VagAnti
Se nessuno è mai responsabile di niente è segno che nessuno è capace di niente, che nessuno si sente autore delle scelte che compie. Come se si vivesse in un galleggiare di sugheri, incapaci di sottrarsi alla corrente degli eventi. Invece le responsabilità esistono e coinvolgono molti.
Il ministro dell’Economia ha ricordato ai colleghi deputati che «il Mes non è né la causa né la soluzione dei nostri problemi. Il nostro problema si chiama debito, in particolare quanto costa». Ha aggiunto che l’idea di indebitarsi all’infinito è una droga allucinogena e che il bonus 110% è una mega dose di quella droga. Ha ragione. Giancarlo Giorgetti è una persona seria, ma per essere credibili non ci si può limitare a quelle – corrette – osservazioni, occorre anche assumersene la responsabilità.
Gli crediamo sulla parola, quando afferma di non avere mai detto, ai colleghi europei, che il Meccanismo europeo di stabilità sarebbe stato ratificato, ma non significa niente. Un ministro non è lì per fare previsioni, ma affermazioni. Andava o no ratificato, era nell’interesse dell’Italia e dell’Unione monetaria europea? Certamente sì. E Giorgetti lo sa bene. Se lui stesso fosse stato contrario avrebbe dovuto dirlo, non limitarsi alla banale osservazione che la ratifica è una competenza parlamentare. Oltre tutto lui è parlamentare oggi come lo era quando la riforma del Mes fu negoziata e il Parlamento ne autorizzò la firma. E se, come credo, aveva sperato in una ratifica, aveva il dovere di dirlo. Non di fare il turacciolo vagante. Dirlo e battersi, non rimpiattarsi.
Certo che il Mes non crea problemi, mentre che non serva a risolverli è tutto da vedersi. Anche il Pronto soccorso non risolve i problemi di una persona sana ma, se ha un cervello, anche da sano si sente più tranquillo, sapendo che esiste.
Il debito non lo ha portato la cicogna. Solo per stare all’ultimo atto (osceno), quello del 110%: fu varato dal secondo governo Conte (M5S e Pd), ma quando il governo Draghi (di cui Giorgetti era ministro) provò a limitarne la devastazione c’era anche la Lega a difendere il superbonus superdilapidazione. Come c’erano Fratelli d’Italia e Forza Italia. Fa bene Giorgetti a tenere duro – vedremo quanto – per evitare che il dissanguamento continui, ma ha il dovere politico e morale di riconoscere che vi ha compartecipato. Altrimenti ciascuno può dire quello che gli pare, cambiando posizione dalla sera alla mattina. Che è il (mal)costume adottato da una classe politica che vaga raccogliendo consensi nel proporsi come ‘anti’ gli altri. Salvo poi governarci assieme, come Giorgetti e la Lega hanno fatto.
A questo punto corre l’obbligo di aggiungere: come sono vaganti al governo lo sono anche all’opposizione. Ma è un obbligo ipocrita, una constatazione sterile. Intanto perché l’ultimo guaio l’ha combinato chi governa e poi perché l’odierna colpa dell’opposizione è di non essere capace di proporre una seria e credibile alternativa. Sul resto, però, sugli errori che hanno determinato quel debito, sono compartecipi gli uni degli altri. Tanto che quelli che prendono voti ‘anti’ provano a nascondere che dovrebbero essere anche anti sé stessi.
Le colpe non sono soltanto di un colpevole e sugheroso mondo politico, ricadono anche su di noi. Guardate la scena, guardate il modo in cui smottano i consensi elettorali, guardate la storia della presunta seconda Repubblica – il solo esempio di una democrazia in cui chi governa non vince mai le elezioni – e avrete chiaro che quella classe politica rispecchia il Paese che la vota.
Siamo responsabili di tollerare gli irresponsabili, oramai giunti alla teorizzazione dell’irresponsabilità. Si è convinti che galleggiare giovi, al punto che si sono prodotti due fenomeni: a. ciascuna rendita e corporazione si occupa di reclamare per sé, nell’indifferenza degli altri, che non considera (come è) il debito un costo a suo carico; b. i consensi si muovono altalenando per tifoserie, senza legami con alcuna coerenza.
Brutta roba e senza futuro.
La Ragione
L'articolo VagAnti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Giorgetti non molli e si ispiri ai suoi tre illustri predecessori liberali
Cosa dovrebbe fare Giancarlo Giorgetti? Semplice, non mollare. E nei momenti più neri uscire a piedi dal retro del ministero dell’Economia per trovare ispirazione osservando la statua bronzea di Quintino Sella, così come i ritratti di Marco Minghetti e di Luigi Einaudi di cui certo nel Palazzo che occupa vi è traccia. Tre predecessori di Giorgetti al ministero un tempo detto delle Finanze: tre modelli cui ispirarsi per affrontare con responsabilità e cognizione di causa le traversie del tempo presente.
Lo spread era a 550, nel decennio successivo all’Unità d’Italia la spesa pubblica era cresciuta del 50%. Dopo aver fondato la Banca d’Italia e l’omonima banca privata, trovandosi a ricoprire la funzione di ministro delle Finanze Sella fece quel che era doveroso fare nell’interesse del Paese: introdusse una tassa sul macinato che nell’immediato lo rese bersaglio della satira e della piazza, ma che poi lo consacrò a vita come uomo delle Istituzioni. Quintino Sella riuscì così a pareggiare il bilancio del Regno. Un mito.
Di Marco Minghetti, altro nobile esponente della Destra storica, si ricorda l’abitudine di segnare ogni sera a matita il livello di petrolio nelle lampade del ministero delle Finanze per evitare che nella notte qualche inserviente ne taccheggiasse il contenuto. Quanto a Luigi Einaudi, già governatore della Banca d’Italia, ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio, primo presidente della Repubblica eletto e faro del pensiero liberale italiano ed internazionale, si rammenta in particolare un aneddoto. Quando, nel 1970, invitò a colazione al Quirinale alcuni giornalisti di vaglia tra cui Ennio Flaiano. Arrivati alla frutta, il Presidente prese dal vassoio una grande pera e ritenendola esorbitante rispetto al proprio appetito chiese ai commensali chi la volesse spartire con lui. Flaiano fu lesto ad alzare la mano. Ne seguì un articolo sul Corriere della Sera che, sotto il titolo “La Repubblica della pera indivisa”, consacrò il mito di Einaudi come uomo di Stato attento ai conti, contrario agli sprechi, dedito alla parsimonia. Detto in un unico concetto oggi apparentemente tornato di moda: sensibile all’interesse nazionale.
C’è chi rammenta un’impossibile caccia agli spilli che le erano caduti sul prato innanzi alla residenza presidenziale da parte della signora Ida, moglie di Einaudi. E chi ricorda i cartelli vergati a mano dal Presidente e affissi nei bagni della tenuta piemontese di Dogliani. Era scritto: “Prima di aprire il rubinetto, chiudere il tappo. Lavarsi nell’acqua corrente è uno spreco inutile. Ci si lava altrettanto bene in poca come in molta acqua“.
