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L’Asia orientale dopo due anni di guerra in Ucraina


L’Asia orientale dopo due anni di guerra in Ucraina xi jinping vladimir putin
Le oscillazioni nel rapporto tra Cina e Russia, i timori di Giappone e Corea del sud, la questione Taiwan, le preoccupazioni di Filippine e Vietnam: come sta l'Asia orientale due anni dopo il 24 febbraio 2022

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Messaggio a tutti gli amministratori del gruppo Chirp (che stanno chiudendo): quali sono le alternative?

@Che succede nel Fediverso?

«Sfortunatamente i gruppi Chirp che ospitano Chirp.social stanno ufficialmente chiudendo. Se gestisci un gruppo Chirp, ora è il momento di spostare i tuoi membri su un'altra piattaforma di gruppo sul Fediverso.

Il manutentore di Chirp consiglia di trasferirsi su Guppe, che è l'host del gruppo Fediverse più popolare. Un'altra opzione è Friendica che ti consente di avere moderatori specifici del gruppo.»

Maggiori informazioni sull'utilizzo dei gruppi Fediverse in una guida all'indirizzo:

➡️ fedi.tips/how-to-use-groups-on…

Post originale di @Fedi.Tips

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Separazione delle carriere, seminario con Benedetto – Il Messaggero


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CantieraBile


Non è possibile che a ogni morto sul lavoro – che messi assieme fanno una strage – si sentano sempre le stesse parole. Forse non c’è altro da dire, ma non è possibile si ripeta che faremo regole più severe e controlli più frequenti. Perché le regole devon

Non è possibile che a ogni morto sul lavoro – che messi assieme fanno una strage – si sentano sempre le stesse parole. Forse non c’è altro da dire, ma non è possibile si ripeta che faremo regole più severe e controlli più frequenti. Perché le regole devono essere ragionevoli e i controlli regolari. Non serve – ha ragione il ministro Nordio – l’ennesima specificazione dell’omicidio. Serve che la sicurezza sia la normalità.

Se in un luogo di lavoro c’è scarsa attenzione al rispetto delle regole è facile che ciò si rifletta anche sulla sicurezza. Ma se quando l’assenza di sicurezza genera incidenti mortali e già le prime indagini mettono in evidenza irregolarità che poco hanno a che vedere con la sicurezza, ne deriva che quelle irregolarità sono molto diffuse. Con il che serve a poco promettere regole più severe, che avrebbero un senso se quelle più lasche fossero state rispettate e si fossero dimostrate inefficaci.

Una delle cose più utili, nel prevenire incidenti, è la formazione dei lavoratori. Non si tratta (soltanto) dei corsi formali, spessissimo vissuti – e non a torto – come perdite di tempo e rotture di scatole. Sia dai datori che dai lavoratori. Si tratta dell’acquisire la consapevolezza dei rischi e delle tecniche, talché si cresca in responsabilità ed esposizione ai potenziali rischi, oltre che in retribuzione, all’acquisizione di maggiori competenze. Il che ha senso se c’è stabilità del posto di lavoro. Se gli operai cambiano di continuo tutto questo diventa solo esercizio parolaio.

Nel disgraziato cantiere fiorentino – sulla cui tragedia è aperta l’inchiesta e si spera che la giustizia non si seppellisca negli anni – sappiamo già della presenza di immigrati irregolari. Non clandestini, almeno per quel che è noto, ma irregolari nel senso che almeno uno di loro aveva chiesto il permesso di soggiorno, gli era stato rifiutato e aveva fatto ricorso. Come si pensa che possa campare, pendente il ricorso? Proverà a lavorare, che è anche la migliore e più onesta delle ipotesi. Ma senza neanche la possibilità di aspirare alla stabilità e all’acquisizione di capacità. È morto. È morto da aspirante regolarizzato. E faremmo bene a sentirla come una colpa collettiva.

Perché li fanno lavorare in quelle condizioni? Intanto perché lavorare è un loro bisogno e poi perché la manodopera scarseggia e quella che c’è la si utilizza come si può. Quindi abbiamo una colpa collettiva per i lasciati appesi nella terra di nessuno dei ricorsi e ne abbiamo un’altra per non avere fatto entrare un numero sufficiente di lavoratori. Perché quelle sono mansioni svolte prevalentemente da immigrati. E se hanno fatto dei lavori edili nel vostro condominio conosco già la vostra obiezione: non prevalentemente, ma esclusivamente. Questa doppia colpa produce una sicura irregolarità in potenzialmente tutti i cantieri. E le irregolarità sono contagiose: una produce l’altra.

Occorrerebbero più controlli? Certamente. Ma se le irregolarità sono diffuse, se le regole stesse finiscono con il produrle, allora i più numerosi controlli o diventano uno strumento punitivo delle imprese o innescano un fenomeno degenerativo dei controllori. E siccome non si può mettere un controllore a controllare l’altro che controlla, non resta che puntare sulla loro responsabilità: sia per i controlli non effettuati che per quelli effettuati con gli occhi appannati. Ma questo ha un senso se si dispone di una macchina giudiziaria che funziona, altrimenti la responsabilità resta uno spauracchio. Un Paese che vara un bonus al 110%, moltiplica le aziende edili, mette sui ponteggi gente che non c’è mai stata, fino a quando finiscono i ponteggi e ci si appende per aria, non rimedia agli scompensi mandando più ispettori, perché dovrebbe prima di tutto farsi ispezionare il sistema legislativo.

Se ci tocca sentire sempre le stesse parole, al ripetersi di ogni tragedia, è perché dove l’irregolarità ha una sua regolare diffusione la pretesa della regolarità diventa o una inutile invocazione o un blocco della produzione. E a ogni morto sul lavoro muore un pezzo di civiltà del diritto e di prosperità produttiva.

La Ragione

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Russia e Cina rafforzano la loro presenza in Libia


La Russia riapre l'ambasciata in Libia e aprirà presto un consolato a Bengasi, mentre un consorzio di aziende cinese si aggiudica un grosso appalto in Cirenaica L'articolo Russia e Cina rafforzano la loro presenza in Libia proviene da Pagine Esteri. htt

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di Redazione

Pagine Esteri, 23 febbraio 2024 – Non è solo la Turchiaa rafforzare la sua presenza nel paese nordafricano. Ieri la Russia ha compiuto un importante passo nel consolidamento delle sue relazioni con la Libia riaprendo la sua ambasciata nella capitale, sette mesi dopo la presentazione delle lettere credenziali dell’ambasciatore russo, Aydar Aghanin, al Consiglio presidenziale libico, organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato.

