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Passi avanti della Schengen militare per una UE armata nella NATO l Contropiano

"Lo scivolamento verso l’economia di guerra è cominciato dunque già da tempo, e non è il risultato di conflitti specifici, bensì della tendenza del capitale in crisi a trovare soluzioni solo nell’uso della forza. Nella distruzione e nella ricostruzione, nella cannibalizzazione di fette di mercato prima inaccessibili.

Se a ciò aggiungiamo le aspirazioni di autonomia della UE, abbiamo il quadro completo. Una corsa verso il baratro bellico di cui le spese sono tutte a carico dei settori popolari."

contropiano.org/news/internazi…



L’Antica Australia Nord-Occidentale e il suo mare interno


Una recente ricerca ha gettato nuova luce sulla storia antica della regione nord-occidentale dell’Australia, rivelando un passato sorprendente che includeva un vasto mare interno. Questa area, per gran parte dei 65.000 anni di storia umanaContinue reading

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GAZA. Mentre Israele attacca Rafah, gli Stati Uniti lanciano solo inviti alla cautela


Funzionari Usa e lo stesso Biden hanno espresso in questi giorni le critiche più taglienti per le vittime civili fatte da Israele a Gaza, ma non c'è nulla che suggerisca che la retorica di Washington sarà sostenuta da qualche azione. L'articolo GAZA. Men

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della redazione con informazioni diffuse dall’agenzia Reuters

Pagine Esteri, 9 febbraio 2024Funzionari statunitensi hanno espresso in questi giorni le critiche più taglienti per le vittime civili fatte da Israele a Gaza. Lo stesso presidente Joe Biden ha descritto ieri come “esagerata” la reazione di Israele all’attacco di Hamas il 7 ottobre. Ma mentre lo Stato ebraico sposta il centro della sua offensiva militare su Rafah, ma non c’è nulla che suggerisca che la retorica di Washington sarà sostenuta da qualche azione concreta.

Mercoledì, durante il suo quinto viaggio nella regione dopo l’attacco mortale di Hamas del 7 ottobre, il Segretario di Stato Antony Blinken ha criticato l’attività militare israeliana a Gaza, affermando che il numero delle morti civili resta troppo alto anche dopo ripetuti avvertimenti e ha suggerito a Israele passi specifici da seguire.

Qualsiasi “operazione militare intrapresa da Israele deve mettere i civili al primo posto… E questo è particolarmente vero nel caso di Rafah”, a causa della presenza di più di un milione di sfollati, ha detto Blinken in una conferenza stampa. Ma quando gli è stato chiesto se gli Stati Uniti sarebbero rimasti a guardare mentre le forze israeliane prendevano di mira Rafah, Blinken ha solo ripetuto la posizione americana secondo cui l’operazione militare israeliana dovrebbe mettere i civili al primo posto.

I diplomatici statunitensi hanno esortato Israele a cambiare la sua tattica a Gaza per mesi, senza successo. Washington però non ha avviato misure che avrebbero potuto esercitare una maggiore pressione, come ridurre i 3,8 miliardi di dollari di assistenza militare annuale a Israele o modificare il sostegno alle Nazioni Unite al suo alleato di lunga data. I critici affermano che ciò fornisce un senso di impunità a Israele.

Aaron David Miller del Carnegie Endowment for International Peace ha citato fattori, tra cui il sostegno personale del presidente Joe Biden a Israele e alla sua politica come ragioni per cui gli Stati Uniti non hanno intrapreso tali passi. L’Amministrazione continuerà a “lavorare con gli israeliani, a volte parlerà duro, ma finché non si vedrà qualche prova concreta che sono pronti a fare davvero delle cose…non vedo cosa potrebbe accadere”, ha detto Miller.

Più della metà degli abitanti di Gaza si trovano a Rafah, al confine egiziano, molti dei quali si sono spostati più volte per sfuggire al conflitto. Israele ha già bombardato Rafah e i residenti temono un attacco di terra. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che la campagna israeliana si espanderà alla città per prendere di mira i militanti (di Hamas). Ieri, il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che qualsiasi attacco a Rafah senza la dovuta considerazione per i civili sarebbe “un disastro”. Secondo funzionari del ministero della sanità a Gaza, quasi 28.000 persone sono state uccise nella campagna militare israeliana.

Israele ha scatenato la sua guerra affermando di voler sradicare Hamas dopo che i militanti di Gaza avevano lanciato un’incursione shock nel sud di Israele il 7 ottobre, uccidendo 1.200 persone e sequestrando circa 240 ostaggi. “Gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre…Ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri”, ha detto Blinken.

Israele afferma di adottare misure per evitare vittime civili e accusa i militanti di Hamas di nascondersi tra i civili, anche nei rifugi scolastici e negli ospedali, provocando ulteriori morti tra i civili. Hamas lo nega. Pagine Esteri

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pagineesteri.it/2024/02/09/med…



La Casa Bianca nega ancora che le tensioni in Medio Oriente siano legate a Gaza


Riconoscere il legame renderebbe più difficile giustificare l'appoggio incondizionato alla guerra di Israele, scrive Daniel Larison su Responsible Statecraft L'articolo La Casa Bianca nega ancora che le tensioni in Medio Oriente siano legate a Gaza provi

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di Daniel Larison*Responsible Statecraft 2 Febbraio 2024

(traduzione di Federica Riccardi)

L’amministrazione Biden continua a negare qualsiasi collegamento tra la guerra a Gaza e i conflitti in corso che coinvolgono le forze statunitensi in Iraq, Siria e Yemen. La posizione della Casa Bianca, secondo la quale si tratta di conflitti non collegati tra loro e che sono scoppiati nello stesso momento, non può conciliarsi con le prove che dimostrano come la guerra a Gaza abbia alimentato l’instabilità e la violenza regionale, compreso il recente attacco con un drone da parte di una milizia irachena, che ha ucciso tre membri del contingente americano e ne ha feriti più di 40 in una base in Giordania all’inizio di questa settimana.

Per quanto l’amministrazione voglia tenere il conflitto confinato a Gaza, la verità è che si è esteso a diversi altri Paesi. È un disservizio per il popolo americano e per il personale militare americano fingere che il sostegno degli Stati Uniti alla guerra a Gaza non abbia già avuto gravi conseguenze negative per la stabilità regionale e per le forze americane nella regione, quando è evidente che sia così. Quando gli è stato chiesto di questo “stesso, più ampio conflitto” durante una conferenza stampa mercoledì, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby ha respinto qualsiasi collegamento tra Gaza e gli attacchi degli Stati Uniti contro obiettivi Houthi o gli scontri tra le milizie locali e le forze statunitensi.

“Non sono assolutamente d’accordo con la vostra descrizione di uno stesso, più ampio conflitto. C’è un conflitto in corso tra Israele e Hamas… e noi ci assicureremo di continuare a fornire a Israele il sostegno di cui ha bisogno per difendersi da questa minaccia ancora attuale”, ha detto Kirby. “Ci sono stati attacchi alle nostre truppe e alle nostre strutture in Iraq e in Siria ben prima del 7 ottobre, certamente anche durante la scorsa amministrazione. Per quanto riguarda gli Houthi, possono sostenere quanto vogliono che questo è legato a Gaza, ma due terzi delle navi che hanno colpito non hanno alcun legame con Israele. Quindi non è vero, è una falsità”.

La risposta di Kirby è fuorviante e falsa. Il gruppo iracheno che ha rivendicato la responsabilità dell’attacco in Giordania, la Resistenza islamica dell’Iraq, ha dichiarato esplicitamente che il suo attacco era collegato alla guerra a Gaza. La leadership degli Houthi ha enfatizzato come i loro attacchi continueranno fino a quando la guerra continuerà. La decisione di altri attori di salire sul carro di una causa può essere cinica o meno, ma non si può negare che siano saliti sul carro.

Rifiutare di affrontare la realtà delle connessioni tra questi conflitti garantisce agli Stati Uniti di perseguire politiche inefficaci e controproducenti, ignorando che la chiave per disinnescare le tensioni regionali è porre fine alla guerra a Gaza il più rapidamente possibile.

Kirby non ha menzionato che gli attacchi dei miliziani contro le forze statunitensi in Iraq e Siria erano cessati per diversi mesi prima del 7 ottobre a seguito dell’intesa che gli Stati Uniti e l’Iran avevano raggiunto in relazione all’accordo sullo scambio di prigionieri. Solo dopo il 7 ottobre gli attacchi sono ripresi e sono aumentati a livelli record. Le milizie locali hanno altre ragioni per prendere di mira le forze statunitensi che sono precedenti alla guerra, ma non c’è modo di capire l’intensità degli attacchi negli ultimi mesi, o la loro cessazione durante la pausa dei combattimenti a Gaza l’anno scorso, senza riconoscere che sono legati alla guerra di Israele.

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Bab El Mandeb

Lo stesso vale per gli attacchi degli Houthi. Gli Houthi non hanno lanciato una campagna contro la navigazione commerciale durante la loro guerra contro la coalizione saudita, quindi non è una cosa che hanno fatto abitualmente da quando hanno preso il potere nel 2014. I primi attacchi degli Houthi dopo il 7 ottobre erano rivolti proprio contro Israele. Gli Houthi hanno cambiato poi tattica prendendo di mira le navi commerciali, ma era chiaro che lo hanno fatto in risposta alla guerra.

Senza dubbio gli Houthi stanno agendo in modo opportunistico e stanno lanciando questi attacchi in parte per rafforzare le proprie sorti politiche in Yemen, ma questo non cambia la realtà che tali attacchi stanno avvenendo ora a causa della guerra a Gaza. Se questo è vero, sembra anche ragionevole concludere che gli assalti contro la navigazione potrebbero terminare con un cessate il fuoco.

L’amministrazione Biden ha forti incentivi politici a negare i legami tra questi diversi conflitti. Se riconosce un legame, diventa più difficile giustificare il suo appoggio incondizionato alla guerra di Israele, a causa dei costi maggiori che comporta. Inoltre, mina la loro argomentazione a favore di un’azione militare in Yemen contro gli Houthi.

La Casa Bianca ha bisogno che gli americani pensino che i costi del continuo sostegno alla guerra israeliana siano più bassi di quanto non siano in realtà, e ha anche bisogno che gli americani credano che gli attacchi allo Yemen non siano legati alla loro ostinata opposizione al cessate il fuoco a Gaza. Ora che ci sono morti americani a causa di un attacco della milizia irachena, l’amministrazione vuole compartimentare ogni conflitto, in modo che il popolo americano non concluda che i soldati statunitensi sono stati uccisi a causa di una guerra esterna che il presidente ha scelto di sostenere senza condizioni.

L’amministrazione insiste nel voler prevenire una guerra regionale, ma non ci riuscirà se non riconoscerà le relazioni tra la campagna di Israele e ciò che sta accadendo altrove in Medio Oriente. Negare il legame con Gaza nello Yemen ha già portato all’abbaglio dell’escalation contro gli Houthi. Questo non ha fatto nulla per rendere più sicure le spedizioni commerciali, ma ha trascinato gli Stati Uniti in un’altra inutile battaglia a tempo indeterminato. Il Presidente sta per commettere un errore simile in risposta all’attacco dei droni in Giordania.

Gli Stati Uniti possono scegliere di impelagarsi sempre di più nei conflitti mediorientali, come stanno facendo ora, oppure possono riconoscere l’inutilità e la follia di percorrere la stessa strada senza uscita come hanno già fatto in passato. Se Washington vuole evitare di essere coinvolta in nuovi conflitti, deve rifiutare la strada dell’escalation e deve smettere di alimentare la guerra a Gaza, che è uno dei principali fattori di instabilità regionale.

A lungo termine, gli Stati Uniti devono ridurre la loro presenza militare nella regione per rendere più difficile per altri attori colpire le forze americane, e devono rivalutare e ridurre significativamente le loro relazioni clientelari.

L’opinione pubblica merita un resoconto onesto di ciò che il nostro governo sta facendo in Medio Oriente e perché, e al momento la Casa Bianca non sta fornendo nulla di simile. Se il Presidente non vuole cambiare rotta, il minimo che possa fare è parlare con il popolo americano di tutti i costi che comporta continuare a percorrere la strada pericolosa che ha scelto.

*E’ editorialista regolare di Responsible Statecraft, collaboratore di Antiwar.com ed ex redattore senior della rivista The American Conservative. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia presso l’Università di Chicago. Scrive regolarmente per la sua newsletter, Eunomia, su Substack.

Le opinioni espresse dagli autori su Responsible Statecraft non riflettono necessariamente quelle del Quincy Institute o dei suoi associati.

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In Cina e Asia – Xi e Putin rafforzeranno il "coordinamento strategico”


In Cina e Asia – Xi e Putin rafforzeranno il putin
I titoli di oggi:

Telefonata Xi-Putin: Cina e Russia si impegnano a rafforzare il "coordinamento strategico"
Perquisiti gli uffici di Huawei in Francia
Cina: lotta all’ETIM cruciale per la sicurezza nazionale e internazionale
La Cina potenzia il settore dei veicoli elettrici per il commercio internazionale
Pakistan, ritardo nella pubblicazione dei risultati elettorali
Rapporto di Citizen Lab: rete di siti web in Europa, Asia e America Latina

L'articolo In Cina e Asia – Xi e Putin rafforzeranno il “coordinamento strategico” proviene da China Files.



La democrazia occidentale è questa roba qua:

Tucker Carlson, a causa dell'intervista fatta a Putin, potrebbe incorrere in procedimenti giudiziari da parte degli Usa ed essere sottoposto a sanzioni da parte dell'UE.

