Salta al contenuto principale



CISGIORDANIA. Mesafer Yatta, Israele arresta Hafez Huraini


La scorsa settimana, mentre coltivava la sua terra, un gruppo di coloni israeliani armati di spranghe ha aggredito Huraini, procurandogli la frattura di un braccio e di una mano. Ma l'esercito ha arrestato lui. L'articolo CISGIORDANIA. Mesafer Yatta, Isr

di Zenobia

Pagine Esteri, 20 settembre 2022 – #FreeHafezHuraini è l’hashtag lanciato da palestinesi ed attivisti internazionali per denunciare l’arresto di Hafez Huraini, un contadino e più di tutto uno dei leader della comunità di Tuwani, nella zona di Mesafer Yatta, l’area a sud di Hebron dichiarata “poligono di tiro” dall’esercito israeliano e da dove le comunità palestinesi rischiano l’espulsione.

La scorsa settimana, mentre coltivava la sua terra, un gruppo di coloni israeliani armati di spranghe ha aggredito Huraini, procurandogli la frattura di un braccio e di una mano. Non è la prima volta che avvengono aggressioni simili. I coloni, riferiscono testimoni palestinesi e internazionali, escono quotidianamente dai loro insediamenti per danneggiare le coltivazioni dei palestinesi. Altre volte gli attacchi sono fisici e colpiscono gli agricoltori o i pastori.

In questo caso i coloni hanno anche ritardato i soccorsi, impedendo inizialmente all’ambulanza di raggiungere l’uomo ferito. L’esercito israeliano, arrivato sul posto, ha disposto l’arresto di Hafez Huraini, accusandolo di aver aggredito uno dei coloni. In ospedale, l’esercito israeliano non ha permesso il contatto con i familiari. Quindi ha arrestato il palestinese. La detenzione è stata rinnovata fino a quando non si terrà il processo il processo in cui Huraini risponderà difronte a una corte militare. Al contrario i coloni, se chiamati in giudizio, lo faranno da cittadini israeliani, secondo giurisdizione civile.

2692816
Hafez Huraini

Hafez Huraini si trovava all’interno di un campo, intento a coltivare un terreno di proprietà privata palestinese, riconosciuta formalmente anche dallo Stato israeliano. L’intera aggressione è stata filmata e i video mostrano chiaramente quattro coloni armati – uno con in braccio un M-16 – ed il volto coperto. Nel campo, in cui i coloni si sono introdotti senza autorizzazione, nessun israeliano ha riportato ferite.

Nonostante questo, la notte stessa e per le successive due notti, l’esercito israeliano ha fatto irruzione nel villaggio di Tuwani sparando granate stordenti e gas lacrimogeni contro le case. L’esercito ha arrestato venti uomini, mentre decine sono stati i civili, bambini compresi, costretti a cure mediche per intossicazione dovuta ai gas.

Le pagine social di gruppi di attivisti come Youth of Sumud, i profili personali di Sami Huraini, attivista e figlio di Hafez, o di Basel Adra, giornalista del villaggio, sono in aggiornamento ogni giorno.

Il villaggio di Tuwani è uno dei più attivi nel resistere all’avanzata delle colonie tra le colline di Masafer Yatta. La popolazione palestinese della zona lo fa attraverso mezzi pacifici e non violenti, ricorrendo perfino alle aule dei tribunali israeliani e provando a far valere in quelle sedi i propri diritti. Questo, nonostante la loro posizione sia quella di popolazione occupata che ricorre difronte alle corti di giustizia della potenza occupante.

È quanto, per esempio, hanno fatto avanzando un ricorso contro la decisione della Corte suprema israeliana di autorizzare la demolizione di alcuni villaggi della zona. Il motivo è la costituzione, nell’area, della Firing Zone 918, un’area di esercitazione militare per l’esercito israeliano. Per più di venti anni, dal 1999, i residenti palestinesi hanno combattuto nelle aule dei tribunali israeliani contro questo provvedimento, quindi è arrivata la decisione definitiva. La Corte suprema israeliana ha recentemente rigettato l’ultimo ricorso palestinese, autorizzando la demolizione di più del 50% degli edifici di 8 villaggi, tra questi sono incluse scuole e ambulatori, oltre che abitazioni civili.

L’istituzione del poligono di tiro è uno dei mezzi utilizzati dalle autorità militari per costringere i palestinesi ad abbandonare le terre su cui, in poco tempo, vengono costruiti nuovi insediamenti israeliani, dove vanno ad abitare coloni. In questo modo si assicurnoa il pieno controllo della zona e l’espansione dell’occupazione, interrompendo la continuità territoriale palestinese e tagliando le vie di comunicazione tra i villaggi, progressivamente sempre più isolati. Palestinesi e attivisti internazionali denunciano che i coloni, di Karmel, Ma’on e altri insediamenti coloniali nell’area di Masafer Yatta, non esitano a praticare aggressioni e violenze contro la popolazione palestinese autoctona, non mancando di intimidire anche i bambini diretti a scuola. Pagine Esteri

.

L'articolo CISGIORDANIA. Mesafer Yatta, Israele arresta Hafez Huraini proviene da Pagine Esteri.



Elezioni 2022, da Orban a Meloni: democrazia, la sua qualità e il suo rovescio


Democrazia non significa solo 'voto', ma qualità del voto. Se la gente vota perché viene imbrogliata, se vota perché costretta, eccetera, quel voto non è espressione di democrazia, al contrario. Con l’indifferenza verso la politica ci si mette nelle condizioni di essere 'massa' utilizzata dalla politica, attraverso l’indottrinamento (pubblicità) dei votanti e grazie alla scarsa cultura dei votanti stessi

L'articolo Elezioni 2022, da Orban a Meloni: democrazia, la sua qualità e il suo rovescio proviene da L'Indro.



La Georgia e come aggirare le sanzioni contro la Russia


Le sanzioni occidentali imposte alla Russia a causa della sua aggressione contro l’Ucraina includono il divieto di transito di merci via terra attraverso il territorio russo. Questa situazione ha messo in luce nuove prospettive promettenti per la Georgia come paese di transito. In effetti, la Georgia è diventata uno degli unici corridoi terrestri per l’Unione […]

L'articolo La Georgia e come aggirare le sanzioni contro la Russia proviene da L'Indro.



All-in Un aumento dei tassi di interesse di 100 punti base. Lo ha annunciato oggi la Banca centrale svedese, inaugurando un’intensa settimana di decisioni di politica monetaria in tutto il mondo.


77ª Assemblea Generale ONU: la grande sfida del funzionamento delle Nazioni Unite


L'opportunità per i leader di valutare l'impatto della guerra in Ucraina sulla diplomazia multilaterale e di considerare come le Nazioni Unite possono prepararsi ad affrontare le sfide del futuro

L'articolo 77ª Assemblea Generale ONU: la grande sfida del funzionamento delle Nazioni Unite proviene da L'Indro.



Capitale italiana della Cultura 2025: l’elenco delle 15 candidate


È partita la corsa per la designazione della “Capitale italiana della Cultura” per l’anno 2025. Sono state 15 le città italiane che hanno risposto alla chiamata del Ministero della Cultura e hanno presentato la manifestazione d’interesse entro la scadenza

È partita la corsa per la designazione della “Capitale italiana della Cultura” per l’anno 2025. Sono state 15 le città italiane che hanno risposto alla chiamata del Ministero della Cultura e hanno presentato la manifestazione d’interesse entro la scadenza e ora vedranno il proprio dossier di candidatura sottoposto alla valutazione di una commissione di esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali.

Entro il 15 novembre la commissione definirà la short list delle 10 città finaliste ed entro il 17 gennaio 2023 si concluderà la procedura di valutazione.

Alla città vincitrice sarà assegnato un contributo statale di un milione di euro, con il quale far conoscere la propria realtà, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo culturale dell’intero territorio e della comunità. Ogni città candidata presenta un progetto che cerca di interpretare sia la realtà attuale, sia il futuro che è immaginato, spesso tramite una capillare azione di ascolto del mondo della cultura, del turismo e dell’economia.

Sono orgoglioso che quell’intuizione della Capitale della Cultura, in questi anni, sia cresciuta di edizione in edizione dimostrando quanto la progettazione, la programmazione, la condivisione con le realtà locali sia fondamentale per lo sviluppo dei territori. È significativo notare, nelle ultime edizioni, la partecipazione di città anche di piccole dimensioni, a dimostrazione che questo riconoscimento sia diventato una grande opportunità che, come dimostrano i dati, assicura ritorni in termini di visibilità, di pubblico e, quindi, anche di turismo e occasioni di sviluppo”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è stato assegnato per la prima volta alle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (Capitali Italiane della Cultura 2015). Città concorrenti insieme a Matera, per la designazione della Capitale Europea della Cultura 2019, titolo assegnato al capoluogo della Basilicata.

L’alta qualità delle proposte convinse il Governo a conferire il titolo nazionale ed a lanciare una selezione annuale che, dal 2016, individua la città che può fregiarsi di questo prestigioso marchio.

Nel 2016 Mantova fu la prima vincitrice; nel 2017 Pistoia; Palermo nel 2018; Parma nel 2020. Quest’ultimo titolo fu prorogato per il 2021 a causa dello stato di emergenza determinato dalla pandemia da Covid19. L’anno in corso vede la piccola Procida come capitale. Per il 2023 il titolo sarà condiviso da Bergamo e Brescia. Sarà, infine, Pesaro a fregiarsene nel 2024.

