La piazza del 15 marzo non è la nostra piazza -
Comunicato di Lavoro Società – Sinistra sindacale confederale -
Michele Serra, dalle pagine di Repubblica, ha chiamato ad una piazza per un’Europa libera e unita. Una piazza invocata all’indomani dell’umiliazione pubblica di Zelensky da parte di Trump, una piazza che nulla dice della necessità di Pace, una piazza che nulla dice sul piano Rearm che costerà 800 miliardi a danno della spesa sociale su scala europea.
Non esiste un’astratta idea di Europa che valga più della Pace, della pacifica convivenza tra i popoli e di un’Europa dei diritti sociali e civili.
L’appello all’unità dell’Europa che caratterizza la manifestazione del 15 marzo è distante dall’idea di Europa che la Cgil, non da sola, ha cercato di far vivere in questi anni.
L’idea di Europa che assieme abbiamo promosso ha attraversato le piazze italiane ed europee nelle manifestazioni per la pace e contro ogni guerra, nelle vertenze sindacali che invocavano politiche industriali e nel contrasto alle politiche liberiste.
La manifestazione del 15 marzo non promuove un’Europa diversa da quella bellicista, rappresentata dalle dichiarazioni di Ursula von der Leyen e di Macron, e che nelle scelte della Commissione UE e del Consiglio europeo prepara l’economia alla guerra.
Noi non cammineremo al fianco di chi vuole la guerra.
Condividiamo la necessità di una forte e ampia mobilitazione per la Pace in raccordo con tutte le reti che da sempre sono impegnate su questo fronte.
Coordinamento nazionale Lavoro Società per una Cgil unita e plurale
Parole giuste per una piazza sbagliata
La piazza del 15 marzo non è la nostra piazza - Comunicato di Lavoro Società - Sinistra sindacale confederale - Michele Serra, dalle pagine di RepubblicRifondazione Comunista
Martedì 11 marzo alle ore 9.00 sarò ascoltato al Tribunale di Lucca come teste nel procedimento a carico del consigliere comunale del comune di Porcari Massimo Della Nina. Nel luglio 2021 ho presentato, in qualità di segretario nazionale di Rifondazione comunista, una denuncia all’autorità giudiziaria per istigazione all’odio razziale e apologia di reato nei confronti di Massimo Della Nina che aveva scritto un post su facebook commentando l’uccisione a Voghera di Youns El Boussettaoui in cui definiva la vittima un ‘nessuno’ e ‘un rifiuto umano’. Ricordo che era stato l’assessore leghista Massimo Adriatici a sparare al cittadino marocchino di 39 anni affetto da problemi psichici.
Ho sentito il dovere di presentare questa denuncia dopo aver letto le dichiarazioni di Della Nina sulla stampa. Non si può transigere di fronte a parole così contrarie ai principi fondamentali della nostra Costituzione. Secondo il consigliere ammazzare una persona che soffre di problemi psichici sarebbe più che giustificato e quindi non vale la pena di rammaricarsi o di biasimare l’autore del delitto. È pensando a questo tipo di elettori che Salvini non condannò in quei giorni l’assassinio perpetrato dall’esponente del suo partito, anzi arrivò a difendere un assessore che girava per la città con la pistola col colpo in canna sostituendosi alle forze dell’ordine. Le affermazioni del consigliere comunale Della Nina riportate dalla stampa erano così gravi che ho sentito il dovere di segnalarle all’autorità giudiziaria. La democrazia e la convivenza civile vanno difese con determinazione.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Di seguito riporto il post pubblicato dal Della Nina su facebook:
“Chi era il marocchino ucciso l’altro giorno a Voghera? Nessuno”. Anzi, “un autentico rifiuto umano”.
“Mi dispiace per la comunità marocchina che piange un morto, ma li invito a riflettere su chi era veramente costui. Non ne faccio una questione razziale, sarei stato altrettanto duro si fosse trattato di un italiano. Si da il caso però che fosse marocchino. Si può dire o qualcuno si offende? Era un marocchino. Punto. Ora spostate pure l’attenzione sull’assessore armato che avrà, lui sì, la vita rovinata da questo autentico rifiuto umano”.
“Oggi, il mondo è un posto un po’ più pulito. E se proprio lo volete fare, indignatevi per un carabiniere ucciso in servizio o per un padre di famiglia ammazzato dalla mafia. Non per questa feccia. Lo ripeto, l’altro giorno a Voghera, non è morto nessuno”
Forse per distrarre l’opinione pubblica dal faraonico fallimento – almeno ad oggi – della delocalizzazione dei centri di detenzione per migranti, in Albania, il ministro dell’Interno rilancia annunciando a breve, l’apertura di 5 nuovi Centri Permanenti per il Rimpatrio in territorio italiano. Le immagina come strutture atte a contenere e a rimpatriare fra le 50 e le 200 persone, con tempi massimi di 18 mesi, da situare in strutture militari dismesse, possibilmente in prossimità degli aeroporti e comunque in zone caratterizzate da scarsa densità abitativa. Il mondo dell’attivismo antirazzista è da tempo mobilitato per impedire questo nuovo scempio politico, giuridico e umano e si sta cercando anche di individuare le aree interessate. Potrebbero sorgerne a Castelovolturno, in Campania, a Ventimiglia in Liguria, a Ferrara in Emilia, a Falconara Marittima nelle Marche, poi in luoghi ancora non specificati della Calabria. Saranno strutture protette dal vincolo di essere luoghi di “sicurezza nazionale” e su alcune competenze dipenderanno dal ministero della Difesa, equiparabili a strumenti di guerra. Mobilitarsi perché i nuovi CPR non aprano, perché non torni in funzione – come promesso – quello di Torino e perché chiudano quelli ancora in funzione sarà per Rifondazione Comunista elemento non negoziabile. Riprendiamo le mobilitazioni per impedire questa oscenità e anche perché le decine di milioni sottratti per costruire galere vengano destinate a spese sociali per chi, migrante o autoctono che sia, ne ha bisogno.
