Spartiacque
Non possono esserci dubbi sul fatto che Silvio Berlusconi abbia e avrà un posto di rilievo nella storia d’Italia. Vive un momento difficile e gli si augura il meglio, che per lui è non smettere di combattere. Superata, con il tempo, una divisione incentrata sulla sua persona, c’è da scommettere che anche gli storici si divideranno sul significato da dare alla sua vicenda umana, imprenditoriale e politica. Che non sono tre, naturalmente, ma una sola.
La determinazione e l’efficacia dell’imprenditore non hanno bisogno d’essere argomentate. I risultati sono evidenti. Ma due abbagli hanno accompagnato il giudizio degli altri sulle sue avventure. Dal debutto edilizio al trionfo televisivo è stato visto come destrutturatore e innovatore, in realtà era un restauratore di abitudini e costumi. Gli italiani s’erano già laicizzati e urbanizzati. Lui non inventò quel processo, lo seppe interpretare come nessun altro. A chi viveva in città riproponeva la comunità, il villaggio, il verde, gli spazi per i bambini. A chi guardava la televisione riproponeva l’intrattenimento per famiglie, con un occhio al bar dello sport e l’altro all’avanspettacolo. Lui stesso si descriveva come interprete del nuovo che avanza inesorabile, ma era il conservatore dell’eterno che si conserva indelebile. Sul piano imprenditoriale trovò avversari in quelli che si credevano monopolisti dell’innovazione televisiva, ergo difensori del monopolio spartitorio aziendale. Certo che seppe aggregare la politica disposta a sostenerlo, ma vinse perché era sull’onda dell’inevitabile, di quel che poi successe ovunque e che negli Stati Uniti era già successo. Chi lo accusò di cambiare i costumi degli italiani, debosciandoli, non capì nulla della sua forza: un uomo con il marketing incorporato, un arcitaliano conservatore e modernizzatore.
Per forza poi non capirono lo sbarco in politica e quel che sarebbe successo. Quando annunciò la <<discesa in campo>> la sinistra festeggiò. Qualcuno fece osservare che si sarebbe potuto obiettare sulla legittimità della candidatura, a causa delle concessioni televisive. Tesi a mio avviso infondata, ma più importante la risposta: zitti, che un candidato così ci aiuta a rendere legittima la prossima e sicura vittoria. Persero.
La sua “invenzione”, ancora una volta, era l’innovazione di una conservazione: tutti assieme, non importa chi, pur di battere la sinistra. Stravinse dopo le elezioni, quando la sinistra si berlusconizzò: tutti assieme, pur di fermarlo. Nacque così una stagione i cui sussulti agonici sono ancora in corso: non più proporzionale, mai maggioritaria, ritagliata sui capi, ma con la necessità dei partiti, non più ideologica, ma incapace di contenuti. Lui è stato lo spartiacque, ma le acque si sono poi riconfuse in un’altalena elettorale senza sbocchi e continuità.
Avrà il suo posto nella storia, ma la maledizione è che lui e gli altri non hanno dimostrato senso della storia. Anche in questo non c’è novità, che nella storia non credeva neanche Giulio Andreotti. Credere nella storia significa non solo essere, ed eccome se lui è, ma anche puntare a sopravvivere, a indirizzare il futuro, a lasciare il segno. Una concezione estranea al cattolicesimo secolare, proibita al comunismo che la storia spera sia dimenticata, forse presente in famiglie liberali divise e minoritarie.
Impossibile negare il merito politico di avere trasportato nel gioco democratico palese (il quello degli scambi parlamentari c’era già) la destra che era stata fascista. Ma non ha fatto mai nulla per aiutarla a non essere più fascista. Anzi, vide come rivale (quale era, in effetti) quel processo di affrancamento, all’epoca di Fini. Ed è così che l’innovatore conservatore si ritrova in una scena senza che si sia stati capaci di ulteriormente innovare e senza molto che valga la pena conservare. Non lo capirono perché lui è veramente popolare e popolano, da miliardario, mentre gli apologeti del proletariato è da decenni che non hanno più nulla da dire ai popolani.
Non c’è alcun dubbio: ha il suo posto nella storia. Resta da stabilire quale sia la storia.
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#LaFLEalmassimo -Episodio88- Privacy Chat GPT e aggiornamento della legge
Ribadisco sempre in apertura il sostegno di questa rubrica all’Ucraina contro la intollerabile e criminale invasione operata dalla Russia.
Nello scorso episodio abbiamo parlato di una moratoria sulla intelligenza artificiale e successivamente abbiamo assistito alla sospensione del servizio di Chat GPT in Italia in seguito ad alcune obiezioni mosse dal Garante della Privacy
In questa sede non intendo discutere nel merito le contestazioni anche se alcune appaiono abbastanza deboli come il riferimento alla tutela dei minori, che in realtà dovrebbe valere per qualsiasi servizio accessibile via internet e l’utilizzo di dati personali resi pubblici da soggetti terzi.
La riflessione che voglio fare riguarda l’attualità della legge e il suo rapporto con la libertà individuale. La buona legge aiuta i cittadini a prevenire e dirimere i conflitti d’interesse e migliorare l’interazione con gli altri membri della società. Una legge cattiva, obsoleta o inadeguata crea disagi maggiori rispetto ai problemi che risolve e favorisce alcuni interessi o gli interessi di alcuni a scapito degli altri. Questo tipo di leggi vanno riviste e ripensate e quelli che vorrebbero piegare la società al rispetto religioso di leggi non più appropriate non hanno compreso qual è il senso di darsi regole e leggi.
E’ probabile che si trovi presto un accordo per riaprire il servizio di Chat GPT in Italia ed è probabile che la vicenda si riduca ad un incidente di percorso, tuttavia è importante che in un epoca in cui le innovazioni si succedono ad un ritmo forsennato e tratti strutturali della società cambiano con frequenza l’approccio alla promulgazione e alla vigilanza sul rispetto delle leggi sia per quanto possibile aperto e flessibile e teso ad seguire e adeguarsi ai cambiamenti tenendo fermi i valori e le basi degli interessi da tutelari, ma senza ostacolare il progresso che la storia ci insegna essere inarrestabile e ineluttabile.
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PODCAST SUDAN. L’anniversario della rivoluzione rilancia le proteste contro i militari golpisti
Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Tre anni dopo l’insurrezione popolare che mise fine al potere trentennale di Omar Bashir, i sudanesi restano impegnati nella lotta per la democrazia e per una redistribuzione delle risorse del paese.
A sbarrare loro la strada sono i militari autori del golpe dell’ottobre 2021. Nel frattempo si allarga la frattura ai vertici delle forze armate regolari e irregolari. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Scategni, volontario italiano e osservatore della realtà politica e sociale del Sudan.
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Decreto Calderoli: il governo all’attacco degli ultimi scampoli di sanità pubblica | InfoAut
"Il Decreto Calderoli è stato definito una vera e propria secessione dei ricchi in materia di sanità. Non solo una frattura tra Nord e Sud, ma un vero approfondimento della logica neoliberista applicata alla cura."
Yemen, prolungata di sei mesi la tregua tra governo e Houthi
di Redazione
Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Il Consiglio direttivo presidenziale dello Yemen e il movimento ribelle sciita degli Houthi hanno firmato ieri un accordo per prolungare la tregua di sei mesi. Il ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, Khaled bin Salman, aveva informato il capo del Consiglio direttivo presidenziale yemenita, Rashad Mohammed al Alimi, e gli altri membri che gli Houthi erano d’accordo sul prolungamento dell’armistizio, grazie alla mediazione del Sultanato dell’Oman. La tregua sarà quindi prolungata di sei mesi e comporterà la ripresa delle esportazioni di petrolio, la riapertura dell’aeroporto di Sanaa per i voli internazionali e il pagamento dei salari degli impiegati pubblici di tutto il Paese, incluse le zone sotto il controllo degli Houthi.