Ora, senza fare della facile demagogia a contrario, è chiaro a tutti che i tempi sono cambiati, che la politica è oggi la più precaria delle carriere e che del conio umano di quei tre grandi liberali si è ormai rotto lo stampo. Resta, tuttavia, il problema di uno Stato gravato da un debito pubblico senza precedenti e di una classe politica naturalmente incline all’irresponsabilità sia rispetto agli impegni europei (leggi Mes) sia rispetto ai conti pubblici (leggi superbonus) sia rispetto alle clientele (leggi balneari). In tali circostanze, il ministro dell’Economia è tra gli uomini di governo quello che ricopre la posizione più scomoda. Se cede alle pressioni dei partiti danneggia lo Stato, se privilegia l’interesse dello Stato danneggia i partiti. E dunque se stesso. Se poi, come gli è stato chiesto da alcuni esponenti delle opposizioni, si dimettesse, salverebbe la propria coscienza, ma distruggerebbe la propria carriera, e, presumibilmente, consentirebbe ad un qualche manutengolo di partito di occupare il suo posto avendo come unico faro la propria, personale, ascesa politica.
Giancarlo Giorgetti sapeva cosa lo aspettava quanto ha accettato la nomina. Tenga la schiena dritta e faccia il possibile per onorare la memoria dei suoi tre illustri predecessori. Fare il massimo del possibile è un concetto relativo. Ma in politica è l’unico parametro che può fare di un uomo un uomo di Stato. I cialtroni non mancano, di idealisti sono piene le fosse.
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NUDM sorpassa il patriarcato a destra l La Città Futura
«Come si può essere dalla parte delle donne oppresse, tanto più se migranti e fare finta di non vedere che la prostituzione riguarda al 90% fenomeni di tratta e di sfruttamento delle donne migranti, e non l’infima percentuale di coloro che sceglierebbero questo tipo di occupazione? Come si può sostenere una posizione simile e non curarsi del fatto che per difendere la “libertà di poter lavorare col proprio corpo” di una manciata di persone si calpesta la quotidianità delle migliaia di persone che nella prostituzione vivono un inferno dal quale risulta loro impossibile districarsi?»
Xi sceglie un ammiraglio come nuovo ministro della Difesa
Con una mossa significativa per equilibri interni e internazionali, la Cina ha nominato l’ex capo della Marina Dong Jun come nuovo ministro della Difesa, riempiendo il vuoto lasciato dalla misteriosa scomparsa del precedente ministro, Li Shangfu, finito quattro mesi fa nella campagna di repulisti in corso nel settore militare di Pechino. Dong era stato sostituito nei giorni scorsi come capo delle forza navali dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) dal sommergibilista Hu Zhongming.
La nomina di Dong è per quanto ovviamente attesa, sorprendente nelle tempistiche, se si considera che anche Pentagono e dipartimento di Stato (più o meno ufficialmente) ritenevano che il nuovo ministro non sarebbe stato annunciato prima di marzo, durante il Congresso Nazionale del Popolo. Ma la scelta si può allineare con gli sforzi del leader Xi Jinping per potenziare le capacità militari della nazione, riflettendo l’ambizione della Cina di affermarsi come potenza globale dominante, di farlo percepire alle collettività e alle élite interne, di riequilibrare le caselle dell’apparato militare dopo le purghe, di pareggiare i ruoli per favorire la comunicazione diretta con Washington.
Stati Uniti e Cina hanno infatti riavviato il dialogo military-to-military interrotto per mesi: prima con un incontro tra i funzionari politici della Difesa, Michael Chase e Liu Zhan; poi tra capi di Stato maggiore, CQ Brown e Liu Zhenli. Per mesi, il Pentagono ha chiesto un dialogo di massimo livello, ma inizialmente Li aveva rifiutato un incontro con Lloyd Austin, poi – una volta che la Cina era rimasta senza ministro – il Pentagono sottolineava la necessità che per un eventuale faccia a faccia servisse un omologo da far sedere davanti ad Austin.
Dong Jun, 62 anni, prima di assumere il comando della Marina (Pla-N) nel 2021, ha prestato servizio in tutte le principali divisioni navali delle forze armate di Pechino. Ha guidato la Flotta del Mare Settentrionale (che si è spesso esercitata con la Russia), la Flotta del Mare Orientale (che ha visto crescere la rivalità con Giappone e Corea del Sud, e supervisiona il dossier Taiwan) e infine il Comando del teatro meridionale (con supervisione sul Mar Cinese Meridionale il più delicato ambiente per gli interessi geopolitici di Pechino).
La nomina di Dong manda un messaggio interno al comparto missilistico e a quello dello ricerca e sviluppo (i settori da cui provenivano i suoi due ultimi predecessori, parti finite oggetto di profondi ai repulisti collegati a campagne anti-corruzione). Ma indica anche che la dimensione navale sta acquisendo ulteriore centralità tra le forze dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla). Pechino ha ben chiaro che parte della sfida nell’Indo Pacifico è legata a dinamiche di geopolitica marittima, e riscoprendo la talassocrazia ha iniziato da tempo a rafforzare la sua flotta.
Per Xi, la dimensione militare è stata per altro sempre parte nevralgica del suo potere. Anche a questo si legano i recenti rimaneggiamenti (che avrebbero interessato oltre 70 figure di medio-alto livello). Li Shangfu, che prima del ruolo ministeriale era a capo del dipartimento che sovrintende la ricerca e sviluppo (ed è stato anche responsabile dell’acquisto di attrezzature) è improvvisamente scomparso dalla dimensione pubblica alla fine dell’estate – qualcosa di simile a quanto successo pochi mesi prima all’ex ministro degli Esteri, Qin Gang. Tempo dopo si è scoperto che Li, cacciato dal ministero (come Qin), era finito sotto indagine per corruzione (anche in questo caso come Qin, su cui però pesava anche l’accusa di essere fedifrago).
Li pare sia coinvolto in commesse poco chiare sull’acquisto e sullo sviluppo di equipaggiamenti. Attività che per altro gli erano costate anche l’inserimento nella lista della sanzioni statunitensi, dopo che aveva lavorato per far arrivare a Pechino una commessa di aerei e batterie terra-aria russe nel 2018 – quando la Russia era già un paria internazionale per l’annessione illegittima della Crimea. A differenza del suo predecessore, Dong non è stato sottoposto a misure restrittive statunitensi, il che potrebbe facilitare gli impegni diplomatici.
Una sintesi di tutte le riflessioni avvenute a proposito di Threads, all'interno di mastodon.uno e della chat matrix dedicata ai suoi utenti
> Vigileremo su come si comporterà Threads. Ma per ora Mastodon.uno in via cautelativa lo ha silenziato, questo impedirà di vedere utenti #Threads nelle timeline pubbliche ma potrete sempre decidere di seguire qualche amico o qualche account utile che ancora non si decide a trasferirsi su mastodon.
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Un nuovo predatore sottomarino per la US Navy. Orca, il drone-sub di Boeing
L’attenzione degli apparati di sicurezza nazionali di tutto il globo nei confronti dei droni è aumentata a dismisura negli ultimi anni. L’impiego di sistemi unmanned dentro e fuori dal campo di battaglia è oramai una costante, e le potenze più o meno grandi si stanno impegnando nello sviluppare arsenali di droni capaci di operare in cielo e sulla superficie del mare. O anche al di sotto di essa.
