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In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC?


In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC? CIA PCC
I titoli di oggi:

Una campagna social della CIA per infangare il PCC?
Collasso Sichuan Trust, gli investitori protestano contro il piano di rimborso del governo
Cina, giornalisti della CCTV allontanati con forza dalle autorità locali
Pechino assicura politiche flessibili per le nuove tecnologie mentre lancia un piano per rilanciare i consumi
Cambogia, in programma la cos

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Africa Rossa – L’Africa alle "Due sessioni”


Africa Rossa – L’Africa alle Africa due sessioni
Africa rossa è la rubrica dedicata alla presenza cinese in Africa, a cura di Alessandra Colarizi.

I temi di questa puntata di:

L'Africa alle "Due sessioni"
Il senso di Julius Maada Bio a Pechino
Dopo il cobalto congolese, la Cina punta al litio zimbabwese
FMI: "Il modello cinese in Africa sta cambiando"
Comunità cinese in Africa ai minimi dal 2015
Pelle di asino, ora c'è il ban dell'UA
AfCFTA contro il de-risking
Crisi Mar Rosso, colpiti gli investimenti cinesi nel Corno d'Africa
Tecno supera Samsung in Africa e Medio Oriente
Cina e Russia: un po' "alleati", un po' avversari

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La guerra in Ucraina, un grande affare per Washington


Comunque vada, per Washington la guerra in Ucraina è stato un grande affare. Gli USA hanno ristabilito il primato militare sull'occidente, sostituito le proprie esportazioni energetiche a quelle russe ed aumentato la vendita di armi in Europa L'articolo

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Ormai anche a Washington si ammette pubblicamente che le possibilità che l’Ucraina “vinca” la guerra contro la Russia sono ridotte al lumicino.

Lungi dall’aumentare l’isolamento internazionale di Mosca e dall’indebolire la Russia, come previsto e sperato da Washington, le dure sanzioni imposte alla Federazione hanno forzato l’economia del gigante eurasiatico a riconvertirsi velocemente, potenziando il suo apparato militare-industriale e la sua capacità di produrre armi e munizioni.
Inoltre, venuti meno i mercati occidentali, Mosca ha dovuto volente o nolente riorientare una parte importante delle sue relazioni commerciali verso i paesi dell’Asia e incrementare le relazioni con l’Africa, sfruttando proprio il suo potenziale militare.

L’Ucraina, sedotta e abbandonata?
In molti temono ora che le prossime elezioni presidenziali statunitensi vedano prevalere Donald Trump che non fa mistero di voler mollare l’Ucraina al suo destino per cercare un relativo appeasement con Vladimir Putin e poter concentrare i propri sforzi contro la Cina. Nel frattempo i parlamentari repubblicani bloccano l’approvazione di un megapacchetto di aiuti finanziari e bellici all’Ucraina, il cui esercito è sempre più sfiancato e a corto di munizioni, incapace di contrastare efficacemente l’avanzata delle truppe russe soprattutto in Donbass.

Comunque, per gli Stati Uniti il sostegno all’Ucraina non sembra essere più una novità. Le dimissioni, alcuni giorni fa, del sottosegretario al dipartimento di Stato Victoria Nuland, prima tra i principali attori del cambio di regime a Kiev nel 2014 e poi sponsor fondamentale del sostegno economico e militare all’Ucraina, confermano il disimpegno di Washington.

Mentre l’establishment europeo e in particolare la Francia gonfiano il petto e pensano di sfruttare il parziale dietrofront degli Stati Uniti per ergersi a strenui difensori di Kiev, costi quel che costi – ma saranno in grado di trasformare le altisonanti dichiarazioni in atti concreti, rischiando di entrare in rotta di collisione diretta con la Russia e di scatenare una guerra su vasta scala? – in Ucraina aumenta il numero di quanti nutrono forti dubbi sulla scelta di affidarsi strategicamente a Washington, col rischio di essere sedotti e abbandonati.

La Nato torna in auge e conquista nuovi membri
In fondo, se pure dovesse tirare i remi in barca e lasciare campo libero alla Russia in Ucraina aprendo magari un nuovo fronte con Mosca in un altro quadrante – o potrebbe essere proprio la dirigenza russa a farlo al fine di sfruttare il momento positivo – Washington avrebbe comunque ottenuto numerosi risultati utili a frenare il declino e la crisi della principale superpotenza globale, assediata dalla nascita e dal rafforzamento di una nuova schiera di potenze internazionali e regionali che aspirano ad un posto al sole e ne mettono quindi in discussione il primato.

Innanzitutto gli Stati Uniti sono riusciti a rivitalizzare la NATO – che, non è un segreto, è un’alleanza militare ad uso e consumo dei suoi interessi geopolitici – e a convincere i partner europei ad aumentare in maniera rapida e consistente le spese destinate al comparto difesa e a finanziare l’Alleanza Atlantica. La guerra in Ucraina ha permesso a Washington di vincere le resistenze di alcuni governi europei e di congelare chissà per quanti anni la nascita di un vero esercito europeo che invece, prima dell’invasione russa, sembrava prendere quota. Inoltre Washington ha ottenuto l’ingresso nell’alleanza di Svezia e Finlandia che a lungo erano rimasti neutrali dopo la Seconda Guerra Mondiale.

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Il boom delle esportazioni di armi
Come se non bastasse, come certificato dal Sipri (Stockholm International Peace Research institute) gli Stati Uniti hanno fortemente incrementato la vendita di armi arrivando a fornire più di metà di quelle acquistate dagli eserciti europei. Nell’ultimo quinquennio Washington ha venduto sistemi bellici a ben 107 diversi Stati. Per la prima volta negli ultimi 25 anni, Washington è diventata la principale esportatrice verso l’Asia, anche grazie al boom degli acquisti di armi da parte del Giappone (+155%) e alla crescita della Corea del Sud (+6,5%).

A beneficiare del boom delle esportazioni – e delle vendite al governo statunitense, desideroso di rimpinguare i propri arsenali intaccati dai trasferimenti alle forze armate ucraine – sono stati colossi come la Lockheed Martin, il Northrop Grumman, General Dynamics e Raytheon Technologies, i cui soci nel solo 2022 si sono spartiti dividendi per ben 17 miliardi di dollari, grazie all’aumento del volume d’affari del 49% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati pubblicati dalla Federal Reserve, negli ultimi due anni il comparto difesa statunitense ha aumentato il proprio fatturato del 18%.

Gli USA scalano la classifica degli esportatori di gas e petrolio
Per quanto riguarda il comparto energetico, con la distruzione – anche fisica – dei corridoi tra Germania e Federazione Russa gli Stati Uniti si sono imposti come uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto dei paesi europei, venduto ad un prezzo assai superiore a quello del carburante esportato da Mosca attraverso il Nord Stream ed altre pipeline.