Gli Usa, secondo quanto riporta Newsweek, potrebbero avviare un procedimento penale che lo vedrebbe indagato per spionaggio ai sensi della legge Espionage Act. Un po' quello che sta succedendo a Julian Assange.

L' UE invece, secondo quanto riporta sempre Newsweek, potrebbe valutare delle sanzioni per impedirgli di spostarsi in tutti i paesi Europei.

Tutto ciò solo perché si è permesso di intervistare Putin per far conoscere al mondo intero un altro punto di vista. A livello giornalistico questo è uno scoop di dimensioni immense.

In passato ci sono stati giornalisti che hanno fatto le stesse cose e hanno perfino vinto dei premi. Oggi invece fare il giornalista in occidente significa essere trattato come uno dei peggiori criminali.

Parlatemi ancora di democrazia su...

T.me/GiuseppeSalamone



Il mio intervento di oggi per Parole proibite di Michele Santoro, con Fiammetta Cucurnia e Nicolai Lilin.

Russia-Ucraina, sentenza censurata.

La Corte internazionale di giustizia dell'Onu ha respinto con sentenza definitiva quasi tutte le accuse avanzate dall'Ucraina contro la Russia, definita da Kiev "Stato terrorista" per la guerra in Donbass e l'occupazione della Crimea nel 2014.

Kiev accusava Mosca di aver finanziato il terrorismo armando i ribelli delle repubbliche separatiste, ma la Corte non ha ritenuto ci fossero i presupposti per accogliere la richiesta. Un'altra accusa era quella di aver discriminato i tatari e gli ucraini di Crimea, ma l’Aja ha "respinto tutti gli altri argomenti avanzati dall'Ucraina", precisando solo che la Russia non abbia preso misure sufficienti per consentire l'insegnamento della lingua ucraina nella penisola.

Una notizia passata in sordina su gran parte dei media italiani. Ne parliamo con Fiammetta Cucurnia, Nicolai Lilin e Giorgio Bianchi.

youtu.be/FW4YJkozALI?si=lboK97…



Come rubare una Rolls Royce con un'antenna


Nell'Era dell'Informazione, anche i ladri sono digitali.

Vivere nell’Era dell’Informazione significa riconoscere che il digitale è ovunque, anche quando non ci facciamo caso. Anche le chiavi delle nostre automobili sono ormai pressoché quasi del tutto digitali. Quand’è l’ultima volta che hai usato una chiave meccanica per aprire e avviare un’auto?

Molte auto oggi hanno diversi sistemi elettronici che permettono alle portiere di aprirsi con la prossimità delle chiavi o col tocco di una mano, così come possono accendersi senza dover infilare la chiave di fianco al volante.

Il funzionamento è relativamente semplice: l’automobile è dotata di sensori che captano i segnali emessi dalla chiave elettronica. Così, quando la chiave è vicina, i sistemi dell’auto possono attivarsi grazie allo scambio di informazioni che avviene tra auto e chiave.

Un ladro cibernetico e un po’ hacker può sfruttare questo sistema per intercettare i dati trasmessi via onde radio e copiare i codici della chiave, truffando così i sistemi dell’automobile. Solitamente servono almeno due persone: una persona che stia vicino o dentro l’auto con la strumentazione necessaria, e una persona che cammini intorno alla casa con un’antenna per intercettare il segnale della chiave. Una volta intercettato, il dispositivo in possesso della persona nell’automobile simula i codici della chiave, truffando i sistemi dell’auto, che si mette in moto.

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È il caso di questo video, in cui una coppia di ladri sono riusciti a rubare una Rolls Royce da $350.000 in pochi secondi e senza alcuna effrazione, semplicemente copiando a distanza le chiavi che il proprietario aveva in casa.

Questo è solo uno dei modi per hackerare le moderne automobili, che ormai sono dei veri e propri computer con le ruote. Nel numero #58 vi avevo parlato di come funziona il cervellone elettronico delle auto moderne, il Controller Area Network (CAN), e di come questo possa essere hackerato per prendere il controllo (anche da remoto) di ogni sistema dell’auto.

Fortunatamente, proteggersi da un attacco come quello del video non è complicato, né costoso. È sufficiente riporre le chiavi dentro una sacca Faraday, in grado di bloccare tutti i segnali (sia in ingresso che in uscita), come quelle prodotte dall’azienda americana SLTN.

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privacychronicles.it/p/come-ru…



Melenzi


Non è (soltanto) scritta male, ma mal concepita. La riforma costituzionale che s’avvia a essere discussa è pensata per la ragione sbagliata, sicché non potrà arrivare alla meta proposta, ovvero rendere più forte il governo. Potrà essere approvata, come fu

Non è (soltanto) scritta male, ma mal concepita. La riforma costituzionale che s’avvia a essere discussa è pensata per la ragione sbagliata, sicché non potrà arrivare alla meta proposta, ovvero rendere più forte il governo. Potrà essere approvata, come furono approvate quella di Berlusconi (2005 e referendum perso nel 2006) e quella di Renzi (varata e cancellata nel 2016), potrà pure arrivare a referendum nel 2026, tanto per farne uno ogni 10 anni, ma non arriverà mai a ottenere il risultato a parole indicato.

I contenuti della riforma Meloni sono diversi da quelli della riforma Renzi. Il secondo commise lo stesso errore di Berlusconi, insalsicciando questioni diverse e finendo con il porre al cittadino tante domande diverse e consentirgli una sola risposta, che fu No. Purtroppo non avvenne la stessa cosa per la sciagurata riforma costituzionale del 2001, voluta dalla sinistra e che ora la Lega intende applicare. E non avvenne con il taglio dei parlamentari. Meloni ha capito la lezione: si riforma un tema per volta. Questo è un suo vantaggio. Ma lo scopo dell’esercizio è uguale a quello che si prefisse Renzi: arrivare al referendum e colà incassare la consacrazione. Andò diversamente.

C’è un altro aspetto che Renzi e Meloni hanno in comune: si sono trovati alla guida di governi che controllano e con un Parlamento che gli vota tutto. Sicché appare suggestivo ma insensato chiedere che il governo e chi lo guida si rafforzino: più di così non si può. Il fatto è che l’uno e l’altra hanno capito di vivere in un’illusione, quindi meglio incassare e liberarsi della propria maggioranza prima che si dissolva. Eccolo qua il punto comune: non si prova a rafforzare il governo nei confronti del Parlamento o del Presidente della Repubblica, ma nei confronti della sua stessa maggioranza, sapendo bene che è un raccogliticcio assemblaggio di diversi, in cui l’uno vedrebbe volentieri l’altro cadere.

Ragion per cui è fiato perso quello di chi grida al sorgere del regime o pensa che saranno soppresse le opposizioni: il vero e grande pericolo consiste nel provare a regolare conti politici – sapendo di non avere né di potere avere una maggioranza propria – mediante una riforma costituzionale che porti poi a un personale trionfo referendario. E questa roba porta male, perché la via plebiscitaria scatena l’avversione di tutti gli altri (alleati compresi, prego chiedere a Renzi) ed è destinata o a far perdere la guida del governo o a far perdere al governo la guida del Paese.

Tanto più che la riforma nasce da un raggiro, perché Repubblica presidenziale, semi presidenziale e premierato non sono parenti manco per niente. Sicché non si può dire che avendo promesso agli elettori la prima si mantiene la parola realizzando il terzo. E son tutti e tre sistemi sani, ma che funzionano soltanto se il resto dell’apparato costituzionale è coerente, se i contrappesi sono effettivi, se la separazione dei poteri è tutelata e se la legge elettorale è cooperante con lo schema scelto. Ma se lo scopo che ci si prefigge è quello di affrancare chi guida il governo senza avere mai avuto la maggioranza assoluta dei voti dai presunti alleati che ne intralciano il cammino e promettono di farlo cadere, allora non basta stabilire che si elegge il capo dello Stato o del governo, perché così si introdurrà la figura di un falso potente. E sono quelli che fanno la fine peggiore.

Della confusione è responsabile anche chi alla riforma s’oppone, paventando sottrazione di poteri dal Quirinale. Ma quei poteri sono essenziali e benefici nello schema costituzionale presente; se lo si cambia possono mutare, tutto sta a capire se coerentemente o meno. E se la rassicurazione è «Non li tocchiamo», è segno che il resto non regge.

Ne “La coscienza di Zeno” Italo Svevo scrisse: «Il vero furbo, in commercio, secondo me, doveva fare in modo di apparire melenso». Melenzi non è soltanto un errore ortografico, ma una crasi metodologica che rende la furberia troppo sfacciata e l’esito troppo sgradevole.

La Ragione

L'articolo Melenzi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




#Funimation verrà chiuso il 2 aprile 2024. Il servizio di streaming di anime inizierà a migrare gli abbonati esistenti a #Crunchyroll, una mossa che non influenzerà solo i prezzi degli abbonamenti, ma cancellerà anche le librerie digitali.

@Test: palestra e allenamenti :-)

Una pagina di supporto sul sito Web di Funimation afferma che il servizio trasferirà automaticamente gli abbonati esistenti a Crunchyroll, sottolineando che il trasferimento "può variare a seconda della piattaforma di pagamento specifica, del tipo di abbonamento e della regione". Ma la pagina – inutilmente – non dice quanto gli abbonati dovranno pagare dopo la transizione, solo che gli abbonati legacy vedranno un aumento di prezzo. Dovrai controllare la tua email per vedere quanto dovrai pagare.



FPF Joins the NIST Artificial Intelligence Safety Consortium


The Future of Privacy Forum (FPF) is collaborating with the National Institute of Standards and Technology (NIST) in the U.S. Artificial Intelligence Safety Institute Consortium to develop science-based and empirically backed guidelines and standards for

The Future of Privacy Forum (FPF) is collaborating with the National Institute of Standards and Technology (NIST) in the U.S. Artificial Intelligence Safety Institute Consortium to develop science-based and empirically backed guidelines and standards for AI measurement and policy, laying the foundation for AI safety across the world.

This initiative will help prepare the U.S. to address the capabilities of the next generation of AI models or systems, from frontier models to new applications and approaches, with appropriate risk management strategies.


“As an organization that has been at the forefront of responsible data practices for more than a decade, FPF is honored to be included in the list of influential and diverse stakeholders involved in the U.S. AI Safety Institute Consortium assembled by the National Institute of Standards and Technology. We look forward to contributing to the development of safe and trustworthy AI that is a force for societal good.”

Jules Polonetsky, CEO, FPF


The consortium includes more than 200 member companies and organizations that are on the frontlines of creating and using the most advanced AI systems and hardware, the nation’s largest companies and most innovative startups, civil society and academic teams that are building the foundational understanding of how AI can and will transform our society, and representatives of professions with deep engagement in AI’s use today.

The consortium will be housed under the U.S. AI Safety Institute (USAISI) and will contribute to priority actions outlined in President Biden’s landmark Executive Order, including developing guidelines for red-teaming, capability evaluations, risk management, safety and security, and watermarking synthetic content. Additional information on this Consortium can be found here.


fpf.org/blog/fpf-joins-the-nis…



L’Aeronautica americana testa i nuovi “droni gregari” contro una Cina fittizia


Nel luglio 2023, il Mitchell Institute for Aerospace Studies (ente sponsorizzato da varie aziende del settore della difesa ed affiliato dell’Air & Space Forces Association) ha realizzato un wargame molto particolare: in questa simulazione tre squadre aere

Nel luglio 2023, il Mitchell Institute for Aerospace Studies (ente sponsorizzato da varie aziende del settore della difesa ed affiliato dell’Air & Space Forces Association) ha realizzato un wargame molto particolare: in questa simulazione tre squadre aeree “blu” hanno utilizzato un mix di Collaborative Combat Aircraft (Cca), come sensori, esche, jammers e sistemi di lancio per “disturbare e stimolare” il sistema integrato di difesa aerea della Cina, “localizzare i suoi nodi critici ed esercitare attrito sulle minacce esistenti, al fine di supportare le operazioni dei velivoli con equipaggio”, secondo quanto si legge nel rapporto del Mitchell Institute sui Cca.

Nel rapporto vengono riprese le argomentazioni dell’Aeronautica Militare a favore dei Collaborative Combat Aircraft. E in particolare la necessità dell’Arma Area di Washington di rimpiazzare con sistemi uncrewed quelli a guida umana, alla luce del costante calo nel personale registrato durante gli ultimi anni. Ma per fare ciò, la Us Air Force deve disporre delle risorse necessarie ad acquisirli. L’aereonautica statunitense non ha reso pubblici i preventivi di costo per questi sistemi autonomi; tuttavia, il Segretario dell’Air Force Frank Kendall ha dichiarato di volere che un singolo Cca non costi più di un terzo di un F-35, il che suggerisce un prezzo di circa 27 milioni di dollari.

E dato che i primi esemplari (con equipaggio) del progetto Next Generation Air Dominance non saranno pronti all’uso prima del 2030 e avranno con tutta probabilità un prezzo elevato, l’Aeronautica si affida ai Cca per disporre di quella che viene definita una “massa accessibile”.

Nel wargame realizzato dal Mitchell Institute sono stati coinvolti dieci tipi di Cca, che vanno dai droni “sacrificabili” dal costo di circa due milioni di dollari a quelli dotati di alte capacità e “non sacrificabili”, con un prezzo che si aggira sui quaranta milioni di dollari. Durante i primi giorni della simulazione le squadre “blu” hanno impiegato un mix di Cca a basso costo e di modelli a costo moderato che possono essere recuperati e rigenerati per ulteriori impieghi operativi.

