale, ma col capitalismo non ha nulla a che fare. Piuttosto, totalitarismo di sorveglianza.
Sorveglianza fisica
- L'identificazione biometrica uccide: Gli Stati Uniti hanno lasciato in Afghanistan un un tesoro tecnologico che potrebbe portare alla repressione e morte di migliaia di collaborazionisti.
- Videosorveglianza in Italia e percezione di sicurezza: La videosorveglianza viene spesso giustificata sulla base di una generale "percezione di (in)sicurezza" non meglio specificata. Il risultato: vera sorveglianza per combattere falsa insicurezza.
- La sorveglianza fisica in europa: Quando si parla di sorveglianza spesso si immagina quella digitale. Oggi però anche la sorveglianza fisica è ai massimi livelli: trasporti, frontiere, videosorveglianza biometrica.
Social scoring e identità digitale
- 人 而不信,不知其可也 - verso la democrazia di sorveglianza: I sistemi di social scoring sono il punto d'incontro tra paternalismo statale e sorveglianza e di massa. Il risultato è l'annientamento della libertà di autodeterminazione.
- Lo Stato socio occulto di ogni rapporto umano: Con moneta digitale e identità digitale lo Stato diventa socio occulto di ogni rapporto umano e di ogni transazione economica, segnando la fine del significato stesso di libertà.
- Cittadinanza a punti e Stato etico, da Roma a Bologna: Gli incentivi funzionano. Ecco perchè bisogna averne paura e rigettarli con forza, prima di diventare animali sacrificali in un esperimento pavloviano di massa.
- Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea: A Venezia, la città diventa un apparato di sorveglianza. A Ivrea un esperimento per sviluppare un modello nazionale di smart city: identità digitale, valutazione dei comportamenti e monete virtuali.
- 21 maggio 2033: Prendo lo smartphone e apro il mio Smart Citizen Wallet. L’indicatore di credito sociale segna 87 punti. Una faccina sorridente mi dice che sono un cittadino modello...
- Sorveglianza, social scoring, modello cinese - un mio articolo su Atlantico Quotidiano: Intellettuali e politici puntano a rendere accettabile anche da noi lo stato di sorveglianza e a farci rinunciare alla privacy. Primi esempi di credito sociale in Italia.
- La Schengen digitale di Colao: Entro il 2023 Colao vuole creare i primi tasselli di una "Schengen digitale" sul modello Green Pass, con ID digitale e app IO. Un passo in più verso il monopolio di Stato delle esperienze umane.
Sorveglianza finanziaria, CBDC, Bitcoin
- Moneta digitale di Stato, poteri illimitati e sorveglianza finanziaria: Banche Centrali e Stati vogliono competere con Bitcoin. Nel farlo, stanno progettando il più grande schema di controllo totalitario mai visto nella storia umana.
- Bitcoin, un layer di privacy contro la sorveglianza statale: È vero che a Bitcoin manca privacy? Per rispondere bisogna guardare all'attuale contesto politico e capire il ruolo del sistema finanziario tradizionale e degli intermediari.
- Antiriciclaggio UE nel settore crypto: guerra all'anonimato e travel-rule: Attacco frontale al settore crypto, con un pacchetto di leggi che propongono sorveglianza totale e aperta discriminazione verso chi tenta di tutelare la propria privacy.
- I nuovi super poteri dell'Agenzia delle Entrate: L'Agenzia delle Entrate somiglia sempre più a un'agenzia di intelligence. I nuovi super-poteri di profilazione e sorveglianza confermano il trend iniziato con la fatturazione elettronica.
- CBDC, Bitcoin, privacy e libertà. Tutto in una live!: Sono stato ospite di Criptovaluta.it per discutere di alcuni temi che ci piacciono tanto. Un'ottima occasione per uscire dagli schemi della newsletter e parlarne insieme! Ecco una sintesi.
- Grazie Panetta, non compro niente: Il dipartimento marketing della BCE cerca di venderci l'euro digitale a tutti i costi. La privacy, non si sa come, è il loro cavallo di battaglia. Grazie, ma no.
- La privacy [non] è per i criminali: L'arresto dello sviluppatore di Tornado Cash è l'ultimo segnale di una guerra sempre più evidente contro privacy e tecnologie per a proteggere l'individuo dallo Stato.
- Per un pugno di dollari: La moneta è la più importante tecnologia umana. Moltissime persone danno per scontata la sua esistenza e natura, ma l'ignoranza sta diventando sempre più pericolosa. È ora di iniziare a riflettere.
Privacy e politica
- Dalla corruzione alla pandemia, colpa della privacy?: Dalla mancanza di dati per la lotta alla corruzione fino alla gestione della pandemia. Ultimamente sembra che la colpa di ogni fallimento di Stato sia la privacy delle persone.
- OMS, linee guida etiche sul green pass, un commento: L'OMS mostra la strada sull'uso dei "green pass". Spoiler: l'Italia sta facendo l'esatto contrario di quanto raccomandato, ma non è una sorpresa.
- Perchè la politica non parla di privacy: E quando lo fa, è per svilire e ostracizzare un diritto umano universale. Ma perché?
- La peggior riforma del Codice Privacy: Il "decreto capienze" è stato convertito in lege dal Senato e dalla Camera. Ecco una sintesi di cosa cambierà, in peggio, in Italia e perché avremo meno tutele sulla nostra privacy.
- L'ossessione tedesca per Telegram e la censura: Da tempo la Germania è impegnata in una campagna politica contro Telegram, in cui vorrebbe anche il supporto dell'UE. Ma Telegram è solo il sintomo di un problema più grande...
- DL 127 e green pass sul lavoro, rischi privacy e disfunzioni logiche: Il Parlamento conferma che il green pass è uno strumento inutile, che può tranquillamente essere archiviato per mesi senza controllo
- Se l'Agenzia delle Entrate tratta dati sanitari è un problema: Sarà l'Agenzia delle Entrate a sanzionare in caso di violazione dell'obbligo vaccinale. Ecco perché è un grave problema, che va ben oltre la questione covid.
- Il green pass eterno e i nuovi poteri predittivi del Ministero della Salute: Dal 1 aprile diminuirà l'uso del green pass. Ma sarà eliminato del tutto? La legge dice un'altra cosa. Nel frattempo, il Ministero della Salute inizia a usare i suoi nuovi poteri predittivi.
- Europol e i nuovi poteri di scambio dati biometrici tra forze di polizia: Il pacchetto UE per la collaborazione tra forze di polizia rischia di farci diventare codici a barre con le gambe.
- Digital Services Act, l'arma finale dei "regolatori" della libertà di parola: Elon Musk acquista Twitter e - manco a farlo apposta - in UE viene approvato il Digital Services Act, un'arma che gli è già stata puntata contro, pronta a essere usata.
- Elezioni? Tranquilli, tutti aumenteranno sorveglianza e controllo sociale: Cambiano i partiti e le proposte, ma una verità rimane assoluta nel tempo: ogni movimento statalista non potrà che aumentare la sorveglianza di massa e il controllo sociale.
Great Reset e World Economic Forum
- Pronti per la cyberpandemia?: Tra cybercriminali e cyberwarfare, gli attacchi cibernetici sembrano essere un ottimo trampolino di lancio per una serie di misure globali liberticide in nome della "sicurezza".
- Smart cities e ingegneria sociale, la città che plasma l'Uomo: Le città intelligenti, attraverso un sistema di estrazione violenta di dati, rischiano di ribaltare un paradigma millenario: non più l'Uomo che plasma la città, ma la città che plasma l'Uomo.