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
La storia calpestata, dalle Foibe in poi
Intervista a Eric Gobetti, storico e saggista a cura di Alba Vastano - ‘…. Senza il contesto storico e geografico le foibe risultano incomprensibili. SenRifondazione Comunista
di Franco Berardi -
L’Imbianchina dice: “Quanti più cannoni saranno fusi/ tanto più a lungo durerà la pace”
Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(Bertolt Brecht)
Lin Jian, portavoce del Ministro degli esteri ha dichiarato che se gli Stati Uniti intendono proseguire nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale, o qualsiasi altro tipo di guerra, la Cina combatterà fino alla fine, fino all’amara conclusione.
“I cinesi non possono essere influenzati da falsità, né scoraggiati da intimidazioni, né hanno mai tollerato egemonia e bullismo.” ha aggiunto Lin Jian.
Se aspettavamo il fischio d’inizio ora l’abbiamo sentito forte e chiaro. Lin Jiang almeno ha detto saggiamente che, comunque vada, la conclusione è amara. E impassibile come sanno essere i musi gialli ha aggiunto: “Pressione coercizione e minacce non sono il modo giusto di trattare con la Cina. Tentare la massima pressione sulla Cina è un errore di calcolo.”
Errore di calcolo è la sintesi migliore.
L’occidente ha fatto un errore di calcolo dopo l’altro, se pensiamo alla guerra di Ucraina e alla sua catastrofe finale. Ma gli europei non sono contenti, non hanno capito la lezione e dopo avere costretto l’Ucraina a sacrificarsi per il nostro eroismo ora non sanno bene come venirne fuori, e lanciano un investimento di non si sa quanti fantastilioni per il riarmo.
Riarmiamoci! Ingiunge la signora Ursula, l’imbianchina, e subito i democratici italiani si preparano a marciare per la guerra e convocano le masse a manifestare a difesa della democrazia. Sempre più armi sempre più morti sempre più guerra grida un giornalista di fama sul giornale genocidario La Repubblica.
“…vai un po’ a spiegarlo ai greci che il patto di stabilita’ può essere derogato per le armi, ma non poteva essere derogato per le loro vite…” mi scrive l’amico Giovanni.
Ma Michele Serra è uomo d’onore. Ha promesso a Zelenskyy di sostenerlo fino alla morte e adesso si prepara a morire senza batter ciglio.
Io sto qui sugli spalti a vedere Michele che guida le truppe dei liberatori.
Nel nome, ovviamente, della democrazia che tutti ci invidiano. La democrazia che ha restaurato lo schiavismo e mette a tacere chi non è felice di partecipare a un nuovo genocidio.
Come sonnambuli, dicono gli storici, gli europei entrarono nella prima guerra.
Un secolo e dieci anni dopo non si sono ancora svegliati.
Credono ancora di essere i primi della classe e invece non se li fuma più nessuno. Credono ancora che tutti quei selvaggi stanno aspettando che noi gli portiamo il progresso. Federico Rampini (collega di Serra) invita tutto il mondo a ripetere con lui: Grazie Occidente”, e durante un safari in un paese africano osserva compiaciuto un negretto che usa il cellulare, e sorride. Ringraziaci, dice, negretto. Se non c’eravamo noi occidentali eri ancora lì con il tamburo, altro che cellulare.
E intanto Bernard Henry Levy con la camicia al vento guida un plotone di cavalieri con la spada sguainata e urla forsennato: vive la France! vive le genocide!
Non fateci caso, i poveretti soffrono di quei disturbi che la vecchiaia porta a chi non ha la fortuna di spegnersi prima di ridursi così.
Tutti gli europei, chi più chi meno, sono affetti da Alzheimer. Altrimenti ricorderebbero, nevvero? ricorderebbero com’è andata a finire l’altra volta, e la volta precedente – e tutte le altre volte in cui si ficcarono in testa di essere eroi, patrioti.
Patrioti sì. Come diceva Bertrand Russell patrioti sono coloro che per futili motivi sono pronti a uccidere o a farsi ammazzare.
Per futili motivi abbiamo mandato gli ucraini a farsi ammazzare da quel biondino di Pietroburgo che adesso, sornione, si frega le mani contento, e strizza l’occhio al biondo di Mar-aLago.
E adesso, chissà, siamo pronti a gettarci anche noi maschilmente nella pugna. Compreremo più armi, dai traditori americani naturalmente, e loro saranno contenti di vendercele.
E si sfregheranno le mani contenti e conteranno i dollari, mentre il biondino – c’è da scommetterci – non resterà oziosamente a guardare che Ursula, Michele e Federico si siano armati a sufficienza.
