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🔵 La vicenda di Julian Assange riguarda noi tutti. Non possiamo ignorarla. Non possiamo far finta di non vedere quanto sta accadendo per volere dei democratici e liberi governi occidentali. Per questo abbiamo deciso di ripercorrerla per intero all’interno del nuovo Monthly Report.
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L'indipendente
🔻Quella di Julian Assange è certamente una storia di giustizia e di coraggio, ma anche di una persecuzione politico-giudiziaria senza sosta, pianificata, progettata e realizzata paradossalmente dagli stessi paladini della democrazia e della libertà di espressione a livello globale: gli Stati Uniti d’America. […]
Era “solo” un drone. Il punto di Arditti
Nave Caio Duilio ha abbattuto un drone giunto a sei chilometri di distanza con aria minacciosa, nel corso della missione appena iniziata per la protezione delle vie di navigazione che passano per il Mar Rosso. Un drone certamente spedito dalle milizie Houthi, che operano sulle coste dello Yemen con il supporto tecnico e finanziario dell’Iran (e non solo).
L’atto di guerra difensiva viene oggi commentato con pacatezza dal ministro della Difesa in una lunga intervista sul Corriere della Sera, nella quale Guido Crosetto ricorda i limiti costituzionali in cui operano le nostre forze armate e poi però aggiunge, ancora una volta, un deciso appello alle nazioni europee affinché prendano con decisione la strada della difesa comune.
Tutto di buon senso, dunque, a cominciare dalle parole del ministro.
Però dobbiamo anche avere il coraggio di guardare le cose come stanno nel loro insieme, proprio a partire dall’episodio che ha coinvolto il cacciatorpediniere lanciamissili italiano, una delle unità di punta della nostra Marina Militare.
E allora se vogliamo fare questo esercizio fino in fondo dobbiamo dire che il ministro della Difesa dovrà prepararsi a molte occasioni di commento ad azioni che coinvolgono le nostre forze armate, perché nel futuro (quello prossimo, non quello lontano) lo scenario richiederà necessariamente un impegno massicciamente rafforzato.
Anzi, dico di più: l’episodio che oggi conduce Crosetto a una intervista di commento, episodio che oggi ci appare rilevante (è in prima pagina su tutti i giornali stamattina), ha buone possibilità di finire presto al posto giusto nella gerarchia delle notizie di carattere militare, cioè al fondo della classifica.
Un drone in volo verso una nave è certamente un atto ostile (sarebbe interessante capire di che tipo, sempre che esista questa informazione), ma è soprattutto un test, per vedere la reazione.
Nel mondo, infatti, è forte la convinzione che le forze armate dei Paesi europei sono pronte alle azioni militari “a distanza” (raccolta informazioni con ogni mezzo disponibile, supporto alla logistica, addestramento truppe, assistenza sanitaria, fornitura armamenti) ma assai meno in grado di operare in un teatro bellico reale e di ampia portata, cioè non circoscritto nel tempo e nello spazio (come sta accadendo in Ucraina e anche in Medio Oriente, per non parlare della Siria, della Libia e di varie zone dell’Africa).
Forze Armate cioè dotate di elevata capacità tecnologica e di personale ad alta specializzazione, ma fragili sotto il profilo dell’esperienza sul campo e anche della dotazione adeguata a operare per settimane o mesi in zona di combattimento, chiarito (per chi legge) che se vi è una certezza nelle guerre moderne (e ibride) è l’enorme consumo di materiali di ogni genere.
Allora è il caso di ribadire che il ministro dice cose sagge e lungimiranti.
Ma è anche il caso di ricordare che l’abbattimento di un drone da parte di una nave moderna (il sistema Paams disponibile su Caio Duilio e su Andrea Doria costa circa 200 milioni di euro) è tecnicamente poco più che ordinaria amministrazione.
Diventa eccezionale per forze armate sin qui relativamente poco abituate a operare.
Ma il futuro prossimo ha ottime possibilità (purtroppo) di essere assai diverso dal recente passato.
Il tempo stringe.
Solo contro
L'articolo Solo contro proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
L’Italia spara nel Mar Rosso. Roma è parte della difesa collettiva
Quello che accade nel Mar Rosso “dimostra quanto ci sia bisogno di essere concentrati su un quadrante fondamentale per i nostri interessi”, perché “lì passa il 15 per cento del commercio globale: in mancanza di questa rotta, passando per il Capo di Buona Speranza, rischiamo di avere un incremento del prezzo dei prodotti”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando dal Canada – seconda tappa del tour nordamericano da leader annuale del G7 – parla del tema del giorno: l’Italia è tornata a sparare. Sabato pomeriggio, il cannone da 76mm della Caio Duilio ha abbattuto un drone nel Mar Rosso, uno di quelli di fabbricazione iraniana che da mesi la milizia yemenita Houthi utilizza per bersagliare il traffico commerciale tra Europa e Asia.
La connettività lungo le rotte indo-mediterranee è stata disarticolata di fatto, le condizioni di sicurezza depauperate, tempi (e dunque costi) delle spedizioni stanno già aumentando. Per l’Italia, che dalla guida del G7 intende dare particolare rilievo al tema “connettività”, è una questione di politica internazionale tanto quanto di sicurezza collettività – come già dimostrato nella riunione ministeriale sui Trasporti che ha anticipato in via eccezionale l’incontro del gruppo previsto a Milano, ad aprile, proprio per affrontare insieme la questione dei collegamenti euro-asiatici messi in crisi dagli Houthi.