Per far sì che tali tecnologie abbiano un impatto concreto, l’Air Force dovrà acquistare questi droni nell’ordine delle migliaia, considerando che le squadre impegnate nel wargame hanno richiesto soltanto nella prima giornata centinaia di Cca, secondo quanto dichiarato dal responsabile per i future concept e la capability assessment capacità presso il Mitchell Institute Mark Gunzinger.

“Ciò significa che l’Air Force deve essere in grado di acquistarli su quella scala, il che comporta la necessità di avere un prezzo accessibile. Più stealth, più raggio d’azione, carichi utili più grandi, più sensori, supporto ai sistemi di missione: tutto ciò può far lievitare i costi. Quindi la chiave è capire che tipo di compromessi fare per avere sistemi accessibili, che si possano acquistare su scala e che siano comunque credibili in combattimento”, ha proseguito Gunzinger.

L’Air Force ha recentemente confermato che al momento cinque aziende – Boeing, General Atomics, Lockheed Martin, Northrop Grumman e Anduril – sono sotto contratto per progettare e costruire una flotta di almeno mille Cca. Degno di nota il fatto che tra questi appaltatori non vi sia Kratos Defense, che ha sperimentato con l’Aeronautica Militare il suo XQ-58 Valkyrie. Robert Winkler, vicepresidente dello sviluppo aziendale e dei programmi di sicurezza nazionale di Kratos, ha dichiarato martedì, durante la pubblicazione del rapporto, che il suo team tendeva a scegliere i Cca a basso costo, rimanendo nella fascia dei dieci milioni di dollari. Dietro l’assenza di Kratos potrebbe esserci il fatto che per questo progetto l’Usaaf vorrebbe un velivolo più grande e con un motore più potente rispetto a quello offerto da Kratos.


formiche.net/2024/02/nuovi-dro…



Scuola e Fediverso: l'Istituto di Istruzione Superiore Polo Tecnologico Imperiese di Imperia e il Liceo Statale Galileo Galilei di Verona entrano nel Fediverso

Dopo l'ingresso nel Fediverso di EduINAF, la rivista di didattica e divulgazione dell'INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica (ricercabile all'indirizzo @eduinaf@edu.inaf.it), siamo lieti di condividere un'altra notizia che riguarda il fediverso nell'ambito educativo: due istituti scolastici sono infatti entrati a far parte del Fediverso, facendolo ognuno in maniera differente.

@Che succede nel Fediverso?

L'Istituto di Istruzione Superiore Polo Tecnologico Imperiese di Imperia

L'istituto @I.I.S. POLO TECNOLOGICO IMPERIESE ha deciso di attivare il plugin ActivityPub per Wordpress, così da permettere a qualsiasi account del Fediverso di seguire il suo sito web e di ricevere gli aggiornamenti direttamente dalla propria timeline (qui è possibile vedere come compare su Mastodon o su Friendica ).

Per seguire l'account del Polo basta incollare nella casella di ricerca del proprio account del fediverso il seguente indirizzo: @polo@www.polotecnologicoimperiese.edu.it


Il Liceo Statale Galileo Galilei di Verona

Il Liceo Statale Galileo Galilei di Verona, che già ha aderito a un progetto della Regione Veneto sull'uso consapevole dei social e della rete ha aperto una propria istanza Mastodon: mastodon.galileivr.org/
Al momento sono presenti solo alcuni account pubblici, di cui uno è l'amministratore @Carlo

......................................

Siamo fiduciosi che queste iniziative possano moltiplicarsi in tanti altri istituti scolastici!

Se avete notizia di altri istituti italiani che hanno intrapreso iniziative legate al Fediverso, fateci saper enei commenti!


Questa voce è stata modificata (1 anno fa)
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Speriamo di vederne sempre di più. È sconfortante pensare che le comunicazioni ufficiali degli enti pubblici debbano per forza passare dalle grandi piattaforme.
Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

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Ora potremmo sapere chi c'è dietro la cannella contaminata dal piombo nei sacchetti di frutta dei bambini

@Test: palestra e allenamenti :-)

Un macinaspezie di nome Carlos Aguilera dell'Ecuador è la probabile fonte di cannella contaminata contenente livelli estremamente elevati di piombo e cromo, che si è fatta strada nei sacchetti di mela e cannella dei bambini americani, secondo un annuncio della Food and Drug Administration questa settimana. .



Come se 2 vulnerabilità Ivanti

sotto exploit non fossero già abbastanza gravi, ora ce ne sono 3

@Test: palestra e allenamenti :-)

La nuova vulnerabilità, identificata come CVE-2024-21893, è nota come falsificazione delle richieste lato server. Ivanti lo ha rivelato il 22 gennaio, insieme a un'altra vulnerabilità che finora non ha mostrato segni di sfruttamento. Mercoledì scorso, nove giorni dopo, Ivanti ha affermato che CVE-2024-21893 era sotto sfruttamento attivo, aggravando alcune settimane già caotiche. Tutte le vulnerabilità riguardano i prodotti Connect Secure e Policy Secure VPN di Ivanti.



Gli avvocati avvertono l’Eni: la licenza israeliana per il gas di Gaza è illegale


La società italiana del settore energetico ha ricevuto un avviso legale perché non intraprenda attività nelle aree marittime che appartengono alla Palestina e che Israele ha dato in concessione L'articolo Gli avvocati avvertono l’Eni: la licenza israelia

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Pagine Esteri, 8 febbraio 2024. Due giorni fa lo studio legale Foley Hoag LLP, con sede a Boston, negli Stati Uniti, ha inviato un avviso all’Eni S.p.A perché non intraprenda attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza che appartengono alla Palestina. Insieme alle società inglese Dana Petroleum Limited (una filiale della South Korean National Petroleum Company), all’israeliana Ratio Petroleum e altri tre enti, l’Eni ha ottenuto la licenza di operare all’interno della zona G, un’area marittima adiacente alle rive di Gaza. Il 62% della zona G rientra nei confini marittimi dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019, in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), di cui la Palestina è firmataria.

Il governo israeliano ha annunciato la concessione il 29 ottobre 2023, tre settimane dopo l’attacco di Hamas che ha causato circa 1.200 vittime e nel pieno dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che continuano fino ad oggi e che hanno causato al momento circa 27.800 morti.

Le concessioni sono state riconosciute in seguito alla quarta fase di offerte offshore lanciata dal Ministero dell’energia e delle infrastrutture israeliano nel dicembre 2022.

I gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR hanno fatto appello alle società coinvolte di astenersi immediatamente dalla partecipazione “ad atti di saccheggio delle risorse naturali sovrane del popolo palestinese”. E hanno dunque dato mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di agire per loro conto, avvisando gli enti coinvolti che “l’emissione della gara d’appalto e la successiva concessione di licenze per l’esplorazione in questo settore costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario (IHL) e del diritto internazionale consuetudinario“. Israele, in quanto Stato occupante, non ha il diritto di utilizzare le risorse naturali delle terre occupate per un proprio tornaconto economico.

Le associazioni fanno presente che “le offerte, emesse in conformità con il diritto interno israeliano, equivalgono effettivamente all’annessione de facto e de jure delle aree marittime palestinesi rivendicate dalla Palestina, in quanto cercano di sostituire le norme applicabili del diritto internazionale applicando invece la legge interna israeliana all’area, nel contesto della gestione e dello sfruttamento delle risorse naturali. Ai sensi del diritto internazionale applicabile, a Israele è vietato sfruttare le risorse finite non rinnovabili del territorio occupato, a scopo di lucro commerciale e a beneficio della potenza occupante, secondo le regole di usufrutto, di cui all’articolo 55 del Regolamento dell’Aia. Invece, Israele come autorità amministrativa di fatto nel territorio occupato non può esaurire le risorse naturali per scopi commerciali che non sono a beneficio della popolazione occupata”.

Oltre alle licenze concesse per la zona G, Israele ha pubblicato una gara d’appalto per la zona H, di cui il 75% rientra nei confini marittimi palestinesi.

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La mappa 1 mostra i confini marittimi dello Stato di Palestina ai sensi della sua dichiarazione del 2019 in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

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La mappa 2 mostra le aree coperte dalla gara. Le linee rosse indicano ciò che Israele di fatto disegna come sua area di concessione, mentre le linee nere rappresentano i confini marittimi della Palestina, come mostrato nella mappa 1.

Alla questione, già dibattuta dalle organizzazioni nel settembre del 2019, il governo israeliano ha risposto che per principio consolidato, “solo gli Stati sovrani hanno il diritto alle zone marittime, compresi i mari territoriali e le zone economiche esclusive, nonché di dichiarare i confini marittimi”. Non essendo, dunque, quello palestinese uno Stato riconosciuto da Israele, non ha, secondo Tel Aviv, diritto legale sulle zone marittime.

La notifica legale presentata dalle organizzazioni palestinesi contiene un avvertimento chiaro all’Eni e alle altre società che intendono sfruttare il gas a largo di Gaza: utilizzando la concessione israeliana potrebbero rendersi complici in crimini di guerra. Il riferimento è all’indagine per genocidio da parte della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia che potrebbe, secondo la notifica dello studio legale, avere risvolti molto gravi sulle azioni “di saccheggio” delle risorse naturali appartenenti ai Territori palestinesi occupati da Israele. Le organizzazioni hanno fatto sapere che intendono utilizzare tutti i meccanismi legali disponibili, sia quelli legati alle responsabilità penali che a quelle civili per danni, a meno che le società non si astengano da attività che violano il diritto internazionale: “Come visto dalle organizzazioni, la demarcazione unilaterale di Israele dei suoi confini marittimi per includere le aree marittime della Palestina e le lucrose risorse naturali non solo viola il diritto internazionale, ma perpetua anche un modello di lunga data di sfruttamento delle risorse naturali dei palestinesi per i propri guadagni finanziari e coloniali. Israele cerca di saccheggiare le risorse della Palestina, sfruttando quella che è già una semplice frazione delle risorse naturali legittime dei palestinesi”.

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L'articolo Gli avvocati avvertono l’Eni: la licenza israeliana per il gas di Gaza è illegale proviene da Pagine Esteri.



PAKISTAN. Voto insanguinato, dal carcere l’ex premier accusa Washington


Il Pakistan vota tra gli attentati talebani e la repressione dell'esercito contro il partito di Imran Khan, condannato a 30 anni di carcere. Dalla cella l'ex premier accusa gli Stati Uniti L'articolo PAKISTAN. Voto insanguinato, dal carcere l’ex premier

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 8 febbraio 2024 – Oggi la popolazione del Pakistan – uno dei paesi asiatici più importanti con i suoi 240 milioni di abitanti, potenza nucleare oggetto di un’esplicita contesa egemonica tra Stati Uniti e Cina – è chiamato alle urne per rinnovare l’Assemblea Nazionale e le assemblee elettive di quattro province: Punjab, Sindh, Khyber Pakhtunkhwa e Belucistan.

A causa della recente revisione dei collegi da parte della Commissione elettorale, l’Assemblea nazionale avrà 336 seggi, di cui 266 da eleggere con il sistema maggioritario uninominale e i rimanenti – 60 riservati alle donne e 10 alle minoranze religiose non musulmane – assegnati invece su base proporzionale. I suoi membri, insieme a quelli del Senato e ad altri “grandi elettori”, dovranno eleggere il nuovo presidente della Repubblica, essendo scaduto a settembre il mandato dell’attuale capo dello Stato, Arif Alvi.

Le elezioni giungono dopo numerosi rinvii e in un clima di fortissimo scontro politico. La tornata del 2018 era stata vinta – anche grazie alla mobilitazione dell’esercito – dal leader del Movimento per la Giustizia del Pakistan (Pti) Imran Khan. Nel 2021, però, l’ex campione di cricket è entrato in conflitto con Washington e con le potenti forze armate pakistane.

Il “regime ibrido”
In Pakistan, come scrive “Foreign Policy”, vige un “regime ibrido”, un sistema politico in cui i militari coesistono con le istituzioni civili elette in un contesto multipartitico. Nei suoi 76 anni di storia del Pakistan indipendente, nessun primo ministro ha completato un mandato e vari governo eletti sono stati rovesciati dalle forze armate attraverso veri e propri colpi di stato o semplicemente dalle pressioni e dalle minacce dei militari. I generali occupano vari posti chiave nelle istituzioni statali e recentemente il ruolo decisionale dell’esercito, anche in campo economico, è stato formalizzato attraverso la creazione di un nuovo organismo di governo per gli investimenti stranieri, denominato “Special Investment Facilitation Council”. Inoltre ai tribunali militari è stata attribuita la facoltà, in alcune circostanze, di processare i civili.

Il dissidio con i militari è stato fatale a Khan. Nell’aprile del 2022 alcuni dei suoi deputati e dei suoi alleati gli hanno voltato le spalle e il suo governo è caduto; a rimpiazzarlo è stato Shehbaz Sharif, leader della Lega Musulmana del Pakistan – Nawaz (Pnl-N) al quale nell’agosto del 2023, in vista delle elezioni, è subentrato come capo di un governo ad interim il senatore indipendente Anwaar ul Haq Kakar.