Se le sanzioni imposte a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina avevano l’obiettivo dichiarato di comprimere le esportazioni energetiche russe svuotando le casse di Putin, hanno prodotto soprattutto l’aumento delle esportazioni di idrocarburi statunitensi nel continente europeo, riempiendo le casse di Washington.

Le esportazioni record del 2023 hanno trasformato gli Stati Uniti nel maggior esportatore mondiale di Gnl – estratto in gran parte con il metodo, molto inquinante, della fratturazione idraulica che prevede l’iniezione nel terreno di grandi quantità di acqua e di solventi chimici – davanti al Qatar e all’Australia. Nonostante il calo delle ultime settimane le previsioni indicano che Washington manterrà il primato anche nel 2024.

Anche le vendite di petrolio statunitense ai paesi europei sono cresciute notevolmente; secondo i dati pubblicati dall’Energy Information Administration, ad esempio, nel settembre scorso gli Stati Uniti producevano ogni giorno circa 13,2 milioni di barili di greggio al giorno, il livello più alto mai raggiunto.

Nel 2023 il totale delle importazioni di greggio statunitense da parte dell’Europa ha raggiunto il 46% contro il 37% del 2021. Al contrario, l’Asia ha comprato meno petrolio statunitense, passando dal 47 al 41%, mentre le esportazioni russe – soprattutto a India, Cina e Pakistan – sono salite.

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Victoria Nuland in piazza Majdan a Kiev nel 2013

La crisi tedesca ed europea
Se l’Unione Europea ha insistentemente puntato a ridurre al minimo la propria dipendenza energetica dalla Russia ha però aumentato notevolmente quella nei confronti degli Stati Uniti, e a caro prezzo.

L’aumento del costo delle forniture energetiche e la feroce speculazione innestata dalle sanzioni alla Russia hanno infatti spinto in alto l’inflazione in tutti i paesi europei – e non solo – causando un danno economico enorme ai ceti medi e soprattutto alle fasce più deboli della popolazione che hanno visto erodere in maniera consistente il proprio potere d’acquisto.

L’economia tedesca, poi, ha subito un gravissimo contraccolpo anche a causa dell’interruzione dei flussi commerciali ed energetici con la Russia e della crescente concorrenza cinese e statunitense, entrando in crisi per la prima volta dopo parecchi decenni. L’aumento esponenziale dei costi energetici, infatti, ha ridotto notevolmente la competitività della manifattura europea, soprattutto di quella tedesca.

Al contrario, nell’agosto del 2022, il governo statunitense ha varato il cosiddetto “Inflation Reduction Act”, un enorme piano di sussidi e incentivi alla propria industria per un totale di 400 miliardi di dollari che ha permesso alla produzione industriale di Washington di rimanere competitiva e di attirare sul suolo americano anche produzioni estere o di ottenere il ritorno in patria di produzioni precedentemente esternalizzate.

Comunque vada a finire, gli Stati Uniti hanno tratto enormi vantaggi dalla situazione di polarizzazione bellica venutasi a creare dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quantomeno nei confronti dell’Unione Europa il cui rafforzamento, sul piano militare, economico e politico è sempre stato considerato dall’establishment statunitense un processo da contrastare.

Come scrive il Wall Street Journal, i supporters del sostegno all’Ucraina di solito invocano gli interessi strategici dell’occidente o gli obblighi morali degli Stati Uniti nei confronti della difesa della libertà e della democrazia. Ma la verità è che la guerra in Ucraina è stata una vera manna per l’economia statunitense. Pagine Esteri

13612805* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, El Salto Diario e Berria

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GAZA. Nuovo massacro di affamati. Decine di morti e feriti alla rotonda Kuwait


Gli scampati riferiscono che all'improvviso la folla è stata colpita da raffiche sparate da elicotteri e droni. Israele nega di aver fatto fuoco. L'articolo GAZA. Nuovo massacro di affamati. Decine di morti e feriti alla rotonda Kuwait proviene da Pagin

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della redazione

Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Il ministero della sanità di Gaza riferisce che decine di civili palestinesi sono stati uccisi e feriti in un nuovo massacro avvenuto ieri sera alla rotonda Kuwait a Gaza city dove migliaia di persone si erano riunite in attesa di aiuti umanitari. Il morti sono almeno 21 e 150 i feriti, secondo fonti dell’ospedale al Shifa.

Gli scampati riferiscono che all’improvviso la folla è stata colpita da raffiche sparate da elicotteri e droni. Israele nega di aver fatto fuoco.

Un testimone ha dichiarato che si attendeva alle 22 locali l’arrivo di convoglio di camion con cibo e altri aiuti umanitari. Un video ripreso da un giornalista, mostra numerosi corpi sul luogo del massacro, compresi bambini.

Lo scorso 29 febbraio in Rashid Street, a ovest di Gaza City, vicino alla rotonda Nabulsi, almeno 117 palestinesi furono uccisi dal fuoco di soldati israeliani o morirono nella calca poco dopo l’arrivo di 30 autocarri.

Dal 7 ottobre scorso 31.341 palestinesi sono stati uccisi e 73.134 feriti dall’offensiva militare israeliana. Altre migliaia sono dispersi.

Seguono aggiornamenti

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Minacce al consigliere comunale Ciccio Auletta. Solidarietà dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo: “squadrismo verso chi eser


Ah! Questa poi, anche la LePen si è allineata. Dev'essere arrivato un bel assegno gonfio gonfio da qualcuno. 🤦🏼‍♂️🤦🏼‍♂️🤦🏼‍♂️
imolaoggi.it/2024/03/14/marine…


di Paolo Ferrero - Le reazioni dei media e dell’establishment all’appello che il Papa ha fatto al governo ucraino di arrendersi per porre termine e quell


Sottoscritta ieri l’ipotesi del CCNL 2019 – 2021 dell’Area “Istruzione e Ricerca”, tra ARAN e le Organizzazioni Sindacali della dirigenza scolastica.


Le badilate sui denti prese dal cancelliere tedesco Scholz a cura del primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim hanno una rilevanza storica.

Erano uno accanto all'altro in conferenza stampa e dopo i classici discorsi ipocriti e pieni di doppi standard che ostacolano la pace non solo in Palestina ma in tutto il mondo da parte di Scholz (il cancelliere più imbecille della storia tedesca), Anwar Ibrahim gli ha risposto così:

"Non è possibile trovare una soluzione essendo così unilaterali, guardando solo a una questione particolare e cancellando 60 anni di atrocità. La soluzione non è solo liberare gli ostaggi. E gli insediamenti? Che dire del comportamento dei coloni adesso? Continua ogni giorno! E l'espropriazione? La loro terra, il loro diritto, la loro dignità, i loro uomini, le loro donne, i loro figli? Questi non sono preoccupanti? Dove abbiamo buttato via la nostra umanità? Perché questa ipocrisia?" (Fonte)

Game, set, match!