- Davos è in Svizzera o in Cina?: Il World Economic Forum e i "leader" che ogni anno si riuniscono a Davos sono ammaliati dal modello cinese: sorveglianza e controllo totale del mondo digitale.
Ragionamenti su privacy e libertà
- Cypherpunk e Crypto-anarchia, l'ideologia che ha cambiato il mondo: Alzati, non hai nulla da perdere se non le recinzioni di filo spinato che ti circondano!
- Che significa privacy?: Una breve storia della privacy, dal 1890 ai giorni nostri, per capire davvero il significato di questo termine così abusato e travisato.
- Aborto? Questione di privacy e capitalismo: La questione dell'aborto può essere risolta solo con libero mercato, tutela della proprietà e della privacy. Ogni alternativa porta alla violenza e alla negazione della libertà delle persone.
Rubriche interne
Non finisce qui! Nella newsletter ci sono anche tre rubriche interne in cui parlo di argomenti leggermente diversi. Puoi leggere gli articoli delle rubriche direttamente nella loro sezione specifica, cliccando qui sotto oppure attraverso il menù che trovi sul sito.
Purple Dragon, la rubrica di Privacy Chronicles in cui sono affrontati argomenti più tecnici, cercando di dare informazioni utili a proteggere in modo pianificato e consapevole privacy, identità, e informazioni sensibili.
Lettere Libertarie, la rubrica in cui in cui parlo di temi e concetti legati alla filosofia e ideologia libertaria che ispirano molto del pensiero dietro a Privacy Chronicles. La privacy oggi è un pilastro della libertà: per capire la libertà bisogna capire la privacy, e viceversa.
Frammenti, la rubrica in cui commento brevemente le notizie più interessanti della settimana. Un modo leggero e meno impegnativo di leggere Privacy Chronicles. Ogni frammento contiene anche un meme e una citazione.
Privacy Chronicles è una newsletter che si sostiene solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Se ti piace quello che scrivo, perché non ti abboni anche tu?
like this
reshared this
Macerie
Dopo il voto
Fra insediamento del nuovo Parlamento, elezione dei presidenti, avvio di pur veloci consultazioni, incarico, giuramento, dibattito parlamentare e fiducia, il nuovo governo, se tutto va bene, si ritroverà attivo nella seconda metà di ottobre.
Piuttosto verso la fine. Anche agendo in continuità con il governo attualmente in carica, come è ribadito proponimento del partito in vantaggio, alla guida della coalizione in vantaggio, la legge di bilancio subirà un qualche ritardo e sarebbe strano fosse radicalmente diversa da quanto fin qui predisposto. E, del resto, si avvierebbe verso la fine un anno i cui numeri sono positivi e come tali saranno confermati. Ed è qui che arrivano i guai.
Si va ripetendo che il futuro governo erediterà una situazione difficilissima e dovrà muoversi fra le macerie. Se così fosse alcuni dei futuri governanti si ritroverebbero fra gli odierni produttori di macerie. Se così fosse non si capirebbe perché chi è oggi in vantaggio ci tiene a tranquillizzare tutti circa la continuità costruttiva, non promettendo discontinuità distruttiva.
Difatti così non è, anche se da destra a sinistra, da sopra e da sotto si prova a descrivere l’Italia come disastrata e senza manco la canna del gas. L’anno che si chiuderà avrà prodotto ricchezza, ma già oggi sappiamo che l’anno prossimo viaggeremo ad una velocità decisamente più bassa, con una previsione di crescita dello 0.9%, rispetto al 3.4 (e forse qualche cosa in più) che agguantiamo oggi.
A questo si aggiunga che i tassi d’interesse europei (1.25%) restano ben più bassi di quelli inglesi (1.75) o americani (2.50), quindi siamo ancora in politica monetaria espansiva, ma la tendenza è a vederli crescere, per contenere l’inflazione, il che comporta un maggiore costo dei debiti e, quindi, dell’eventuale (si fa per ridere) rispetto delle promesse elettorali.
La domanda è: se ci descriviamo come disastrati fra le macerie nel mentre ancora si cresce a un ritmo sostenuto, che succederà quando sarà scemato? o quando ci toccasse una decrescita, alias recessione? se in questa fase non si fa che promettere aiuti e sostegni, manco fosse il 1929 e ci fossero le file di affamati con le gavette in mano, che succederà quando l’inflazione dovesse mordere troppo i risparmi e la mancata crescita non genererebbe ricchezza da distribuire?
A quel punto può succedere che chi si troverà al governo scopra la virtù dell’incoerenza, sicché non farà quel che aveva promesso, oppure succede che il governante tiene alla propria coerenza, fa quel che disse, quindi aumenta ulteriormente l’enorme debito pubblico. Nel secondo caso scassa le finanze.
Nel primo scassa la credibilità. Ed è questo quel che oggi è visibile a occhio nudo: si può parteggiare, tifare pro e contro, ma la credibilità di ciascuno la si deve cercare con la lente d’ingrandimento, ove non con il microscopio. E, del resto, l’esperienza vale qualche cosa, pur in un Paese senza memoria.
Non è affatto un caso che a ricrescere di più, rispetto allo sprofondo della riduzione a un terzo, è un Movimento che difende un atto governativo frutto della propria coerenza, ovvero il reddito di cittadinanza, che è, al tempo stesso, una spesa enorme e un non meno grandioso fallimento. Perché tale è, non per chi lo avversava in quanto negativo, come me, ma per chi lo ha voluto e sostenuto, secondo cui sarebbe stato lo strumento delle celeberrime ed evanescenti “politiche attive del lavoro”. Che non si videro.
Le macerie vere sono più politiche che economiche, più culturali che produttive. E se non si rimedia a quelle gli sconfitti di oggi saranno gli irresponsabili di domani e i governanti di dopodomani. Non se ne esce gli uni contro gli altri armati, giacché sono quelle armi, demagogiche, a produrre macerie. È comune interesse di chi dovrà governare e di chi, opponendoglisi, vorrà poi tornare a governare riportare lo scontro sul terreno della realtà. Perché a prender voti inneggiando alle macerie si ottiene un solo risultato: la moltiplicazione delle macerie.
L'articolo Macerie proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Andata
Campagna
Oramai è andata. La campagna elettorale è quella che vediamo e i giorni che ci separano dalle urne non ospiteranno significative novità positive, idee nuove, impostazioni promettenti. È andata così. Essere in Unione europea, con i giusti vincoli e le generose opportunità, aiuta, ma non risolve.
A sinistra hanno cominciato la corsa dandosi per persi e sperando che qualcuno fermasse gli altri. A destra il testimone se lo danno in testa più che passarselo, finita la staffetta si prenderanno a coltellate. I trionfatori delle precedenti elezioni politiche sanno che saranno ridotti a un terzo, non restando loro altro che puntare sulla reiterazione dell’estremismo assistenzialista.
I terzopolisti almeno hanno avuto il coraggio di andare a Piombino a sostenere il rigassificatore, per il resto pencolarono in partenza e programmano il pencolamento futuro. Altri soggetti animano la scena, aumentandone il tono smorto.
Tutti vittime della propria incapacità, ingabbiati in un sistema elettorale demenziale, che colpevolmente non toccarono. Quasi tutti contaminati dal virus populista, compartecipi del miserevole taglio dei parlamentari. Non un bel vedere, eppure tocca guardarlo.
Che succede, poi? In un Paese la cui popolazione pensante e lavorante ancora non digerisce il siluramento di Draghi, vincerà le elezioni chi gli si è opposto. Che può sembrare paradossale, ma mica tanto. Perché gli oppositori di ieri sono assai più draghiani degli altri. Almeno su tre punti determinanti: a. collocazione occidentale dell’Italia; b. condanna della Russia e mantenimento delle sanzioni; c. no a più deficit e debito. Mica poco.
