A 404 Media reader made a PDF version of the World War II-era manual that's going viral right now.
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Here's a PDF Version of the CIA Guide to Sabotaging Fascism
A 404 Media reader made a PDF version of the World War II-era manual that's going viral right now.Jason Koebler (404 Media)
Dating online: il 23% degli italiani truffato! Quanto rischi sulle app di incontri?
Norton, marchio consumer di sicurezza informatica, ha pubblicato il suo Consumer Cyber Safety Report – Online Dating Edition 2025. Il report ha intervistato gli italiani per esplorare il loro rapporto con le app di incontri e la loro consapevolezza della sicurezza personale.
Il 24% degli italiani intervistati utilizza abitualmente app di incontri, trascorrendovi in media quasi sei ore alla settimana. Tra gli attuali utenti di app di dating in Italia, il 30% cerca persone per incontri casuali e senza legami, mentre quasi un quarto (24%) cerca di trovare un partner serio a lungo termine.
Attenzione ai segnali d’allarme: Profili sospetti e truffe amorose
Molti utenti hanno probabilmente intenzioni genuine, ma c’è un rischio significativo di incontrare profili fraudolenti su queste app. Visi perfetti? Potrebbero essere generati dall’intelligenza artificiale. Rifiuto di fare videochiamate o inviare messaggi vocali? Mancanza di interazione diretta? Sono segnali d’allarme da tenere in considerazione.
Secondo il report di Norton, il 61% degli utilizzatori abituali intervistati si imbatte in profili o messaggi sospetti almeno una volta alla settimana, e il 23% è stato vittima di una truffa sulle app di incontri, il 48% è stato vittima di una truffa sentimentale e il 27% è stato vittima di catfishing. Le conseguenze possono essere gravi: gli utenti delle app che sono stati vittime di una truffa in queste app hanno riportato perdite finanziarie medie di 4.580,47 euro nell’ultimo anno, con la perdita più alta riportata di 150.000 euro. I truffatori utilizzano diverse tattiche per ingannare gli attuali utenti delle app di incontri; coloro che sono stati vittime di una truffa riferiscono di essere stati ingannati da truffe romantiche (48%), catfishing (27%), truffe di eredità (17%), falsi siti di incontri (17%) e sextortion (16%).
Oltre alle truffe, gli utenti di app di dating online intervistati in Italia hanno ammesso di aver distorto la verità sui loro profili, sia attraverso l’intelligenza artificiale che con altri mezzi. Oltre un quarto (26%) ammette di aver fornito un’età falsa sul proprio profilo e il 61% ha ricevuto un’età falsa da qualcun altro. Coloro che attualmente utilizzano le app di dating si dichiarano aperti all’aiuto dell’intelligenza artificiale: il 62% la userebbe per scrivere una frase per approcciare, il 50% per scrivere un testo di chiusura del rapporto, il 43% per migliorare le proprie foto e il 40% addirittura per andare agli appuntamenti virtuali al posto loro come proxy.
Gli italiani si ribellano: Cresce la consapevolezza dei rischi
Fortunatamente, non tutti sono ignari dei pericoli: il 95% degli attuali utenti italiani di app di incontri prende precauzioni prima di incontrare di persona un potenziale corteggiatore conosciuto online. Gli intervistati hanno riferito di aver adottato le seguenti misure:
- Cercare la persona sui social media o su Internet (42%)
- Telefonata con la persona (37%)
- Fare una videochiamata con la persona (37%)
- Condividere la propria posizione con un familiare o un amico prima di andare all’incontro (24%)
- Informare un membro della famiglia o un amico dei loro piani prima dell’incontro (19%)
Tra questi intervistati, Tinder è stato giudicato la piattaforma più sicura (65%), mentre Happn è stato considerato il meno sicuro (19%). Tuttavia, le truffe rimangono un problema persistente.
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35 anni di ransomware: com’è evoluta la minaccia e com’è cambiato il modo di difendersi
Dal 1989 al 2024, come sono cambiati i ransomware nel tempo, come cambieranno e perché la cyber difesa sembra essere un passo indietro rispetto al cyber crimine. Ne abbiamo parlato con Cisco anche per comprendere se pagare il riscatto è una cosa saggia
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Difesa europea, sì. Ma come? Tutte le questioni irrisolte del summit dei 27
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Ancora una volta, la difesa europea rimane un tema di dibattito attivo, ma su cui si stenta a fare passi avanti concreti. Il ritiro informale dei leader dei 27 dedicato alla Difesa, che aveva l’obiettivo di stabilire una linea comune sul tema delle spese militari, del rafforzamento
La psicoterapia spiegata a chi fa un altro mestiere / 1
Mi è capitato nel tempo di scrivere anche cose di tipo "divulgativo" — per usare una parola alla quale non riesco a trovare un'alternativa migliore ma ci siamo capiti — sul mio mestiere.
Prima o poi mi piacerebbe raccoglierle.
...in quel regno della biodiversità che è la psicoterapia, quei diversi strumenti corrispondono in qualche modo a diverse concezioni del mondo. E questo riguarda la prima assunzione di responsabilità di un terapeuta, quella che sta a monte di tutte le altre...
massimogiuliani.it/blog/2018/0…
Ma un terapeuta risolve problemi? Corregge malfunzionamenti? Cambia le persone?
La psicoterapia spiegata a chi fa un altro mestiere / 1 Giusto per mettere le mani avanti, qualunque cosa scriverò sull’argomento sarà necessariamente imprecisa e semplificata. Già il titolo è una …Corpi che parlano
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Homebrew Foil and Oil Caps Change Your Guitar’s Tone
How any string instrument sounds depends on hundreds of factors; even the tiniest details matter. Seemingly inconsequential things like whether the tree that the wood came from grew on the north slope or south slope of a particular valley make a difference, at least to the trained ear. Add electronics into the mix, as with electric guitars, and that’s a whole other level of choices that directly influence the sound.