“L’imbianchino vi dirà: le macchine
provvederanno per noi. pochissimi
dovranno morire. Ma voi
morirete a centinaia di migliaia, tanti
quanti morire non se n’è mai veduti.”
(Bertolt Brecht)
Io cito Bertolt Brecht, ma temo che non sia giusto farlo, perché lui, nel 1939, poteva scrivere queste parole:
“Anche l’odio contro la bassezza
Stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
Fa rauca la voce. Oh, noi
Che abbiamo voluto preparare il terreno alla gentilezza,
Noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando verrà l’ora
In cui l’uomo all’altro uomo sarà un aiuto
Pensate a noi
Con indulgenza. “
Noi non possiamo.
Non ci sarà nessuno che possa pensare a noi con indulgenza.
L’amara conclusione
di Franco Berardi - L'Imbianchina dice: "Quanti più cannoni saranno fusi/ tanto più a lungo durerà la pace" Al momento di marciare molti non sanno cheRifondazione Comunista
Gli usi illeciti di OpenAI: ecco le sfide più rilevanti
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Recentemente OpenAI ha aggiornato le misure per contrastare gli usi malevoli dei propri modelli, rivelando una serie di operazioni illecite che spaziano dalla propaganda politica alla cyber criminalità
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E’ con grande gioia e sollievo che comunichiamo che Fabio Cochis, attivista di Rifondazione Comunista di Bergamo, sindacalista per il diritto all’abitare, è stato assolto con formula piena dalla Corte d’appello di Brescia dalla ignobile, infondata accusa di spaccio di droghe leggere in occasione di un presidio alle case popolari della Malpensata tenutosi a giugno di tre anni fa.
Una squallida provocazione. La visione delle immagini riprese dalle telecamere poste nel quartiere – come da richiesta dell’avvocato difensore di Fabio avv. Rocco Gargano – ha reso possibile l’accertamento dei fatti, senza ombra di dubbio, e l’individuazione di ben altre responsabilità. A questo proposito la Corte d’Appello di Brescia ha raccomandato il Tribunale di Bergamo di perseguire la persona che con la sua falsa testimonianza ha indebitamente coinvolto Fabio ai fini di operare un depistaggio rispetto alla reale dinamica dei fatti. Il fattaccio aveva dato subito corso a manifestazioni di solidarietà a Fabio davanti alla Prefettura a cui avevano partecipato molte/i attiviste/i sociali o anche semplici cittadini che di Fabio conoscono la pulizia morale e l’impegno sociale e politico dalla parte delle fasce sociali più deboli. Questo impegno andrà avanti più che mai insieme a quello di tante altre compagne e compagni che con Fabio condividono la necessità di battersi per una società più giusta e rispettosa della dignità delle persone.
Francesco Macario, Segretario provinciale Prc-Se di Bergamo
Ezio Locatelli, Comitato Politico Nazionale Prc-se, già deputato
Fabrizio Baggi, Segretario regionale Prc Lombardia
Bergamo, 4 marzo 2025
RIFONDAZIONE: SVELATE LE RESPONSABILITA’ DELLA PROVOCAZIONE NEI CONFRONTI DI FABIO COCHIS. GIUSTIZIA E’ STATA FATTA
E’ con grande gioia e sollievo che comunichiamo che Fabio Cochis, attivista di Rifondazione Comunista di Bergamo, sindacalista per il diritto all’abitaRifondazione Comunista
Noi di Rifondazione Comunista non parteciperemo all’adunata convocata da Repubblica per sventolare la bandiera di un’Unione Europea che ha scelto la strada della guerra e del riarmo. Bisogna scendere in piazza semmai per dire no al mostruoso piano di riarmo da 800 miliardi annunciato da Ursula von der Leyen e ancor di più a qualsiasi invio di truppe in Ucraina.
L’Europa fa finta di ribellarsi a Trump ubbidendo alla sua richiesta di aumentare le spese militari? Mentre il patto di stabilità impone tagli alla spesa pubblica, il piano di riarmo è la pietra tombale sul modello sociale europeo. I nostri soldi vanno spesi per la sanità, l’assistenza sociale, il lavoro, la cultura, la ricerca, l’ambiente non per diventare un polo imperialista in guerra con altre potenze. La Commissione Europea ha portato avanti una linea guerrafondaia che non permette di identificarsi con una bandiera che non è simbolo di pace e nemmeno di diritti umani vista la complicità col genocidio a Gaza. Non vogliamo un’Europa militarista ma potenza di pace. A Ursula von der Leyen rispondiamo con le parole di Berlinguer: se vuoi la pace prepara la pace
Per questo diserteremo la piazza di Michele Serra a cui diciamo che “qui o si fa la pace o si muore”. Ma la diserzione silenziosa non basta. Non lasciamo che il 15 marzo sia solo dell’europeismo con l’elmetto. Proponiamo a chi è contro la guerra e il riarmo di ritrovarsi in una piazza pacifista.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc
Acerbo (Prc): no al riarmo europeo. Ci vuole una piazza pacifista
Noi di Rifondazione Comunista non parteciperemo all'adunata convocata da Repubblica per sventolare la bandiera di un'Unione Europea che ha scelto la strada dellRifondazione Comunista
È un fatto politico positivo che la direzione del PD abbia deciso di sostenere i referendum della Cgil contro il jobs act. Mi complimento con Elly Schlein che ha imposto su questo tema, come sull’autonomia differenziata e l’immigrazione, una svolta a un PD che porta la responsabilità con la destra di decenni di politiche antipopolari e antioperaie.
