La scarsa empatia di media, istituzioni e rappresentanze sociali nasce dalla loro tendenza a delegittimarsi reciprocamente
Sintesi dell’intervento del Segretario generale Andrea Cangini al convegno “Eisi, verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione” che la Fondazione e Vera Comunicazione hanno tenuto oggi in Senato
Dall’indagine curata da Vera comunicazione e Fondazione Luigi Einaudi presentata oggi in Senato risulta che i capi azienda italiani considerano poco empatiche le Istituzioni, così come le rappresentanze sociali e i media. Per inquadrare il fenomeno è bene fare una premessa fondata su due casi di studio relativamente recenti. Eccoli.
Nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, gli psicologi Drew Westen, Stefan Haman e Clint Kilts selezionarono due gruppi di militanti politici, il primo composto da 15 democratici convinti, il secondo da altrettanti non meno convinti repubblicani. Collegarono, dunque, ciascuno di loro ad una macchina che attraverso la risonanza magnetica ne verificava le reazioni cerebrali e gli sottoposero una serie di affermazioni in video del candidato repubblicano (George W. Bush) e di quello democratico (John Kerry), molte delle quali denunciavano evidenti contraddizioni. Come sospettavano, la stragrande maggioranza dei militanti democratici percepì nitidamente le contraddizioni di Bush, mentre non avvertì affatto quelle di Kerry. E viceversa.
Ancora. Questa volta la ricerca è stata condotta dagli psicologi americani Nalini Ambady e Bob Rosental. Selezionato il solito campione rappresentativo di cittadini statunitensi, mostrarono loro dei video lunghi appena una trentina di secondi nei quali, uno dopo l’altro, si vedeva il volto di alcuni professori universitari ripresi mentre tenevano la loro lezione all’inizio del semestre. Impossibile, però, ascoltarne la voce o percepire il tenore dei loro argomenti: l’audio era stato disattivato. Alle “cavie” fu allora chiesto di stilare una classifica dei professori più affidabili, quelli ritenuti più <capaci> e più <sicuri di sé>. Ebbene, il loro parere (lo ricordiamo: frutto di pure sensazioni) nella quasi totalità dei casi coincise con il parere che gli studenti di quegli stessi professori formularono al termine dei corsi semestrali, dunque sulla base di un’esperienza concreta.
Questo per dire che i giudizi umani sono spesso frutto di preconcetti o dinamiche irrazionali e che la cosiddetta empatia può essere intesa anche come un dono di natura: o ce l’hai o non ce l’hai. Quel che vale per le singole persone vale anche per le categorie, a maggior ragione per i soggetti pubblici o istituzionali. Un esempio. Nei primi anni Novanta, sulla scia di Mani Pulite, l’indice di popolarità della magistratura era alle stelle. Oggi, sulla scia del caso Palamara, dalle stelle è precipitato alle stalle. Eppure il sistema giudiziario italiano è sempre lo stesso. Non è una giustificazione, è una constatazione.
I bassi indici di empatia che i manager italiani attribuiscono a istituzioni, rappresentanze sociali e media non stupiscono. Empatia vuol dire fiducia, e viviamo tempi in cui la sfiducia è massima. La sfiducia nel futuro, la sfiducia nella politica, la sfiducia in ogni genere di autorità. Fino ad oggi, l’errore dei soggetti testati è stato quello di pensare di cavarsela aggredendo il soggetto confinante. I giornalisti attaccano i politici e le rappresentanze sociali, i politici attaccano le rappresentanze sociali e i giornalisti, le rappresentanze sociali si attaccano tra loro e attaccano giornalisti e politici. Tutti si delegittimano, l’immagine di nessuno se ne avvantaggia.
Proposta rivoluzionaria: e se ciascuno svolgesse il proprio ruolo col massimo della dedizione e del senso del dovere possibili?
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Esecutivo
Non è un’esclusiva dell’attuale governo, ma questa è un’aggravante. Le tifoserie si soddisfano del dire: “anche quelli di prima”. Peccato che non solo aggrava il problema, ma fra quelli di prima ci sono anche quelli di adesso. Capita e capitò, dunque, di sentire questo o quel ministro lamentare l’inefficienza della burocrazia, gli ostacoli alle realizzazioni, i tempi lunghi e non sempre concludenti della macchina pubblica. Colpisce il fatto che lo dicano non immaginando che tocchi a chi governa rimediare. E non si tratta soltanto di distrazione o demagogia, ma di una modifica profonda che l’istituzione governo ha subìto, quasi del tutto perdendo la funzione propria originaria.
In tutti gli Stati di diritto il potere del governo è denominato “esecutivo”. Vale a dire che ha il compito e il potere di eseguire quel che ritiene utile al Paese, sulla base delle leggi elaborate dal Parlamento, denominato “legislativo”. Il giudiziario è, o dovrebbe essere, estraneo alla politica. La Costituzione assegna al governo due possibili strumenti d’iniziativa legislativa: la presentazione al Parlamento di disegni di legge e l’emanazione di decreti legge, in entrambi i casi essendo necessaria la firma del Presidente della Repubblica. Firma che serve non a garantire la costituzionalità (altrimenti che ci starebbe a fare la Corte costituzionale?), ma che quell’iniziativa non scassi la Costituzione.
I disegni di legge non hanno avuto grande fortuna e, difatti, se ne presentano pochi. Sono sottoposti al normale iter parlamentare e quelli che incorporano una delega al governo stesso, affinché emani i decreti attuativi, hanno anche la maledizione d’essere disattesi e disertati dai governi stessi che li vollero. Furoreggiano, invece, i decreti legge. Avevano l’originaria funzione – nei rari casi di “necessità e urgenza” – di intervenire al volo e mettere una pezza dove si è creata un’emergenza o è esplosa una contraddizione legislativa. Hanno assunto la ben diversa funzione di principale strumento di governo, capace di occupare la gran parte dei lavori parlamentari. Ciò perché entrano in vigore subito e devono essere convertiti entro sessanta giorni.
Morale poco morale: il governo ha smesso d’essere un potere esecutivo ed è divenuto una fonte legislativa, sicché qualsiasi problema si tende ad affrontarlo con gli strumenti della legislazione e non dell’amministrazione, con il fare leggi anziché amministrare. Ecco perché il Pnrr s’inceppa, come prima s’inceppava altro: perché il governo dispone di pochi gestori (manager), di pochi esecutori e di un esercito di amministrativisti e consiglieri giuridici, mentre gran parte dei ministri non ci si raccapezza, non conosce la macchina dell’amministrazione e ciascuno pensa d’impadronirsene cambiando la legge. Risultato: non si capisce più neanche la legge, divenuta una storia infinita che ricomincia da dove termina.
C’è una colpa della politica – coadiuvata da tanto giornalismo – che seleziona protagonisti senza appigli a numeri o fatti, elaboratori immaginifici di parole bastevoli a sé stesse. Ma c’è anche una colpa dell’Italia produttiva, con tanti esecutori eccellenti, che snobba la vita politica e si presta solo a qualche rara lezione, tenuta in aule prive di alunni interessati.