Ecco l’elenco delle città che hanno presentato la domanda per il 2025, con il relativo titolo del dossier:

1) AgrigentoIl sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali

2) AostaAostæ Città Plurale

3) Assisi (Perugia) – Assisi. Creature e creatori

4) AstiDove si coltiva la cultura

5) Bagnoregio (Viterbo) – Essere Ponti

6) Città Metropolitana di Reggio CalabriaLocride 2025. Tutta un’altra storia

7) EnnaEnna 2025. Il mito nel cuore

8) Monte Sant’Angelo (Foggia) – Monte Sant’Angelo 2025: un Monte in cammino

9) Orvieto (Terni) – Meta meraviglia la cultura che sconfina

10) Otranto (Lecce) – Otranto 2025. Mosaico di Culture

11) Peccioli (Pisa) – ValdEra Ora. L’arte di vivere insieme

12) Pescina (Aquila) – La cultura non spopola

13) Roccasecca (Frosinone) – Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità

14) Spoleto (Perugia) – La cultura genera energia

15) Sulmona (L’Aquila) – Cultura è metamorfosi.

L'articolo Capitale italiana della Cultura 2025: l’elenco delle 15 candidate proviene da ilcaffeonline.



Scuola, è ora di dare le pagelle agli insegnanti


L’anno scolastico è appena iniziato con 230.000 alunni in meno rispetto all’anno passato, ricordandoci che la questione demografica per il nostro paese è assai complicata. Nel contempo, se non affronteremo il prima possibile in modo adeguato il nodo della

L’anno scolastico è appena iniziato con 230.000 alunni in meno rispetto all’anno passato, ricordandoci che la questione demografica per il nostro paese è assai complicata. Nel contempo, se non affronteremo il prima possibile in modo adeguato il nodo della formazione dei giovani, il danno alla nostra economia e alla nostra società potrebbe essere imminente e molto serio.

Nella campagna elettorale in corso il tema scuola è sfiorato solo di sfuggita. Non che nei programmi dei partiti manchino spunti e riflessioni interessanti sul da farsi, ma le proposte che catturano più l’attenzione spesso sono purtroppo piuttosto sgangherate. L’esempio più eclatante è la promessa, trasversale ad un certo numero di partiti, di portare i salari degli insegnanti italiani al livello di quelli Europei.

Come ha notato l’Osservatorio dei conti pubblici Italiani, se il parametro è riferito alle nazioni dell’Eurozona, quelle che hanno adottato l’euro, portare il salario degli 890 mia insegnanti italiani da 30.800 euro al livello del Vecchio Continente di 44.400 euro costerebbe 11,7 miliardi! Ma l’aspetto più sconfortante è che in questa proposta non si prende minimamente in conto quella che dovrebbe essere la missione della scuola: educare e formare i cittadini di domani dotandoli delle capacità di discernimento e di principi di comportamento che aumentino le loro chances di vita e non distribuire stipendi sinecura a prescindere dai risultati.

Eppure, le cifre del declino del sistema dell’istruzione sono palpabili. Prendiamo i test Ocse Pisa che si svolgono in 93 paesi e coinvolgono studenti di 15 anni con uguali standard di valutazione. Nel 2018 il 33% di ragazze e ragazzi italiani non ha raggiunto il livello 2 (low performer) che denota difficoltà a maneggiare materiale un po’ complesso. Tale percentuale raggiunge il 50% negli istituti professionali ed è uno dei livelli più bassi tra i paesi sviluppati.

Le prove Invalsi del 2021 hanno certificato che alla fine della scuola superiore il 51% degli studenti non ha competenze adeguate in matematica e il 44% non le raggiunge in italiano con un enorme divario tra Nord e Sud. Un altro dato sconfortante riguarda l’abbandono scolastico (prima del conseguimento di un diploma) attualmente al 13,1%, il quarto peggior risultato nella Ue.

Peraltro, i diplomati rappresentano il 62,9% della popolazione contro il 79% europeo. Cosa manca all’Italia? In sintesi: soldi, merito, concorrenza. Nel bilancio dello Stato, le spese per l’istruzione rappresentano il 3,9% del Pil contro la media europea del 4,7%. Con il Pnrr qualche risorsa in più c’è, ma l’ammodernamento delle aule, la maggiore enfasi sull’orientamento e la formazione degli insegnanti benché utili non bastano ed è del tutto inutile aggiungere insegnanti.

Il problema è il merito, come su questo giornale ha ricordato Massimo Recalcati: non solo il 99% di promossi alla maturità è ridicolo ma è intollerabile l’appiattimento del corpo docente. Non si trovano professori di matematica soprattutto al Nord? Li si paghi di più, vista l’incapacità di far di conto degli allievi.

Alcuni docenti sono inadatti o poco solerti e formati, mentre altri sono coscienziosi, aggiornati e coinvolgenti? Premiamo i secondi e stimoliamo i primi, nel frattempo rallentandone il percorso di carriera. Ed è vero che la valutazione della performance non è facile, ma si fa in tutta Europa e dal 2005 la valutazione individuale prevale su quella collettiva ed è sia esterna (ispettori) che interna (presidi, consigli scolastici, eccetera).

Infine, la concorrenza: il problema italiano è di offerta, rigida, determinata ministerialmente, con scarsa flessibilità all’autonomia dei provveditorati o degli istituti e con l’handicap delle rette per le scuole paritarie.

Se lo Stato finanziasse le famiglie e non gli istituti, quindi in linea con il dettato costituzionale, con una quota da spendere nella scuola di preferenza e ci fosse un’offerta diversificata che tiene conto delle esigenze del mercato del lavoro, ne trarrebbero giovamento l’economia e soprattutto le giovani generazioni. Leggendo i programmi possiamo valutare chi dà l’impressione di meglio capire queste priorità: a promettere più denaro son buoni tutti.

La Stampa

L'articolo Scuola, è ora di dare le pagelle agli insegnanti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



🔍 #PNRRIstruzione, quanto ne sai?
Inizia oggi la rubrica per conoscerlo meglio: guarda il video con tutto quello che c’è da sapere sulle misure previste per la scuola ▶️ https://youtu.


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 #PNRR, via libera in cdm alla riforma degli Istituti tecnici e professionali

🔸 #TuttiAScuola, a Grugliasco l'inaugurazione del nuovo anno sc…



Conoscete già il #PNRRIstruzione e le misure previste per la scuola? Da domani, attraverso video, quiz, grafiche e approfondimenti, vi aiuteremo a scoprire come sono utilizzati i 17,59 miliardi destinati al mondo dell'Istruzione e alla #scuola del fu…

Poliverso & Poliversity reshared this.



Antonia Fraser – Maria Antonietta – La solitudine di una regina


L'articolo Antonia Fraser – Maria Antonietta – La solitudine di una regina proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/antonia-fraser-maria-antonietta/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed



Scompenso


L’agenzia Fitch vede nero, prevedendo, per l’Italia, un 2023 in recessione: -0.7%. Vale per l’insieme delle economie europee e sul lato della produzione industriale, ad esempio, l’Italia è cresciuta nel 2022, salvo flettere da maggio, mentre la Germania s

L’agenzia Fitch vede nero, prevedendo, per l’Italia, un 2023 in recessione: -0.7%. Vale per l’insieme delle economie europee e sul lato della produzione industriale, ad esempio, l’Italia è cresciuta nel 2022, salvo flettere da maggio, mentre la Germania scivola per l’intero corso dell’anno. Facciamo meglio della media europea, laddove eravamo abituati, da lustri, a fare peggio.

Nei conti italiani il 2023 era quotato con un +0.9%, quindi un rallentamento della crescita, ma pur sempre una crescita. I conti del Fondo monetario internazionale ci assegnano un +0.7%. Sappiamo che il rallentamento sarà maggiore e pesano i costi dell’energia. La realtà è questa, si tratta di affrontarla.

La cosa peggiore che sta capitando non è che la realtà presenti le sue difficoltà, ma che la si neghi o ribalti. La cosa peggiore è la distanza fra le parole della politica, le promesse elettorali e la realtà.

Non solo chiuderemo quest’anno con una crescita importante, ma da decenni non crescevamo quanto negli ultimi due anni. Nei primi sei mesi del 2022 (dati Inps) sono state fatte 4 milioni e 270mila assunzioni, con 377mila trasformazioni contrattuali da tempo determinato a indeterminato. Nello stesso periodo più di 1 milione di lavoratori hanno deciso di dimettersi.

Le cause possono essere diverse, alcune segnalano deficienze nel sostegno familiare, ma, comunque, non sono certo segno d’indigenza. Ci sono anche stati 266.640 licenziamenti economici, in crescita rispetto al precedente anno (ma vigeva il blocco dei licenziamenti), perché ci sono anche aziende portate ai bordi o fuori dal mercato. Compresi licenziamenti e dimissioni, comunque, nel semestre si è superato il livello occupazionale pre-pandemia, segnalando una velocità di ripresa decisamente superiore a quella (lentissima) successiva alla crisi del 2008.