To experiment with that, [Mark Gutierrez] tried rolling some home-brew capacitors for his electric guitar. The cap in question is part of the guitar’s tone circuit, which along with a potentiometer forms a variable low-pass filter. A rich folklore has developed over the years around these circuits and the best way to implement them, and there are any number of commercially available capacitors with the appropriate mojo you can use, for a price.
[Mark]’s take on the tone cap is made with two narrow strips of regular aluminum foil separated by two wider strips of tissue paper, the kind that finds its way into shirt boxes at Christmas. Each of the foil strips gets wrapped around and crimped to a wire lead before the paper is sandwiched between. The whole thing is rolled up into a loose cylinder and soaked in mineral oil, which serves as a dielectric.
To hold the oily jelly roll together, [Mark] tried both and outer skin of heat-shrink tubing with the ends sealed by hot glue, and a 3D printed cylinder. He also experimented with a wax coating to keep the oily bits contained. The video below shows the build process as well as tests of the homebrew cap against a $28 commercial equivalent. There’s a clear difference in tone compared to switching the cap out of the circuit, as well as an audible difference in tone between the two caps. We’ll leave the discussion of which sounds better to those with more qualified ears; fools rush in, after all.
Whatever you think of the sound, it’s pretty cool that you can make working capacitors so easily. Just remember to mark the outer foil lead, lest you spoil everything.
youtube.com/embed/O6SxKZDqpVI?…
Thanks to [Eric] for the tip.
Data breach del FSE Molise, tutta la catena di trattamento dati è responsabile: ecco perché
A seguito del data breach del FSE notificato dalla regione Molise, il Garante Privacy sanziona tutta la catena di trattamento dei dati personali: la Regione Molise, la società Molise dati e Engineering ingegneria informatica, ciascuna responsabile della violazione
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iPhone Ti Spia Anche Senza il Tuo Consenso! La Funzione “Non Tracciare” È una Bugia?
Una singola app installata su un iPhone nuovo di zecca può rivelare i dati personali dell’utente, anche se quest’ultimo ha vietato il tracciamento. A questa conclusione è arrivato un un ricercatore conosciuto con lo pseudonimo Tim.
In iOS esiste da tempo la funzione “Chiedi all’app di non tracciare” che dovrebbe proteggere i tuoi dati personali. In realtà, impedisce solo alle app di ricevere l’identificativo pubblicitario (IDFA) del dispositivo. In Apple per molto tempo hanno assicurato che, grazie a questa opzione, gli sviluppatori non sarebbero stati in grado di tracciare l’utente, ad esempio tramite e-mail. Ma la realtà si è rivelata diversa.
Tim ha preso un iPhone 11 pulito, lo ha ripristinato alle impostazioni di fabbrica e ha installato un solo gioco dello sviluppatore KetchApp, che ha oltre 200 app sull’App Store. Per monitorare tutto ciò che il gioco invia alla rete, il ricercatore ha impostato un server proxy.
Ciò che vide metterebbe in apprensione qualsiasi fan della Apple: l’app inviava dati ogni frazione di secondo. Ogni pacchetto conteneva più di 200 parametri diversi, tra cui le coordinate del dispositivo. Tutte queste informazioni sono andate direttamente ai creatori del motore di gioco Unity su cui è stato realizzato il gioco. Tim ha notato che le coordinate non erano molto precise: l’iPhone funzionava senza scheda SIM, solo tramite Wi-Fi.
Ma la cosa più sorprendente è che i dati con timestamp e indirizzi IP sono andati ai server di Facebook, nonostante sul telefono non ci fosse alcuna applicazione Meta e lui stesso non avesse dato il suo consenso. La funzione “Chiedi all’app di non tracciare” ha reimpostato l’identificativo pubblicitario, ma l’app ha comunque raccolto molte altre informazioni sensibili.
Ogni richiesta conteneva più di 20 identificatori diversi: identificatore del fornitore (IFV), ID della transazione (TID), ID della sessione (SID), ID del dispositivo e ID dell’utente (UID). L’app registrava anche la luminosità dello schermo, la dimensione della memoria, la carica della batteria e perfino se le cuffie erano collegate.
I dati sono poi stati trasmessi a Moloco, un’azienda che opera come Demand-Side Platform (DSP) e afferma di coprire 6,7 miliardi di dispositivi in oltre 190 Paesi. Queste piattaforme non si limitano a collegare gli inserzionisti agli spazi pubblicitari in tempo reale, ma estraggono anche enormi quantità di dati sugli utenti per indirizzare meglio gli annunci. Allo stesso tempo, qualsiasi partecipante all’asta può avere accesso a una parte o addirittura a tutti i dati raccolti.
Tim ha trovato centinaia di aziende che commerciano questo tipo di dati. Alcuni suggeriscono di collegare gli identificatori pubblicitari (MAID) ai dati reali delle persone e di mantenere aggiornate tali informazioni. Il ricercatore ha persino scoperto un’azienda che collega direttamente gli ID pubblicitari a nomi completi, indirizzi e-mail, numeri di telefono e indirizzi di casa.
Quando Tim ha provato ad acquistare i propri dati, è stato fermato dal prezzo: l’accesso a un database con informazioni su milioni di utenti costava tra i 10 e i 50 mila dollari. Inoltre, chiunque può acquistarlo, non solo i servizi speciali. Secondo il ricercatore, questi database contengono gli itinerari di viaggio di chiunque abbia giocato anche solo un po’ con le app gratuite.
Come proteggersi? Non consentire alle applicazioni di accedere alla geolocalizzazione, sostituire i dati GPS, inviare informazioni false, abilitare filtri DNS (servizi DNS privati o Pi-Hole) e ad-blocker. Tuttavia, alcuni analisti ritengono che sia impossibile proteggersi completamente dalle minacce: gli sviluppatori hanno imparato a eludere la protezione, ad esempio tramite indirizzi IP codificati in modo rigido.