T.me/GiuseppeSalamone



GAZA. Attacco a un magazzino dell’Unrwa, cinque palestinesi uccisi tra cui un 15enne


Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 69 palestinesi, in totale dal 7 ottobre sono 31.341. L'articolo GAZA. Attacco a un magazzino dell’Unrwa, cinque palestinesi uccisi tra cui un 15enne proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2024/03/14/medi

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della redazione

Pagine Esteri, 14 marzo 2024 – Un dipendente dell’Unrwa è rimasto ucciso e diversi altri feriti nell’attacco aereo israeliano di ieri ad un centro di distribuzione alimentare a Rafah, sul confine con l’Egitto. Nel raid sono rimaste uccise altre quattro persone, tra cui un ragazzo di 15 anni e un dirigente di Hamas, Mohammed Abu Hasna, l’obiettivo dell’attacco secondo il portavoce militare israeliano.

Dura la protesta di Philippe Lazzarini, il commissario generale dell’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, che ha parlato di un attacco “contro uno dei pochi centri di distribuzione dell’Unrwa ancora aperti a Gaza mentre le scorte di cibo per la popolazione civile stanno terminando”. Il personale dell’Unrwa che si trovava nel magazzino ha riferito che i presenti stavano confezionando aiuti da consegnare a famiglie bisognose durante il mese di Ramadan quando sono esplosi due missili.

L’Unrwa riferisce che 165 suoi dipendenti sono morti nei bombardamenti israeliani nei cinque mesi di guerra e più di 400 persone sono state uccise mentre cercavano rifugio sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Per Israele invece quella di ieri è stata una operazione mirata, che ha portato all’eliminazione un membro importante delle unità di combattimento di Hamas.

Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 69 palestinesi, in totale dal 7 ottobre sono 31.341.

Nel frattempo, i rapporti tra l’agenzia dell’Onu e lo Stato ebraico restano molto tesi. Israele accusa l’Unrwa di sostenere Hamas e alla fine di gennaio ha denunciato che 12 dipendenti dell’agenzia che avrebbero preso parte il 7 ottobre all’attacco del movimento islamico che ha causato circa 1200 morti israeliani. Subito dopo gli Usa e una ventina di paesi hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia dell’Onu e Washington potrebbe non riprenderli più.

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Anche quest’anno il #14marzo è dedicato al #PiGrecoDay.
Il #MIM festeggia l’evento dedicato alla costante matematica più famosa, con l’obiettivo di testimoniare il quotidiano impegno della scuola per sensibilizzare e avvicinare gli studenti allo stud…


L'intervista (in francese) a Benjamin Bellamy, fondatore di #Castopod

@Che succede nel Fediverso?

Grazie a @nilocram per la segnalazione


Un'intervista (in francese) a Benjamin Bellamy, fondatore di #Castopod: belginux.com/interview-de-benj… #podcast #SoftwareLibero @devol @informapirata @opensource


Weekly Chronicles #67


Sorveglianza su ruote e smalto per le unghie

Questo è il numero #67 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era Digitale: sorveglianza di massa e privacy, sicurezza dei dati, nuove tecnologie e molto altro.

Cronache della settimana

  • Le nuove automobili sono una miniera di dati (i tuoi)
  • Dove vai di bello?
  • Incognito Market ricatta i suoi utenti

Lettere Libertarie

  • Le lezioni di Rand e Orwell

Rubrica OpSec

  • Smalto per le unghie e OpSec

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Le nuove automobili sono una miniera di dati (i tuoi)


Nel corso dello scorso anno hai frenato bruscamente 37 volte, per 15 volte hai parcheggiato per più di 4 ore in zone pericolose della tua città e in ben 192 episodi hai superato i limiti di velocità. Per questo, la tua assicurazione auto aumenterà del 30%.

Nessuno lo dice, ma ben presto sarà una realtà diffusa e normale. È quello che accade nel nuovo mercato digitale dei dati del settore automotive. Le auto moderne sono strumenti di estrazione dati con le ruote che raccolgono un quantitativo enorme d’informazioni su chi vi siede all’interno. Alcuni marchi sono peggio degli altri, ma tutti ormai sono ben lanciati.

Per ora gli effetti collaterali di questa sorveglianza di massa su ruote sono noti soltanto a coloro che hanno l’abitudine di condividere volontariamente dati con l’assicurazione per diminuire (o aumentare) il premio.

Dagli Stati Uniti, che come al solito guidano l’avanzata, ci sono già casi di persone che hanno ricevuto aumenti dell’assicurazione in base al loro stile di guida. Il fenomeno non è passato inosservato anche ai piani alti, tanto che il 27 febbraio il senatore Edward Markey ha scritto una lettera alla Federal Trade Commission per chiedere l’inizio di un’istruttoria in merito ai dati raccolti dai produttori d’auto (e poi venduti al miglior offerente).

Nella lettera, si legge: […] from the basic functioning of different vehicle features to realtime location information to biometric information, carmakers now have access to a wide variety of sensitive data on drivers and passengers. Auxiliary devices from smartphones to sensors for insurance purposes may also share data directly with vehicles.

La questione privacy e automobili non è solo legata al mercato: conosciamo almeno un esperimento italiano, quello di Move-In a Milano, in cui lo Stato ha obbligato decine di migliaia di persone a installare una scatola nera sulla propria auto per “limitare l’inquinamento”. E se gli stessi dati che oggi sono usati per aumentare il premio assicurativo, saranno poi sfruttati per vietarci di circolare, o per introdurre qualche tassa sullo stile di guida inquinante?

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Dove vai di bello?


E se le automobili sono una miniera di dati, così anche lo sono le strade che percorriamo ogni giorno. Quante telecamere incrociamo nel tragitto casa-lavoro? Sarebbe interessante iniziare a contarle. Probabilmente neanche gli impiegati comunali e i vigili urbani lo sanno.

In Svizzera, ad esempio, hanno perso il conto delle nuove telecamere per la ricerca automatizzata di veicoli e per il monitoraggio del traffico. Sembra però, secondo un recente articolo, che ce ne siano parecchie nelle zone di confine.

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#67


Gli intermediari di dati svedesi rivendicano la protezione legale dei giornalisti per eludere la normativa UE Grazie a una scappatoia nella legge nazionale, gli intermediari di dati possono esentare la loro attività dalla legge sulla privacy dell'UE. Ciò consente la vendita incontrollata dei dati personali di milioni di persone in Svezia Person standing on a press badge with the Swedish flag. In One hand he holds a briefcase with personal data, in the other hand a symbolic representation for personal data. To the right, there are hands offering money for said data.


noyb.eu/it/swedish-data-broker…



“La notizia – ha dichiarato il segretario piemontese del PRC-SE Alberto Deambrogio – è una di quelle forse inattese, ma inequivocabile: il comune di Tr


Don’t Forget: FediForum is Coming Soon!