“Gli attacchi terroristici degli Houti sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alle sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni paesi e agevolarne altri”, spiega nel comunicato della Difesa il ministro Guido Crosetto, che già in passato, in occasione dell’audizione alla Commissione Esteri e Difesa del Senato aveva parlato di “guerra ibrida”, alludendo al fatto che gli Houthi hanno fornito a Mosca e Pechino un lasciapassare – garantendo che le navi russe e cinesi non sarebbero finite sotto i loro colpi.
Secondo le informazioni diffuse dalla Difesa, l’analisi del tracciato del drone yemenita dimostrava che si sta dirigendo verso il cacciatorpediniere lanciamissili italiano, il quale, valutata la telemetria, ha preferito l’uso del sistema Ciws, il cannone Super Rapido. Il drone era a 6 chilometri dell’imbarcazione della Marina. Già successo nei giorni scorsi qualcosa di simile alla tedesca Hessen – che ha a sua volta fatto fuoco, non senza aver rischiato prima di abbattere un drone americano – e alla francese Languedoc, da tempo impegnata in attività nella regione. Era dalla Seconda guerra mondiale che una nave italiana non veniva attivata in un confronto cinetico del genere.
È in questo contesto che l’Italia si avvia al passaggio parlamentare definitivo per dare effettivo mandato alle forze che Roma ha promesso alla missione “Aspides” – avviata dal 19 febbraio dall’Ue per proteggere la sicurezza collettiva lungo quelle rotte. Quando martedì inizierà la discussione in Senato, sui nostri legislatori peserà un’agenda europea: Bruxelles ha infatti affidato il ruolo di Force Commander all’Italia, e il Caio Duilio dovrà dirigere il teatro operativo. Il voto dovrà essere rapido, come fatto da altri partecipanti europei come Francia, Germania e Grecia, perché l’emergenza è in atto e gli assetti in acqua sono già impegnati in attività contro forze ostili. Dal cacciatorpediniere della Marina dipenderà il coordinamento generale, dunque il suo valore è cruciale.
Contestualmente, il Parlamento andrà anche ad autorizzare la guida italiana della missione EuNavFor “Atalanta”, per la lotta alla pirateria nell’Oceano Indiano occidentale, e della CTF 153, task force delle Combined Maritime Forces – forze multinazionali attive sempre nella stessa regioni a cui è ascritta l’operatività di “Prosperity Guardian”, operazione a guida americana pensata proprio come forma di difesa dagli attacchi degli Houthi, parallela a quella offensiva anglo-americano, “Poseidon Archer”.
Oltre al Caio Duilio, altri due assetti italiani saranno attivati nel quadrante, dove Roma proietta il suo interesse nazionale, in un contesto effettivamente delicatissimo che ha già comportato un impegno tecnico-militare pro-attivo. Contesto che potrebbe inasprirsi, perché gli Houthi sono abituati alla guerra guerreggiata almeno da un decennio e – nonostante gli attacchi a guida statunitense abbiamo in parte degradato le loro capacità di azione – non sembrano interessati a fermarsi.
I miliziani yemeniti, connessi al network internazionale dei Pasdaran, dicono di colpire i mezzi alleati d’Israele per difendere i palestinesi della Striscia di Gaza invasa, ma in realtà sfruttano l’occasione per darsi una standing internazionale da sfruttare al tavolo negoziale sulla guerra civile in Yemen (su cui hanno già ottenuto risultati). Anche questa sovrapposizione di interessi, oltre ai rischi ibridi espressi da Crosetto, rende chiaro il livello dell’impegno non-ordinario che l’Italia si trova davanti, dal quale però non può sottrarsi. A maggiore ragione in questo momento di centralità internazionale del governo Meloni – che ha l’occasione di essere Paese riferimento nel Mediterraneo.
#laFLEalMassimo – Roberto Redsox e altri eroi silenziosi
La scorsa settimana, in questa rubrica che parla di libertà ho tracciato un parallelo tra due
Eroi silenziosi Alexei Navalny e Giacomo Matteotti, auspicando che Putin possa fare la fine di Mussolini e sperando che non ci voglia una guerra mondiale per ottenere questo risultato.
In un periodo caratterizzato dal rumore mediatico e dalle distorsioni generate dalla
propaganda di regime è importante prendere una posizione chiara e senza ambiguità,
questa rubrica si schiera dalla parte dalla parte del popolo ucraino e di tutti coloro che in
Russia, si oppongo a un regime che minaccia la pace e la libertà di tutte le società aperte.
Si licet magnis componere parva in questo episodio vorrei parlare di un altro eroe silenzioso,
il tassista Roberto Redsox, che viene perseguitato perché ha l’ardire di affermare la verità e
rispettare la legge, in circostanze surreali, che sembrano tratte da un libro di Kafka e sono
indegne di una paese civile.
A qualcuno può sembrare esagerato parlare di eroe silenzioso e di coraggio a fronte della
pubblicazione di qualche post si social, ma siamo ancora una volta al dito che indica la luna:
Roberto si oppone a una prassi diffusa e incredibilmente tollerata e incoraggiata dalle
istituzioni, nel farlo si mette contro un’intera categoria e uno strato di popolazione ottuso,
conservatore e illiberale.
Ognuno di noi ha la possibilità nel quotidiano di dare un contributo proporzionato alle
circostanze in cui si trova, ma la maggioranza di noi preferisce voltarsi altrove, far finta di
niente, per pigrizia, indolenza, irresponsabilità. Mahatma Gandi ci invitava ad essere il
cambiamento che vogliamo nel mondo e Rooberto a suo modo lo sta facendo
La FLE al massimo si schiera senza ombra di dubbio dalla parte di tutte le battaglie di libertà
da quelle grandi come la resistenza eroica del popolo Ucraino e dei martiri come Navalny a
alle quelle piccole, ma non meno rilevanti degli eroi come Roberto Red Sox.