L’ultimo gioiello prodotto dalla Boeing è infatti un sottomarino robotico a motore diesel-elettrico, l’Extra-Large Unmanned Undersea Vehicle (Xluuv), conosciuto con il soprannome di “Orca”, il cui primo prototipo è stato consegnato alla Us Navy nei giorni immediatamente precedenti il Natale. Tale prototipo, noto come Xle0, sarà impiegato per ottenere informazioni e dato che saranno poi impiegati nel costruire i successivi cinque prototipi.
L’Orca è stato concepito per una navigazione di numerosi mesi in acque aperte, congestionate e contese, senza alcun intervento umano. La Us Navy non ha reso pubbliche le specifiche esatte del veicolo, ma ha è stato confermato che esso si basi sull’Echo Voyager: un prototipo non militarizzato (sempre prodotto dalla Boeing) lungo quindici metri e mezzo e largo due metri e mezzo. Può essere equipaggiato con moduli di carico utile fino a più di dieci metri, portando la sua lunghezza totale a circa 26 metri, circa un quarto della lunghezza dei sottomarini d’attacco della classe Virginia.
“Il più avanzato e capace Uuv (Unmanned underwater vehicle) del mondo” è la definizione data all’Orca da Ann Stevens, vice-presidente della Boeing Maritime and Intelligence Systems. “Si tratta del culmine di oltre un decennio di lavoro pionieristico, con lo sviluppo di un veicolo sottomarino a lungo raggio, completamente autonomo e con una grande capacità di carico utile, in grado di operare in modo completamente indipendente da un veicolo ospite”. Risultati che compensano ritardi ed extra-costi. Il programma di sviluppo del drone sottomarino della Boeing era infatti finito nell’occhio del ciclone dopo che il Government Accountability Office aveva accusato il Xluuv di essere in ritardo di ben tre anni sulla tabella di marcia e di aver sforato il budget previsto di oltre 242 milioni di dollari.
Le forze navali degli Stati Uniti avevano commissionato alla Boeing lo sviluppo di questo prototipo nel 2019, per soddisfare un Joint Emergency Operational Need stabilito dal Pentagono nel 2015. Tuttavia, mentre negli anni successivi altri progetti simili venivano dismessi dalla Us Navy, quello dell’Orca è rimasto attivo nonostante tempistiche e costi problematici. Fornendo i primi risultati tangibili per lo sviluppo di un asset che la stessa Marina degli Stati Uniti definisce come “una pietra miliare significativa per l’avanzamento delle capacità sottomarine della Marina”. E non si può escludere che in un futuro l’Orca diventi parte integrante del progetto “Replicator” lanciato dal Pentagono pochi mesi fa.
FPF in 2023: A Year in Review
As 2023 comes to an end, we want to reflect on a year that saw the Future of Privacy Forum (FPF) continue to expand its presence globally and domestically while organizing engaging events, publishing thought-provoking analysis, providing the latest expert updates, and more. FPF continues to convene industry experts, academics, consumer advocates, and other experts to explore the challenging issues in the data protection and privacy field.
The AI Impact
2023 was the year of AI. We saw AI technologies catapulted into the mainstream with Generative AI tools such as ChatGPT, Google Bard, and others. AI continues to have countries worldwide working to regulate the technology and companies scrambling to figure out how to navigate AI amongst their employees and their products and services.
To respond to the demand for understanding in AI, FPF worked with stakeholders on best practices, provided in-depth training on AI-related topics, and discussed the evolving impact of this technology with many of you at roundtable discussions, expert panels, and more.
Here are some of FPF’s biggest AI moments of 2023:
- Released the Generative AI Internal Policy Checklist, guiding organizations using or developing new generative AI internal policies.
- Offered practical recommendations focused on responsibility and ethics influenced by leading policy frameworks in our Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies.
- Hosted our first-ever Japan Privacy Symposium where Data Protection and Privacy Commissioners of the G7 DPAs discussed their approaches to regulating AI.
- Published a step-by-step guide on Conformity Assessments Under the proposed EU AI Act, along with an accompanying infographic in collaboration with OneTrust.
- Discussed alternative solutions for processing of (personal) data with Machine Learning at CPDP Brussels and generative AI systems in Asia-Pacific during Singapore’s PDP Week.
- Participated in a Capitol Hill briefing hosted by the Wilson Center and Seed AI in conjunction with the Congressional Artificial Intelligence Caucus “AI Primer: AI in the Workplace,” highlighting FPF’s Best Practices.
- Provided testimony on the responsible use and adoption of AI technologies in New York City classrooms.
- Published insightful op-eds in WIRED discussing the intersection of AI and immersive technologies and The Hill on generative AI and elections.
- Tracked AI legislation, guidelines, and initiatives in the United States, the European Union, Brazil, and China and highlighted the many DPA investigations into generative AI.
- Held stakeholder workshops on the current regulation of generative AI throughout the APAC region.
- Organized a session at the Global Privacy Assembly on the use of public information for LLM training.
- Relaunched the FPF Training program, providing in-depth expert sessions on topics such as the EU AI Act, the fundamentals of AI and machine learning, and more.
Continuing FPF’s Global Reach
In 2023, FPF closely followed and advised upon significant developments in Asia, the European Union, Africa, and Latin America. We also discussed privacy and data protection with many of you at key conferences and events across the globe, including in Washington, DC, Brussels, Tokyo, Singapore, Bermuda, and Tel Aviv.
As India’s Digital Personal Data Protection Act sprinted through its final stages in August after several years of debates, postponements, and negotiations, FPF provided an in-depth, comprehensive explainer of its important aspects and key provisions, as well as discussed its extraterritorial effects in a LinkedIn Live conversation. The Act also focused on protections for the processing of personal data of children and introduced the concept of “verifiably safe” measures and, FPF in partnership with The Dialogue released a Brief containing a Catalog of Measures for “Verifiably Safe” Processing of Children’s Personal Data Under India’s Digital Personal Data Protection Act (DPDPA) 2023. In partnership with NASSCOM, FPF also hosted a webinar series on the consent regime under India’s new Digital Personal Data Protection Act of 2023.
FPF saw its presence in Asia continue to grow as the FPF Asia-Pacific office entered its third year. FPF and S&K Brussels hosted the first-ever Japan Privacy Symposium in Tokyo, providing insight into the regulatory priorities of the G7 DPAs and global thought leadership on the interaction of data protection and privacy laws with AI. During Singapore’s PDP Week, our Asia-Pacific team held a roundtable on the governance implications of generative AI systems, spoke at the Asia Privacy Forum, and hosted an in-person training on the EU AI Act.
FPF remains consistently active in the European Union, with several engaging events bringing together the European data privacy community and numerous thought-provoking blogs, reports, and analyses published in 2023. FPF launched its in-depth report on enforcement of the EU’s GDPR Data Protection by Design and by Default obligations and hosted our 7th Annual Brussels Privacy Symposium with the Brussels Privacy Hub of Vrije Universiteit Brussel, which included opening remarks by European Commissioner for Justice Didier Reynders and European Data Protection Supervisor Wojciech Wiewiórowski. We also analyzed the regulatory strategies of European DPAs for 2023 and beyond in our continuing series.
We were honored to see our team, FPF VP for Global Privacy Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna, Senior Counsel for Global Privacy Katerina Demetzou, and former Senior Counsel for Global Privacy Sebastião Barros Vale, receive the prestigious Stefano Rodotà Award for their paper, “The Thin Red Line: Refocusing Data Protection Law on ADM, A Global Perspective with Lessons from Case-Law.”