Mosca aveva da tempo avviato le procedure per il pieno ripristino della sua missione diplomatica a Tripoli, chiusa nel 2014, e rafforzato le relazioni con il Gun (Governo di Unità Nazionale), l’organo esecutivo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite. L’apertura della sede diplomatica concretizza ora l’avvicinamento tra Mosca e l’amministrazione della Libia occidentale.

Mosca ha fissato anche l’apertura entro il 2024 di un consolato generale a Bengasi, il capoluogo della Libia orientale dove la Russia mantiene già una presenza militare tramite i combattenti dell’ex gruppo Wagner, attualmente dipendenti dal ministero della Difesa russo, e alcune infrastrutture militari.

La cerimonia di apertura dell’ambasciata russa ha visto la partecipazione del ministro del Petrolio e del gas del GUN, Mohamed Aoun, e del ministro della Cultura e dello sviluppo della conoscenza, Mabrouka Toghi. Citato dal quotidiano libico “Al Wasat”, Aoun ha sottolineato che la riapertura dell’ambasciata russa a Tripoli rappresenta un “passo importante” che rafforzerà le relazioni bilaterali e promuoverà la cooperazione tra i due paesi, inviando alla comunità internazionale il “messaggio forte” che la Libia sta consolidando la sua stabilità e sicurezza.

Sempre ieri, il presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, ha ricevuto Saleh Attia, il responsabile del consorzio cinese Bfi, e il ministro dell’Economia del cosiddetto Governo di stabilità nazionale (Gsn) non riconosciuto dall’Onu con sede in Cirenaica, nell’est del Paese, Ali al Saidi. Il Bfi è un’alleanza tra imprese guidata dalla China Railways International Group Company.

Al centro dei colloqui gli ultimi sviluppi relativi ai progetti nel campo delle fonti rinnovabili di energia, come la costruzione di centrali di energia solare a Kufra, Al Makhlili e Tamanhint, ma anche delle infrastrutture, come il progetto ferroviario per collegare il capoluogo cirenaico Bengasi alla città mediterranea di Marsa Matrouh, in Egitto, passando per Musaed al confine libico-egiziano.

Già due mesi fa alcune aziende cinesi avevano stretto un accordo con il capo del Fondo per la ricostruzione della Libia, Belkacem Haftar, figlio del comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar, per la ricostruzione della città di Dernae delle altre zone colpite dalle devastanti inondazioni che hanno devastato la regione orientale della Libia a settembre.

A fine ottobre, il ministro “orientale” Al Sidi aveva dichiarato a “Radio France International” che «la Cina è oggi la potenza effettiva che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo». Pagine Esteri

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Sempre più Italia nell’EuroDrone. Ecco l’avionica made in Pomezia


Dopo il motore, anche l’avionica per l’EuroDrone sarà made in Italy. È quanto previsto dall’accordo tra Northrop Grumman Italia e la società francese Safran, per la realizzazione dei sistemi di bordo del velivolo senza pilota per il Vecchio continente il

Dopo il motore, anche l’avionica per l’EuroDrone sarà made in Italy. È quanto previsto dall’accordo tra Northrop Grumman Italia e la società francese Safran, per la realizzazione dei sistemi di bordo del velivolo senza pilota per il Vecchio continente il cui progetto è guidato da Airbus. Nel panorama militare contemporaneo, infatti, i droni rivestono un ruolo sempre più cruciale, offrendo una vasta gamma di vantaggi strategici e tattici, e una delle componenti fondamentali dei droni militari è rappresentata dai sistemi di navigazione e avionica, cioè tutti quelle tecnologie che permettono al velivolo di conoscere non solo la sua posizione nello spazio (e quindi la direzione del volo), ma anche il proprio assetto di volo, come la quota o il controllo delle superfici di volo.

Il sistema di Northrop Grumman Italia

L’Italia è coinvolta da sempre nel fornire soluzioni avanzate per i droni europei, concentrandosi in particolare sul settore dei sistemi Uav di grandi dimensioni per la sorveglianza e ricognizione e sulla collaborazione con partner internazionali. La società basata a Pomezia fornirà, infatti, il suo sistema di navigazione inerziale Navex-100 in grado di fornire informazioni sull’assetto, la direzione, la posizione e la velocità del velivolo. Per operare sull’Eurodrone è stato aggiornato con l’integrazione di sistemi di geolocalizzazione satellitare Gps e Galileo, forniti da Safran. Il prodotto è nazionale e Itar Free, cioè non soggetto al controllo di export da parte degli Stati Uniti, ed è già impiegato su diversi sistemi Uav. Il tema delle certificazioni, in particolare, è essenziale per garantire la conformità alle normative aeronautiche e la massima affidabilità del sistema. Queste certificazioni assicurano che i sistemi di navigazione e avionica siano in grado di operare in ambienti ostili e affrontare situazioni di emergenza senza compromettere la sicurezza delle operazioni.

Il drone del Vecchio continente

L’EuroDrone è un velivolo a pilotaggio remoto (Uav) di classe Male (Medium altitude long endurance), con capacità versatili e adattabili. Le sue caratteristiche lo rendono la piattaforma perfetta per missioni cosiddette Istar, cioè di Intelligence, sorveglianza, acquisizione obbiettivi e ricognizione e per operazioni di sicurezza nazionale. L’intera filiera produttiva resterà nell’eco-sistema produttivo europeo. Sul programma sono coinvolti gli stabilimenti di Avio Aero in Italia, Polonia e Repubblica Ceca, il GE Aerospace Advanced Technology di Monaco di Baviera e il GE Engineering Design Center di Varsavia. Con la partnership tra Northrop Grumman Italia e Safran, oltre a vedere il coinvolgimento della società di Pomezia, assicura la disponibilità di soluzioni all’avanguardia garantire dal gruppo italiano specializzato proprio in sistemi avionici per le esigenze specifiche del settore militare.