L’ex premier in galera
Nel frattempo Imran Khan è stato condannato per corruzione e arrestato, e la Commissione Elettorale ha impedito al suo partito di utilizzare il simbolo della mazza da cricket. Khan è stato anche condannato a cinque anni di inabilitazione e quindi non si è potuto candidare alle elezioni politiche odierne.
Dopo la sfiducia parlamentare, sfruttando la sua grande popolarità Khan ha accusato l’esercito – che pure nel 2018 ne aveva favorito la vittoria – di inquinare la vita democratica del paese ed ha organizzato grandi manifestazioni in tutto il Pakistan. Ma il governo e le forze armate hanno attaccato frontalmente la sua organizzazione: migliaia di dirigenti e militanti sono stati arrestati o minacciati, molti altri sono dovuti fuggire all’estero o hanno dovuto nascondersi per evitare la persecuzione. Alcuni sono stati torturati e obbligati ad aderire ad un nuovo partito accondiscendente con le richieste delle forze armate.
I candidati superstiti del Movimento per la Giustizia si sono presentati come indipendenti e hanno condotto una campagna elettorale semi-clandestina, basata soprattutto sul protagonismo delle donne e sull’intelligenza artificiale.

Nei giorni scorsi, con un tempismo sospetto, l’ex premier Khan, che si proclama innocente e si dice vittima di una persecuzione giudiziaria con motivazioni politiche, è stato condannato ben tre volte: a dieci anni di reclusione per divulgazione di segreti di Stato; ad altri dieci anni per la compravendita di doni di Stato; a sette anni per aver sposato la terza moglie, Bushra Bibi, prima della fine del periodo di attesa (“iddah”) imposto ad una donna divorziata per contrarre nuove nozze. La condanna per la violazione dei segreti è particolarmente sensibile, perché legata alla caduta del suo governo: Khan avrebbe divulgato informazioni contenute in un dispaccio diplomatico ricevuto dal ministero degli Esteri da Washington che secondo l’allora primo ministro contenevano esplicite pressioni del governo statunitense per un cambio al vertice di Islamabad. Durante un comizio nel marzo del 2022, Khan denunciò che il Dipartimento di Stato aveva invitato alcuni diplomatici pakistani a organizzare la destituzione dell’ex campione di cricket, dopo che Khan aveva rafforzato i legami con la Cina e si era rifiutato di condannare apertamente l’invasione russa dell’Ucraina.

In un suo articolo – redatto in realtà grazie all’intelligenza artificiale, visto che l’ex premier è rinchiuso nel carcere di Adiala – pubblicato a inizio gennaio da “The Economist”, Khan denuncia: «È stato l’establishment a organizzare la nostra rimozione dal governo su pressione degli USA, allarmati per il mio sostegno ad una politica estera indipendente e per il mio rifiuto di fornire basi alle sue forze armate».

Per il tribunale che lo ha condannato Khan ha utilizzato un documento riservato a fini politici, mettendo a rischio la sicurezza nazionale. E oggi le autorità hanno sospeso l’accesso ad internetdai dispositivi mobili su tutto il territorio del paese per evitare, hanno spiegato, l’organizzazione di attacchi o di proteste.

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L’ex premier Khan al momento dell’arresto

Favorita la Lega Musulmana
La clandestinizzazione del partito di Khan favorisce la vittoria della Lega Musulmana che candida a primo ministro Nawaz Sharif, fratello di Shehbaz e in passato già a capo di due esecutivi negli anni Novanta e di un altro dal 2013 al 2017, quando fu rimosso dalla Corte Suprema in seguito a un’inchiesta per riciclaggio e corruzione nata dalla divulgazione dei cosiddetti Panama Papers, documenti relativi a migliaia di società offshore portati alla luce dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij). Dopo un’interdizione dai pubblici uffici, due condanne e quattro anni trascorsi nel Regno Unito, dove era stato autorizzato a recarsi per cure per otto settimane e da dove ha fatto ritorno solo lo scorso ottobre, il politico ha risolto i suoi problemi giudiziari in secondo grado, con due assoluzioni che gli hanno permesso di ricandidarsi.
La Lega Musulmana potrebbe formare un governo alleandosi con alcuni partner tradizionali ma anche con un partito formato da alcuni fuoriusciti del Pti, ribattezzato Istehkam-e Pakistan Party (Ipp).
Il vuoto politico creato dalla repressione del partito di Khan potrebbe essere riempito, almeno in parte, dal Partito Popolare Pakistano (PPP) di Bilawal Bhutto, figlio dell’ex premier Benazir Bhutto, assassinata nel 2007.

Il nuovo governo dovrà affrontare sfide urgenti e molto impegnative in un contesto di crisi politica, economica e di sicurezza.
La scorsa estate il Pakistan ha evitato per un soffio il default grazie al prestito di 3 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale e il paese è alle prese con un’elevata inflazione e con una crescita economica del Pil instabile e lenta.

La recrudescenza del terrorismo
Le elezioni sono state caratterizzate da una recrudescenza degli attentati, una piaga che negli ultimi due anni ha provocato nel paese circa 2300 vittime.
Ieri due attacchi dinamitardi contro altrettanti uffici elettorali nel Belucistan hanno causato 30 morti e decine di feriti. Gli attentati sono stati rivendicati dai Talebani.
Nelle ultime ore, nel distretto nord-occidentale di Dera Ismail Khan, uomini armati hanno fatto esplodere una bomba e hanno aperto il fuoco contro un furgone della polizia, uccidendo cinque agenti e ferendone altri due. Un militare è stato ucciso in un altro attacco nella città di Kot Azam.

Alla fine del 2022 il gruppo Tehreek-i-Taliban Pakistan (Ttp), i “Talebani del Pakistan”, ha messo fine a un accordo di cessate il fuoco col governo e rivendicato poi una serie di attentati. A novembre Islamabad ha accusato il governo talebano in Afghanistan di sostenere la recente ondata di attacchi, giustificando così la decisione di espellere in massa centinaia di migliaia di immigrati afganipresenti in Pakistan.
In Belucistan, invece, operano delle organizzazioni nazionaliste che rivendicano la riunificazione con i territori dell’Iran e dell’Afghanistan abitate dai Beluci, una popolazione di lingua iranica e religione sunnita. Spesso gli obiettivi delle azioni armate e degli attentati condotti dalle organizzazioni dei Beluci sono le infrastrutture legate alle miniere della regione e al porto di Gwadar, oggetto negli ultimi anni di consistenti investimenti da parte della Cina.

Nel frattempo, al confine orientale, sono scoppiate nuove tensioni con l’India, dopo che Islamabad ha accusato Nuova Delhi di condurre una campagna di omicidi all’interno del Pakistan.

Infine, tre settimane fa il governo ad interim si è trovato a gestire una grave crisi con l’Iran, paese con cui il Pakistan ha buone relazioni. Prima Islamabad ha dovuto subire un attacco iraniano nella provincia del Belucistan contro un gruppo armato Jaish al Adl, e poi ha ordinato una rappresaglia nel Belucistan iraniano contro un’altra milizia armata. Pagine Esteri

12445039* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria

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Se non avete ancora presentato la domanda delle #IscrizioniOnline vi ricordiamo che potete inviarla, attraverso la piattaforma #Unica, fino al 10 febbraio 2024, alle ore 20.

Qui tutti i dettagli ▶️ unica.istruzione.gov.



Il Regno cresce senza che sappiamo come


La parabola di Gesù del seme che cresce da sé non è per niente moralistica e neanche colpevolizzante, anzi è liberante. Non è che dica che non dobbiamo annunciare l'evangelo e vivere con amore del prossimo, ma che la responsabilità finale non è nostra, e dunque non dobbiamo abbatterci se non vediamo frutto. E in più che il senso della vita non è nel fare e poi fare ancora, ma nel vivere sapendo che siamo del Signore e Salvatore nostro.


   Nota preliminare alla lettura: il Garante ha ragione. Non è mia intenzione confrontarmi ma ragionare e, purtroppo, lo so fare solo così. ...

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Impalcati


Populisti di tutto il mondo riunitevi e prendete atto che basta un direttore artistico di Sanremo a fregarvi tutti. Amadeus e Fiorello cedono al ricatto ma, al tempo stesso, ne organizzano uno sontuoso alla politica: noi gli diamo ragione, a quelli che co

Populisti di tutto il mondo riunitevi e prendete atto che basta un direttore artistico di Sanremo a fregarvi tutti. Amadeus e Fiorello cedono al ricatto ma, al tempo stesso, ne organizzano uno sontuoso alla politica: noi gli diamo ragione, a quelli che con il trattore bloccano le strade, ora tocca a voi accontentarli. Parole e musica di un mondo irresponsabile.

I giovinastri che si sdraiano per strada, sfoggiando striscioni ecoretorici, ne restino ammirati. Oh dilettanti, per loro si minacciano pene severe (che sarebbero anche meritate), mentre a quelli che fermano tutto per rivendicare non solo il diritto d’inquinare, ma anche quello d’essere pagati per farlo, si dischiudono le porte e si presentano le scuse. Il tutto a cura di un mondo politico che dell’agricoltura mastica i prodotti, ma delle proteste ha una fifa immensa.

Terrorizzata, la politica annaspa. Potrebbe far presente che la nostra agricoltura va bene, che si tratta del settore più a lungo e massicciamente sostenuto dai contributi europei, che la nostra industria dell’alimentare esporta sempre di più. Ma il labbruzzo è tremulo e le parole non vengono. L’opposizione non sa se compiacersi o disperarsi, vista che la più efficace protesta viene da destra e loro si trovano a sinistra. La maggioranza vorrebbe dire: con tutto quello che vi abbiamo dato e promesso?! Ma si riduce a garantire di reintrodurre l’esenzione Irpef (Made in Renzi nel 2016), epperò con un tetto a 10mila euro di reddito l’anno, quindi non per l’industria agricola ma per l’orto. Praticamente promettono di cambiare quel che hanno compattamente approvato meno di due mesi addietro. Una maschia tenuta. Non basta? Allora i miliardi marchiati Pnrr passano da 5 a 8. Che è come dire usare fondi europei per convincere quelli che sono contro l’Unione europea che li genera. E sarebbe bello sapere dove finiscono, quei soldi, perché se diventano spesa corrente sono una gran fregatura per l’Italia e per tutti gli italiani che non li incassano personalmente. Come, del resto, lo sarebbe far aumentare i prezzi (a proposito, quelli dei supermercati devono essere stonati e, quindi, esclusi da Sanremo).

Hanno delle ragioni, gli agricoltori? Molte, ma quelli che bloccano tutto non sono degli agricoltori, bensì degli estremisti di cui alcuni fanno l’agricoltore. Premiare loro è come consegnare la rappresentanza all’estremismo, non bastasse il corporativismo. In un Paese peraltro senza memoria: sono gli stessi che fecero un baccano insensato contro il Ceta (l’accordo commerciale fra Ue e Canada) dicendo che ci avrebbe rovinati e il Made in Italy sarebbe stato annientato; la politica se la fece sotto, more solito, ma era una cosa talmente dissennata che non s’ebbe il coraggio di lasciarla cadere e quindi, superba ipocrisia, non si ratificò l’accordo ma lo si è applicato in via sperimentale; è andata benissimo, le nostre esportazioni sono cresciute e il Made in Italy alimentare ci ha guadagnato. Ma chi se ne ricorda? Nessuno ha voglia di dire che sono gli stessi agricoltori non coltivati di allora.

Ora il demone è l’accordo con il Mercosur. Un mercato da 780 milioni persone e un commercio da 50 miliardi di dollari l’anno: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela, ma anche Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù. Tutti Paesi in cui la borghesia spende per comprare Made in Italy (a parte che molti discendono da italiani) e si potrebbe farli spendere di più. Con allevamenti e coltivazioni su spazi inconcepibili in Europa, con cui scambiare economie di scala. E aree d’influenza geopolitica che se si buttano al secchio poi serve a un accidenti piagnucolare perché la Cina s’avvicina.

Qualsiasi cosa ha pregi e difetti, qualsiasi accordo ha vantaggi e svantaggi, ma fare politica dovrebbe significare avere in mente un modello di interesse collettivo e saper compensare e trasformare quel che esce fuori mercato. Invece abbiamo Sanremo che impalca i maniscalchi contro le ferrovie, tanto il capo va a cavallo per i fatti suoi.

La Ragione

L'articolo Impalcati proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Missione Gcap. Tutti gli incontri della delegazione britannica in Italia


Dopo la nascita a dicembre della nuova organizzazione governativa, Italia, Regno Unito e Giappone continuano a lavorare per il Global Combat Air Programme, su cui l’Italia ha impegnato 8,5 miliardi di euro fino al 2037. Il programma per lo sviluppo congiu

Dopo la nascita a dicembre della nuova organizzazione governativa, Italia, Regno Unito e Giappone continuano a lavorare per il Global Combat Air Programme, su cui l’Italia ha impegnato 8,5 miliardi di euro fino al 2037. Il programma per lo sviluppo congiunto di un aereo stealth di sesta generazione è stato al centro dei colloqui di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, con Rishi Sunak, primo ministro britannico, sentito telefonicamente la scorsa settimana, e con Fumio Kishida, primo ministro giapponese, incontrato a Tokyo lunedì. L’obiettivo è definire il Joint Venture Agreement nei prossimi mesi e l’incorporazione della joint venture industriale entro la fine dell’anno.

Inoltre, questi giorni una delegazione della commissione Difesa della Camera dei Comuni, composta da otto parlamentari guidati dal tory Jeremy Quin, è stata a Roma prima e sarà a Napoli poi per continuare a rafforzare i legami con l’Italia nel settore difesa. Nella capitale i deputati provenienti da Londra hanno incontrato Guido Crosetto, ministro della Difesa, Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, gli omologhi delle commissioni di Camera e Senato (presiedute rispettivamente da Nino Minardo e Stefania Craxi) e i vertici di Leonardo. Nel capoluogo campano, invece, visiteranno domani l’Allied Joint Force Command, comando militare Nato. Prossimamente la delegazione britannica, da cui emerge un convinto sostegno transpartitico all’iniziativa, potrebbe fare tappa a Tokyo per chiudere il triangolo del Global Combat Air Programme.