FediForum is the Fediverse's recurring unconference where developers, community members, designers, and thinkers come together to share their ideas! The post Don’t Forget: FediForum is Coming Soon! appeared first on We Distribute. https://wedistribute.o

The Fediverse’s favorite unconference, FediForum, is happening on March 18th and 19th. It’s a wonderful opportunity for community members, developers, designers, and builders to come together to share what they’ve been working on, and how to deal with various challenges in the space. Attendees are encouraged to break out into discussions, share their insights, and consider other perspectives.

Themes for FediForum March 2024


Judging from the list of proposed subjects, it’s easy to spot a few recurring themes:

  • Trust & Safety – Tooling, Moderator Resources, Moderation and Governance, Regulatory Challenges
  • Demos – NodeBB, Distributed.Press, PieFed, ActivityPods, Sora
  • Standards – Interoperability, Protocol Extensions, Different flavors of ActivityPub like RDFpub
  • Identity – DIDs, Ownership, Identity Re-use across services, identity attestation/verification


Live Coverage


We want to try to do something different for this FediForum: treat it like an Apple WWDC event. We’re going to attempt live coverage of the talks, demos, and events during the two-day unconference. The goal is to provide an insight into major developments happening across the Fediverse, with an emphasis on ideas and initiatives to help make the network better.

We’re currently experimenting with some tools to make it possible, but we think that there will be a lot of big presentations that need to be covered. Keep an eye on our site next week during the conference!

Tickets are Still Available!


You can still hop over to the FediForum site and order tickets to attend. The following pricing tiers are below:

  • General Ticket – $40
  • Almost Free Ticket – $199
  • Contributor Ticket – $100
  • Platform Employee Ticket – $250

If you have the funds to spare, we highly encourage going with the $100 Contributor Ticket. This helps offset the cost of $1.99 Almost Free Tickets for attendees that might not be able to attend otherwise.

Get Tickets

We can’t wait to see what everyone has to share next week! Join us if you’re able, and check in on We Distribute next week for live coverage of event discussions.

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Presentiamo oggi un articolo di Giovanna Vertova che chiarisce in modo esaustivo il rapporto tra femminismo e lotta di classe che l’8 marzo ha rappresentato n


Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato una nuova Direttiva per promuovere la partecipazione più ampia degli studenti e delle studentesse ai viaggi di istruzione e alle visite didattiche.


FPF Statement on the adoption of the EU AI Act


“Today the European Union adopted the EU AI Act at the end of a long and intense legislative process. At the Future of Privacy Forum we believe that multistakeholder global approaches and advancing common understanding in the area of AI governance are key

“Today the European Union adopted the EU AI Act at the end of a long and intense legislative process. At the Future of Privacy Forum we believe that multistakeholder global approaches and advancing common understanding in the area of AI governance are key to ensuring a future with safe and trustworthy AI, one that protects fundamental rights while promoting innovation to benefit society.

The EU AI Act is a comprehensive, binding law, with broad extraterritorial effect and is therefore poised to play a crucial role in the global debate on AI regulation. We welcome the openness and foresight of the European Union’s lawmakers to adopt a definition of AI systems that is interoperable with that proposed by the OECD.

At the same time, we acknowledge the long and complicated road ahead to make the provisions of the EU AI Act effective in practice. With personal data playing a key role in the development and deployment of AI systems, we at the Future of Privacy Forum are paying particular attention to how privacy and data protection norms around the world interact with AI governance frameworks such as the EU AI Act. We will continue to explore this complicated question with research, convenings, and evidence-based tools related to AI governance.”

Jules Polonetsky, CEO of the Future of Privacy Forum

For a list of existing FPF Resources on the EU AI Act, see our new dedicated webpage.


fpf.org/blog/fpf-statement-on-…



#NotiziePerLaScuola

📌 Il #MIM in collaborazione con l'Associazione Internazionale dei Cavalieri del Turismo promuove, per l'edizione dell'anno scolastico 2023/2024, il bando di concorso "Immagina il tuo futuro!" per il XX° Premio annuale delle profe…



Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Francesco Greco hanno sottoscritto oggi un protocollo d’intesa di durata triennale per avviare progetti volti a promuovere, all’interno delle …





FPF Files COPPA Comments with the Federal Trade Commission


Today, the Future of Privacy Forum (FPF) filed comments with the Federal Trade Commission (Commission) in response to its request for comment on the Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) proposed rule. Read our comments in full. As technology e

Today, the Future of Privacy Forum (FPF) filed comments with the Federal Trade Commission (Commission) in response to its request for comment on the Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) proposed rule.

Read our comments in full.

As technology evolves, so must the regulations designed to protect children online, and FPF commends the Commission’s efforts to strengthen COPPA. In our comments, we outlined a number of recommendations and considerations that seek to further refine and update the proposed rule, from how it would interact with multiple provisions of a key student privacy law to the potential implications of a proposed secondary verifiable parental consent requirement.

To amplify the questions about how COPPA would interact with the Family Educational Rights and Privacy Act (FERPA), FPF was also one of 12 signatories to a multistakeholder letter addressed to the Commission and Department of Education urging the development of joint guidance.

Read the letter here.

Considerations Applicable to All Operators

Children today are increasingly reliant on online services to connect with peers, seek out entertainment, or engage in educational activities, and while there is a great benefit to this, there are also risks to privacy and personal data protection, and we applaud the Commission for its ongoing efforts to find a balance between these tradeoffs. Our comments and recommendations focused on areas where we believe there is further opportunity to strike that balance, including:

  • Clarifying the separate verifiable parental consent (VPC) step for third-party disclosures, as COPPA already includes a prohibition on conditioning a child’s participation in an online activity, and operators face considerable challenges in implementing the current VPC requirement. Our comments were informed in part by our in-depth report and infographic on the effectiveness of COPPA’s verifiable parental consent (VPC) requirement, published in June 2023.
  • Revising definitions in line with how technology has evolved since the last COPPA Rule update, including adding “mobile telephone number” to the definition of online contact information, and clarifying what role text messages can play in the consent process.
  • Providing more specificity of what types of processes that encourage or prompt the use of a website are of greatest concern to the FTC, as language in the proposed rule may inadvertently limit positive use cases of prompts and notifications such as homework reminders, meditation apps, and notifications about language lessons.
  • Aligning the proposed security program language with the stated goal in the Notice of Proposed Rulemaking (NPRM), which reads that operators need “a written comprehensive security program” (emphasis added) and not a “child-specific” program, which would place an additional burden on companies with no additional benefit to parents or children.


Unique Considerations for Schools and Educational Technology

FPF commends the Commission’s effort to provide better clarity regarding how the rule should be applied in a school context; however, there are several areas where the proposed rule does not fully align with the Family Educational Rights and Privacy Act (FERPA), the primary federal law that governs use and disclosure of educational information. Both laws are complex, and the potential impact of confusion and misalignment is significant for the more than 13,000 school districts across the country and for the edtech vendor community.