Il PD dal 2008 si è purtroppo caratterizzato come un partito neoliberista schierato contro la classe lavoratrice. Le politiche a favore della precarizzazione del lavoro, dell’innalzamento dell’età pensionabile, i tagli alla sanità e al welfare hanno prodotto un’enorme delusione nelle classi popolari alimentando l’astensionismo e aprendo la strada alla vittoria dell’estrema destra. Gli imitatori dello pseudoriformismo alla Tony Blair e i ventriloqui dei diktat della commissione europea hanno reso il nostro paese più povero e più ingiusto.
Quelli che contestano il sostegno al referendum sono gli stessi estremisti di centro che hanno consegnato l’Italia a Meloni e Salvini. La loro opposizione anche alla timida correzione di rotta sulla guerra in Ucraina proposta dalla segretaria del PD rende evidente che la classe dirigente del PD continua a seguire la strada bellicista che ha portato meritatamente al disastro Scholtz e la coalizione semaforo in Germania.
Sui referendum della Cgil noi lavoriamo con il massimo impegno unitario. Chi boicotta o rema contro il referendum è il miglior alleato della destra.
Dobbiamo costruire in ogni città, in ogni paese, ovunque possibile comitati popolari unitari a sostegno dei quesiti referendari per il lavoro e la cittadinanza.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
ricinch reshared this.
Inqualificabile gesto di Blocco Studentesco nelle scuole.
Gli antifascisti hanno combattuto la mafia e molti hanno sacrificato la loro vita nel nome di questa lotta.
Apprendiamo con rabbia che nella giornata di ieri il gruppo neo-fascista Blocco Studentesco ha esposto nei licei d’Italia (segnalazioni arrivano da Milano, Udine, Cagliari, Ascoli e soprattutto da Avellino dove sono stati esposti in ben 4 scuole) dei cartelloni con scritto “Antifascismo=mafia”.
Non dovrebbe essere necessario menzionare tutti gli esempi di comunisti, antifascisti e democratici che hanno lottato contro la mafia e i fenomeni mafiosi. Alcuni dando anche la loro vita. Pio La Torre, Peppino Impastato, Santi Milisenna, Placido Rizzotto.
L’accostamento tra l’idea che portò migliaia di giovani e non solo a combattere per la loro libertà ed un fenomeno che affligge oramai tutto il nostro paese è ovviamente inaccettabile.
Degno solo di chi, sconfitto dalla storia, trova nuova linfa nell’attuale situazione politica italiana, dove gli eredi dell’MSI continuano nella loro opera di revisionismo della Resistenza e della nostra storia repubblicana.
Come Giovani Comunisti/e e Partito della Rifondazione Comunista oltre a condannare il gesto, chiediamo quindi che non solo i responsabili vengano individuati e sottoposti alle dovute sanzioni disciplinari del caso, ma anche che, negli istituti in cui si sono verificati questi episodi, si svolgano degli incontri sul tema della Resistenza, dell’antifascismo e della dura lotta contro la mafia portata avanti da tanti e tante.
Allora come oggi: no pasaran!
Paolo Bertolozzi, coordinatore nazionale Giovani Comunisti/e
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea
Marco Canciani, responsabile Antifascismo Giovani Comunisti/e
Antifascismo = mafia? da Blocco Studentesco gesto inqualificabile nelle scuole
Inqualificabile gesto di Blocco Studentesco nelle scuole. Gli antifascisti hanno combattuto la mafia e molti hanno sacrificato la loro vita nel nome di questRifondazione Comunista
Conservationists Are Flying Microlites To Teach Birds How To Migrate
When it comes to what birds have and what humans don’t, your mind might first land on the ability to fly. However, birds are also pretty good at navigating from the air… assuming, that is, they know where they’re trying to go in the first place.
In recent decades, conservationists have been trying to reintroduce the northern bald ibis to central Europe. There’s just one problem—when the birds first died out on the continent, so did their handed-down knowledge of their traditional migration route. Somehow, the new generation had to be taught where to go.
Flightpaths
The northern bald ibis was once widely found all over Europe, but disappeared several centuries ago. It had the most success clinging on in Morocco, which has been a source of birds for reintroduction efforts. Credit: Len Worthington, CC BY-SA 2.0
The population of the northern bald ibis used to be spread farther and wider than it is today. Fossil records indicate the bird once lived in great numbers across northern Africa, the Middle East, and southern and central Europe. Sadly, it vanished from Europe sometime in the 17th century, though it persisted elsewhere, most notably in Morocco. A wild population hung on in Turkey, though faced a rapid decline from the 1970s onwards, with birds failing to return from their winter migrations. In 1992, a handful of remaining birds were kept caged for part of the year to prevent these annual losses. Meanwhile, in 2002, it was revealed that a handful of birds were clinging on with isolated nests found in Syria. Numbers remain limited in the low four-figure range, with the northern bald ibis definitively listed as endangered.