Queste realtà convivono ed è sciocco pretendere che sia vero il brutto e falso il bello o viceversa. Il mercato del lavoro e la crescita della ricchezza hanno portato a casa successi. Ma il punto è che la politica ha elaborato lo scenario della crescita come se fosse di recessione, mentre quella prospettiva se la trova davanti e non alle spalle. Da qui un pericoloso fraintendimento sulle cose da farsi.

La covid-economy ha lasciato un’eredità infetta, consistente nella convinzione che i soldi dello Stato possano compensare e ristorare a piacimento. Ma siccome non esistono i “soldi dello Stato”, semmai quelli dei contribuenti, compresi i debiti, ne deriva che chi va raccontando si possa elargire senza limiti sta prendendo in giro. O non ha capito niente. Solo chi crede che prendere voti sia più importante d’essere credibili può continuare a proporre maggiori debiti (alias: scostamento di bilancio) come se fosse un rimedio e non il doloroso problema che deve fare i conti con i tassi d’interesse crescenti. E tali soggetti si trovano a destra come a sinistra, posto che a far danno saranno quelli che governeranno.

Se a destra si continua a strologare di sgravi fiscali di massa, ignorando l’evasione di massa e come se entrate ed uscite fossero porte di due mondi diversi, a sinistra si strologa di aumenti salariali senza pensare alla produttività.

Mi hanno colpito le parole di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna ed esponente del Pd, che da una parte propone salari più alti e una mensilità in più, dall’altra ricorda che nella sua regione hanno fatto un accordo con sindacati e imprese per migliorare la formazione e diminuire la precarietà: non è così difficile capire che le seconde cose sono premesse delle prime, mentre le prime sono promesse che affondano le seconde. Contraddizione che ben riassume le conseguenze della falsificazione della realtà, facendo sbagliare strada.

Se si pensa di essere stati in recessione per i due anni in cui più si è cresciuti, elaborando politiche assistenziali, scende a zero la capacità di affrontare i difficili mesi a venire. Questo è il nostro scompenso.

La Ragione

L'articolo Scompenso proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Musica, cultura, storie di inclusione, di accoglienza, di comunità. #TuttiAScuola, la cerimonia di...

Musica, cultura, storie di inclusione, di accoglienza, di comunità. #TuttiAScuola, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, è stata questo e molto altro ancora!

Rivivete con noi i momenti più belli.



Putin punta a indebolire il tessuto della società occidentale e la stessa legittimità della democrazia liberale


Putin punta a indebolire il tessuto della società occidentale e la stessa legittimità della democrazia liberale. Putin sta, insomma, dall’altra parte della barricata e converrebbe tenerlo presente. Converrebbe anche alla Lega. Ma, dicevamo, bisogna farsen

Che abbiano preso i soldi dalla Russia o che l’abbiano fatto “gratuitamente”, senza compenso; che, insomma, se lo siano scelto per professione o l’abbiano fatto per passione, é da un pezzo che i nazionalisti e i populisti conservatori, sia negli Stati Uniti che in Europa, stanno con Putin. Perché? Perché vedono in Putin un potenziale alleato, in quanto hanno gli stessi obiettivi politici e le loro priorità internazionali sono le stesse: la difesa dei valori tradizionali, il nazionalismo, l’opposizione all’islam e puntano a smantellare l’integrazione economica globale, indebolire l’Europa e combattere la secolarizzazione delle società occidentali.

Anche i consiglieri di alto livello di Trump come Stephen Bannon, il chief strategist della Casa Bianca, e il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, hanno espresso (ricordate?) punti di vista molto simili. I populisti conservatori come Marine Le Pen o Matteo Salvini guardano all’avversione di Putin nei confronti delle istituzioni globali come a un modello da imitare per ritornare alla “sovranità nazionale” in opposizione alla cooperazione multilaterale e all’integrazione. E Putin da tempo (in particolare dopo il suo ritorno alla presidenza russa nel 2012) si é posizionato come un baluardo dei valori conservatori, specialmente in opposizione ai diritti degli omosessuali e come alternativa, in linea con i precetti religiosi, ai paesi occidentali che, come si affanna a ripetere, “stanno negando i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionale, culturale, religiosa e perfino sessuale”.

Che sia proprio Putin ad impartire lezioni al mondo sui “principi morali” è piuttosto irritante, eppure è un atteggiamento che suscita l’ammirazione non solo dei populisti di destra in Europa ma anche di quegli attivisti americani che la pensano allo stesso modo, come Patrick J. Buchanan, la cui candidatura per la nomination repubblicana ha anticipato molti dei temi isolazionisti di Trump.

Fatalmente, anche la destra italiana, priva di un forte partito liberal‑democratico, non è “estranea” a questa “relazione pericolosa”. Che Silvio Berlusconi e Vladimir Putin si piacciano molto è evidente da un ventennio. Prima della conversione atlantica, anche Giorgia Meloni, ha avuto delle sbandate putiniane non inferiori a quelle di Salvini (“Putin difende i valori europei e l’identità cristiana”, ha scritto nel suo libro “Io sono Giorgia”).

Del resto, come abbiamo visto, non è bastato certo l’ingresso della Lega nel governo Draghi per traghettare Salvini da Perón a Pera, per dargli, cioè, quella credibilità e quell’affidabilità che ancora non ha. Anzi la caduta del governo di unità nazionale di Draghi ci ha restituito il Carroccio dell’invettiva anti-europea e della protesta contro l’immigrazione, cancellando ogni sforzo dell’area governista del partito, quella incarnata da Giancarlo Giorgetti e dai governatori del Nord, di archiviare il populismo salviniano e la fase antisistema.

C’era chi credeva davvero che Salvini avrebbe anteposto gli interessi degli imprenditori del Nord al mero calcolo elettorale ed erano in molti ad aspettarsi che Giancarlo Giorgetti e Massimo Fedriga avrebbero finalmente capeggiato la rivolta e spaccato il partito pur di salvare il governo. Ma da tempo la Lega ha scelto di posizionarsi nell’area dell’estrema destra, passando dal federalismo al sovranismo, e bisogna farsene una ragione.

L’abbiamo detto molte volte: se la Lega di Matteo Salvini, che ha strappato a Silvio Berlusconi la leadership della destra e che adesso deve vedersela con la Meloni, dovesse proseguire la marcia di avvicinamento al Ppe, potrebbe diventare il perno di un centrodestra moderato, pienamente legittimato come coalizione di governo. Ma la Lega resiste a questa prospettiva proprio perché il suo appeal si è diffuso più a sud, via via che Salvini, messa la sordina ai temi “nordisti” delle origini, ha puntato (emulando altri nazional‑populisti) sulle questioni “culturali”, enfatizzando cioè la minaccia che viene dall’islam e che molti collegano alla crisi dei rifugiati. Per questo, come molti nazionalisti e populisti conservatori, sia negli Stati Uniti sia in Europa, la Lega considera Putin un potenziale alleato.

Ma Putin punta a indebolire il tessuto della società occidentale e la stessa legittimità della democrazia liberale. “Un viaggiatore nel tempo proveniente dagli anni Trenta non avrebbe nessuna difficoltà ad identificare il regime di Putin come fascista”, ha scritto Timothy Snyder sul New York Times. Putin sta, insomma, dall’altra parte della barricata e converrebbe tenerlo presente. Converrebbe anche alla Lega. Ma, dicevamo, bisogna farsene una ragione. E come scrive la redazione del Washington Post, “gli italiani dovrebbero pensarci due volte prima di fare un regalo del genere a Putin (https://www.washingtonpost.com/…/europe-elections-right).

L'articolo Putin punta a indebolire il tessuto della società occidentale e la stessa legittimità della democrazia liberale proviene da ilcaffeonline.



Eppur si muove! Qualche alternativa al dominio dei GAFAM nel mondo della scuola.

Su Basta!, un media indipendente francese, un articolo molto interessante che fa il punto sulle alternative ai #GAFAM che stanno crescendo in alcuni paesi europei (Francia, Germania e Spagna):
https://basta.media/profs-parents-d-eleves-et-activistes-se-bougent-pour-liberer-l-ecole-des-Gafam

Insegnanti, genitori e attivisti si muovono per liberare la #scuola dalla morsa di Google e Microsoft

Particolarmente interessanti le affermazioni di Simona Levi, fondatrice di Xnet un'associazione catalana che si batte per la difesa delle libertà digitali e che ha realizzato DD (Digitalizzazione Democratica) una suite di strumenti digitali per l’istruzione: xnet-x.net/en/digital-democrat…

Per l'attivista Simona Levi, oggi è necessario fare pressione soprattutto sugli stati e sull’Unione Europea. “Se le grandi multinazionali della tecnologia sono state in grado di avere così tanto spazio nell'istruzione, è perché le istituzioni non si sono prese le proprie responsabilità."

“L'Unione Europea e i governi devono impegnarsi per una piattaforma europea libera per la digitalizzazione dell'istruzione. Per noi è immorale che la digitalizzazione dell'istruzione e dell'amministrazione in generale avvenga con mezzi che non garantiscono la sovranità dei dati dei cittadini. »

L’articolo ricorda anche Apps éducation, la piattaforma realizzata dal ministero dell’istruzione francese (l’Éducation Nationale) che mette a disposizione degli insegnanti una piattaforma di strumenti digitali liberi tra cui PeerTube, Nextcloud e BigBlueButton.
E naturalmente viene menzionato anche il ruolo che all’interno del ministero dell’istruzione ha assunto Alexis Kauffmann, fondatore di Framasoft, nella promozione del software libero.