Colloqui di questo tipo, “nel contesto di una partnership strategica di questa portata, sono fisiologici e opportuni” in quanto “permettono ai decisori politici di approfondire la conoscenza dei partner politici, militari e industriali con cui ci si impegna per tre decenni”, spiega Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dell’Istituto Affari Internazionali, a Formiche.net. “Parallelamente ai negoziati portati avanti dai ministeri e delle industria, è importante, infatti, capire sul piano politico il livello di impegno reciproco e le capacità degli interlocutori, anche alla luce del fatto che il Global Combat Air Programme è una sorta di scommessa per tre Paesi, comparabili ma diversi e lontani, che si assumono la co-leadership di un’iniziativa simile per la prima volta”, aggiunge l’esperto che ha incontrato la delegazione assieme ad altri ricercatori dello stesso centro di ricerca.

A quanto appreso da Formiche.net, gli incontri si sono svolti in un clima molto positivo e hanno permesso di ribadire la fiducia reciproca sia nel partenariato strategico ribadito dal memorandum d’intesa firmato a Londra ad aprile, sia nello specifico del Global Combat Air Programme.

Uno dei punti sull’agenda dei parlamentari britannici in visita in Italia riguarda il sostegno all’Ucraina, in particolare nel caso in cui Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali americane di novembre e insediarsi a gennaio alla Casa Bianca. Per il Regno Unito “la priorità più urgente in materia di sicurezza nazionale e politica estera nel breve-medio termine è affrontare la minaccia posta dalla Russia alla sicurezza europea”, come si legge nella Integrated Review Refresh 2023 pubblicata meno di un anno fa. E gli alleati Nato e i partner dell’Unione europea sono pronti a sostenere Kyiv anche davanti a un diverso approccio americano? Questo l’interrogativo, legato anche all’autonomia strategica europea, al quale a Londra si cercano risposte.


formiche.net/2024/02/gcap-dele…




Oggi #7febbraio è la Giornata contro il #bullismo e il #cyberbullismo, introdotta nel 2017 dal Ministero dell’Istruzione per sensibilizzare su questa piaga sociale e per riflettere sugli strumenti utili a contrastarla in tutte le sue forme.



Weekly Chronicles #63


Nietzsche, scomuniche libertarie e phishing.

Questo è il numero #63 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: tecnologia, sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati e molto altro.

Nelle Cronache della settimana:

  • VisionPro di Apple è sul mercato: che ne direbbe Nietzsche?
  • Binance: un nuovo data leak

Nelle Lettere Libertarie:

  • Hoppe, Israele e la scomunica di Walter Block

Rubrica OpSec:

  • Come riconoscere un tentativo di phishing
  • Primi passi pratici verso la privacy: la storia di Piersandro e la sua botta in testa profetica

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VisionPro di Apple è sul mercato: che ne direbbe Nietzsche?


Dal 2 febbraio, per soli $3.499 o $294 al mese gli americani potranno finalmente immergersi nella nuova dimensione della realtà aumentata1. Su X già impazzano i video di persone che lo usano in giro per strada, in metro, mentre puliscono casa o perfino mentre guidano.

La realtà aumentata permetterà alle persone di visitare luoghi distanti centinaia di chilometri senza muoversi dal divano, come ad esempio una casa in vendita o la sala riunioni della sede corporate a Hong Kong.

La gamification la farà da padrone, tra deep fake2 e app che rendono anche attività come passare l’aspirapolvere in casa un gioco interattivo. Non saranno solo giochi, divertimento e lavoro. Una tecnologia del genere può avere un impatto importante nel plasmare la nostra società negli anni a venire, come fu già per il computer e per Internet. Le implicazioni non saranno solo materiali, ma anche filosofiche.

Così come oggi è assurdo parlare di “online” e “offline” (nessuno e nulla è davvero più “offline”), domani la realtà fisica si fonderà con quella virtuale, fino a rendere inutile ogni tentativo di separazione netta tra le due, che saranno una cosa sola.


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E così scopriremo cosa intendeva Nietzsche quando scriveva “se scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te". In più di un modo. Il primo, più materiale, è legato al valore economico dei dati legati a questo visore, che ci osserva mentre noi osserviamo la realtà attraverso di lui: un tesoro incredibile che farà gola a chiunque abbia interessa a sapere cosa vedono i nostri occhi, cosa muovono le nostre mani, e in che modo interagiamo contestualmente sia col mondo digitale che fisico. È lo strumento definitivo di estrazione, che proietta finalmente anche Apple nell’Olimpo di cosiddetti Capitalisti della Sorveglianza3.

Il secondo modo in cui lo scopriremo è che le masse, già suscettibili a esperimenti di riprogrammazione e ricostruzione della realtà (propaganda, psy-ops, storiografia…) saranno ancora più manipolabili dai “mostri” che attraverso il Visore potranno osservarli costantemente.

Non dubito che il VisionPro avrà un successo fenomenale: da anni ormai il sistema in cui siamo ingabbiati è impegnato nel creare il consumatore perfetto proprio per questo tipo di tecnologia: centinaia di milioni di uomini bianchi soli, frustrati, lontani dalla famiglia e da ogni concetto di Dio; figli demoralizzati di un collettivismo globalista che gli ha inculcato un senso di colpa atavico verso la loro stessa natura ed ha rimosso ogni senso d’identità e realtà.

Come cantavano i Bad Religion in 21st Century (Digital Boy): I don’t know how to live but I got a lot of toys.

Non tutto è perso, però. La corsa degli Stati per il controllo di questa nuova dimensione virtuale lascerà spazio per nuovi guizzi vitali nella dimensione fisica, specie se lontano dalle grandi metropoli. Ma anche in questo caso, bisognerebbe prima discutere delle necessità filosofiche e morali alla base della riconquista di questi spazi.

Binance: un nuovo data leak


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#63


Il gelo Non ho mai avuto problemi a rompere il ghiaccio e faccio parte del club di quelli senza vergogna. Posso dirmi decisamente scafato, a...


News da Marte #25 l Coelum Astronomia

"In questa nuova puntata della rubrica ‘News da Marte’ facciamo lo stato con le ultimissime immagini e dichiarazioni da parte dell’agenzia NASA. In chiusura c’è spazio per alcune attività del rover Perseverance, legate anch’esse alla gestione dell’emergenza dell’elicottero."

coelum.com/news/news-da-marte-…

#25


Sottoscritto oggi il Protocollo d’intesa tra #MIM e Guardia di Finanza per il contrasto ai “diplomifici”.
#MIM


THE MIKE BELL CARTEL – AIN’T NO HIGH (THAT’S HIGH ENOUGH) / LIKE NO OTHER 7″


Attraversiamo i giorni della merla ed io odio l’inverno. Non patisco particolarmente il freddo, ma sono solito lamentarmene.

Trovo che sia fastidioso e sgradevole. Poi però penso alla mia fortuna, giacché che vivo a latitudini particolarmente felici in cui le temperature in fondo non scendono mai troppo vertiginosamente. Pensate come ci potremmo sentire se in questo momento fossimo teletrasportati a Helsinki.

@Musica Agorà

iyezine.com/the-mike-bell-cart…

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Ma quanto è grande la misericordia di Dio!


Quando leggiamo il racconto avvincente di Naaman e di Eliseo (in II Re 5), alla fine esclamiamo: "ma quanto è grande la misericordia di Dio!"
A Naaman, il nemico, il superbo, che solo ora appena ha ammesso ci sia un solo Signore che vuole onorare, quando chiede "tuttavia" di poter violare il II comandamento (quello sull'adorare statue o immagini) per potersi inchinare di fronte all'idolo della sua nazione, Eliso dice: "Va’ in pace"!
Che significa, non ti preoccupare: Dio ti benedirà, e quindi avrai pace.
È una conclusione sorprendente. Dio si preoccupa di persone di popoli diversi e accetta che lo si onori in maniera un po’ diversa. Siamo infatti salvati per grazia, cioè non per nostri meriti e nemmeno per i nostri riti e nemmeno per la nostra teologia, ma siamo salvi per sola grazia di Dio.


Oggi per il #SaferInternetDay 2024 il #MIM aderisce con un evento dalle ore 10 per riflettere sui rischi e le opportunità della Rete con gli stessi protagonisti della comunità scolastica, studenti, docenti, insieme a stakeholder pubblici e privati.


🛜 Il 6 febbraio ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, promossa dalla Commissione Europea e celebrata in contemporanea in oltre 100 nazioni.


Il governo Francese ha aperto un proprio server Fediverso ufficiale

@Che succede nel Fediverso?

social.numerique.gouv.fr è l'Istanza #mastodon gestita dalla Direzione Interministeriale Digitale (DINUM) e spita solo account istituzionali e certificati:

Eccoli qui:

➡️ @CNES - L'agenzia spaziale francese

➡️ @Ambassadeur Numérique 🇫🇷🇪🇺 - Ambasciatore francese per gli affari digitali (in inglese)

➡️ @Min. Enseign. sup. & Recherche - Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca

➡️ @IAP - Istituto di Astrofisica di Parigi

➡️ @CNRS 🌍 - CNRS, Centro nazionale francese per la ricerca scientifica

➡️ @Unité de Recherche Géoazur - Unità di ricerca geologica/geofisica per l'Università della Costa Azzurra, CNRS, Osservatorio della Costa Azzurra

➡️ @CNRS Terre & Univers - CNRS (dipartimento spazio, geologia, ambiente)

➡️ @CNRS Ingénierie - CNRS (dipartimento di ingegneria)

➡️ @CNRS Inist - Dipartimento del CNRS che si occupa di pubblicazioni e metodi scientifici

➡️ @La science ouverte au CNRS - Scienza aperta al CNRS

➡️ @IGN France - Istituto Nazionale per i Dati Geografici e Forestali

➡️ @data.gouv.fr - Piattaforma aperta per i dati pubblici francesi

➡️ @Comité pour la science ouverte - Comitato per la Scienza Aperta

➡️ @HAL science - Archivio Multidisciplinare HAL, accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche

➡️ @DINUM - Iniziativa di innovazione digitale nel governo francese

➡️ @Design des services numériques - Sviluppo dei servizi pubblici digitali

➡️ @arcep@social.numerique.gouv.fr - Autorità di regolamentazione delle comunicazioni elettroniche

➡️ @adresse.data.gouv.fr - Database nazionali e locali di indirizzi geografici

➡️ @Transfo. Num. des Territoires - Servizi pubblici digitali a livello nazionale e locale

➡️ @Etalab - Promozione dei dati pubblici aperti

➡️ @Démarches Simplifiées - Aiutare i funzionari governativi a offrire servizi online al pubblico

➡️ @api.gouv.fr - Catalogo delle API del governo francese

➡️ @bdnb@social.numerique.gouv.fr - Database aperto degli edifici francesi


The government of #France 🇫🇷 now has its own official Fediverse server 🥳

(All accounts in French unless otherwise noted)

➡️ @ambnum - French ambassador for digital affairs (in English)

➡️ @sup_recherche - Ministry of Higher Education & Research

➡️ @cnes - France's space agency

➡️ @astroIAP - Astrophysics Institute of Paris

➡️ @cnrs - CNRS, the French National Centre for Scientific Research

➡️ @umrGeoazur - Geology/geophysics research unit for Côte d'Azur Univ, CNRS, Côte d'Azur Observatory

1/4


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@FediFollows bene ma perchè sn sempre i francesi più avanti sulla democratizzazione e deamericanizzazione della rete?
in reply to _aid_85_

@_aid_85_

> bene ma perchè sn sempre i francesi più avanti sulla democratizzazione

160 anni di governo repubblicano aiutano...

> e deamericanizzazione della rete?

Pensa solo al fatto che dal '66 al 2009 la Francia ha posto le proprie forze armate fuori dalla NATO: alla Francia non piace essere un vassallo degli USA...

Unknown parent

@Alessandro sì, a quanto pare il Giappone è stato tra i primi paesi in cui la maggior parte degli adempimenti burocratici poteva essere fatta direttamente via fax. Il bello è che il fax come tecnologia alla base della burocrazia lo stanno dismettendo proprio in questi mesi!
È il modello storico evolutivo del Giappone: un motore a due tempi in cui fasi di conservatorismo patologico si alternano a fasi di evoluzione sfrenata verso il futuro...

@aid_85@mastodon.social





La responsabilità di tutti.


noblogo.org/transit/la-respons…


La sanità privata lancia il Family doc, assalto alla medicina di base l La Notizia

«L’ultimo boccone a cui aspira la famelica sanità privata è il medico di base. Prima terra di conquista è il Veneto, dove la BMed Me.di.ca Group, un centro di sanità privata, ha deciso di lanciare a Mestrino, un Comune in provincia di Padova, il Family doc che altro non è che il vecchio caro medico di famiglia a pagamento. Si legge sul sito: “Si chiama Family Doc, ed è un servizio di medicina interna in regime privato, con un tocco di simpatia e calore familiare. Con noi, sentirsi a proprio agio è la norma, al costo di 50 euro”.»

lanotiziagiornale.it/la-sanita…




L’Occidente e il resto del mondo
l World Politics Blog

"Dietro la definizione Nord del mondo si raccolgono gli interessi dell’Occidente e dei paesi avanzati, insomma il blocco imperialista egemone che prova a costruire il mondo a propria immagine e somiglianza e non esita a imporre fame, olocausti e guerre per affermare la propria supremazia. In altri termini potremmo parlare di un colonialismo che si rinnova ma conserva le proprie caratteristiche come il drenaggio di ricchezza dalle regioni colonizzate."

giuliochinappi.wordpress.com/2…



Uno si ma con moderazione. Riflessioni sulla moderazione nel Fediverso da parte dello staff di Mastodon.uno

@Che succede nel Fediverso?