ED NOTE: Great pictures here but it’s not 100% clear if we can use them.waldrapp.eu/pictures/
With the bird’s status in danger, multiple reintroduction efforts have been pursued around the world. In particular, European efforts had boosted a conserved population up to 300 individuals by the early 2000s. However, keeping the birds alive proved challenging. Being unfamiliar with the continent, the birds would tend to fly off in random directions when their instinct kicked in to migrate for winter. Without knowing where they were going, few birds would make it to a suitably warm climate for the colder months, and many failed to return home in the summer.The birds are kept in aviaries at times to ensure they are fit for migration and that they don’t head off in a random direction of their own accord. Credit: Baekemm, CC BY-SA 4.0
In 2002, an effort to solve this began in earnest. It hoped to not only return the birds to the wild, but to let them freely roam and migrate as they once did with abandon. The hope was to breed birds in captivity, and then train them on their traditional migration route, such that they might then pass the knowledge on to their descendants.
Of course, you can’t simply sit a northern bald ibis down with a map and show it how to get from northern Austria down to Tuscany and back. Nor can you train it on a flight simulator or give it a GPS. Instead, the conservationists figured they’d teach the birds the old fashioned way. They’d fly the route with a microlite aircraft, with the birds trained to follow along behind. Once they got the idea, the microlite would guide them on the longer migration route, and the hope was that they’d learn to repeat the journey themselves for the future.
The benefit of using ultralight air craft was simple. It allowed the birds to see their keepers and follow a familiar human in flight. In contrast, typical general aviation aircraft or larger planes wouldn’t be so familiar to the birds, and they wouldn’t be so eager to follow.
In 2003, the first migration attempt took place. The initial attempt faced challenges, with inclement weather forcing the birds to be transported much of the way by road. However, the following year found great success. The birds were guided south during the autumn, and returned the following spring. The project continued, with repeat successes over the years. Reports from 2010 were particularly buoyant. Across August and September that autumn, the journey saw 14 birds following the microlites for an average distance of 174 km a day, winding up in Tuscany in time for the winter.
youtube.com/embed/3kE83VIZZO0?…
The project continues in earnest to this day. “We have to teach them the migration route and that’s what we do using microlight planes,” project director Johannes Fritz told AP. Leading the Waldrappteam, he’s been working for decades to train the birds on what used to come naturally. “Human foster parents raise the chicks so they are imprinted on human foster parents, and then we train them to follow the foster parents which sit on the back seat of the microlight—and it works.” The training is taking, with the team recording multiple birds independently deciding to fly the correct migration route over the years.
The hope is that the flock will grow larger and eventually become self-sustaining. Ideally, the older birds that know the route will teach younger generations, just as they learned themselves from the microlite pilots in their youth. It’s a grand tradition, passed down from pilot to bird to bird, perhaps not quite as nature intended!
Featured image: “Migration 2023 Laura Pehnke” Copyright: Waldrappteam Conservation & Research
Microsoft svela un attacco shock: 1 milione di PC infettati da malware nascosto negli ADS
Microsoft ha rivelato che negli ultimi mesi quasi 1 milione di dispositivi Windows sono stati colpiti da una sofisticata campagna di malvertising. Credenziali, criptovalute e informazioni riservate sono state rubate dai computer degli utenti infetti.
Secondo i ricercatori, la campagna è iniziata a dicembre 2024, quando degli aggressori sconosciuti hanno iniziato a distribuire link attraverso i quali venivano caricati annunci pubblicitari. Microsoft sostiene che i siti che ospitavano gli annunci pubblicitari erano piattaforme di streaming pirata che ospitavano contenuti illegali. Il rapporto dell’azienda cita due di questi domini: movies7[.]net e 0123movie[.]art.
“I siti di streaming installavano redirector dannosi per generare entrate dalle piattaforme di pagamento per visualizzazioni o clic”, scrivono gli esperti.
Schema dell’attacco
I link dannosi incorporati tramite iframe portavano le vittime attraverso una catena di reindirizzamenti, una serie di siti intermedi (come un sito di supporto tecnico truffaldino) e infine conducevano a repository GitHub che ospitavano una serie di file dannosi.
Il malware è stato distribuito in più fasi. Pertanto, nelle fasi iniziali, venivano raccolte informazioni sul dispositivo dell’utente, presumibilmente per configurare le fasi successive dell’attacco. Nelle fasi successive, le applicazioni di rilevamento del malware sono state disattivate ed è stata stabilita una connessione con i server di controllo, dopodiché il malware NetSupport è stato installato sul sistema.
“A seconda del payload della seconda fase, uno o più file eseguibili e talvolta uno script PowerShell codificato venivano recapitati al dispositivo infetto”, hanno scritto i ricercatori. “Questi file hanno innescato una catena di eventi che includeva l’esecuzione di comandi, la consegna di payload, l’elusione delle difese, il raggiungimento della persistenza, la comunicazione con i server di comando e controllo e il furto di dati”.
Per ospitare il payload è stato utilizzato principalmente GitHub, ma sono stati utilizzati anche Discord e Dropbox. Gli esperti ritengono che la campagna sia stata opportunistica, nel senso che gli aggressori hanno preso di mira tutti senza prendere di mira persone, organizzazioni o settori specifici.
Il malware che penetrava nei sistemi delle vittime (solitamente l’infostealer Lumma e Doenerium) rubava i seguenti dati dai browser, dove potevano essere archiviati cookie di accesso, password, cronologie e altre informazioni sensibili.
- \AppData\Roaming\Mozilla\Firefox\Profiles\.default-release\cookies.sqlite;
- \AppData\Roaming\Mozilla\Firefox\Profiles\.default-release\formhistory.sqlite;
- \AppData\Roaming\Mozilla\Firefox\Profiles\.default-release\key4.db;
- \AppData\Roaming\Mozilla\Firefox\Profiles\.default-release\logins.json;
- \AppData\Local\Google\Chrome\Dati utente\Default\Dati Web;
- \AppData\Local\Google\Chrome\Dati utente\Default\Dati di accesso;
- \AppData\Local\Microsoft\Edge\Dati utente\Default\Dati di accesso.
Gli aggressori erano interessati anche ai file archiviati nel servizio cloud Microsoft OneDrive e il malware verificava la presenza di portafogli di criptovaluta (Ledger Live, Trezor Suite, KeepKey, BCVault, OneKey e BitBox) sul computer della vittima.
Secondo Microsoft, i payload della prima fase erano firmati digitalmente e l’azienda ha ora identificato e revocato 12 diversi certificati utilizzati in questi attacchi.
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PODCAST. SIRIA. Al Sharaa promette giustizia, ma le uccisioni di alawiti continuano
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Siria sta vivendo giorni di sangue e scontri. Chi diceva di sperare in una svolta verso la democrazia dopo la caduta di Assad, oggi guarda con sgomento alle stragi di alawiti compiute dalle forze di sicurezza agli ordini di Ahmed Sharaa.
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Coinvolgere la finanza privata nel riarmo europeo. La proposta francese
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il ministro dell’Economia francese, Éric Lombard, ha evidenziato come “esistano delle piste interessanti di mobilitazione del risparmio dei francesi” per finanziare gli investimenti per la Difesa, senza dover aumentare contestualmente le tasse. Uno dei problemi principali
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The ESP32 Bluetooth Backdoor That Wasn’t
Recently there was a panicked scrambling after the announcement by [Tarlogic] of a ‘backdoor’ found in Espressif’s popular ESP32 MCUs. Specifically a backdoor on the Bluetooth side that would give a lot of control over the system to any attacker. As [Xeno Kovah] explains, much about these claims is exaggerated, and calling it a ‘backdoor’ is far beyond the scope of what was actually discovered.
To summarize the original findings, the researchers found a number of vendor-specific commands (VSCs) in the (publicly available) ESP32 ROM that can be sent via the host-controller interface (HCI) between the software and the Bluetooth PHY. They found that these VSCs could do things like writing and reading the firmware in the PHY, as well as send low-level packets.
The thing about VSCs is of course that these are a standard feature with Bluetooth controllers, with each manufacturer implementing a range of these for use with their own software SDK. These VSCs allow for updating firmware, report temperatures and features like debugging, and are generally documented (except for Broadcom).
Effectively, [Xeno] makes the point that VSCs are a standard feature in Bluetooth controllers, which – like most features – can also be abused. [Tarlogic] has since updated their article as well to distance themselves from the ‘backdoor’ term and instead want to call these VSCs a ‘hidden feature’. That said, if these VSCs in ESP32 chips are a security risk, then as [Xeno] duly notes, millions of BT controllers from Texas Instruments, Broadcom and others with similar VSCs would similarly be a security risk.
Potere aereo di quinta generazione. Con gli F-35 l’Italia guida l’Europa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Mentre in Europa si discute dell’architettura della difesa futura, in Italia il dibattito politico torna a concentrarsi sulla dimensione del potere aereo. A breve il Parlamento sarà chiamato ad autorizzare l’acquisto di ulteriori 25 caccia F-35, come previsto dal Documento
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Ecosistema dei dati sanitari: cos’è, come funziona e come cambia il SSN in Italia
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L'EDS contiene i dati conferiti al Fascicolo sanitario elettronico dalle strutture sanitarie e socio-sanitarie e dagli enti del Servizio sanitario nazionale, validati ed estratti dalle soluzioni tecnologiche adeguate. Ecco i
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Un po’ drone, un po’ missile da crociera. Cos’è Cmmt, il nuovo progetto di Lockheed Martin
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Lockheed Martin ha recentemente rivelato nuovi dettagli sul Common Multi-Mission Truck (Cmmt), una famiglia di sistemi destinati a fornire velivoli subsonici a basso costo per una vasta gamma di missioni, con possibilità di lancio sia da
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Pattini a rotelle per avviamento agonismo - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
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Stampante multifunzione Ricoh MP C2003 - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
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Europa in riarmo. La corsa verso una maggiore autonomia letta da Vicenzino
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Mentre molti leader europei percepiscono il progressivo allontanarsi dell’ombrello protettivo statunitense, numerosi funzionari americani sostengono che il costo dei relativi servizi sia stato trascurato per troppo tempo. In un discorso storico, il primo ministro polacco Donald Tusk ha affermato che la Polonia deve
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L’ipocrisia (e l’inconcludenza) di chi vorrebbe ribattezzare il piano di “riarmo” europeo
@Politica interna, europea e internazionale
Non solo Matteo Salvini. A criticare il nome scelto da Ursula von der Leyen (o da chi per lei) per il piano di armamenti europei sono stati anche molti tra coloro che ne sostengono l’opportunità. Il piano, come è noto, si chiama
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Europa in riarmo. La corsa verso una maggiore autonomia letta da Vicenzino
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Mentre molti leader europei percepiscono il progressivo allontanarsi dell’ombrello protettivo statunitense, numerosi funzionari americani sostengono che il costo dei relativi servizi sia stato trascurato per troppo tempo. In un discorso storico, il primo ministro polacco Donald Tusk ha affermato che la Polonia deve
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Lenovo yoga 2 pro GUASTO - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
Prezzo: 45 €
Vendo PC Lenovo yoga 2 pro guasto. Si accende solo la tastiera.