Quando l'Éducation nationale assume il fondatore di Framasoft

@Scuola - Gruppo Fediverso
@Scuola



Ho deciso di scrivere qua, su questa piattaforma "intermedia" le mie considerazioni sulla discussione che si è scatenata a seguito di questo mio tweet:
twitter.com/chiaraepoi/status/…
Dopo 192 commenti, alcuni dei quali molto acidi e la solita schiera di fenomeni che sanno tutto loro ho deciso di chiudere i commenti perché mi sono stufata.
Cosa ho imparato da questa esperienza?
1) che la maggior parte delle persone sui social ha una scala di priorità che come minimo non coincide con la mia. Secondo me l'uso dei femminili nei nomi delle professioni, per quanto possa essere considerato importante, non può avere lo stesso peso delle discriminazioni (salariali e non) che le donne subiscono sul posto di lavoro.
2) che Twitter è pieno di fenomeni che credono di sapere tutto su tutto e non hanno l'umiltà di ammettere che al mondo ci sia qualcuno che ne sa più di loro (ma questo avrei dovuto saperlo prima)
3) che Twitter è pieno di gente che spara sentenze sulla gente che non conosce (e anche questo avrei dovuto saperlo)
4) che c'è un sacco di gente che non ha la minima idea dei problemi di discriminazione delle donne sul posto di lavoro (e non parlo solo di salario)
5) (e poi ho finito) che non so scrivere i curriculum, parlo di cose che non so solo perché esprimo quella che è chiaramente solo una mia opinione e che tutti lavorano in posti fantastici dove la parità tra i generi è una cosa acquisita e invece io in un posto di merda (e io che pensavo che la mia azienda fosse un po' meglio delle altre, pensate un po')
Chiudo qua questa cosa, pensando sempre di più che per vivere felici su Twitter bisogna scrivere solo frasi d'amore, mandare foto di gattini e al massimo far vedere ogni tanto le tette o il culo. Già se condividi il link a una canzone che ti piace parte la schiera dei puntacazzisti che hanno da ridire su quello che hai messo, figuriamoci.
Torno nel mio antro in silenzio, nei miei pensieri (perché io penso, anche se qualcuno non lo crede) e nelle cose che mi danno sicurezza e tranquilltà, anche perché credo di non essere più in grado di reggere uno shitstorm di questa portata.
in reply to Chiara R

io credo che dal momento in cui si accetta di esporsi con un pensiero su una qualsiasi piattaforma bisogna anche saper, purtroppo, sviluppare un certo distacco verso le considerazioni reiette. La troppoa libertà di parola che ci è stata data e che ci è sfuggita di mano ha portato a fenomeni come questi. Non vuol essere una giustificazione questo pensiero, solo una considerazione personale. Io tendo ad osservare e a percepire questi eventi con distacco dopotutto


Fr.#09 / b a n k r u n


Nel frammento di oggi: la corruzione del sistema bancario e le sue vittime / Lo stato socio occulto dei rapporti umani / Vieni alla Privacy Week 2022? / Meme e citazione del giorno.

La corruzione del sistema bancario e le sue vittime


Il sistema bancario, che ormai ha perso ogni utilità reale, se non quella di cane da guardia e arma dello stato, miete sempre più vittime.

Una di queste vittime è una giovane amica di nazionalità russa, che in effetti ama l’Italia più di me. Purtroppo il suo passaporto contiene un dato, la sua nazionalità russa, che viene mal digerito dai sistemi informativi dei sistemi bancari italiani (ma probabilmente vale lo stesso per molti paesi dell’Europa dei diritti). Per questo, diverse banche, in ultimo Unicredit, si rifiutano di aprirle un conto corrente.

Un’altra vittima del sistema bancario, di cui leggo su twitter, scrive ieri:

Oggi in banca mi hanno detto che chiuderanno la cassa a fine settembre.Rimarrà aperta solo in sede centrale a Firenze, se voglio prelevare solo da bancomat con le mie carte. Immagino già quando si spengeranno i bancomat per mancanza di energia. Controlli i miei soldi controlli tutto.

Ebbene sì, amico di twitter, chi controlla i tuoi soldi (che non sono tuoi, e neanche esistono, ma questa è un’altra storia) controlla tutto: la tua vita, le tue relazioni, la tua capacità di pensiero e di azione. Perdere la capacità di usare il contante equivale a perdere quel pizzico di capacità di controllo sulla moneta che ci rimane.

238310

E ancora, sempre ieri apprendo di una donna libanese costretta ad entrare in banca con una pistola, nel disperato tentativo di ricevere i “suoi” soldi in un paese in cui l’inflazione è ormai iper-inflazione e dove la moneta ha perso più del 95% del suo valore dal 2019 a oggi.

Che fare allora, quando dati come la nazionalità o l’etnia vengono usati contro di te dall’intero sistema bancario? Che fare quando il sistema bancario rimuove progressivamente ogni mezzo per detenere un minimo di controllo e possesso fisico sui tuoi soldi? Che fare quando, a causa delle politiche delle banche centrali e dei governi criminali, il potere d’acquisto della tua moneta viene annientato1 nel giro di qualche decade o pochi anni, costringendo la società intera a modificare completamente le sue preferenze temporali e modo di vivere?

Purtroppo non esiste e non potrà mai esistere una soluzione politica. La salvezza non è nella collettività o nello stato, solo la dannazione. È lo stato, di ogni tempo e ogni luogo, che continuamente usa il suo monopolio sulla moneta come arma contro i suoi nemici e cittadini (stessa cosa). È lo stato che svaluta appositamente la moneta, attraverso l’inflazione, per erodere il patrimonio dei cittadini e diminuire il carico del debito sulle sue spalle.

La soluzione non può che essere individuale; non arriverà nessuno a salvarvi. Uscire dal sistema bancario, slegarsi dalle catene monetarie di stato e usare Bitcoin, come moneta libera, privata, incensurabile, trasparente e accessibile a chiunque in ogni momento. Al protocollo Bitcoin non interessa la tua nazionalità. Il protocollo Bitcoin non detiene in ostaggio i tuoi soldi, sei tu la tua banca.

Privacy Chronicles si sostiene solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Se ti piace quello che scrivo, considera l’abbonamento! Circa €3 al mese per accedere a ogni contenuto e sostenere il mio lavoro.

Lo stato socio occulto dei rapporti umani


In questi giorni è uscito un nuovo libro di Daniele Capezzone, “Bomba a orologeria: L'autunno rovente della politica italiana” in cui cita alcuni estratti di due miei articoli usciti su Atlantico Quotidiano.

238311
238312

Il contesto è quello di cui parla Privacy Chronicles: l’immoralità dell’ideologia collettivista e statalista, che porta allo sviluppo e accettazione di politiche liberticide, contro la privacy, proprietà e contro la libertà di autodeterminazione degli individui.

Qui i due articoli da cui sono stati presi gli estratti:

E qui invece un articolo a cui sono particolarmente affezionato, in cui cerco di spiegare l’ideologia collettivista e il ruolo degli intellettuali nel creare masse di zombie disposte ad accettare qualsiasi cosa.

Share

Vieni alla Privacy Week 2022?


Parlando ora di cose belle, fra esattamente 11 giorni inizia la Privacy Week 2022. Un evento organizzato da me e molte altre persone.

Cinque giorni (26-30 settembre) in cui si parlerà di privacy, sicurezza dei dati, Bitcoin, intelligenza artificiale e tanto altro con più di 100 speaker e dozzine di tavole rotonde, interviste, dibattiti e approfondimenti.

2606545

L’evento si terrà a Milano in Cariplo Factory presso BASE Via Bergognone, 34.

Il 26 settembre alle 14:30, subito dopo l’apertura, parlerò anch’io. Se sei di Milano, perché non passi a trovarci? Cerca sul sito www.privacyweek.it gli eventi o le giornate che ti piacciono di più e registrati, ti aspettiamo!

Meme del giorno


238313Attenzione: non è un meme… è stato hackerato il profilo del Ministero e hanno iniziato a spammare news sul merge verso Proof of Shitcoinery di quello scam chiamato Ethereum.

Citazione del giorno


I don't believe we shall ever have a good money again before we take the thing out of the hands of government, that is, we can't take them violently out of the hands of government, all we can do is by some sly roundabout way introduce something that they can't stop.

- Friedrich A. Hayek (on Bitcoin)


Leave a comment


Leggi gli altri Frammenti

1

L’euro ha perso più del 50% del suo valore dal 2001 a oggi. Il dollaro più del 68%. La sterlina inglese ha perso più del 99% del suo valore durante tutto il regno della Regina Elisabetta.



La knowledge base di Privacy Chronicles


Una raccolta degli argomenti trattati in Privacy Chronicles, con link diretto agli articoli usciti finora.

Una raccolta degli argomenti trattati in Privacy Chronicles, con link diretto agli articoli. Aggiornata periodicamente. Ultimo aggiornamento: 12.09.2022.