Il prolungamento della tregua giunge nel contesto del riavvicinamento tra Teheran e Riad dopo anni di tensioni che hanno avuto pesanti conseguenze in tutta la regione, in particolare in Yemen, dove il conflitto tra il governo yemenita, sostenuto dai sauditi, e i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran, ha provocato una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, amplificata dall’intervento militare di Riad e di altri paesi del blocco sunnita.
Lo Yemen è teatro di un violento conflitto civile ormai dal settembre 2014. A seguito dell’occupazione del nord del Paese, compresa la capitale Sana’a, da parte dei miliziani Houthi, il governo ha chiesto l’intervento dei Paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti che, nel marzo del 2015, hanno formato una coalizione militare e sono intervenute con massicci bombardamenti per sostenere le forze governative.
Il 2 aprile del 2022 è entrato in vigore per la prima volta il cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite ma poi dal 2 ottobre la tregua non era stata rinnovata, facendo temere una nuova escalation nel paese. Uno degli ultimi sviluppi più significativi è stato registrato il 20 marzo con l’annuncio dello scambio di 887 prigionieri tra il governo yemenita e il movimento che rappresenta la minoranza sciita che vive nel nord del paese. – Pagine Esteri
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Vieni avanti Pechino, l’Europa chiede a Xi di premere su Putin
MORRA CINESE. Visita di Von der Leyen e Macron: «Riporti la Russia alla ragione» Il leader cinese: «Chiamerò Zelensky, ma al momento opportuno»
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In Cina e Asia – Incontro Tsai-McCarthy: la Cina reagisce con sanzioni e ispezioni nello Stretto
Incontro Tsai-McCarthy: la Cina reagisce con sanzioni e ispezioni nello Stretto
Le pressioni di Macron e von der Leyen su Xi
Cina, progetto da 500 milioni di dollari per la posa di cavi internet sottomarini
Il dilemma cinese sull’alternativa a ChatGPT
Lo yuan è la valuta più scambiata in Russia
Evergrande sigla accordo di ristrutturazione con i creditori
La Cina non riconosce più le rivendicazioni del Giappone sulle isole Curili
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Washington si rilancia in Africa e sfida Pechino e Mosca
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Washington ha lanciato una vera e propria “offensiva diplomatica” allo scopo di recuperare ruolo ed egemonia nel continente africano che, negli ultimi anni, ha visto crescere fortemente l’influenza di varie potenze orientali e mediorientali mentre quella occidentale si affievoliva in modo consistente.
Il tour di Kamala Harris
L’ultima rappresentante statunitense a fare tappa in alcuni paesi africani è stata la vicepresidente Kamala Harris. Dal 25 marzo al 2 aprile, la numero due della Casa Bianca ha visitato prima il Ghana (Africa Occidentale), poi la Tanzania ed infine lo Zambia (nel sud-est del continente).
Nel corso della sua missione, Kamala Harris ha annunciato lo stanziamento di sette miliardi di dollari di investimenti pubblico-privati, finalizzati alla mitigazione del cambiamento climatico, e la messa a disposizione di un altro miliardo per il sostegno all’emancipazione femminile anche attraverso lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie digitali, nell’ambito del programma per la “Trasformazione digitale dell’Africa” lanciato a dicembre dal presidente Joe Biden. «Dobbiamo tutti apprezzare e comprendere l’importanza di investire nell’ingegno e nella creatività africani» ha affermato la vicepresidente.
A Dar es Salaam, Harris ha incontrato la presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, annunciando lo stanziamento di 560 milioni a sostegno del commercio e del “rafforzamento della democrazia”. Ad Accra, poi, ha offerto al presidente ghanese Nana Akufo-Addo un pacchetto di aiuti da 140 milioni per rilanciare l’economia. A Lusaka, dove ha incontrato il presidente dello Zambia Hakainde Hichilema, Harris ha infine promesso lo stanziamento di 16 milioni per nuovi programmi contro la corruzione.
“Meno debito” e “più sicurezza”
I leader dei tre paesi visitati hanno tutti sottolineato che «l’eccesso di debito» grava sulle economie africane e ne impedisce lo sviluppo, chiedendo a Washington passi concreti. Da parte sua, nei prossimi mesi il dipartimento americano del Tesoro invierà dei consulenti che “assisteranno” i ministri delle Finanze di alcuni paesi africani (quelli visitati dalla vicepresidente Usa, ma anche Camerun, Kenya, Madagascar e Namibia) nell’applicazione delle riforme ritenute necessarie per migliorare la sostenibilità e permettere così la ristrutturazione del debito estero.
Di fatto gli emissari di Washington avranno una forte voce in capitolo sulle scelte economiche degli esecutivi assistiti, e nel frattempo la Casa Bianca alza la voce con Pechino affinché tagli il debito dei paesi africani.
Harris ha inoltre promesso “maggiore assistenza per la sicurezza” e maggiori investimenti, a partire da una pacchetto di aiuti per cento milioni finalizzati alla “prevenzione dei conflitti” e alla stabilizzazione in Ghana, Benin, Costa d’Avorio, Guineae Togo, che stanno subendo una crescente penetrazione fondamentalista. L’insorgenza jihadista e la conseguente instabilità mettono infatti a rischio l’applicazione dell’Accordo di libero scambio continentale africano (Afcfta) che punta ad aprire un mercato di 1,3 miliardi di persone – per un valore di 3400 miliardi – alle imprese statunitensi.
Offrendo il proprio sostegno alla sicurezza e alla stabilità, Washington cerca di competere su uno dei terreni sui quali si basa l’incremento dell’influenza di Mosca, che utilizza il dispiegamento dei mercenari della compagnia militare privata Wagnerper appoggiare i governi presi di mira da ribellioni armate, spesso di carattere jihadista.
L’attivismo Usa per contrastare Cina e Russia
Kamala Harris è stata il quinto rappresentante dell’amministrazione Biden a visitare il continente a partire dal viaggio dell’agosto scorso del segretario di Stato, Antony Blinken, in Sudafrica, Repubblica Democratica del Congo e Rwanda. A gennaio è stata la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, a visitare Senegal, Zambia e di nuovo il Sudafrica. Poi è toccato alla rappresentante permanente Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, e ancora all’assistente segretaria di Stato per gli Affari africani, Molly Phee. Anche la first lady Jill Biden si è recata in Namibia e in Kenya e lo stesso presidente dovrebbe visitare l’Africa entro la fine dell’anno, così come faranno il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, e la segretaria al commercio, Gina Raimondo.
Il forte attivismo della Casa Bianca evidenzia che, dopo il forte arretramento dell’egemonia francese sotto i colpi della penetrazione russa soprattutto nel Sahel, Washington aspira a giocare un ruolo di primo piano nel continente, principalmente per contrastare l’espansione dell’influenza di Pechino ma anche di altri paesi come ad esempio la Turchia e le petromonarchie.
Gli Stati Uniti sono però molto indietro rispetto alla Cina che, ormai dal 2000, organizza ogni tre anni un vertice con i paesi africani. Nel 2021 (dati dell’Eurasia Group) il volume degli scambi commerciali tra il continente africano e la Cina aveva raggiunto i 254 miliardi di dollari, mentre gli scambi Usa-Africa erano fermi a un quarto, circa 64 miliardi.