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Ho tolto il disco.
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Amd fx 4300 con scheda madre - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
Prezzo: 30 €
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PC Intel i3 530 completo (no SSD) - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
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Pattini a rotelle per avviamento agonismo - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Inexpensive Repairable Laptops, With Apple Style
Despite a general lack of real-world experience, many teenagers are overly confident in their opinions, often to the point of brashness and arrogance. In the late 90s and early 00s I was no different, firmly entrenched in a clichéd belief that Apple computers weren’t worth the silicon they were etched onto—even though I’d never actually used one. Eventually, thanks to a very good friend in college, a bit of Linux knowledge, and Apple’s switch to Intel processors, I finally abandoned this one irrational belief. Now, I maintain an array of Apple laptops for my own personal use that are not only surprisingly repairable and hacker-friendly but also serve as excellent, inexpensive Linux machines.
Of course, I will have ruffled a few feathers suggesting Apple laptops are repairable and inexpensive. This is certainly not true of their phones or their newer computers, but there was a time before 2016 when Apple built some impressively high quality, robust laptops that use standard parts, have removable batteries, and, thanks to Apple dropping support for these older machines in their latest operating systems, can also be found for sale for next to nothing. In a way that’s similar to buying a luxury car that’s only a few years old and letting someone else eat the bulk of the depreciation, a high quality laptop from this era is only one Linux install away from being a usable and relatively powerful machine at an excellent bargain.
The History Lesson
To be fair to my teenage self though, Apple used to use less-mainstream PowerPC processors which meant there was very little software cross-compatibility with x86 PCs. It was also an era before broadband meant that most people could move their work into cloud and the browser, allowing them to be more agnostic about their operating system. Using an Apple when I was a teenager was therefore a much different experience than it is today. My first Apple was from this PowerPC era though; my ThinkPad T43 broke mid-way through college and a friend of mine gave me an old PowerBook G4 that had stopped working for her. Rather than have no computer at all, I swallowed my pride and was able to get the laptop working well enough to finish college with it. Part of the reason this repair was even possible was thanks to a major hacker-friendly aspect of Apple computers: they run Unix. (Note for commenters: technically Apple’s OS is Unix-like but they have carried a UNIX certification since 2007.)
I had used Unix somewhat in Solaris-based labs in college but, as I mentioned in a piece about installing Gentoo on one of my MacBooks, I was also getting pretty deep into the Linux world at the time as well. Linux was also designed to be Unix-like, so most of the basic commands and tools available for it have nearly one-to-one analogs in Unix. The PowerBook’s main problem, along with a battery that needed a warranty replacement, was a corrupted filesystem and disk drive that I was able to repair using my new Linux knowledge. This realization marked a major turning point for me which helped tear down most of my biases against Apple computers.MacBooks through the ages
Over the next few years or so I grew quite fond of the PowerBook, partially because I liked its 12″, netbook-like form factor and also because the operating system never seemed to crash. As a Linux user, my system crashes were mostly self-inflicted, but they did happen. As a former Windows user as well, the fact that it wouldn’t randomly bluescreen itself through no fault of my own was quite a revelation. Apple was a few years into their Intel years at this point as well, and seeing how easily these computers did things my PowerBook could never do, including running Windows, I saved up enough money to buy my first MacBook Pro, a mid-2009 model which I still use to this day. Since then I’ve acquired four other Apple laptops, most of which run Linux or a patched version of macOS that lets older, unsupported machines run modern versions of Apple’s operating system.
So if you’ve slogged through my coming-of-age story and are still curious about picking up an old Mac for whatever reason—a friend or family member has one gathering dust, you’re tired of looking at the bland styling of older ThinkPads while simultaneously growing frustrated with the declining quality of their newer ones, or just want to go against the grain a bit and do something different—I’ll try and help by sharing some tips and guidelines I’ve picked up through the years.
What to Avoid
Starting with broad categories of older Apple laptops to avoid, the first major red flag are any with the butterfly keyboard that Apple put on various laptops from 2015 to 2019 which were so bad that a number of lawsuits were filed against them. Apple eventually relented and instituted a replacement program for them, but it’s since expired and can cost hundreds of dollars to fix otherwise. The second red flag are models with the T2 security chips. It’s not a complete dealbreaker but does add a lot of hassle if the end goal is a working Linux machine.
