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Disobbedienza civile per l’autocoltivazione di cannabis: quattro anni per un’archiviazione


Quattro anni fa ho portato una pianta di cannabis in Parlamento. Era un’azione di disobbedienza civile.


Nel 2020 l’Italia come il resto del mondo era in lockdown e io, insieme ad altre 2.500 persone, ho preso parte all’iniziativa “Io Coltivo” promossa da Meglio Legale, Associazione Luca Coscioni e decine di altre organizzazioni antiproibizioniste. L’iniziativa prevedeva la coltivazione pubblica di cannabis per uso personale e l’autodenuncia per il fatto compiuto: l’obiettivo era quello di affermare la non punibilità penale della coltivazione ad uso personale, ma anche quello di attirare l’attenzione pubblica sulla necessità di riformare le leggi italiane in materia di cannabis.

Nonostante un divieto del Questore di Roma, il 25 giugno 2020 con la mia pianta fiorita sono andato a Piazza Montecitorio per autodenuciarmi per aver coltivato cannabis. Come previsto sono stato prontamente fermato dalle forze dell’ordine e portato in commissariato da cui sono uscito con due denunce: una per disobbedienza all’autorità (art. 650 cp) e una per aver coltivato la mia pianta (art. 73 Testo unico stupefacenti).

Da quel giorno sono appunto passati quattro anni e solo qualche giorno fa, grazie al lavoro dell’avvocato Raffaele Minieri, siamo riusciti a ottenere la richiesta di archiviazione da parte della PM al Giudice per le indagini preliminari.

La PM nella sua richiesta ha dichiarato che non esistono i presupposti legali per procedere contro di me e contro gli altri imputati. In particolare, il provvedimento del Questore di Roma della sera precedente la manifestazione antiproibizionista che vietava il possesso di piante di cannabis durante l’evento per “motivi di ordine e sicurezza pubblica”, è stato ritenuto troppo generico e privo di fondamento legale concreto. Il divieto, infatti, non specificava quali comportamenti avrebbero integrato un reato, né indicava le norme precise che si intendevano tutelare.

Ma c’è di più. Non essendo emersa alcuna evidenza di attività illecita durante la manifestazione ed avendo la mia pianta (e la mia coltivazione) chiaramente un fine di utilizzo personale, non si configurava alcun reato. Proprio la Cassazione infatti, come in questi anni abbiamo ripetuto senza sosta, ha più volte chiarito che la coltivazione domestica di un numero limitato di piante coltivate con mezzi rudimentali e destinate all’uso personale non è punibile.

Questa posizione, confermata dalla giurisprudenza più recente, ha aperto la strada alla richiesta di archiviazione, che ora attende solo la conferma del Giudice per le indagini preliminari. Il Pubblico Ministero ha infatti sottolineato l’infondatezza della notizia di reato, evidenziando l’assenza di elementi concreti per sostenere un’accusa in giudizio.

Quindi cosa rimane di questa iniziativa?

Quattro anni per arrivare ad un’archiviazione in un paese con 6 milioni di consumatori, capiamo bene essere una follia: in termini di soldi che una persona deve metterci per potersi difendere, di conseguenze personali che se ne ricavano, ma anche di costi per la società. Anche per chi non consuma e nulla ha a che spartire con questa pianta.

Per quattro anni il mio fascicolo ha contribuito ad intasare la scrivania della PM che si è dovuta studiare il mio caso e mettersi a lavorare per formulare una richiesta di archiviazione. Con lei hanno lavorato i funzionari del tribunale e un giudice presto verrà scomodato per mettere fine a questo sperpero di risorse pubbliche. Oltre a questo dobbiamo considerare lo spreco di tempo ed energie delle forze dell’ordine che per un’intera mattinata hanno inseguito me (e ogni giorno inseguono persone come me) invece di dedicare il proprio tempo al contrasto della criminalità.

Tutte queste figure hanno giustamente fatto il loro lavoro in questi 4 anni. La responsabilità di ciò che quotidianamente accade non è loro: una legge vecchia e obsoleta glielo impone, costringendoli a inseguire persone che coltivano senza infastidire nessuno e con l’unico scopo di autoprodursi dei fiori che altrimenti comprerebbero al mercato nero.