La strategia di Washington si basa sul rafforzamento dei partenariati pubblico-privati come strumento per rendere le relazioni con gli Stati Uniti più appetibili per i paesi africani corteggiati dalle potenze concorrenti all’interno di un clima di competizione globale sempre più accesa.
Cercando di recuperare uno svantaggio di almeno trent’anni con Pechino, Washington tenta di mobilitare le proprie imprese private affinché investano in Africa. Biden ha ripreso il piano lanciato dal Segretario di Stato di Donald Trump, Mike Pompeo, e dall’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton nel 2019. Il progetto “Prosper Africa” si fonda sul coinvolgimento del settore privato statunitense come elemento trainante del rilancio delle relazioni economiche con l’Africa. Di fatto l’amministrazione statale si assume il compito di promuovere e facilitare gli investimenti privati statunitensi nel continente sapendo bene che questi potranno generare un aumento dell’influenza politica e militare di Washington.
In questa fase gli Stati Uniti approfittano anche del fatto che l’entità dei prestiti cinesi ai paesi africani sta diminuendo e che molti governi del continente cominciano a soffrire l’indebitamento contratto con Pechino in cambio della realizzazione di grandi infrastrutture. Se è vero che i prestiti concessi dal governo e dalle banche cinesi sono a breve termine più vantaggiosi rispetto a quelli dei governi occidentali e del Fondo Monetario Internazionale, è altrettanto vero che a lungo termine l’enorme entità del debitocontratto imbriglia comunque le economie del continente. Nel 2020, ad esempio, lo Zambia – pesantemente indebitato soprattutto con Pechino – ha dovuto dichiarare default nell’impossibilità di pagare gli interessi ai paesi creditori ed ora sta negoziando una ristrutturazione del debito.
Inoltre la Casa Bianca intende sfruttare il malcontento generato dalla crisi alimentare scatenata in molti paesi del sud del mondo dall’invasione russa dell’Ucraina. Sono molti i governi africani, anche di alcuni di quelli nell’orbita russa e cinese, che temono il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e l’esplosione di ribellioni a causa dell’aumento dei prezzi e della penuria di alimenti. Non a caso, a pochi mesi dall’inizio dell’aggressione militare a Kiev, il Cremlino ha cercato di tamponare la crisi consentendo l’esportazione del grano ucraino.
Il vertice Usa-Africa
All’interno della strategia di rilancio del proprio ruolo in Africa, a dicembre l’amministrazione Biden ha ospitato a Washington un secondo vertice con i paesi africani, dopo quello organizzato nel 2014 dal presidente Obama. Nel corso dell’evento, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di una cinquantina di paesi africani tra presidenti, premier e ministri, l’inquilino della Casa Bianca ha annunciato lo stanziamento di 15 miliardi di dollari (che diventeranno 55 nei prossimi tre anni) per finanziare accordi commerciali e investimenti. L’obiettivo ufficiale degli Stati Uniti è sviluppare le relazioni economiche, espandere i flussi commerciali e promuovere una “crescita economica sostenibile e inclusiva”.
Inoltre Biden ha ribadito il sostegno di Washington alla richiesta dell’Unione Africana di essere ammessa come membro permanente del G20, dove finora il continente è rappresentato solo dalla Repubblica Sudafricana. La Casa Bianca corteggia i 55 paesi africani all’insegna dello slogan «abbiamo bisogno di un maggior numero di voci africane nelle istituzioni internazionali».
Washington è in ritardo di 30 anni
Significativo che quasi in contemporanea con il viaggio di Janet Yellen in tre paesi africani anche il nuovo ministro degli Esteri di Pechino, Qin Gang, abbia realizzato un lungo tour che ha toccato Etiopia, Gabon, Angola, Benin ed Egitto. D’altronde ormai da 33 anni il primo viaggio all’estero del capo della diplomazia cinese viene realizzato ogni anno sempre nel continente africano, a dimostrazione della centralità accordatagli da Pechino.
Per quanto le offerte statunitensi di investimenti e aiuti abbiano suscitato un notevole interesse in Africa – i cui governi ormai si lasciano corteggiare dai vari offerenti per poi scegliere l’opzione ritenuta più conveniente – la strada per il rilancio di Washington nel continente appare comunque ardua. Per quanto abbia rafforzato le relazioni con il Marocco– sulla strada dell’integrazione nell’Alleanza Atlantica – e con l’Uganda, Washington non può più contare su molti amici nel continente. La Russiain questi anni è diventata il primo esportatore di armi dell’area mentre anche la Turchiatesse la sua tela a base di soft power.
Per comprendere quanto sia calata la presa di Washington sul continente, basti ricordare che ad aprile dello scorso anno, quando all’Assemblea Generale dell’ONU gli Stati Uniti hanno presentato una risoluzione per l’espulsione di Mosca dal Consiglio dei Diritti Umani, i rappresentanti di 34 paesi africani su 54 hanno votato contro, si sono astenuti o non hanno partecipato al voto. Per non parlare del gran numero di governi che hanno respinto le sanzioni politiche ed economicheimposte a Mosca dagli Usa, dall’UE e da altri paesi. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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Il James Webb ha ripreso gli anelli di Urano con straordinario dettaglio | Passione Astronomia
"Il settimo pianeta del Sistema Solare, Urano è unico: ruota su un fianco, con un angolo di quasi 90° rispetto al piano della sua orbita. Ciò causa stagioni estreme poiché i poli del pianeta sperimentano molti anni di luce solare costante seguiti da un numero uguale di anni di completa oscurità – Urano impiega 84 anni per orbitare attorno al Sole."
Ministero dell'Istruzione
Con il decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri, il Ministero ha avviato oggi un piano di assunzioni a tempo indeterminato di docenti, per l’anno scolastico 2023/2024, in attesa dello svolgimento dei concorsi previsti dal #PNRR.Telegram
Europa sempre più dipendente dagli USA, la svolta che serve
In Italia tendiamo a occuparci delle prossime elezioni europee 2024 con fumose analisi intorno all’ipotesi se Giorgia Meloni riuscirà con il gruppo dei conservatori a stringere un’alleanza in Ue che ribalti l’intesa tra popolari e socialisti, lasciando Salvini isolato. E delle prossime presidenziali Usa facendo colore sul processo a Trump, come sua ideale vittimizzazione per tornare alla Casa Bianca. In realtà dovremmo guardare a tutt’altro. Viviamo nell’impressione che l’Europa, prima nella risposta al Covid con strumenti cooperativi come il Next Generation Eu e il Sure e il nuovo Mes, poi nella risposta comune all’invasione russa dell’Ucraina, abbia fortemente ripreso in mano le redini di un ruolo protagonista, rispetto alla tradizionale dipendenza strutturale dagli Usa condita in salsa “rispetto per Putin”. Quando nel 2019 nacque la Commissione Von der Leyen, il suo primo discorso sembrò a tutti una risposta fiera agli anni di Trump, che flirtava con Putin e malsopportava gli alleati europei della Nato. Ma poi è andata davvero così, oppure no? I numeri dicono l’esatto opposto.