Privacy Chronicles è una newsletter che si sostiene solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Se ti piace quello che scrivo, perché non ti abboni anche tu?

Sorveglianza digitale


238314

Sorveglianza fisica


238315

  • L'identificazione biometrica uccide: Gli Stati Uniti hanno lasciato in Afghanistan un un tesoro tecnologico che potrebbe portare alla repressione e morte di migliaia di collaborazionisti.
  • Videosorveglianza in Italia e percezione di sicurezza: La videosorveglianza viene spesso giustificata sulla base di una generale "percezione di (in)sicurezza" non meglio specificata. Il risultato: vera sorveglianza per combattere falsa insicurezza.
  • La sorveglianza fisica in europa: Quando si parla di sorveglianza spesso si immagina quella digitale. Oggi però anche la sorveglianza fisica è ai massimi livelli: trasporti, frontiere, videosorveglianza biometrica.

Social scoring e identità digitale


238316

Sorveglianza finanziaria, CBDC, Bitcoin


238317

  • Moneta digitale di Stato, poteri illimitati e sorveglianza finanziaria: Banche Centrali e Stati vogliono competere con Bitcoin. Nel farlo, stanno progettando il più grande schema di controllo totalitario mai visto nella storia umana.
  • Bitcoin, un layer di privacy contro la sorveglianza statale: È vero che a Bitcoin manca privacy? Per rispondere bisogna guardare all'attuale contesto politico e capire il ruolo del sistema finanziario tradizionale e degli intermediari.
  • Antiriciclaggio UE nel settore crypto: guerra all'anonimato e travel-rule: Attacco frontale al settore crypto, con un pacchetto di leggi che propongono sorveglianza totale e aperta discriminazione verso chi tenta di tutelare la propria privacy.
  • I nuovi super poteri dell'Agenzia delle Entrate: L'Agenzia delle Entrate somiglia sempre più a un'agenzia di intelligence. I nuovi super-poteri di profilazione e sorveglianza confermano il trend iniziato con la fatturazione elettronica.
  • CBDC, Bitcoin, privacy e libertà. Tutto in una live!: Sono stato ospite di Criptovaluta.it per discutere di alcuni temi che ci piacciono tanto. Un'ottima occasione per uscire dagli schemi della newsletter e parlarne insieme! Ecco una sintesi.
  • Grazie Panetta, non compro niente: Il dipartimento marketing della BCE cerca di venderci l'euro digitale a tutti i costi. La privacy, non si sa come, è il loro cavallo di battaglia. Grazie, ma no.
  • La privacy [non] è per i criminali: L'arresto dello sviluppatore di Tornado Cash è l'ultimo segnale di una guerra sempre più evidente contro privacy e tecnologie per a proteggere l'individuo dallo Stato.
  • Per un pugno di dollari: La moneta è la più importante tecnologia umana. Moltissime persone danno per scontata la sua esistenza e natura, ma l'ignoranza sta diventando sempre più pericolosa. È ora di iniziare a riflettere.

Privacy e politica


238318

Great Reset e World Economic Forum


238319

  • Pronti per la cyberpandemia?: Tra cybercriminali e cyberwarfare, gli attacchi cibernetici sembrano essere un ottimo trampolino di lancio per una serie di misure globali liberticide in nome della "sicurezza".
  • Smart cities e ingegneria sociale, la città che plasma l'Uomo: Le città intelligenti, attraverso un sistema di estrazione violenta di dati, rischiano di ribaltare un paradigma millenario: non più l'Uomo che plasma la città, ma la città che plasma l'Uomo.
  • Davos è in Svizzera o in Cina?: Il World Economic Forum e i "leader" che ogni anno si riuniscono a Davos sono ammaliati dal modello cinese: sorveglianza e controllo totale del mondo digitale.

Ragionamenti su privacy e libertà


2556740

  • Aborto? Questione di privacy e capitalismo: La questione dell'aborto può essere risolta solo con libero mercato, tutela della proprietà e della privacy. Ogni alternativa porta alla violenza e alla negazione della libertà delle persone.

Rubriche interne


Non finisce qui! Nella newsletter ci sono anche tre rubriche interne in cui parlo di argomenti leggermente diversi. Puoi leggere gli articoli delle rubriche direttamente nella loro sezione specifica, cliccando qui sotto oppure attraverso il menù che trovi sul sito.

Purple Dragon, la rubrica di Privacy Chronicles in cui sono affrontati argomenti più tecnici, cercando di dare informazioni utili a proteggere in modo pianificato e consapevole privacy, identità, e informazioni sensibili.

Lettere Libertarie, la rubrica in cui in cui parlo di temi e concetti legati alla filosofia e ideologia libertaria che ispirano molto del pensiero dietro a Privacy Chronicles. La privacy oggi è un pilastro della libertà: per capire la libertà bisogna capire la privacy, e viceversa.

Frammenti, la rubrica in cui commento brevemente le notizie più interessanti della settimana. Un modo leggero e meno impegnativo di leggere Privacy Chronicles. Ogni frammento contiene anche un meme e una citazione.

Privacy Chronicles è una newsletter che si sostiene solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Se ti piace quello che scrivo, perché non ti abboni anche tu?


privacychronicles.substack.com…

reshared this



VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider


A cosa serve una VPN e come scegliere. Quali sono le minacce da considerare, pur usando una VPN: 5 Eyes e sorveglianza di massa, normative sulla data retention, ingiunzioni e gag orders.

Alzi la mano chi usa una VPN. Ormai è uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere quello giusto, soprattutto quando non è ben chiaro il funzionamento di una VPN e quali possono essere i rischi.

Oggi cercherò di spiegare in modo semplice cosa fa (e non fa) una VPN, quali sono le principali minacce a cui andiamo incontro e quali possono essere i criteri per decidere il provider migliore.

Cosa fa una VPN?


Nella normalità, quando navighiamo online sono gli Internet Service Provider (come Tim, Vodafone, Fastweb, ecc.) che ricevono le nostre richieste di connessione e le indirizzano al server di destinazione. Chiaramente, questo significa che nei confronti del nostro ISP siamo completamente trasparenti: sanno esattamente cosa facciamo e conoscono la nostra identità.

231750

Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni a Privacy Chronicles?

Read more



Torna feroce l’austerità europea contro i lavoratori e i poveri


"Ma soprattutto la decisione della BCE annuncia il ritorno ai patti di stabilità che distruggono la civiltà. Il commissario Gentiloni infatti ha già annunciato che gradualmente si tornerà ad essi e che in ogni caso paesi come l’Italia dovranno cominciare a mettersi a posto coi conti. Cioè a tagliare ancora servizi pubblici e sociali. Mentre si aumentano le spese militari. Come sta già facendo Draghi, che di questa politica di austerità europea e guerra americana è il primo rappresentante in Italia."

contropiano.org/news/politica-…



Internet e social: la dose giusta per gli adolescenti. Il post di Carlo Venturini sull'Almanacco della Scienza


INTERNET E SOCIAL: LA DOSE GIUSTA PER GLI ADOLESCENTI. IL POST DI CARLO VENTURINI SULL'ALMANACCO DELLA SCIENZA

Sabrina Molinaro dell’Istituto di fisiologia clinica e Giorgia Bassi dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr spiegano perché è importante che gli adolescenti riducano il tempo trascorso in Rete, utilizzando Internet e i social network. E fondamentale è anche il ruolo dei genitori, che vanno coinvolti nell’educazione digitale

almanacco.cnr.it/articolo/5149…

reshared this



La matematica non serve a niente. Tranne che per...


Ho incontrato su TW il poster che trovate qui sotto, creato dal laboratorio di matematica Raphael Salem dell’università di Rouen, per scaricarlo in formato .pdf: https://sorciersdesalem.math.cnrs.fr/Posters/PosterLesMathsCaSertARien.pdf

Fa parte di una bella raccolta di poster di argomento matematico che trovate qui:

https://sorciersdesalem.math.cnrs.fr/Posters/posters.html

È pubblicato su una pagina che si intitola “Les Sorciers de Salem” con un gioco di parole che allude alle streghe (sorcières) di Salem.

Nel sito c’è anche una pagina con una versione interattiva del poster che rimanda all’approfondimento di alcuni degli usi della matematica (in francese):

sorciersdesalem.math.cnrs.fr/S…

Qui sotto la traduzione del testo contenuto nel poster.

La matematica non serve a niente.
Tranne che per..

Comprendere il corso delle stelle
Fare previsioni del tempo
Misurare il mondo
Suddividere in modo equo
Proteggere i nostri segreti
Trovare il percorso più breve
Ascoltare la musica
Costruire ponti
Decifrare i big data
Evitare gli ingorghi
Diagnosticare e curare in modo più efficace
Organizzare una rete di comunicazioni
Navigare in Internet
Sviluppare l'intelligenza artificiale (e la nostra)
Fotografare le farfalle
Decodificare il DNA
Anticipare gli effetti del caso
Rilevare e correggere gli errori
Modellizzare lo scioglimento dei ghiacciai
Immaginare altri universi
Meravigliarsi per la bellezza dei frattali
Migliorare le prestazioni sportive
Far volare gli aerei
Valutare le nostre possibilità di vincere alla lotteria
Adattare una ricetta al numero di ospiti
Ottimizzare... Analizzare... Decidere... Stimare... Creare... Giocare... Esplorare… Simulare... Calcolare… Vedere... Disegnare... Argomentare...Difendere... Programmare... Esprimere....