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oggettistica bolognese
OGGETTISTICA, raccolta di prose non orientabili e talvolta nemmeno euclidee, si presenta in una delle più belle librerie d'Italia, MODO INFOSHOP, a Bologna, venerdì 14 febbraio, giorno di San Valentino. Le coppie di innamorati che verranno ad assistere riceveranno in omaggio una ventata di buonumore: slowforward.net/2025/02/04/14-…
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Data breach del FSE Molise, tutta la catena di trattamento dati è responsabile: ecco perché
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
A seguito del data breach del FSE notificato dalla regione Molise, il Garante Privacy sanziona tutta la catena di trattamento dei dati personali: la Regione Molise, la società Molise dati e Engineering ingegneria informatica,
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Andarsene da Facebook
orizzontisfocati.it/category/a…
Fiore e i suoi video divulgativi
peertube.uno/c/fiorelisag/vide…
Il progetto nasce dalla volontà di offrire un punto di partenza per l’approfondimento di questioni legate all’attualità ed alla storia recente, dai conflitti aperti sullo scenario globale ai fenomeni sociali, politici e culturali che operano nel mondo.
I filmati divulgativi intendono fornire le coordinate minime per orientarsi nel percorso di ricerca e promuovere un approccio multidisciplinare.
Trovate Fiorella anche su YouTube a questo indirizzo youtube.com/@fiore.ytchannel
Il DPO nel percorso di adeguamento alla NIS 2: spettatore o protagonista?
Se da un lato alcuni sostengono che la NIS 2 e il GDPR hanno finalità e ambiti di applicazione distinti, riducendo così l’interesse del DPO a una mera conoscenza informativa, dall’altro una prospettiva più integrata mette in evidenza connessioni profonde tra i due quadri normativi, con ricadute significative sul ruolo del DPO. Ecco quali
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Il DPO nel percorso di adeguamento alla NIS 2: spettatore o protagonista?
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Se da un lato alcuni sostengono che la NIS 2 e il GDPR hanno finalità e ambiti di applicazione distinti, riducendo così l’interesse del DPO a una mera conoscenza informativa, dall’altro una prospettiva più integrata mette in evidenza
data center delle big tech e energia nucleare
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Frank Zappa - Dog Breath Variations + Uncle Meat
- YouTube
Profitez des vidéos et de la musique que vous aimez, mettez en ligne des contenus originaux, et partagez-les avec vos amis, vos proches et le monde entier.www.youtube.com
Blindati del futuro. Test, consegne e programma del nuovo Lynx KF-41
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un passo cruciale per il futuro delle forze corazzate italiane. Presso il Poligono di Nettuno, ner pressi di Roma, l’Esercito italiano ha presentato le sue valutazioni preliminari del nuovo veicolo cingolato da combattimento per la fanteria Lynx KF-41. Il mezzo, sviluppato nell’ambito
Understanding the T12 Style Soldering Iron Tip
Soldering irons and their tips come in a wide range of formats and styles, with the (originally Hakko) T12 being one of the more interesting offerings. This is because of how it integrates not only the tip and heating element, but also a thermocouple and everything else in a self-contained package. In a recent video [Big Clive] decided to not only poke at one of these T12 tips, but also do a teardown.
These elements have three bands, corresponding to the power supply along with a contact for the built-in thermocouple. After a quick trip to the Vise of Knowledge, [Clive] allows us a glimpse at the mangled remnants of a T12, which provides a pretty good overview of how these tips are put together.
Perhaps unsurprisingly, most of the length is a hollow tube through which the wires from the three contacts run. These power the ceramic heating element, as well as provide the soldering iron handle access to the thermocouple that’s placed near the actual tip.
With a simple diagram [Clive] explains how these T12 elements are then used to regulate the temperature, which isn’t too distinct from the average soldering iron with ceramic heating element, but it’s still nice to have it all integrated rather than having to try to carefully not damage the ceramic heater while swapping tips with the average soldering iron.
youtube.com/embed/CdF3tjVUvXo?…
Dal gioco alla realtà: come gli hacker etici si allenano senza rischi in infrastrutture controllate
Gli specialisti della sicurezza informatica non sono apprezzati per le loro conoscenze teoriche, ma per la loro capacità di applicarle nella pratica. L’esercizio in questo settore è possibile solo attraverso laboratori specializzati o mentre si è già attivi nella professione. Ecco perché stanno diventando sempre più popolari giochi e simulatori che consentono di studiare la sicurezza informatica senza infrangere la legge.
La moderna sicurezza informatica si basa sull’ethical hacking, ovvero test sui sistemi per individuarne le vulnerabilità prima che un ipotetico attaccante le possa sfruttare a piacimento. Professionisti definiti white hacker, simulano attacchi sulle infrastrutture aziendali per trovare i punti deboli. Il processo richiede ampie competenze pratiche e una profonda comprensione del funzionamento dei sistemi informativi.
Le moderne piattaforme di formazione vanno ben oltre la semplice simulazione di attacchi hacker. Forniscono un ambiente completo per padroneggiare strumenti e tecniche reali. Gli utenti padroneggiano i comandi del terminale, comprendono le complessità dei sistemi operativi e dei protocolli di rete e imparano a individuare ed eliminare le vulnerabilità. Tutto questo costituisce la base per costruire una carriera nel campo della sicurezza informatica.
VulnHub: Vulnerabile By Design
VulnHub è una piattaforma che offre macchine virtuali vulnerabili per l’apprendimento pratico della sicurezza informatica. Questi laboratori virtuali permettono di testare tecniche di penetration testing in un ambiente sicuro e legale, senza rischi di violazione delle normative. Le macchine disponibili sono progettate per simulare scenari reali, spaziando da vulnerabilità di base a configurazioni avanzate che richiedono conoscenze approfondite di exploit, privilege escalation e sicurezza delle reti.
Le immagini possono essere eseguite con software di virtualizzazione come VirtualBox e VMware, consentendo agli utenti di interagire direttamente con i sistemi e sperimentare vari approcci per comprometterli e ottenere accessi privilegiati. La piattaforma è molto utilizzata da chi vuole affinare le proprie competenze nel penetration testing, prepararsi a certificazioni di cybersecurity o semplicemente migliorare la comprensione delle vulnerabilità e delle tecniche di attacco.