In addition, our global experts provided analysis on privacy and data protection developments in Vietnam, Nigeria, Australia, Tanzania, and the African Union and published an overview comparing three regional model contractual frameworks for cross-border data transfers.
U.S. Legislative Activity
In 2023, FPF played a key role in informing regulatory agencies and state legislatures on privacy in various emerging technologies, such as AI. Our experts testified before state legislatures, provided informative analysis, submitted regulatory comments, and more.
We provided recommendations and filed comments with the:
- U.S. Department of Health and Human Services Office for Civil Rights regarding the Notice of Proposed Rulemaking on extending additional protections to reproductive health care data under the Health Insurance Portability and Accountability Act.
- U.S. Federal Trade Commission regarding the Notice of Proposed Rulemaking to clarify the scope and application of the Health Breach Notification Rule, and again regarding the use of “Privacy-Protective Facial Age Estimation” as a potential mechanism for verifiable parental consent under the Children’s Online Privacy Protection Act Rule.
- California Privacy Protection Agency to inform the Agency’s rulemaking to implement the California Privacy Rights Act amendments to the California Consumer Privacy Act’s provisions on cybersecurity audits, risk assessments, and automated decision-making.
- National Telecommunications and Information Administration in response to their request for comment on privacy, equity, and civil rights, and again in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s Interagency Task Force on Kids Online Health & Safety.
- Consumer Financial Protection Bureau in response to their request for comment regarding data portability for financial products and services, and again in response to their Request for Information (RFI) Regarding Data Brokers and Other Business Practices Involving the Collection and Sale of Consumer Information.
2023 also saw developments in various U.S. state commercial privacy laws. We found that the number of state laws increased from five to twelve (or, arguably, thirteen), and in response, provided timely analysis in Iowa, Indiana, Montana, Tennessee, Florida, Texas, Connecticut, Oregon, Utah, and Delaware. In addition, Washington and Nevada became the first to pass broad-based consumer health data privacy legislation. Earlier this month, our Director for U.S. Legislation Keir Lamont took a look ahead at the state privacy landscape in 2024.
For the 13th year, FPF recognized leading privacy research and analytical work with the Privacy Papers for Policymakers Award held on Capitol Hill. The winners spoke about their research in front of an audience of academic, industry, and policy professionals in the field. The event featured keynote speaker FTC Commissioner Alvaro Bedoya.
Youth & Education Privacy
Federal and state policymakers turned to the protection of children online, with President Biden notably mentioning it for a second year in a row during this year’s State of the Union address.
In partnership with LGBT Tech, we outlined recommendations for schools and districts to balance inclusion and student safety in technology use. Our analysis builds on thorough research, including interviews with recent high school graduates who identify as LGBTQ+, to gather firsthand accounts of how student monitoring impacted their feelings of privacy and safety at school.
Over the summer, we published one of our popular infographics examining age assurance technologies. The infographic’s authors unpacked the risks and potential harms associated with attempting to discern someone’s age online and potential mitigation tools in this LinkedIn Live conversation.
Privacy by design for kids and teens also expanded globally in 2023. As policymakers, advocates, and companies grapple with the ever-changing landscape of youth privacy regulation, we hosted a well-attended webinar with a wide range of global experts discussing the current state of kids’ and teens’ privacy policy.
The Rise of Emerging Technologies, Examining the Open Banking Ecosystem, & Analysis on Research Data Sharing
As stakeholders became increasingly interested in immersive technologies, notably AR/VR/MR, we responded by releasing the Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologies, whichassists organizations in safely and responsibly handling body-related data. Our team also held a series of webinars exploring the intersection of immersive technology with topics like AI, advertising, education, and more.
In March, we published an infographic breaking down the complex U.S. open banking ecosystem, supported by over a year of meetings and outreach with leaders in banking, credit management, financial data aggregators, and solution providers to comprehensively understand the developing industry of open banking, with the infographic’s authors discussing its privacy implications in a LinkedIn Live conversation.
In 2023, we continued to examine privacy and research data sharing by producing Data Sharing for Research: A Compendium of Case Studies, Analysis, and Recommendations, demonstrating how, for many organizations, data-sharing partnerships are transitioning from being considered an experimental business activity to an expected business competency. We also held the 3rd Annual Award for Research Data Stewardship, honoring representatives from Optum and the Mayo Clinic for their outstanding corporate-academic research data-sharing partnership. During this virtual event, we opened with a keynote address by U.S. Congresswoman Lori Trahan.
Bringing Together Leaders in Privacy and Data Protection
On a different track, FPF also built out a wide range of peer-to-peer meetings and calls for the senior executives working on data protection compliance issues. We hosted virtual meetings on key topics of interest on an every other month basis, smaller meetings for specific sector leaders, and in-person meetings in multiple cities.
- The “Current State of Global Opt-Out Technology” event in March provided members with insights into regulator discussions, along with a vendor showcase featuring solution demonstrations.
- Hosted 50+ in-person and virtual peer-to-peer meetings across the globe for intimate discussions among privacy executives focused on their top-of-mind issues.
- Launched Privacy Metrics 2.0 to help advance industry OKRs and the underlying metrics, provide privacy leaders with the tools they need to have effective conversations with their boards, and provide useful information for ESG reporting and investor communications.
This is by no means a comprehensive list of all of FPF’s important and engaging work in 2023, but we hope it gives you a sense of our work’s impact on the privacy community and society at large. We believe our success is due to deep engagement with privacy experts in industry, academia, civil society, and government and our belief that collaborating across sectors and disciplines is needed to advance practical safeguards needed for data uses that benefit society. Keep updated on FPF’s work by subscribing to our monthly briefing and following us on LinkedIn, Twitter/X, and Instagram.
On behalf of the FPF team, we wish you a very Happy New Year and look forward to celebrating 15 years of FPF in 2024!
IRAN. Giustiziati quattro presunti agenti del Mossad
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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. È stata eseguita questa mattina la condanna a morte per quattro uomini condannati per cospirazione contro la Repubblica Islamica. Erano stati arrestati durante l’anno insieme ad altre sei persone, tutte accusate di lavorare come agenti segreti che sotto copertura per l’agenzia di intelligence israeliana conosciuta come Mossad.
I quattro giustiziati, Wafa Hanara, Aram Omari, Rahman Berhazo e Nassim Namazi, erano stati accusati di aver pianificato una serie di omicidi e di rapimenti di membri delle forze armate iraniane.
La condanna a morte arriva pochi giorni dopo l’omicidio, da parte di Israele, del generale di brigata Razi Mousavi, comandante di alto livello del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche.
Il generale è stato ucciso in Siria il 25 dicembre, da un attacco missilistico israeliano. Le autorità iraniane avevano commentato, immediatamente dopo l’accaduto, che Israele avrebbe pagato per quel crimine.
La tensione tra Tel Aviv e Teheran sta salendo vertiginosamente nelle ultime settimane e si teme una escalation che farebbe allargare il conflitto fino a superare di gran lunga i confini regionali.
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PODCAST GAZA. “Se non moriamo per i bombardamenti moriamo per la fame”
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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. A Rafah continuano ad arrivare sfollati, la popolazione ha superato 1 milione e mezzo e il cibo non basta per tuttti. “Chiusi tutti i supermercati, non c’è più farina e i forni per fare il pane sono stati distrutti. La mancanza di acqua è un problema gravissimo e abbiamo dimenticato come era avere l’elettricità”.