Fr.#08 / p a y n o m i n d


Nel frammento di oggi: Da "Voltaire" a Bitcoin: pagare equivale a pensare / Klaus Schwab e il sogno cinese di Xi Jinping / Vieni alla Privacy Week? / Meme e citazione del giorno.

Pagare = pensare


Al Baltic Honeybadger 2022, conferenza europea su Bitcoin tenutasi a Riga la scorsa settimana, Giacomo Zucco ha presentato una fantastica slide che recitava: “Non sono d’accordo con ciò che paghi, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di pagarlo”.

238352

La simpatica revisione della famosa frase di Evelyn Beatrice Hall (spesso attribuita a Voltaire) esprime un principio vero fin dalla preistoria e di cui ho parlato molto spesso negli ultimi mesi: le transazioni economiche sono una concretizzazione della libertà di pensiero. Il pagamento è l’azione che segue al pensiero; è il modo in cui esprimiamo la nostra libertà di autodeterminazione e capacità di agire sulla base della nostra libertà di pensare, dando così un valore al pensiero e alle azioni altrui.

Pensare però significa anche a dissentire. Quando tante persone contemporaneamente decidono di usare una nuova moneta privata, fuori dal monopolio dello stato, per esprimere il loro dissenso, ecco che iniziano i problemi.

È il motivo per cui tutti gli stati del mondo sono oggi occupati a progettare e sviluppare la prossima evoluzione della moneta statale, le Central Bank Digital Currencies (CBDC). Le CBDC offrono agli stati il potere di sorvegliare e censurare ogni transazione economica per impostazione predefinita, che equivale alla capacità di controllare il pensiero ed espropriare ogni esperienza umana. Con le CBDC la libertà di pensiero diventerà un artificio vuoto di ogni significato.

Non lasciate che una dozzina di burocrati con deliri di onnipotenza possano privarvi della vostra libertà di pagare/pensare senza ingerenze arbitrarie. C’è un’alternativa a questa distopia. Sfruttiamola.

Il sogno cinese di Klaus Schwab e del WEF


Tutti sappiamo che il World Economic Forum tiene i suoi meeting annuali a Davos, in Svizzera. Diversamente, scopro solo in questi giorni che esiste un secondo meeting annuale del WEF - in Cina, nella città di Dalian, che dal 2007 ospita il “Summer Davos”.

Robert Malone nella sua newsletter riporta alcuni dei temi trattati nel Summer Davos 2022, come: Using 5G Responsibly; Climate Change: The Next Financial Crisis?; Rethinking Capitalism and How to Tax Global Business; Accelerating the Cleantech Transition; and Going Beyond a Trade War.

Interessante che in Cina si discuta della prossima crisi finanziaria e di come “ripensare” il capitalismo mentre in Svizzera si discuteva di pagamenti digitali, identità digitale e controllo di Internet, no?

Schwab è sempre stato ammaliato dal sogno cinese, come lo chiamò lui stesso nel 2017 - quando invitò il presidente Xi Jinping a parlare al forum di Davos.

238353

Il presidente cinese fece un lungo discorso sull’economia globale e sul ruolo della Cina in seguito all’ingresso nella World Trade Organization. La cosa più interessante di tutte è che leggendo le sue parole non posso far altro che pensare che oggi potrebbe essere tranquillamente il manifesto statalista di qualsiasi governo occidentale. Un estratto:

We should foster a culture that values diligence, frugality and enterprise and respects the fruits of hard work of all. Priority should be given to addressing poverty, unemployment, the widening income gap and the concerns of the disadvantaged to promote social equity and justice. It is important to protect the environment while pursuing economic and social progress so as to achieve harmony between man and nature and between man and society. The 2030 Agenda for Sustainable Development should be implemented to realize balanced development across the world.


Schwab fu così entusiasta che arrivò ad affermare che la visione di Xi Jinping incarnava perfettamente il suo sogno di creare un nuovo mondo interdipendente, equo e inclusivo. A distanza di cinque anni, possiamo dire che Schwab non scherzava.

E dire che quando mi chiedevo, a giugno, se “Davos fosse in Svizzera o in Cina”, pensavo di aver usato una metafora.


Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?

Privacy Chronicles - Fuck your chinese dream

Vieni alla Privacy Week 2022?


La Privacy Week è la seconda edizione di un evento che sto organizzando insieme a molte altre persone, di cui sono molto orgoglioso. È un evento che vorrebbe diventare il punto di riferimento nazionale per parlare di privacy, cybersecurity, nuove tecnologie e diritti umani. Si parlerà anche di Bitcoin e criptovalute.

2497198

Si terrà a Milano e in streaming dal 26 al 30 settembre, con più di 50 incontri, talk, webinar, forum, interviste, dibattiti e oltre 90 relatori tra professori, ricercatori, avvocati, tecnici, giornalisti, scrittori, manager, attivisti, filosofi e sociologi.

Lunedì 26 settembre farò anch’io un breve intervento intitolato “Orizzonte 2030, cittadini o codici a barre?”. Mi piacerebbe invitare qualcuno di voi lunedì, chi sarà in zona Milano, per conoscervi e farvi conoscere la Privacy Week.

Per partecipare è necessaria la registrazione dal sito web. Se avete domande o non vi è chiaro qualcosa contattatemi pure via email!


Share

Meme del giorno


238354

Citazione del giorno


If you don’t believe it or don’t get it, I don’t have the time to try to convince you, sorry.

―Satoshi Nakamoto


Leave a comment


Leggi gli altri Frammenti



PROVA AD ASCOLTARE LA MUSICA CON UN DIVERSO APPROCCIO: DIVENTA UN NOSTRO COLLABORATORE


PROVA AD ASCOLTARE LA MUSICA CON UN DIVERSO APPROCCIO: DIVENTA UN NOSTRO COLLABORATORE

Crescere, in tutti i sensi, è di per sé un fatto positivo ma qualche problema in fondo lo crea sempre.

Così come per le mamme, che devono che devono costantemente rinnovare il guardaroba dei figli per adeguare l’abbigliamento al loro sviluppo fisico, anche per In Your Eyes la costante crescita di contatti riscontrata negli ultimi anni comporta il dover affrontare un “piacevole” problema: quello di far fronte alle numerose richieste di recensione che ci pervengono ogni giorno.

Come sapete, noi non ci poniamo limiti di genere per cui, se su alcuni siamo abbastanza coperti, su altri facciamo oggettivamente fatica a prendere in carico tutto il materiale.

Soprattutto per quanto riguarda l’elettronica, il rapporto tra il numero di dischi da recensire e quelli effettivamente soddisfatti è decisamente sfavorevole: è proprio qui che avremmo bisogno di nuova linfa, sotto forma di qualcuno che, alla propria passione per la musica, voglia abbinare quella di rendere partecipi gli altri delle proprie sensazioni , ma è inutile dirvi che, anche se foste appassionati ed esperti di altri generi, saremmo comunque ben felici di accogliervi nella nostra famiglia.

Ovviamente non ci servono persone che vogliano intraprendere questa attività in maniera eccessivamente saltuaria e discontinua: il nostro target individuale si attesta attorno ad un minimo di 4-5 recensioni mese, comunque non molte se pensiamo che si tratterebbe di scriverne almeno una ogni settimana, senza contare che un appassionato (con la A maiuscola) almeno un’oretta al giorno per ascoltare musica la trova sempre e comunque.

Se pensate d’essere in grado di garantire ragionevolmente quanto richiesto, fatevi avanti, anche se non avete mai fatto alcuna esperienza del genere in passato; nel ricordarvi che tutti coloro che operano nella nostra webzine non ci guadagnano un centesimo e che la vera ricompensa è quella di intraprendere un hobby che consente di interagire direttamente con musicisti, etichette discografiche ed agenzie di promozione, vi invitiamo a scrivere all’ indirizzo

info@iyezine.com

Successivamente verrete contattati da chi si occupa della pianificazione e della pubblicazione dei contenuti, per entrare maggiormente nei dettagli della collaborazione.

Fatevi un regalo, provate a trasformare la vostra passione per la musica in qualcosa di ancora più stimolante …

reshared this




Lacrime di sangue (L’étrange couleur des larmes de ton corps) di Bruno Forzani e Hélène Cattet [2013]


Della coppia artistica Forzani-Cattet ero fermo al solo “Amer”, debutto sulla lunga distanza datato 2009, visto, tra l’altro, in un momento piuttosto confuso della mia vita, e quindi apprezzato meno del suo effettivo valore. Nei giorni scorsi, soffocato dalla canicola estiva, ho pensato che potessero essere maturi i tempi per una seconda possibilità, e mi sono scaricato “Lacrime di sangue”, il loro secondo lungometraggio.

!cinema_serietv

iyezine.com/lacrime-di-sangue-…

#cinema

reshared this



Instagram - La fiera della vanità

Grazie a un tweet di @Alexis Kauffmann, ho trovato su Arte questo documentario: “Instagram - La foire aux vanités” sulla nascita, l’evoluzione, l’enorme diffusione di Instagram, i meccanismi che ne regolano il funzionamento e l’impatto negativo che ha sui suoi utenti. Considerando anche il fatto del grandissimo numero di giovani che utilizzano questo social network (quasi tutti i miei studenti, ad esempio), il documentario offre, secondo me, diversi spunti di analisi di grande interesse.