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Aiuti militari per contenere la Cina. Così Tokyo cambia strategia
@Politica interna, europea e internazionale
Mercoledì il Giappone ha annunciato che modificherà la propria legislazione per poter fornire assistenza finanziaria a Paesi terzi allo scopo di potenziarne le difese militari. Questa è la prima dipartita inequivocabile dalle regole interne che vietavano l’uso di aiuti internazionali per scopi militari. Tokyo si trova a dover fronteggiare una Cina sempre più potente e aggressiva.
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NIGERIA. Uomini armati uccidono 12 persone in quattro attacchi
Pagine Esteri, 5 aprile 2023 – Almeno 12 persone sono state uccise e molte altre ferite o rapite in una serie di attacchi nel nord-est e nel centro della Nigeria. Nello stato di Adamawa uomini armati hanno fatto irruzione nel villaggio di Dabna, nel distretto di Hong, uccidendo tre persone.
Lunedì altri armati avevano attaccato località nello stato centrale di Kogi. Un politico locale è stato ucciso e altre persone sono state ferite.
Domenica miliziani erano entrati in una chiesa nel villaggio di Akenawe-Tswarev, nello stato centro-orientale di Benue, uccidendo un fedele e rapendone altri tre.
Sabato, nello stato del Niger centro-occidentale, uomini armati hanno attaccato diversi villaggi nei distretti di Mashegu e Munya, uccidendo almeno sette persone e rapendo altre 26.Pagine Esteri
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Squilibrati
Ci si è resi conto che la strada dello scaricabarile conduce alla perdizione. Provare a dare la colpa ad altri può eccitare qualche forsennato digitale che non ha capito la più ovvia delle cose: quando si è al governo non serve essere “contro”, si deve dimostrare di saper realizzare qualche cosa, altrimenti continuerà ad andare come va dal 1994: lo scorso vincitore sarà il prossimo perdente, fino a consunzione. Se le riforme e gli investimenti legati a Next generation Eu si rivelassero un fallimento il governo di destra ne sarebbe seppellito. Ma siccome sarebbe anche una tragedia per l’Italia, sbaglia chiunque, opposizioni comprese, punti su quel fallimento per sbarazzarsi dei vincitori delle scorse elezioni. Ergo: fermare le corride a chiacchiere e mettere la testa sui problemi. Perché il governo è a un bivio e quelli non sono solo affari loro, ma di tutti.
Da una parte, preoccupati di riuscire ad utilizzare una grande quantità di soldi, si potrebbe essere tentati di accedere alla tesi che già molti amministratori locali, di diverso colore politico, sostengono: dirigiamoli dove si sa spenderli, i progetti sono già pronti e le stazioni appaltanti funzionanti. Tesi non priva di fondamento, ma che comporta la rinuncia a superare gli squilibri infrastrutturali e territoriali, che anzi sarebbero accresciuti. Dall’altra parte non si può non vedere che se si tiene a mente la missione del riequilibrio si deve fare i conti con un sistema amministrativo meridionale disfunzionale, limaccioso e clientelare. E noi terroni non ne usciremo mai, se non cominceremo almeno a dircelo. Quindi si dovrebbe centralizzare la gestione dei fondi, magari creando un organismo specificamente dedicato e chiamandoci non un esercito di amministrativisti, ma un plotone di realizzatori, presenti in tante imprese di successo (come anche in giganti pubblici).
Non è una scelta facile ed è tutta politica, ma è da squilibrati pensare di tenersi gli squilibri e neanche investire i soldi, solo perché al bivio non si sa quale strada imboccare.
Un esempio: la scuola. Al Vinitaly, prezioso appuntamento di un settore d’eccellenza, cresciuto con investimenti e cultura, s’è detto che piuttosto che poltrire meglio mandare i giovani a zappare. Ma basta guardare una vigna e visitare una cantina per sapere che quello non è lavoro bracciantile, ma altamente specializzato. Serve conoscenza. Il che vale per quasi tutto, nell’era digitale. La scuola funziona da ascensore sociale se meritocratica e selettiva, altrimenti funge da morfina sociale. Per averla efficiente servono insegnanti selezionati e continua valutazione dei risultati. Questa non è una cosa da regione o provincia, ma da Stato nazionale che anche questa missione ha fallito. Ed è l’esempio perfetto di coincidenza fra riforma, innovazione digitale, modifica contrattuale, interazione con la produzione e investimento strutturale. L’alternativa non è tirare a campare, ma destinarsi a capitolare perdendo quello che fu un vantaggio nazionale.
La scuola è stata gestita, a turno, da destra e sinistra. Se qualcuno vuol sostenere di avere avuto dei successi si accomodi pure al concorso faccia tosta. Hanno fallito perché sono rimasti dentro uno schema già morto. Il Pnrr è un’occasione per forzare l’uscita e riprendere a correre, perché unisce gli scopi e li dota di risorse finanziarie. Se dovessimo fallire questo appuntamento non è che sarà un male per la destra o per la sinistra e un vantaggio per questo o quello, ma uno svergognamento generale, capace solo di giustificare una classe dirigente che non conosce la storia, non sa far di conto ed è convinta il congiuntivo sia un’infezione che prende agli occhi. Una classe dirigente che per avere consensi cerca i propri simili in ignoranza, giornalisti compresi, e invoca gli avversari, unica ragione della loro identità.
L’occasione per uscirne c’è. La responsabilità di un eventuale fallimento non sarà divisa equamente, ma esploderà violentemente su tutti. Meglio evitarlo.
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REPORTAGE. Il sacrificio di Gerusalemme
di Michele Giorgio
Rafael Morris
Pagine Esteri, 5 aprile 2023 – Nel paese che ha fatto del successo delle startup e dell’hi tech il suo biglietto da visita, Rafael Morris rappresenta un altro mondo, antico, opposto alla modernità, quello degli israeliani ebrei che hanno abbracciato le profezie messianiche. Il suo ardente desiderio di accelerare la ricostruzione, dopo oltre 1900 anni, del Tempio ebraico sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme dimostra quanto i miti del passato siano radicati nelle aspettative del futuro ponendo le basi per nuove guerre e violenze. Morris, leader del gruppo Ritorno al Tempio, lunedì è stato fermato dalla polizia e interrogato. Gli succede ogni anno. Dopo qualche ora, lo hanno rimandato a casa tra gli applausi dei suoi compagni dopo aver promesso che oggi si terrà lontano dalla Spianata. La rispetterà? Ormai da alcuni anni, in occasione della Pasqua ebraica (Pessah), Morris annuncia il proposito di compiere sacrifici di agnelli sulla Spianata – l’Haram Sharif (Nobile Santuario), terzo luogo santo dell’Islam – ritenuta dalla tradizione religiosa ebraica l’area del monte dove sorgevano il Tempio di Erode e il Tempio di Salomone. Il sacrificio, simile a quello praticato nell’antichità, secondo Morris accelererà l’avvento del Messia e la ricostruzione del Tempio.