VulnHub si distingue anche per il contributo della community, che crea e condivide nuove macchine con livelli di difficoltà differenti, permettendo un apprendimento progressivo.
Grazie alla sua natura gratuita e open-source, rappresenta una risorsa preziosa sia per principianti che per esperti del settore, offrendo la possibilità di mettersi alla prova in scenari realistici senza dover investire in infrastrutture complesse.
Root Me: Allena le tue capacità di hacking
Root Me è una piattaforma online dedicata all’apprendimento pratico della sicurezza informatica attraverso sfide e ambienti di simulazione. Offre un’ampia gamma di esercizi in diverse categorie, tra cui web exploitation, reverse engineering, crittografia, forensics, steganografia e networking. Gli utenti possono cimentarsi in scenari realistici di hacking, sperimentando tecniche offensive per comprendere meglio le vulnerabilità dei sistemi informatici.
Uno dei punti di forza di Root Me è la sua accessibilità: molte sfide sono gratuite e non richiedono configurazioni avanzate, rendendolo adatto sia ai principianti che agli esperti. La piattaforma è strutturata in modo da incentivare l’apprendimento progressivo, con soluzioni condivise dalla community e un sistema di ranking che permette di confrontarsi con altri partecipanti. Oltre alle sfide individuali, Root Me ospita laboratori virtuali e macchine vulnerabili su cui testare exploit in un ambiente sicuro.
Grazie alla sua interfaccia intuitiva e alla varietà di sfide disponibili, è uno strumento ideale per chi vuole migliorare le proprie competenze nel penetration testing e nella sicurezza informatica, con un approccio pratico e diretto.
Telehack: un viaggio immersivo nell’informatica degli anni 80
Telehack ricrea l’atmosfera delle reti informatiche degli anni ’80, consentendo di toccare con mano le origini dell’Internet moderna. La piattaforma emula un terminale Telnet, riproducendo i principi delle prime reti ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network) e MILNET (Military Network).
La piattaforma Telehack ospita 26.600 host virtuali che simulano i sistemi dell’epoca di Usenet e dei primi BBS (Bulletin Board Systems). Invece dei moderni indirizzi IP, utilizza una connessione modem ai sistemi remoti, con tutte le tipiche interferenze e interruzioni di connessione familiari agli utenti della fine degli anni ’80.
Gli archivi digitali della piattaforma contengono un’ampia raccolta di documenti e software significativi risalenti a quegli anni. Di particolare rilievo è il famoso “Manifesto Hacker” scritto nel 1986. Il suo creatore, Lloyd Blankenship (The Mentor), faceva parte del gruppo Legion of Doom, insieme al famoso hacker Mark Abene, noto con lo pseudonimo di Phiber Optik.
Per navigare nei sistemi virtuali vengono utilizzati i comandi Telnet originali. Gli utenti possono esplorare le strutture delle directory, manipolare file e programmi e lavorare con i materiali BBS. Le competenze pratiche nell’uso della riga di comando vengono rafforzate in condizioni il più possibile vicine a quelle reali.
OverTheWire: dal principiante al professionista
OverTheWire riunisce una serie di giochi educativi (wargame) che sono diventati una vera e propria scoperta per i ricercatori in erba nel campo della sicurezza. Per prima cosa, gli utenti imparano come connettersi a un server remoto tramite SSH: questa è un’abilità di base. Dopo aver stabilito la connessione, inizierai a familiarizzare con la riga di comando di Linux: come navigare nel file system, come utilizzare i comandi di base, come gestire file e directory.
Con ogni livello la difficoltà aumenta e i compiti diventano più complessi. Ora non è più necessario solo trovare i file, ma anche lavorare con dati nascosti, comprendere formati diversi e decodificare stringhe crittografate. Un capitolo a parte è dedicato al lavoro con gli archivi: come estrarre informazioni da essi, come analizzarne il contenuto, come trovare dati nascosti.
Durante la formazione, gli utenti imparano anche a utilizzare diverse utilità della riga di comando e a combinarle per risolvere problemi complessi. Questo approccio aiuta a sviluppare non solo competenze tecniche, ma anche la capacità di pensare fuori dagli schemi e di trovare soluzioni non banali ai problemi di sicurezza.
PicoCTF: Spirito competitivo nell’apprendimento
PicoCTF è una piattaforma competitiva sviluppata dal Carnegie Mellon University Institute for Cybersecurity and Privacy. A differenza dei corsi classici, qui l’allenamento si svolge secondo il formato Capture The Flag (CTF): i partecipanti competono tra loro, risolvendo problemi di varia difficoltà.
Dovrai ricercare vulnerabilità nelle applicazioni web, condurre analisi forensi di dati digitali, analizzare file binari e lavorare con vari tipi di crittografia. Un ampio blocco è dedicato al reverse engineering, ovvero all’analisi dei programmi per comprenderne i principi di funzionamento. Particolare attenzione è rivolta alla sicurezza delle reti e ai metodi di intelligence open source (OSINT).
È possibile partecipare individualmente o in squadra. Sono previsti veri e propri premi per i vincitori, ma l’elemento competitivo non è la cosa principale. PicoCTF consente a tutti di muoversi al proprio ritmo e di scegliere le direzioni che più gli interessano. I compiti sono progettati in modo tale da poter essere risolti in sequenza, aumentando gradualmente la loro complessità e approfondendo la conoscenza nell’area prescelta.
Ogni attività sulla piattaforma è un mini-scenario tratto dalla pratica reale dei pentester.
TryHackMe e HackInTheBox
Per una pratica più realistica, le piattaforme più adatte sono quelle che funzionano con macchine virtuali. I leader in questo campo sono TryHackMe oppure HackInTheBox che forniscono agli utenti l’accesso a laboratori virtuali completi in cui possono apprendere l’hacking etico in tutta sicurezza.