E dopo la vittoria? Se il centro destra resterà unito e governerà sarà perché si spaccheranno i soci che lo compongono, cambiando linea politica. Il che comporta che o gli elettori di Fratelli d’Italia o quelli della Lega saranno stati ingannati. Più probabilmente i secondi. Se le modifiche non saranno interne, allora le rotture si vedranno dall’esterno, nel senso che partono e cadono in tempo reale. Vero che il potere è un forte collante, ma le pretese di ciascuno un discreto solvente.
I pentarieletti riprenderanno il loro ruolo di truppa trasformista, avendo imparato a mercanteggiare con maggiori pretese. Mentre i terzopolisti sono attesi alla prova del non dividersi in (almeno) due alla prima occasione.
In quanto alla sinistra, raccolta attorno al Partito democratico, si spera abbia capito che non ha perso solo le elezioni, ma l’identità e la cultura. I voti raccolti li hanno chiamati per tradizione e contrapposizione, solo che dall’altra parte non c’è una grande armata, ma una brancaleonata. Perdono perché si sono persi e si sono persi perché esistono solo per vincere.
A ciò si ridusse la scena, ma in un teatrino. In quello grande s’esibisce l’Italia degli interessi e della realtà. Una realtà talmente ostinatamente negata che se solo la descrivi ti dicono che sei fuori dalla realtà.
L’Italia con 10mila miliardi di patrimonio privato, con i risparmi che crescono, con le esportazioni che vanno alla grande, con il prodotto interno lordo finalmente superiore alla media europea nel suo ritmo di crescita, con un numero di occupati che resta nettamente inferiore alla media europea, ma che ha superato i massimi da quando si raccoglie quel dato.
Nel teatrino si compatisce la miseria, considerata crescente perché si contano i poveri mettendo in fila quelli cui hai promesso un sussidio se si dichiarano poveri, con il risultato, ovvio e ragionevole, che i poveri aumentano. Nell’altro teatro va in scena una ricchezza senza rappresentanza, al punto da essersi ridotta a sperare che nessuno vinca, per farsi ricommissariare.
Eppure uno spiraglio c’è: governi il vincitore, se ci sarà e se ne sarà capace, ma si avvii la legislatura con la volontà di porre rimedio a tanta insipienza politica e ai suoi fallimenti, aprendo una succursale costituente. Farà onore ai vincitori e farà comodo agli sconfitti. Tanto una cosa avrebbero dovuto capirla, sebbene non acutissimi: al giro successivo si scambieranno il posto.
L'articolo Andata proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Da oggi, con date diverse a seconda dei calendari regionali, studentesse e studenti tornano in aula per riprendere le lezioni.
Buon rientro ragazze e ragazzi e buono studio!
Qui i primi dati di avvio del nuovo anno ▶️ miur.gov.
like this
VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider
Alzi la mano chi usa una VPN. Ormai è uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere quello giusto, soprattutto quando non è ben chiaro il funzionamento di una VPN e quali possono essere i rischi.
Oggi cercherò di spiegare in modo semplice cosa fa (e non fa) una VPN, quali sono le principali minacce a cui andiamo incontro e quali possono essere i criteri per decidere il provider migliore.
Cosa fa una VPN?
Nella normalità, quando navighiamo online sono gli Internet Service Provider (come Tim, Vodafone, Fastweb, ecc.) che ricevono le nostre richieste di connessione e le indirizzano al server di destinazione. Chiaramente, questo significa che nei confronti del nostro ISP siamo completamente trasparenti: sanno esattamente cosa facciamo e conoscono la nostra identità.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni a Privacy Chronicles?
Educazione motoria alla primaria, diffusa la nota con i chiarimenti per l'insegnamento della disciplina nelle classi quinte da parte di docenti specialisti per l’anno scolastico 2022/2023.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.
Torna feroce l’austerità europea contro i lavoratori e i poveri
"Ma soprattutto la decisione della BCE annuncia il ritorno ai patti di stabilità che distruggono la civiltà. Il commissario Gentiloni infatti ha già annunciato che gradualmente si tornerà ad essi e che in ogni caso paesi come l’Italia dovranno cominciare a mettersi a posto coi conti. Cioè a tagliare ancora servizi pubblici e sociali. Mentre si aumentano le spese militari. Come sta già facendo Draghi, che di questa politica di austerità europea e guerra americana è il primo rappresentante in Italia."
contropiano.org/news/politica-…
Torna feroce l’austerità europea contro i lavoratori e i poveri - Contropiano
La decisione della Banca Centrale Europea di alzare dello 0,75 il tasso di sconto è un atto di feroce austerità contro tutti i popoli europei.Redazione Contropiano (Contropiano)
Internet e social: la dose giusta per gli adolescenti. Il post di Carlo Venturini sull'Almanacco della Scienza
Sabrina Molinaro dell’Istituto di fisiologia clinica e Giorgia Bassi dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr spiegano perché è importante che gli adolescenti riducano il tempo trascorso in Rete, utilizzando Internet e i social network. E fondamentale è anche il ruolo dei genitori, che vanno coinvolti nell’educazione digitale
like this
reshared this
La matematica non serve a niente. Tranne che per...
Ho incontrato su TW il poster che trovate qui sotto, creato dal laboratorio di matematica Raphael Salem dell’università di Rouen, per scaricarlo in formato .pdf: https://sorciersdesalem.math.cnrs.fr/Posters/PosterLesMathsCaSertARien.pdf
Fa parte di una bella raccolta di poster di argomento matematico che trovate qui:
https://sorciersdesalem.math.cnrs.fr/Posters/posters.html
È pubblicato su una pagina che si intitola “Les Sorciers de Salem” con un gioco di parole che allude alle streghe (sorcières) di Salem.
Nel sito c’è anche una pagina con una versione interattiva del poster che rimanda all’approfondimento di alcuni degli usi della matematica (in francese):
sorciersdesalem.math.cnrs.fr/S…
Qui sotto la traduzione del testo contenuto nel poster.
La matematica non serve a niente.
Tranne che per..
Comprendere il corso delle stelle
Fare previsioni del tempo
Misurare il mondo
Suddividere in modo equo
Proteggere i nostri segreti
Trovare il percorso più breve
Ascoltare la musica
Costruire ponti
Decifrare i big data
Evitare gli ingorghi
Diagnosticare e curare in modo più efficace
Organizzare una rete di comunicazioni
Navigare in Internet
Sviluppare l'intelligenza artificiale (e la nostra)
Fotografare le farfalle
Decodificare il DNA
Anticipare gli effetti del caso
Rilevare e correggere gli errori
Modellizzare lo scioglimento dei ghiacciai
Immaginare altri universi
Meravigliarsi per la bellezza dei frattali
Migliorare le prestazioni sportive
Far volare gli aerei
Valutare le nostre possibilità di vincere alla lotteria
Adattare una ricetta al numero di ospiti
Ottimizzare... Analizzare... Decidere... Stimare... Creare... Giocare... Esplorare… Simulare... Calcolare… Vedere... Disegnare... Argomentare...Difendere... Programmare... Esprimere....
like this
reshared this
📚 Oggi si celebra la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, istituita nel 1967 dall’UNESCO.
🌍 Un’occasione importante per riflettere sul diritto all’istruzione e sul suo ruolo nel promuovere lo sviluppo delle persone e delle comunità.
Iki likes this.
Fr.#08 / p a y n o m i n d
Pagare = pensare
Al Baltic Honeybadger 2022, conferenza europea su Bitcoin tenutasi a Riga la scorsa settimana, Giacomo Zucco ha presentato una fantastica slide che recitava: “Non sono d’accordo con ciò che paghi, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di pagarlo”.