In passato andava a tirar fuori Morris dalle stazioni di polizia il suprematista Itamar Ben Gvir, oggi ministro della Sicurezza nazionale del governo Netanyahu ma che fino a qualche mese fa era l’avvocato di coloni ed estremisti di destra. Ben Gvir ora non ha una piena libertà di movimento. Se in cuor suo vorrebbe dar sfogo ai suoi sentimenti messianici, da ministro non può non tenere conto della posizione della Giordania, custode delle moschee della Roccia e di Al Aqsa, che potrebbe interrompere le relazioni con Israele di fronte a violazioni dello status della Spianata concordato con Tel Aviv. A gennaio la «passeggiata» di Ben Gvir su Haram Sharif provocò reazioni in tutto il mondo islamico e anche in Occidente.
Morris comunque non si arrende. Sostenuto dalle sue schiere sempre più folte, forte dell’appoggio silenzioso di non pochi deputati alla Knesset e incitato a continuare dalla moglie Aviya –, una ultranazionalista che nel 2015 scatenò un putiferio urlando «Maometto è un porco» ai palestinesi musulmani diretti alla moschea di Al Aqsa -, anche quest’anno Morris ha fatto distribuire dal suo movimento volantini nella Città Vecchia invitando gli attivisti a portare un agnello sul Monte del Tempio promettendo 2.500 shekel (700 dollari) per chiunque sarà arrestato dalla polizia e 20.000 shekel (circa 8.300 dollari) per chi riuscirà a compiere il sacrificio. Non solo, ha anche offerto una ricompensa in denaro a chiunque nel quartiere musulmano sarà disposto a prendersi cura di un agnello fino a quando non potrà essere sacrificato. Oggi e i prossimi giorni diranno se Rafael Morris e i suoi seguaci riusciranno a realizzare i loro propositi, magari approfittando della silenziosa compiacenza del ministro Ben Gvir. L’eventuale realizzazione del sacrificio in pieno mese di Ramadan provocherebbe un’ondata di violenze. Nel 1990 l’annuncio dell’«avvio della ricostruzione del Tempio» provocò scontri che si conclusero con l’uccisione di 20 palestinesi da parte della polizia. La tensione in questi giorni è già alta per i «tour» che, con la scorta della polizia, compiono sulla Spianata gruppi di estremisti religiosi descritti ufficialmente come «fedeli ebrei».
Si commette un grave errore considerando i propositi di Morris delle semplici «bizzarrie» di fanatici fuori dal tempo. La ricostruzione del Tempio è un progetto da attuare per una porzione non marginale di israeliani credenti e nazionalisti anche se da un punto di vista teologico era e resta vietata agli ebrei. La svolta è giunta con l’occupazione israeliana di Gerusalemme e del resto dei Territori palestinesi nel 1967. Per quelli inclini a sentirlo, la sopraggiunta sovranità ebraica su tutta Eretz Israele è un disegno divino per la realizzazione della redenzione. La spartizione della Spianata delle moschee è perciò invocata da coloro che pianificano di realizzare a Gerusalemme la «soluzione» di Hebron dove le autorità militari israeliane, dopo la strage di 29 palestinesi nel 1994, divisero in due la Tomba dei Patriarchi assegnandone una metà ai coloni ebrei insediati nella città.
Il fervore messianico coinvolge un numero crescente di fanatici, a partire dai cristiani sionisti di ogni parte del mondo divenuti tra i più accaniti sostenitori della ricostruzione del Tempio. Il regno di Dio è vicino, credono queste persone, spesso ex hippy diventati all’improvviso credenti. E la chiave per la salvezza è il Monte del Tempio di Gerusalemme. Guardano al sito anche i fondamentalisti americani che da un lato forniscono un sostegno incessante a Israele e dall’altro attendono con impazienza un’apocalisse in cui si aspettano che gli ebrei muoiano o si convertano al cristianesimo. Gli esperti di storia delle religioni avevano pronosticato che la febbre da Armageddon dell’anno Duemila si sarebbe smorzata una volta superata la soglia del nuovo millennio. Non è stato così. E tutto si complica quando i politici cercano di incanalare queste insane passioni religiose per i propri scopi.
Anni fa un’ondata di fervore messianico ha investito i religiosi nazionalisti in Israele dopo che avevano appreso che in un’azienda agricola era nata una giovenca rossa, senza peli bianchi o neri nel mantello, quindi perfetta per il sacrificio necessario per ricostruzione del Tempio. Secondo la Bibbia, le ceneri di una giovenca rossa erano utilizzate migliaia di anni fa dai sacerdoti di Gerusalemme per purificare il popolo ebraico. Dopo averne ispezionato il colore del pelo, rosso intenso dal naso umido fin quasi alla punta della coda, due rabbini Menachem Makover e Haim Richman, stabilirono che la giovenca era quella giusta. Il quotidiano Haaretz invece vide giustamente nella giovenca rossa una «bomba a quattro zampe» potenzialmente in grado di infiammare tutta la regione. Poi, crescendo, sul mantello della giovenca spuntarono dei peli bianchi e la «bomba» fu disinnescata.
L’attesa dei religiosi più nazionalisti come Rafael Morris però resta intatta assieme ai programmi di partiti e uomini politici della destra estrema. «Siamo di fronte a gruppi di piccole dimensioni ma che con le loro azioni, specie se compiute in determinati periodi dell’anno, come la Pessah e il Ramadan, posso provocare un disastro gigantesco e gettare il Medio oriente in una nuova guerra», avverte l’analista ed esperto di nazionalismo religioso Michael Warshansky. Pagine Esteri
Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto
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New Kind of Kicks-Marzo 2023
#MastoRadio #fediradio @Musica Agorà
Cerco nei meandri più reconditi la via di fuga dalla normalità, cerco persone non allineate, cerco pensieri fuori dalla scatola e, per fortuna, ogni mese ne trovo.
Con : 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper, Teo Wise, Timber Rattle, Uma Vox, Yamamara, Wasted Pido, Zipper
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New Kind of Kicks-Marzo 2023
Con: 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper…Tommaso Salvini (In Your Eyes ezine)
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Fr.#25 / Di guardie e ladri digitali
Il Garante Privacy blocca OpenAI, un commento
Lo saprete tutti: da qualche giorno chatGPT non è più disponibile per l’Italia. Il servizio è stato sospeso dopo un provvedimento del Garante Privacy contro OpenAI, la società dietro al sistema d’intelligenza artificiale.
I motivi della sospensione possono essere sintetizzati nelle seguenti violazioni della normativa privacy europea:
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- Mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI
- Assenza di una base giuridica per la raccolta e conservazione di dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi
- Assenza di un filtro per la verifica dell’età degli utenti
Il Garante ha quindi disposto la limitazione immediata del trattamento dei dati di tutti gli utenti situati nel territorio italiano. OpenAI avrà 20 giorni di tempo per comunicare al Garante le misure intraprese per risolvere le violazioni, in attesa dello svolgimento dell’istruttoria aperta.