Qui è possibile distribuire intere reti di macchine virtuali con diversi sistemi operativi e quindi cercarne le vulnerabilità. Nella maggior parte dei casi, per la formazione vengono utilizzate versioni speciali di Windows XP e del sistema Linux, che presentano deliberatamente delle falle di sicurezza in modo che gli utenti possano affinare le proprie competenze.
Gli utenti Windows spesso scelgono VirtualBox, mentre gli utenti MacBook preferiscono Parallels. Con l’aiuto di questi programmi è possibile creare una rete completa con connessioni wireless e poi provare diversi metodi per penetrare nel sistema.
Conclusioni
Il vantaggio principale di lavorare con laboratori virtuali è che non esiste un’unica soluzione corretta. Ogni compito può essere portato a termine in diversi modi, sperimentando tecniche e strumenti diversi. Questo approccio sviluppa un pensiero laterale e aiuta ad acquisire una comprensione più approfondita del funzionamento dei sistemi di sicurezza.
I laboratori virtuali sono particolarmente utili per chi intende intraprendere una carriera nei penetration test. Ti consentono di affinare le tue competenze pratiche in un ambiente sicuro in cui qualsiasi errore non diventa un problema, ma una nuova esperienza.
Gli utenti imparano a utilizzare vari strumenti di analisi, a padroneggiare le tecniche di ricerca delle vulnerabilità e a sviluppare competenze nella creazione di catene di attacco, il tutto in condizioni il più possibile vicine a quelle della vita reale.
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5% del pil in spese militare.
5% del Pil in spese militari: Estonia e Lituania lo mettono nero su bianco
La decisione di Lituania ed Estonia di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL segna un momento storico e al tempo stesso preoccupante nella politica europea.Giuseppe Gagliano (InsideOver)
Perché ci sono così tanti minori palestinesi nelle carceri israeliane?
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Sono stati rilasciati diversi minori detenuti dopo la tregua a Gaza, ma altri 300 restano nelle carceri israeliane, molti dei quali senza accuse
pagineesteri.it/2025/02/04/med…
Guerra commerciale USA-Cina: Pechino risponde alle nuove tariffe di Trump
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Cina ha reagito prontamente martedì alle nuove tariffe imposte dal presidente Donald Trump, annunciando una serie di contromisure che coinvolgono aziende e prodotti statunitensi.
L'articolo Guerra commerciale USA-Cina: Pechino risponde alle nuove tariffe di
La trappola perfetta
USA, aereo militare deporta migranti in India
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’uso dell’esercito per la gestione dell’immigrazione continua a suscitare polemiche, mentre l’amministrazione Trump intensifica le misure per contenere il flusso migratorio
L'articolo USA, aereo militare deporta migranti in India pagineesteri.it/2025/02/04/mon…
Ojala - Silvio Rodriguez
La prima volta che ho sentito questa canzone vivevo a Parigi e la mia collega spagnola sosteneva che questa pare una struggente ballata sulla sofferenza d'amore ma in realtà la persona onnipresente che fa soffrire Silvio è Fidel Castro.
Silvio poi questa cosa (che si è estesa a Pinochet) l'ha smentita - era davvero una donna che aveva amato.
Tuttavia, mi affascinò l'idea che sotto una canzone d'amore potesse esserci altro. Quindi, in quesa nostra interpretazione, vedeteci chi volete.
(il mio pigliama dello Psicopato era in continuità linguistica).
VIDEO NEL LINK QUA SOTTO
Bob Dylan e il "mito dell'acusticità"
Grazie al film A Complete Unknown di James Mangold tornano d'attualità i fatti di Newport 1965, quando sul palco del Folk Festival Bob Dylan fu contestato (al grido di "suonate musica folk!") perché suonò un set elettrico con la Paul Butterfield Blues Band.
Per dire quanto fosse accecante l'ideologia della purezza acustica, “Mr. Tambourine Man” e “It's All Over Now, Baby Blue”, dai testi densi di immagini oscuramente visionarie, in quel clima venivano accolte come dolci ballate. La chitarra acustica era in qualche modo garante delle convenzioni della musica folk.
Nel libro Guitar Cultures curato da Andy Bennett e Kevin Dawe (2001), un saggio di Peter Narváez (“Unplugged: Blues Guitarists and the Myth of Acousticity”) racconta il "mito dell'acusticità", l'ideologia della "purezza acustica".
Thanks to James Mangold's film A Complete Unknown, the events of Newport 1965 are back in the news. On stage at the Folk Festival Bob Dylan was challenged (to the cry of “play folk music!”) because he played an electric set with the Paul Butterfield Blues Band.
To say how blindingly acoustic purity ideology was, “Mr. Tambourine Man” and “It's All Over Now, Baby Blue,” with lyrics dense with darkly visionary imagery, were received as sweet ballads in that climate. The acoustic guitar was somehow a guarantor of folk music conventions.
In the book Guitar Cultures, edited by Andy Bennett and Kevin Dawe (2001), an essay by Peter Narváez (“Unplugged: Blues Guitarists and the Myth of Acousticity”) explains the “myth of acousticity,” the ideology of “acoustic purity.”
The Clever Design Behind Everyday Traffic Poles
Ever stopped at a red light and noticed something odd about the poles holding up the traffic lights? Look closer next time—many of them appear to hover just above the concrete, anchored by visible bolts. This video below explains it all. It’s not a job left unfinished. It is actually clever design, and all about functionality and easy maintenance. Let’s break down why engineers prefer this so-called ‘floating’ base plate setup.
At first, you might think mounting poles directly into concrete would be more stable—after all, that’s how heavy columns are often installed. But traffic light poles are lightweight, hollow, and face constant wind pressure. Instead of brute stability, they need flexibility and precise alignment. Enter the standoff base plate. By resting on leveling nuts, these poles can be fine-tuned for perfect verticality, even when the ground shifts slightly over time. That’s critical for keeping your 30-foot pole from leaning like the Tower of Pisa.