A Gaza i bambini sono i più colpiti dalla carestia e dalle epidemie.
La testimonianza, da Gaza, di Sami Abu Omar, operatore umanitario palestinese sfollato da Khan Yunis con la sua famiglia nella zona di Mawasi, sulla costa di Gaza.
Abu Omar continua a lavorare e con i fondi di ONG e associazioni italiane acquista beni di prima necessità per gli sfollati.
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L'articolo PODCAST GAZA. “Se non moriamo per i bombardamenti moriamo per la fame” proviene da Pagine Esteri.
È stata pubblicata e inviata alle Istituzioni scolastiche e alle Regioni la Circolare che contiene le indicazioni operative per consentire l’iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale del Made in Ita…
GAZA. Israele ammette la strage di Al Maghazi. «Danni collaterali»
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di Michele Giorgio
(questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto)
Pagine Esteri, 29 dicembre 2023 – Un bagno di sangue. Non si può descrivere in altro modo ciò che è avvenuto domenica scorsa tra gli abitanti del campo profughi palestinese di Al Maghazi, nella zona centrale di Gaza. Decine di morti da bombe, in prevalenza donne e bambini. Qualcuno ha parlato di oltre cento vittime considerando i tanti rimasti sotto le macerie. Una strage avvenuta mentre parte del mondo cristiano celebrava la vigilia del Natale. Morti per un «errore» hanno ammesso le Forze armate israeliane. Con candore un ufficiale ha spiegato ieri all’emittente pubblica Kan che l’aviazione ha sganciato «ordigni impropri». Il tipo di bombe, ha aggiunto, «non corrispondeva alla natura dell’attacco, cosa che ha causato ingenti danni collaterali che avrebbero potuto essere evitati». I «danni collaterali» sono i civili palestinesi. Poi, come sempre, la responsabilità delle morti di queste persone innocenti è stata attribuita ad Hamas. Il movimento islamico si «nasconde tra la gente», ha detto il portavoce, gli aerei hanno preso di mira «diversi agenti di Hamas», prima dell’attacco «sono state adottate misure per ridurre al minimo il danno ai non combattenti» ma sono stati colpiti «altri edifici» accanto agli obiettivi. Infine «le Idf (le forze armate israeliane, ndr) si rammaricano del danno subito da coloro che non erano coinvolti». In poche parole, sono state sganciate bombe di eccezionale potenza su una zona densamente popolata di Maghazi, esattamente come aveva spiegato Ashraf Al Kidra, il portavoce del ministero della sanità a Gaza che Israele considera una struttura fantoccio nelle mani di Hamas che riferirebbe numeri «non credibili». Numeri che l’Onu invece considera realistici. Incluso l’ultimo bilancio diffuso ieri di vittime palestinesi dal 7 ottobre: 21.320 morti e 55mila feriti. Almeno 210 palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti tra mercoledì e giovedì, gran parte dei quali in attacchi violenti su Beit Lahiya e, ieri pomeriggio, su alcuni edifici di Rafah.
Veniva descritta come una fake news anche l’indiscrezione circolata nei giorni scorsi che dava lo stadio Yarmouk di Gaza trasformato dall’esercito israeliano in un campo di detenzione. Poi sono usciti i video di decine di palestinesi mezzi nudi, bendati, in ginocchio sul terreno di gioco, ripresi in apparenza proprio da militari israeliani e finiti sui social. Ora la Federazione calcio palestinese vuole che il Cio, la Fifa e la Confederazione calcio asiatica prendano una posizione chiara contro l’uso che Israele fa dell’impianto sportivo di Gaza in violazione, ha scritto in un comunicato, della Carta olimpica e delle convenzioni internazionali.
Da ieri i carri armati israeliani avanzano verso al Bureij nel centro di Gaza, dopo giorni di bombardamenti incessanti che hanno costretto decine di migliaia di famiglie palestinesi già sfollate a fuggire di nuovo. Un giornalista ha pubblicato la foto di mezzi corazzanti fermi accanto a una moschea nel centro di Bureij. Più a sud, le forze israeliane hanno colpito l’area intorno all’ospedale Al Amal nel cuore di Khan Younis, affollato di famiglie rimaste senza casa: 10 palestinesi sono stati uccisi e altri 12 feriti riporta la Mezzaluna rossa. Decine di migliaia di persone sono in fuga dai distretti di Nusseirat, Bureij e Maghazi e si dirigono a sud o a Deir al-Balah dando vita a campi di tende improvvisati.
Proseguono i combattimenti casa per casa. Hamas, l’obiettivo dichiarato dell’invasione israeliana di Gaza, subisce forti perdite ma realizza ancora agguati mortali. Altri tre soldati israeliani sono stati uccisi, portando il bilancio dell’offensiva di terra a 169. La scorsa settimana l’esercito israeliano ha riconosciuto le perdite più pesanti in pochi giorni dall’inizio della guerra. Intanto non si sa più nulla degli oltre 100 israeliani e cittadini stranieri sequestrati durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre e portati a Gaza. Judy Weinstein Haggai, uno degli ostaggi, ieri è stata dichiarata morta come suo marito, Gadi (Gad) Haggai. I loro corpi sono a Gaza.
Il gabinetto di guerra presieduto dal premier Netanyahu ieri sera doveva riunirsi per discutere, per la prima volta, la posizione di Israele riguardo al futuro di Gaza dopo la guerra. Una riunione contestata dal ministro della Sicurezza e leader dell’estrema destra Itamar Ben-Gvir secondo il quale il gabinetto non dovrebbe discutere di questioni politiche ma solo di come condurre le operazioni militari. Sullo sfondo ci sono le voci autorevoli di alcuni ufficiali della riserva che criticano i resoconti molto favorevoli della situazione a Gaza offerti all’opinione pubblica dal governo e dal portavoce dell’esercito, Daniel Hagari. Resoconti che secondo gli ex generali Yitzhak Brik e Aharon Zeevi Farkash danno un’immagine fortemente alterata della realtà sul terreno. Su Haaretz Brik ha descritto come false le dichiarazioni ufficiali «sulle migliaia di morti nelle file di Hamas» che a suo dire ha subito perdite molto inferiori a quelle riferite dal portavoce dell’esercito. Secondo l’ex generale la vittoria data per certa nei prossimi mesi, invece è lontana e la distruzione dei tunnel di Hamas richiederà anni e molte perdite in vite umane. Da parte sua, Aharon Zeevi Farkash, un ex capo dell’intelligence militare, parlando alla radio pubblica, ha sottolineato che l’obiettivo di eliminare Hamas da Gaza proclamato dal governo è «irrealistico» e che, pertanto, occorre «puntare a obiettivi più a portata di mano».