La simpatica revisione della famosa frase di Evelyn Beatrice Hall (spesso attribuita a Voltaire) esprime un principio vero fin dalla preistoria e di cui ho parlato molto spesso negli ultimi mesi: le transazioni economiche sono una concretizzazione della libertà di pensiero. Il pagamento è l’azione che segue al pensiero; è il modo in cui esprimiamo la nostra libertà di autodeterminazione e capacità di agire sulla base della nostra libertà di pensare, dando così un valore al pensiero e alle azioni altrui.
Pensare però significa anche a dissentire. Quando tante persone contemporaneamente decidono di usare una nuova moneta privata, fuori dal monopolio dello stato, per esprimere il loro dissenso, ecco che iniziano i problemi.
È il motivo per cui tutti gli stati del mondo sono oggi occupati a progettare e sviluppare la prossima evoluzione della moneta statale, le Central Bank Digital Currencies (CBDC). Le CBDC offrono agli stati il potere di sorvegliare e censurare ogni transazione economica per impostazione predefinita, che equivale alla capacità di controllare il pensiero ed espropriare ogni esperienza umana. Con le CBDC la libertà di pensiero diventerà un artificio vuoto di ogni significato.
Non lasciate che una dozzina di burocrati con deliri di onnipotenza possano privarvi della vostra libertà di pagare/pensare senza ingerenze arbitrarie. C’è un’alternativa a questa distopia. Sfruttiamola.
Il sogno cinese di Klaus Schwab e del WEF
Tutti sappiamo che il World Economic Forum tiene i suoi meeting annuali a Davos, in Svizzera. Diversamente, scopro solo in questi giorni che esiste un secondo meeting annuale del WEF - in Cina, nella città di Dalian, che dal 2007 ospita il “Summer Davos”.
Robert Malone nella sua newsletter riporta alcuni dei temi trattati nel Summer Davos 2022, come: Using 5G Responsibly; Climate Change: The Next Financial Crisis?; Rethinking Capitalism and How to Tax Global Business; Accelerating the Cleantech Transition; and Going Beyond a Trade War.
Interessante che in Cina si discuta della prossima crisi finanziaria e di come “ripensare” il capitalismo mentre in Svizzera si discuteva di pagamenti digitali, identità digitale e controllo di Internet, no?
Schwab è sempre stato ammaliato dal sogno cinese, come lo chiamò lui stesso nel 2017 - quando invitò il presidente Xi Jinping a parlare al forum di Davos.
Il presidente cinese fece un lungo discorso sull’economia globale e sul ruolo della Cina in seguito all’ingresso nella World Trade Organization. La cosa più interessante di tutte è che leggendo le sue parole non posso far altro che pensare che oggi potrebbe essere tranquillamente il manifesto statalista di qualsiasi governo occidentale. Un estratto:
We should foster a culture that values diligence, frugality and enterprise and respects the fruits of hard work of all. Priority should be given to addressing poverty, unemployment, the widening income gap and the concerns of the disadvantaged to promote social equity and justice. It is important to protect the environment while pursuing economic and social progress so as to achieve harmony between man and nature and between man and society. The 2030 Agenda for Sustainable Development should be implemented to realize balanced development across the world.
Schwab fu così entusiasta che arrivò ad affermare che la visione di Xi Jinping incarnava perfettamente il suo sogno di creare un nuovo mondo interdipendente, equo e inclusivo. A distanza di cinque anni, possiamo dire che Schwab non scherzava.
E dire che quando mi chiedevo, a giugno, se “Davos fosse in Svizzera o in Cina”, pensavo di aver usato una metafora.
Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?
Privacy Chronicles - Fuck your chinese dream
Vieni alla Privacy Week 2022?
La Privacy Week è la seconda edizione di un evento che sto organizzando insieme a molte altre persone, di cui sono molto orgoglioso. È un evento che vorrebbe diventare il punto di riferimento nazionale per parlare di privacy, cybersecurity, nuove tecnologie e diritti umani. Si parlerà anche di Bitcoin e criptovalute.
Si terrà a Milano e in streaming dal 26 al 30 settembre, con più di 50 incontri, talk, webinar, forum, interviste, dibattiti e oltre 90 relatori tra professori, ricercatori, avvocati, tecnici, giornalisti, scrittori, manager, attivisti, filosofi e sociologi.
Lunedì 26 settembre farò anch’io un breve intervento intitolato “Orizzonte 2030, cittadini o codici a barre?”. Mi piacerebbe invitare qualcuno di voi lunedì, chi sarà in zona Milano, per conoscervi e farvi conoscere la Privacy Week.
Per partecipare è necessaria la registrazione dal sito web. Se avete domande o non vi è chiaro qualcosa contattatemi pure via email!
Meme del giorno
Citazione del giorno
If you don’t believe it or don’t get it, I don’t have the time to try to convince you, sorry.―Satoshi Nakamoto
PROVA AD ASCOLTARE LA MUSICA CON UN DIVERSO APPROCCIO: DIVENTA UN NOSTRO COLLABORATORE
PROVA AD ASCOLTARE LA MUSICA CON UN DIVERSO APPROCCIO: DIVENTA UN NOSTRO COLLABORATORE
Crescere, in tutti i sensi, è di per sé un fatto positivo ma qualche problema in fondo lo crea sempre.
Così come per le mamme, che devono che devono costantemente rinnovare il guardaroba dei figli per adeguare l’abbigliamento al loro sviluppo fisico, anche per In Your Eyes la costante crescita di contatti riscontrata negli ultimi anni comporta il dover affrontare un “piacevole” problema: quello di far fronte alle numerose richieste di recensione che ci pervengono ogni giorno.
Come sapete, noi non ci poniamo limiti di genere per cui, se su alcuni siamo abbastanza coperti, su altri facciamo oggettivamente fatica a prendere in carico tutto il materiale.
Soprattutto per quanto riguarda l’elettronica, il rapporto tra il numero di dischi da recensire e quelli effettivamente soddisfatti è decisamente sfavorevole: è proprio qui che avremmo bisogno di nuova linfa, sotto forma di qualcuno che, alla propria passione per la musica, voglia abbinare quella di rendere partecipi gli altri delle proprie sensazioni , ma è inutile dirvi che, anche se foste appassionati ed esperti di altri generi, saremmo comunque ben felici di accogliervi nella nostra famiglia.
Ovviamente non ci servono persone che vogliano intraprendere questa attività in maniera eccessivamente saltuaria e discontinua: il nostro target individuale si attesta attorno ad un minimo di 4-5 recensioni mese, comunque non molte se pensiamo che si tratterebbe di scriverne almeno una ogni settimana, senza contare che un appassionato (con la A maiuscola) almeno un’oretta al giorno per ascoltare musica la trova sempre e comunque.
Se pensate d’essere in grado di garantire ragionevolmente quanto richiesto, fatevi avanti, anche se non avete mai fatto alcuna esperienza del genere in passato; nel ricordarvi che tutti coloro che operano nella nostra webzine non ci guadagnano un centesimo e che la vera ricompensa è quella di intraprendere un hobby che consente di interagire direttamente con musicisti, etichette discografiche ed agenzie di promozione, vi invitiamo a scrivere all’ indirizzo
info@iyezine.com
Successivamente verrete contattati da chi si occupa della pianificazione e della pubblicazione dei contenuti, per entrare maggiormente nei dettagli della collaborazione.