Possiamo scrivere paginate intere sulla visita di Macron e della presidente della Commissione Ue in Cina. Ma oggi siamo molto più dipendenti dagli Usa di quanto lo fossimo 15 anni fa. Nel 2008 l’economia Ue valeva 16,2 trilioni di dollari, quella degli Usa 14,7 trilioni. Nel 2022 l’economia Usa è salita a oltre 25 trilioni di dollari, quella europea neanche sommando il Regno Unito arrivava a 20 trilioni. E se si toglie il Regno Unito l’economia americana vale oltre metà più di quella Ue. Continuano ad avvenire in dollari circa l’88 per cento degli scambi commerciali mondiali. Il dollaro continua a denominare oltre il 60 per cento delle riserve ufficiali scambiabili mondiali, l’euro è fermo al 21 per cento, mentre sala la quota del renmimbi cinese. Al dominio tecnologico delle grandi piattaforme hitech Usa – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft – la Ue risponde con multe e misure antitrust, non con capacità di propri campioni europei (come ha fatto la Cina). Il bilancio militare Usa dal 2008 al 2022 è salito da 665 miliardi a oltre un trilione di dollari (ai più di 800 miliardi del Pentagono vanno aggiunti molti programmi tecnologici pubblico-privati).
La spesa militare dei paesi Ue intanto saliva solo da 303 a 325 miliardi di dollari. L’investimento Usa in alte tecnologie per la difesa resta oltre sette volte maggiore della somma a tal fine prevista da tutti i programmi nazionali separati dei membri Ue. Nel 2017 l’Ue aveva annunciato l’obiettivo di adottare programmi congiunti di sviluppo e acquisto di sistemi di difesa pari al 35 per cento della spesa a tal fine dei diversi membri: con tutti gli sforzi compiuti nel sistema congiunto Occar, siamo fermi a meno del 18 per cento. La politica estera e di difesa europea resta un capitolo tutto da costruire: ogni governo difende le sue vocazioni e interessi nazionali.
L’atteggiamento cautissimo con Putin subito dopo l’invasione tenuto da Parigi e Berlino ha fatto cadere ai minimi ogni credibilità del tradizionale traino franco-tedesco agli occhi di tutti i paesi esteuropei membri dell’Ue e della Nato. Ad aprile 2022 il premier polacco Morawiecki fulminò Macron chiedendogli: “Crede di trattare con Putin che invade l’Ucraina? Noi abbiamo imparato che non si tratta con Hitler e Stalin che ci invasero”. Non sono poche decine di carri Leopard all’Ucraina a mutare questo bilancio. Se si paragona alla politica europea la visione complessiva mondiale contenuta nella Us National Security Strategy rilasciata nell’ottobre 2022, in cui si concilia la necessità di sostenere assolutamente l’Ucraina senza perdere di vista il fatto che la Cina appare come l’unico vero grande soggetto internazionale che ha volontà e strumenti economici e militari per tentare di costruire un intero sistema internazionale alternativo a quello basato su libertà e mercato, l’Europa fa la figura di un velleitario émigrée dell’Ancien Régime.
Di fronte a questa prospettiva, con tutto il rispetto per chi giudica le vicende mondiali dal cortiletto delle guerre per bande italiote, la scelta alle prossime elezioni europee è tra chi vuole davvero un’Europa la cui economia e politica di difesa siano meno vassalle delle virate americane e meno soggette ai raid di Putin, e chi invece si culla in nazionalismi e glorie del passato che ci fanno impoverire, indebolire e inginocchiare. (Su questi temi, consiglio un bel saggio di Jana Puglierin e Jeremy Shapiro, sul sito dell’European Council of Foregin Relations).
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Anche l’Italia dice no ai test antisatellite. Mentre Russia e Cina…
“L’Italia si impegna a non condurre test distruttivi di missili antisatellite ad ascesa diretta”. Questa la dichiarazione inequivocabile del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, resa nota da una nota della Farnesina. La decisione fa seguito all’adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, co-sponsorizzata dall’Italia, della risoluzione 77/41 dello scorso dicembre. Il documento infatti chiede agli Stati membri dell’Onu di impegnarsi a non condurre test distruttivi di missili anti-satellite ad ascesa diretta. Così il governo italiano prosegue nella direzione di rendere più sicuro e sostenibile lo spazio extra-atmosferico.
La postura italiana sugli Asat
“L’Italia continuerà a lavorare attivamente e costruttivamente per aumentare la sicurezza e la sostenibilità dello spazio extra-atmosferico, un bene collettivo importantissimo per gli interessi vitali di tutte le nazioni”, ha proseguito il ministro Tajani. E anche in questo settore non mancano le partnership e le intese con altri Paesi: “Siamo al fianco dei nostri principali partner atlantici e occidentali per sostenere e rafforzare un ordine internazionale per lo spazio basato su regole e libero da conflitti”. Ricordiamo infatti che i test antisatellite (Asat), utilizzati per distruggere satelliti potenzialmente in fine vita, rappresentano un rischio sia per la sostenibilità delle orbite, a causa delle grandi quantità di detriti spaziali che si formano (ad esempio in caso di attacchi cinetici), sia per la pericolosità delle orbite dove aumentano le probabilità di avere impatti diffusi e irreversibili sull’ambiente spaziale.
Posizione condivisa da Francia e Usa…
Così l’Italia si unisce a quei Paesi che hanno già detto no ai test Asat. Tra questi spiccano Stati Uniti e Francia. Proprio a dicembre scorso la Francia si è aggiunta alla decisione degli Stati Uniti – annunciata da Kamala Harris ad aprile 2022 – di rispettare l’impegno di non condurre test missilistici antisatellitari. In un comunicato rilasciato all’epoca dai ministeri di Esteri e Difesa, la decisione francese veniva motivata come passo verso un “ambiente spaziale sicuro e stabile”, dal momento che tali test “hanno causato una grande quantità di detriti, che possono portare a gravi conseguenze per la sicurezza spaziale, in particolare compromettendo l’integrità dei satelliti in orbita”.
… ma non da Cina e Russia
Postura diversa invece quella di Cina e Russia, che ancora non hanno fatto dichiarazioni simili, ma anzi continuano a sviluppare armi e sistemi antisatellite, contribuendo alla militarizzazione delle orbite. La Cina ha lanciato nel 2007 il suo primo test Asat a 800 chilometri di altitudine contro il proprio satellite Fengyun-1C, creando più di 3mila detriti (il test più distruttivo di sempre), molti dei quali ancora fluttuano in orbita. Era al tempo il primo Paese, dopo Usa e Russia, a essersi dotato di queste tipologie di armi (oggi a completare il quartetto si è aggiunta anche l’India). Ad oggi, la Cina è il secondo Paese per satelliti operativi in orbita, dopo gli Usa, e sta continuando a lavorare a diverse tecnologie anti-satellite, tra cui laser e disturbatori di comunicazione.
Anche la Russia, dal canto suo, prosegue nello sviluppo di diverse armi antisatellite, di ogni tipo: da quelle cinetiche alle non cinetiche, da quelle elettroniche fino alle armi cyber. Così Mosca sta rilanciando l’eredità sovietica, concentrandosi su tecniche di “Active space defence”, come dimostrano gli oltre dieci test condotti dal sistema Asat Nudol dal 2014. Senza dimenticare quando, a novembre 2021, la Russia ha svolto un test con missile anti-satellite ad ascesa diretta colpendo il satellite Cosmos 1408 non più in uso e creando oltre 1500 pezzi di detriti orbitali.
L’11 aprile si celebra la #GiornatadelMare. Voi come vi state preparando?
🌊 Noi saremo a...
L’11 aprile si celebra la #GiornatadelMare. Voi come vi state preparando?
🌊 Noi saremo a Genova, il 14 aprile, per festeggiare questo evento con 700 studenti e la Guardia Costiera.