In Cisgiordania ieri altri due palestinesi sono stati uccisi, a Betunia e Betlemme dall’esercito. Un altro, ferito dieci giorni fa a Nablus, è spirato in ospedale. Il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania da soldati e coloni israeliani dal 7 ottobre è salito a 315 e a 523 quello dall’inizio dell’anno. Pagine Esteri
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Nell’anno del Drago: nuove e vecchie sfide per la Cina
Secondo il calendario lunare, il prossimo 10 febbraio comincia l’anno del Drago, simbolo di forza, fortuna e successo. Eppure, sebbene sotto i migliori auspici, il 2024 non si preannuncia un anno facilissimo per la Cina. A
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La pace attraverso il diritto: l’ONU e la questione palestinese (5) l Pressenza
"Questi documenti ricordano inesorabilmente le risoluzioni passate e non applicate da Israele. Trattano sempre gli stessi argomenti: la sovranità permanente del popolo palestinese sulle risorse naturali, il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, le azioni illegali israeliane e gli attacchi militari a Gaza, l’assistenza ai rifugiati palestinesi, l’espansione delle colonie di Israele, le persone sfollate dal giugno 1967, i beni appartenenti ai rifugiati palestinesi, le pratiche israeliane nei Territori palestinesi occupati (TPO)."
Kim Jong Un avvisa gli USA: “la Corea del Nord accelera i preparativi di guerra”
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Pagine Esteri, 28 dicembre 2023. Il 2023 è stato un anno record per la quantità di test militari realizzati dalla Corea del Nord. Nonostante non nasconda la soddisfazione, il leader Kim Jung Un non intende fermarsi né rallentare. Anzi.
Intervenendo questa mattina a una riunione del Partito dei Lavoratori, ha dichiarato di aver ordinato all’esercito di “accelerare” i preparativi militari, comprese le operazioni nucleari. L’obiettivo dichiarato è di rispondere a quelle cha ha definito “mosse senza precedenti” da parte degli Stati Uniti.
Il riferimento è ai legami di cooperazione sempre più stretti tra USA, Giappone e Corea del Sud.
Il primo incontro ufficiale tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quello sudcoreano, Yoon Suk-yeol e il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida si è tenuto ad Agosto a Camp David, dove parole di condanna sono state espresse dai tre leader nei confronti della Cina e della Corea del Nord.
Washington prova ad approfittare del recente disgelo tra Tokyo e Seul, sfruttando la distensione dei rapporti per strutturare nuovi campi di forza in Oriente che si oppongano alla Cina e pongano un freno alle esercitazioni belliche di Pyongyang. La situazione nella penisola è divenuta “estrema” secondo Kim Jong Un, a causa di “uno scontro senza precedenti con gli Stati Uniti”.
All’inizio di dicembre un sottomarino statunitense a propulsione nucleare è arrivato in Sud Corea, nel porto di Busan e i bombardieri USA a lungo raggio sono schierati per manovre di esercitazione accanto a quelli sudcoreani e giapponesi.
Solo una settimana fa le Nazioni Unite hanno fatto sapere che un secondo reattore in Corea del Nord è stato reso operativo.
Nonostante il leader nordcoreano parli apertamente di “preparazione alla guerra” non è da escludere che i toni decisi, peraltro tipici della sua personale retorica, non gli impediranno, dopo le elezioni statunitensi, di ritentare un approccio diplomatico con gli USA, nel tentativo di limitare gli effetti delle sanzioni conseguenti ai test nucleari.
Ma un freno in questo senso sarà senz’altro rappresentato dai legami che lo stesso Jong Un ha stretto, soprattutto negli ultimi mesi, con la Russia di Vladimir Putin, ritenuta uno dei Paesi “anti-capitalisti indipendenti”. Non è un caso che a settembre, in uno dei suoi rari viaggi, Kim Jong Un sia approdato nella Russia orientale visitando, in compagnia del presidente russo, fabbriche di armi e basi militari.
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La sonda Juno si prepara al sorvolo più ravvicinato della luna gioviana Io l AstroSpace
"Con tutti i dati che riuscirà a raccogliere Juno indagherà sulla fonte della massiccia attività vulcanica di Io, aiutando gli scienziati a capire se esista un oceano di magma sotto la sua crosta e l’importanza delle forze di marea provenienti da Giove, che stanno incessantemente schiacciando questa luna."
Incursione israeliana a Ramallah, ucciso un palestinese
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della redazione
Pagine Esteri, 28 dicembre 2023 – Incursione dell’esercito israeliano la scorsa notte a Ramallah – la città-quartier generale dell’Autorità nazionale palestinese – e nei suoi sobborghi, in particolare a Beitunia dove all’alba è stato ucciso un giovane, Abdel Fattah Qatawi. Altri 14 palestinesi sono rimasti feriti, tra i quali un giornalista, nel corso di proteste contro i soldati giunti nelle strade centrali Shirin Abu Aqla e Al-Hisbah e nei quartieri periferici di Al-Balou e Tira. Un raid è avvenuto anche nel campo profughi di Jalazon.
Testimoni riferiscono che a Ramallah i militari israeliani hanno preso d’assalto negozi di cambio valuta dove hanno sequestrato le telecamere di sorveglianza e arrestato i proprietari. Irruzioni analoghe sono avvenute in altri otto negozi simili in Cisgiordania – Jenin, Nablus, Tulkarm, Halhul – perché sospettati da Israele di trasferire denaro ai movimenti Hamas e Jihad islami. I soldati, denunciano i palestinesi, hanno preso fondi per un valore di 10 milioni di shekel (circa 2,5 milioni di euro).
Ieri l’esercito israeliano aveva ucciso, con un drone, sei palestinesi a Nur Shams, un campo profughi alle porte di Tulkarem da mesi teatro di frequenti raid dei militari.
Stamattina inoltre è spirato all’ospedale un 21enne, Tariq Shakhshir, ferito dieci giorni fa a Nablus. Il numero dei palestinesi uccisi da soldati e coloni israeliani dal 7 ottobre è salito a 314 e a 522 quelli dall’inizio dell’anno secondo i dati del ministero della Sanità palestinese. Pagine Esteri
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Liberati dagli elementi del mondo e resi figli
Ancora oggi molte persone vivono però la loro vita temendo gli elementi e le potenze del mondo o -sia pure in modo non religioso- si vogliono sentire perfetti rispetto agli altri.
Ebbene l'incarnazione di Gesù Cristo, solidale con la nostra umanità, ci libera e ci dà salvezza. Anzi ci fa divenire figli di Dio. E lo Spirito santo fa che non sia solo un'annuncio, ma una speranza viva e nuova energia per la nostra vita e ci fa essere in familiarità con il Signore.pastoredarchino.ch/2023/12/25/…
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Favoloso
Bisognerebbe tornare a raccontare le favole. Non le frottole, che abbondano, le favole. Le favole dicono molto di noi stessi e dicono moltissimo quando non le si racconta ai più piccoli.
Le festività non possono non ricordare il racconto di Natale per eccellenza, il Canto scritto da Charles Dickens nel 1843, la storia di Ebenezer Scrooge: vecchio, solo, avaro. Quattro fantasmi lo vanno a visitare, nella notte di Natale. Il primo è quello del suo socio, che lo mette in guardia dalcontinuare a vivere come anche lui visse. Il secondo è il fantasma dei passati Natale, quando lui, piccolo, ancora ne gioiva. Il terzo è quello del Natale presente, che gli mostra la felicità del suo impiegato, che lui sfrutta e affama, con il figlio più piccolo gravemente malato, ma che si ritrova in famiglia, si vogliono bene e gli sono anche grati. Il quarto è il fantasma del futuro, nero come l’inferno. Scrooge non cambia perché toccato dalla redenzione, ma perché devastato dalla paura. Perché la paura c’è, nelle favole. Ed è nelle favole perché è nel mondo.