Il motore Catalyst

Oltre all’avionica, sarà made in Italy anche il motore del drone grazie al propulsore Catalyst proposto da Avio Aero, il primo turboelica nella storia dell’aviazione con componenti realizzate tramite additive manufacturing, che assicurano minor peso e maggior efficienza al motore. Grazie al rapporto di compressione di 16:1, il migliore del settore, il Catalyst garantisce una diminuzione dei consumi fino al 20%, una potenza di crociera e una capacità di carico maggiore del 10% e fino a tre ore in più di autonomia in una tipica missione Uav, rispetto ai motori concorrenti nella stessa categoria. Il controllo del motore digitale Fadec (Full authority digital engine control) presente sul Catalyst, inoltre, semplifica l’integrazione tra l’avionica e l’elica, questa realizzata dalla tedesca MT-Propeller.


formiche.net/2024/02/avionica-…



Limitare i mandati dei governatori è questione di principio. Lo diceva anche Salvini


Gira da settimane in Rete il video di un comizio di Matteo Salvini del settembre 2016. Siamo a Pontida, nel cuore dell’immaginario, dell’identità e della strategia leghista. Dal palco, il segretario scolpisce tra gli applausi un concetto chiaro. Un concet

Gira da settimane in Rete il video di un comizio di Matteo Salvini del settembre 2016. Siamo a Pontida, nel cuore dell’immaginario, dell’identità e della strategia leghista. Dal palco, il segretario scolpisce tra gli applausi un concetto chiaro. Un concetto apparentemente granitico: “Serve un limite di due mandati per ogni carica elettiva a cominciare dai parlamentari come c’è per i sindaci. E’ cosa buona e giusta perché dopo dieci anni penso che si possa lasciare spazio a qualcun altro che possa prendere il nostro posto a Bruxelles, a Roma o in Regione”. Salvini ne fece una questione di principio. Lo fa anche oggi, ma difendendo un principio opposto: eliminare il limite dei due mandati sarebbe una questione di democrazia. E’ la tesi enunciata ieri su Repubblica da Roberto Calderoli in difesa nientemeno che della “sovranità popolare”. “Se deve esserci scelta democratica non può esserci limite”, dice Calderoli, ma se c’è un limite per i sindaci e per i presidenti di Regione, “allora per coerenza facciamo come i 5Stelle e introduciamo il limite dei due mandati anche per i parlamentari”. Un limite che lo stesso Calderoli, contraddicendo il Salvini del 2016, dice però di non condividere. Insomma, un caos. Una strabiliante sequenza di contraddizioni utili a comprendere quanto poco i principi animino il dibattito in corso. Un dibattito nato, come è noto, dall’esigenza di Salvini di assicurare alla Lega altri cinque anni di guida della regione Veneto e di non ritrovarsi alle prese con un Luca Zaia disoccupato e pertanto libero di insidiare la leadership nazionale del partito.

Eppure, il limite di due mandati consecutivi per i sindaci di Comuni superiori ai 15mila abitanti fu introdotto nel ’93 proprio in ragione di un’ampia serie di principi. Principi costituzionali che la Consulta ha ben riassunto con la sentenza numero 60 dello scorso anno. Il limite di due anni al mandato dei sindaci, si legge, “costituisce un punto di equilibrio tra il modello dell’elezione diretta dell’esecutivo e la concentrazione del potere in capo a una sola persona”. Infatti, “il limite ha lo scopo di tutelare il diritto di voto dei cittadini […] impedendo la permanenza per periodi troppo lunghi […] che possono dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo” e “serve a favorire il ricambio ai vertici dell’amministrazione locale ed evitare la soggettivizzazione dell’uso del potere dell’amministratore locale”. In sostanza, “la previsione del numero massimo dei mandati consecutivi […] riflette una scelta normativa idonea a inverare e garantire ulteriori fondamentali diritti e principi costituzionali: l’effettiva par condicio tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori e la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della rappresentanza politica e, in definitiva, la stessa democraticità degli enti locali”.

Non c’è democrazia occidentale che non preveda un limite temporale al potere scaturito dalle cariche elettive monocratiche, potere che naturalmente non è paragonabile a quello del singolo parlamentare.

Formiche.net

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Le immagini delle manganellate a studentesse e studenti minorenni poi gettati a terra per l'identificazione sono indegne di un paese democratico. Scene degne d


Il video racconto #NoiSiamoLeScuole è dedicato questa settimana alla Scuola Primaria Su Loi della Direzione Didattica “2° Circolo Capoterra” in provincia di Cagliari.


Netanyahu presenta il suo piano e fa costruire a Gaza un “corridoio strategico” da est a ovest


La costruzione del «corridoio strategico» avviene al costo della distruzione di un gran numero di abitazioni palestinesi e di infrastrutture civili. L'articolo Netanyahu presenta il suo piano e fa costruire a Gaza un “corridoio strategico” da est a ovest

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della redazione

Pagine esteri, 23 febbraio 2024 – Benyamin Netanyahu ha presentato ieri sera il suo piano per Gaza al gabinetto di sicurezza israeliano. Prevede che gli affari civili nella Striscia siano gestiti da “funzionari locali” che hanno “esperienza amministrativa” e non legati, ha detto, a “paesi o entità che sostengono il terrorismo”. L’esercito, secondo il premier israeliano, manterrà la libertà di operare in tutta la Striscia e porterà avanti il ​ progetto già in atto di istituire una zona cuscinetto sul lato palestinese del confine. Netanyahu chiede inoltre che l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, esca dalla Striscia di Gaza e venga sostituita da altre organizzazioni.

Nel frattempo le forze armate israeliane costruiscono una nuova strada, la numero 749. Si tratta di un «corridoio strategico» che taglia in due la Striscia di Gaza. Corre da est a ovest fino alla costa mediterranea. Otto chilometri percorribili in pochi minuti dai mezzi militari israeliani che in questo modo potranno muoversi ed intervenire anche nel nord e nel sud della Striscia. La costruzione del «corridoio strategico» avviene al costo della distruzione di un gran numero di abitazioni palestinesi e di infrastrutture civili. Il suo completamento, con l’allestimento di posti di blocco e di zone di sicurezza, riguarda la fase successiva all’offensiva in corso, in cui Israele, evidentemente, intende mantenere il controllo di Gaza per un periodo indefinito di tempo. La strada ora sterrata, rimodella la topografia della Striscia e, punto centrale, potrebbe impedire a un milione di palestinesi di tornare nel nord della Striscia. Il progetto si aggiunge alla «zona cuscinetto» larga un chilometro che il gabinetto di guerra israeliano ha ordinato di realizzare lungo il confine, all’interno di Gaza, sottraendo quasi 40 kmq, in buona parte terreni agricoli, al già minuscolo territorio della Striscia (circa 360 kmq).

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Mentre prosegue la sua offensiva – che ha fatto circa 30mila morti e decine di migliaia di feriti -, Israele cerca palestinesi che non siano affiliati ad Hamas per gestire gli affari civili nelle aree di Gaza in cui pensa di fare dei «test» per «sacche umanitarie» per l’amministrazione postbellica dell’enclave. L’ha riferito ieri il giornale Haaretz citando un alto funzionario israeliano. Il piano esclude coloro che sono legati ad Hamas e all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Di fatto equivale alla rioccupazione di Gaza. Secondo la tv Canale 12, il sobborgo di Zeitoun, a nord-est di Gaza City, è il primo candidato per l’attuazione del piano, in base al quale commercianti locali ed esponenti della società civile distribuiranno aiuti umanitari alla popolazione. Hamas ha descritto il piano come «destinato al fallimento». Ma anche Wassel Abu Yousef, dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina di cui fa parte l’Anp, ha condannato le intenzioni di Israele. Pagine Esteri

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Il #MIM, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e Openet Technologies S.p.A. - Matera organizzano la XIII edizione della Scuola nazionale estiva di astronomia "A scuola di Stelle" per la preparazione e la partecipazione ai Campionati di Astronomia.
#MIM



In Cina e Asia – Cina, i principali hub minerari indirizzano gli investimenti verso le energie rinnovabili


In Cina e Asia – Cina, i principali hub minerari indirizzano gli investimenti verso le energie rinnovabili
Cina, i principali hub minerari indirizzano gli investimenti verso le energie rinnovabili
Kiribati collabora con la polizia cinese
Fuga di dati rivela dettagli sullo cyberspionaggio cinese
Cina e Usa, nuovi accordi sui panda
La Cina chiede alla Corte dell’Aja di esprimersi sull’occupazione israeliana “illegale”
La Grecia guarda all’India per “sganciarsi” dalla Cina

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La Turchia allunga i suoi tentacoli sul Corno d’Africa


Allarmati dall'accordo tra Etiopia e Somaliland, Somalia e Gibuti siglano un accordo di cooperazione militare con la Turchia che così aumenta sensibilmente la sua influenza nel Corno d'Africa e nel Mar Rosso L'articolo La Turchia allunga i suoi tentacoli

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 23 febbraio 2024 – Non sono soltanto gli Stati Unitiad aver in parte approfittato dello scompiglio e dall’allarme suscitati nel Corno d’Africa dalla richiesta etiope di uno sbocco al mare, perso all’inizio degli anni ’90 con l’indipendenza dell’Eritrea.

Anche la Turchia, uno dei paesi più influenti nel continente africano, sta rafforzando la sua presenza militare nel Corno d’Africa offrendosi come alleato militare e garante dei confini e dello status della Somalia e di Gibuti.

L’accordo tra Etiopia e Somaliland genera allarme
I due paesi hanno reagito con estrema preoccupazione all’intesa siglata a gennaio tra il governo di Addis Abeba e quello del Somaliland, uno stato somalo che da decenni è di fatto indipendente da Mogadiscio, che consente lo sfruttamento di un porto e di una base militare sulle coste del Golfo di Aden.

In base all’accordo, all’Etiopia verranno concessi 20 km di costa del Somaliland per almeno 50 anni e la costruzione di una base militare, in cambio della concessione ad Hargheisa di una quota della compagnia di bandiera etiope Ethiopian Airlines e del riconoscimento, da parte di Addis Abeba, dell’indipendenza del Somaliland.

Con Gibuti e Somalia, negli ultimi giorni, Ankara ha siglato due importanti accordi di cooperazione militare, schierandosi esplicitamente contro le rivendicazioni etiopi e ottenendo così un ruolo di maggiore spicco nel controllo del Mar Rosso.

Anche l’Egitto si è immediatamente schierato al fianco della Somalia, considerando nullo l’accordo tra Somaliland ed Etiopia (paese con cui il Cairo ha un contenzioso sullo sfruttamento delle acque del Nilo) e respingendo ogni «ingerenza negli affari interni della Somalia» e qualsiasi tentativo «di minare la sua integrità territoriale».

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Truppe somale addestrate in Turchia

La Turchia sfrutta la debolezza della Somalia
Nei giorni scorsi, quasi all’unanimità, il parlamento federale della Somalia ha ratificato un accordo di difesa e sicurezza sottoscritto dal governo di Mogadiscio con la Turchia l’8 febbraio. Formalmente il documento mira a «rafforzare le relazioni bilaterali e la stabilità della regione, nonché a combattere il terrorismo e la pesca illegale». «La Somalia avrà ora un vero alleato, un amico e un fratello sulla scena internazionale» ha commentato con toni trionfalistici il primo ministro somalo Hamza Abdi Barre.

In base all’accordo, che avrà una durata di dieci anni, la Turchia fornirà addestramento e attrezzature alla Marina somala – al momento quasi inesistente – per consentire a Mogadiscio di proteggere le sue risorse marine e le acque territoriali da minacce come il terrorismo, la pirateria e le “interferenze straniere”. In cambio la Turchia riceverà il 30% delle entrate provenienti dalla Zona economica esclusiva somala, nota per le sue abbondanti risorse marine, e Ankara avrà un’autorità completa sulla gestione e sulla difesa delle acque della Somalia.

Già nel 2016 Somalia e Turchia avevano firmato un memorandum d’intesa sulla cooperazione energetica e mineraria poco dopo l’autorizzazione concessa da Mogadiscio alle compagnie turche ad effettuare operazioni di perforazione ed esplorazione petrolifera al largo delle sue coste. Nel 2017, poi, la Turchia ha aperto un’importante struttura militare di addestramento a Mogadiscio, Camp Turksom, dove ogni anno 200 consiglieri militari turchi addestrano ogni anno centinaia di soldati somali impegnati nel contrasto alle milizie jihadiste.

Il nuovo accordo consentirà ora alla Turchia, la cui la marina già pattuglia da quattordici anni il Golfo di Aden, di schierare le proprie navi da guerra in uno dei quadranti geopolitici più importanti del pianeta.

Gibuti non vuol perdere il monopolio del commercio etiope
E ora, dopo la Somalia, anche il piccolo ma strategico stato di Gibutiha deciso di serrare i ranghi della cooperazione militare con la Turchia. Nel corso di una cerimonia che si è svolta lunedì ad Ankara, il ministro della Difesa turco, Yasar Guler, e l’omologo gibutino Hassan Omar Mohamed hanno firmato tre accordi relativi all’addestramento militare e alla cooperazione finanziaria. All’incontro ha partecipato anche il comandante delle forze terrestri turche, generale Selcuk Bayraktaroglu.

Nel giugno del 2022, il governo di Erdogan ha già consegnato a Gibuti droni armati Bayraktar TB2. Con una popolazione di meno di un milione di abitanti, il piccolo Paese del Corno d’Africa è un partner strategico per Ankara nel Corno d’Africa, grazie alla sua posizione lungo il Golfo di Aden e il Mar Rosso, vitali per il commercio e la sicurezza globali.

Finora dai porti di Gibuti passa l’85% dell’import/export dell’Etiopia, ma se Addis Abeba ottenesse effettivamente uno sbocco sul mare le merci provenienti o dirette in Etiopia passerebbero dal porto di Barbera, in Somaliland, causando un forte danno economico al piccolo stato. Pagine Esteri

12966407* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto e Berria

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Non abbiamo ancora superato lo sconcerto, la rabbia e il dolore per i 5 lavoratori morti nel cantiere Esselunga di Firenze che arriva un’altra mazzata: un alt




Con riferimento a notizie di stampa, il #MIM precisa che nelle nuove Linee guida sull’educazione alla cittadinanza, che sono in via di elaborazione, sarà contenuta la seguente dizione: “È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone (cellulare) nell…
#MIM


È curioso come i vari Calenda, Renzi, Tajani, ecc, sappiano già tutto sulla morte di Navalny ma nulla sui morti di covid in Italia


  Altri 5 morti nel cantiere della Esselunga di Firenze che si aggiungono alla tragica sequenza di morti sul lavoro che normalmente sono liquidati come


Al via la seconda edizione dei Campionati Nazionali di Imprenditorialità, organizzata da Junior Achievement - Young Enterprise Italy ETS, in collaborazione con il #MIM.
#MIM


…e di lavoro si muore …ancora di più l La Città di Sotto

"Ufficialmente sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail in tutto il 2023. Vittime che aumentano a 1.466 se come riferimento prendiamo i dati dell’Osservatorio nazionale di Bologna, una fotografia indipendente che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia, anche quelli che non dispongono di un’assicurazione."

lacittadisotto.org/2024/02/22/…



Diamo i casi ai fenomeni della UE, risolveranno tutto...


Il #MIM ha sottoscritto oggi il #Contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità del personale della #scuola per l’anno scolastico 2024/2025.


Stefano Galieni*   Bouzekri Rachimi, 56 anni, è stato l’ultimo corpo ad essere recuperato. Prima di lui erano stati estratti dalle macerie di un ca


Kilonove, fabbriche di metalli pesanti l MEDIA INAF

"Secondo gli astronomi, nei giorni successivi a un evento di fusione, l’evoluzione della kilonova è essenzialmente caratterizzata dal decadimento radioattivo degli elementi più pesanti del ferro, sintetizzati durante la fusione."

media.inaf.it/2024/02/21/kilon…



Per alcuni politici, l'ecologia e l'inquinamento, sono problemi a "comodo"; dipendendo da chi, come e quando...
ilfattoquotidiano.it/2024/02/2…


Un'altra psicopatica europeista. Già leggere "Stati Uniti d'Europa" mi sanguinano gli occhi e inorridisco al pensiero...
imolaoggi.it/2024/02/21/bonino…


Weekly Chronicles #64


Social scoring all'italiana, sorveglianza BLE e storie di allarmi bomba.

Questo è il numero #64 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: tecnologia, sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati e molto altro.

Cronache della settimana

  • Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico
  • Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti
  • Allarmi bomba: il governo indiano vieta ProtonMail… e altre 14 app

Lettere Libertarie

  • Bitcoin: pura anarchia e sistema intersoggettivo distribuito

Rubrica OpSec

  • Errori di OpSec: impariamo dalla storia di Eldo Kim

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Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico


"L'idea che dobbiamo portare avanti e studiare è quella di una tessera sanitaria a punti in modo che se conduci uno stile di vita corretto e salutare puoi guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi".

La vita, per quelli come Bertolaso, è semplice; come un videogioco: compi le azioni giuste, aumenta il tuo personal score, vinci e salva la principessa.

E sono in molti a vederla come lui, non è certo un mistero. Da un paio d’anni in giro per l’Italia si sentono voci che sussurrano di comportamenti virtuosi, premi e punteggi — identità digitale.

Tra i primi, forse lo ricorderete, ci fu l’assessore Bugano di Bologna, quando annunciò pubblicamente il progetto di “Smart Citizen Wallet:

«Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura». Comportamenti virtuosi che corrisponderanno a un punteggio che i bolognesi potranno poi «spendere» in premi in via di definizione.»


Si scoprì solo dopo, anche grazie a un’istruttoria del Garante Privacy, che di concreto dietro all’idea di Smart Citizen Wallet non c’era ancora nulla di concreto: tutta propaganda (ma che propaganda è, quella fondata sull’idea di sorvegliare il cittadino? Eppure…).

E poi, sì, ci fu anche qualche sperimentazione — come quella fatta a Ivrea per qualche mese, con lo scopo di testare una nuova “piattaforma per l’economia comportamentale" fondata su blockchain e sponsorizzata dal governo e da TIM.

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L’idea di incentivare, diciamo così, comportamenti “virtuosi” attraverso l’azione di governo, con lo scopo di creare una società perfetta, non è certo nuova. È anzi l’idea fondante che fu usata fin dal XIX secolo in poi per giustificare moralmente il sistema statale di welfare-warfare che viviamo ancora oggi.

Il social scoring, perché di questo si tratta, è l’apice dello statalismo, nonché tappa obbligata di una società tecnocratica governata da algoritmi automatizzati e logiche di vita a debito.

Non è un caso che si parli sempre di comportamenti “virtuosi” o “corretti”: sono aggettivi necessari a rafforzare l’idea della rettitudine e dignità delle persone soltanto se rispettose del pensiero egemonico collettivo. Chi decide quali comportamenti sono virtuosi? Le masse: o meglio, le masse plagiate dalla propaganda delle solite minoranze.

E se poi, come anticipato, è anche una questione di debito: il sistema finanziario occidentale fondato sul debito e sul welfare universale sta collassando su se stesso.

Non sarà possibile curare tutti (è già così) e sarà così necessario distinguere tra chi si merita di ricevere servizi sanitari e chi invece si merita altro, magari l’eutanasia di Stato; a prescindere dal pagamento o meno delle tasse — quelle vanno pagate comunque.

Questa cosa qua è una delle conseguenze della nascente religione transumanista che mira ad addomesticare e manipolare le masse attraverso ricatti morali algoritmicamente eseguiti. Ma chi segue regolarmente queste pagine lo sa: se ne è parlato anche al G20 del 2022; il compagno Bertolaso non inventa nulla.


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Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti


Apple usa una tecnica chiamata "offline finding" per individuare i dispositivi degli utenti anche quando non sono connessi a Internet. Fa parte del servizio “Find My”, che da qualche anno permette di ritrovare dispositivi rubati o persi anche se spenti.

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#64


Brussels Privacy Symposium 2023 Report


The seventh edition of the Brussels Privacy Symposium, jointly co-organized by the Future of Privacy Forum and the Brussels Privacy Hub, took place at the U-Residence of the Vrije Universiteit Brussel campus on November 14, 2023. The Symposium presented a

The seventh edition of the Brussels Privacy Symposium, jointly co-organized by the Future of Privacy Forum and the Brussels Privacy Hub, took place at the U-Residence of the Vrije Universiteit Brussel campus on November 14, 2023. The Symposium presented a key opportunity for a global, interdisciplinary convening to discuss one of the most important topics facing Europe’s digital society today and in the years to come: “Understanding the EU Data Strategy Architecture: Common Threads – Points of Juncture – Incongruities.”

With the program of the Symposium, the organizers aimed to transversally explore three key topics that cut through the Data Strategy legislative package of the EU and the General Data Protection Regulation (GDPR), painting an intricate picture of interplay that leaves room for tension, convergence, and the balancing of different interests and policy goals pursued by each new law. Throughout the day, participants debated the possible paradigm shift introduced by the push for access to data in the Data Strategy Package, the network of impact assessments from the GDPR to the Digital Services Act (DSA) and EU AI Act, and debated the future of enforcement of a new set of data laws in Europe.
Attendees were welcomed by Dr Gianclaudio Malgieri, Associate Professor of Law & Technology at Leiden University and co-Director of the Brussels Privacy Hub, and Jules Polonetsky, CEO at the Future of Privacy Forum. In addition to three expert panels, the Symposium opened with Keynote addresses by Commissioner Didier Reynders, European Commissioner for Justice, and Wojciech Wiewiórowski, the European Data Protection Supervisor. Commissioner Reynders specifically highlighted that the GDPR remains the “cornerstone of the EU digital regulatory framework” when it comes to the processing of personal data, while Supervisor Wiewiórowski cautioned that “we need to ensure the data protection standards that we fought for, throughout many years, will not be adversely impacted by the new rules.” In the afternoon, attendees engaged in a brainstorming exercise in four different breakout sessions, and the Vice-Chair of the European Data Protection Board (EDPB), Irene Loizidou Nikolaidou, gave her closing remarks to end the conference.

The following Report outlines some of the most important outcomes from the day’s conversations, highlighting the ways and places in which the EU Data Strategy Package overlaps, interacts, supports, or creates tension with key provisions of the GDPR. The Report is divided into six sections: the above general introduction; the ensuing section which provides a summary of the Opening Remarks; the next three sections which provide insights into the panel discussions; and the sixth and final section which provides a brief summary of the EDPB Vice-Chair’s Closing Remarks.

Editor: Alexander Thompson

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fpf.org/blog/brussels-privacy-…



Antonino Campaniolo 👣 reshared this.



Asili nido, pochi posti pubblici e costi proibitivi l Pressenza

"Occorre ampliare l’attuale disponibilità dei posti negli asili comunali, rendere sostenibili i costi per le famiglie, superare la scarsa flessibilità degli orari, essere operativi anche durante l’estate. E occorre, soprattutto, porre in essere cambiamenti nelle strutture e nei servizi a supporto alle famiglie (asili, scuole, servizi post scolastici e così via) e ripensare totalmente il nostro welfare."

pressenza.com/it/2024/02/asili…



Drama about a bridge between the fediverse and Bluesky. The BBC extends their Mastodon trial. Flipboard expands their fediverse integration.


Monaco. L’Occidente alla ricerca del “nemico” per tenere insieme i pezzi l Contropiano

"Un nemico come la Russia per un po’ di tempo può aiutare a tenere insieme i pezzi ma a lungo andare potrebbe non funzionare più come catalizzatore di interessi comuni. Proprio un commentatore russo sulla Novosti, più o meno due anni fa, sottolineava che il problema dell’Occidente era il tempo: troppo poco per concludere il conflitto in Ucraina, troppo lungo per alimentarlo. Un problema che la Russia ha dimostrato di non avere."

contropiano.org/news/politica-…


in reply to Giovanni Petri

.@leviticoh Here's f(x)=20×x×exp(-x/0.25) interpolated using 20 equally spaced points (blue) and 20 Chebyshev points (red). For your function, Runge's phenomenon is not a problem.


Crescono morti e infortuni sul lavoro l l'interferenza

"Sono anni che il punto di vista assunto sul lavoro è quello delle associazioni datoriali e molti pensano, per combattere morti e infortuni, a una sorta di sistema premiante per le aziende virtuose in materia di salute e sicurezza attribuendo loro ulteriori e massicci sgravi fiscali. Eppure, anni di aiuti alle imprese non sono serviti a salvaguardare l’occupazione e a rendere sicuro il lavoro, siamo allora certi che l’aiuto economico e fiscale sia lo strumento giusto per imporre pratiche e culture della sicurezza?"

linterferenza.info/attpol/cres…



28 ONG esortano le autorità di protezione dei dati dell'UE a respingere il "paga o va bene" su Meta Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) emetterà presto quello che probabilmente sarà il suo parere più significativo fino ad oggi Bathtup Pay or Okay


noyb.eu/it/28-ngos-urge-eu-dpa…



Un'agenzia di credito tedesca guadagna milioni grazie alla manipolazione illegale dei clienti L'azienda utilizza disegni manipolativi per impedire alle persone di ottenere una copia gratuita dei loro dati in conformità con la legge SCHUFA Complaint


noyb.eu/it/german-credit-agenc…



The Mourning After - Lately / Quit Bazar 7"


Pronti alla bisogna per assolvere nel migliore dei modi tale irrinunciabile esigenza ecco qui per me e per noi tutti, direttamente da quel di Sheffield, i veterani e collaudatissimi Mourning After ed il loro 7" licenziato in questi giorni dalla Rogue Records.

iyezine.com/the-mourning-after…

#powerpop

@Musica Agorà

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Colorado’s Approval of Global Privacy Control: Implications for Advertisers and Publishers


The privacy laws of both Colorado and California require organizations to recognize Universal Opt-Out Mechanisms (UOOMs), a tool through which a person can invoke their opt out rights broadly across all the websites they visit. While California has requir

The privacy laws of both Colorado and California require organizations to recognize Universal Opt-Out Mechanisms (UOOMs), a tool through which a person can invoke their opt out rights broadly across all the websites they visit. While California has required responding to certain UOOMs since July 2021, the Colorado Attorney General has only recently approved their first tool – the Global Privacy Control – as valid within the scope of the state law. This sets the stage for organizations within the law’s jurisdiction to take appropriate action necessary to ensure that they are recognizing and responding to any person’s use of the GPC. Below we provide information for what organizations need to know about UOOMs going forward, including particular implementation challenges that must be addressed to avoid enforcement actions for falling afoul of the law.

Background

Governor Polis signed the Colorado Privacy Act (CPA) in July 2021, making Colorado the third state to pass a comprehensive privacy law. Among other things, the act requires the Colorado Attorney General to conduct a special process for approving Universal Opt Out Mechanisms (UOOMs) for people to use as a means of invoking their opt out rights. Under Colorado law, covered entities will be required to honor these UOOMs beginning July 1, 2024.

The Colorado AG’s office closed applications for UOOM tools on November 6, 2023. After a public comment period, the Colorado AG announced that only one tool – the Global Privacy Control (GPC) – would be acknowledged on the exclusive public list of acceptable UOOMs in Colorado.

The recognition of the GPC as a valid UOOM in Colorado leaves adtech vendors, advertisers, and publishers in a broadly similar place in both California and Colorado once enforcement begins this summer: Publishers will have to respond to valid GPC requests in both states; advertisers and vendors will have to adjust business practices accordingly. Although implementations of GPC must still satisfy the requirements of the CPA, Colorado’s decision aligns their enforcement of opt-out rights with those in California, creating momentum toward a national standard.

What should Advertisers, Publishers, and Other Organizations Know About the GPC and UOOMs in U.S. law

1. Implementations of GPC must still satisfy the requirements of CPA

Under the CPA, UOOMs in Colorado must satisfy three categories of rules. By selecting a single UOOM tool, the Colorado AG’s office has indicated that this is the only tool “recognized in so far as the UOOM or any authorized implementations meet the requirements of [the Colorado Privacy Act].”

The first and second of these rules relate to Notice and Choice under Rule 5.03 and Default Settings under Rule 5.04. The notice and choice requirements ask UOOM vendors to ensure that the signal represents an “affirmative, freely given, and unambiguous choice to opt out” of targeted advertising and data sales. The requirements for default settings seek to ensure the choice remains a genuine opt-OUT with respect to the device. The default browser installed on the device cannot simply negate the selection in a user interface to transform the user-facing mechanism into what would appear to be an opt-IN for the user. For browsers or browser extensions that do not come pre-installed on the device and that are marketed as tools for exercising a user’s opt out rights, the consumer’s decision to install and use these tools is considered an affirmative, freely given, and unambiguous choice.

The final requirement for UOOMs in the CPA is to follow Technical Specifications under Rule 5.06. The technical specification requirements make the tool “universal” in the sense that it can automatically transmit the opt-out to multiple publishers while remaining in compliance with other requirements, like the notice and choice requirements and the default settings requirements, and without unfairly disadvantaging controllers.

It is noteworthy that the AG’s office distinguishes between “the UOOM” – the GPC in this case – and “any authorized implementations” of the UOOM. Several organizations, including FPF, expressed broad support of the GPC while correctly observing that the GPC is a protocol-level technical specification and is implementable in valid and invalid ways in user-facing tools. Actual implementations of the GPC vary significantly in their interface and functionality. However, it is not clear what is required for an implementation to be “authorized”. One may read the language to require some additional recognition by the Colorado AG’s office (which has not produced a list of authorized implementations) or instead to include those implementations recognized by the creators of the GPC, which lists several implementations that support the GPC on their website. It is even possible that “authorized implementations” may even refer to other authorized, yet-to-be-approved UOOMs and have nothing to do with the GPC.

Based on this analysis, it is technically possible for publishers to receive an invalid GPC signal originating from a tool that fails to implement other requirements of the CPA. However, discerning the validity of GPC signals as they are received may require publishers to implement otherwise invasive means, like browser fingerprinting.

2. GPC will be a multi-state enforcement priority for 2024

Despite the limitations of approving a technical specification, the decision in Colorado to recognize only the Global Privacy Control marks an alignment with California that the GPC should be a clear priority for organizations looking to avoid an enforcement action in 2024. Controllers in Colorado and businesses in California should earnestly implement appropriate means to receive these signals and respond in their advertising technology stack. Industry preparation should include some mechanism for differentiating data that has been opted-out of sale or sharing from data that has not.

The Colorado AG also indicated that the current public list (which, again, consists solely of the GPC) will be “prioritized for enforcement,” meaning publishers will likely be required to respond to GPC opt-out requests as soon as the enforcement date of July 1, 2024 rolls around. Any relevant on-going or concluded investigations in California since the AG settlement with Sephora have not resulted in publicly announced enforcement actions. However, it has remained an area of active interest, including recent discussions by the California Privacy Protection Agency (CPPA) regarding the possibility of requiring browser vendors to implement a feature allowing users to express their opt-out preferences to publishers.1

3. Novel mechanisms may still be reconsidered in upcoming years

In naming the GPC as the current exclusive UOOM recognized in Colorado, Colorado AG also indicated that this did “not exclude additional UOOMs from meeting the requirements” in the future. This could mean the other shortlisted opt out mechanisms (i.e., the OptOut Code or the Opt-Out Machine) or some tool that has not yet been developed may be able to be approved in the future. However, the process for submitting applications is uncertain. The website is no longer accepting submissions, and although it may be opened to new submissions in the future, no plans for doing so are currently public.

The Colorado AG also indicated that when it does accept new applications, it will also seek public comments on them in a similar process. The three applications listed in the shortlist each took different approaches to standardizing expression of user opt out preferences. The OptOut Code proposal focused on prepending a code to human-readable device names, the Opt-Out Machine proposed an automated email-based opt out mechanisms, and the Global Privacy Control (GPC) proposed using their HTTP-based protocol-level specification in Colorado, having already been recognized as a UOOM in California.

Challenges Ahead for Enforcement

Enforcement of the Colorado Privacy Act’s requirements for opt-outs will begin later this year. Although the Colorado AG selected the GPC, they did not reveal their rationale or respond substantively to the concerns raised during the comment process. As a result, specific enforcement techniques and investigative approaches are hard to predict. At least four enforcement challenges exist for Colorado: (1) responding to the GPC alone may not be enough to ensure compliance with the CPA, (2) confirmation of signals by controllers is not required making verification of the receipt of valid signals difficult, (3) invalid GPC signals are difficult to detect definitively, and (4) the current move toward enforcement is happening at a time of transition in the industry at large.

First, responding to the GPC alone is not enough for compliance with the CPA. Although the GPC specification includes optional requirements allowing publishers to confirm to users that they have received the GPC signal, this confirmation is not technically tied to any advertising that appears on the publisher site. In other words, it is possible for a publisher site to continue serving targeted ads while confirming to users that their GPC opt-out signal has been received, either intentionally or accidentally. The Colorado AG will need some mechanism for discerning whether any advertising displayed was targeted or not. For people who have invoked the GPC, publishers are likely to replace targeted advertising with contextual advertising, and these ads may be served by similar ad servers, making discernment challenging. (The opt-out also applies to the sale of personal data, but that would not be immediately obvious to an enforcement agency in a single web browsing session regardless of the GPC configuration.)

Second, optional confirmation requirements in the GPC specification are not strictly required by the CPA. Although confirmation may be useful for users, advertisers, and publishers seeking to test their configuration of their GPC tool of choice, their utility as part of regulatory enforcement remains unclear, and without them it is unclear how Colorado enforcement agencies will determine whether a signal has been received and responded to. It is worth noting here that California’s recently proposed revisions to the California Consumer Privacy Act (CCPA) would require businesses to display the status of the consumer’s choice.2

Third, invalid implementations of the GPC can transform the opt-out into a user-facing opt-in. Developers of privacy-oriented browsers and browser extensions have evinced a desire to make the user’s experience of setting up both the browser and the GPC as fast and easy as possible, but the legal environment is inherently complex. The installation and configuration process for these tools will be critical to ensuring that GPC signals are valid in each jurisdiction where they are intended to apply. The GPC signal does not embed information on which browser, extension or tool sent the signal. This can make it difficult for organizations seeking to determine a mechanism’s validity and investigators seeking to respond to GPC signals sent using an invalid mechanism or configuration. Investigators will also have to determine if the person covered by the signal is a Colorado resident.

Finally, enforcement of the CPA comes at a time when the industry is transitioning away from the third-party cookie and toward new advertising APIs, presenting an additional challenge for discernment of targeting information. Publishers will need to be able to connect receipt of the GPC signal to their new infrastructure for advertising APIs during this transition. Similarly, Colorado’s enforcement will need to be able to verify compliance with the CPA, including responses to valid GPC signals, during this industry transition. Many other states are considering comprehensive privacy laws, some with subtly different opt out rights. Colorado has indicated that they prefer a harmonious, multi-state approach where possible, but this possibility remains an open question as states consider new approaches to privacy.

Conclusion

Colorado’s adoption of the GPC as the only valid universal opt out mechanism, for now at least, represents a critical step for vendors, advertisers, publishers, and users. Broad alignment with California marks this as important outside of Colorado as well, particularly with other states adopting or considering comprehensive privacy laws. Although some challenges and open questions remain, covered entities should earnestly work towards compliance to be able to honor these UOOMs beginning July 1, 2024.

1 Note that this requirement may complicate the default setting requirements discussed earlier given Colorado’s differentiation between a browser that comes pre-installed on a device and one that does not.

2 See page 40, in § 7025 on Opt-out Preference Signals.


fpf.org/blog/colorados-approva…




Louise Lemón - Lifetime of tears


Questa opera rappresenta la piena maturità artistica e non solo per una musicista che si merita moltissimo, sia per quello che ci regala sia per le sue capacità. Louise Lemón si colloca vicino ma oltre cantanti come Pj Harvey, Lana Del Rey etc, e un giorno si parlerà di lei come oggi si parla di loro, nel frattempo riscaldiamoci qui. @Musica Agorà

iyezine.com/louise-lemon-lifet…

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