L’unica responsabilità di questo insensato accanimento è del Parlamento e del Governo: di una legge che non funziona ma non cambia, perché utile all’ideologia moralizzatrice di chiunque arrivi a Palazzo Chigi.

La mia e la nostra battaglia condotta insieme a Meglio Legale e l’Associazione Luca Coscioni è la battaglia di chi guardando appena fuori dai confini nazionali si rende conto che la legalizzazione è la strada giusta.

L'articolo Disobbedienza civile per l’autocoltivazione di cannabis: quattro anni per un’archiviazione proviene da Associazione Luca Coscioni.

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Eutanasia tra arte e politica


«In Spagna abbiamo una legge sull’eutanasia ma dovrebbe esserci in tutto il mondo»

(P. Almodovar)

Cacciata fuori dalla porta della politica, l’eutanasia rientra dalla finestra dell’arte e della cultura.

Il film di Almodovar su una storia di eutanasia vince il festival del cinema di Venezia. Pochi giorni prima Olivero Toscani aveva reso pubblica la sua malattia e la possibilità di ricorrere all’eutanasia: “Vivere vuol dire anche morire, eppure nessuno parla della morte”. Nelle stesse settimane, il musicista Giovanni Allevi: “Lo Stato dovrebbe dare a tutti la possibilità di scegliere il modo in cui terminare la propria vita, lo Stato non può intromettersi in questioni così delicate ed individuali per questioni ideologiche. Così è avvenuto nel caso dell’aborto e divorzio, grandi battaglie del passato”. Non si rivolge nemmeno alla politica Ornella Vanoni: “In Italia non c’è l’eutanasia? Si trova sempre un modo per decidere quando e come andare via”.

Sarebbe sbagliato pensare che sia diventato un tema “di moda”, destinata a passare velocemente. La malattia e la morte restano questioni difficili da affrontare. Se ne parla quando non se ne può fare a meno. E sono ormai vent’anni che arrivano segnali forti dal mondo della cultura (il film “mare dentro” è del 2004, poi “le invasioni barbariche”, “Million dollar baby”, “il Colibrì” e molti altri).

L’arte tratta l’eutanasia non perché faccia tendenza, ma perché è una realtà sociale sempre più presente nel vissuto delle persone, sul quale si radica l’espressione artistica. E lo sarà sempre di più, dal momento che il progresso medico-scientifico allunga il processo del morire.

Nel frattempo, il Parlamento italiano rinvia di altri 6 mesi (come minimo) l’esame della legge sull’aiuto alla morte volontaria, nonostante siano passati 6 anni dal primo sollecito della Corte costituzionale sulla disobbedienza civile per Dj Fabo. Non c’entra nulla la popolarità della questione, visto che tutti i sondaggi danno l’opinione pubblica largamente favorevole alla legalizzazione dell’eutanasia. C’entra invece il cattivo funzionamento della democrazia, che permette a classi dirigenti autoreferenziali di seguire prioritariamente l’esigenza di evitare spaccature interne e tensioni col Vaticano, invece di dare risposte alle urgenze delle persone.

Con l’Associazione Luca Coscioni, provammo a dare quelle risposte col referendum, ma la Corte presieduta da Giuliano Amato ce lo impedì. Da due anni abbiamo ripreso le disobbedienze civili, e stiamo ottenendo risultati importanti in applicazione delle sentenza su Dj Fabo e delle altre autodenuncie per le quali ormai siamo in 13 disobbedienti a essere coinvolti in 7 inchieste. Proprio mentre scrivo queste righe abbiamo appena reso possibile un miracolo laico: dopo che Zaia in Veneto e Fontana in Lombardia avevano aperto alla nostra proposta di legge regionale “Liberi Subito”, persino Salvini ha abbandonato la linea del proibizionismo assoluto, dando alla Lega “libertà di coscienza” sul tema. Nulla è impossibile!

Fare rientrare l’eutanasia dalla porta principale della politica è fondamentale non solo per aiutare chi soffre, ma anche per recuperare un minimo di credibilità alla stessa democrazia. Perciò insistiamo.

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Sul CBD quante altre sospensive occorrono per desistere dalla tabellazione?


Il 10 settembre il TAR del Lazio ha nuovamente sospeso il Decreto del Ministro della Salute Orazio Schillaci entrato in vigore all’inizio di agosto che inseriva in tabella composizioni orali contenenti CBD naturale.