Ministero dell'Istruzione
L’11 aprile si celebra la #GiornatadelMare. Voi come vi state preparando? 🌊 Noi saremo a Genova, il 14 aprile, per festeggiare questo evento con 700 studenti e la Guardia Costiera.Telegram
Motori silenziosi (italiani) per i sottomarini Usa
I nuovi sottomarini strategici degli Stati Uniti avranno a bordo componenti per il sistema di propulsione Made in Leonardo. È quanto previsto dal contratto dal valore di circa un miliardo di dollari assegnato dalla Us Navy alla sussidiaria americana del gruppo di Piazza Monte Grappa, Leonardo DRS. Le componenti andranno a sostenere i sistemi integrati di propulsione elettrica dei sottomarini classe Columbia, di cui la marina militare a stelle e strisce sta pianificando di acquisire i primi quatto entro il 2028. Il programma per i nuovi battelli è di massima priorità per il Pentagono e la Marina Usa, il cui obiettivo è sostituire la flotta di sottomarini balistici classe Ohio, i cui battelli saranno dismessi, uno all’anno, a partire dal 2027. La classe Columbia assumerà il ruolo di componente sottomarina nella triade nucleare strategica degli Stati Uniti.
Le componenti di Leonardo DRS
“Siamo orgogliosi di collaborare con General Dynamics Electric Boat e con la Marina degli Stati Uniti per fornire componenti all’avanguardia che sono il cuore di questa piattaforma critica della Marina”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Leonardo DRS, Bill Lynn, confermando la dedizione dell’azienda nei confronti delle Forze armate nello “sviluppo di sistemi innovativi per le piattaforme di prossima generazione, fondamentali per la sicurezza nazionale, come il sottomarino balistico classe Columbia”. I componenti saranno prodotti negli stabilimenti della società di Fitchburg in Massachusetts, di Menominee Falls in Wisconsin, e di Danbury in Connecticut. Altri componenti saranno invece realizzati nello stabilimento DRS di High Ridge, nel Missouri.
La classe Columbia
I sottomarini Columbia funzioneranno con una propulsione elettrica, cioè utilizzeranno un motore elettrico per far girare le proprie eliche invece dei classici sistemi di propulsione meccanici utilizzati nei precedenti sottomarini, elemento che garantirà una minore firma acustica, rendendo i mezzi più silenziosi e meno individuabili. Una caratteristica essenziale per i sottomarini. Come tutti i sottomarini della Marina degli Stati Uniti, l’energia continuerà ad essere fornita da un reattore nucleare, classificando i nuovi battelli come sottomarini nucleari. Il reattore, infatti, servirà per scaldare l’acqua trasformandola in vapore, e le turbine trasformeranno il calore di questo vapore in energia meccanica, che sarà a sua volta convertita in energia elettrica da utilizzare per far girare le pale per la propulsione e tutti gli altri sistemi di bordo.
La crescita del gruppo negli Usa
L’annuncio arriva dal salone Navy League Sea Air & Space 2023, al quale partecipa anche Leonardo, nel corso del quale l’azienda italiana ha potuto presentare le proprie soluzioni e tecnologie all’avanguardia al mercato statunitense. Come dichiarato da Thomas Smitham, responsabile dell’Unità Organizzativa US Business Development, “Leonardo ha tutte le carte in regola per crescere ulteriormente negli Stati Uniti”, dove conta già settemila dipendenti e collabora con tutte le Forze armate Usa. “Vogliamo continuare a crescere in modo significativo qui, in un mercato per noi domestico, proseguendo nello sviluppo della nostra presenza”, a continuato Smitham.
Le altre piattaforme
Nel corso del salone, il gruppo ha mostrato anche le altre tecnologie e piattaforme su cui collabora con le Forze armate Usa, a partire dai TH-73A Thrasher, di cui è prime contractor, che sarà utilizzato per addestrare la prossima generazione dei piloti di elicotteri di tutte le forze navali di Washington, Us Navy, Corpo dei Marines e Guardia costiera. Per quest’ultima, tra l’altro, Leonardo fornisce quattordici velivoli HC-27J per la sorveglianza marittima, con il gruppo che ha anche recentemente ricevuto un contratto dallo Us Special operations command per progettare una versione modificata del C-27J operati dalla forze speciali della Guardia costiera.
L’addestratore M-346
Leonardo ha poi proposto alla Us Navy anche il suo addestratore M-346, l’addestratore per i piloti destinati alla linea caccia basato sul sistema Live, virtual constructive (Lvc), che consente agli allievi di interagire, attraverso il simulatore, con i piloti in volo nell’ambito della stessa missione addestrativa in un ambiente di simulazione integrato dove reale e virtuale si fondono in un unico scenario operativo. I mezzi, attualmente impiegati da diverse nazioni e, in Italia, nella International flight training school di Decimomannu, potrebbero fornire una soluzione alla Marina a stelle e strisce per i suoi programmi di Undergraduate jet training system e Tactical surrogate aircraft.
Vorompatra di Marco Sommariva
Reduce da un corposo tomo che narra di distopia – Ombre dal futuro per le Edizioni Malamente –, per alleggerire un po’ il nostro spirito Marco Sommariva (scrittore genovese, classe 1963) torna in libreria per i tipi di Evoé col romanzo Vorompatra, a vent’anni dalla prima pubblicazione di questo romanzo con Sicilia Punto L. La copertina è opera del fumettista Otto Gabos, la prefazione di Piergiorgio Pulixi. @L’angolo del lettore
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New Kind of Kicks-Marzo 2023
#MastoRadio #fediradio @Musica Agorà
Cerco nei meandri più reconditi la via di fuga dalla normalità, cerco persone non allineate, cerco pensieri fuori dalla scatola e, per fortuna, ogni mese ne trovo.
Con : 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper, Teo Wise, Timber Rattle, Uma Vox, Yamamara, Wasted Pido, Zipper
iyezine.com/new-kind-of-kicks-…
New Kind of Kicks-Marzo 2023
Con: 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper…Tommaso Salvini (In Your Eyes ezine)
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Fr.#25 / Di guardie e ladri digitali
Il Garante Privacy blocca OpenAI, un commento
Lo saprete tutti: da qualche giorno chatGPT non è più disponibile per l’Italia. Il servizio è stato sospeso dopo un provvedimento del Garante Privacy contro OpenAI, la società dietro al sistema d’intelligenza artificiale.
I motivi della sospensione possono essere sintetizzati nelle seguenti violazioni della normativa privacy europea:
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- Mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI
- Assenza di una base giuridica per la raccolta e conservazione di dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi
- Assenza di un filtro per la verifica dell’età degli utenti
Il Garante ha quindi disposto la limitazione immediata del trattamento dei dati di tutti gli utenti situati nel territorio italiano. OpenAI avrà 20 giorni di tempo per comunicare al Garante le misure intraprese per risolvere le violazioni, in attesa dello svolgimento dell’istruttoria aperta.
Guido Scorza, membro del Collegio, commenta così il provvedimento di sospensione1:
Davvero si tratta di scegliere se imboccare la strada dell’innovazione o quella del rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità delle persone ed è impossibile pensare di orientare l’innovazione in una direzione più rispettosa delle persone?
Il problema è che la risposta di OpenAI è stata molto semplice: bloccare l’accesso al servizio a 60 milioni di italiani e continuare come se niente fosse. Era la soluzione più efficiente, veloce e scontata. Tutti sapevano che sarebbe andata così.