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Shakespeare racconta Dante
RASSEGNA PER I 460 ANNI DALLA NASCITA DI SHAKESPEARE
READING TEATRALE DI GIUSEPPE PAMBIERI E MICOL PAMBIERI
OLTRE AGLI AUTORI INTERVERRANNO
STEFANO CAMPAGNOLO, Direttore Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
ANDREA CANGINI, Segretario Generale Fondazione Luigi Einaudi
ELENA CATOZZI, Biblioteca Museo Teatrale SIAE
GIANNI PITTIGLIO, Storico dell’arte e docente presso la Saf ICPAL
MODERA
MARIA LETIZIA SEBASTIANI, Responsabile Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi
L'articolo Shakespeare racconta Dante proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Se a questi mancano le basi (militari)... l Contropiano
"Il problema non è cosa è la Russia, il problema è cosa stiamo diventando noi. Se non si chiudono le basi militari USA e se non si esce da quell'organizzazione criminale internazionale che, dal dopoguerra in poi, ha soltanto seminato morte, distruzione e miseria (NATO), ogni nuovo o vecchio partito, ogni programma politico, ogni movimento di opinione è/sarà semplice operetta, avanspettacolo."
News da Marte #26 I Coelum Astronomia
"In questa puntata riprendiamo la ricostruzione degli eventi che hanno portato al termine della missione di Ingenuity con nuove immagini e nuovi video."
APPELLO. Gaza. Basta sangue sui nostri giubbotti
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COMUNICATO
A seguito dell’appello sulla libertà di informazione a Gaza che in pochi giorni ha raggiunto quasi mille firme di operatori di media e l’adesione di numerose organizzazioni, ci troveremo per un sit-in di denuncia 1 MARZO ore 11.00 in VIA DI SAN NICOLA DE’CESARINI (area sacra di Largo Argentina) per ricordare tutti i giornalisti uccisi nella guerra a Gaza e chiedere di cessare il fuoco.
In quattro mesi di guerra i giornalisti palestinesi sono stati decimati impunemente: hanno perso la vita almeno 123 giornalisti e operatori dei media [ifj.org/war-in-gaza] e molti altri sono feriti, arrestati o dispersi.
Il bilancio delle vittime è senza precedenti. Colpire i giornalisti mentre svolgono il loro lavoro di documentazione è un crimine di guerra. Impedire che i crimini di guerra vengano raccontati da voci indipendenti è un crimine contro l’Umanità.
La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha ordinato a Israele di “prendere tutte le misure in suo potere per smettere di uccidere i palestinesi, in violazione della Convenzione sul genocidio”.
Oggi di nuovo e con forza condanniamo le uccisioni e i continui attacchi su giornalisti e altri operatori dei media, e sosteniamo indagini indipendenti e immediate sulla loro morte, ferimento, detenzione o sparizione.
Invitiamo inoltre le nostre istituzioni a fare pressioni in tutte le sedi competenti, per porre fine a questa strage e alla continua violazione dei diritti umani, alla luce e in coerenza con la mozione sul cessate il fuoco approvata in Parlamento.
Durante il sit-in si alterneranno al microfono firme del giornalismo, fotoreporter, fixer, videomaker, producers, editors, analisti.
Invitiamo tutte e tutti coloro che operano nei media a partecipare per difendere la libertà di stampa senza rischiare la vita.
ADERISCONO
Amnesty International, Italia
ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici
AOI Associazione delle ong italiane
Assopace Palestina
Atlante delle Guerre e Conflitti nel Mondo
Articolo 21
100 autori Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva
COSPE Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti
DIG Association, DIG Festival
Doc/it Associazione Documentaristi italiani
FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana
Free Assange, Italia
GV Press, Italian Videomaker association
LEA Laboratorio Ebraico Antirazzista
Pressenza, Agenzia di Stampa internazionale
Rete NoBavaglio Liberi di essere informati,
Unimondo.org
Pagine Esteri
Un Ponte Per, Associazione per la solidarietà internazionale
USIGRAI, Sindacato Giornalisti Rai -Radiotelevisione Italiana,
Associazione Disciplinare CONSCOM, Press group Agency
WGI – Writers Guild Italia
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In Cina e Asia – Gli Usa aprono indagine sulle auto cinesi. "Minacciata la sicurezza nazionale”
I titoli di oggi: Gli Usa aprono indagine per verificare se le auto cinesi sono una minaccia alla sicurezza nazionale Accordi Australia-Filippine. Marcos: “Fermo nella difesa della sovranità nazionale” Chip, assolta azienda cinese accusata di furto di proprietà intellettuale dal Dipartimento del Commercio americano Rapporto think tank Usa: in crescita la presenza militare cinese nel Mar cinese meridionale Kim Jong ...
L'articolo In Cina e Asia – Gli Usa aprono indagine sulle auto cinesi. “Minacciata la sicurezza nazionale” proviene da China Files.
Provvedimenti da copiare: il Presidente USA Biden emetterà un ordine esecutivo che si pone l’obiettivo di proteggere i dati personali degli americani dagli abusi dei Paesi che vengono identificati come a rischio.
L’ordine consente al Procuratore generale di impedire il trasferimento su larga scala dei dati sensibili, come quelli genomici, biometrici, sanitari, di localizzazione e finanziari. Questi dati possono essere usati per tracciare le persone, violare la loro privacy e consegnarli anche a servizi di intelligence stranieri. Le aziende raccolgono una quantità enorme di dati che possono essere venduti e finire nelle mani di governi o servizi segreti stranieri, con rischi significativi per la privacy e la sicurezza nazionale, specialmente per i militari.
L’ordine esecutivo di Biden rappresenta una delle azioni più significative mai intraprese per proteggere i dati degli americani.
whitehouse.gov/briefing-room/s…
FACT SHEET: President Biden Issues Executive Order to Protect Americans’ Sensitive Personal Data | The White House
Today, President Biden will issue an Executive Order to protect Americans’ sensitive personal data from exploitation by countries of concern.The White House
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NYT: “In Ucraina 12 basi della CIA”. Von der Leyen: “guerra non impossibile”
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di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 1 marzo 2024 – La Central Intelligence Agency ha creato dodici basi segrete in Ucraina per spiare «i movimenti delle forze armate russe». A diffondere la notizia non è stato né qualche organo di stampa putiniano né qualche sito web complottista, bensì il New York Times, uno dei più autorevoli quotidiani statunitensi.
Secondo un lungo reportage firmato dal due volte vincitore del Premio Pulitzer Adam Entous e dal giornalista d’inchiesta Michael Schwirtz, la CIA ha realizzato dodici diverse basi in altrettanti bunker sotterranei al confine con la Federazione Russa, nascosti nei boschi e dotati delle apparecchiature elettroniche più sofisticate.
Operazione Goldfish
Il programma – ribattezzato “Operazione Goldfish” – sarebbe stato approvato e gestito da tre diverse amministrazioni – quelle di Obama, Trump e Biden – e sarebbe stato applicato già a partire nel 2016. Il reportage del New York Times si basa su 200 interviste e conversazioni e sulle rivelazioni di alcuni agenti e funzionari ucraini, tra i quali Ivan Bakanov, ex capo dell’SBU, i servizi segreti interni di Kiev.
Dal reportage emerge, in generale, che i servizi statunitensi hanno non solo collaborato, ma di fatto ricostruito, finanziato, addestrato e guidato passo dopo passo le agenzie di intelligence ucraine in funzione antirussa. Tra gli agenti addestrati dai servizi statunitensi ci sarebbe anche Kyrylo Budanov, prima messo a capo di un’unità speciale destinata a catturare droni russi per tentare di decodificare i sistemi di crittografia di Mosca e poi scelto per comandare lo spionaggio militare di Kiev.
Quando all’inizio del 2022 la Casa Bianca ordinò l’evacuazione del personale statunitense in Ucraina, poco prima l’inizio dell’invasione russa, nel paese rimase comunque un gruppo di agenti della Cia, di base in una località non rivelata dell’Ucraina occidentale (oltre a un consistente gruppo di consiglieri militari statunitensi e di altri paesi della Nato, circostanza nota per quanto mai ammessa esplicitamente dai vari governi occidentali). Poche settimane più tardi, una volta chiaro che i russi non sarebbero riusciti ad occupare Kiev e ad insediare un governo fantoccio, molti degli agenti e dei tecnici americani che avevano lasciato il paese tornarono nel paese e furono schierati nelle basi ucraine.
Una postazione ucraina
I servizi ucraini dipendono dalla CIA
Dal reportage emerge che i servizi ucraini sono di fatto un’estensione di quelli statunitensi (e di quelli britannici), senza i quali avrebbero assai poche possibilità di competere con quelli russi. Come scrive il reportage, sono la CIA e altre agenzie di intelligence statunitensi a fornire agli ucraini le «informazioni per attacchi missilistici mirati, tracciano i movimenti delle truppe russe e aiutano a sostenere le reti di spionaggio».
Il governo e i comandi militari ucraini temono ora, dopo l’allentamento del sostegno statunitense, che Washington tiri i remi in barca e abbandoni Kiev. Il precedente afghano è il peggiore incubo di Zelensky e dei suoi più stretti collaboratori. Forse è per rassicurare il presidente ucraino che la scorsa settimana il direttore della CIA, William Burns, ha compiuto il decimo viaggio a Kiev dall’inizio dell’invasione.
Lo scontro tra Nato e Russia sempre più vicino
Con l’improvviso annuncio delle dimissioni per motivi di salute del leader dei Repubblicani al Senato di Washington, Mitch McConnell, Zelensky perde ora anche l’unico influente sostenitore del sostegno militare all’Ucraina nel partito di Donald Trump.
Il parziale disimpegno statunitense ha convinto il presidente francese Emmanuel Macron a proporre ai partner occidentali un’operazione congiunta e volontaria per inviare truppe nel paese, allo scopo di contrastare l’avanzata russa che, dopo la presa di Avdiivka, prosegue spedita soprattutto in Donbass.
Macron, spiazzando i partner dell’Unione Europea e della Nato e suscitando la contrarietà degli Stati Uniti e dell’Alleanza Atlantica, con la sua provocazione pensa probabilmente di soffiare a Washington la leadership del fronte antirusso, ruolo che nei fatti non è preparata a sostenere.
Anche se – come è probabile – né la Francia né altri paesi occidentali daranno seguito alla suicida proposta di Macron, l’asticella dello scontro con Mosca si è nuovamente alzata, superando decisamente il livello di guardia.
L’Europarlamento vota guerra a oltranza
Da parte sua, nel corso di un intervento al parlamento europeo, la presidente della Commissione Europea, ieri la tedesca Ursula von der Leyen, ha chiesto più armi e più spese militari ed ha avvertito che «la guerra (con la Russia) non è imminente ma non più impossibile».
Dopodiché la maggioranza degli eurodeputati – ben 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni – ha votato una risoluzione che impegna i governi a sostenere militarmente l’Ucraina, stanziando allo scopo almeno lo 0,25% del proprio Pil, fino alla riconquista di tutti i territori occupati da Mosca, Crimea compresa. Un obiettivo che anche Washington, da tempo, considera inattuabile e velleitario. Pagine Esteri
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Future of Privacy Forum Awarded National Science Foundation and Department of Energy Grants to Advance White House Executive Order on Artificial Intelligence
The Future of Privacy Forum (FPF) has been awarded grants by the National Science Foundation (NSF) and the Department of Energy (DOE) to support FPF’s establishment of a Research Coordination Network (RCN) for Privacy-Preserving Data and Analytics. FPF’s work will support the development and deployment of Privacy Enhancing Technologies (PETs) for socially beneficial data sharing and analytics. Most notably, the RCN will bring together a multi-stakeholder community of academic researchers, industry practitioners, policymakers, and other stakeholders to advance the trustworthy adoption of PETs in the context of AI and other key technologies as directed in the Biden-Harris Administration’s Executive Order on Artificial Intelligence (AI).
“The Biden Administration’s Executive Order rightly puts significant emphasis on the incorporation of equity principles in AI-enabled technologies,” said John Verdi, FPF’s Senior Vice President for Policy, who will serve as the RCN’s principal investigator. “Since its founding, FPF’s work has been driven by a belief in the fair and ethical use of technology to improve people’s lives. We are convening a multidisciplinary, cross-sector, and international group of experts to better understand the risks of data sharing and analytics and how PETs can and cannot mitigate those risks, with particular attention to the implications for marginalized and vulnerable groups.”
The NSF-DOE grants will enable FPF to establish a robust expert network with members from academia, industry, government, and civil society to discuss and develop best practices for advancing PETs. Its goals are to facilitate ethical data use, stimulate responsible scientific research and innovation, and enable individuals and society to benefit equitably from data sharing and analytics.
The RCN is in direct response to the goals of the National Strategy to Advance Privacy-Preserving Data Sharing and Analytics. It’s intended to advance the National Strategy and EO on AI through two interrelated networks:
- An interdisciplinary and cross-sector Expert Group on Privacy Enhancing Technologies for Research and Analysis focused on advancing PETs to support responsible scientific research and innovation in ways that protect privacy, civil rights, and civil liberties and promote equity; and
- A Regulator Sub-Group, focused specifically on legal and regulatory mechanisms supporting the development and use of PETs.
“Privacy-enhancing technologies are increasingly important in today’s data-driven landscape. They allow us to safeguard sensitive datasets and information needed to advance a broad research, development, and demonstration portfolio,” said Asmeret Asefaw Berhe, Director of DOE’s Office of Science. “This Research Coordination Network will help us move toward the shared goal of establishing new standards for data safety and security that will allow us to continue to develop the innovations and scientific discoveries we need to achieve our clean energy and industrial goals.”
The awarded grants build on FPF’s years-long track record of convening private-sector stakeholders and regulators to discuss responsible data sharing and the deployment and regulation of PETs, including its Privacy Research and Data Responsibility RCN and Global PETs Network.
“This crucial investment represents our commitment to advancing the foundations of responsible AI and privacy-enhancing technologies,” said Dilma DaSilva, Acting Assistant Director for NSF’s Computer and Information Science and Engineering Directorate. “This effort supports research and development that enables individuals and society to benefit equitably from the value derived from privacy preserving data sharing and analytics.”
The RCN will inform the public debate on PETs, provide useful information to policymakers, and contribute to the development of systems and products to support the equitable use of AI. For more information about the RCN and how to get involved, please contact rcn@fpf.org. To keep updated on similar issues and emerging topics, apply to join the Ethics and Data in Research Working Group.
Service Learning: le indicazioni e i suggerimenti sono presenti in un nuovissimo documento, liberamente scaricabile, che costituisce l’esito di un percorso di confronto e ricerca avviato nel 2021 nell’ambito delle attività del pr…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Service Learning: le indicazioni e i suggerimenti sono presenti in un nuovissimo documento, liberamente scaricabile, che costituisce l’esito di un percorso di confronto e ricerca avviato nel 2021 nell’ambito delle attività del pr…Telegram
Ministero dell'Istruzione
Dopo un costruttivo confronto con il #MIM, l'ANAC ha dato parere favorevole alla possibilità che le scuole proseguano autonomamente nelle procedure di acquisto per l’organizzazione di viaggi d’istruzione, stage linguistici e scambi culturali e per i …Telegram
GAZA. Uccisi a decine in fila per il pane. I morti superano i 30.000
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di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 29 febbraio 2024. Oggi Israele ha ucciso circa 100 persone tra le migliaia in attesa dell’arrivo dei camion di aiuti umanitari lungo Al Rasheed street, nel nord di Gaza. Più di mille i feriti ma il bilancio potrebbe aggravarsi. Uno dei camion che avrebbe dovuto consegnare farina alla popolazione affamata è stato tragicamente utilizzato per trasportare decine di feriti verso ciò che resta degli ospedali. Intanto, almeno sei bambini sono morti per malnutrizione, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
A quasi cinque mesi dall’inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza sono state uccise 30.000 persone. I due terzi sono donne e bambini. L’1% della popolazione è stata spazzata via. Ma i numeri potrebbero essere addirittura ottimistici: decine di migliaia di persone sono morte fuori dagli ospedali e sono state sepolte dai propri familiari, o sono rimaste intrappolate sotto le macerie delle case distrutte.
Dal 7 ottobre, dopo l’attacco di Hamas in Israele che ha ucciso circa 1.200 persone e ne ha fatte prigioniere circa 250, i bombardamenti israeliani hanno colpito prima il nord della Striscia e hanno continuato poi verso il centro e il sud. Alla popolazione è stato ordinato di evacuare e sono state indicate “zone sicure” che sono state a loro volta colpite. Mentre l’esercito entrava a Gaza sui carri armati, 1,8 milioni di persone su una popolazione di 2,3 milioni, diventava sfollata.
Il nord della Striscia di Gaza è stato completamente distrutto. Quello che le bombe non sono riuscite a colpire è stato appianato dai mezzi militari: sono stati demoliti con l’esplosivo interi quartieri residenziali ma anche moschee, scuole, università. Le ruspe hanno distrutto campi sportivi e abbattuto i resti di numerose case rimaste in piedi.
Durante il cessate il fuoco di fine novembre, quando Hamas e Israele hanno concordato uno scambio di prigionieri, i palestinesi che hanno provato a ritornare nel nord di Gaza hanno trovato a fermarli i checkpoint dell’esercito, che li hanno rimandati indietro anche sparando sulla folla. Chi è rimasto nel nord della Striscia vive oggi fame e povertà estreme.
Sono 582 i soldati israeliani morti nei combattimenti con Hamas nel nord di Gaza.
Né l’Egitto né Israele permettono ai giornalisti di entrare nella Striscia. Alcune delle più importanti testate internazionali hanno avuto il permesso di farlo da “embedded”, ossia insieme all’esercito e stipulando un accordo secondo il quale tutto il materiale prodotto sarebbe stato visionato dai soldati, dei quali i giornalisti si impegnavano ad accettare la censura. Un gruppo di oltre 50 giornalisti di varie testate, tra le quali CNN, Sky News, ABC, NBC e CBS, hanno inviato una lettera aperta alle autorità israeliane ed egiziane nella quale chiedono che sia permesso il libero accesso dei giornalisti a Gaza e che venga garantita la sicurezza dei giornalisti palestinesi che lavorano nella Striscia. Fino al 29 gennaio sono stati più di 100 i giornalisti uccisi dall’esercito.
Nel sud di Gaza la situazione non è migliore. Sono circa 1 milione e 200 mila le persone sfollate che si sono rifugiate nella zona. Intere famiglie in una stanza, quelle che sono riuscite a trovarne una libera e che hanno le possibilità di permettersi di pagare un affitto. Tutte le altre per strada, nelle tende costruite con qualsiasi cosa potesse servire a proteggere dalla pioggia che allaga comunque i campi profughi improvvisati, dove non esistono bagni né elettricità, non c’è acqua. Le Nazioni Unite hanno denunciato che Israele non permette ai camion di aiuti ammassati al confine con l’Egitto o ai valichi di entrare nella Striscia. Le famiglie sono costrette a mangiare ciò che trovano tra i rifiuti e gli scarti marciti. La fame e le malattie potrebbero uccidere più persone di quelle morte fino ad oggi. L’ONU ha fatto sapere che 576.000 persone nella Striscia sono sull’orlo della carestia. Si tratta del 25% dell’intera popolazione. Il Word Food Program ha dichiarato che nel nord di Gaza i bambini sotto i due anni soffrono di grave malnutrizione e che 155.000 donne incinte o che allattano non hanno accesso a cibo nutriente.
Gli ospedali sono stati attaccati e la maggior parte è completamente fuori servizio. I cecchini sono appostati sui tetti delle case e nei mezzi blindati e i medici denunciano un alto numero di vittime, anche tra i bambini, colpiti alla testa dai fucili di precisione. Nelle strutture ospedaliere ormai da mesi si opera in condizioni estreme. Le amputazioni, numerose, dovute alle ferite causate dall’abbattimento delle case o dai bombardamenti nelle strade, sono effettuate da mesi ormai spesso senza anestesia, con strumenti assolutamente inadeguati. Molti tra i medici e il personale sanitario sono stati arrestati. Come centinaia di altre persone, che non si sa dove siano state portate. Molti tra coloro che sono stati rilasciati dall’esercito, hanno denunciato di essere stati sottoposti a torture.
Le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa palestinese hanno denunciato che le ambulanze vengono colpite dall’esercito nonostante il loro passaggio sia stato concordato con i militari.
La popolazione di Rafah, ossia la maggior parte della popolazione dell’intera Gaza, attende con terrore l’attacco militare che Israele ha annunciato. Senza l’UNRWA, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi, con la Mezzaluna Rossa che ha sospeso gli interventi perché non è in grado di garantire la sicurezza del personale, che viene regolarmente attaccato e ucciso, con gli ospedali fuori servizio, danneggiati o affollati dai feriti e dai profughi, un attacco militare potrebbe portare a conseguenze che al momento sembrano essere addirittura inimmaginabili.
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L'articolo GAZA. Uccisi a decine in fila per il pane. I morti superano i 30.000 proviene da Pagine Esteri.
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L'articolo In Cina e in Asia – Xinjiang, bloccato accordo Ue sulla sostenibilità aziendale proviene da China Files.
Ministero dell'Istruzione
Oggi al #MIM, il Ministro Giuseppe Valditara ha incontrato i rappresentanti regionali delle Consulte provinciali studentesche che fanno parte del nuovo Ufficio di Coordinamento Nazionale.Telegram
Metano sui pianeti nani ghiacciati: la scoperta degli scienziati l Passione Astronomia
"La Fascia di Kuiper è una grande regione a forma di ciambella ricca di corpi ghiacciati oltre l’orbita di Nettuno. [...] Questi corpi probabilmente si sono formati all’inizio della storia del nostro sistema solare, circa 4,5 miliardi di anni fa. Lontani dal calore del nostro Sole, si credeva che fossero oggetti freddi e morti."
XVIII Concorso Nazionale "Tricolore Vivo" anno scolastico 2023/2024, promosso da A.Ge. Associazione italiana genitori della Regione Sicilia, è rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola XVIII Concorso Nazionale "Tricolore Vivo" anno scolastico 2023/2024, promosso da A.Ge. Associazione italiana genitori della Regione Sicilia, è rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.Telegram
Forse non tutti i Friulinuxiani sanno che... esiste un'istanza mastodon del LUG di Trieste
L'istanza è amministrata da @AdminLug@mastodon.lug.ts.it e si trova a questo indirizzo:
mastodon.lug.ts.it/public/loca…
Mastodon | Lug Trieste
Un'istanza di mastodon per la cittá di Trieste, ospitata sul server del Linux user Group TriestinoMastodon hosted on mastodon.lug.ts.it
I'm grateful for the service your account offers, but it's a shame that it's not possible to sort servers by number of active users. Unfortunately, the number of overall users is a value that rewards very old instances, even if they are practically dead
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Weekly Chronicles #65
Questo è il numero #65 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti racconta l’Era Digitale e ti aiuta a preservare la tua libertà e la tua privacy.
Cronache della settimana
- Le vending machines ti osservano
- L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta
- Londra potenzia la sorveglianza di massa
Lettere Libertarie
- In Argentina arriva il carcere per chi stampa denaro
Rubrica OpSec:
- I consigli della NSA per usare lo smartphone
Le vending machines ti osservano
Vending.FacialRecognition.App.exe - Application Error
È il messaggio di errore che è apparso a uno studente della University of Waterloo mentre cercava di comprare una merendina da una vending machine del campus.
Lo studente ha poi postato l’immagine su Reddit, da cui è scaturito un intenso dibattito: “okay, perché le vending machines hanno il riconoscimento facciale?”
Qualcuno ha anche postato parte della privacy policy della vending machine:
“The facial recognition camera and video display signage on the front of the vending machine can collect data about the customer’s age and gender. Once the data has been sent to the control unit, the data can be combined with other information, such as local weather conditions and time of day. The platform can then send a message back to the video display to trigger targeted promotions to stimulate add-on sales in a single transaction.”
In generale gli utenti che hanno postato nel thread su Reddit sembravano abbastanza stupiti dalla possibilità che una vending machine avesse tali capacità — tanto da protestare con l’amministrazione dell’università, che è stata poi costretta a disabilitare la macchina.
Bene, ma non proprio. Purtroppo non è una novità che le macchinette abbiano capacità di riconoscimento facciale. Lavorando nel settore della privacy posso dirvi che da diversi anni il settore del vending ha fatto grandi passi in avanti nell’acquisizione di dati personali: riconoscimento facciale, profilazione, concorsi a premi e molto altro.
Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, la questione è più complessa di ciò che sembra. Prima di tutto, bisogna distinguere tra riconoscimento facciale e analisi facciale.
Il primo implica la creazione di dati biometrici attraverso modelli applicati da algoritmi sulle immagini del viso in tempo reale. I dati biometrici creano poi dei codici univoci che descrivono e identificano matematicamente un singolo volto.
Viceversa, gli algoritmi di analisi facciale non creano modelli biometrici ma sono in grado di identificare caratteristiche comuni e distinguere tra vari elementi. Ad esempio, sono in grado di distinguere il genere di una persona (over 9000), esaminando il volto.
Nel secondo caso la macchina sa che siamo esseri umani, magari di genere maschile o femminile e di età compresa tra i 25 e i 30 anni, ma non crea dati biometrici che possono essere usati per identificarci tra miliardi di altre persone.
Inutile dire che il primo caso è molto peggio del secondo. Purtroppo non è facile come sembra scoprire con quale tipo di sistema abbiamo a che fare. Molte aziende produttrici di software e macchine usano il termine riconoscimento facciale impropriamente, per vendere meglio i loro prodotti. Altri invece lo usano davvero.
In alcuni casi addirittura le macchine vengono vendute con la capacità di riconoscimento facciale, senza neanche che il commerciante che le installa lo sappia.
Una cosa è certa: nell’Era Digitale dobbiamo presumere che ogni macchina abbia telecamere, microfoni e sensori ad hoc per acquisire i nostri dati e profilarci.
Il mondo sta cambiando: stupirsi di queste cose significa essere preda delle macchine, degli algoritmi, delle corporazioni e dei governi. Prenderne atto, usare la tecnologia con accortezza, e adeguarsi.
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L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta
Dopo lunghi anni di discussioni e ripensamenti, il testo finale dell’IA ACT è stato approvato dall’Unione Europea e sarà pubblicato in Gazzetta ad aprile 2024. Da quel momento inizieranno a decorrere i vari termini di efficacia delle diverse disposizioni.
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel
E gli Erotik Twist fanno proprio questo: mantengono le promesse evocate dal loro nome, dai titoli della maggior parte delle loro canzoni e, perché no, dalla copertina di questo album. @Musica Agorà
iyezine.com/erotik-twist-the-s…
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel - 2024
Erotik Twist: un album affilato come un lama di rasoio in un thriller italiano degli anni settanta, di quelle che colpiscono senza dare scampo alla vittima.In Your Eyes ezine
RECs Report: Towards a Continental Approach to Data Protection in Africa
On July 28, 2022, the African Union (AU) released its long-awaited African Union Data Policy Framework (DPF), which strives to advance the use of data for development and innovation, while safeguarding the interests of African countries. The DPF’s vision is to unlock the potential of data for the benefit of Africans, to “improve people’s lives, safeguard collective interests, protect (digital) rights and drive equitable socio-economic development.” One of the key mechanisms that the DPF seeks to leverage to achieve this vision is the harmonization of member states’ digital data governance systems to create a single digital market for Africa. It identifies a range of focus areas that would greatly benefit from harmonization, including data governance, personal information protection, e-commerce, and cybersecurity.
In order to promote cohesion and harmonization of data-related regulations across Africa, the DPF recommends leveraging existing regional institutions and associations that are already in existence to create unified policy frameworks for their member states. In particular, the framework emphasizes the role of Africa’s eight Regional Economic Communities (RECs) to harmonize data policies and serve as a strong pillar for digital development by drafting model laws, supporting capacity building, and engaging in continental policy formulation.
This report provides an overview of these regional and continental initiatives, seeking to better clarify the state of data protection harmonization in Africa and to educate practitioners about future harmonization efforts through the RECs. Section 1 begins by providing a brief history of policy harmonization in Africa before introducing the RECs and explaining their connection to digital regulation. Section 2 dives into the four regional data protection frameworks created by some of the RECs and identifies key similarities and differences between the instruments. Finally, Section 3 of the report analyzes regional developments in the context of the Malabo Convention through a comparative and critical analysis and, lastly, provides a roadmap for understanding future harmonization trends. It concludes that while policy harmonization remains a key imperative in the continent, divergences and practical limitations exist in the current legal frameworks of member states.
Vane tentazioni
Guardate come sono futili le tentazioni proposte dal diavolo in questo racconto e dunque vano tutto quello che propone. Propone di sfamarsi come un gioco di prestigio, di buttarsi dall’alto del pinnacolo, in una vana dimostrazione di coraggio, propone tutti i regni del mondo con la loro gloria che è vana, perché sono soggetti alla distruzione e alla morte.
Invece, Gesù Cristo, come risorto, vincendo la morte, e quindi i poteri del mondo, che sulla paura della morte basano il loro potere, ci dà una speranza viva. E un dono reale ed eterno, non vano. Per questo non ha senso arrenderci al male e agli errori, ma è pieno di futuro il tentare il bene nuovamente e nuovamente in ogni tempo.
pastore D'Archino - Vane tentazioni
Il racconto delle tentazioni di Gesù annuncia che Egli è veramente il Figlio di Dio. Infatti, Gesù viene tentato, anzi messo alla prova come sarebbe più corretto tradurre, come Figlio di Dio. Viene…pastore D'Archino
Il Medio-Oriente nel mondo multipolare. L’analisi di Saïd Boumama l Contropiano
«Per contrastare l’immenso progetto cinese di infrastrutture di trasporto della Via della Seta, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sviluppato un progetto concorrente che richiede il controllo di Gaza.
Annunciato al vertice del G20 a settembre 2023, questo progetto chiamato “Corridoio India-Europa-Medio Oriente” è stato presentato da una nota della Casa Bianca del 9 settembre.»
Potresti aver notato che alcune persone pubblicano post molto più lunghi rispetto al solito limite di 500 caratteri. Ci sono tre modi in cui ciò è possibile:
-Il proprietario del server ha personalizzato il software del proprio server Mastodon per modificare il limite di caratteri
-Il proprietario del server ha installato una versione pre-personalizzata di Mastodon come Glitch o Hometown
-Il server non funziona affatto con il software Mastodon, ma con qualcosa di totalmente diverso come Friendica, WordPress ecc
Maggiori informazioni:
➡️ fedi.tips/why-do-some-people-o…
Il post di @Fedi.Tips
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A seconda delle impostazioni, gli utenti di Friendica possono eseguire ricerche per varie cose utilizzando la pagina di "ricerca" (o la barra di ricerca nel pannello di navigazione superiore).
Ricerca account
- Modello: @name
- Risultato: elenca tutti i profili che corrispondono al nome. Il nome può essere utilizzato nel campo del nome visualizzato del profilo o del nickname e può essere solo una parte dell'intero testo.
Ricerca di un gruppo
- Modello: !name
- Risultato: elenca tutti i gruppi che corrispondono al nome. Il nome può essere utilizzato nel campo del nome visualizzato del profilo del gruppo o del nickname e può essere solo una parte dell'intero testo. I gruppi possono essere ospitati su qualsiasi piattaforma supportata, ad esempio Friendica, Lemmy, gupp.pe.
Ricerca di testo
- Modello: name
- Risultato: ( dipende dalle impostazioni dell'amministratore ) cerca tutti i messaggi che contengono name
e li elenca. Poiché le ricerche nel testo completo richiedono molte risorse, gli amministratori possono limitare la ricerca affinché venga eseguita solo sui tag.
Operatori booleani
Per la ricerca testuale è possibile utilizzare operatori booleani anteponendo ai termini di ricerca una +(la parola deve essere inclusa) o una -(l'annuncio non deve contenere la parola). Inoltre è possibile utilizzare parentesi per combinare gli operatori.
Se per una parola non viene utilizzato alcun operatore booleano, viene ORutilizzato .
- Ad esempio +(Fediverse Friendica) +Berlin
cercherà tutti i messaggi sul nodo Friendica che contengono Fediverso o Friendica e inoltre i messaggi dovranno contenere anche la parola Berlin. Al contrario, -(Fediverse Friendica) +Berlin
cercherebbe i messaggi che includono la parola Berlino ma escluderebbe dal risultato tutti i messaggi che contengono anche la parola Fediverse o Friendica
Ricerca URL
- Modello: http://example.com/some/page
- Risultato: Friendica proverà a trovare il contenuto abilitato per ActivityPub nell'URL utilizzato. In caso di esito positivo, il post verrà importato nel nodo, in modo che l'utente possa ora interagire con il contenuto come al solito (mi piace, ricondividi, commenta, ecc.)
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Sangue, sangue e ancora sangue l La Città Futura
"Per la quarta volta il Paese capofila dei guerrafondai ha posto il veto all’ONU su una risoluzione che chiedeva l'immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Dall’inizio del conflitto gli statunitensi si riempiono la bocca di pace con proclami ipocriti e poi operano per tenere non solo aperto il conflitto -continuando a vendere armi a Israele- ma ne aprono di nuovi come quello in Yemen."