Guido Scorza, membro del Collegio, commenta così il provvedimento di sospensione1:
Davvero si tratta di scegliere se imboccare la strada dell’innovazione o quella del rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità delle persone ed è impossibile pensare di orientare l’innovazione in una direzione più rispettosa delle persone?
Il problema è che la risposta di OpenAI è stata molto semplice: bloccare l’accesso al servizio a 60 milioni di italiani e continuare come se niente fosse. Era la soluzione più efficiente, veloce e scontata. Tutti sapevano che sarebbe andata così.
Ma a parte la risposta di OpenAI, c’è da dire che questo è un provvedimento strano, che non capisco. È strano il suo tempismo, perché è stato qualificato come provvidimento “in via d’urgenza” ancor prima di concludere un’istruttoria. Era davvero urgente sospendere un servizio del genere per mancanza dell’informativa privacy e delle verifiche sull’età degli utenti? Perché poi ricorrere a una misura così forte? La sospensione totale del trattamento non è mai stata richiesta neanche a Google, Meta o TikTok in casi analoghi o ben più gravi. Perché per OpenAI è diverso?
Bloccare l’accesso a 60 milioni di persone crea più danni di quanti ne risolva. Anche a livello sistemico. Sembra infatti che anche altri paesi europei si stiano interessando all’esempio dell’Italia e potrebbero arrivare a bloccare OpenAI. Chi mai vorrebbe investire in UE su tecnologie controverse come l’intelligenza artificiale, sapendo che i loro servizi potrebbero essere bloccati da un momento all’altro? Il rischio imprenditoriale è troppo alto.
Noi italiani / europei potremmo davvero rimanere senza accesso per molto tempo. Con la velocità delle sperimentazioni in questo campo, perdere anche solo qualche mese significa rimanere indietro rispetto al resto del mondo. Perdere accesso del tutto sarebbe un cataclisma.
A che punto l’applicazione della legge smette di essere a tutela delle persone e diventa harakiri?
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I tedeschi se la prendono con Twitter
Pare che la Germania ora ce l’abbia con Twitter. Dopo aver perseguito Telegram adesso hanno deciso che è Twitter a non seguire le regole.
L’Internet non è un luogo senza regole, dicono. Vero, dico io, ma non è detto che le regole debbano essere quelle imposte da loro con la forza. Il Ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann del partito FDP (liberali) avrà sicuramente una sua personalissima idea di regole e giustizia, che grazie alla sua posizione di potere vuole imporre a qualcun altro.
Twitter oggi non piace ai liberali perché è espressione delle idee di Elon Musk, come giusto che sia. Ai liberali non piacciono le idee altrui, specie quando sono apprezzate secondo meccanismi di libero mercato e non imposte con la forza. E non è neanche la prima volta che Musk viene velatamente minacciato da qualcuno dell’Unione Europea.
Magari fra qualche mese ci servirà una VPN per connetterci anche a Twitter, oltre che chatGPT.
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Se non hai niente da nascondere, l’inc… è dietro l’angolo
E se in Europa abbiamo Autorità e legislatori che pretendono il rispetto delle regole, in Egitto abbiamo invece un esempio di come le autorità siano sempre al di fuori di ogni regola di decenza.
La notizia del giorno è che la polizia egiziana sta usando profili fake o profili reali sequestrati a utenti di Grindr per individuare e arrestare gay e altre persone LGBT.
Da qualche giorno infatti il fornitore dell’applicazione ha diffuso un avvertimento2 che non lascia molto alla fantasia:
“We have been alerted that Egyptian police is actively making arrests of gay, bi, and trans people on digital platforms. They are using fake accounts and have also taken over accounts from real community members who have already been arrested and had their phones taken. Please take extra caution online and offline, including with accounts that may have seemed legitimate in the past.”
Quale esempio migliore per ricordare a tutti che privacy e anonimato non sono solo dei vezzi, ma una protezione contro l’abuso dei più forti? Queste persone certamente non avranno nulla da nascondere, ma forse dovrebbero iniziare a farlo e preferire app in grado di tutelare i loro interessi, piuttosto che questi aggregatori che diventano facilmente degli honeypot per le autorità.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”
Larken Rose
Articolo consigliato
Collettivismo vs Privacy
Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da Bitcoin in Italiano che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema…
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4 days ago · 8 likes · Matte Galt
https://startupitalia.eu/195521-20230401-ecco-perche-abbiamo-deciso-di-silenziare-chatgpt
In Cina e Asia – Manca il nome di Xi: ritirate milioni di copie del Quotidiano del Popolo
I titoli di oggi: Manca il nome di Xi: ritirate milioni di copie del Quotidiano del Popolo Pentagono: si intensificano i movimenti di sottomarini cinesi con armi nucleari nel mar Cinese meridionale CATL nel mirino sia di Pechino che di Washington Cina, cambiano i nomi di 11 località tibetane Cina, aumentate le quote dei poliziotti di ronda Un servizio che ...
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VIDEO. GERUSALEMME, cariche della polizia israeliana sulla Spianata delle moschee
della redazione
Pagine Esteri, 5 aprile 2023 – Notte di violenze a Gerusalemme con una dozzina di palestinesi rimasti feriti e altre decine contusi e intossicati dai gas lacrimogeni, durante le cariche della polizia israeliana sulla Spianata della moschea di Al Aqsa. Numerosi gli arrestati. I primi incidenti sono avvenuti ieri in tarda serata, dopo il ferimento di un 15enne nel quartiere palestinese di Silwan. Decine di giovani si sono barricati nelle moschee. Quindi sono intervenute ingenti forze di sicurezza per sgomberarli. Non è noto se la prova di forza sia stata ordinata dal ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Otzmah Yehudit e sostenitore dell’uso del pugno di ferro con i palestinesi. Ben Gvir peraltro reclama l’imposizione della piena sovranità israeliana sulla Spianata che è considerata dall’Ebraismo il biblico Monte del Tempio.
Il video che vi proponiamo mostra agenti di polizia che lanciano granate stordenti, colpiscono con i manganelli varie persone e le portano via tra urla di donne. I palestinesi denunciano che i poliziotti sono entrati in sale di preghiera dove centinaia di uomini, donne, anziani e bambini stavano pernottando. Devastata anche l’infermeria della moschea di Al Aqsa.
Queste scene hanno suscitato le proteste dell’Autorità nazionale palestinese, dell’Egitto, dell’Arabia saudita e della Giordania, custode della Spianata di Al Aqsa. In varie località della Cisgiordania si sono svolte manifestazioni di protesta. Poi da Gaza sono stati lanciati 9 razzi e proiettili di mortaio verso il sud di Israele che ha reagito colpendo con la sua aviazione il territorio palestinese.