Ma a parte la risposta di OpenAI, c’è da dire che questo è un provvedimento strano, che non capisco. È strano il suo tempismo, perché è stato qualificato come provvidimento “in via d’urgenza” ancor prima di concludere un’istruttoria. Era davvero urgente sospendere un servizio del genere per mancanza dell’informativa privacy e delle verifiche sull’età degli utenti? Perché poi ricorrere a una misura così forte? La sospensione totale del trattamento non è mai stata richiesta neanche a Google, Meta o TikTok in casi analoghi o ben più gravi. Perché per OpenAI è diverso?
Bloccare l’accesso a 60 milioni di persone crea più danni di quanti ne risolva. Anche a livello sistemico. Sembra infatti che anche altri paesi europei si stiano interessando all’esempio dell’Italia e potrebbero arrivare a bloccare OpenAI. Chi mai vorrebbe investire in UE su tecnologie controverse come l’intelligenza artificiale, sapendo che i loro servizi potrebbero essere bloccati da un momento all’altro? Il rischio imprenditoriale è troppo alto.
Noi italiani / europei potremmo davvero rimanere senza accesso per molto tempo. Con la velocità delle sperimentazioni in questo campo, perdere anche solo qualche mese significa rimanere indietro rispetto al resto del mondo. Perdere accesso del tutto sarebbe un cataclisma.
A che punto l’applicazione della legge smette di essere a tutela delle persone e diventa harakiri?
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I tedeschi se la prendono con Twitter
Pare che la Germania ora ce l’abbia con Twitter. Dopo aver perseguito Telegram adesso hanno deciso che è Twitter a non seguire le regole.
L’Internet non è un luogo senza regole, dicono. Vero, dico io, ma non è detto che le regole debbano essere quelle imposte da loro con la forza. Il Ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann del partito FDP (liberali) avrà sicuramente una sua personalissima idea di regole e giustizia, che grazie alla sua posizione di potere vuole imporre a qualcun altro.
Twitter oggi non piace ai liberali perché è espressione delle idee di Elon Musk, come giusto che sia. Ai liberali non piacciono le idee altrui, specie quando sono apprezzate secondo meccanismi di libero mercato e non imposte con la forza. E non è neanche la prima volta che Musk viene velatamente minacciato da qualcuno dell’Unione Europea.
Magari fra qualche mese ci servirà una VPN per connetterci anche a Twitter, oltre che chatGPT.
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Se non hai niente da nascondere, l’inc… è dietro l’angolo
E se in Europa abbiamo Autorità e legislatori che pretendono il rispetto delle regole, in Egitto abbiamo invece un esempio di come le autorità siano sempre al di fuori di ogni regola di decenza.
La notizia del giorno è che la polizia egiziana sta usando profili fake o profili reali sequestrati a utenti di Grindr per individuare e arrestare gay e altre persone LGBT.
Da qualche giorno infatti il fornitore dell’applicazione ha diffuso un avvertimento2 che non lascia molto alla fantasia:
“We have been alerted that Egyptian police is actively making arrests of gay, bi, and trans people on digital platforms. They are using fake accounts and have also taken over accounts from real community members who have already been arrested and had their phones taken. Please take extra caution online and offline, including with accounts that may have seemed legitimate in the past.”
Quale esempio migliore per ricordare a tutti che privacy e anonimato non sono solo dei vezzi, ma una protezione contro l’abuso dei più forti? Queste persone certamente non avranno nulla da nascondere, ma forse dovrebbero iniziare a farlo e preferire app in grado di tutelare i loro interessi, piuttosto che questi aggregatori che diventano facilmente degli honeypot per le autorità.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”
Larken Rose
Articolo consigliato
Collettivismo vs Privacy
Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da Bitcoin in Italiano che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema…
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4 days ago · 8 likes · Matte Galt
https://startupitalia.eu/195521-20230401-ecco-perche-abbiamo-deciso-di-silenziare-chatgpt
No bullsh*t opt-out: free noyb tool for quick and broad Facebook objections!
Strumento gratuito noyb per obiezioni rapide e ampie su Facebook! Utilizzate lo strumento noyb per rinunciare alla pubblicità mirata e a vari altri "interessi legittimi" rivendicati da Meta in modo semplice e legalmente valido.
UK privacy regulator fines TikTok £12.7m for children’s data violations
The UK’s data protection authority sanctioned TikTok £12.7 million for multiple data law violations, including the unlawful use of children’s personal data.
STEFANO CAVANNA “IL SUONO DEL DOLORE – TRENT’ANNI DI FUNERAL DOOM”
Da qui a pensare di realizzare un volume come “Il Suono del Dolore – Trent’anni di Funeral Doom” il passo è (relativamente) breve. Buon per noi che la Tsunami abbia scelto di sposare il risultato delle sue fatiche, altrimenti non avremmo tra le mani quello che ad oggi possiamo considerare come il volume “definitivo” sul funeral doom metal.
@L’angolo del lettore
iyezine.com/stefano-cavanna-il…
Stefano Cavanna "Il Suono del Dolore" - 2023
"Il Suono del Dolore - Trent’anni di Funeral Doom" riesce ad attrarre immediatamente, finendo per incuriosire anche chi se lo ritrova tra le mani casualmente mentre sfoglia le novità in libreria.Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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Alpha & Omega - Ancient A & O - Lantern Records 2023
Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.
iyezine.com/alpha-omega-ancien…
Alpha & Omega - Ancient A & O - 2023
Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Finlandia. Sanna Marin perde le elezioni politiche del 2023.
Fra il 2022 e il 2023 le gazzette hanno più volte riportato dettagliate mirabilia di una certa Sanna Marin, politica finlandese mediaticamente redditizia.
Fra il 2022 e il 2023 Sanna Marin ha perseguito un'agenda politica strettamente "occidentalista" in politica estera e presumibilmente anche sul piano interno.
Il 2 aprile 2023 ci sono state le elezioni politiche e Sanna Marin è stata superata tanto dai conservatori quanto dai nuovi "sovranisti".
Conclusioni costruttive per addetti al democratismo rappresentativo:
1. Se fai il verso all'originale, gli elettori votano per l'originale, non per te.
2. Le feste nei locali, i concerti da duecento euro a ingresso e lo stile di vita da borghese integrata (specie se perseguito con pochi vestiti addosso) non sono espressioni di libertà, sono espressioni di pseudolibertà a pagamento. L'elettorato ti tratterà di conseguenza.
3. Leslashgli veganasterisco senza glutine che si fanno largo a gomitate inclusive vengono accoltschwa da scostanti reazioni di rigetto appena escono dal loro ambiente.
K&S è il primo canale italiano su Owncast, l'alternativa del Fediverso a Twitch!
Oggi, durante una conversazione su mastodon con @KSGamingLife🕹️ 🐈 🍸 , ci siamo resi conto che questa interessante realtà non era stata ancora nominata qui nella comunità "Retrogaming" di Feddit!
Rappresentiamo una community di appassionati, formatasi intorno a 3 streamer: Kappina, Stilgar, e il gatto Sirio. Ci occupiamo principalmente di retrogame e della scena indie ma la nostra programmazione include anche discussioni e tante risate.Nati su Twitch, col solo obiettivo di divertirci e far divertire, siamo sbarcati su questa alternativa libera e indipendente.
Solo cose belle.Qua proporremo contenuti diversi rispetto a Twitch, ma solitamente ci trovate su twitch.tv/ksgaminglife
Ci segui tramite VLC? Vai qui: live.ksgaming.it/hls/stream.m3…
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Prendi la rincorsa cuore
Prendi la rincorsa cuore
Se l’incantesimo finisce
datti per vinto cuore,
se vuoi combattere
ancora.