The open design also simplifies maintenance. If the pole tilts after years of wear, it takes just a few nut adjustments to fix it—no heavy cranes required. Plus, the gap helps prevent moisture buildup, reducing corrosion. So next time you’re waiting at an intersection, you’ll know it’s not just clever engineering—it’s practical street smarts. If you’re an infrastructure nut, this slightly older article might spark your interest.
youtube.com/embed/wXWlj2Y_Lc0?…
DeepSeek, Chat-GPT e Jailbreak? Come Abbiamo Fatto Scrivere un Malware Ad Una AI
“Ora che il Genio è uscito dalla lampada, è difficile rimettercelo dentro!”. E con le AI, questa non è solo un’analogia, ma una realtà sempre più evidente.
Negli ultimi anni, i Large Language Model (LLM) come Chat-GPT e DeepSeek hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale. Tuttavia, dietro a questi strumenti apparentemente innocui si nasconde una battaglia silenziosa: quella tra chi cerca di proteggere i modelli da usi impropri e chi, invece, tenta di aggirare le loro difese.
I cosiddetti jailbreak, ovvero tecniche per eludere le restrizioni imposte dai creatori di questi modelli, sono diventati un tema caldo nel mondo della cybersecurity e dell’etica dell’IA.
Ma a cosa servono i jailbreack se esistono modelli gratuiti sul clear web capaci di “delinquere” in modo egregio?
Jailbreak e Prompt Injection: una corsa agli armamenti digitale
Spesso veniamo a conoscenza di sistemi per aggirare le policy interne dei LLM più famosi. Laboratori di ricerca, come l’Unit 42 di Palo Alto Networks, studiano continuamente tecniche di prompt injection per testare e migliorare le difese di questi modelli. Questi attacchi mirano a manipolare l’IA affinché generi contenuti che normalmente sarebbero bloccati, come istruzioni per creare armi, malware o materiale dannoso.
Ad esempio, tecniche come il Bad Likert Judge, che sfrutta scale di valutazione per estrarre informazioni pericolose, o il Deceptive Delight, che costruisce gradualmente richieste sempre più esplicite, hanno dimostrato che anche i modelli più avanzati possono essere manipolati. Ma perché cercare di violare le policy di modelli come Chat-GPT o DeepSeek quando esistono già AI completamente libere da censure?
AI senza censure: il lato oscuro dei LLM
Dall’altra parte del mondo, in stati con legislazioni meno stringenti (o anche con legislazioni coerenti), esistono modelli di intelligenza artificiale che offrono servizi rimuovendo qualsiasi forma di censura.
Senza andare su modelli a pagamento, dei quali abbiamo parlato come GhostGPT o DarkGPT, esisto anche AI liberamente accessibili e a costo zero completamente aperte, accessibili a chiunque sappia dove trovarle.
Un esempio emblematico è un modello che abbiamo testato direttamente sul clear web, il quale ci ha fornito istruzioni dettagliate su come realizzare malware di qualsiasi natura, come ad esempio superare le ultime vulnerabilità rilevate sul Mark of the Web (MOTW), un meccanismo di sicurezza che avverte gli utenti quando un file proviene da una fonte esterna.
Questi modelli multilingua, privi di filtri, rappresentano una minaccia concreta, soprattutto nelle mani di criminali informatici esperti.
Una corsa senza fine
Quella che stiamo vivendo è una corsa senza fine, tra chi cerca di proteggere i LLM e chi tenta di sfruttarli in modo malevolo. Da un lato, ci sono aziende e ricercatori che lavorano per migliorare le difese dei modelli largamente diffusi, implementando meccanismi di rilevamento e prevenzione sempre più sofisticati.
Dall’altra parte, ci sono individui e organizzazioni che sfruttano le stesse tecnologie per scopi malevoli, spesso con un vantaggio significativo. I criminali informatici sono i primi a sapere e a diffondere risorse di questo tipo nei circuiti underground.
Il grande pubblico, invece, spesso ignora l’esistenza di queste “AI oscure” e continua a utilizzare strumenti di largo consumo come Chat-GPT o DeepSeek, convinto che siano sicuri e controllati. Ma la realtà è che, mentre noi discutiamo di etica e limitazioni, c’è un intero mondo sommerso che sfrutta l’IA senza regole.
Conclusione: una sfida globale
La questione dei jailbreak e delle AI senza censure non è solo un problema tecnico, ma una sfida globale che coinvolge etica, sicurezza e legislazione. Mentre i modelli di intelligenza artificiale diventano sempre più potenti, è fondamentale che governi, aziende e società civile collaborino per garantire che queste tecnologie siano utilizzate in modo responsabile. Tuttavia, anche se riuscissimo a rimuovere ogni forma di jailbreak e a implementare meccanismi di controllo sempre più sofisticati, ci sarà sempre una quota parte di intelligenze artificiali che sfuggirà al controllo. Queste AI, libere da restrizioni, saranno quelle maggiormente ottimizzate per le attività malevole e, purtroppo, più utilizzate dal cybercrime.
Ora che il Genio è uscito dalla lampada, è difficile rimettercelo dentro. Questa metafora è particolarmente calzante con l’intelligenza artificiale. L’IA ha il potenziale per realizzare desideri e risolvere problemi, ma può anche causare caos se lasciata incontrollata e non normata.
Forse la soluzione non sta nel cercare di rimettere il genio nella lampada, ma nel ridefinire il nostro rapporto con la tecnologia. Dobbiamo sviluppare una nuova consapevolezza, sia come individui che come società, su come utilizzare l’IA in modo etico e responsabile. Questo non richiederà avanzamenti tecnici, ma una voglia di profondo cambiamento culturale e legislativo che purtroppo oggi nessuno ha, per motivazioni spesso politiche.
La sfida dell’intelligenza artificiale non è solo tecnica, ma esistenziale. Ci costringe a confrontarci con i limiti del controllo umano e a chiederci cosa significhi davvero progresso in un mondo dove la tecnologia può essere sia uno strumento di liberazione che di distruzione.
E mentre il genio continua a vagare libero, spetta a noi decidere come conviverci e da che parte stare!