Non è facile comprendere quali siano tutte implicazioni dell'ecosistema federato e come funzionano le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Il lungo post è suddiviso in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

1. cosa significa moderare una una comunità
2. cosa significa la moderazione nel fediverso
3. la moderazione all’interno dell’istanza
4. la moderazione verso le altre istanze
5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

noblogo.org/unosocial/uno-si-m…


Uno si ma con moderazione


Di recente sono stati pubblicati alcuni post che vorrebbero dimostrare che il fediverso italiano è più litigioso, più settario e, in breve, peggiore di quello degli altri paesi.

Sebbene riteniamo che l’analisi di quel blog non sia basata su presupposti corretti, riconosciamo che abbia sollevato alcuni argomenti sui quali è opportuno soffermarsi; la questione della moderazione è oggettivamente un elemento chiave da conoscere per capire bene tutte le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Visto che la moderazione è stata indicata come una criticità dell’istanza mastodon.uno, sentiamo che sia giunto il momento di affrontare la questione in maniera approfondita. Questo sarà quindi un post che spiegherà le dinamiche della moderazione dal nostro punto di vista e per comodità lo divideremo in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

  1. cosa significa moderare una una comunità
  2. cosa significa la moderazione nel fediverso
  3. la moderazione all’interno dell’istanza
  4. la moderazione verso le altre istanze
  5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno


Cosa significa moderare una comunità

peertube.uno/videos/embed/e688…
La moderazione di una comunità costituisce un fattore determinante per consentire ai propri utenti di interagire reciprocamente nel rispetto condiviso delle regole (scritte o non scritte), delle diverse sensibilità e aspettative degli utenti e, fattore da non sottovalutare, dal messaggio che chi gestisce la comunità vuole trasmettere verso l’esterno a coloro che vorrebbero e potrebbero diventarne utenti.

Più sinteticamente, moderare significa creare un ambiente favorevole allo sviluppo di un certo tipo di relazioni.

Per rendere possibile tutto ciò è necessario fissare delle regole che non rappresentano semplicemente un “cosa fare”/“cosa non fare” ma costituiscono soprattutto un primo “chi è benvenuto”/“chi non è benvenuto”.

Se per esempio esiste una regola che stabilisce il divieto di contenuti antiscientifici, l’effetto di questa regola tenderà a essere fin da subito respingente verso (vogliamo semplificare) i novax: infatti, benché i novax non si sentano affatto antiscientifici, capiscono subito che chi ha stabilito quelle regole sta facendo riferimento proprio a loro. In questo caso ci saranno diverse tipologie di utenti novax che in modo diverso reagiranno alla regola:

  1. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o alcuni vaccini, ma che non hanno nessuna intenzione di parlare di vaccini dentro la comunità e che decideranno in modo laico se entrare nella comunità
  2. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o  Uno Social – il Blog di Mastodon.uno

  5842 wordsalcuni vaccini, che avrebbero voluto parlare volentieri di vaccini dentro la comunità e che hanno capito che quella comunità non è adatta a loro

  1. attivisti novax che non entreranno mai nella comunità perché disprezzano chi “idolatra lo scientismo” o perché semplicemente hanno capito che in quella comunità non verrebbero mai accolti
  2. attivisti novax che hanno una gran voglia di trollare (“io non sono antiscientifico, io voglio solo capire…”) o di provocare (“chi decide cos'è scienza? Siete scienziati?”)
  3. utenti novax che non leggono le regole

In questo caso, la regola ha già svolto una funzione di moderazione preventiva (l’utente 1 sa che potrà far parte della comunità, gli utenti 2 e 3 sanno che quella non sembra una comunità ritagliata su misura per loro e infine l’utente 4 sa che entrerà nella comunità con lo stesso spirito di un kamikaze che cerca di entrare dentro una fregata statunitense.

L’utente 5 ovviamente non ha ancora capito niente, ma quando gli utenti 4 e 5 pubblicheranno contenuti non apprezzati nella comunità, la moderazione attiva si esplicherà attraverso le diverse metodologie previste: avviso informale privato o pubblico, avviso formale, provvedimento esecutivo (per esemplificare: cancellazione del contenuto o silenziamento/sospensione temporanei o definitivi).

L’utente n.1 è particolarmente significativo nel nostro esempio. Si tratta di un utente che ovviamente capisce che ci sono delle divergenze ideologiche molto importanti con i responsabili di quella comunità, ma capisce anche che l’ingresso nella comunità non è legato alle sue convinzioni in fatto di vaccini, ma solo ed esclusivamente ai contenuti che pubblica e ai comportamenti che tiene.

La moderazione infatti non si esplicita mai sulle persone ma soltanto su contenuti e comportamenti.

Cosa significa la moderazione nel fediverso


Il fediverso è un sistema costituito da server interconnessi (istanze) ognuno dei quali rappresenta una comunità. Le comunità sono diverse l’una dall’altra per popolazione, software di gestione, interessi, lingue e quadro etico di riferimento.

I responsabili di una comunità infatti sono perfettamente consapevoli che la propria comunità è connessa con altre comunità che possono essere caratterizzate in maniera molto differente nonché abitate da utenti con sensibilità a volte molto distanti da quelle della propria istanza. Tuttavia non è detto che gli stessi responsabili delle comunità dl fediverso siano del tutto consapevoli del fatto che alcuni software (per semplicità, i diversi sw come mastodon, friendica, pleroma, misskey, etc, li chiameremo impropriamente “piattaforme”) agevolano di più i processi di moderazione, altri li agevolano meno e questo condiziona in maniera differenziata le singole comunità, fermo restando che comunque non tutte le piattaforme comunicano reciprocamente le segnalazioni.

Gli amministratori dei server possono infatti contare su strumenti di moderazione piuttosto eterogenei a seconda delle piattaforme: vi sono piattaforme come Friendica che non consentono agli utenti di segnalare contenuti inappropriati agli ammistratori, altre come Lemmy che presentano diverse funzionalità base per segnalare gli utenti e prendere provvedimenti, altre ancora come Mastodon che dispongono di un cruscotto completo di moderazione che consente tutte le funzioni presenti su piattaforme come Discourse o Reddit.

Inoltre, le piattaforme del Fediverso non sono purtroppo quasi mai interoperabili nella segnalazione dei contenuti. Per esempio, una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’altra istranza Mastodon o da Lemmy verso l’utente di un’altra istanza Lemmy, giungerà agli amministratori di entrambe le istanze. Ma una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’istranza Lemmy (o viceversa) verrà ricevuta solo dall’amministratore dell’istanza di origine della segnalazione, ma non dall’istanza di destinazione.

L’aspetto più importante che caratterizza la moderazione nel Fediverso resta però quello sociale: non esiste una “fediquette” condivisa, sebbene vi siano alcune regole base che contano su una diffusione maggiore: per esempio, l’obbligo di content warning per i contenuti più disturbanti, divieto per i messaggi omofobici, razzisti, sessisti, bando dell’istigazione a delinquere e bando della pedopornografia sono punti cardine per la maggior parte delle istanze mondiali: la maggioranza, appunto, ma non di tutte.

Ogni istanza infatti è come un club aperto ai propri soci ma anche ai soci di altri club “convenzionati”, nel quale però i soci sono direttamente tenuti a tutte le regole del codice di condotta del proprio club, mentre gli ospiti esterni godono paradossalmente di alcune libertà in più.

Prendiamo esempio un ipotetico Club del Sigaro, i cui soci possono accedere al loro salottino in cui è possibile fumare solo sigari ma che sono obbligati a non fumare nient’altro che i sigari, mentre nello stesso club viene consentito ai soci di altri club di fumare anche pipe o sigarette.

Se il socio del Club del Sigaro fumasse una sigaretta, verrebbe espulso, mentre il socio del Club della Sigaretta può sedersi ai tavolini esterni del Club del Sigaro e fumarsi tranquillamente un paio delle sue sigarette, senza essere cacciato. Naturalmente se il sigarettaro iniziasse a fumare una trentina di sigarette al giorno, questo comportamento potrebbe determinare il divieto di accedere ai locali al coperto del Club del Sigaro, o a tutta l’area interna ed esterna, con tanto di PEC inviata al club di appartenenza di quel socio. Infine, il ripetersi di comportamenti molesti da parte dei soci di uno stesso club, potrebbe comportare il bando per tutti i soci passati e futuri di quel club.

Tutto chiaro, ma il punto è che:

  • i soci di un club più esclusivo sono soggetti a regole più stringenti rispetto a quelle dei soci di altri club
  • i soci di un club più permissivo sono soggetti a regole meno stringenti anche quando vanno negli altri club e lì vengono colpiti da provvedimenti punitivi più seri solo quando si comportano in maniera particolarmente molesta
  • ma soprattutto, i soci dei diversi club spesso non si rendono conto del tipo di club in cui si sono iscritti e non si rendono conto dei motivi per cui alcuni utenti sembrano potersi permettere comportamenti spiacevoli per i quali loro stessi sono stati ammoniti in passato
  • inoltre, come se non bastasse, quando la “direzione” invia la PEC alla direzione dell’altro club (quello dell’ospite che si è comportato male), l’altro club potrebbe deliberatamente ignorarla, ma potrebbe semplicemente non avere una casella PEC, perché dispone solo del Fax o di una cassetta postale fisica!

L’equilibrio tra diverse istanze è quindi molto delicato perché, per quanto il responsabile di un’istanza voglia cercare di mantenere un ambiente gradevole per i propri ospiti, dovrà comunque consentire loro di godersi la diversità tipica del Fediverso e fare i conti con tutta quella diversità che a volte è ricca di stimoli, altre volte è molesta, altre ancora è foriera di contrasti e litigi.

La moderazione all’interno dell’istanza


La funzione del regolamento in un’istanza, come in una qualsiasi comunità ha quindi due funzioni:

  1. una funzione programmatica
  2. una funzione prescrittiva

La prima serve a far capire il tipo di comunità (integrando a tutti gli effetti la “presentazione” generale della comunità), la seconda a far capire cosa si può o non si può fare.

Come già detto, la funzione programmatica è la più importante perché, se viene progettata bene, elimina la maggior parte degli equivoci e dei contrasti interni.

Nei casi in cui la funzione programmatica non è ben chiara o viene deliberatamente ignorata da qualche utente, allora i moderatori devono intervenire per garantire il rispetto delle regole.

I moderatori possono rilevare contenuti o comportamenti problematici in tre modi:

  • se ne accorgono direttamente durante la loro attività di utilizzatori
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente dalla propria istanza
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente da un’altra istanza.

Contenuti e comportamenti vengono valutati in base a parametri quali:

  1. gravità intrinseca (quanto il contenuto violi le regole più importanti; es: immagini CSAM, ovvero Child Sexual Abuse Material)
  2. impatto sugli altri utenti (quanto il comportamento sia mirato contro altri utenti; es: comportamento molesto)
  3. ripetitività (quanto sia reiterato il comportamento o spammato il contenuto; es: coprolalia compulsiva o violazione iterativa delle stesse regole)
  4. sfacciataggine/insolenza (volontà deliberata di sfidare le regole o di “aggirarle”; es: produrre contenuti al limite dell’irregolarità con lo scopo di attirare l’attenzione degli altri utenti oppure ignorare gli avvertimenti degli amministratori)
  5. spam (pubblicità commerciale; es: profilo inglese che pubblicizza lotterie on line).

Talvolta, quando si verificano queste casistiche i moderatori cercano di prendere contatto diretto con l’utente per aiutarlo a capire le implicazioni di questi comportamenti, altrimenti è possibile avvalersi degli strumenti espressamente progettati per la moderazione.

In una istanza mastodon le prerogative messe a disposizione dal software ai moderatori a front di una segnalazione consentono a grandi linee sei tipi di interventi:

  1. annullamento della segnalazione
  2. contrassegno del singolo messaggio come “sensibile
  3. contrassegno dell’utente come “sensibile
  4. silenziamento dell’utente (non comparirà più nella timeline generale, ma solo in quella di chi lo segue espressamente
  5. cancellazione del contenuto problematico
  6. sospensione dell’utente che ha violato le regole

Tranne la cancellazione di un contenuto problematico, i provvedimenti sono reversibili (possono essere annullati). Inoltre, da poco più di un anno, Mastodon consente a ciascun utente sottoposto a provvedimento di appellarsi per spiegare meglio le proprie ragioni. Questo offre la possibilità di aprire un dialogo tra utente e staff di moderazione molto utile a capire la problematica e a risolverla anche laddove si sia costretti a intervenire in maniera molto dura (come con l’espulsione) per eliminare un problema rapidamente; tuttavia così facendo il provvedimento comminato non si esplicita automaticamente in una “condanna a morte” virtuale.

Per esempio un utente che condivide un post che istiga al genocidio verrebbe espulso immediatamente (è uno dei casi in cui c’è tolleranza zero), ma grazie alla funzione di appello, quell’utente potrebbe avere la possibilità di spiegare che credeva di aver condiviso un articolo sul genocidio armeno da un quotidiano on line, mentre in realtà per errore aveva condiviso un link turco riportato su quell’articolo.