Arretra, prendi la rincorsa
salta lo steccato
beffa la stupida realtà
un altro sogno
ancor ti aspetta (la,
nel giardino dei semplici)
Ma non darti per vinto cuore
se deridendo
il tuo coraggio additano,
solo per prender la rincorsa
arretra,
sarà di slancio
il superar umane miserie,
dolce sarà l’approdo all’estasi (la,
nel giardino dei semplici)
dove di silenzi
si ristora l’anima.
Renato Gottardi, Cembra (Tn)
Roberto Resoli reshared this.
Collettivismo vs Privacy
Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema Privacy vs Collettivismo? E quindi eccoci qua.
L’autore dell’articolo scrive: “Bitcoin coltiva una cultura dell'individualismo e dell'autosufficienza, che resiste agli effetti negativi del collettivismo”.
È vero, ma lo stesso può dirsi per l’idea, talvolta filosofica, talvolta tecnica, di privacy. Nel corso dell’articolo di oggi mi riferirò in particolare alla versione più bieca e pericolosa di collettivismo: quello dello Stato-nazione, che da ben 231 anni cerca di togliere ogni privacy e anonimato ai suoi cittadini. Una guerra silenziosa che però ha plasmato la nostra società dalle fondamenta.
Prima di addentrarci nel vivo però bisogna partire dalle basi. Cos’è il collettivismo, su cosa si fonda, e perché privacy e collettivismo sono in completa antitesi?
Ai collettivisti non piace Privacy Chronicles.
Cos’è il collettivismo?
Secondo Wikipedia, collettivismo è:
“un termine per indicare una visione di tipo morale, politica o sociale che enfatizza l'interdipendenza di ogni essere umano all'interno di un gruppo collettivo e la priorità delle finalità di gruppo sulle finalità individuali. I collettivisti si focalizzano sui concetti di comunità e società.”
In pratica, è uno schema morale (e solo poi, politico e sociale) caratterizzato dall’enfasi sulla coesione tra persone e sulla priorità degli obiettivi del gruppo rispetto al singolo.
Il collettivismo potrebbe essere sintetizzato come quella morale che impone la subordinazione dell’individuo al gruppo, dove il gruppo può essere una razza, una classe sociale, un genere, o perfino uno stato-nazione. Le azioni dell’individuo che fa parte del gruppo saranno pertanto ritenute tanto più virtuose quanto siano rivolte verso il bene del gruppo di appartenenza.
Collettivismo e altruismo
Per comprendere meglio la morale collettivista ci si può fare aiutare dal concetto di Altruismo. Wikipedia definisce l’Altruismo come:
“atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità (morale) di interessarsi al benessere dei propri simili”.
In realtà, la definizione che meglio, e più sinteticamente, descrive l’Altruismo è proprio quella originaria, di Auguste Comte: «vivere per gli altri».
Fr.#24 / Di affitti e bene comune
Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune
I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà e dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i parenti da fuori sono turisti:
“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]Non è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”
Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?
A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.
Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.
È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.
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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?
Le Olimpiadi della sorveglianza
Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.
Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.
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A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e per proteggere donne e bambini.
Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?
Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.
Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?
Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.
Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!
youtube-nocookie.com/embed/ROc…
Meme del giorno
Citazione del giorno
"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."
Walter Block
Articolo consigliato
Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea
Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
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a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
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Bussolin e Bonriposi (Lega): "Moschea, sfratto 27 aprile sia attuato senza rinvii. Il Comune nel frattempo chiarisca sue intenzioni"
Un comunicato stampa sul sito del Comune di #Firenze informa le gazzette che la #Lega di Firenze è contenta del fatto che qualcuno possa sfrattare qualcun altro: finalmente si rispetta la legge, dicono i due signori qui sopra, che si chiamano entrambi Federico e hanno entrambi l'aria di persone ben nutrite.
Ora, la loro legge impone che la stessa cosa venga fatta con diverse Famiglie.
La maiuscola è a titolo di scherno, dal momento che l'agenda politica dell'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana è per intero degna di essere schernita.
Comunque, nei confronti delle Famiglie i due Federico paiono assai più comprensivi.
Poi dicono:
"Come Lega annunciamo per Sabato 15 aprile un #Gazebo in piazza dei #Ciompi per un'intera "giornata di ascolto e informazione" sul Caso #Moschea. Intendiamo aggiornare i cittadini sia sullo sfratto imminente (e vicende legali annesse) oltre che sulla nuova possibile location negli ex locali #Banca Toscana. Parleremo noi ai residenti. Visto che la Giunta #Nardella si nasconde".
Il borgomastro ha appena organizzato un incontro [per martedi 4 aprile 2023] sull'emergenza abitativa a Firenze, perché la povertà e la morosità incolpevole sono in procinto di assicurare moltissime soddisfazioni agli estimatori della legge; accusarlo di nascondersi non ha molta logica. L'auspicio è che i residenti accolgano numerosi la tendina della Lega e che dimostrino ai protagonisti dell'iniziativa di non avere nessun bisogno di essere ascoltati e informati da individui di questa risma.
Sperabilmente senza passare a vie di fatto.
+++ La fuga di notizie sui "file Vulkan" rivela le tattiche di guerra informatica globale e interna di Putin. L'esclusiva del Guardian +++
@Giornalismo e disordine informativo
- Documenti trapelati dall'informatore arrabbiato per la guerra in Ucraina
- Società di consulenza privata di Mosca che sostiene la guerra informatica russa
- Gli strumenti supportano le operazioni di hacking e gli attacchi all'infrastruttura
- Documenti collegati al famigerato gruppo di hacker russi Sandworm
- Il programma russo mira a controllare Internet e diffondere disinformazione
di Luke Harding , Stiliyana Simeonova, Manisha Ganguly e Dan Sabbagh sul Guardian
Link all'articolo del Guardian
‘Vulkan files’ leak reveals Putin’s global and domestic cyberwarfare tactics
Vulkan engineers have worked for Russian military and intelligence agencies to support hacking operations, prepare for attacks on infrastructure and spread disinformationLuke Harding (The Guardian)
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Perché dovrei andarmene via da twitter, se è così bello essere presi in giro? Una riflessione su mastodon, la libertà e sulla data fatidica del 15 aprile
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l’account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream “Per te”, condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all’oblio.
Qui il post originale "Ho l'account su Mastodon ma non mi piace“, di @Chiara [Ainur] [Айнұр] e qui il messaggio su mastodon
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> in realtà non sei d'accordo su nulla
Non sono d'accordo sul fatto che non ero d'accordo con te. Ho solo espresso alcune puntualizzazioni che non contraddicono il tuo pensiro di fondo:
1) chi parla di questi temi parla spesso di libertà a sproposito, sono d'accordo; ma questo non implica che la questione della libertà non sia fuori luogo quando si parla di queste cose
2) quanto alla visibilità, ti ho spiegato che se i social centralizzati possono condizionare in maniera opaca la visibilità degli utenti, ecco che si pone un problema sociale analogo a quello che si verrebbe a creare se ti facessero sfilare a Spinaceto invece che a Via Cavour (magari facendoti credere che stai a Via Cavour)
3) non c'è il diritto al "tutto gratis", ok; ma questo non è attinente perché la gratuità dei social non è mai esistita
4) non basta che lo spazio sia privato, per applicare le regole, ok; ma devono anche essere compatibili con le leggi vigenti
Detto questo, ero d'accordo con ciò che hai detto.