Additionally, pay close attention to any laptops with discrete graphics cards. Some older MacBooks have Nvidia graphics, which is almost always going to provide a below-average experience for a Linux user especially for Apple laptops of this vintage. Others have AMD graphics which do have better Linux support, but there were severe problems with the 15″ and 17″ Mac around the 2011 models. Discrete graphics is not something to avoid completely like laptops with butterfly keyboards, but it’s worth investigating the specific model year for problems if a graphics card is included. A final note is to be aware of “Staingate” which is a problem which impacted some Retina displays between 2012 and 2015. This of course is not an exhaustive list, but covers the major difficult-to-solve problems for this era of Apple laptop.
What to Look For
As for what specific computers are the best from this era for a bit of refurbishment and use, in my opinion the best mix of performance, hackability, and Linux-ability will be from the 2009-2012 Unibody era. These machines come in all sizes and are surprisingly upgradable, with standard SODIMM slots for RAM, 2.5″ laptop drives, an optical drive (which can be changed out for a second hard drive), easily replaceable batteries if you can unscrew the back cover, and plenty of ports. Some older models from this era have Core 2 Duo processors and should be avoided if you have the choice, but there are plenty of others from this era with much more powerful Core i5 or Core i7 processors.
After 2012, though, Apple started making some less-desirable changes for those looking to maintain their computers long-term, like switching to a proprietary M.2-like port for their storage and adding in soldered or otherwise non-upgradable RAM, but these machines can still be worthwhile as many had Core i7 processors and at least 8 GB of RAM and can still run Linux and even modern macOS versions quite capably. The batteries can still be replaced without too much hassle as well.Inside the 2012 MacBook Pro. Visible here are the 2.5″ SSD, removable battery, standard SODIMM RAM slots, optical drive, and cooling fan.
Of course, a major problem with these computers is that they all have processors that have the Intel Management Engine coprocessor installed, so they’re not the most privacy-oriented machines in existence even if Linux is the chosen operating system. It’s worth noting, though, that some MacBooks from before the unibody era can run the open-source bootloader Libreboot but the tradeoff, as with any system capable of running Libreboot, is that they’re a bit limited in performance even compared to the computers from just a few years later.
Out of the five laptops I own, four are from the pre-butterfly era including my two favorites. Topping the list is a mid-2012 13″ MacBook Pro with Intel graphics that’s a beast of a Debian machine thanks to upgrades to a solid state drive and to 16 GB of RAM. It also has one of the best-feeling laptop keyboards I’ve ever used to write with, and is also the computer I used to experiment with Gentoo.
Second place goes to a 2015 11″ MacBook Air which is a netbook-style Apple that I like for its exceptional portability even though it’s not as upgradable as I might otherwise like. It will have 4 GB of RAM forever, but this is not much of a problem for Debian. I also still have my 2009 MacBook Pro as well, which runs macOS Sonoma thanks to OpenCore Legacy Patcher. This computer’s major weakness is that it has an Nvidia graphics card so it isn’t as good of a Linux machine as the others, and occasionally locks up when running Debian for this reason. But it also has been upgraded with an SSD and 8 GB of RAM so Sonoma still runs pretty well on it despite its age. Sequoia, on the other hand, dropped support for dual-core machines so I’m not sure what I will do with it after Sonoma is no longer supported.A 13″ MacBook Air from 2013. Not quite as upgradable as the 2012 MacBook Pro but still has a removable battery and a heat sink which can be re-pasted much more easily.
My newest Apple laptop is an M1 MacBook Air, which I was excited about when it launched because I’m a huge fan of ARM-based personal computers for more reasons than one. Although the M1 does have essentially no user-repairability unless you want to go to extremes, I have some hope that this will last me as long as my MacBook Pros have thanks to a complete lack of moving parts and also because of Asahi Linux, a version of Fedora which is built for Apple silicon. Whenever Apple stops providing security patches for this machine, I plan to switch it over to this specialized Linux distribution.
Why Bother?
But why spend all this effort keeping these old machines running at all? If repairability is a major concern, laptops from companies like System76 or Framework are arguably a much better option. Not to mention that, at least according to the best Internet commenters out there, Apple computers aren’t supposed to be fixable, repairable, or upgradable at all. They’re supposed to slowly die as upgrades force them to be less useful.
While this is certainly true for their phones and their more modern machines to some extent, part of the reason I keep these older machines running is to go against the grain and do something different, like a classic car enthusiast who picks a 70s era Volkswagen to drive to and from the office every day instead of a modern Lexus. It’s also because at times I still feel a bit like that teenager I was. While I might be a little wiser now from some life experiences, I believe some amount of teenage rebellion can be put to use stubbornly refusing to buy the latest products year after year from a trillion-dollar company which has become synonymous with planned obsolescence. Take that, Apple!
L’ENISA NIS360 ci dice a che punto siamo nella compliance NIS2
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il nuovo rapporto Enisa tratteggia lo stato dell’arte dei settori ad alta criticità e dà le raccomandazioni per migliorare la cyber resilience nei paesi del Vecchio continente
L'articolo L’ENISA NIS360 ci dice a che punto siamo nella compliance NIS2 proviene da Cyber Security 360.
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La legge italiana sulla space economy: resilienza e sicurezza come obblighi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Procede l’iter della prima legge quadro italiana sullo Spazio che tiene conto di sicurezza e resilienza come prerequisiti per operare. Passa l’approvazione alla Camera e procede all’esame del Senato. Attività spaziali sicure e resilienti o niente
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