La tensione in queste ore resta alta. Il movimento islamico Hamas – che ieri aveva chiamato ad impedire un progetto di estremisti religiosi israeliani (il gruppo Ritorno al tempio) di sacrificare agnelli sulla Spianata delle moschee – ha avvertito che non esiterà, come fece nel maggio del 2021, a usare i suoi razzi se il luogo santo di Gerusalemme sarà di nuovo violato dalle forze israeliane. Non si esclude che l’accaduto possa rappresentare il primo atto di una escalation prevista da molti in questo periodo in cui coincidono il Ramadan, la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana.
GUARDA IL VIDEO
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Meno emotività e più realismo. Alegi legge l’intervista al gen. Milley
La retorica di una prossima guerra tra Stati Uniti e Cina è “sopravvalutata”. E c’è da fidarsi se a dirlo è il capo di Stato maggiore congiunto delle Forze armate Usa, il generale Mark Milley, nel corso di una intervista con Defense One. In particolare, il generale ha messo in guardia dalla retorica pericolosa che le due superpotenze sarebbero “sull’orlo di un conflitto” a seguito di una imminente invasione cinese di Taiwan. Per il generale, infatti, occupare l’isola sarebbe un’operazione “estremamente difficile” per le forze militari di Pechino. Naturalmente, la situazione è lontana dalla stabilità, e Washington deve continuare a supportare Taipei con tutte le capacità militari di cui l’isola ha bisogno. “Penso però – ha detto Milley – che gli Usa debbano affrontare la questione con più realismo e meno emotività”, portando le Forze armate a dominare in tutti i settori per dissuadere Pechino “fin dall’inizio”.
Il pericolo della retorica
L’ottica del generale è in particolare orientata all’onda di panico che ha coinvolto in particolare i legislatori Usa a seguito della crisi rappresentata dall’apparire sui cieli statunitensi dei palloni aerostatici cinesi. Nelle ultime settimane i membri del Congresso hanno infatti rivolto al generale Milley e al segretario alla Difesa, Lloyd Austin, una lunga lista di preoccupazioni nei confronti di Pechino, dai chip all’arsenale nucleare. Nervosismi che hanno trovato il concorde sforzo dei due vertici, politico e militare, dello strumento difensivo a stelle e strisce per abbassare la tensione e ribadire che la guerra con Cina (e Russia) non né imminente, né inevitabile. “Penso che ci sia molta retorica che potrebbe creare la percezione che la guerra sia proprio dietro l’angolo” ha detto Milley, registrando che sebbene la possibilità di un incidente che porti all’escalation sia sempre possibile, “la retorica stessa potrebbe contribuire a surriscaldare l’ambiente”.
La lettura di Alegi
Per Gregory Alegi, storico e professore di storia americana e di studi strategici interpellato da Airpress, “la preoccupazione degli Usa nei confronti della Cina come competitore strategico ha ormai più di vent’anni. Numerose azioni stanno a testimoniarlo, dal Pivot to Asia di Obama agli accordi Aukus per i sommergibili, in chiara chiave di contenimento della sfida cinese nel Pacifico. Nulla di questo viene negato dal gen. Milley nella sua intervista”. Per Alegi, allora, la preoccupazione del generale sembra essere piuttosto quella “di una sfida autoalimentante nella quale le reciproche preoccupazioni dei due soggetti alimentano una corsa agli armamenti e un clima di tensione maggiore di quello naturale”. In questo senso, l’avvertimento “più che militare sembra essere di tipo politico, rivolto quindi a chi usa una retorica più incendiaria del necessario”.
La sfida su Taiwan
Per lo storico, allora, l’intervista al generale Milley deve essere letta su due livelli diversi. Il primo, esplicito, “è relativo alle capacità difensive di Taiwan. Il secondo, implicito, è la capacità degli Stati Uniti di proteggere l’isola e dissuadere la Cina dall’intervento armato”. A queste due posizioni corrispondono la necessità di riequipaggiare velocemente Taipei, “il cui margine qualitativo rispetto a Pechino va erodendosi, basti pensare alla rapidissima accelerazione cinese nello spazio, con tutto ciò che comporta per le comunicazioni e le osservazioni militari, o ai caccia di quarta e quinta generazione”. Da questo punto di vista, per Alegi, Taiwan non è riuscita a tenere il passo “con i cugini continentali, anche perché in passato le amministrazioni a stelle e strisce hanno tentato di non provocare la Cina”. Oggi questo si traduce in una relativa arretratezza o complessiva parità tra i due Paesi. “Questo senza trascurare i rapporti puramente numerici, come abbiamo visto in Ucraina anche una forza relativamente meno avanzata può ottenere successi parziali semplicemente tentando di saturare i sistemi avversari”.
La corsa tra aquila e dragone
“L’altro aspetto, quello americano, riguarda invece la quantità” ha continuato Alegi. “Non c’è dubbio che i sistemi Usa siano largamente superiori a quelli cinesi”, ma i numeri relativamente modesti, ulteriormente ridotti dagli invii di materiali in Ucraina, “rendono più che lecita la domanda sulla capacità Usa di affrontare due guerre di grandi dimensioni ancorché non necessariamente avanzate”. Per lo storico, i dati sul consumo di proiettili di artiglieria o missili Stinger “sono probabilmente solo la punta dell’iceberg dei problemi di forze armate che per quindici anni hanno combattuto contro avversari qualitativamente e numericamente inferiori”. Da questo punto di vista “gettare acqua sul fuoco in pubblico – come sta facendo Milley – può servire a prendere tempo per ripensare e ribilanciare lo strumento militare statunitense, nonché per rinforzare gli alleati chiave in quello scacchiere come Giappone e Corea del Sud”.
Lo sguardo di lungo periodo di Milley
“Più che negare la competizione con la Cina, mi sembra che Milley suggerisca di non allarmare i cinesi per non innescare una spirale competitiva alla quale gli USA al momento non sono pronti”, ha concluso Alegi, aggiungendo come “questo fatto, frutto di almeno trent’anni di decisioni e amministrazioni precedenti, non muterebbe neppure con un cambio di inquilino alla Casa bianca”, perché “costruire fabbriche, approvvigionare materiali strategici, ridisegnare le catene di fornitura e altri aspetti sono processi che richiedono molti anni, scavallando inevitabilmente il quadriennio di questo o quel presidente”.
L’Europa alla corte di Xi: un po’ di Ucraina, tanto business
Domani l'incontro a Pechino con Macron e von der Leyen. In contemporanea negli Stati uniti arriva la presidente di Taiwan: la Cina promette reazioni
L'articolo L’Europa alla corte di Xi: un po’ di Ucraina, tanto business proviene da China Files.
No bullsh*t opt-out: free noyb tool for quick and broad Facebook objections!
Strumento gratuito noyb per obiezioni rapide e ampie su Facebook! Utilizzate lo strumento noyb per rinunciare alla pubblicità mirata e a vari altri "interessi legittimi" rivendicati da Meta in modo semplice e legalmente valido.