“Nel mese di luglio l’Associazione Luca Coscioni aveva richiesto e ottenuto dal Ministero della Salute gli atti istruttori predisposti anche dall’Istituto Superiore della Sanità a sostegno della decisione del Ministro Schillaci di insistere, come già preparato dal suo predecessore Roberto Speranza, con la tabellazione delle composizioni orali contenenti CBD naturale rendendole disponibili solo previa ricetta medica” ha dichiarato in una nota Marco Perduca che aveva coordinato quella richiesta. “Dai documenti ottenuti, che abbiamo pubblicato sul sito dell’Associazione Luca Coscioni non emergeva alcun elemento che potesse giustificare quella decisione, ma il Ministro ha pensato bene, cioè male, di procedere con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale senza aspettare l’udienza già fissata dal TAR del Lazio per metà settembre.

“In tempi in cui si sono aperti dossier nei confronti di un ex ministro per danno erariale” conclude Perduca “quanto tempo e risorse saranno ancora sprecate dal Governo per una decisione non solo antiscientifica ma non in linea con le convenzioni Onu, che non classificano il CBD tra le sostanze stupefacenti, né col diritto europeo che impedisce restrizioni commerciali a beni legalmente prodotti e distribuiti da altri stati appartenenti al mercato unico?”

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Presentazione del libro “Iran a mani nude” di Mariano Giustino

[quote]Storie di donne coraggiose contro ayatollah e pasdaran di Mariano Giustino INTRODUCE Andrea Cangini, Segretario generale Fondazione Luigi Einaudi OLTRE ALL’AUTORE INTERVERRANNO Masih Alinejad, attivista per i diritti umani, giornalista e scrittrice Flavia Fratello, giornalista La7 Fariborz Kamkari,


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Webinar precongressuale “Carne coltivata. Superare le proibizioni per godere delle innovazioni”


Eumans e Associazione Luca Coscioni presentano il webinar precongressuale Carne coltivata. Superare le proibizioni per godere delle innovazioni, in occasione del lancio dell’Iniziativa dei Cittadini Europei, Stop Cruelty Stop Slaughter, che chiede incentivi europei per la produzione di carne coltivata.

L’appuntamento è per martedì 24 settembre dalle ore 13.00 alle ore 15.00, in diretta sul canale youtube di Associazione Luca Coscioni.


Si passeranno in rassegna gli ultimi sviluppi sulla “carne coltivata” , tra proibizioni antiscientifiche in alcuni paesi (dopo l’Italia è il caso dell’Ungheria), passando per la richiesta d’esame giunta ufficialmente all’autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che dovrà esprimersi per la prima volta su questo prodotto.

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Un paio di giorni fa in un servizio del Tg1, l'intervento del fisico del clima, Antonello Pasini è stato tagliato. Diceva "La presenza persistente degli anticicloni africani, impronta digitale del cambiamento climatico nel Mediterraneo, ha caricato la nostra atmosfera di una grande quantità di energia"
La parte della frase sul cambiamento climatico è scomparsa.
Nel 2024 il fatto che ci siano ancora alcuni governi e relative tv di stato che fanno negazionismo climatico è davvero incredibile.
in reply to Stefano Tartarotti

d'accordo al 100%, è un atto politico molto grave e dimostra quanto la TV di stato sia allineata alle politiche del governo. Concentrandosi per un attimo solo sulla vignetta, in ogni caso, la mucca sub e il muro d'acqua sono stupendi.
in reply to Stefano Tartarotti

Ma credo sia colpa di chi gestisce il TG1, perché su altri canali non ho notato questo.


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La Piattaforma digitale è finalmente stata attivata


Marco Cappato e Lorenzo Mineo commentano: “È un risultato storico” “Dopo quattro anni di nostra mobilitazione in ogni sede, finalmente è stato adottato il decreto della Presidente del Consiglio che fa entrare in funzione la piattaforma pubblica per le sot

Marco Cappato e Lorenzo Mineo commentano: “È un risultato storico”


“Dopo quattro anni di nostra mobilitazione in ogni sede, finalmente è stato adottato il decreto della Presidente del Consiglio che fa entrare in funzione la piattaforma pubblica per le sottoscrizioni digitale di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare – hanno commentato a caldo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente di Eumans, il movimento di cittadini da lui fondato, e Lorenzo Mineo, che coordina la campagna sulla piattaforma per Eumans.

Esprimiamo intanto la nostra soddisfazione per un risultato storico che, sulla scia di quanto ottenuto per la raccolta firme sui referendum Eutanasia e Cannabis nel 2021, prosegue nella direzione dell’utilizzo delle tecnologie digitali al servizio della partecipazione democratiche.

Nello stesso tempo, non possiamo non constatare come questo provvedimento arrivi con un ritardo di oltre due anni e mezzo nell’applicazione della legge istitutiva della piattaforma, che avrebbe dovuto essere attiva dal 2022, a conferma della convenzione antireferendaria che vige in Italia, e della scarsa attenzione allo stato di diritto, che dovrebbe essere la base minima di una democrazia.

Il prossimo passo che chiediamo a Parlamento e Governo di compiere è quello dell’utilizzo della piattaforma anche per la raccolta delle firme per la presentazione di liste e candidati alle elezioni. È fondamentale poi che la piattaforma sia da subito messa a disposizione per Regioni e Comuni per la raccolta firme anche sulle iniziative popolari a livello locale.

L’elevato tasso di astensionismo e la sfiducia crescente nelle istituzioni indicano l’urgenza di compiere un percorso verso un vero e proprio portale delle democrazia, che metta le persone in grado di conoscere ed attivare con facilità i propri diritti politici e civili fondamentali”.

Mario Staderini, da anni protagonista della campagna su questo obiettivo e promotore del ricorso all’ONU che ha portato alla condanna dell’Italia nel caso Staderini De Lucia VS Italy per violazione dei diritti politici dei cittadini in materia di referendum, ha dichiarato: “Con la piattaforma pubblica si completa una rivoluzione copernicana nell’esercizio dei diritti politici e grazie al digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti.

È il risultato di anni di battaglie e una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. D’ora in poi – ha aggiunto – quando il Parlamento farà una brutta legge i cittadini avranno subito la possibilità di presentare un referendum così come potranno inserire nell’agenda politica temi e argomenti che altrimenti sarebbero esclusi”.

➡ Approfondimento


Dal 25 luglio 2024, la piattaforma governativa per la firma dei referendum è una realtà, l’epilogo di un lungo percorso iniziato grazie a una serie di iniziative politiche e giudiziarie avviate nel 2015 che hanno trovato un punto di non ritorno nel 2019 con il caso Staderini-De Lucia v. Italy, quando le Nazioni Unite hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta. Grazie a quei ricorsi l’ONU ha imposto all’Italia di rimuovere gli “irragionevoli ostacoli” alla raccolta firme introdotti da una legge del 1970.

La necessità di rivedere le norme sulla raccolta firme discendente da questa condanna spinse il Parlamento ad adottare una norma nella legge di bilancio 2020 che prevedeva la realizzazione di una piattaforma per le sottoscrizioni digitali attesa per gennaio 2022.

Da allora, due provvedimenti legislativi hanno disciplinato il funzionamento tecnico della piattaforma: il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 settembre 2022 e il decreto legge del 18 ottobre 2023 che ha trasferito al Ministero della Giustizia la titolarità della piattaforma. Quest’ultimo provvedimento ha allungato ulteriormente i tempi di pubblicazione della piattaforma dopo il lavoro di predisposizione che era stato ultimato dal Governo Draghi grazie al lavoro del Ministro per la transizione digitale Vittorio Colao.

Questo susseguirsi di modifiche di leggi non sarebbe mai diventato centrale se l’Associazione Luca Coscioni non avesse dimostrato nel 2021 che, una volta eliminati gli ostacoli burocratici alla raccolta firme, la democrazia online è non solo possibile ma anche popolare. In assenza della piattaforma pubblica, grazie a un emendamento presentato dal deputato Riccardo Magi a luglio 2021 si è ottenuta la possibilità di raccogliere firme digitali su referendum e iniziative popolari attraverso piattaforme private.

Grazie a questa congiunzione di disponibilità istituzionali e assunzione di responsabilità politica ed economica, l’Associazione Luca Coscioni in due mesi ha raccolto quasi 1 milione di firme online sui referendum Eutanasia Legale e Cannabis Legale. Firme debitamente accertate e accettate dalla Corte di Cassazione entro i termini di legge.

Le piattaforme private prevedono naturalmente costi per il servizio che offrono, costi che possono essere a carico dei comitati promotori o dei firmatari ma non forniscono il servizio per il richiesto “accoppiamento” tra le firme autenticate e i corrispondenti certificati di iscrizione alle liste elettorali, richiesto a chi coordina la campagna raccolta firme. I costi (quasi 1,50 ero a firma) e l’interazione coi comuni ancora non attrezzati per il rilascio di documenti digitali nelle 24 ore previste dalla legge, possono disincentivare l’utilizzo dello strumento della firma online..

La piattaforma pubblica e gratuita ovvia questi penultimi ostacoli; penultimi perché, come evidenziato dall’ONU nel caso Staderini – De Lucia v. Italy, manca l’obbligo per il servizio pubblico radiotelevisivo di garantire l’informazione durante la raccolta firme e non a cose fatte.

Nell’estate del 2022, Eumans ha lanciato un’iniziativa denominata Referendum e Democrazia con l’intenzione di presentare liste per le elezioni politiche di quell’anno attraverso la sottoscrizione online dei moduli. Dopo una serie di appelli pubblici a Parlamento e Governo, una diffida alla Ministra dell’Interno e un digiuno di dialogo di una dozzina di militanti, piuttosto che lamentarsi di non esser riusciti nell’impresa sono state compilate liste per i collegi uninominali e plurinominali per tutti i collegi di Camera e Senato e per la circoscrizione Europa. In una dozzina di casi sono state raccolte le necessarie sottoscrizioni online – raccolte sulla piattaforma privata, quindi con costi a carico dei promotori o di chi firmava – e le liste sono state presentate di persona in tutte le Corti d’appello.

A fronte di un silenzio istituzionale a seguito di appelli pubblici e, quindi, del rigetto di tutte le liste, seppur con motivazioni diverse da città a città, sono stati incardinati una decina di ricorsi che hanno portato alla decisione del Tribunale di Civitavecchia di inviare alla Corte Costituzionale la questione presentata da Carlo Gentili, che per la sua malattia non può firmare manualmente. L’udienza è prevista entro la fine del 2024.

Facendone un tema centrale per tutta la cittadinanza e anche per chi, soffrendo di disabilità grave, senza il digitale avrebbe vissuto una discriminazione nell’accesso ai diritti politici, l’Associazione Luca Coscioni ed Eumans si sono impegnate costantemente in questi anni: dopo le oltre 30.000 firme per presentare le liste nell’estate del 2022 sono state raccolte oltre 47mila sottoscrizioni su una lettera-appello di Marco Gentili che chiede al governo di rilasciare in tempi rapidi la piattaforma pubblica ampliandola anche a questioni elettorali. Quando è stato necessario sono stati fatti digiuni di dialogo come quelli di Lorenzo Mineo e Virginia Fiume nel 2021 e 2022.

L'articolo La Piattaforma digitale è finalmente stata attivata proviene da Associazione Luca Coscioni.


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La Consulta non elimina il requisito del “trattamento di sostegno vitale” per essere aiutati a morire, ma fa passi avanti, nonostante le richieste del Governo. Siamo pronti ad affrontare i nuovi processi e disobbedienze civili.

associazionelucacoscioni.it/no…


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Quando a votare e' l'AI (Diffondete, per piacere ?)

VI ASPETTO NUMEROSI!

Nell’ambito del ciclo Dialoghi Copernicani, vi invito a partecipare oggi martedì 25 giugno alle 21:00 all’incontro “Quando a votare sono le Intelligenze artificiali” con Enico Fagnoni imprenditore, fondatore e CEO di LinkedData.Center, fondatore e CTO di Mopso.

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in reply to quinta :ubuntu:

Durante l’ultima assemblea della Associazione Copernicani, Enrico Fagnoni ha presentato PolisOrbis, un innovativo strumento di sondaggi. Utilizzando algoritmi di machine learning, il sistema identifica in tempo reale opinioni, statement divisivi e bipartisan. Fagnoni ha sperimentato l’inclusione di un’Intelligenza Artificiale, che ha votato e proposto statement come un membro umano.

./..

in reply to quinta :ubuntu:

Qui la sua riflessione sull’esperimento di sistemi di votazione a distanza nell’era dell’Intelligenza Artificiale.

copernicani.it/una-ai-partecip…

La diretta dell’incontro può essere seguita qui

us02web.zoom.us/j/86960645361?…





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Anche questa mattina ho steso e rimesso a posto sul portico le coperte della Cana e del Canoanziano.
Poi, dopo una mezz'ora, sono uscito e le aveva già spostate tutte e ammassate.
#canoanziano #spostacose #ilmichelangelodellecoperte
continua⬇️
in reply to Stefano Tartarotti

come ogni mamma-di-cane avevo la presunzione che il mio fosse unico nel suo genere. È un collezionista/ammucchiatore seriale di cuscini, coperte e teli di varia natura fin da quando era cucciolo.

Mi strappa sempre una risata unita a un moto di tenerezza: stessa cosa provata leggendo di canoanziano 🧡


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interessante
wheresyoured.at/the-men-who-ki…

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Leggiamo spesso questo commento, più del dovuto. Della savana primordiale all'era digitale, l'umanità ha sempre avuto un legame indissolubile con le sue invenzioni. Questa storia ci invita a riflettere: siamo davvero mai vissuti meglio senza tecnologia? E se si, quando?

#Tecnologia #Evoluzione #Umanità #Innovazione #Futuro

futuroprossimo.it/2024/04/si-v…

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"Sono Maurizio Fravili, ho 68 anni e mi è stato diagnosticato il Parkinson. In Italia non è possibile fare ricerca con uso degli embrioni crioconservati italiani non idonei a una gravidanza. Ministri Bernini e Schillaci, rimuovete il divieto!" youtube.com/embed/fLAMk8EofzI

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Testamento biologico 6 anni dopo: non basta la legge (che oggi nessuno contesta più), serve informazione alle persone e formazione per i medici.

associazionelucacoscioni.it/no…



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C'è baruffa nel #PD per via della sospensione di Anna Maria #Bigon, vicesegretaria del PD a Verona, che, astenendosi durante la discussione nell'assemblea regionale veneta, ha contribuito ad affossare la legge regionale sul fine vita.
(Continua nei commenti⬇️ )
Grazie mille a Isabella Zani per la correzione dei testi.
#Eutanasia #finevita

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Consigli non richiesti al Pd:
1. Aderire e partecipare in tutta Italia alla campagna per la legge regionale dell’Associazione Luca Coscioni per garantire procedure certe sul fine vita:
2. Evitare ogni sanzione disciplinare a chi dissente e non vede l’ ora di atteggiarsi a martire.

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Hacker Arctic Archiving Project.
Potete partecipare all'Hacker Artic Archiving Project.
Grazie alla donazione di 300 MB sul film che verrà archiviato nell'Artic World Archive a giugno, chi avesse immagini della scena hacker, può scrivere a cassandra@cassandracrossing.org e proporre immagini meritevoli di attraversare i prossimi 5-10 secoli intatte.
Dimensioni ragionevoli, compresse, con metadati.
Entreranno nell'ambito public domain - "memoria del pianeta", quindi nessun copyright o licenza.

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E/OS su Redmi Note 5 Pro


Stava in un cassetto con lineageos e i servizi Google , come backup. Poi mi è capitato di vedere sul canale YT di Marco Calamari (Cassandra) la recensione dei telefoni E/OS senza Google... Su LOS il Redmi Note 5 non era più supportato e il passaggio a E/OS è stato quasi obbligato. Sono riuscito anche a provare, per bene, i servizi Nextcloud di Murena.io e li ho attivati anche sul telefono di tutti i giorni e sto lentamente abbandonando quelli di Google.


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Ora Giuliano Amato chiede una legge sull’eutanasia.
Ma è pessimista sulla possibilità di ottenerla in Parlamento. Che poi è il motivo per cui presentammo il referendum. Che anche lui ha impedito. Tutto torna.
E noi invece andiamo avanti, con la disobbedienza civile per l’eutanasia legale.
in reply to Marco Cappato

oppure ha fatto quello che dovrebbe fare ogni buon giudice: ha giudicato in base alla costituzione e non in base alle sue idee... e se è così tanto di cappello (non sono mai stato un fan di amato).