> la critica non dovresti farla a Twitter, Facebook e co. ma al legislatore italiano o europeo che non ha normato questi aspetti.
A questo proposito, hai mai provato a pensare che se il legislatore italiano o europeo, solitamente sempre prodighi di nuove produzioni normative, siano state rallentate dall'ncessante attività di lobby delle bigtech?
> Attenzione però perché anche l'applicazione di funzioni pubbliche a soggetti privati non è priva di rischi
Sono d'accordo, anche se questa non è un'opinione accolta all'unanimità..
> Ed una terza persona potrebbe imporre che poliverso.org (un nome a caso) ospiti senza limitazioni anche tutti quelli che non intendono rispettare i relativi TOS.
Non è e non sarà mai legalmente possibile. Se poliverso fosse l'unica istanza friendica al mondo, forse sì... Ma in tal caso non mi converrebbe tenerla aperta
Che succede nel Fediverso? reshared this.
> le questioni che pongo spesso riguardano questa mancata visione di insieme; questo guardare il singolo dettaglio e trascurare tutto il resto
La mancata visione di insieme è un problema reale, ma dipende dal fatto che un "digitale" che impatta così tanto sull'analogico, costringe a una riflessione complessiva che nessuno, ma proprio nessuno è in grado di svolgere, sia esso giurista, economista, filosofo, linguista, informatico o politico.
Quando nasce qualcosa di nuovo che ha impatto su privacy, informazione, politica, economia, giurisprudenza, etica è normale che le azioni debbano essere tante ma possano essere di cabotaggio ridotto. Siccume alcune di queste vengono combattute meglio di altre (pensa all'antitrust di inizio secolo contro Microsoft, rispetto all'antitrust degli ultimi anni; o agli interventi del garante privacy, rispetto agli scarsi interenti dell'AGCom), è normale ricevere questa impressione di un modo arbitrario e incoerente di agire.
Ecco, sarebbe importante invocare la coerenza alzando il livello qualitativo dei controllori più scarsi rispetto a quelli più capaci e non lamentandosi dell'eccessivo protagonisto di chi sa essere più efficace
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"Ho l'account su Mastodon ma non mi piace"
A nessuno sarà sfuggita la suddivisione della TL tra "Per te" e "Seguiti", con la prima che contiene i tweet selezionati esclusivamente dall'algoritmo (quindi di fatto è Twitter a decidere cosa dobbiamo vedere) e la seconda che contiene i tweet degli account che seguiamo. Come forse avrete notato la TL "Per te" è decisamente preponderante sulla "Seguiti": quando si fa un refresh della pagina si finisce sempre sulla prima, anche se si era sulla seconda, forzando l'utente a guardare quei contenuti. A questa poco gradita novità è seguita la visibilità dei tweet degli utenti bloccati (in pratica se io blocco un utente, lo stesso non vede ovviamente i miei contenuti ma io vedo i suoi, a differenza di quello che accadeva prima).
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l'account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream "Per te", condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all'oblio.
E' evidente la volontà della nuova proprietà di portare l'utenza verso gli account a pagamento. con il duplice scopo di aumentare gli introiti e selezionare sempre di più chi è presente sul social.
Queste notizie (l'ultima, in particolare) hanno scatenato una ridda di proteste da parte degli utenti, che non vogliono pagare gli 8€ (e come dargli torto: è un servizio che hanno sempre avuto gratis e poi perché pagare per avere un servizio tutto sommato scadente come quello che offre Twitter Blue?) e minacciano di andarsene o chiudere gli account. Abbiamo già sentito questa storia all'epoca dell'acquisizione del social dell'uccellino blu da parte di Mr.Tesla, centinaia o addirittura migliaia di utenti si sono riversati su Mastodon con le istanze generaliste come mastodon.uno che hanno avuto enormi problemi a gestire questa crescita improvvisa (più utenti significa più risorse necessarie e le istanze Mastodon, compresa la nostra, vivono con le donazioni degli utenti o sono sostenute da privati, non hanno introiti da pubblicità o simili).
Poi, lentamente, la bolla della scorsa primavera si è sgonfiata e ci siamo ritrovati ad essere sempre gli stessi (più o meno, pur se con diverse interessanti new entry).
Mastodon è tornato ad essere un social di nicchia popolato per lo più da nerd o appassionati di tecnologia o di argomenti particolari, senza riuscire a fare davvero il salto verso un social davvero generalista. Leggo continuamente utenti Twitter che, alla proposta di passare su Mastodon in risposta alle nuove politiche di Musk rispondono "non mi piace" o "si parla sempre e solo delle stesse cose, che a me non interessano".
Credo che sia ora di svegliarsi. E lo dico soprattutto agli utenti che vengono da Twitter. Un social è fatto dalle persone che lo vivono. Se volete un social con i contenuti che vi interessano dovete darvi da fare un po' anche voi! Cosa pretendete che sia qualcun altro a fare il social che volete voi? Venite su Mastodon, iniziate a scrivere, anche qualche sana cazzata, non sarete di sicuro bannati per una battuta o un buongiorno e proviamo tutti assieme a fare crescere questa cosa che qualcuno ha creato e qualcun'altro ci mette a disposizone. E lo dico anche agli utenti storici di Mastodon: fate un po' meno i duri e puri o i nostalgici su come era bello Mastodon quando eravamo in quattro gatti (mi ci metto pure io, dato che ci sono dal 2018). Si può mantenere l'ottimo livello delle nostre istanze tenendo fuori troll, politici e tutta la gente di merda che ha avvelenato Twitter senza dover per forza prendersela con chi posta foto di gattini o manda il "buongiornissimo kaffè" del mattino o anche che mette una foto in mutande e reggiseno. Cerchiamo di allargare un po' i nostri orizzonti, senza rinunciare a quelli che per noi sono valori non negoziabili (più o meno quello che c'è nelle regole dei vari server), ma senza nemmeno esagerare nel verso opposto. A meno che...
A meno che gli utenti che vengono da Twitter non trovino piacevole Mastodon perché la visibilità che gli offre è limitata o cose simili.
A meno che i vecchi utenti di Mastodon non vogliano un social di nicchia da gestire come fosse l'orticello di casa.
Perché se fosse così, lasciatemi dire che nessuno ha capito niente. I social commerciali che ci riempiono di merda continueranno a proliferare e l'esperienza di Mastodon, se sopravvivrà, sarà ridotta a una nicchia irrilevante, mentre avremmo la possibilità di far crescere un luogo di incontro virtuale bello e piacevole.
Facciamo uno sforzo tutti quanti.
Des Demonas
Questa sensazione, che non provavo da parecchio, me la ha data il disco dei Des Demonas, una band segnalatami da chi, oltre ad avere orecchio, possiede attenzione e curiosità, e della quale io ignoravo l'esistenza. Des Demonas - omonimo - è il loro unico album ed è datato 2017: gli si sono succeduti altri due singoli e un ep il cui valore e livello risultano invariabilmente alti.
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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Che figata!
Il canale Owncast sta andando bene, stiamo portando avanti tante iniziative e ci stiamo divertendo. Owncast ha potenzialità enormi, stiamo provando con tutte le forze a farlo conoscere di più.
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in reply to KSGamingLife • • •Benvenuti!
PS: ho visto che Lemmy incorpora molto bene i video Peertube, ma non ho mai provato a vedere se riesce a incorporare un flusso Owncast...
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in reply to SparkIT • • •Ma dici tipo anbernic.com/it-it/products/rg… ?
(scusa)
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