With that in mind, our comments related to the proposed rule’s implications for student privacy focused in large part on identifying areas where more alignment and clarity around the interaction between COPPA and FERPA would be particularly instructive for both schools and edtech companies. Our recommendations include:


  • Working with the US Department of Education to create and maintain joint guidance, which would detail how operators and schools should interpret their obligations in light of the interaction between COPPA and FERPA. We also recommend that this guidance consider the perspective and expertise of Operators and School stakeholders.
  • Aligning the school-authorized education purpose exception to prior parental consent to the requirements of FERPA. We highlight several key areas where the rule needs clearer alignment, including how the definition of school-authorized education purpose aligns with FERPA’s School Official exception, how the use of the term written agreement in the proposed rule differs from how the term is used in FERPA, and how both laws address redisclosures of student data.


To read FPF’s COPPA comments in full, click here.

To download the joint letter to the FTC and U.S. Department of Education signed by FPF and 11 others, click here.


fpf.org/blog/fpf-files-coppa-c…



Blues a Teheran di Gohar Homayounpour


"Blues a Teheran" di Gohar Homayounpour, edito da Cortina Editore, è un libro che sfida le convenzioni e ci porta in un viaggio intimo e vibrante attraverso la Teheran odierna. L'autrice, psicoanalista di professione, intreccia magistralmente la sua storia personale con le esperienze dei suoi pazienti, creando un'opera ricca di spunti di riflessione e di umanità.

iyezine.com/blues-a-teheran-di…

@L’angolo del lettore

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Phanpy releases Catch-up, a new easy way to catch up on all the posts you've missed since the last time you logged in. Threads' ActivityPub development continues.


Eppur si muove. I primi passi della Difesa comune europea secondo il gen. Caruso


Il Commissario europeo Ursula Von der Leyer l’aveva già annunciato e la prima strategia industriale europea per la difesa (European defence industrial strategy, Edis) è stata presentata, proposta dalla Commissione europea e dall’Alto rappresentante. L’att

Il Commissario europeo Ursula Von der Leyer l’aveva già annunciato e la prima strategia industriale europea per la difesa (European defence industrial strategy, Edis) è stata presentata, proposta dalla Commissione europea e dall’Alto rappresentante. L’attacco russo all’Ucraina ha evidenziato la totale inadeguatezza della Difesa comune europea e soprattutto il fatto che, a fronte di considerevoli investimenti fatti dai paesi europei, la mancanza di coordinamento e l’atavica rivalità tra i principali paesi dell’ Unione – specie nel settore dell’industria della difesa – hanno portato alla situazione attuale: l’industria europea nel suo complesso non è in grado di sostenere un conflitto ad alta intensità al pari degli eserciti europei a cui manca una struttura di comando e controllo capace di gestire una potenziale aggressione al territorio europeo. Bisogna investire di più nella difesa, ma bisogna farlo meglio e insieme. La strategia presentata punta ad acquistare in modo congiunto almeno il 40% delle attrezzature entro il 2030; garantire che, entro il 2030, almeno il 35% dell’intero valore del mercato della difesa sia in Ue; arrivare entro il 2030 ad avere il 50% ed entro il 2035 il 60% degli appalti all’interno dell’Ue.

In risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, la strategia prevede anche un insieme di azioni per accrescere la prontezza industriale europea nella difesa, inclusa la proposta legislativa per un Programma industriale europeo per la difesa (Edip) e misure per garantire la disponibilità e la fornitura tempestiva di prodotti per la difesa.

I principali obiettivi dell’Edis è quello di sviluppare una visione a lungo termine per la prontezza industriale nella difesa dell’Ue e di presentare un European defence investment orogramme (Edip) – un Programma europeo degli investimenti della difesa, per promuovere la cooperazione e l’investimento negli ambiti della difesa.

La strategia si basa su un ampio processo consultivo con gli Stati membri, l’industria della difesa, il settore finanziario e il mondo accademico, e mira a rafforzare la prontezza e la capacità di risposta dell’industria europea della difesa attraverso investimenti collaborativi, miglioramento della reattività industriale, promozione di una cultura della prontezza alla difesa e cooperazione con partner internazionali strategici. Attraverso il supporto agli investimenti nel settore della difesa per adattarsi meglio al nuovo contesto di sicurezza, l’incremento dell’efficienza nella domanda collettiva di difesa dei membri dell’Ue, si spera di imprimere un passo significativo verso l’integrazione e il rafforzamento dell’industria della difesa europea, riconoscendo l’importanza della cooperazione tra gli stati membri e la necessità di adattarsi a un contesto di sicurezza in evoluzione. Attraverso il sostegno finanziario e regolamentare, come evidenziato dall’Edip, l’Ue mira a migliorare la propria autonomia strategica e la capacità di rispondere efficacemente alle sfide di sicurezza, beneficiando gli stati membri e i partner strategici.
Sarà sufficiente? Si poteva fare di più? È un primo passo e ci sono degli spunti interessanti, quanto coraggiosi che vanno verso un approccio non convenzionale, ma forse più efficace, in un momento in cui le minacce all’ Europa diventano sempre più cocenti e l’ombrello americano sembra rimpicciolirsi sempre di più con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane.

A mio avviso due sono i punti più qualificanti introdotti dall’ Edis.

Il primo riguarda l’introduzione di una nuova cornice giuridica nota come la Struttura per il programma di armamento europeo (Seap), progettata per superare le sfide legate alla cooperazione tra gli stati membri dell’Ue nella realizzazione di programmi d’armamento comuni. Questa nuova struttura mira a fornire procedure standardizzate per l’avvio e la gestione di tali programmi, al fine di facilitare e incentivare la cooperazione in materia di difesa.

Un aspetto significativo di questa struttura è la possibilità per gli stati membri di beneficiare di un tasso di finanziamento maggiorato nell’ambito del Programma europeo di sviluppo industriale nel settore della difesa (Edip), nonché di procedure di acquisto semplificate e armonizzate. Quando gli stati membri acquisiscono equipaggiamenti in modo congiunto tramite il Seap, operando come un’organizzazione internazionale, possono godere di esenzione dall’Iva. Inoltre, il Seap prevede un bonus per i prodotti sviluppati e acquisiti in questo contesto, a patto che gli stati membri coinvolti concordino su un approccio comune sulle esportazioni della difesa.

Inoltre, il documento chiarisce che gli stati membri, agendo attraverso il Seap, possono emettere titoli di debito per assicurare il finanziamento a lungo termine dei programmi d’armamento. Questo meccanismo consente una maggiore flessibilità nel finanziamento di programmi d’armamento di ampio respiro e di lunga durata, garantendo allo stesso tempo che l’Unione Europea non sia responsabile per l’emissione del debito da parte degli stati membri. Questa capacità di emettere titoli di debito potrebbe migliorare le condizioni di finanziamento da parte degli stati membri per i programmi d’armamento che ricevono supporto dall’Ue tramite il Seap.
Una rivoluzione copernicana, ma che vede i paesi europei confrontarsi, come sempre, tra i frugali e fiscalmente più conservatori e quelli più esposti alla minaccia da est come Polonia e Paesi baltici. Forse, per la prima volta, si mettono al centro gli Stati membri piuttosto che le grandi industrie della difesa. Gli Stati membri vengono incoraggiati a trovare accordi e alleanze strategiche tra di loro per sviluppare programmi di difesa comuni che potranno beneficiare di meccanismi dedicati e particolari forme di finanziamento.

Il secondo aspetto degno di nota è la possibilità di trasferire all’Ucraina le riserve russe congelate in Europa e Usa subito dopo l’invasione da parte di Mosca. Si tratta di circa trecento miliardi di dollari che farebbero la differenza e che contribuirebbero a finanziare la difesa di Kiev control’ aggressione russa. Sarà interessante osservare i differenti approcci al problema tra un Macron scettico sulla possibilità legali e altri – come il presidente ungherese Orban – totalmente contrari per principio. La soluzione di compromesso sembrerebbe essere di reinvestire i profitti, decisamente minori, ma sicuramente più certi.

La strategia industriale europea per la difesa segna certamente un passo significativo verso l’integrazione e il rafforzamento dell’industria della difesa europea, riconoscendo l’importanza della cooperazione tra gli stati membri e la necessità di adattarsi a un contesto di sicurezza in evoluzione. Attraverso il sostegno finanziario e regolamentare, come evidenziato dall’Edip, l’Ue mira a migliorare la propria autonomia strategica e la capacità di rispondere efficacemente alle sfide di sicurezza, beneficiando gli stati membri e i partner strategici.

Ma era la cosa giusta da fare? O meglio, era la prima cosa giusta da fare? Come sempre l’approccio europeo, anche nel campo della difesa e sicurezza europea, è prima finanziario ed economico. Napoleone Bonaparte diceva che per vincere le guerre occorrevano tre cose: Argent, argent, argent. E quindi ben vengano queste iniziative che tendono a ottimizzare le risorse per la Difesa comune, incoraggiando alleanze tra industrie europee della difesa e potenziando gli strumenti che facilitano questi approcci comuni. Ma cosa servirà una maggiore cooperazione, innovazione e resilienza industriale se poi non avremo delle Forze armate europee capaci di operare in modo integrato e con capacità multi dominio sotto un’unica struttura militare di comando controllo?

Ritengo quindi che – ancora una volta – non si abbia avuto la forza o il coraggio di affrontare il problema in modo olistico analizzando tutti gli aspetti della difesa comune europea. È chiaro che a novembre, chiunque vinca le elezioni negli Stati Uniti, ridimensionerà il proprio appoggio alla vecchia Europa e ci troveremo da soli ad affrontare gravi minacce alla nostra sicurezza. Non c’è più tanto tempo per disegnare e attuare un nuovo progetto di difesa comune europea che dovrà essere tanto più ardito quanto breve sarà il tempo per realizzarlo.


formiche.net/2024/03/primi-pas…



GoToSocial: il Fediverso a misura di individuo. Il post di @ sulla propria esperienza in self hosting

@Che succede nel Fediverso?

Una delle caratteristiche che rendono il Fediverso attrattivo per molte persone che considerano la privacy importante e che mal sopportano di perdere il controllo sui propri dati, testi, immagini e video, è la possibilità di partecipare alla vita sociale online utilizzando i propri mezzi, cioè un proprio server e un proprio client.



Mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza con #GoToSocial, un server #activitypub che vanta un footprint piccolissima e un ridotto utilizzo di risorse (gira anche su Raspberry PI), una installazione facile e veloce e una buona compatibilità con le API di #Mastodon.

Ecco qui il mio post:
77nn.it/2024/03/09/GoToSocial-…


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Dossieraggi


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Little New About Hampshire


On March 6, 2024, Governor Sununu signed SB 255 into law, making New Hampshire the fourteenth U.S. State to adopt a comprehensive privacy law to govern the collection, use, and transfer of personal data. SB 255 is the second comprehensive privacy law enac

On March 6, 2024, Governor Sununu signed SB 255 into law, making New Hampshire the fourteenth U.S. State to adopt a comprehensive privacy law to govern the collection, use, and transfer of personal data. SB 255 is the second comprehensive privacy law enacted in 2024, the first having been New Jersey’s S332, which was also a holdover from the 2023 legislative session. Another example of states following the “Connecticut model,” S255 bears a strong resemblance to other laws following the Washington Privacy Act (WPA) framework. The law will take effect on January 1, 2025. This blog post addresses two unique facets of SB 255, including its narrow rulemaking authority and a unique provision addressing conflicts with other laws, while ultimately reflecting on how SB 255 is arguably the first “boring” state comprehensive privacy law.

1. Two Novel Provisions in New Hampshire


a. Narrow Rulemaking Authority

Prior to New Hampshire joining the fray, there were two approaches to rulemaking in the state comprehensive privacy landscape. In the first category are laws that provide no rulemaking authority, which includes a majority of enacted legislation. However, a handful of states—California, Colorado, and New Jersey— exist in another category where the legislation provides broad rulemaking authority, either to promulgate regulations for the purpose of carrying out the law or, in California’s case, to issue regulations on a variety of important topics.

SB 255 breaks this trend by including two narrow rulemaking provisions. First, in section 507-H:6, which notes that the secretary of state will establish standards for privacy notices. The second rulemaking provision is section 507-H:4(II), which specifies that the secretary of state will establish a “secure and reliable means” for individuals to exercise their rights under the law. Most other states task controllers with establishing their own means for individuals to exercise their rights (e.g., Delaware). California was slightly more prescriptive in its requirements (e.g., requiring that businesses offer a toll-free telephone number to exercise rights) but ultimately leaves much to the discretion of businesses. New Hampshire’s requirement that the secretary of state establish a uniform means for exercising data rights could make it easier for individuals to submit requests given that the mechanism will not vary from controller-to-controller. Businesses interact with their customers in a variety of ways, however, and this standardization could pose challenges for businesses if it is overly rigid.

b. Compliance with Other Law

SB 255 contains a unique provision regarding compliance with “other law.” Section 507-H:12 provides that anyone covered by SB 255 and “other law regarding third party providers of information and services” must comply with both laws, and, where there is a “direct conflict” between the two laws, the individual or entity “shall comply with the statute that provides the greater measure of privacy protection to individuals.” For the purposes of that provision, opt-in consent for disclosing personal information is deemed more protective than the opt-out rights in SB 255.

This language was added while SB 255 was in committee to prevent potential conflicts between SB 255 and HB 314, a distinct bill that was being considered in parallel to SB 255. Originally intended to curtail government acquisition of personal information, HB 314 was expanded significantly by the House Judiciary Committee to place strict limits on the disclosure of personal information by a “third-party provider of information,” defined broadly under that bill to encompass telephone companies, utilities, internet service providers, streaming services, social media services, email service providers, banks and financial institutions, insurance companies, and credit card companies.

HB 314 passed the New Hampshire House of Representatives in early January 2024, but it has not progressed in the Senate at the time of writing. Retaining this conflict provision in SB 255 without also passing HB 314 raises questions about the provision’s function, given that “third-party provider of information or services” currently is not defined in law.

2. The First “Boring” Privacy Law?


Perhaps what is most interesting about SB 255 is how uninteresting it is—at least in regard to comprehensive privacy law, there is very little new in New Hampshire:

  • The law’s applicability thresholds are low—applying to controllers who process the personal data of either 35K consumers or 10K consumers and deriving more than 25% of revenue from the sale of personal data—but these thresholds are not uniquely low (matching those set in Delaware).
  • Sensitive data is defined broadly, including personal data revealing sex life, but it omits elements of the broadest such definitions (e.g., status as transgender or nonbinary and status as a victim of crime, included in Oregon, or financial information, included in California and New Jersey).
  • The definition of biometric data is broader than that in Virginia (covering data generated from a photograph or an audio or video recording if generated to identify a specific individual), but narrower than that in New Jersey or Oregon.
  • A controller can respond to a deletion request regarding personal data obtained from third parties by opting that individual out of non-exempt processing purposes, following the approach in most WPA-style laws (except Delaware and New Jersey).
  • New Hampshire joins California, Colorado, Connecticut, Montana, Oregon, Delaware, and New Jersey as the eighth state to allow individuals to opt-out of the processing of personal data for targeted advertising or the sale of personal data on a default basis through a universal opt-out mechanism (UOOM).


That SB 255 adds little new to the state comprehensive privacy landscape is indicative of the maturity of state privacy law. Once upon a time, a state enacting comprehensive privacy legislation warranted an emergency blog post with detailed analysis and lofty questions about a looming “patchwork” of incompatible laws. In the almost six years since the California Consumer Privacy Act was enacted, fourteen states have now joined the fold. As noted in FPF’s forecast of the 2024 privacy landscape, while there was a general regulatory convergence on the WPA framework, there are still meaningful differences between most of the post-California comprehensive state privacy laws. Many have wondered whether any states would buck the consensus trend in 2024 and adopt a novel approach to data privacy. That may be the case, as several states are currently considering bills inspired by the American Data Privacy and Protection Act. But if New Hampshire is anything to go by, perhaps 2024 will instead be a year of greater convergence and uniformity amongst the states. Time will tell.


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Cantieristica e subacquea, ecco i pilastri del bilancio di Fincantieri


L’underwater rappresenta la nuova frontiera in cui vogliamo guidare sempre più l’industria ed il Paese. Così ha stabilito gli obiettivi di Fincantieri l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero, commentando i risultati dalla società presentati con il

L’underwater rappresenta la nuova frontiera in cui vogliamo guidare sempre più l’industria ed il Paese. Così ha stabilito gli obiettivi di Fincantieri l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero, commentando i risultati dalla società presentati con il progetto di Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2023 e il Bilancio consolidato al 31 dicembre 2023 approvati dal consiglio di amministrazione presieduto da Claudio Graziano. Fincantieri, inoltre, ha promosso anche la sua Guidance 2024, confermando per l’anno in corso i suoi obiettivi: ricavi a circa otto miliardi (per una crescita di 4,5%) e una marginalità intorno al 6%, in crescita rispetto all’anno passato di un punto percentuale. Anche rispetto al rapporto di indebitamento, è previsto un miglioramento rispetto alla Guidance del 2023 raggiungere un valore compreso tra il 5,5 e il 6,5x nel 2024, accelerando il deleveraging atteso nell’arco di piano.

I risultati

Crescono anche gli ordini, con uno sviluppo commerciale in crescita in tutti i business. Nel 2023 i nuovi ordini sono stati pari a oltre sei miliardi e mezzo (un aumento di quasi il 24% rispetto all’anno precedente) con una accelerazione del settore offshore. L’anno scorso, inoltre, sono state consegnate 26 navi da dodici stabilimenti, e fino al 2030 ci sono in portafoglio ulteriori 85 unità. Per Folgiero, i risultati sono frutto soprattutto della solida performance operativa dell’attività cantieristica militare e civile, e alla ripresa delle attività commerciali del settore offshore e delle navi speciali. Del resto, questa soddisfazione si legge anche dai numeri: i ricavi dell’azienda si sono assestati a sette miliardi e 651 milioni, in aumento del 2,8%, un Ebitda pari a 397 milioni e un margin al 5,2%.

Iniziative sull’underwater

Inoltre, l’azienda continua a puntare su nuovo settore del subacqueo. L’adesione al progetto del Polo nazionale della dimensione subacquea intende porre il gruppo al centro dei programmi di sviluppo della filiera dell’underwater, con opportunità di business puntando sulle capacità di Fincantieri di guidare l’integrazione tra l’industria della difesa e quella civile. Per quanto riguarda le iniziative già intraprese nel 2023, prosegue il programma Near future submarine della Marina militare, in cui Fincantieri svolge il ruolo di prime contractor e design authority, con l’esercizio dell’opzione del terzo sottomarino di nuova generazione U212 Nfs. Il Gruppo ha inoltre siglato un a ottobre un memorandum d’intesa con Leonardo nell’ambito della subacquea per definire iniziative e sviluppi legati a sistemi (inclusi droni subacquei) di protezione delle infrastrutture critiche sottomarine, con l’obiettivo di “creare una task force stabile comune – ha indicato Folgiero – per mettere insieme le expertise dei due grandi gruppi nell’underwater” al netto della grande esperienza del gruppo nella realizzazione di sottomarini, ne abbiamo costruiti cento”. Altro accordo importante è quello con C.A.B.I. Cattaneo, azienda specializzata nella progettazione, sviluppo e fornitura di mezzi subacquei per le forze speciali della Marina. In ambito civile, invece, Fincantieri ha siglato un memorandum con WSense, azienda di deep tech specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei.

Operazione Wass?

Rimane ancora aperta la partita su Wass, specializzata in armamenti navali, siluri, sonar e sistemi di difesa subacquei (attualmente parte della divisione Sistemi difesa di Leonardo). Non è la prima volta che si vocifera di un potenziale passaggio della società a Fincantieri, e nel 2021 Leonardo l’aveva messo in vendita (insieme a Oto Melara, attiva negli armamenti terrestri) e navali, ma la potenziale cessione è rimasta congelata fino ad oggi. Per il gruppo non sarebbe la prima operazione di M&A, dato che è stato recentemente finalizzato l’accordo per l’acquisizione di Remazel, azienda globale nella progettazione e fornitura di top side equipment ad alta complessità per mezzi sottomarini. L’aggiunta di Wass rappresenterebbe per il gruppo un ulteriore passo nella direzione di diventare “la locomotiva dell’underwater”, come aveva definito la società triestina lo stesso Folgiero commentando a novembre scorso i risultati presentati dalla società nei primi nove mesi del 2023


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”La concezione liberale del diritto penale”, di Francesco Petrelli la terza lezione della Scuola di Liberalismo Il “reato penale” e il panpenalismo come sintomi della crisi della legalità e il diritto penale liberale come antidoto. Sono i temi affrontati

”La concezione liberale del diritto penale”, di Francesco Petrelli la terza lezione della Scuola di Liberalismo

Il “reato penale” e il panpenalismo come sintomi della crisi della legalità e il diritto penale liberale come antidoto. Sono i temi affrontati da Francesco Petrelli, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, nella lezione, “La concezione liberale del diritto penale”, che ha tenuto questa sera alla Scuola di Liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi.

“L’espressione ‘reato penale’ costituisce l’esempio paradigmatico della deriva del panpenalismo”, ha spiegato Petrelli. “Si tratta di fenomeni che sono il sintomo della crisi della legalità sostanziale che deve essere arginata, e il diritto penale liberale costituisce certamente un possibile antidoto contro tale deriva”.

I tanti partecipanti, in Aula Malagodi e collegati da remoto, tra cui tanti ragazzi, hanno dialogato con il presidente Petrelli sui principi che identificano il diritto penale liberale, basato sul sistema normativo delle garanzie e dunque sulla protezione dei diritti individuali, civili e politici.

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Antimafia, il rischio che i cittadini perdano la fiducia nello Stato


Negli Anni Cinquanta, il servizio segreto militare, Sifar, guidato dal generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo stilò 157mila dossier su uomini politici, imprenditori, alti burocrati dello Stato, personaggi pubblici. Ne seguirono ricatti ed intimidazi

Negli Anni Cinquanta, il servizio segreto militare, Sifar, guidato dal generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo stilò 157mila dossier su uomini politici, imprenditori, alti burocrati dello Stato, personaggi pubblici. Ne seguirono ricatti ed intimidazioni. Quando i fatti vennero a galla, l’attenzione pubblica di appuntò su quella che allora sembrò una mole mostruosa di dati e di personalità sotto osservazione. Poca roba, nell’era del Web.

Non c’è cittadino, oggi, che non possa ragionevolmente pensare che la propria condizione patrimoniale, le proprie vicende giudiziarie, le proprie comunicazioni, le proprie spese con carta di credito e l’intero spettro delle attività svolte in Rete, curiosità, gusti e vizi compresi, sia alla portata di chiunque grazie ad un semplice click. Il nostro privato non è mai stato così potenzialmente pubblico, la nostra vita mai così esposta al rischio di gogna mediatica.

Anche per questo i politici più spregiudicati fanno da qualche anno a questa parte di tutto per infiltrare con propri uomini le agenzie nazionali che per ragioni di sicurezza permeano il Web. Anche per questo è oggi più che mai necessario avere fiducia: fiducia nel fatto che i custodi pubblici dei nostri dati personali si attengano al più rigoroso scrupolo istituzionale. Fiducia che i numeri “mostruosi e inquietanti” (sono parole del procuratore di Perugia Raffaele Cantone) degli accessi ai dati riservati custoditi, si fa per dire, dalla Procura nazionale antimafia ha fatto svanire. Ed è questo il danno più grave che una vicenda ancora per molti versi oscura ha provocato: il crollo della fiducia non tanto nella Procura antimafia, quanto nello Stato.

Da oggi, ciascun cittadino avrà buone ragioni per sentirsi nudo di fronte al potere e di conseguenza esposto ai suoi disegni, quando non ai suoi capricci. Un sentimento spaventoso. Un sentimento e un danno la cui portata sembra sfuggire alla sensibilità grillina, movimento politico non a caso nato sulla spinta della retorica orwelliana di una trasparenza assoluta. “Male non fare, paura non avere”, ha recentemente detto parlando degli imputati innocenti il procuratore Piercamillo Davigo, cancellando con una battuta feroce secoli di cultura liberale su cui si fonda lo Stato di diritto. “Male non fare, paura non avere”, ha scritto oggi il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, concludendo un editoriale teso a minimizzare la portata delle notizie trafugate e, pare, commercializzate da un tenente della Guardia di Finanzia e chissà da quanti altri. Sfugge, evidentemente, il punto. Il punto non attiene alla portata delle singole notizie trafugate, ma all’atteggiamento dello Stato che quelle notizie dovrebbe custodire gelosamente così come gelosamente dovrebbe custodire e proteggere la libertà personale di ciascun cittadino.

Huffington Post

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Nasce il gruppo per comprare, vendere e fare scambi nel #Fediverso Il Mercatino del Fediverso 💵♻️

Ecco finalmente il gruppo social per vendere, comprare e scambiare nel fediverso

Come si usa:
1) inserisci nel titolo cosa vuoi fare (vendo/scambio/cerco), il tipo di oggetto, la condizione (nuovo/usato), la località, la disponibilità alla spedizione,
2) descrivi brevemente l'oggetto
3) spiega le modalità di vendita o scambio e quelle di consegna
4) Inserisci il link all'eventuale pagina per l'acquisto
5) allega una o due foto

È vietato pubblicare annunci di materiale illegale

Lo staff di feddit.it non è responsabile degli annunci in bacheca

@Annunci e creazione comunità

NB: Se vuoi pubblicare un annuncio da Mastodon, Friendica, Pleroma, Misskey, Pixelfed, puoi menzionare l’account @mercatino@feddit.it e RICORDATI che il primo paragrafo sarà il titolo e non dovrà superare i 200 CARATTERI!




Missione Aspides, l'Italia va alla guerra e conferma lo stop agli aiuti a Gaza. Sì anche da M5S l Kulturjam

"Con il voto a favore di un’altra azione di guerra, il centrosinistra ampio si è mostrato uguale a quello più ristretto: la fedeltà euroatlantica agli USA viene prima di tutto e unisce Schlein a Meloni, Conte a Renzi, a Tajani e a Salvini. Non si governa in Italia se non si bacia la pantofola americana. Che pena, ora almeno non vengano in piazza per la pace."

kulturjam.it/news/missione-asp…



La missione Juno ha misurato la produzione di ossigeno sulla luna Europa l AstroSpace

"La luna gioviana Europa genera 1000 tonnellate di ossigeno ogni 24 ore, sufficienti a far respirare un milione di esseri umani per un giorno. Lo ha stimato il team di scienziati della missione Juno della NASA, ed è un numero sostanzialmente inferiore rispetto alla maggior parte delle stime avanzate in precedenza."

astrospace.it/2024/03/05/la-mi…