Il Pinocchio di Disney non mette paura, ma in quello di Collodi il burattino vede crepare davanti ai suoi occhi l’amico, Lucignolo, trasformato in ciuco. Stramazza per la fatica di tirare su il bindolo dal pozzo e lui, per sfamare il padre, prenderà il suo posto. Quel Geppetto che soffrì il freddo per comprargli i vestiti e i libri della scuola e patì la fame, per offrire al figlio anche i torsoli che aveva avanzato. Pinocchio non diventa un “bravo bambino” perché la fatina lo miracola, ma perché prova il dolore e la paura, perché subisce l’umiliazione del Grillo parlante, cui si rivolge chiedendo aiuto dopo avere provato a spiaccicarlo sul muro.
Pollicino non è la storia di un bambino che ritrova la strada di casa, ma quella di sette fratelli che i genitori vogliono abbandonare nel bosco, non avendo di che sfamarli, affinché muoiano di fame lontano dai loro occhi. Teneroni. Ma Pollicino prima li frega, tornando a casa, poi si perde, ma non si arrende. È il più grande, ha la responsabilità dei fratelli, vede una casa e una brava donna li sfama, ma è la moglie dell’Orco. Si ritrova a letto, nella stanza con le loro sette figlie, ma Pollicino sgama il pericolo e cambia i sette cappellini dei suoi fratelli con quelli delle orchine. L’Orco torna, sente l’odore dei bambini e, al buio, li sbrana. Ma mangia le proprie figlie. Ce la raccontavano per farci addormentare. Aveva un senso: hai già cenato, hai il tuo letto, i genitori non ti mollano, pensa a Pollicino e vedi di non creare problemi. Buona notte.
Cenerentola è una ragazza sfruttata da una megera che il padre, vedovo, sceglie come seconda moglie. Lei e le sue laide figlie ne fanno una sguattera, ma Cenerentola conserva candore innanzi al dolore. Biancaneve è un caso di tentato femminicidio ad opera di una donna, per il motivo più vecchio del mondo e che ricorda quanto assassine possano essere l’invidia e la gelosia. Tralascio Hänsel e Gretel, che la vecchia prova a ingrassare e quelli, in gabbia, approfittando del fatto che è guercia, gli fanno toccare un ossicino, per non essere macellati.
Le favole ci hanno insegnato che il male e la malvagità esistono. E possono essere sconfitti. È un grosso errore provare a togliere il male dalla vita dei bambini, perché il male è parte della realtà. Può sembrare protettivo tenerli all’oscuro del male, edulcorando le favole o sostituendole con i tablet che rilasciano a getto continuo storie insulse e frettolose, ma è protettivo degli adulti, che possono così rinunciare a fare la parte dura del mestiere di genitori.
I bambini dei cartoni Disney, bellissimi, sono oggi adulti. Molti di loro pensano che il male si possa cancellarlo cambiando canale o chiedendosi perché mai tutti non si voglia il bene. Una domanda fuori dalla storia e dalla realtà, che li colloca in un infantilismo senile che è la più trucedelle favole. Narrata a sé stessi. Riprendiamo i libri delle favole, quelli veri, aiuterà a capire il mondo.
La Ragione
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Cent’anni di Associazione nazionale bersaglieri. Il calendario tra storia e rinnovamento
L’Associazione Nazionale Bersaglieri ha presentato il Calendario 2024 presso la Camera dei deputati, alla presenza del presidente nazionale, generale Ottavio Renzi; del vice presidente, generale Nunzio Paolucci; del generale Francesco Ceravolo e della capogruppo Commissione Difesa, Paola Maria Chiesa.
Come ricordato da Chiesa, “è la prima volta che un calendario viene presentato presso la sala stampa della Camera dei deputati – ed è solo l’inizio, visto che, come aggiunto dall’onorevole – ci saranno importanti novità per l’esibizione della fanfara in luoghi istituzionali”.
Il Calendario 2024 è stato illustrato dal generale Nunzio Paolucci che lo ha definito “particolare, perché nel 2024 scocca il centenario dell’Associazione, nata a Bologna nel 1924”. Infatti, dopo le prime due pagine dedicate ai saluti del ministro della Difesa, Guido Crosetto e del presidente dell’Associazione Francesco Ceravolo, il calendario ripercorre la storia dell’Associazione attraverso foto e descrizioni di momenti significativi.
Il valore della storia
I primi mesi sono dedicati alla storia dell’Associazione e ai valori del bersaglierismo. Nello specifico, il Calendario ripercorre la vita dell’Associazione dal primo dopoguerra, quando, come ricordato da Paolucci, “si è toccato il punto più basso del bersagliersmo, con solo dodici reggimenti attivi”, alla sua rifondazione a seguito del secondo conflitto mondiale.
…e dei simboli
Uno spazio significativo viene dedicato ai simboli, tra questi il Medagliere, definito dallo stesso generale, “il simbolo che racchiude la storia di tutti i bersaglieri”. Vengono infatti riportate tutte le 185 medaglie d’oro al valore militare che sono state concesse ai bersaglieri in servizio dalla fondazione del corpo durante il Risorgimento ai giorni nostri.
Tra i simboli ricordati nel Calendario 2024, non potevano mancare le Fanfare associative, più di settanta dislocate su tutto il territorio nazionale e considerate dal general Paolucci “un passe-par-tout per fare arrivare l’Associazione ai giovani”.
…per affacciarsi al futuro
Il calendario 2024 non vuole solo raccontare la storia, presenta anche delle informazioni sull’associazione e sui suoi sforzi di cambiamento e rinnovamento. Rinnovamento, questo, che passa da una maggiore presenza sul territorio attraverso un crescente impegno di protezione civile e un coinvolgimento della cittadinanza attraverso manifestazioni ed eventi sportivi. L’importanza di una maggiore presenza dell’Associazione è stata sottolineata anche dal generale Renzi, secondo cui “per tornare sulla scena nazionale, non possiamo essere legati solo alla memoria, ma dobbiamo andare verso altre direzioni”. Il generale ha poi concluso richiamando l’importanza della collaborazione tra i bersaglieri e le istituzioni per rafforzare la presenza del corpo e dell’associazione nel tessuto sociale nazionale, a partire dalle scuole.
Pidocchi, Migrazioni e Analisi Genetica
Una recente analisi sulla diversità genetica dei pidocchi umani rivela che questi parassiti sono arrivati nelle Americhe in due occasioni distinte: inizialmente con la migrazione umana attraverso lo Stretto di Bering e successivamente con laContinue reading
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GAZA. Un giorno nella vita di una madre e di sua figlia
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di Azhaar Amayreh – Mondoweiss
(foto di Archivio)
Nonostante i continui bombardamenti israeliani, i bombardamenti, il terrore che si diffonde nell’aria da vicino e da lontano, in qualche modo, essendo una creatura abitudinaria, mi sveglio alla chiamata alla preghiera, ogni mattina presto. E dopo essermi prostrata in direzione della Mecca, in direzione della mia fede nell’Onnipotente, la domanda immediata che si impone alla mia mente, ogni volta che si fa la preghiera del Fajr, è: come e da dove oggi io, giovane donna palestinese, giovane madre palestinese, mi assicurerò il cibo necessario e l’acqua preziosa per me e per mia figlia di sei anni. Sempre che riusciamo a sopravvivere fino al tramonto e oltre, con la grazia dell’Onnipotente, al quale sono profondamente fedele in quanto musulmana osservante.