C’è anche una versione in lingua originale con sottotitoli in italiano, la si trova qui: https://www.arte.tv/it/videos/095729-000-A/instagram-la-fiera-virtuale-delle-vanita/
Il documentario è disponibile in rete fino al 28.10. 2022.

Qui sotto, trovate la traduzione dell’introduzione alla versione francese, più completa e più chiara rispetto a quella italiana, nella versione in tedesco il titolo è ancora più esplicito: “Instagram – Il social network tossico”.

Lanciato poco più di dieci anni fa, il social network Instagram ha conquistato il mondo. Questa approfondita indagine analizza i meccanismi della sua ascesa e ne evidenzia gli effetti deleteri.
Due miliardi di utenti attivi al mese, 100 milioni di video e foto condivisi ogni giorno: lanciato nell'autunno del 2010, nel cuore della Silicon Valley, da Kevin Systrom e Mike Krieger, due studenti dell'Università di Stanford, il social network Instagram ha conosciuto un'ascesa fulminante. Sfruttando lo sviluppo della fotografia mobile, l'applicazione, inizialmente pensata per modificare (grazie ai suoi famosi filtri) e condividere le foto, ha rapidamente attratto le celebrità e attirato l'attenzione dei giganti digitali.
Nel 2012 Mark Zuckerberg, a capo di Facebook, ne ha intuito il potenziale commerciale e l'ha acquistata per l'incredibile cifra di un miliardo di dollari. Due anni dopo, lsul sito è comparsa a pubblicità, portando a un'esplosione dell'influencer marketing. Da quel momento in poi i marchi si sono rivolti alle personalità più seguite per promuovere i loro prodotti. Le star con milioni di abbonati, come Cristiano Ronaldo o Kim Kardashian, guadagnano cifre astronomiche, mentre in fondo alla gerarchia, soggetti a una concorrenza spietata, i "nano-influencer" si accontentano di contratti pagati in natura o di benefit promozionali.
Trasformata in un gigantesco centro commerciale, la rete dà in pasto ai suoi utenti visioni modificate della realtà, con corpi giovani e svestiti, luoghi turistici che vengono immediatamente fpresi d’assalto e immagini di cibo esteticamente gradevoli, etichettate come "food porn". Conseguenze: la chirurgia estetica tra i giovani è in aumento, facendo arricchire professionisti senza scrupoli, mentre l'ansia e la depressione aumentano in modo preoccupante tra gli adolescenti, che sono particolarmente permeabili a questi ideali standardizzati.

La tirannia
Messa sotto accusa per i suoi eccessi, Instagram ha tuttavia trovato una seconda possibilità durante la pandemia, diventando un luogo per l'espressione artistica, l'intimità e le lotte delle minoranze. Partendo dalla sua nascita fino alla sua recente evoluzione, l’autore, Olivier Lemaire (Le musée et le milliardaire anticonformiste, Let’s Dance) si avvale di una serie di testimonianze (l'influencer Maya Borsali, il "Dr. Miami", chirurgo star dei social network, il sociologo Dominique Boullier e Sarah Frier, autrice di No Filter: The Inside Story of Instagram, oltre alle famiglie di adolescenti vittime di questa tirannia delle immagini) per decifrare l'influenza di una rete che plasma le nostre vite, sconvolge la nostra economia e ridisegna il nostro rapporto con la realtà, spesso in peggio.
Diretto da: Olivier Lemaire
Paese: Francia
Anno: 2022

@informapirata :privacypride: @Le Alternative @maupao @Scuola - Gruppo Fediverso

in reply to MAD7

@MAD È già in grassetto all'inizio del post: arte.tv/it/videos/095729-000-A…
@MAD7

reshared this



La crisi del sistema politico: parlamentarismo, ordoliberismo, tecnocrazia | La Fionda

"La crisi del sistema politico non investe solo il parlamentarismo o la tenuta delle istituzioni; sono piuttosto i rappresentati, le classi sociali meno abbienti i soggetti maggiormente colpiti dall’ordoliberismo e da una democrazia plasmata sui principi tecnocratici."

lafionda.org/2022/09/04/la-cri…



Confessioni di una maschera “Il crepuscolo degli Dei”


Pensare che qualcuno ancora non è riuscito a capire la differenza che c’è tra i social network e la realtà, è un qualcosa che mi annichilisce, sotto tutti i punti di vista. Non è ancora stato creato un antidepressivo in grado di aiutarmi a rialzarmi dalla catatonia che mi assale ogni volta che realizzo quanto sia radicata l’idea che i due contesti siano sullo stesso piano.

In queste giornate estive l’idea che si possa anche solo pensare di fare politica attraverso la rete, e in particolare, anzi, in maniera quasi esclusiva, grazie ai social network, mi fa capire una volta di più come mai la situazione sociale italiana sia inevitabilmente indirizzata verso un tracollo che, per certi versi, mi spingo a considerare, pur se a malincuore, meritato. Toccando il fondo, come forse mai in passato, riusciremo finalmente a capire che c’è un mondo oltre lo schermo dei nostri cellulari, e che questo mondo è infinitesimamente distante da quello dorato dei social network? Ho ancora forti dubbi in merito, ma una piccola speranza la conservo.

iyezine.com/confessioni-di-una…


!news !eticadigitale !politica



Fr.#07 / c o m p l y


Nel frammento di oggi: noi siamo la Cina, ma non lo sappiamo ancora. La Casa Bianca ci informa che ogni pensiero divergente è un pensiero estremista. Meme e citazione del giorno.

Noi tutti siamo la Cina


Chi sono i cinesi? Sono alieni? Zombie lobotomizzati? Servi a cui è stato fatto il lavaggio del cervello?

No amici miei, i cinesi sono persone normali, che lavorano, hanno una famiglia, nel tempo libero passeggiano, siedono al bar, parlano con gli amici, fanno shopping. Persone normali, con vite normali. Come noi.

Loro sono come noi. E noi, beh, siamo loro - ma nel passato. Mi spiego meglio. La Cina oggi è un incubo socialista tecnocratico; non perché i cinesi siano dei rammolliti senza capacità di pensiero o perché abbiano un modo di pensare diverso dal nostro. No, semplicemente il loro governo ha iniziato molto prima un processo che da noi ha invece avuto inizio solo negli ultimi anni.

2411229Fonte: twitter.com/songpinganq

E allora, non stupiamoci davanti alle immagini di droni che pattugliano città, strade e case dall’alto. Non stupiamoci se le persone ritratte nei video e nelle immagini, che guardiamo come se fossero un film, obbediscono pazientemente agli ordini impartiti dall’autorità che li intima di rimanere chiusi in casa, nonostante il rischio concreto di morire di fame e sete.

Share

238345Fonte: twitter.com/songpinganq

Non stupiamoci se i bambini sono trattati come animali con QR code al collo, obbidientemente in fila per un tampone che ancora oggi deve essere fatto da tutta la popolazione ogni due giorni per mantenere il privilegio di vivere in società.

2411233

Non stupiamoci di sapere che in Cina il contante è quasi sparito del tutto, che ogni cittadino è dotato di un’identità digitale collegata al covid pass e al conto corrente, che con un click possono essere bloccati dal governo a chi la pensa diversamente.


Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, perché non ti abboni anche tu?

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà


Divergente


Non temete, stiamo iniziando a recuperare il distacco con la Cina!

La Casa Bianca ci ricorda infatti che chiunque la pensi diversamente dalla maggioranza sarà considerato un estremista. Sappiamo tutti come alla Casa Bianca piaccia gestire gli “estremisti” dal 2001 a oggi.

238346Fonte: Disclose.tv

Non ci sarà più alcuna differenza tra noi e i cinesi quando gli stati occidentali avranno finalmente a disposizione tutte le leggi per il controllo e sorveglianza delle comunicazioni e di Internet, che sono in discussione in questo momento.

Share

Non ci sarà più alcuna differenza quando ognuno di noi sarà dotato di identità digitale connessa a ogni servizio pubblico e finanziario; quando avranno il potere di accendere e spegnere i conti corrente a chiunque con un click; quando l’energia sarà razionata, la disoccupazione sarà alle stelle e bisognerà bloccare le proteste sul nascere.

E infine non ci sarà alcuna differenza quando inizieranno a perseguire chiunque cercherà di proteggere la propria privacy e vita privata, nonostante tutto. D’altronde, la maggior parte della gente crede fermamente di non avere nulla da nascondere, tu invece, che la pensi diversamente… cosa stai nascondendo?

238347Immagine del discorso di ieri di Biden a Philadephia, in cui ha esortato gli americani a combattere gli estremismi per difendere la democrazia. Come dici? Ricorda il cancelliere supremo di V per Vendetta? Nahhh

Una breve intervista


In questi giorni sono stato intervistato da Matrice Digitale, con alcune domande molto interessanti. Abbiamo parlato di Cypherpunk, anarco-capitalismo, pistole, sorveglianza di massa e social scoring. Insomma difficile fare meglio di così.

Qui il link, per chi volesse leggerla.

Meme del giorno


238348

Citazione del giorno


“My philosophy, in essence, is the concept of man as a heroic being, with his own happiness as the moral purpose of his life, with productive achievement as his noblest activity, and reason as his only absolute.”
― Ayn Rand


Leave a comment


Leggi gli altri Frammenti



Twitter sta testando la modifica dei tweet. Ok, ma #mastodon già lo sta sperimentando da mesi e #Friendica già implementa da anni la modifica dei messaggi...

twitter.com/Twitter/status/156…

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Non è possibile perché quella è una funziona ereditata da ActivityPub, mentre Friendica pubblica anche col protocollo di Diaspora il quale non supporta questa funzione. Che comunque è stata richiesta EONI fa e probabilmente è nella loro 'to-do-list" ma non è una priorità.

Personalmente se aggiungere questa funzione signfica sacrificare ulteriormente la velocità con cui si accede ai nodi e vari sottonodi preferisco non averla...



Twitter introduce le cerchie, per consentire agli utenti di twittare solo a ristrette cerchie di contatti.
Ah, #Friendica già lo fa... 😁

blog.twitter.com/en_us/topics/…

reshared this



Il capitale, la politica, la crisi


«Il capitale ha già “scelto” l’unica soluzione possibile per venirne fuori.

La guerra, per accaparrarsi materie prime e mercati senza i quali non ci stanno profitti.

E senza profitti il capitale muore.

La guerra, per liberarsi delle eccedenze di merci invendibili e di merce umana che non riesce più a mantenere.»

contropiano.org/interventi/202…



La piazza virtuale - Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici? L'articolo di @violastefanello su @iltascabile


LA PIAZZA VIRTUALE - COME COSTRUIRE IN RETE SPAZI DI INCONTRO E DISCUSSIONE REALMENTE PUBBLICI?

!Etica Digitale

A fine aprile, parlando dei motivi che lo stavano spingendo a comprare Twitter, Elon Musk in un TED Talk diceva che la piattaforma “è diventata di fatto la piazza cittadina”. Nel marzo del 2019, Mark Zuckerberg aveva usato la stessa immagine quando affermava che “negli ultimi 15 anni, Facebook e Instagram hanno aiutato le persone a connettersi con amici, comunità e interessi nell’equivalente digitale di una piazza cittadina”.

Continua: iltascabile.com/societa/piazza…



"Non ho paura e non pago il pizzo."

L’imprenditore Libero Grassi, attraverso una lettera inviata al Giornale di #Sicilia alzava la testa contro la mafia, ribellandosi apertamente alla violenza di Cosa nostra.

Denunciare il racket, un coraggio che Grassi pagherà con la propria vita qualche mese dopo, il 29 agosto del 1991 a #Palermo.

Il suo coraggio contribuì a dotare l’Italia di uno strumento a favore degli imprenditori coraggiosi, il varo del decreto che porta alla legge anti-racket 172.

mastodon.uno/@panormus/1089046…



Questo articolo si può probabilmente considerare come il primo di una serie sulla filosofia del sitoctt, se così vogliam dire. Per iniziare, di cosa è...



Torno con le mie mirabolanti domande di #mastoaiuto sul tema #informatica e #WebDesign. L'argomento di oggi è il tema scuro nei siti e nell'interfaccia del computer/cellulare. O come lo chiamano in modo tutto figo #DarkMode.

Io mi sento più rilassato quando lavoro con il tema scuro su progetti grafici o scrittura. Mi aiuta a concentrarmi meglio su quello che sto facendo. Ma quando si tratta di #accessibilità mi viene un dubbio enorme: se faccio un sito con tema scuro, accontento tutti i lettori?
Io ho sempre fatto attenzione a non usare mai lo sfondo totalmente nero #000 con testi totalmente bianchi #fff perché anche solo pensarlo mi si bruciano le retine. Ho sempre fatto una mediazione di grigi o comunque colori complementari che abbiano lo stesso un elevato contrasto, ma più morbido. Ho già chiesto ad alcune persone con difficoltà di lettura come si trovassero con i miei siti e hanno risposto che riescono a leggere senza affaticarsi. Ma l'esperienza di persone che si conta sulle dita di una mano non fa statistica.

Ora, questo approccio che a me piace è sempre stato venduto anche come ecologico perché inciderebbe meno sull'energia impiegata dal monitor, con gran gioia della bolletta, della batteria e dell'ambiente stesso. Ma è davvero così?

Leggo articoli online che si contraddicono, perciò mi piacerebbe sentire il parere da gente vera come voi. In realtà un tema chiaro incide poco o nulla sulle performance e quindi è meglio stare più leggeri per non mettere in difficolta i lettori online, oppure c'è un vero e tangibile risparmio energetico e quindi è buono l'impegno nel fare temi scuri ma il più possibile accessibili?

Andrea reshared this.

in reply to Maurizio Carnago

@bluoltremauri

Partiamo dalla cosa più semplice:
A quanto so, non ci sono problemi di accessibilità riguardo i temi scuri.
Le persone che proprio non li sopportano possono usare le opzioni del browser per forzare il tema chiaro (almeno, quelli che lo hanno ossia i desktop - assicurati che sul tuo sito funzioni la modalità lettura di quelli mobile).

Io so che bisogna assicurarsi che il contrasto sia chiaro e accessibile: in questo senso: bianco su nero o nero su bianco sono uguali.
Qui trovi linee guida di accessibilità web in generale: developer.mozilla.org/en-US/do…

Quanto a risparmio energetico, gli sfondi scuri possono essere peggio:
Testo chiaro su sfondo scuro è più difficile da leggere, perché, nonostante il contrasto (quello effettivo) sia uguale, c'è meno luce che finisce nei tuoi occhi (indipendentemente dal tipo di superficie contenente il testo, che sia un display o un pezzo di carta), e si fa più fatica a distinguere le lettere. Chiamiamo la quantità di luce che finisce negli occhi "contrasto percepito".

Non solo questo:
Considerando che maggiore è il contrasto sia effettivo che percepito e meglio si legge, e il contrasto è maggiore quando la differenza tra zone chiare e scure è più accentuata...

A parità di illuminazione ambientale, e parlando di schermi che producono la propria luce che finisce negli occhi di chi legge, in ogni caso per leggere meglio (fino a un certo punto, ad esempio sei in una stanza buia, luminosità al massimo è insopportabile) si dovrebbe sempre alzare l'illuminazione dello schermo per avere buon contrasto percepito, ma:

- Su schermi OLED, dove i pixel neri sono spenti, il contrasto effettivo tra zone nere e bianche è sempre più alto di un LCD; alzare la luminosità aumenta tanto il consumo energetico su sfondo chiaro, ma su sfondo scuro il consumo è trascurabile

- Su schermi LCD, dove i pixel neri in realtà sono semplicemente "chiusi", e fanno passare meno della retroilluminazione (meno, ma non niente, e puoi vedere chiaramente che una schermata 100% nera su un LCD in realtà si vede grigina luminescente!); alzare la luminosità comporta sempre lo stesso consumo energetico, MA, il contrasto effettivo su un LCD è sempre più basso di un OLED perché i pixel neri fanno trapelare luce, e considerando che in ogni caso per vedere meglio bisogna avere sia buon contrasto percepito che effettivo... su un LCD finirai con l'alzare la luminosità su sfondo scuro per migliorare entrambi i contrasti, quindi addirittura a consumare più energia di quanta ne consumeresti per leggere un testo nero su bianco con lo stesso livello di comfort!

Spero di averti fatto capire - sto qua degli sfondi chiari o scuri su schermi diversi meriterebbe un articolo di blog...

E ora che ti ho detto tutto questo, però:
A meno che il sito non debba avere i colori che ha per una scelta artistica (ma in quel caso, di nuovo, assicurati almeno che l'HTML del tuo sito sia buono e quindi analizzabile dalle modalità di lettura dei browser, chi non sopporta il tuo tema potrà leggere con quella), se la tua scelta è puramente pratica.. allora non decidere tu, usa CSS per far decidere al browser (e al sistema operativo) di chi visita la tua pagina: usa le media query per dichiarare un tema chiaro, e un tema scuro. Fine.
Vedi developer.mozilla.org/en-US/do…
Un esempio:

/* Tema chiaro, predefinito */
body {
background-color: #FFFFFF;
color: #000000;
}

/* Tema scuro, secondario - Usato solo dai browser supportati (tutti quelli aggiornati, da anni) e che hanno preferenza di tema scuro */
@media (prefers-color-scheme: dark) {
body {
background-color: #000000;
color: #FFFFFF;
}
}

Si può volendo anche invertire il tutto, mettendo come predefiniti (specificati senza media query) i colori scuri, e specificando con @media (prefers-color-scheme: light) i colori chiari per chi preferisce quelli.

in reply to Andrea

@Andrea Mi hai fornito esattamente tutto quello di cui avevo bisogno. Grazie infinite! Io ho sempre visto i bottoncini per far scegliere all'utente se applicare il tema chiaro o scuro, ma siccome dobbiamo preparare alcuni template per siti semplicissimi e leggeri e a prova di idioti non volevo affollare il menù. Questa cosa che il tema cambia da css in base alle preferenze stesse dell'utente senza chiedergli di agire direttamente mi piace un sacco, perché non la conoscevo!