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Operazione “Heart Blocker” : colpo grosso al cuore delle frodi online internazionali
Le autorità statunitensi e olandesi hanno recentemente smantellato una rete di 39 domini web e i relativi server, utilizzati per facilitare frodi online su larga scala. Questa operazione, denominata “Operation Heart Blocker“, ha preso di mira una serie di marketplace online originari del Pakistan, gestiti dal gruppo noto come Saim Raza o HeartSender.
Questi siti offrivano strumenti per il phishing e kit per frodi, utilizzati da gruppi criminali organizzati per condurre attacchi di Business Email Compromise (BEC), causando perdite superiori ai 3 milioni di dollari negli Stati Uniti.
I marketplace gestiti da Saim Raza fungevano da piattaforme per la vendita di kit di phishing, pagine di scam e strumenti per l’estrazione di email, fornendo anche video tutorial su YouTube per istruire gli utenti sull’uso di questi strumenti. Questa strategia ha permesso anche a criminali con competenze tecniche limitate di condurre operazioni fraudolente su vasta scala.
Le autorità olandesi hanno sottolineato che il gruppo criminale vendeva programmi per facilitare frodi digitali, utilizzati dai cybercriminali per inviare email di phishingsu larga scala o rubare credenziali di accesso. Si stima che il servizio avesse migliaia di clienti prima della sua chiusura. Gli utenti possono verificare se le proprie credenziali sono state compromesse visitando il sito “www.politie[.]nl/checkjehack” e inserendo il proprio indirizzo email.
Il gruppo, noto anche come The Manipulaters, era stato inizialmente esposto dal giornalista di sicurezza Brian Krebs nel maggio 2015. Un rapporto successivo di DomainTools ha evidenziato falle nella sicurezza operativa del gruppo, indicando che diversi sistemi associati agli attori delle minacce erano stati compromessi da malware di tipo stealer.
Nonostante la mancanza di sofisticazione tecnica rispetto ad altri grandi venditori di cybercrime, The Manipulaters si distingue per essere uno dei primi marketplace focalizzati sul phishing ad aver integrato orizzontalmente il proprio modello di business, espandendo le operazioni su diversi shop con marchi separati. Evidenze suggeriscono che nuovi membri si siano uniti al gruppo e che almeno un membro iniziale lo abbia lasciato. Si ritiene che abbiano una presenza fisica in diverse città del Pakistan, tra cui Lahore, Fatehpur, Karachi e Faisalabad.
Questa operazione segue lo smantellamento di altri marketplace criminali online, come Cracked, Nulled, Sellix e StarkRDP, avvenuto verso la fine di gennaio 2025 nell’ambito di un’operazione di polizia coordinata denominata Talent. Queste azioni dimostrano l’impegno continuo delle forze dell’ordine internazionali nel contrastare le attività criminali online e nel proteggere le potenziali vittime da frodi digitali sempre più sofisticate.
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Red Hot Cyber Academy: Formazione e cultura digitale a 360 Gradi
Red Hot Cyber, punto di riferimento nell’ambito tecnologico, è lieta di annunciare il lancio della Red Hot Cyber Academy. Questa nuova iniziativa rappresenta un ampliamento significativo del nostro impegno nel fornire formazione di qualità e nella promozione della cultura digitale.
La nostra Academy è stata progettata per offrire corsi di e-learning e in live-class che coprono non solo la sicurezza informatica, ma anche un ampio spettro di argomenti legati all’Information Technology che mano a mano si andrà ad arricchire nel tempo.
Un’Offerta Formativa Completa e Innovativa
La Red Hot Cyber Academy offrirà una gamma di corsi in e-learning, pensati per soddisfare le esigenze di chiunque desideri accrescere le proprie competenze nell’ambito dell’Information Technology. I corsi, disponibili sul nuovo portale Red Hot Cyber Academy, spazieranno dalla cybersecurity allo sviluppo software, alla gestione delle reti alla data science, e molto altro ancora.
Ogni corso è pensato come un ponte tra la formazione scolastica/accademica e quella pratica, offrendo alle persone l’opportunità di approfondire le attività sul campo e di avvicinarsi gradualmente al mondo del lavoro.
Ogni corso è supervisionato dai nostri esperti, che non solo curano la qualità dei contenuti, ma sono anche a disposizione degli studenti per supporto continuo. Gli studenti avranno l’opportunità di apprendere in modo interattivo, con la possibilità di confrontarsi anche all’interno delle community di Red Hot Cyber per chi ne avrà la voglia e la motivazione.
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Corsi in e-learning che in live-class
La formazione offerta da Red Hot Cyber si articola in due modalità principali: Live Class ed E-Learning, ciascuna pensata per soddisfare esigenze diverse in termini di interazione, flessibilità e approccio didattico.
I corsi Live Class prevedono la presenza di un docente che guida gli studenti in un percorso strutturato, garantendo un’interazione diretta e un supporto continuo. Questa modalità consente di partecipare a lezioni in tempo reale, fare domande e confrontarsi con altri partecipanti, creando un’esperienza più coinvolgente e dinamica. Inoltre, per alcuni corsi, gli studenti possono entrare in gruppi di approfondimento all’interno della community di Red Hot Cyber, proseguendo il confronto con esperti anche dopo la conclusione del corso.
D’altra parte, i corsi in E-Learning offrono la massima autonomia, permettendo agli studenti di accedere ai materiali didattici in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. Questa modalità è ideale per chi ha impegni lavorativi o personali e ha bisogno di gestire il proprio tempo in modo flessibile. Nonostante l’assenza di lezioni dal vivo, il supporto non manca: ogni studente può contattare il docente per chiarimenti o approfondimenti, assicurandosi un percorso formativo efficace e personalizzato.
Sia i corsi Live Class che quelli in E-Learning garantiscono un alto livello di qualità, con programmi aggiornati e incentrati sulle competenze più richieste nel settore della cybersicurezza e della tecnologia. La scelta tra le due modalità dipende dalle preferenze personali e dagli obiettivi di apprendimento di ciascuno.