Fatevi un regalo, provate a trasformare la vostra passione per la musica in qualcosa di ancora più stimolante …
like this
reshared this
Lacrime di sangue (L’étrange couleur des larmes de ton corps) di Bruno Forzani e Hélène Cattet [2013]
Della coppia artistica Forzani-Cattet ero fermo al solo “Amer”, debutto sulla lunga distanza datato 2009, visto, tra l’altro, in un momento piuttosto confuso della mia vita, e quindi apprezzato meno del suo effettivo valore. Nei giorni scorsi, soffocato dalla canicola estiva, ho pensato che potessero essere maturi i tempi per una seconda possibilità, e mi sono scaricato “Lacrime di sangue”, il loro secondo lungometraggio.
!cinema_serietv
like this
reshared this
Instagram - La fiera della vanità
Grazie a un tweet di @Alexis Kauffmann, ho trovato su Arte questo documentario: “Instagram - La foire aux vanités” sulla nascita, l’evoluzione, l’enorme diffusione di Instagram, i meccanismi che ne regolano il funzionamento e l’impatto negativo che ha sui suoi utenti. Considerando anche il fatto del grandissimo numero di giovani che utilizzano questo social network (quasi tutti i miei studenti, ad esempio), il documentario offre, secondo me, diversi spunti di analisi di grande interesse.
C’è anche una versione in lingua originale con sottotitoli in italiano, la si trova qui: https://www.arte.tv/it/videos/095729-000-A/instagram-la-fiera-virtuale-delle-vanita/
Il documentario è disponibile in rete fino al 28.10. 2022.
Qui sotto, trovate la traduzione dell’introduzione alla versione francese, più completa e più chiara rispetto a quella italiana, nella versione in tedesco il titolo è ancora più esplicito: “Instagram – Il social network tossico”.
Lanciato poco più di dieci anni fa, il social network Instagram ha conquistato il mondo. Questa approfondita indagine analizza i meccanismi della sua ascesa e ne evidenzia gli effetti deleteri.
Due miliardi di utenti attivi al mese, 100 milioni di video e foto condivisi ogni giorno: lanciato nell'autunno del 2010, nel cuore della Silicon Valley, da Kevin Systrom e Mike Krieger, due studenti dell'Università di Stanford, il social network Instagram ha conosciuto un'ascesa fulminante. Sfruttando lo sviluppo della fotografia mobile, l'applicazione, inizialmente pensata per modificare (grazie ai suoi famosi filtri) e condividere le foto, ha rapidamente attratto le celebrità e attirato l'attenzione dei giganti digitali.
Nel 2012 Mark Zuckerberg, a capo di Facebook, ne ha intuito il potenziale commerciale e l'ha acquistata per l'incredibile cifra di un miliardo di dollari. Due anni dopo, lsul sito è comparsa a pubblicità, portando a un'esplosione dell'influencer marketing. Da quel momento in poi i marchi si sono rivolti alle personalità più seguite per promuovere i loro prodotti. Le star con milioni di abbonati, come Cristiano Ronaldo o Kim Kardashian, guadagnano cifre astronomiche, mentre in fondo alla gerarchia, soggetti a una concorrenza spietata, i "nano-influencer" si accontentano di contratti pagati in natura o di benefit promozionali.
Trasformata in un gigantesco centro commerciale, la rete dà in pasto ai suoi utenti visioni modificate della realtà, con corpi giovani e svestiti, luoghi turistici che vengono immediatamente fpresi d’assalto e immagini di cibo esteticamente gradevoli, etichettate come "food porn". Conseguenze: la chirurgia estetica tra i giovani è in aumento, facendo arricchire professionisti senza scrupoli, mentre l'ansia e la depressione aumentano in modo preoccupante tra gli adolescenti, che sono particolarmente permeabili a questi ideali standardizzati.
La tirannia
Messa sotto accusa per i suoi eccessi, Instagram ha tuttavia trovato una seconda possibilità durante la pandemia, diventando un luogo per l'espressione artistica, l'intimità e le lotte delle minoranze. Partendo dalla sua nascita fino alla sua recente evoluzione, l’autore, Olivier Lemaire (Le musée et le milliardaire anticonformiste, Let’s Dance) si avvale di una serie di testimonianze (l'influencer Maya Borsali, il "Dr. Miami", chirurgo star dei social network, il sociologo Dominique Boullier e Sarah Frier, autrice di No Filter: The Inside Story of Instagram, oltre alle famiglie di adolescenti vittime di questa tirannia delle immagini) per decifrare l'influenza di una rete che plasma le nostre vite, sconvolge la nostra economia e ridisegna il nostro rapporto con la realtà, spesso in peggio.
Diretto da: Olivier Lemaire
Paese: Francia
Anno: 2022
@informapirata :privacypride: @Le Alternative @maupao @Scuola - Gruppo Fediverso
like this
reshared this
La crisi del sistema politico: parlamentarismo, ordoliberismo, tecnocrazia | La Fionda
"La crisi del sistema politico non investe solo il parlamentarismo o la tenuta delle istituzioni; sono piuttosto i rappresentati, le classi sociali meno abbienti i soggetti maggiormente colpiti dall’ordoliberismo e da una democrazia plasmata sui principi tecnocratici."
Confessioni di una maschera “Il crepuscolo degli Dei”
Pensare che qualcuno ancora non è riuscito a capire la differenza che c’è tra i social network e la realtà, è un qualcosa che mi annichilisce, sotto tutti i punti di vista. Non è ancora stato creato un antidepressivo in grado di aiutarmi a rialzarmi dalla catatonia che mi assale ogni volta che realizzo quanto sia radicata l’idea che i due contesti siano sullo stesso piano.
In queste giornate estive l’idea che si possa anche solo pensare di fare politica attraverso la rete, e in particolare, anzi, in maniera quasi esclusiva, grazie ai social network, mi fa capire una volta di più come mai la situazione sociale italiana sia inevitabilmente indirizzata verso un tracollo che, per certi versi, mi spingo a considerare, pur se a malincuore, meritato. Toccando il fondo, come forse mai in passato, riusciremo finalmente a capire che c’è un mondo oltre lo schermo dei nostri cellulari, e che questo mondo è infinitesimamente distante da quello dorato dei social network? Ho ancora forti dubbi in merito, ma una piccola speranza la conservo.
iyezine.com/confessioni-di-una…
!news !eticadigitale !politica
Fr.#07 / c o m p l y
Noi tutti siamo la Cina
Chi sono i cinesi? Sono alieni? Zombie lobotomizzati? Servi a cui è stato fatto il lavaggio del cervello?
No amici miei, i cinesi sono persone normali, che lavorano, hanno una famiglia, nel tempo libero passeggiano, siedono al bar, parlano con gli amici, fanno shopping. Persone normali, con vite normali. Come noi.
Loro sono come noi. E noi, beh, siamo loro - ma nel passato. Mi spiego meglio. La Cina oggi è un incubo socialista tecnocratico; non perché i cinesi siano dei rammolliti senza capacità di pensiero o perché abbiano un modo di pensare diverso dal nostro. No, semplicemente il loro governo ha iniziato molto prima un processo che da noi ha invece avuto inizio solo negli ultimi anni.
Fonte: twitter.com/songpinganq
E allora, non stupiamoci davanti alle immagini di droni che pattugliano città, strade e case dall’alto. Non stupiamoci se le persone ritratte nei video e nelle immagini, che guardiamo come se fossero un film, obbediscono pazientemente agli ordini impartiti dall’autorità che li intima di rimanere chiusi in casa, nonostante il rischio concreto di morire di fame e sete.
Fonte: twitter.com/songpinganq
Non stupiamoci se i bambini sono trattati come animali con QR code al collo, obbidientemente in fila per un tampone che ancora oggi deve essere fatto da tutta la popolazione ogni due giorni per mantenere il privilegio di vivere in società.
Non stupiamoci di sapere che in Cina il contante è quasi sparito del tutto, che ogni cittadino è dotato di un’identità digitale collegata al covid pass e al conto corrente, che con un click possono essere bloccati dal governo a chi la pensa diversamente.
Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?
Privacy Chronicles - Privacy & Libertà
Divergente
Non temete, stiamo iniziando a recuperare il distacco con la Cina!
La Casa Bianca ci ricorda infatti che chiunque la pensi diversamente dalla maggioranza sarà considerato un estremista. Sappiamo tutti come alla Casa Bianca piaccia gestire gli “estremisti” dal 2001 a oggi.
Fonte: Disclose.tv
Non ci sarà più alcuna differenza tra noi e i cinesi quando gli stati occidentali avranno finalmente a disposizione tutte le leggi per il controllo e sorveglianza delle comunicazioni e di Internet, che sono in discussione in questo momento.
Non ci sarà più alcuna differenza quando ognuno di noi sarà dotato di identità digitale connessa a ogni servizio pubblico e finanziario; quando avranno il potere di accendere e spegnere i conti corrente a chiunque con un click; quando l’energia sarà razionata, la disoccupazione sarà alle stelle e bisognerà bloccare le proteste sul nascere.
E infine non ci sarà alcuna differenza quando inizieranno a perseguire chiunque cercherà di proteggere la propria privacy e vita privata, nonostante tutto. D’altronde, la maggior parte della gente crede fermamente di non avere nulla da nascondere, tu invece, che la pensi diversamente… cosa stai nascondendo?
Immagine del discorso di ieri di Biden a Philadephia, in cui ha esortato gli americani a combattere gli estremismi per difendere la democrazia. Come dici? Ricorda il cancelliere supremo di V per Vendetta? Nahhh
Una breve intervista
In questi giorni sono stato intervistato da Matrice Digitale, con alcune domande molto interessanti. Abbiamo parlato di Cypherpunk, anarco-capitalismo, pistole, sorveglianza di massa e social scoring. Insomma difficile fare meglio di così.
Qui il link, per chi volesse leggerla.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“My philosophy, in essence, is the concept of man as a heroic being, with his own happiness as the moral purpose of his life, with productive achievement as his noblest activity, and reason as his only absolute.”
― Ayn Rand
like this
informapirata ⁂ reshared this.
Non è possibile perché quella è una funziona ereditata da ActivityPub, mentre Friendica pubblica anche col protocollo di Diaspora il quale non supporta questa funzione. Che comunque è stata richiesta EONI fa e probabilmente è nella loro 'to-do-list" ma non è una priorità.
Personalmente se aggiungere questa funzione signfica sacrificare ulteriormente la velocità con cui si accede ai nodi e vari sottonodi preferisco non averla...
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
Twitter introduce le cerchie, per consentire agli utenti di twittare solo a ristrette cerchie di contatti.
Ah, #Friendica già lo fa... 😁
blog.twitter.com/en_us/topics/…
Introducing Twitter Circle, a new way to Tweet to a smaller crowd
With Twitter Circle, people now have the flexibility to choose who can see and engage with their content on a Tweet-by-Tweet basis.blog.twitter.com
like this
reshared this
Il capitale, la politica, la crisi
«Il capitale ha già “scelto” l’unica soluzione possibile per venirne fuori.
La guerra, per accaparrarsi materie prime e mercati senza i quali non ci stanno profitti.
E senza profitti il capitale muore.
La guerra, per liberarsi delle eccedenze di merci invendibili e di merce umana che non riesce più a mantenere.»
La piazza virtuale - Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici? L'articolo di @violastefanello su @iltascabile
LA PIAZZA VIRTUALE - COME COSTRUIRE IN RETE SPAZI DI INCONTRO E DISCUSSIONE REALMENTE PUBBLICI?
A fine aprile, parlando dei motivi che lo stavano spingendo a comprare Twitter, Elon Musk in un TED Talk diceva che la piattaforma “è diventata di fatto la piazza cittadina”. Nel marzo del 2019, Mark Zuckerberg aveva usato la stessa immagine quando affermava che “negli ultimi 15 anni, Facebook e Instagram hanno aiutato le persone a connettersi con amici, comunità e interessi nell’equivalente digitale di una piazza cittadina”.
Continua: iltascabile.com/societa/piazza…
La piazza virtuale - Il Tascabile
Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici?Il Tascabile
like this
reshared this
"Non ho paura e non pago il pizzo."
L’imprenditore Libero Grassi, attraverso una lettera inviata al Giornale di #Sicilia alzava la testa contro la mafia, ribellandosi apertamente alla violenza di Cosa nostra.
Denunciare il racket, un coraggio che Grassi pagherà con la propria vita qualche mese dopo, il 29 agosto del 1991 a #Palermo.
Il suo coraggio contribuì a dotare l’Italia di uno strumento a favore degli imprenditori coraggiosi, il varo del decreto che porta alla legge anti-racket 172.
Torno con le mie mirabolanti domande di #mastoaiuto sul tema #informatica e #WebDesign. L'argomento di oggi è il tema scuro nei siti e nell'interfaccia del computer/cellulare. O come lo chiamano in modo tutto figo #DarkMode.
Io mi sento più rilassato quando lavoro con il tema scuro su progetti grafici o scrittura. Mi aiuta a concentrarmi meglio su quello che sto facendo. Ma quando si tratta di #accessibilità mi viene un dubbio enorme: se faccio un sito con tema scuro, accontento tutti i lettori?
Io ho sempre fatto attenzione a non usare mai lo sfondo totalmente nero #000 con testi totalmente bianchi #fff perché anche solo pensarlo mi si bruciano le retine. Ho sempre fatto una mediazione di grigi o comunque colori complementari che abbiano lo stesso un elevato contrasto, ma più morbido. Ho già chiesto ad alcune persone con difficoltà di lettura come si trovassero con i miei siti e hanno risposto che riescono a leggere senza affaticarsi. Ma l'esperienza di persone che si conta sulle dita di una mano non fa statistica.
Ora, questo approccio che a me piace è sempre stato venduto anche come ecologico perché inciderebbe meno sull'energia impiegata dal monitor, con gran gioia della bolletta, della batteria e dell'ambiente stesso. Ma è davvero così?
Leggo articoli online che si contraddicono, perciò mi piacerebbe sentire il parere da gente vera come voi. In realtà un tema chiaro incide poco o nulla sulle performance e quindi è meglio stare più leggeri per non mettere in difficolta i lettori online, oppure c'è un vero e tangibile risparmio energetico e quindi è buono l'impegno nel fare temi scuri ma il più possibile accessibili?
Andrea reshared this.
Partiamo dalla cosa più semplice:
A quanto so, non ci sono problemi di accessibilità riguardo i temi scuri.
Le persone che proprio non li sopportano possono usare le opzioni del browser per forzare il tema chiaro (almeno, quelli che lo hanno ossia i desktop - assicurati che sul tuo sito funzioni la modalità lettura di quelli mobile).
Io so che bisogna assicurarsi che il contrasto sia chiaro e accessibile: in questo senso: bianco su nero o nero su bianco sono uguali.
Qui trovi linee guida di accessibilità web in generale: developer.mozilla.org/en-US/do…
Quanto a risparmio energetico, gli sfondi scuri possono essere peggio:
Testo chiaro su sfondo scuro è più difficile da leggere, perché, nonostante il contrasto (quello effettivo) sia uguale, c'è meno luce che finisce nei tuoi occhi (indipendentemente dal tipo di superficie contenente il testo, che sia un display o un pezzo di carta), e si fa più fatica a distinguere le lettere. Chiamiamo la quantità di luce che finisce negli occhi "contrasto percepito".
Non solo questo:
Considerando che maggiore è il contrasto sia effettivo che percepito e meglio si legge, e il contrasto è maggiore quando la differenza tra zone chiare e scure è più accentuata...
A parità di illuminazione ambientale, e parlando di schermi che producono la propria luce che finisce negli occhi di chi legge, in ogni caso per leggere meglio (fino a un certo punto, ad esempio sei in una stanza buia, luminosità al massimo è insopportabile) si dovrebbe sempre alzare l'illuminazione dello schermo per avere buon contrasto percepito, ma:
- Su schermi OLED, dove i pixel neri sono spenti, il contrasto effettivo tra zone nere e bianche è sempre più alto di un LCD; alzare la luminosità aumenta tanto il consumo energetico su sfondo chiaro, ma su sfondo scuro il consumo è trascurabile
- Su schermi LCD, dove i pixel neri in realtà sono semplicemente "chiusi", e fanno passare meno della retroilluminazione (meno, ma non niente, e puoi vedere chiaramente che una schermata 100% nera su un LCD in realtà si vede grigina luminescente!); alzare la luminosità comporta sempre lo stesso consumo energetico, MA, il contrasto effettivo su un LCD è sempre più basso di un OLED perché i pixel neri fanno trapelare luce, e considerando che in ogni caso per vedere meglio bisogna avere sia buon contrasto percepito che effettivo... su un LCD finirai con l'alzare la luminosità su sfondo scuro per migliorare entrambi i contrasti, quindi addirittura a consumare più energia di quanta ne consumeresti per leggere un testo nero su bianco con lo stesso livello di comfort!
Spero di averti fatto capire - sto qua degli sfondi chiari o scuri su schermi diversi meriterebbe un articolo di blog...
E ora che ti ho detto tutto questo, però:
A meno che il sito non debba avere i colori che ha per una scelta artistica (ma in quel caso, di nuovo, assicurati almeno che l'HTML del tuo sito sia buono e quindi analizzabile dalle modalità di lettura dei browser, chi non sopporta il tuo tema potrà leggere con quella), se la tua scelta è puramente pratica.. allora non decidere tu, usa CSS per far decidere al browser (e al sistema operativo) di chi visita la tua pagina: usa le media query per dichiarare un tema chiaro, e un tema scuro. Fine.
Vedi developer.mozilla.org/en-US/do…
Un esempio:
/* Tema chiaro, predefinito */
body {
background-color: #FFFFFF;
color: #000000;
}
/* Tema scuro, secondario - Usato solo dai browser supportati (tutti quelli aggiornati, da anni) e che hanno preferenza di tema scuro */
@media (prefers-color-scheme: dark) {
body {
background-color: #000000;
color: #FFFFFF;
}
}
Si può volendo anche invertire il tutto, mettendo come predefiniti (specificati senza media query) i colori scuri, e specificando con @media (prefers-color-scheme: light) i colori chiari per chi preferisce quelli.
Andrea likes this.
Un protocollo social più decentralizzato di ActivityPub
ActivityPub è un buon protocollo, ma secondo me non perfetto. Resta troppo incentrato sull'avere un server dedicato principale grosso. Ciò si vede nelle sue implementazioni server, con software come Mastodon, Pleroma, e chi più ne ha più ne metta: software relativamente pesanti e difficili da ospitare, cosa che va a peggiorare l'accentramento perché meno gente avrà possibilità di ospitarli e quindi andrà su istanze già presenti.
Non so se esiste già, nel caso fatemelo conoscere, altrimenti probabilmente potrei idearlo io, un protocollo più semplice e molto più decentralizzato, basato su server più stupidi e client più intelligenti.
Rimuovere completamente i server causerebbe una peggiore esperienza utente: ogni client dovrebbe rimanere acceso nel momento in cui gli amici si collegano per scaricare nuovi messaggi, inoltre alcuni provider bloccano le connessioni in entrata. Sarebbe ideale, ma è irrealistico.
Per questo, si sceglie di tenere il minimo indispensabile come server: uno HTTP che serve file statici. Un tale server può essere ospitato ovunque, persino sul router di casa, ma in ogni caso i provider che ne danno di gratuiti online sono tantissimi.
Qui viene il bello: ogni utente ha un server e un dominio o indirizzo IP statico, si identifica con un URL (che può essere la root, oppure una cartella, nel caso si voglia avere altra roba Web sullo stesso dominio).
Il client del social (la app) chiede come login i dati di accesso FTP, SSH, Git, o chissà quali altri sistemi di caricamento di file via Internet, e tutti i contenuti di ogni utente (i messaggi, i file, i like messi, ...) vengono caricati sul server HTTP.
Quando un client vuole aggiornare il feed degli utenti seguiti, scarica un file d'indice (come un feed RSS) da ciascun server, e scarica eventuali nuovi elementi lì segnati.
L'unico potenziale problema qui può sorgere in caso si seguano centinaia e centinaia di utenti, perché la app dovrà scaricare ciascun file ad ogni aggiornamento. Ovviamente, usando un formato di dati efficiente e compresso il problema si riduce, così come si riduce spezzettando l'indice in segmenti, oppure si potrebbero integrare nel protocollo delle liste di aggregazione opzionali (che richiederebbero un server fatto apposta), a cui ciascun utente può passare il proprio elenco di utenti seguiti, e la sua app chiederà le differenze di tutti al server di aggregazione anziché alle centinaia di serve degli utenti.
Per i messaggi privati, si può semplicemente implementare un sistema di cifratura, così che le app possano semplicemente caricare i contenuti privati assieme a quelli pubblici sul server HTTP, e anche se terzi potrebbero scaricarli andando a frugare tra i file dei server altrui, non potranno leggerli.
Che ne pensate?
like this
reshared this
@Luca Nucifora eh e come? stai praticamente quasi creando un protocollo da capo così :'/. ActivityPub è troppo incentrato sui server attivi, il massimo che si può fare è ideare qualche integrazione AP in un protocollo come ho pensato il mio. Fosse anche prevedere un sottoprotocollo per i bridge. Anzi, togliamo il forse, è qualcosa da fare.
Comunque, ho anche continuato a cercare, ma nessun protocollo già esistente funziona in modo abbastanza vicino a cosa vorrei io.
Io magari inizio a scrivere qualcosa (documenti, non codice) a riguardo, almeno per descrivere l'idea a linee meno grosse di cosa il mio post di Friendica dice. Magari trovo gente a cui l'idea interessa particolarmente..
È la fine dei social network? Una riflessione di Johannes Ernst su #Facebook, #TikTok e il design delle piattaforme
Scott Rosenberg , in un pezzo dal titolo “Tramonto del social network” , scrive ad Axios:
Segna la scorsa settimana come la fine dell'era dei social network, iniziata con l'ascesa di Friendster nel 2003, ha plasmato due decenni di crescita di Internet e ora si chiude con il lancio di Facebook di un'ampia riprogettazione simile a TikTok.
Una dichiarazione travolgente. Ma penso che abbia ragione:
Facebook è fondamentalmente una macchina pubblicitaria. Come altri prodotti Meta. Non ci sono davvero "tecnologie che avvicinano il mondo", come dice la home page di Meta . Almeno non principalmente.
Questa macchina pubblicitaria ha avuto un successo sorprendente, portando a un fatturato trimestrale recente di oltre $ 50 per utente in Nord America ( fonte ). E Meta di certo ha spinto così tanto, altrimenti non sarebbe stata nelle cronache per aver oltrepassato il consenso dei suoi utenti anno dopo anno, scandalo dopo scandalo.
Ma ora una macchina pubblicitaria migliore è in città: TikTok. Questa nuova macchina pubblicitaria non è alimentata da amici e familiari, ma da un algoritmo di dipendenza. Questo algoritmo di dipendenza calcola i tuoi punti di minor resistenza e ti riversa una pubblicità dopo l'altra in gola. E non appena ne hai ingoiato un altro, scorri un po' di più e, così facendo, chiedi più pubblicità, a causa della dipendenza. Questa macchina pubblicitaria basata sulla dipendenza è probabilmente vicina al massimo teorico di quante pubblicità si possono versare in gola a qualcuno. Un'opera d'arte straordinaria, come ingegnere devo ammirarla. (Naturalmente quell'ammirazione si trasforma rapidamente in qualche altra emozione del tipo disgustoso, se hai qualche tipo di morale.)
Quindi Facebook si adatta e passa a un'altra macchina pubblicitaria basata sulla dipendenza. Il che non sorprende nessuno, penso.
E poiché non si è mai trattato di "riavvicinare il mondo", abbandonano quella missione come se non gli importasse mai. (Questo perché non l'hanno fatto. Almeno MarkZ non l'ha fatto, ed è l'unico, irresponsabile signore supremo dell'impero Meta. Una struttura azionaria a due classi te lo dà.)
Con il gigante che rivolge la sua attenzione altrove, dove finisce il social networking? Perché i bisogni e i desideri di “avvicinare il mondo” e di mettersi al passo con amici e familiari sono ancora lì.
Penso che lasci il social networking, o ciò che lo sostituirà, in un posto molto migliore. Che ne dici di questa volta che costruiamo prodotti il cui obiettivo principale è in realtà la missione dichiarata? Condividi con gli amici, la famiglia e il mondo, per unirlo (non dividerlo)! Invece di qualcosa di non correlato, come fare un sacco di entrate pubblicitarie! Che concetto!
Immagina cosa potrebbero essere i social network!! I giorni migliori del social networking sono ancora avanti. Ora che i pretendenti se ne vanno, possiamo effettivamente iniziare a risolvere il problema. I social network sono morti. Viva ciò che emergerà dalle ceneri. Potrebbe non essere chiamato social networking, ma lo sarà, solo meglio.
Qui il post originale in inglese: reb00ted.org/tech/20220727-end…
Questo lavoro è concesso in licenza in base a una licenza internazionale Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 • Altri usi? Chiedere! Utilizza i cookie solo per analisi self-hosted.
Di Johannes Ernst. Imprenditore. Pirata. Pastore di gatti. Detentore di opinioni spesso insolite, in genere prima che giunga il loro momento, ma forse non in questo caso.
like this
reshared this
Il Tribunale dell'Inquisizione e le Carceri segrete di Palazzo Steri-Chiaramonte a Palermo
Mi è sempre piaciuto camminare per le vie del centro storico della mia Palermo, una città avvolta da tanti misteri, segreti, leggende, ma anche ricca di fatti e storie vere, affascinanti ed intriganti, una città da scoprire o riscoprire ogni volta che mi addentro nei suoi vicoli, una Palermo a volte sconosciuta anche a me che vi sono nato.
Amo le sue tradizioni, le usanze, le credenze popolari, che si tramandano tra le varie generazioni e che restano sempre vive attraverso i ricordi di chi a sua volta è rimasto inevitabilmente affascinato delle storie raccontate da coloro che le hanno vissute in prima persona.
Cammino e mi soffermo ad ammirare le imponenti e meravigliose opere d’arte e penso a un tempo antico, a quanta vita è passata, alle maestranze che hanno realizzato queste maestose strutture, mettendo in campo tutte le tecniche costruttive di quei tempi, anche rudimentali, eseguite da veri maestri d’arte dalle doti ineguagliabili.
Opere che rappresentano per questa città gli evidenti segni del passaggio delle varie dominazioni che si sono susseguite nel tempo.
E c’è un palazzo, nella grande Piazza Marina, è il palazzo Steri-Chiaramonte che, per le storie drammatiche che l’hanno interessato, viene visto dai palermitani, e non solo, come austero e tenebroso. Ma è un palazzo come tanti altri, segnato purtroppo da avvenimenti tragici, che questa volta non appartengono a leggende metropolitane, ma a fatti realmente accaduti durante la dominazione spagnola.
Il palazzo fu costruito all’inizio del 1300 su un edificio arabo, fu la grande dimora di Manfredi di Chiaramonte, esponente di spicco della potente famiglia dei Chiaramonte, conte dell’immenso Feudo di Modica, detto “Regnum in Regno”.
Il potere della famiglia diede presto fastidio agli spagnoli e nel 1392 il re Martino il Giovane, decise di fermare le ambizioni politiche di Andrea di Chiaramonte, discendente ed erede di Manfredi, decapitandolo davanti al suo palazzo e sequestrandogli ogni bene.
Nel 1487 Ferdinando II il Cattolico, Re di Spagna, inviò a Palermo i suoi inquisitori, delegati ad istituire il primo Tribunale dell’Inquisizione in Sicilia.
Il “Santo Uffizio”, così chiamato, inizialmente si stabilì a Palazzo dei Normanni, dove rimase fino al 1551, tuttavia le carceri a disposizione non erano sufficienti e pertanto per questo motivo fu commissionato all’architetto Diego Sànchez la realizzazione di uno spazio carcerario più ampio.
Per la costruzione di tale struttura, venne scelto uno spazio alle spalle di Palazzo Chiaramonte Steri, che dai primi anni del 1600 divenne la nuova sede dell’Inquisizione Spagnola.
È il carcere segreto dell’Inquisizione, il luogo dove per due secoli, dai primi del Seicento al 1782, gli uomini inviati in Sicilia da Torquemada interrogarono e torturarono innocenti in nome di Dio.
Per gli uomini del Sant’Uffizio i carcerati erano eretici, bestemmiatori, streghe, fattucchiere, amici del demonio. In realtà molti erano artisti, intellettuali scomodi, nemici dell’ortodossia politica e religiosa, oppure poveracci finiti negli ingranaggi di una gigantesca macchina di malagiustizia.
Piazza Marina divenne il luogo preferito dove eseguire i roghi e le esecuzioni dei condannati a morte.
Il 16 Marzo 1782 il tribunale del Sant’Uffizio venne ufficialmente abolito ed il viceré Caracciolo, profondamente contrario alle pratiche inquisitorie, non tardò ad ordinare la scarcerazione immediata dei prigionieri, nonchè purtroppo anche il rogo di tutti gli atti del tribunale, al fine di cancellare qualsiasi traccia dei soprusi, delle violenze, degli orrori delle segrete avvenute a Palazzo Steri.
Durante alcuni lavori di recupero e di restauro del palazzo, Giuseppe Pitrè, famosissimo etnografo palermitano, tra il 1906 e il 1907, dopo aver scavato per oltre sei mesi negli intonaci che avevano coperto tutte le possibili tracce, scoprì i Graffiti dello Steri, disegni e scritte lasciati dai prigionieri.
Un breve video che ho realizzato, molto suggestivo, ricostruisce, proprio attraverso la visione di quelle scritte e dei graffiti, la sofferenza di quei penitenziati ingiustamente detenuti la cui sola speranza di uscirne vivi, ritrovando la propria libertà, era solo la fede in Dio.
MAD7
in reply to nilocram • • •Scuola - Gruppo Forum reshared this.
nilocram
in reply to MAD7 • •like this
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ e MAD7 like this.
reshared this
Scuola - Gruppo Forum reshared this.
MAD7
in reply to nilocram • • •Scuola - Gruppo Forum reshared this.