UK privacy regulator fines TikTok £12.7m for children’s data violations
The UK’s data protection authority sanctioned TikTok £12.7 million for multiple data law violations, including the unlawful use of children’s personal data.
STEFANO CAVANNA “IL SUONO DEL DOLORE – TRENT’ANNI DI FUNERAL DOOM”
Da qui a pensare di realizzare un volume come “Il Suono del Dolore – Trent’anni di Funeral Doom” il passo è (relativamente) breve. Buon per noi che la Tsunami abbia scelto di sposare il risultato delle sue fatiche, altrimenti non avremmo tra le mani quello che ad oggi possiamo considerare come il volume “definitivo” sul funeral doom metal.
@L’angolo del lettore
iyezine.com/stefano-cavanna-il…
Stefano Cavanna "Il Suono del Dolore" - 2023
"Il Suono del Dolore - Trent’anni di Funeral Doom" riesce ad attrarre immediatamente, finendo per incuriosire anche chi se lo ritrova tra le mani casualmente mentre sfoglia le novità in libreria.Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Alpha & Omega - Ancient A & O - Lantern Records 2023
Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.
iyezine.com/alpha-omega-ancien…
Alpha & Omega - Ancient A & O - 2023
Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Finlandia. Sanna Marin perde le elezioni politiche del 2023.
Fra il 2022 e il 2023 le gazzette hanno più volte riportato dettagliate mirabilia di una certa Sanna Marin, politica finlandese mediaticamente redditizia.
Fra il 2022 e il 2023 Sanna Marin ha perseguito un'agenda politica strettamente "occidentalista" in politica estera e presumibilmente anche sul piano interno.
Il 2 aprile 2023 ci sono state le elezioni politiche e Sanna Marin è stata superata tanto dai conservatori quanto dai nuovi "sovranisti".
Conclusioni costruttive per addetti al democratismo rappresentativo:
1. Se fai il verso all'originale, gli elettori votano per l'originale, non per te.
2. Le feste nei locali, i concerti da duecento euro a ingresso e lo stile di vita da borghese integrata (specie se perseguito con pochi vestiti addosso) non sono espressioni di libertà, sono espressioni di pseudolibertà a pagamento. L'elettorato ti tratterà di conseguenza.
3. Leslashgli veganasterisco senza glutine che si fanno largo a gomitate inclusive vengono accoltschwa da scostanti reazioni di rigetto appena escono dal loro ambiente.
Oggi, 2 aprile, si celebra in tutto il mondo la Giornata per la consapevolezza sull’autismo, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU.
Qui la foto del Palazzo dell’Istruzione illuminato di blu ieri sera, in occasione di questa ricorrenza.
K&S è il primo canale italiano su Owncast, l'alternativa del Fediverso a Twitch!
Oggi, durante una conversazione su mastodon con @KSGamingLife🕹️ 🐈 🍸 , ci siamo resi conto che questa interessante realtà non era stata ancora nominata qui nella comunità "Retrogaming" di Feddit!
Rappresentiamo una community di appassionati, formatasi intorno a 3 streamer: Kappina, Stilgar, e il gatto Sirio. Ci occupiamo principalmente di retrogame e della scena indie ma la nostra programmazione include anche discussioni e tante risate.Nati su Twitch, col solo obiettivo di divertirci e far divertire, siamo sbarcati su questa alternativa libera e indipendente.
Solo cose belle.Qua proporremo contenuti diversi rispetto a Twitch, ma solitamente ci trovate su twitch.tv/ksgaminglife
Ci segui tramite VLC? Vai qui: live.ksgaming.it/hls/stream.m3…
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Device individuali in comodato d'uso, un'aula informatica mobile e nuovi router per la connettività: questi gli interventi che l'IC "Viale Legnano" di Parabiago (MI) ha realizzato nella propria scuola, grazie ai fondi PNRR stanz…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Device individuali in comodato d'uso, un'aula informatica mobile e nuovi router per la connettività: questi gli interventi che l'IC "Viale Legnano" di Parabiago (MI) ha realizzato nella propria scuola, grazie ai fondi PNRR stanz…Telegram
Prendi la rincorsa cuore
Prendi la rincorsa cuore
Se l’incantesimo finisce
datti per vinto cuore,
se vuoi combattere
ancora.
Arretra, prendi la rincorsa
salta lo steccato
beffa la stupida realtà
un altro sogno
ancor ti aspetta (la,
nel giardino dei semplici)
Ma non darti per vinto cuore
se deridendo
il tuo coraggio additano,
solo per prender la rincorsa
arretra,
sarà di slancio
il superar umane miserie,
dolce sarà l’approdo all’estasi (la,
nel giardino dei semplici)
dove di silenzi
si ristora l’anima.
Renato Gottardi, Cembra (Tn)
Roberto Resoli reshared this.
Collettivismo vs Privacy
Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema Privacy vs Collettivismo? E quindi eccoci qua.
L’autore dell’articolo scrive: “Bitcoin coltiva una cultura dell'individualismo e dell'autosufficienza, che resiste agli effetti negativi del collettivismo”.
È vero, ma lo stesso può dirsi per l’idea, talvolta filosofica, talvolta tecnica, di privacy. Nel corso dell’articolo di oggi mi riferirò in particolare alla versione più bieca e pericolosa di collettivismo: quello dello Stato-nazione, che da ben 231 anni cerca di togliere ogni privacy e anonimato ai suoi cittadini. Una guerra silenziosa che però ha plasmato la nostra società dalle fondamenta.
Prima di addentrarci nel vivo però bisogna partire dalle basi. Cos’è il collettivismo, su cosa si fonda, e perché privacy e collettivismo sono in completa antitesi?
Ai collettivisti non piace Privacy Chronicles.
Cos’è il collettivismo?
Secondo Wikipedia, collettivismo è:
“un termine per indicare una visione di tipo morale, politica o sociale che enfatizza l'interdipendenza di ogni essere umano all'interno di un gruppo collettivo e la priorità delle finalità di gruppo sulle finalità individuali. I collettivisti si focalizzano sui concetti di comunità e società.”
In pratica, è uno schema morale (e solo poi, politico e sociale) caratterizzato dall’enfasi sulla coesione tra persone e sulla priorità degli obiettivi del gruppo rispetto al singolo.
Il collettivismo potrebbe essere sintetizzato come quella morale che impone la subordinazione dell’individuo al gruppo, dove il gruppo può essere una razza, una classe sociale, un genere, o perfino uno stato-nazione. Le azioni dell’individuo che fa parte del gruppo saranno pertanto ritenute tanto più virtuose quanto siano rivolte verso il bene del gruppo di appartenenza.
Collettivismo e altruismo
Per comprendere meglio la morale collettivista ci si può fare aiutare dal concetto di Altruismo. Wikipedia definisce l’Altruismo come:
“atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità (morale) di interessarsi al benessere dei propri simili”.
In realtà, la definizione che meglio, e più sinteticamente, descrive l’Altruismo è proprio quella originaria, di Auguste Comte: «vivere per gli altri».
Fr.#24 / Di affitti e bene comune
Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune
I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà e dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i parenti da fuori sono turisti:
“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]Non è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”
Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?
A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.
Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.
È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.
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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?
Le Olimpiadi della sorveglianza
Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.
Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.
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A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e per proteggere donne e bambini.
Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?
Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.
Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?
Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.
Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!
youtube-nocookie.com/embed/ROc…
Meme del giorno
Citazione del giorno
"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."
Walter Block
Articolo consigliato
Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea
Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
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a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
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Bussolin e Bonriposi (Lega): "Moschea, sfratto 27 aprile sia attuato senza rinvii. Il Comune nel frattempo chiarisca sue intenzioni"
Un comunicato stampa sul sito del Comune di #Firenze informa le gazzette che la #Lega di Firenze è contenta del fatto che qualcuno possa sfrattare qualcun altro: finalmente si rispetta la legge, dicono i due signori qui sopra, che si chiamano entrambi Federico e hanno entrambi l'aria di persone ben nutrite.
Ora, la loro legge impone che la stessa cosa venga fatta con diverse Famiglie.
La maiuscola è a titolo di scherno, dal momento che l'agenda politica dell'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana è per intero degna di essere schernita.
Comunque, nei confronti delle Famiglie i due Federico paiono assai più comprensivi.
Poi dicono:
"Come Lega annunciamo per Sabato 15 aprile un #Gazebo in piazza dei #Ciompi per un'intera "giornata di ascolto e informazione" sul Caso #Moschea. Intendiamo aggiornare i cittadini sia sullo sfratto imminente (e vicende legali annesse) oltre che sulla nuova possibile location negli ex locali #Banca Toscana. Parleremo noi ai residenti. Visto che la Giunta #Nardella si nasconde".
Il borgomastro ha appena organizzato un incontro [per martedi 4 aprile 2023] sull'emergenza abitativa a Firenze, perché la povertà e la morosità incolpevole sono in procinto di assicurare moltissime soddisfazioni agli estimatori della legge; accusarlo di nascondersi non ha molta logica. L'auspicio è che i residenti accolgano numerosi la tendina della Lega e che dimostrino ai protagonisti dell'iniziativa di non avere nessun bisogno di essere ascoltati e informati da individui di questa risma.
Sperabilmente senza passare a vie di fatto.
+++ La fuga di notizie sui "file Vulkan" rivela le tattiche di guerra informatica globale e interna di Putin. L'esclusiva del Guardian +++
@Giornalismo e disordine informativo
- Documenti trapelati dall'informatore arrabbiato per la guerra in Ucraina
- Società di consulenza privata di Mosca che sostiene la guerra informatica russa
- Gli strumenti supportano le operazioni di hacking e gli attacchi all'infrastruttura
- Documenti collegati al famigerato gruppo di hacker russi Sandworm
- Il programma russo mira a controllare Internet e diffondere disinformazione
di Luke Harding , Stiliyana Simeonova, Manisha Ganguly e Dan Sabbagh sul Guardian
Link all'articolo del Guardian
‘Vulkan files’ leak reveals Putin’s global and domestic cyberwarfare tactics
Vulkan engineers have worked for Russian military and intelligence agencies to support hacking operations, prepare for attacks on infrastructure and spread disinformationLuke Harding (The Guardian)
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Perché dovrei andarmene via da twitter, se è così bello essere presi in giro? Una riflessione su mastodon, la libertà e sulla data fatidica del 15 aprile
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l’account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream “Per te”, condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all’oblio.
Qui il post originale "Ho l'account su Mastodon ma non mi piace“, di @Chiara [Ainur] [Айнұр] e qui il messaggio su mastodon
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> in realtà non sei d'accordo su nulla
Non sono d'accordo sul fatto che non ero d'accordo con te. Ho solo espresso alcune puntualizzazioni che non contraddicono il tuo pensiro di fondo:
1) chi parla di questi temi parla spesso di libertà a sproposito, sono d'accordo; ma questo non implica che la questione della libertà non sia fuori luogo quando si parla di queste cose
2) quanto alla visibilità, ti ho spiegato che se i social centralizzati possono condizionare in maniera opaca la visibilità degli utenti, ecco che si pone un problema sociale analogo a quello che si verrebbe a creare se ti facessero sfilare a Spinaceto invece che a Via Cavour (magari facendoti credere che stai a Via Cavour)
3) non c'è il diritto al "tutto gratis", ok; ma questo non è attinente perché la gratuità dei social non è mai esistita
4) non basta che lo spazio sia privato, per applicare le regole, ok; ma devono anche essere compatibili con le leggi vigenti
Detto questo, ero d'accordo con ciò che hai detto.
> la critica non dovresti farla a Twitter, Facebook e co. ma al legislatore italiano o europeo che non ha normato questi aspetti.
A questo proposito, hai mai provato a pensare che se il legislatore italiano o europeo, solitamente sempre prodighi di nuove produzioni normative, siano state rallentate dall'ncessante attività di lobby delle bigtech?
> Attenzione però perché anche l'applicazione di funzioni pubbliche a soggetti privati non è priva di rischi
Sono d'accordo, anche se questa non è un'opinione accolta all'unanimità..
> Ed una terza persona potrebbe imporre che poliverso.org (un nome a caso) ospiti senza limitazioni anche tutti quelli che non intendono rispettare i relativi TOS.
Non è e non sarà mai legalmente possibile. Se poliverso fosse l'unica istanza friendica al mondo, forse sì... Ma in tal caso non mi converrebbe tenerla aperta
Che succede nel Fediverso? reshared this.
> le questioni che pongo spesso riguardano questa mancata visione di insieme; questo guardare il singolo dettaglio e trascurare tutto il resto
La mancata visione di insieme è un problema reale, ma dipende dal fatto che un "digitale" che impatta così tanto sull'analogico, costringe a una riflessione complessiva che nessuno, ma proprio nessuno è in grado di svolgere, sia esso giurista, economista, filosofo, linguista, informatico o politico.
Quando nasce qualcosa di nuovo che ha impatto su privacy, informazione, politica, economia, giurisprudenza, etica è normale che le azioni debbano essere tante ma possano essere di cabotaggio ridotto. Siccume alcune di queste vengono combattute meglio di altre (pensa all'antitrust di inizio secolo contro Microsoft, rispetto all'antitrust degli ultimi anni; o agli interventi del garante privacy, rispetto agli scarsi interenti dell'AGCom), è normale ricevere questa impressione di un modo arbitrario e incoerente di agire.