I moderatori naturalmente sono esseri umani e possono sbagliare; ne sono consapevoli e si aspettano che anche gli utenti possano essere comprensivi in tali circostanze.

Altre volte invece si sentono piuttosto autorizzati a sovrainterpretare alcuni messaggi... Per esempio, se qualche utente ha subito un provvedimento che ritiene ingiusto e decide di utilizzare la funzionalità di “appello” per dire quanto schifosi e servi del potere siano i moderatori che l’hanno espulso e quanto la loro istanza sia una fogna di conformismo, è comprensibile che i moderatori intendano quell’esternazione come un’implicita rinuncia all’appello...

Ad oggi la quasi totalità dei provvedimenti all’interno dell’istanza mastodon.uno riguardano la sospensione di utenze di spam

  1. I messaggi contrassegnati come “sensibili” sono pochissimi e se inizialmente riguardavano qualche immagine di nudo ultimamente sono quasi tutti legati a immagini che mostrano scene di guerra
  2. Non vi sono praticamente utenti contrassegnati come “sensibili” in quanto se vi sono problemi con le loro immagini, gli si spiega che bisogna usare il content warning (l'avviso di contenuto disponibile a ogni utente Mastodon per contrassegnare le immagini in un messaggio o l'intero messaggio)
  3. Il silenziamento dell’utente avviene solo quando un utente con delle criticità non troppo gravi viene redarguito senza successo. In tal caso, il silenziamento diventa un modo per incentivare l’utente a rispondere
  4. La cancellazione dei contenuti problematici è l’unico provvedimento non reversibile e ogni volta che ne viene fatta una si tratta di un piccolo insuccesso, perché indica che le regole dell’istanza non sono state probabilmente espresse con la dovuta chiarezza. Ultimamente comunque è avvenuta molto di rado (ed ha quasi sempre coinvolto utenti che sono stati poi espulsi o che se ne sono andati spontaneamente)
  5. La sospensione di utenti, come già detto, avviene quasi soltanto per i profili di spam e avviene entro cinque/dieci minuti dall’iscrizione. Le altre volte in cui viene praticata è in presenza di utenti che pubblicano contenuti problematici ma non rispondono alle numerose sollecitazioni dei moderatori.

Il clima dell’istanza mastodon.uno è per noi una conferma del fatto che regole chiare e uno staff rapido nell’intervenire possano mitigare il rischio di derive spiacevoli e consentano di togliere quelle tossicità che hanno contraddistinto i social commerciali negli ultimi anni.

La moderazione verso le altre istanze


Un’istanza tuttavia non è una bolla ma, come già detto, una comunità interconnessa con altre comunità; la moderazione non può quindi prescindere da un’analisi del contesto linguistico, tecnologico e culturale nel quale è immersa l’istanza.

Se le regole e la moderazione possono dare a una comunità la forma che si ritiene migliore per liberare l’espressione degli utenti e favorirne le relazioni reciproche, questo diventa molto più difficile quando un numero smisurato di utenti con cui è possibile interagire si trova fuori dal perimetro entro il quale valgono le regole dell’istanza e questo è proprio il caso del Fediverso, ma è anche ciò che rende il Fediverso così interessante rispetto a qualsiasi altro ambiente digitale di socializzazione!

Tentativi di fissare alcune linee guida volontarie


Come già detto, Mastodon è il software che ha avuto la maggior risonanza mediatica, quello su cui “risiede” il maggior numero di iscritti del Fediverso e quello il cui staff di sviluppo ha avvertito prima di tutti l’esigenza di proteggere il proprio marchio da minacce reputazionali provenienti dalla comunità degli utilizzatori.

Mastodon è software libero e pertanto chiunque, nel rispetto delle condizioni di attribuzione e di licenza d’uso, può utilizzarlo liberamente per farci ciò che vuole. D’altronde, il rischio reputazionale che ne consegue è alto: per fare un esempio, un’istanza Mastodon dedita allo scambio di foto e video di abusi su minori, comporterebbe un danno di immagine importante per lo staff di sviluppo, danno che potrebbe essere utilizzato da chiunque desiderasse distruggere lo sviluppo della comunità di utenti. Benché tentativi del genere siano già avvenuti, la comunità dei giornalisti non è (quasi) mai caduta nella trappola di equiparare lo strumento all’uso che se ne può fare, ma per mitigare questo tipo di problemi lo staff di Mastodon ha elaborato una sorta di patto (il cosiddetto Mastodon Server Covenant) tra tutti i server che vogliono aderire per mantenere un livello etico (oltre che tecnologico, con aggiornamenti e livelli di servizio elevati) adeguato, promuovendo una moderazione attiva contro il razzismo, il sessismo, l'omofobia e la transfobia.

Oltre al Mastodon Server Covenant, un peso particolare sul fediverso hanno anche i termini di servizio di MastoHost, il servizio di hosting gestito più utilizzato nel Fediverso. Questi TOS sono ancora più restrittivi rispetto a quelli del Mastodon Server Covenant e costituiscono un freno significativo, dal momento che le soluzioni MastoHost sono sicuramente tra le più semplici per gestire un’istanza Mastodon con molti utenti.

Vi sono poi alcuni tentativi di trovare punti di contatto minimi per regolare la moderazione delle istanze: per esempio, l’amministratore dell’istanza qoto.org, particolarmente insofferente alle limitazioni e ad alcune dinamiche ha proposto un patto alternativo, la cosiddetta UFoI, Federazione Unita delle Istanze, che segnaliamo solo come curiosità, anche perché non ha riscosso molto successo in termini di adesioni.

Resta il fatto che, tranne alcuni esempi (piuttosto disgustosi) di istanze internazionali, è molto difficile che le istanze normali tengano comportamenti divergenti rispetto alle linee guida ricordate in precedenza.

Pertanto i motivi che possono provocare tensioni, silenziamenti o sospensioni di singoli utenti o di tutta l’istanza sono determinati dalla “compatibilità” delle altre istanze o di alcuni utenti con il “clima dell’istanza”. La compensazione tra la sensibilità degli utenti “interni” e quelli “esterni” è lo sforzo più grande che i moderatori di un’istanza devono compiere per rendere “armonica” la propria presenza nel fediverso, ma tutto questo non è sempre possibile. Gli ostacoli maggiori sono dovuti per lo più ad alcuni “disallineamenti” tra istanze che, semplificando molto, possono essere di diversa natura:

  1. disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze (generaliste, tematiche, locali, etc)
  2. disallineamenti dovuti al differente software utilizzato dalle istanze
  3. disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico dell’istanza


Disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze


Mastodon.uno ha da sempre voluto rimarcare la propria natura generalista, laddove generalista non significa solo “non-tematica” o “non-locale” ma vuole acquisire il significato di istanza “aperta a chiunque” (con le dovute eccezioni di cui sopra…), un’istanza cioè nella quale non è necessario appartenere a una particolare città o nutrire un determinato interesse o sposare un preciso orientamento ideologico, ma che consenta al maggior numero di utenti di “stare bene”.

Per ottenere questo sono necessari alcuni accorgimenti di carattere limitativo anche verso le istanze esterne. Questi accorgimenti si esprimono attraverso le seguenti limitazioni verso gli utenti esterni:

  1. defederazione delle istanze che favoriscono espressamente suprematismo, razzismo, omofobia, pornografia infantile, pornografia violenta, terrorismo, genocidio, etc
  2. silenziamento delle istanze che hanno mostrato di tollerare sistematicamente alcuni dei comportamenti precedenti
  3. defederazione o silenziamento delle istanze che favoriscono lo spam pubblicitario, il flooding (pubblicazione di “troppi” messaggi) e i bot
  4. silenziamento di istanze che non tengono a freno i propri utenti in merito a comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  5. ban degli account che pubblicano solo contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  6. ban degli account che tengono comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  7. silenziamento degli account che pubblicano “anche” alcuni contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  8. silenziamento degli account che praticano flooding o che tengono frequentemente e insistentemente comportamenti molesti di lieve entità (interagiscono solo per contraddire maleducatamente l’interlocutore, rispondono con Gif sprezzanti)
  9. eliminazione dei messaggi problematici (quelli con contenuti ricordati nei punti a, c ed f)

Questa linea di condotta presenta diverse ricadute positive per una istanza generalista:

  • ampliamento dei limiti di età e di sensibilità dell’utenza di riferimento
  • possibilità di visualizzare la timeline a monitor anche in luoghi pubblici, senza provare imbarazzo (quei contenuti che vengono definiti NSFW, not safe for work…)
  • possibilità di escludere buona parte dei motivi di disagio che provengono da alcuni contenuti pubblicati e tollerati sui social network come Twitter o Facebook

Naturalmente quste scelte determinano anche alcune limitazioni:

  • diventa difficile seguire le conversazioni nelle quali c’è un messaggio eliminato o il messaggio di un utente bannato, perché quel messaggio non verrà visto dall’utente di mastodon.uno e, soprattutto, la conversazione risulterà “mutila”. L’unico modo per seguire la conversazione è “uscire” dalla propria timeline e visualizzarla da web
  • alcuni utenti del fediverso sembrano non esistere
  • non è facile esplorare pienamente dal proprio account mastodon.uno tutta la pornografia disponibile sul fediverso :–)
  • l’account di mastodon.uno sfortunatamente non consente di interagire liberamente con terroristi, pedofili, suprematisti e criminali

Se l’ultimo punto vi sembra costituire una limitazione spiacevole, allora forse quando vi siete iscritti non avete còlto le sfumature che trasparivano dal nostro regolamento: avete mai pensato che mastodon.uno non sia l’istanza giusta per voi?

Quanto alla pornografia, non abbiamo nulla in contrario, ma confermiamo che l’account mastodon.uno non è il più adatto per godersi il pornoverso.

Riguardo alle prime due limitazioni tuttavia siamo consapevoli che l’utente di mastodon.uno possa ritenere disagevole il non poter seguire una conversazione, ma questa eventualità si verifica assai di rado. Gli utenti bannati su mastodon.uno ma ancora attivi nel fediverso sono molto pochi, nell’ordine di una decina, e il ban spesso ha una durata limitata.

Disallineamenti dovuti al differente software utilizzato


In alcuni casi alcuni software del Fediverso possono generare messaggi non facilmente intellegibili per gli utenti Mastodon; in altri casi gli amministratori di istanze basate su software diversi non hanno strumenti di moderazione adeguati; altre volte ancora alcuni messaggi possono risultare così lunghi da occupare una ventina di schermate della timeline; altre volte, i meccanismi di pubblicazione di alcune istanze portano alla pubblicazione di decine e decine di messaggi nell’arco di pochi secondi.

In casi del genere diventa necessario silenziare alcuni account perché creerebbero un disagio notevole sulla timeline generale.

A causa di strumenti di moderazione quasi mai interoperabili, inoltre, un’istanza potrebbe non accorgersi in tempi rapidi della pubblicazione di tanti contenuti problematici e questo potrebbe determinare una defederazione dell’istanza poco reattiva.

Per esempio, un gruppo di utenti potrebbe iscriversi a un’istanza Friendica per molestare altri utenti di un’istanza Mastodon. Le segnalazioni degli utenti mastodon però non giungerebbero mai all’amministratore di Friendica che potrebbe non intervenire mai sui propri utenti. Se questi attacchi fossero frequenti e ingestibili, a quel punto gli amministratori dell’istanza mastodon potrebbero addirittura trovarsi costretti a defederare cautelativamente l’intera istanza, in attesa di riuscire a mettersi in contatto con l’amministratore di Friendica

Disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico


Per spiegare bene cosa vogliamo intendere, presenteremo un esempio realistico che rappresenta bene come alcuni problemi di “compatibilità” accettabili possono diventare critici in base all’intensità e alla frequenza con cui si verificano.

Mastodon.uno è un’istanza laica e, sebbene tenda a essere piuttosto permissiva nei confronti di alcune espressioni blasfeme, come le bestemmie “espressive”, ha spesso posto dei limiti forti alla blasfemia come strumento per offendere la sensibilità religiosa di alcuni utenti.

In alcune istanze tuttavia, la bestemmia non viene solo considerata una libera manifestazione espressiva, ma un irrinunciabile espressione di orgoglio identitario; inotre vengono spesso favorite tutte le possibili combinazioni figurative che portino a risultati blasfemi.

Questa differenza di approccio rende incompatibile la presenza di alcuni messaggi nella timeline generale di mastodon.uno e, nel caso di alcuni utenti particolarmente compulsivi, rende necessario il silenziamento di quegli utenti.

Sappiamo che questa nostra attenzione verso la sensibilità di alcuni nostri utenti costituisce una “vulnerabilità” che può essere usata per minare la fondatezza del nostro approccio alla moderazione e può essere utilizzata per creare veri e propri paradossi (“un’istanza laica che punisce le bestemmie è in realtà un’istanza confessionale che finge di essere laica. E questo dimostra che a mastodon.uno piace censurare!”), ma sinceramente non abbiamo ancora trovato un modo per superare questo tipo di paradossi.

Di fronte a questi comportamenti abbiamo praticato strategie (lo ammettiamo) non sempre coerenti, utilizzando di volta in volta gli strumenti messi a disposizione di Mastodon, ma cercando di applicare il principio base di un amministratore di istanza: bilanciare il mantenimento di “un buon clima” con le necessità di consentire “il massimo ricambio d’aria”.

Infatti, seppur comprendiamo la perplessità di alcuni utenti, facciamo notare che molti di quegli utenti che sembrano avere un approccio provocatorio, sono effettivamente provocatori: non solo sono perfettamente consapevoli che il loro comportamento avrà ripercussioni su mastodon.uno, ma spesso cercano deliberatamente l’occasione per farsi bannare e, aprendo una serie di discussioni sulla presunta vocazione censoria di mastodon.uno, attirare l’attenzione su se stessi e massimizzare la propria visibilità.

Il problema dei disallineamenti presenta perciò un impatto piuttosto basso che tuttavia può aumentare in base alla presenza di utenti più versati alla provocazione e alla polemica.

.uno contro tutti e guerre tra istanze


Il problema più grande però si verifica quando un’istanza A che condivide valori diversi da un’istanza B, diventa un ambiente favorevole alla proliferazione di utenti ostili all’istanza B.

A questo proposito, l’istanza mastodon.uno ha spesso dato l’impressione di mostrare un atteggiamento vittimista o, d’altra parte, di sottovalutare il fatto che, “se tanti utenti ce l’hanno con l’istanza, forse un motivo c’è”; noi però riteniamo che alcune circostanze sistemiche aiutino a fare luce su questa percezione:

  1. effetto moltiplicatore: mastodon.uno è l’istanza italiana più grande per numero di utenti e perciò gli utenti che hanno avuto problemi con mastodon.uno sono fisiologicamente di più rispetto a quelli che hanno avuto problemi con altre istanze
  2. entità del danno percepito: un utente che si veda tagliato fuori da un’istanza da 70.000 utenti può sentirsi piuttosto danneggiato e risentito rispetto a essere escluso da un’istanza da 1.000 utenti
  3. acceleratori del contagio: utenti ostili a mastodon.uno (chi vuole “vendicarsi” da vecchi provvedimenti disciplinari, chi ha problemi con le istanze “troppo grandi”, chi non ritiene abbastanza etico il suo approccio, chi prova antipatia per i suoi moderatori, chi vuol vedere di nascosto l’effetto che fa...) in cerca di solidarietà presso altre istanze cercheranno di fare leva su eventuali diversità di valori rispetto all’istanza mastodon.uno per trasformare quella diversità in una possibile trincea
  4. ostilità che scala a livello di istanza: quando la trincea è stata tracciata diventa più facile sviluppare una narrazione polarizzata in cui c’è da una parte l’istanza mastodon.uno e dall’altra “la nostra istanza” o “istanze come la nostra” e a quel punto, ogni difetto trovato per mastodon.uno diventa un punto di merito per la propria istanza.

Se pertanto le lamentele di mastodon.uno verso alcuni utenti ostili e ad alcune istanze compiacenti sono apparse improntate al vittimismo -e sappiamo bene che è sembrato proprio così- vogliamo far riflettere sul fatto che mastodon.uno più di tutte le altre istanze si presta ad essere oggetto di attacchi, ma questo non è legato né alla presunta “cattiveria” di chi ci attacca, né alla nostra presunta “spregevolezza” nel quadro degli attori del Fediverso italiano, ma solo a fattori “numerici”.

Naturalmente a volte si verificano anche situazioni al limite del patologico laddove alcuni ex moderatori di mastodon.uno dicono peste e corna di mastodon.uno ad alcuni utenti mastodon.uno per “strapparli” a mastodon.uno e portarli nella propria istanza (e nel proprio “gruppo di supporto” matrix) per trascorrere parte del proprio tempo a… parlare male di mastodon.uno. Ma queste vicende sfuggono alla presente trattazione perché non riguardano tanto la sociologia del Fediverso quanto la psicologia di alcuni individui.

Come abbiamo visto, il numero di provvedimenti presi contro certi utenti e i “disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico” possono alimentare un percorso che conduce a una vera e propria ostilità tra due istanze.

I rapporti tra le istanze del Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

Mastodon.UNNO


No, mastodon.uno non è mai stata la prima istanza del fediverso italiano ma è stata la prima istanza italiana a voler creare un ambiente generalista e non connotato politicamente, guardando con spirito di emulazione all’approccio adottato da molte delle istanze internazionali più inclusive, prima tra tutte mastodon.social.

Il numero straordinario di utenti che si sono iscritti nella nostra istanza e la loro natura meno caratterizzata rispetto al passato delle altre istanze, che ha anche contribuito a cambiare gli equilibri demografici del Fediverso italiano (la comunità geek o quella anarchica costituivano gran parte del nucleo originario, mentre oggi la gran parte della popolazione è costituita da utenti molto meno caratterizzati), è probabilmente dovuto a questa nostra scelta ma l’arrivo di tutti questi nuovi utenti è stato visto come una specie di invasione unna e noi siamo consapevoli di questa percezione, ma probabilmente ci sfuggono ancora alcune implicazioni.

Volenti o meno, in questo momento, occupiamo una posizione così tanto rilevante nel Fediverso italiano che dobbiamo fare i conti con il nostro peso e dobbiamo essere ancora più consapevoli di quanto sia urgente rivalutare frequentemente alcuni dei provvedimenti assunti verso certi utenti che magari con il loro pessimo carattere e le loro tossicità si sono meritati ban e silenziamenti, ma che credono nel Fediverso e, magari in modi che non condividiamo o in cui non crediamo, operano per il suo sviluppo.

La critica degli utenti verso altre istanze


Ogni utente ha il diritto di criticare altre istanze, ma la critica ripetuta e ossessiva verso un’istanza è un atteggiamento che non abbiamo mai ritenuto accettabile. Quando ci siamo accorti che alcuni nostri utenti avevano iniziato a criticare altre istanze abbiamo sempre avuto questo approccio:

  • verifica del problema
  • valutazione sulla portata generale (impatta sui nostri utenti?) o particolare (riguarda solo chi se ne lamenta?) del problema
  • tentativo di contribuire alla risoluzione del problema, anche prendendo contatto con gli amministratori dell’altra istanza

Una volta giunti alla terza fase, che il problema sia risolubile o meno, l’utente viene sempre invitato a non proseguire le sue tirate contro l’istanza, Infatti:

  • se il problema è stato risolto, allora non ha senso rivangare il passato
  • se il problema non è risolvibile (ricade nella legittima diversità tra istanze) o non è un problema, allora non ha senso continuare a discuterne.

Lasciare che un utente iscritto alla propria istanza critichi continuamente un’altra istanza è infatti un comportamento irresponsabile, sia nel senso della vigliaccheria sottesa (lasciare che siano gli utenti a criticare, invece di prendere direttamente posizione come amministratori), sia nel senso dell’incapacità di valutare l’impatto negativo di quelle polemiche (potenzialmente irrisolubili) per il clima degli utenti di tutto il Fediverso.

Se si ritiene che un’istanza abbia un’influenza negativa, allora è sempre possibile silenziarla o defederarla, ma alimentare un clima di ostilità è inaccettabile.

Se gli amministratori di istanza non tengono a freno le tossicità che i propri utenti rilasciano nel fediverso, essi vengono meno a quel ruolo fondamentale che vede negli amministratori, anche quelli delle istanze monoutente, il perno dello sviluppo sostenibile del Fediverso e del suo clima.

Prese di posizione degli amministratori verso altre istanze


Qualcosa del genere va considerato riguardo alle “schermaglie” tra amministratori di istanza.

Noi riteniamo che le prese di posizione “ufficiali” degli amministratori di un’istanza contro altre istanze o verso i rispettivi amministratori siano legittime, ma abbiamo dovuto riscontrare che queste generano gravi conseguenze sul clima generale.

In passato noi amministratori di mastodon.uno abbiamo espresso critiche negative verso altre istanze, soprattutto in base alla nostra sensibilità, alla nostra valutazione di episodi che abbiamo ritenuto tossici o gravi, ma soprattutto perché eravamo convinti che quelle istanze fossero inadeguate e inospitali per la maggior parte dei nuovi utenti, quelli che non sapevano cosa avrebbero già trovato, ma che piuttosto assaggiavano il Fediverso per la prima volta. Istanze che aumentavano il rischio di abbandono dei nuovi utenti.

Per usare una metafora culinaria, a chi vuole assaggiare per la prima volta la cucina italiana, non è opportuno far assaggiare le milze in padella con la salvia e l’agresto, ma è meglio servire delle tagliatelle al ragù. Alla vista delle interiora, l’avventore potrebbe pensare che tutta la cucina italiana sia una cucina povera a base di frattaglie e strane salse: potrebbe apprezzare, ma più probabilmente potrebbe ritenere i sapori della cucina italiana troppo forti.

Se queste erano le motivazioni che ci hanno spinto a esprimere quelle valutazioni, possiamo dire, con il senno di poi, che abbiamo sbagliato. Le nostre critiche erano basate su presupposti scorretti e l’esperienza degli anni successivi ci ha dimostrato che il tasso di persone che si alzano da tavola e scappano via è molto meno legato quanto sembri al tipo di piatti serviti, quanto più ad aspetti che per noi (noi abituati alla cucina italiana) sono meno importanti: il tempo per raggiungere il ristorante (velocità del software), presenza di rampe e bagni accessibili (ergonomia almeno passabile), un menù facile da leggere (timeline? chi ha detto timeline?), forchette comode e coltelli taglienti (funzioni di ricerca decenti)… Fuor di metafora, tutti problemi di natura logistica che non dipendono dalla singola istanza.

Ora, queste nostre prese di posizione non hanno probabilmente dato un contributo utile agli utenti, ma soprattutto hanno contribuito a creare onde lunghe costituite da reazioni polemiche che non sono mai realmente finite, neanche ora che il fediverso italiano è cresciuto esponenzialmente.

Le recenti critiche sul Fediverso italiano


Le più importanti critiche al Fediverso italiano che abbiamo letto in questi giorni a proposito di una conflittualità troppo alta che ne peggiora l’esperienza d’uso sono state espressamente rivolte verso di noi, in merito all’impatto che avrebbe la nostra politica di ban e silenziamenti.

La nostra valutazione è che queste critiche sopravvalutano esageratamente il numero di questi provvedimenti, lasciano trapelare l’eccessivo autocompiacimento dell’autore, spesso non colgono l’obiettivo, mostrano una certa incompetenza degli strumenti di moderazione e si concentrano sulla predisposizione rancorosa e ossessiva di alcuni personaggi piuttosto irrilevanti nell’ecologia del Fediverso.

Certe soluzioni suggerite inoltre non contribuirebbero né a un miglioramento del Fediverso né costituirebbero un freno a certi comportamenti: l’idea del “museo della vergogna: un account di istanza che pubblica tutte le conversazioni più rancorose contro mastodon.uno…” sarebbe sicuramente divertente anche per noi, ma (al di là delle implicazioni di carattere morale) diventerebbe un pessimo esempio di amplificazione del rancore.

Malgrado questo abbiamo apprezzato alcune analisi, anche quelle sulla moderazione, perché potrebbero rappresentare bene come lo scenario appaia all’esterno.

In particolare accettiamo questo invito:

Ma la cosa più importante è che mastodon.uno imparasse a gestire le crisi in maniera meno dilettantesca”

Ovviamente siamodilettanti” (nessuno ci paga per il lavoro che facciamo...), ma, altrettanto ovviamente, non crediamo affatto di esseredilettanteschi” (ma in fondo, se lo fossimo come potremmo accorgercene?).

Ma se questa è l’impressione avuta da un utente che, pur con i suoi pregiudizi e le sue lacune tecniche, ha mostrato una attenta capacità di analisi, allora dobbiamo sentire la responsabilità di migliorare alcune nostre iniziative di carattere comunicativo e gestionale, o più precisamente, cercheremo di dare alle nostre future iniziative di carattere gestionale una copertura comunicativa più mirata e trasparente rispetto a quella che abbiamo offerto finora.

Soprattutto cercheremo di prestare una maggiore attenzione ai riscontri dei nostri utenti, ma anche ai riscontri di quegli utenti esterni che, pur non facendo parte della nostra istanza, sono ormai anch’essi parte della nostra comunità e che contribuiscono a rendere la nostra stessa comunità più diversa, più stimolante, più interconnessa e quindi più viva.


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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
informapirata ⁂

@PetroliniVideo ricordo bene: era marzo ed eravamo in una di quelle fasi in cui andava di moda lanciare bestemmie a caso e poi rimanere sulla riva del fiume ad attendere qualche reazione di cui sorprendersi...

Comunque non sono affatto sorpreso: gli utenti i cui messaggi vengono moderati ritengono spesso che il moderatore abbia interpretato male o per limiti cognitivi o per evidente malafede

@fediverso

Unknown parent

lemmy - Collegamento all'originale
filippodb - fddt

ho controllato il tuo account e non c'è alcuna limitazione nonostante tu sia stato segnalato ben 14 volte (!) da altri utenti per violazioni del regole, fra l'altro molti da altre istanze:

Image/Photo

posso dirti solo che m1 è un'istanza aconfessionale e di quello che dicono i cattolici ce ne può fregare fino a un certo punto, tanto che abbiamo l'account ufficiale dell'unione Atei e degli Agnostici Razionalisti che li randella tutti i giorni e nessuno se ne lamenta anzi sono fra i messaggi più condivisi e popolari su M1
detto questo quello che hai scritto non è vero, non ho lo screenshot ma di sicuro nessuno perde tempo a segnalare queste affermazioni sulle madonne nere, anzi riceveresti solo valanghe di condivisioni. Nessuno censura una frase del genere che di fatto non viola alcuna regola. Abbiamo però una regola che vieta il turpiloquio gratuito ed eccessivo ma questa c'è anche su livellosegreto e altre istanze. Questo per non far scendere le discussioni al livello di rutti da osteria.

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