Program Partner: I creator sono fondamentali
Un elemento fondamentale per il successo della Red Hot Cyber Academy è la collaborazione con i creatori di contenuti attraverso il nostro Program Partner. Collaboriamo strettamente con Professori, Aziende leader nell’Information Technology, istituzioni educative e partner tecnologici per garantire che i nostri corsi siano sempre aggiornati, rilevanti e in linea con le esigenze del mercato.
Il Program Partner consente ai creatori di corsi di proporre le proprie idee formative e sviluppare contenuti che saranno distribuiti attraverso la nostra Academy. Il programma offre una revenue share del 30% su ogni corso venduto per chiunque desideri creare corsi di formazione per la Red Hot Cyber Academy, valorizzando così le competenze dei creatori e offrendo loro una piattaforma per raggiungere un pubblico ampio e qualificato.
Aiutaci quindi a costruire un’Academy di alto livello e a condividere le tue competenze. Proporsi per il Partner Program è semplice: scrivi a academy@redhotcyber.com.
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Un’Opportunità Unica per Professionisti e Appassionati
La Red Hot Cyber Academy è progettata per essere accessibile a tutti, dai principianti agli esperti. Saranno presenti all’interno sia corsi a pagamento che corsi gratuiti. Che tu sia un professionista IT in cerca di aggiornamento, un neolaureato che desidera entrare nel mondo della tecnologia, o un appassionato che vuole ampliare le proprie conoscenze, troverai corsi adatti alle tue esigenze.
Invitiamo tutti gli interessati al mondo dell’Information Technology a visitare il nostro sito e scoprire i primi corsi messi a disposizione. Con la Red Hot Cyber Academy, potrai acquisire le competenze necessarie per rimanere all’avanguardia nel campo tecnologico.
Scopri di più e iscriviti oggi stesso su Red Hot Cyber Academy.
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Bicycle Adds Reliability With Second Chain
Ignoring the International Cycling Union‘s mostly arbitrary rules for what a bicycle is “supposed” to look like (at least if you want to race), there are actually reasons that the bicycling world has standardized around a few common parts and designs. Especially regarding the drivetrain, almost all bikes use a chain, a freewheel, and a derailleur if there are gears to shift because these parts are cheap, reliable, and easy to repair. But if you’re off grid in a place like Africa, even the most reliable bikes won’t quite cut it. That’s why a group called World Bicycle Relief designed and built the Buffalo bicycle, and the latest adds a second gear with a unique freewheel.
Bicycling YouTuber [Berm Peak] takes us through the design of this bike in his latest video which is also linked below. The original Buffalo bicycle was extremely rugged and durable, with a rear rack designed to carry up to 200 pounds and everything on the bike able to be repaired with little more than an adjustable wrench. The new freewheel adds a second gear to the bike which makes it easier to use it in hilly terrain, but rather than add a complicated and hard-to-repair derailleur the freewheel adds a second chain instead, and the rider can shift between the two gears by pedaling backwards slightly and then re-engaging the pedals.
Of course a few compromises had to be made here. While the new freewheel is nearly as rugged as the old one, it’s slightly more complex. However, they can be changed quite easily with simple tools and are small, affordable, and easy to ship as well. The bike also had to abandon the original coaster brake, but the new rim brakes are a style that are also easy to repair and also meant that the bike got a wheel upgrade as well. Bicycles like these are incredibly important in places where cars are rare or unaffordable, or where large infrastructure needed to support them is unreliable or nonexistent. We’ve seen other examples of bicycles like these being put to work in places like India as well.
Thanks to [Keith] for the tip!
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Trump sospende i dazi al Messico e tratta con il Canada e la Cina | il manifesto
Usa (Internazionale) Il prezzo: 10mila soldati schierati al confine e rapporto ogni mese. La guerra commerciale «più stupida della storia» è già iniziata. Di Marina CatucciDaniele Nalbone (il manifesto)
More Details On Why DeepSeek is a Big Deal
The DeepSeek large language models (LLM) have been making headlines lately, and for more than one reason. IEEE Spectrum has an article that sums everything up very nicely.
We shared the way DeepSeek made a splash when it came onto the AI scene not long ago, and this is a good opportunity to go into a few more details of why this has been such a big deal.
For one thing, DeepSeek (there’s actually two flavors, -V3 and -R1, more on them in a moment) punches well above its weight. DeepSeek is the product of an innovative development process, and freely available to use or modify. It is also indirectly highlighting the way companies in this space like to label their LLM offerings as “open” or “free”, but stop well short of actually making them open source.
The DeepSeek-V3 LLM was developed in China and reportedly cost less than 6 million USD to train. This was possible thanks to developing DualPipe, a highly optimized and scalable method of training the system despite limitations due to export restrictions on Nvidia hardware. Details are in the technical paper for DeepSeek-V3.
There’s also DeepSeek-R1, a chain-of-thought “reasoning” model which handily provides its thought process enclosed within easily-parsed <think>
and </think>
pseudo-tags that are included in its responses. A model like this takes an iterative step-by-step approach to formulating responses, and benefits from prompts that provide a clear goal the LLM can aim for. The way DeepSeek-R1 was created was itself novel. Its training started with supervised fine-tuning (SFT) which is a human-led, intensive process as a “cold start” which eventually handed off to a more automated reinforcement learning (RL) process with a rules-based reward system. The result avoided problems that come from relying too much on RL, while minimizing the human effort of SFT. Technical details on the process of training DeepSeek-R1 are here.
DeepSeek-V3 and -R1 are freely available in the sense that one can access the full-powered models online or via an app, or download distilled models for local use on more limited hardware. It is free and open as in accessible, but not open source because not everything needed to replicate the work is actually released. Like with most LLMs, the training data and actual training code used are not available.
What is released and making waves of its own are the technical details of how researchers produced what they did, and that means there are efforts to try to make an actually open source version. Keep an eye out for Open-R1!
Massimo Max Giuliani
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