Ecco, sarebbe importante invocare la coerenza alzando il livello qualitativo dei controllori più scarsi rispetto a quelli più capaci e non lamentandosi dell'eccessivo protagonisto di chi sa essere più efficace
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"Ho l'account su Mastodon ma non mi piace"
A nessuno sarà sfuggita la suddivisione della TL tra "Per te" e "Seguiti", con la prima che contiene i tweet selezionati esclusivamente dall'algoritmo (quindi di fatto è Twitter a decidere cosa dobbiamo vedere) e la seconda che contiene i tweet degli account che seguiamo. Come forse avrete notato la TL "Per te" è decisamente preponderante sulla "Seguiti": quando si fa un refresh della pagina si finisce sempre sulla prima, anche se si era sulla seconda, forzando l'utente a guardare quei contenuti. A questa poco gradita novità è seguita la visibilità dei tweet degli utenti bloccati (in pratica se io blocco un utente, lo stesso non vede ovviamente i miei contenuti ma io vedo i suoi, a differenza di quello che accadeva prima).
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l'account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream "Per te", condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all'oblio.
E' evidente la volontà della nuova proprietà di portare l'utenza verso gli account a pagamento. con il duplice scopo di aumentare gli introiti e selezionare sempre di più chi è presente sul social.
Queste notizie (l'ultima, in particolare) hanno scatenato una ridda di proteste da parte degli utenti, che non vogliono pagare gli 8€ (e come dargli torto: è un servizio che hanno sempre avuto gratis e poi perché pagare per avere un servizio tutto sommato scadente come quello che offre Twitter Blue?) e minacciano di andarsene o chiudere gli account. Abbiamo già sentito questa storia all'epoca dell'acquisizione del social dell'uccellino blu da parte di Mr.Tesla, centinaia o addirittura migliaia di utenti si sono riversati su Mastodon con le istanze generaliste come mastodon.uno che hanno avuto enormi problemi a gestire questa crescita improvvisa (più utenti significa più risorse necessarie e le istanze Mastodon, compresa la nostra, vivono con le donazioni degli utenti o sono sostenute da privati, non hanno introiti da pubblicità o simili).
Poi, lentamente, la bolla della scorsa primavera si è sgonfiata e ci siamo ritrovati ad essere sempre gli stessi (più o meno, pur se con diverse interessanti new entry).
Mastodon è tornato ad essere un social di nicchia popolato per lo più da nerd o appassionati di tecnologia o di argomenti particolari, senza riuscire a fare davvero il salto verso un social davvero generalista. Leggo continuamente utenti Twitter che, alla proposta di passare su Mastodon in risposta alle nuove politiche di Musk rispondono "non mi piace" o "si parla sempre e solo delle stesse cose, che a me non interessano".
Credo che sia ora di svegliarsi. E lo dico soprattutto agli utenti che vengono da Twitter. Un social è fatto dalle persone che lo vivono. Se volete un social con i contenuti che vi interessano dovete darvi da fare un po' anche voi! Cosa pretendete che sia qualcun altro a fare il social che volete voi? Venite su Mastodon, iniziate a scrivere, anche qualche sana cazzata, non sarete di sicuro bannati per una battuta o un buongiorno e proviamo tutti assieme a fare crescere questa cosa che qualcuno ha creato e qualcun'altro ci mette a disposizone. E lo dico anche agli utenti storici di Mastodon: fate un po' meno i duri e puri o i nostalgici su come era bello Mastodon quando eravamo in quattro gatti (mi ci metto pure io, dato che ci sono dal 2018). Si può mantenere l'ottimo livello delle nostre istanze tenendo fuori troll, politici e tutta la gente di merda che ha avvelenato Twitter senza dover per forza prendersela con chi posta foto di gattini o manda il "buongiornissimo kaffè" del mattino o anche che mette una foto in mutande e reggiseno. Cerchiamo di allargare un po' i nostri orizzonti, senza rinunciare a quelli che per noi sono valori non negoziabili (più o meno quello che c'è nelle regole dei vari server), ma senza nemmeno esagerare nel verso opposto. A meno che...
A meno che gli utenti che vengono da Twitter non trovino piacevole Mastodon perché la visibilità che gli offre è limitata o cose simili.
A meno che i vecchi utenti di Mastodon non vogliano un social di nicchia da gestire come fosse l'orticello di casa.
Perché se fosse così, lasciatemi dire che nessuno ha capito niente. I social commerciali che ci riempiono di merda continueranno a proliferare e l'esperienza di Mastodon, se sopravvivrà, sarà ridotta a una nicchia irrilevante, mentre avremmo la possibilità di far crescere un luogo di incontro virtuale bello e piacevole.
Facciamo uno sforzo tutti quanti.
Des Demonas
Questa sensazione, che non provavo da parecchio, me la ha data il disco dei Des Demonas, una band segnalatami da chi, oltre ad avere orecchio, possiede attenzione e curiosità, e della quale io ignoravo l'esistenza. Des Demonas - omonimo - è il loro unico album ed è datato 2017: gli si sono succeduti altri due singoli e un ep il cui valore e livello risultano invariabilmente alti.
Lordi - Screem Writers Guild
In definitiva i Lordi al loro meglio che giocano in casa, magnificando la bellissima stagione dell’horror forse più ingenuo ma più vero.
iyezine.com/lordi-screem-write…
Lordi - Screem Writers Guild - 2023
Nuovo disco dei finlandesi Lordi, uno dei gruppi metal più conosciuti al mondo, che tornano con “Screem writers guild” su Atomic Fire Records.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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News da Marte #13 | Coelum Astronomia
"Riprendiamo il filo delle attività di Perseverance e Ingenuity nel cratere Jezero. Seguiamo l'esplorazione con tantissimi video e foto."
Il Comando Sud degli Stati Uniti e il colonialismo del XXI secolo | Infoaut
“È singolare che parlino delle ‘risorse’ di luoghi che non abitano; è questa la logica a cui sottendono governanti, ministri e uomini d’affari. Per le comunità l’estrattivismo, l’esproprio e lo sradicamento hanno molteplici volti. Imperialismo e colonialismo interno si alternano. Molti dei territori bramati dagli imperi sono già stati certificati come zone di sacrificio dai governi nazionali e provinciali“
Flat tax. Verso uno Stato minimo | La Città Futura
"La delega al governo sul fisco favorisce gli alti redditi, i redditi da capitale, l'evasione e l'elusione fiscale. Il minor gettito sarà a scapito dei lavoratori dipendenti, dei contribuenti onesti, dei bassi redditi e delle prestazioni pubbliche. [...] Ci sarà quindi da aspettarsi uno stato minimo di tipo ottocentesco per tutti e maggiori sofferenze per le zone svantaggiate, mentre prevarrà la differenziazione fra i diritti e sarà incentivato l'egoismo."
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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Che figata!
Il canale Owncast sta andando bene, stiamo portando avanti tante iniziative e ci stiamo divertendo. Owncast ha potenzialità enormi, stiamo provando con tutte le forze a farlo conoscere di più.
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in reply to KSGamingLife • • •Benvenuti!
PS: ho visto che Lemmy incorpora molto bene i video Peertube, ma non ho mai provato a vedere se riesce a incorporare un flusso Owncast...
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