Poi c’è una corsa folle per riempire d’acqua le nostre taniche di plastica da un litro. La quota assegnata alla mia famiglia ieri è stata di pochi litri di acqua sporca e sudicia per il giorno successivo. Siamo sei adulti, oltre ai piccoli, i bambini, ammassati in questo piccolo appartamento fatiscente. Questo è il nostro attuale rifugio da tutta la morte, la distruzione e l’inimmaginabile, semplicemente indicibile sofferenza umana che ci circonda. Usiamo questa preziosa acqua assegnata per lavarci rapidamente con le spugne e per il bucato, che ci sembra un lusso stravagante. È un lusso apparentemente stravagante, che mi costa una faticosa scalata quotidiana dal piano terra fino al quinto piano dell’edificio, senza elettricità e senza ascensore funzionante. Trascinare tutta quest’acqua pesante ma preziosa come una bestia da soma e tenere costantemente d’occhio la mia bambina che si aggrappa, si avvinghia a qualche parte dei miei vestiti, e mi accompagna. Questa assillante e costante paura che, molto probabilmente, potrebbe esserci un attacco missilistico dal cielo e tutto sarebbe finito in un attimo. Non solo per me, ma per tutti, da terra fino al quinto piano.
Una normale visita alla toilette deve essere programmata, pianificata e pensata con precisione per non sprecare acqua: è un equilibrio costante tra un normale impulso umano, il mantenimento della propria salute mentale e la possibilità di perdere tutto in un attimo (acqua, vita e persone care).
I sei adulti di questo bilocale fanno i turni per andare in bagno, per fare una specie di doccia con le spugne, per prendersi cura dei rispettivi figli, per mantenere una certa dignità umana e un minimo di igiene. C’è una competizione non dichiarata per l’acqua del bagno. C’è una competizione per il pane che ci arriva, una competizione molto sgradevole, un modo di vivere molto disumano: tanti adulti sono costretti a scrutarsi, a predarsi a vicenda le misere fette di pane e le lenticchie, se sono disponibili quel giorno. Il prezzo della farina di frumento è altissimo, ammesso che sia disponibile; oggi a Gaza non ci si può permettere la farina di frumento se si è il Jack o Jill medio, ordinario. La farina per fare il pane, per nutrire il vostro stomaco affamato, non è per voi.
Proprio ieri, la mia bambina aveva tanta fame, ma non sono riuscita a ottenere nulla da nessuno degli operatori umanitari, che si presentano sempre meno spesso in questa zona. E, vergognandomi, le ho chiesto di correre nell’appartamento vicino, allo stesso piano, per chiedere un po’ di pane. La bambina di sei anni, su suggerimento della madre, si è avvicinata ai vicini, ma è tornata indietro altrettanto rapidamente. E’ tornata piangendo e ha detto: “Mamma, i vicini mi hanno severamente vietato di presentarmi alla loro porta per chiedere qualcosa di prezioso come il pane da mangiare”.
Sembra sempre più probabile, quasi sicuro, che non riusciremo ad uscire vive da qui, vista la scarica di ordigni e bombardamenti diretti contro di noi da ogni direzione immaginabile. Nel caso in cui non ce la facessimo, spero che quando saremo fisicamente morte, qualcuno là fuori comprenderà l’inferno che io e mia figlia abbiamo passato nei nostri ultimi giorni, sperando solo in qualche pezzo di pane fresco, in una zuppa calda, in un po’ di frutta succosa, ma desiderando soprattutto un po’ d’acqua pulita per bere e pulirci, lavarci – i nostri bisogni umani così basilari e così terreni.
E ciò che mi ha fatto andare avanti fino all’ultimo sono tre cose: la mia fede in Dio, l’amore per la mia giovane figlia e il sangue palestinese che mi scorre nelle vene.
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EEE, avvelenamento dei pozzi, mietitura dei dati e sostituzione etnica: ecco i quattro rischi esistenziali che Threads può determinare per il fediverso ed ecco perché il Fediverso ce la può fare
Rimanere ingarbugliati nei "threads": sta per caderci il cielo addosso o si apre un nuovo mondo?
Il cambiamento spaventa, soprattutto quando tanti dettagli sembrano cambiare direzione e polarità. Il fatto che #Threads faccia parte di questo posto sembra un paradosso per alcuni e un sacrilegio per altri. Nessuno di noi vuole vedere il #Fediverso trasformarsi in una discarica tossica per il peggio che i social media hanno da offrire. Nessuno vuole che i Google del mondo dirottino uno standard Internet.
Sean Tilley fa parte del social web federato da oltre 15 anni, a partire dalle sue esperienze con Identi.ca nel 2008. Sean è stato coinvolto nel progetto Diaspora come Community Manager dal 2011 al 2013 e ha aiutato il progetto a muoversi ad un modello autogovernato. Da allora, Sean ha continuato a studiare, discutere e documentare l'evoluzione dello spazio e delle nuove piattaforme che sono sorte al suo interno.
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130 anni di Mao Zedong
Il 26 dicembre ricorre il 130° anniversario dalla nascita del Grande timoniere. Ma in Cina questa ricorrenza ha perso i connotati di culto della personalità che aveva caratterizzato gli ultimi anni di vita del leader cinese. Ma la sua figura è ancora oggi un’icona tra il sacro e il profano
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Pratica applicazione open source self host per prendere appunti e catturare pensieri
Ormai da molti mesi sul mio NAS Synology DS220+ ho installato Memos un blocco note online per prendere appunti personali e decidere se condivedere pubblicamente.
Molto più di una semplice app per prendere appunti, ma una vera instanza che gira in selfhosting accessibile da qualunque browser.
Devo dire che le risorse occupate sono pressochè nulle e mi piace l’idea di salvare idee e appunti privatamente ma allo stesso tempo decidere se rendere pubblico il memos.
È disponibile perfino un’app di terze parti per android e l'integrazione con Telegram Bot per inviare memos direttamente all'instanza Memos
Memos - Easily capture and share your great thoughts. Open Source and Free forever
A privacy-first, lightweight note-taking service. Easily capture and share your great thoughts.www.usememos.com
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Interagire con GPT da terminale con tgpt
tgpt è uno strumento CLI (interfaccia a riga di comando) multipiattaforma che ti consente di utilizzare il chatbot AI nel tuo terminale senza richiedere chiavi API.
GitHub - aandrew-me/tgpt: ChatGPT in terminal without needing API keys
ChatGPT in terminal without needing API keys. Contribute to aandrew-me/tgpt development by creating an account on GitHub.GitHub
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James Webb, due anni nello spazio! Ecco le più importanti scoperte degli ultimi due anni l AstroSpace
"Nel corso di questi due anni trascorsi dal lancio, il telescopio ha attraversato mesi di test, dato il via alle attività scientifiche all’inizio dell’estate 2022, e sondato il cosmo vicino e lontano con il suo potente occhio infrarosso. Ciò ha consentito agli scienziati di compiere scoperte straordinarie, anche completamente rivoluzionarie, sul nostro Universo. E ci ha regalato dei mosaici colorati e ricchissimi di dettagli (e di scienza) di molti oggetti cosmici, tra pianeti, galassie, nebulose e sorgenti primordiali."
Ryoma123
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •