Caso Almasri, Boldrini: “Approviamo il codice dei crimini internazionali”
@Politica interna, europea e internazionale
“Oggi alla Camera dei Deputati abbiamo presentato la proposta di legge per introdurre il codice dei crimini internazionali nell’ordinamento italiano. Se avessimo avuto questa legge qualche mese fa, l’Italia avrebbe potuto processare Almasri e le vittime delle sue torture, dei
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Attacco cyber a server SharePoint, Microsoft accusa hacker cinesi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Microsoft ha accusato hacker collegati alla Cina tra i responsabili dell'attacco cibernetico che ha sfruttato la falla nel suo software SharePoint per accedere a istituzioni e organizzazioni in tutto il mondo. Si tratta di tre gruppi cinesi: Linen Typhoon, Violet Typhoon e
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Annealing in Space: How NASA Saved JunoCam in Orbit Around Jupiter
The Juno spacecraft was launched towards Jupiter in August of 2011 as part of the New Frontiers series of spacecraft, on what would originally have been a 7-year mission, including a nearly 5 year cruise to the planet. After a mission extension, it’s currently orbiting Jupiter, allowing for many more years of scientific data to be gathered using its instruments. One of these instruments is the JunoCam (JCM), a visible light camera and telescope. Unfortunately the harsh radiation environment around Jupiter had led many to believe that this camera would fail before long. Now it seems that NASA engineers have successfully tested a fix.Location of the Juno spacecraft’s science instruments.
Although the radiation damage to JCM was obvious a few dozen orbits in – and well past its original mission’s 34 orbits – the big question was exactly was being damaged by the radiation, and whether something could be done to circumvent or fix it. The good news was that the image sensor itself was fine, but one of the voltage regulators in JCM’s power supply was having a bad time. This led the engineers to try annealing the affected part by cranking up one of the JCM’s heaters to a balmy 25°C, well above what it normally is kept at.
This desperate step seemed to work, with massively improved image quality on the following orbits, but soon the images began to degrade again. Before an approach to Jupiter’s moon Io, the engineers thus tried it again but this time cranked the JCM’s heater up to eleven and crossed their fingers. Surprisingly this fixed the issue over the course of a week, until the JCM seems as good as new. Now the engineers are trying their luck with Juno‘s other instruments as well, with it potentially providing a blueprint for extending the life of spacecraft in general.
Thanks to [Mark Stevens] for the tip.
LameHug sfrutta l’AI per generare comandi d’attacco: un salto evolutivo nell’information warfare
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Probabilmente collegato al gruppo russo APT28, LameHug utilizza l'intelligenza artificiale e il Large Language Mode (LLM) per creare comandi malevoli dediti al furto di dati riservati su sistemi Windows compromessi. Ecco
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PODCAST. Freedom Flotilla. Mazzeo: “Agire subito per salvare Gaza”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le considerazione odierne del giornalista e attivista Antonio Mazzeo, a bordo dell'Handala, sull'importanza del viaggio verso Gaza
L'articolo PODCAST. Freedom Flotilla. pagineesteri.it/2025/07/23/med…
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L’Europa abbandona Big Tech?
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Aziende, governi e cittadini sono sempre più consapevoli dei limiti dei servizi statunitensi, soggetti ai voleri politici e basati sul capitalismo della sorveglianza. Cambiare strada non è facile, ma è l’unico modo per riconquistare l’indipendenza.
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Red Hot Cyber Conference 2026. La Quinta edizione a Roma lunedì 18 e martedì 19 Maggio
La Red Hot Cyber Conference ritorna!
Dopo il grande successo della terza e quarta edizione, torna l’appuntamento annuale gratuito ideato dalla community di RHC! Un evento pensato per avvicinare i più giovani alle tecnologie digitali e, allo stesso tempo, una conferenza dedicata a professionisti ed esperti del settore.
La nuova edizione della RHC Conference 2026 si svolgerà a Roma, nella stessa location delle ultime due edizioni, presso la prestigiosa cornice del Teatro Italia nei giorni lunedì 18 e martedì 19 maggio 2026. Il Teatro Italia si trova in Via Bari, 18 00161 Roma e può ospitare fino ad 800 persone.
La location risulta distante:
- 2 km dalla Stazione Termini o dall’Università La Sapienza, raggiungibile con una passeggiata a piedi di circa 20 minuti o con 6 minuti di Taxi;
- 600 metri dalla stazione della Metro B di Piazza Bologna, raggiungibile con una passeggiata di 6 minuti a piedi o con 3 minuti di Taxi.
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Video riassunto della Red Hot Cyber Conference 2025
La quarta edizione del 2025
La quarta edizione della Red Hot Cyber Conference si è svolta a Roma il 19 e 20 aprile 2024, registrando oltre 800 partecipanti effettivi e più di 1.400 iscrizioni complessive.
Durante le due entusiasmanti giornate, si sono tenuti workshop pratici ‘hands-on’, la competizione di hacking ‘Capture The Flag’ (CTF), e una conferenza in cui numerosi esperti italiani, provenienti sia dal settore privato che pubblico, hanno condiviso le loro conoscenze sul palco.
Di seguito potete trovare una serie di link che mostrano le due giornate del 2025, compresi i video degli interventi.
Accoglienza alla Red Hot Cyber Conference 2024
Persone in fila per l’accoglienza alla Red Hot Cyber Conference 2024
Una foto dello STAFF Al completo della Red Hot Cyber Conference 2024Immagini dell’evento del 2025
Come si articolerà la Red Hot Cyber Conference 2026
Visto il format vincente della scorsa edizione, il programma della Red Hot Cyber Conference 2026 sarà articolato in modo simile all’edizione del 2025.
A differenza delle prime tre edizioni, i workshop “hands-on” si terranno nella sola giornata di lunedì 18 Maggio, mentre la Conferenza sarà l’unica protagonista della scena di martedì 19 Maggio. In entrambe le giornate, in una location parallela al teatro si terrà la capture the flag (CTF), con la premiazione prevista alla fine della giornata di martedì 19 maggio. Di seguito il programma (ancora in bozza) delle due giornate.
Lunedì 18 Maggio
- Workshop “hands-on”: In tarda mattinata verranno avviati i Workshop pratici, incentrati nell’approccio “hands-on”. Durante questi workshop, verranno affrontati temi quali ethical hacking, intelligenza artificiale e altro ancora. I partecipanti, muniti del proprio laptop, avranno l’opportunità di ascoltare i workshop e poi cimentarsi nello svolgere gli esercizi pratici supervisionati dai nostri esperti per poter toccare con mano la tecnologia. I workshop termineranno la sera dell’18 maggio;
- Capture The Flag (CTF): Nel pomeriggio, partirà anche la Capture The Flag (CTF) che terminerà il 19 Maggio alle ore 17:00. Si tratta di una competizione tra hacker etici che si terrà sia online che presso il Teatro Italia. I partecipanti presenti presso il Teatro Italia (i quali avranno una sala dedicata per poter partecipare), avranno la possibilità di sfidarsi in “flag fisiche” appositamente progettate da Red Hot Cyber per cimentarsi in attacchi locali RF/IoT. Queste attività forniranno la possibilità di accumulare maggiore punteggio per salire nella classifica. Sarà possibile cimentarsi nelle flag fisiche in entrambe le giornate.
Martedì 19 maggio
- Red Hot Cyber Conference: La giornata sarà interamente dedicata alla RHC Conference, un evento di spicco nel campo della sicurezza informatica. Il programma prevede un panel con ospiti istituzionali che si terrà all’inizio della conferenza. Successivamente, numerosi interventi di esperti nel campo della sicurezza informatica si susseguiranno sul palco fino alle ore 19:00 circa, quando termineranno le sessioni. Prima del termine della conferenza, ci sarà la premiazione dei vincitori della Capture The Flag prevista per le ore 18:00.
Si precisa che i Workshop non saranno disponibili nella giornata di martedì 19 di maggio ma solo nella giornata di lunedì 18 Maggio.
Il Programma Sponsor per la Red Hot Cyber Conference 2026
Come negli scorsi anni, sarà presente la possibilità di adesione come “sponsor sostenitore”. Si tratta delle prime aziende che crederanno in questa iniziativa e che permetteranno a Red Hot Cyber di avviare i lavori relativi alla conferenza.
Oltre agli sponsor sostenitori, come di consueto saranno presenti 3 livelli di sponsorizzazione che sono rispettivamente Platinum, Gold e Silver. Solo i Sostenitori e i Platinum avranno la possibilità di svolgere uno speech all’interno della conferenza. Abbinati ad ogni sponsorizzazione della conferenza, sarà sempre presente un pacchetto di Advertising che permetterà agli sponsor di disporre di una serie di vantaggi all’interno del circuito Red Hot Cyber.
Solo una azienda potrà aggiudicarsi la “Workshop Sponsorship”, un’opportunità unica per assumere un ruolo centrale nell’evento e collaborare fianco a fianco con Red Hot Cyber nell’organizzazione della giornata dedicata ai workshop pratici “hands-on” rivolti ai ragazzi. Anche per il 2026, per la terza edizione consecutiva, Accenture Italia sarà partner di Red Hot Cyber, con l’obiettivo di trasmettere ai giovani la passione per il mondo digitale.
Per richiedere informazioni per la sponsorizzazione della Red Hot Cyber Conference 2026 oltre che accedere al “Media Kit” e alle altre informazioni che riassumono i vantaggi della sponsorizzazione, scrivete a sponsor@redhotcyber.com.
La Red Hot Cyber Conference 2026 è orgogliosa di avere al suo fianco alcuni dei principali attori del panorama tecnologico e della cybersecurity, come Media Partner: i Fintech Awards Italia, Cyber Actors, Università E-Campus, Women4Cyber, Ri-Creazione, la Federazione Italiana Dei Combattenti Alleati e il Digital Security Summit e AIPSI. Queste collaborazioni rafforzano l’impegno comune nel promuovere la sicurezza digitale e la formazione per un futuro sempre più consapevole e sicuro.
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“Zero trust. Guida per le PMI”: i consigli di Cloud Security Alliance
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La recente guida di CSA offre preziose indicazioni per le PMI che desiderano adottare un’architettura Zero Trust. Scopriamo come questa transizione può diventare un vantaggio competitivo prezioso per le aziende
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ACN, a giugno aumentano le attività malevole: ecco il tallone di Achille delle piccole imprese
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L'operational summary dell'ACN per il mese di giugno fotografa un incremento a tripla cifra degli eventi. Come mitigare il rischio
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Gaza muore di fame, nel silenzio del mondo
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Israele non allenta la morsa mentre le scorte di aiuti umanitari si esauriscono. 15 i bambini morti per mancanza di cibo
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Il caso Qantas Airways e l’importanza della supply chain
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L’attacco a Qantas Airways ha compromesso i dati di 5,7 milioni di clienti. L’origine dell’incidente sarebbe da ricondurre a un partner commerciale della compagnia aerea. Cosa vuole dire e come limitare i rischi
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Codice Patriottico: da DDoSia e NoName057(16) al CISM, l’algoritmo che plasma la gioventù per Putin
Nel febbraio 2025 avevamo già osservato il funzionamento di DDoSIA, il sistema di crowd-hacking promosso da NoName057(16): un client distribuito via Telegram, attacchi DDoS contro obiettivi europei, premi in criptovalute.
Una macchina semplice, brutale, ma efficace.
Il suo punto di forza non è la sofisticazione tecnica, ma la capacità di mobilitare rapidamente migliaia di utenti, anche privi di esperienza, trasformandoli in cyber-mercenari occasionali. Bastano uno smartphone, un canale Telegram e un link di download per entrare nella “guerra patriottica”. Nessuna formazione, nessuna competenza, solo click automatizzati e una dashboard con i bersagli assegnati.
Poi è arrivata l’Operazione Eastwood, guidata [strong]nei giorni scorsi da Europol, che ha portato allo smantellamento di oltre 100 server in cinque Paesi europei, con arresti in Francia e Spagna.[/strong]
Ma ciò che emerge va oltre l’immagine dell’attivismo patriottico: prende forma un ecosistema dove propaganda, infrastrutture digitali e strumenti di controllo culturale si intrecciano. Un sistema che colpisce bersagli informatici, ma che — in parallelo — intercetta e indirizza identità, giovani e narrazioni.
L’illusione del volontariato: un comando silenzioso
Nei mesi scorsi, un pattern ricorrente ha sollevato sospetti. Più volte, una stessa macchina è apparsa in un database pubblico per attività di port scanning aggressivo, proprio nelle stesse ore in cui NoName057(16) rivendicava attacchi DDoS su Telegram. Un esempio emblematico: l’8 luglio e poi il 14 luglio. Stesso comportamento, stessa macchina, nuova rivendicazione. Analizzando il client DDoSia, distribuito ai volontari, emerge un dettaglio cruciale: un endpoint remoto non dichiarato nel codice. Questo serverC2 (Command and Control) agisce come un ‘cervello’ nascosto, inviando comandi criptati per coordinare attacchi simultanei.
Nessun annuncio pubblico, nessun messaggio su Telegram. Solo un task. Non è un attacco spontaneo. È un ordine distribuito.
Questo conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il client non è soltanto uno strumento distribuito per “volontari patriottici”, ma riflette una logica centralizzata e funzionale, che solleva dubbi sull’autonomia effettiva del collettivo.
NoName057(16) si configura così non solo come una community, ma come una possibile interfaccia tecnica di un sistema più esteso, in cui compaiono nomi, ruoli e infrastrutture riconducibili — direttamente o indirettamente — a contesti istituzionali
Oltre il client: chi c’è dietro?
Il sistema funziona. Il client attacca. Il messaggio circola.
Ma chi lo ha costruito? Chi lo comanda davvero?
Due nomi cominciano a emergere: Maxim Lupin e Mihail Burlakov.
Grazie all’operazione Eastwood, i mandati internazionali e le evidenze OSINT, emergono due figure chiave:
- Maxim Nikolaevič Lupin: Direttore Generale del CISM (Centro per lo Studio e il Monitoraggio dell’Ambiente Giovanile);
- Mihail Evgenyevich Burlakov: professore associato in cybersecurity all’Università aerospaziale di Samara, e vice-direttore dello stesso CISM.
Burlakov è noto nei canali Telegram del gruppo come ddosator3000 o @darkklogo. Risulta premiato nei ranking interni del malware DDoSia. Secondo Europol, ha progettato il codice del client, affittato server illegali per la gestione degli attacchi e partecipato attivamente alla distribuzione del software.
Il suo numero di telefono, pubblicato nei contatti ufficiali dell’università, è associato a un profilo Telegram registrato proprio con l’alias @darkklogo. Gli indirizzi IP collegati a quell’utenza risultano non anonimizzati e riconducibili a una zona ad alta densità istituzionale: il Cremlino
Nessuna precauzione. Nessun anonimato. Solo la certezza dell’impunità.
Meno esposto nei canali tecnici, ma centrale nella struttura, è Maxim Nikolaevič Lupin, direttore generale del CISM e figura istituzionale legata a progetti educativi, di sicurezza dell’informazione e “prevenzione ideologica”.
Lupin è accreditato presso la Presidenza della Federazione Russa. Ha lavorato come specialista in sicurezza informatica per l’organizzazione filogovernativa dei veterani Combat Brotherhood e come project manager per ZephyrLab, una società che sviluppa siti web per ministeri federali. È anche sospettato di gestire una piattaforma di trading online illegale.
Se Burlakov scrive il codice, Lupin ne decide l’uso
Il CISM: la macchina ideologica
Il Centro per lo Studio e il Monitoraggio della Gioventù (CISM) non è un centro studi.
Nato su impulso diretto del Cremlino, riceve oltre 2 miliardi di rubli per progetti che mirano, ufficialmente, a “proteggere i giovani da contenuti distruttivi”.
In realtà, è un’infrastruttura che fonde:
- algoritmi di sorveglianza,
- classificazione semantica automatica,
- schedatura psicopolitica.
Il cuore tecnologico del CISM è il sistema AIS “Prevenzione”, che scandaglia oltre 540 milioni di profili social analizzando post, like, emoji, commenti, hashtag, silenzi.
Ogni adolescente riceve due indici:
- un coefficiente di distruttività (comportamento, vocabolario, tono);
- un indice di opposizione (posizioni politiche, relazioni, appartenenze).
I dati vengono de-anonimizzati, profilati e segnalati.
Secondo i documenti trapelati dal Cremlino e analizzati nel progetto investigativo Kremlin Leaks — a cura di Der Spiegel, iStories, VSquare e Frontstory.pl — il sistema è attualmente attivo in almeno 44 regioni russe ed è in fase di integrazione con i database del Ministero dell’Interno.
È intelligenza artificiale al servizio dell’ideologia.
I bambini ucraini deportati
Il CISM lavora a stretto contatto con il Ministero dell’Istruzione e il Centro federale RPSP per gestire i minori deportati dai territori ucraini occupati.
Il modello è chiaro:
- identificazione,
- classificazione psicologica,
- rieducazione comportamentale.
Secondo documenti interni ottenuti da Meduza, il Ministero dell’Istruzione ha avviato un monitoraggio sistematico dei minori adottati provenienti dalle regioni occupate. Nella prima metà del 2023, almeno cinque bambini sono deceduti. In un caso documentato, si è trattato di suicidio. Le cause non sono state rese note.
In risposta, è stato attivato un “lavoro preventivo” che include il coinvolgimento diretto del CISM: dietro la retorica della tutela si cela un sistema di sorveglianza algoritmica. Il Centro elabora profili psico-sociali di rischio, ma non per offrire sostegno: l’obiettivo è classificare i minori in base alla loro “devianza”, “opposizione” o fragilità ideologica.
Ogni adolescente schedato riceve una scheda personale con dati identificativi, tracciamento online e indicatori predittivi generati da reti neurali, usati per segnalazioni alle autorità. Il risultato è una schedatura automatizzata basata su comportamenti digitali e opinioni politiche, che cancella ogni anonimato.
Non ci sono prove che il CISM, come istituzione, sia direttamente coinvolto negli attacchi. Ma quando sia il direttore che il vice direttore risultano legati alle stesse infrastrutture usate da NoName057(16), il confine tra “tutela giovanile” e operazioni cibernetiche diventa sempre più sottile. E sempre meno credibile.
Conclusione
NoName057(16), DDoSIA, CISM, AIS Prevenzione, @darkklogo, Maxim Lupin.
Questi nomi compaiono in contesti diversi, ma a volte si sfiorano, si sovrappongono, si parlano.
Non c’è una prova che li unisca in modo diretto.
Ma ci sono pattern, coincidenze temporali, ruoli doppi, infrastrutture condivise.
E soprattutto: assenze strategiche di anonimato, come se non fosse necessario nascondere nulla.
Forse non è un’operazione centralizzata. Forse sì.
Quel che è certo è che non tutto ciò che appare spontaneo lo è davvero.
Il rischio oggi non è solo tecnico, ma culturale.
E capire dove finisce il rumore digitale e dove comincia un disegno strutturato è il primo passo per difendere non solo i server, ma anche la nostra capacità di leggere il presente.
Perché quando algoritmi ideologici schedano i bambini come “oppositivi”, e quando gli stessi architetti digitali progettano sia strumenti di rieducazione che piattaforme d’attacco, il confine tra cybersicurezza e controllo sociale diventa troppo sottile per essere ignorato.
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Le tariffe di ricarica stanno uccidendo l'auto elettrica in Italia?
Dopo gli ultimi rincari di A2A, un nuovo chiodo è stato messo sulla bara dell'auto elettrica in Italia, dove le BEV rischiano seriamente di morire.Everyeye Auto
Gaza, l’Ue a Israele: «Smetta di uccidere chi aspetta cibo e aiuti». La replica di Tel Aviv: «Hamas è responsabile»
non diciamo minchionerie... chi spara è responsabile per aver sparato. è facile individuare il responsabile. ci avete presi per dei cretini? La risposta è pure offensiva per l'intelligenza umana.
Questa "guerra" asimmetrica l'ha iniziata israele 50 anni fa.
E considerando i morti fatti da Hamas e i morti fatti da israele è anche facile capire chi fra i 2 è il criminale.
Buon compleanno al Presidente della Repubblica, Sergio #Mattarella!
Ministero dell'Istruzione
Buon compleanno al Presidente della Repubblica, Sergio #Mattarella! #23luglioTelegram
An Open Source Flow Battery
The flow battery is one of the more interesting ideas for grid energy storage – after all, how many batteries combine electron current with fluid current? If you’re interested in trying your hand at building one of these, the scientists behind the Flow Battery Research Collective just released the design and build instructions for a small zinc-iodide flow battery.
The battery consists of a central electrochemical cell, divided into two separated halves, with a reservoir and peristaltic pump on each side to push electrolyte through the cell. The cell uses brass-backed grafoil (compressed graphite sheets) as the current collectors, graphite felt as porous electrodes, and matte photo paper as the separator membrane between the electrolyte chambers. The cell frame itself and the reservoir tanks are 3D printed out of polypropylene for increased chemical resistance, while the supporting frame for the rest of the cell can be printed from any rigid filament.
The cell uses an open source potentiostat to control charge and discharge cycles, and an Arduino to control the peristaltic pumps. The electrolyte itself uses zinc chloride and potassium iodide as the main ingredients. During charge, zinc deposits on the cathode, while iodine and polyhalogen ions form in the anode compartment. During charge, zinc redissolves in what is now the anode compartment, while the iodine and polyhalogen ions are reduced back to iodides and chlorides. Considering the stains that iodide ions can leave, the researchers do advise testing the cell for leaks with distilled water before filling it with electrolyte.
If you decide to try one of these builds, there’s a forum available to document your progress or ask for advice. This may have the clearest instructions, but it isn’t the only homemade flow cell out there. It’s also possible to make these with very high energy densities.
Vulnerabilità critiche in Cisco ISE: aggiornamenti urgenti necessari
Le vulnerabilità critiche recentemente scoperte nell’infrastruttura Cisco sono già state sfruttate attivamente dagli aggressori per attaccare le reti aziendali. L’azienda ha confermato ufficialmente che il suo Public Security Incident Response Team (PSIRT) ha registrato tentativi di sfruttamento di queste vulnerabilità in condizioni reali. Stiamo parlando di violazioni nei prodotti Cisco Identity Services Engine (ISE) e nel modulo Passive Identity Connector (ISE-PIC).
Cisco ISE svolge un ruolo chiave nel controllo degli accessi: determina chi può connettersi alla rete aziendale e a quali condizioni. Compromettere l’integrità di questa piattaforma offre agli aggressori accesso illimitato ai sistemi interni dell’azienda, consentendo loro di aggirare i meccanismi di autenticazione e logging, trasformando di fatto il sistema di sicurezza in una porta aperta.
Nella notifica ufficiale, l’azienda ha elencato tre vulnerabilità critiche con il punteggio CVSS più alto, pari a 10 su 10. Tutte e tre consentono a un aggressore remoto non autorizzato di eseguire comandi su un dispositivo vulnerabile come utente root, ovvero con i diritti più elevati nel sistema:
- CVE-2025-20281 e CVE-2025-20337 sono correlate alla gestione delle richieste API. Una convalida insufficiente dell’input dell’utente consente a un aggressore di creare una richiesta appositamente creata che può essere utilizzata per eseguire codice arbitrario sul server ISE;
- CVE-2025-20282 riguarda un’API interna priva di un adeguato filtraggio dei file caricati, consentendo a un aggressore di caricare un file dannoso e di eseguirlo in una directory protetta, anche con privilegi di root.
Tecnicamente, queste vulnerabilità derivano dalla mancanza di convalida dell’input (nei primi due casi) e da un controllo insufficiente sui percorsi di caricamento dei file (nel terzo). Le opzioni di sfruttamento spaziano dall’invio di una richiesta API appositamente predisposta al caricamento di un file preparato su un server. In entrambi gli scenari, un aggressore può aggirare i meccanismi di autenticazione e ottenere il pieno controllo del dispositivo.
Nonostante vengano attivamente sfruttate, Cisco non ha ancora reso noto chi ne sia l’autore o quanto sia diffusa la situazione. Tuttavia, il fatto stesso che siano comparsi exploit sottolinea la gravità della situazione.
L’azienda ha rilasciato patch per risolvere tutte le vulnerabilità e raccomanda vivamente ai propri clienti di aggiornare immediatamente il software alle versioni più recenti. I sistemi privi di patch sono a rischio di attacchi di tipo “remote takeover” senza necessità di autenticazione, il che è particolarmente pericoloso per le reti che operano sotto un elevato carico normativo o per le infrastrutture critiche.
Oltre a installare gli aggiornamenti, gli esperti consigliano agli amministratori di sistema di analizzare attentamente i registri delle attività per individuare segnali di richieste API sospette o tentativi di scaricare file non autorizzati, soprattutto se i componenti ISE sono accessibili esternamente.
La situazione di Cisco ISE dimostra ancora una volta quanto possano essere vulnerabili anche gli elementi chiave di un’architettura di sicurezza se le interfacce e i controlli dei dati utente non vengono adeguatamente controllati. Data la prevalenza di queste soluzioni negli ambienti aziendali, la loro compromissione può essere fatale per la sicurezza dell’intera rete interna.
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Red Hot Cyber Conference 2026. La Quinta edizione a Roma martedì 18 e mercoledì 19 Maggio
La Red Hot Cyber Conference ritorna!
Dopo il grande successo della terza e quarta edizione, torna l’appuntamento annuale gratuito ideato dalla community di RHC! Un evento pensato per avvicinare i più giovani alle tecnologie digitali e, allo stesso tempo, una conferenza dedicata a professionisti ed esperti del settore.
La nuova edizione della RHC Conference 2026 si svolgerà a Roma, nella stessa location delle ultime due edizioni, presso la prestigiosa cornice del Teatro Italia nei giorni martedì 18 e mercoledì 19 maggio 2026. Il Teatro Italia si trova in Via Bari, 18 00161 Roma e può ospitare fino ad 800 persone.
La location risulta distante:
- 2 km dalla Stazione Termini o dall’Università La Sapienza, raggiungibile con una passeggiata a piedi di circa 20 minuti o con 6 minuti di Taxi;
- 600 metri dalla stazione della Metro B di Piazza Bologna, raggiungibile con una passeggiata di 6 minuti a piedi o con 3 minuti di Taxi.
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Video riassunto della Red Hot Cyber Conference 2025
La quarta edizione del 2025
La quarta edizione della Red Hot Cyber Conference si è svolta a Roma il 19 e 20 aprile 2024, registrando oltre 800 partecipanti effettivi e più di 1.400 iscrizioni complessive.
Durante le due entusiasmanti giornate, si sono tenuti workshop pratici ‘hands-on’, la competizione di hacking ‘Capture The Flag’ (CTF), e una conferenza in cui numerosi esperti italiani, provenienti sia dal settore privato che pubblico, hanno condiviso le loro conoscenze sul palco.
Di seguito potete trovare una serie di link che mostrano le due giornate del 2025, compresi i video degli interventi.
Accoglienza alla Red Hot Cyber Conference 2024
Persone in fila per l’accoglienza alla Red Hot Cyber Conference 2024
Una foto dello STAFF Al completo della Red Hot Cyber Conference 2024Immagini dell’evento del 2025
Come si articolerà la Red Hot Cyber Conference 2026
Visto il format vincente della scorsa edizione, il programma della Red Hot Cyber Conference 2026 sarà articolato in modo simile all’edizione del 2025.
A differenza delle prime tre edizioni, i workshop “hands-on” si terranno nella sola giornata di martedì 18 Maggio, mentre la Conferenza sarà l’unica protagonista della scena di mercoledì 19 Maggio. In entrambe le giornate, in una location parallela al teatro si terrà la capture the flag (CTF), con la premiazione prevista alla fine della giornata di mercoledì 19 maggio. Di seguito il programma (ancora in bozza) delle due giornate.
Martedì 18 Maggio
- Workshop “hands-on”: In tarda mattinata verranno avviati i Workshop pratici, incentrati nell’approccio “hands-on”. Durante questi workshop, verranno affrontati temi quali ethical hacking, intelligenza artificiale e altro ancora. I partecipanti, muniti del proprio laptop, avranno l’opportunità di ascoltare i workshop e poi cimentarsi nello svolgere gli esercizi pratici supervisionati dai nostri esperti per poter toccare con mano la tecnologia. I workshop termineranno la sera dell’18 maggio;
- Capture The Flag (CTF): Nel pomeriggio, partirà anche la Capture The Flag (CTF) che terminerà il 19 Maggio alle ore 17:00. Si tratta di una competizione tra hacker etici che si terrà sia online che presso il Teatro Italia. I partecipanti presenti presso il Teatro Italia (i quali avranno una sala dedicata per poter partecipare), avranno la possibilità di sfidarsi in “flag fisiche” appositamente progettate da Red Hot Cyber per cimentarsi in attacchi locali RF/IoT. Queste attività forniranno la possibilità di accumulare maggiore punteggio per salire nella classifica. Sarà possibile cimentarsi nelle flag fisiche in entrambe le giornate.
Mercoledì 19 maggio
- Red Hot Cyber Conference: La giornata sarà interamente dedicata alla RHC Conference, un evento di spicco nel campo della sicurezza informatica. Il programma prevede un panel con ospiti istituzionali che si terrà all’inizio della conferenza. Successivamente, numerosi interventi di esperti nel campo della sicurezza informatica si susseguiranno sul palco fino alle ore 19:00 circa, quando termineranno le sessioni. Prima del termine della conferenza, ci sarà la premiazione dei vincitori della Capture The Flag prevista per le ore 18:00. Si precisa che i Workshop non saranno disponibili nella giornata di mercoledì 19 di maggio ma solo nella giornata di martedì 18 Maggio.
Il Programma Sponsor per la Red Hot Cyber Conference 2026
Come negli scorsi anni, sarà presente la possibilità di adesione come “sponsor sostenitore”. Si tratta delle prime aziende che crederanno in questa iniziativa e che permetteranno a Red Hot Cyber di avviare i lavori relativi alla conferenza.
Oltre agli sponsor sostenitori, come di consueto saranno presenti 3 livelli di sponsorizzazione che sono rispettivamente Platinum, Gold e Silver. Solo i Sostenitori e i Platinum avranno la possibilità di svolgere uno speech all’interno della conferenza. Abbinati ad ogni sponsorizzazione della conferenza, sarà sempre presente un pacchetto di Advertising che permetterà agli sponsor di disporre di una serie di vantaggi all’interno del circuito Red Hot Cyber.
Solo una azienda potrà aggiudicarsi la “Workshop Sponsorship”, un’opportunità unica per assumere un ruolo centrale nell’evento e collaborare fianco a fianco con Red Hot Cyber nell’organizzazione della giornata dedicata ai workshop pratici “hands-on” rivolti ai ragazzi. Anche per il 2026, per la terza edizione consecutiva, Accenture Italia sarà partner di Red Hot Cyber, con l’obiettivo di trasmettere ai giovani la passione per il mondo digitale.
Per richiedere informazioni per la sponsorizzazione della Red Hot Cyber Conference 2026 oltre che accedere al “Media Kit” e alle altre informazioni che riassumono i vantaggi della sponsorizzazione, scrivete a sponsor@redhotcyber.com.
La Red Hot Cyber Conference 2026 è orgogliosa di avere al suo fianco alcuni dei principali attori del panorama tecnologico e della cybersecurity, come Media Partner: i Fintech Awards Italia, Cyber Actors, Università E-Campus, Women4Cyber, Ri-Creazione, la Federazione Italiana Dei Combattenti Alleati e il Digital Security Summit e AIPSI. Queste collaborazioni rafforzano l’impegno comune nel promuovere la sicurezza digitale e la formazione per un futuro sempre più consapevole e sicuro.
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I dati sensibili non si sono offesi: esistono ancora (e il GDPR li cita pure)
Premessa: il GDPR non ha eliminato i dati sensibili.
Per gli spiritosoni che dicono “i dati sensibili che sono? quelli che si offendono?” sparandosi la gimmick da espertoni di GDPR, faccio notare che la definizione del GDPR categorie particolari di dati è quella presenta già nella direttiva 95/46/CE all’art. 8 mentre invece i dati sensibili resistono e vivono pur nella nuova normativa ma in accordo con il loro significato dal punto di vista della sicurezza delle informazioni.
Il presente regolamento prevede anche un margine di manovra degli Stati membri per precisarne le norme, anche con riguardo al trattamento di categorie particolari di dati personali («dati sensibili»). (considerando n. 10 GDPR)Meritano una specifica protezione i dati personali che, per loro natura, sono particolarmente sensibili sotto il profilo dei diritti e delle libertà fondamentali, dal momento che il contesto del loro trattamento potrebbe creare rischi significativi per i diritti e le libertà fondamentali. (considerando n. 51 GDPR)
(…) che potenzialmente presentano un rischio elevato, ad esempio, data la loro sensibilità (considerando n. 91 GDPR)
Quindi: no, i dati sensibili non sono affatto scomparsi per effetto del GDPR ma anzi trovano una collocazione letterale e sistematica maggiormente corretta. Sono sensibili quei dati il cui trattamento è idoneo a presentare un rischio elevato. Possiamo anche dire che sono dati il cui impatto, in seguito a un evento di data breach, è tutt’altro che trascurabile ma anzi particolarmente significativo e rilevante.
Tanto premesso, ci sono alcuni fraintendimenti piuttosto ricorrenti che vorrebbero collegare le responsabilità collegate al GDPR (e quindi, anche alla gestione della sicurezza) ai soli dati sensibili. Peccato che questo non sia scritto da nessuna parte…
Il GDPR si applica a tutti i dati personali.
Not-so-fun fact: il GDPR si applica a tutti i dati personali e non solo ai dati sensibili. Questo errore concettuale di fondo comporta solitamente il non pensare all’aspetto della protezione dei dati personali quando vengono trattati dei dati personali che non hanno natura sensibile, come ad esempio i dati di contatto.
Eppure il GDPR è terribilmente chiaro nel definire l’ambito di applicazione materiale:
Il presente regolamento si applica al trattamento interamente o parzialmente automatizzato di dati personali e al trattamento non automatizzato di dati personali contenuti in un archivio o destinati a figurarvi. (art. 2)
Parla di dati personali. Anzi, del trattamento di dati personali. Ma questa è un’altra storia.
Restando sul punto: le prescrizioni in materia di protezione dei dati personali riguardano i trattamenti di tutti i dati personali. Ovverosia, quei dati che possono identificare direttamente o indirettamente una persona fisica (et voilà, l’interessato è servito sul piatto delle definizioni!), rendendola distinguibile all’interno di un gruppo e di un contesto di riferimento tenendo conto dei mezzi ragionevolmente impiegabili nonché di tutti gli ulteriori elementi informativi che possono essere disponibili. Questo perché un elemento informativo può contribuire a ricostruire una determinata persona fisica.
Ecco perché il concetto di dato personale dev’essere chiaro e va mai limitato ai soli identificatori diretti.
Quindi, trattare dati personali non sensibili non esonera dal rispettare i principi del GDPR, notificare o comunicare un data breach, istruire chi è autorizzato ad accedervi, o gestire gli aspetti di sicurezza.
La sicurezza riguarda tutte le informazioni.
Per gestire correttamente la sicurezza delle informazioni, bisogna fare riferimento a tutte le informazioni. Dopodiché, ci sarà il sottoinsieme di informazioni sensibili e non sensibili. E fra queste, si possono distinguere dati personali e non personali.
Non gestire la sicurezza di una parte delle informazioni significa avere una postura incompleta perché si è rinunciato a svolgere anche la più semplice attività di analisi a riguardo. Nel migliore dei casi comporta una non conformità, mentre nel peggiore una vulnerabilità ignota per effetto della scelta consapevole di chi, semplicemente, ha accetta il rischio “al buio”. Concetto che nell’ambito degli appuntamenti può riservare sempre qualche sorpresa positiva, ma nella sicurezza fonda ogni premessa per un fallimento epico. Da cui conseguono una serie di responsabilità il cui peccato originale è proprio il non aver voluto gestire dei rischi. Cosa ben diversa rispetto all’aver approntato misure di mitigazione che si sono rivelate inadeguate.
Spiacevole verità: ispirarsi al quokka per una strategia di difesa sperando che un attaccante si fermi a fagocitare o violare i soli dati non sensibili (o anche: non personali e non sensibili) non è mai una buona idea.
Questo è più il meme. In realtà non è proprio così.
Che i dati siano sensibili o no, l’importante è avere la capacità di mantenerne il controllo.
Quando non è possibile proteggerli (o garantirne la liceità del trattamento), bisogna trovare un’alternativa.
Che talvolta può significare anche scegliere di non trattarli.
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Prima Tappa: Istanbul. Il Cyberpandino macina 5.000 km, tra guasti e imprevisti… ma non si ferma!
I nostri eroi Matteo Errera e Roberto Zaccardi e il Cyberpandino hanno raggiunto Istanbul dopo cinque giorni di viaggio e oltre 5.000 km macinati dalla partenza da Lampedusa e si riparte per la Cappadocia!Un traguardo importante, ma che è solo l’inizio di un’avventura che prevede altri circa 20.000 km (più o meno… ma chi li conta davvero?) verso le strade più improbabili del pianeta.
La prima vera sfida si è presentata nel cuore di Maslak, il quartiere dei meccanici di Istanbul, dove una perdita di benzina dal serbatoio ha costretto l’equipaggio a una sosta tecnica non prevista. Con l’aiuto dei ragazzi di @exclusivegaragetr, problema tappato e motore pronto a ruggire di nuovo. Almeno fino al prossimo imprevisto, perché di questi tempi pare che non manchino mai.
Dalla Turchia all’entroterra più selvaggio, il Cyberpandino ha continuato la sua corsa tra crateri lunari, villaggi fantasma e strade che in realtà non esistono nemmeno sulle mappe.
Finora la piccola panda ha affrontato una vera e propria lista nera di guasti: tubo della benzina esploso, serbatoio che si svita, puleggia dell’albero motore rotta, filtro tappato da benzina tagliata con acqua e, per non farsi mancare nulla, tubo del collettore di aspirazione devastato. Ma al nostro Magic team, Matteo Errera e Roberto Zaccardi non importa, si va avanti con grande determinazione.
E come se non bastasse, dopo una lunga notte alla frontiera tra attese infinite, controlli e caffè imbevibili, il Cyberpandino è finalmente arrivato in Turchia. Con lui ora c’è anche un nuovo compagno di viaggio: @jonny_pickup, reporter e videomaker inglese che non parla una parola di italiano, pronto a immortalare ogni istante di questa corsa surreale. Più teste a bordo significano anche più zaini da incastrare nel bagagliaio, ma la vecchia panda continua a reggere con una dignità meccanica tutta sua.
Il prossimo grande passaggio sarà la frontiera con la Russia, prevista per il 27 luglio. Fino ad allora, il viaggio continua, tra imprevisti, pezzi di ricambio e paesaggi che tolgono il fiato. Perché il Mongol Rally non è solo una gara: è un esperimento di follia su ruote, dove anche le rotture diventano storie da raccontare. E il Cyberpandino, nonostante tutto, non molla mai.
E intanto, il Cyberpandino diventa sempre più una casa viaggiante. Hanno parcheggiato sulle rive di un lago così remoto in Turchia che persino i cammelli hanno chiesto indicazioni. Location esclusiva per veri esploratori… o per chi sbaglia strada con convinzione.
Perché questo è il Mongol Rally: una partenza, un traguardo lontano… e in mezzo, solo strade da inventare e avventure da vivere.
Il Cyberpandino ha tirato fuori tutto l’arsenale da campeggio in puro “Panda-luxe”: la tenda laterale che si monta in cinque minuti, la power station da 1500W per alimentare luci e condizionatore (perché dentro si sfiorano i 40°, praticamente un hammam con più zanzare), wifi satellitare per restare connessi anche in mezzo al nulla… e ovviamente la pasta, perché puoi togliere l’italiano dall’Italia, ma non la pentola.
Ora si punta verso la Georgia, forse Armenia. Riuscirà il Cyberpandino a convincere la dogana che non è un’astronave low-cost atterrata per sbaglio in Anatolia?
Stay tuned: la strada è lunga, la tenda ancora storta e la pasta… quasi pronta.
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Alla scoperta dell’IaB JohnDoe7: accessi in vendita dall’uomo qualunque
Continuiamo la nostra serie di articoli sugli Initial Access Broker con un articolo su JohnDoe7 (anche noto come LORD1) che, come vedremo in seguito, usa un nome/moniker che richiama alla cinematografia o al mondo legal negli Stati Uniti.
Exploit di vulnerability 1-day
KELA Cyber ha osservato la costante offerta di exploit per vulnerabilità 1-day, il che conferma che gli IAB, come altri attori, sono interessati a colpire le aziende che non hanno applicato patch al loro ambiente in modo tempestivo. Qui in figura, su Exploit nell’Ottobre 2020, LORD1 offre un exploit RCE e LPE il cui prezzo parte da 5.000 dollari.
LORD1 offre exploit di un giorno (RCE, LPE), con prezzo a partire da 5000$
Il caso del software MOVEit Transfer
Nel giugno 2023, johndoe7 aka LoRD1 su XSS ed Exploit ha offerto uno script dannoso personalizzato per sfruttare la vulnerabilità di Progress MOVEit Transfer (CVE-2023-34362). Nel maggio 2023, il gruppo ransomware CL0P ha preso di mira MOVEit Transfer di Progress Software, comunemente utilizzato dalle organizzazioni per gestire le operazioni di trasferimento dei file. Hanno sfruttato la vulnerabilità zero-day SOL injection (CVE-2023-34362) per infiltrarsi nelle applicazioni web di MOVEit Transfer e ottenere un accesso non autorizzato ai database archiviati. Ciò potrebbe far pensare ad un legame tra johndoe7 e la gang CL0P …
Nel successivo esempio nei forum XSS e Exploit, gli attori malevoli “0x90” e “Present” manifestano il loro interesse nel comprare degli exploit per la CVE-2023-3519 (RCE su Citrix) e per la CVE-2022-24527 (LPE su Microsoft Connected Cache).
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Report di Soc RADAR su attacchi a crypto/NFT
Secondo un report di SOCRadar, LORD1 è molto attivo nella compromissione di credenziali relative al mondo delle criptovalute e delle NFT; le analisi condotte dal gruppo di ricerca di SOCRadar rivelano che la maggior parte delle circa 1.700 minacce uniche del Dark Web rilevate dal 2021 a oggi riguardano la vendita di dati utente compromessi su scala globale. Pertanto, gli attori malevoli prendono di mira il settore delle criptovalute e delle NFT rappresentano una minaccia globale per tutti gli utenti.
La minaccia più diffusa nel settore delle criptovalute e NFT è la compromissione e la successiva vendita di informazioni personali degli utenti del settore sui forum del Dark Web.
Nel grafico precedente, fatto 100 il totale dei casi di compromissione credenziali analizzati nel periodo da SOCRadar, ogni segmento mostra la percentuale di contributo attribuita a ciascuno attore malevolo: LORD1 figura al quinto posto della TOP 10 con un contributo pari al 14 per cento.
Scenari di altre CVE sfruttate dallo IAB
ATLASSIAN BITBUCKET COMMAND INJECTION (CVE-2022-36804)
Resa nota nell’agosto 2022, CVE-2022-36804 è una vulnerabilità di iniezione di comandi che interessa più API endpoint dei server di Bitbucket. Utilizzando questa vulnerabilità, gli aggressori con accesso a un repository pubblico o con permessi di lettura a un repository Bitbucket privato, possono eseguire codice arbitrario inviando una richiesta HTTP dannosa.
FORTINET: AUTHENTICATION BYPASS VULNERABILITY (CVE-2022-40684)
Resa nota nel settembre 2022, questa vulnerabilità consente a un aggressore non autenticato di eseguire operazioni sull’interfaccia amministrativa dell’apparato FORTINET tramite richieste HTTP o HTTPs appositamente create tramite bypass dell’autenticazione utilizzando un percorso o un canale alternativo [CWE-288] in Fortinet FortiOS versione 7.2.0 fino a 7.2.1 e 7.0.0 fino a 7.0.6, FortiProxy versione 7.2.0 e versione 7.0.0 fino a 7.0.6 e FortiSwitchManager versione 7.2.0 e 7.0.0.
XSS Forum
Altre tracce di Johndoe7 dal 2022 nel forum XSS ( xss.ist/forums/104 )
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SEVEN / SE7EN
Curiosità, “John Doe” è il nome del villain/il cattivo del film SE7EN
villains.fandom.com/it/wiki/Jo…
Negli USA il nome John Doe è usato per una vittima o un imputato sconosciuto o che si intende mantenere anonimo in un caso legale. È inoltre il nome che viene attribuito d’ufficio ai cadaveri di sconosciuti.
In Italia è l’equivalente di Ignoto o NN (dal latino Nomen Nescio).
NotaBene su 1-day: che cos’è una vulnerabilità 1-day?
Le vulnerabilità 1-day sono vulnerabilità note per le quali è disponibile una remediation patch o una mitigation, ma che non sono ancora state applicate. Il termine “un giorno” si riferisce al periodo che intercorre tra la divulgazione della vulnerabilità e l’applicazione della patch ai sistemi interessati.
A volte queste vulnerabilità vengono definite “n-day”, poiché il periodo è spesso molto più lungo di un giorno, dato che il tempo medio per l’applicazione di una patch (MTTP) è di solito compreso tra i 60 e i 150 giorni.
Purtroppo, lo sfruttamento delle vulnerabilità 1-day è spesso accelerato dal rilascio di codice exploit PoC (Proof-of-Concept) prima che gli utenti interessati abbiano il tempo necessario ad applicare una patch ai propri sistemi. Questa pratica sembra essere peggiorata da quando alcuni ricercatori di cybersecurity cercano di mettere in mostra le proprie capacità tecniche creando delle PoC, nonostante i danni che derivano da ciò.
Mentre threat actors più sofisticati effettuano il reverse-engineering di una patch per capire quale problema fosse essa destinata a risolvere e quindi sviluppano i propri exploit sulla base delle loro scoperte, i meno tecnici adottano/usano il codice della PoC disponibile pubblicamente. In questo modo la vulnerabilità può essere sfruttata da attori malevoli con minori skill tecniche che altrimenti non avrebbero avuto questa capacità senza assistenza esterna.
Un esempio recente e rilevante di vulnerabilità one-day è rappresentato da CVE-2024-1708, una falla di tipo “Autenthication bypass”, e da CVE-2024-1709, una falla di tipo Path traversal, nei server ScreenConnect di ConnectWise: solo un giorno dopo l’annuncio delle vulnerabilità, diversi ricercatori hanno rilasciato il codice di exploit PoC e i dettagli tecnici relativi alle vulnerabilità. Questo codice, unito alla facilità di identificare istanze ScreenConnect vulnerabili tramite scanner web online, ha portato a uno sfruttamento di massa e alla distribuzione di ransomware e altro malware su server privi di patch.
Conclusione
In questo articolo della serie sugli initial access broker abbia visto come il furto di credenziali possa avvenire anche attraverso attacchi che sfruttino vulnerabilità di tipo RCE e LPE e come sia fondamentale applicare patches e remediations il prima possibile … Quindi ricordiamo alcune delle best practice menzionate in precedenza per essere pronti ad ogni evenienza
- Aggiornamento costante dei sistemi
- Monitoraggio Continuo e Rilevamento delle Minacce
- Controlli di Accesso Forti/uso di Multi Factor Authentication
- Formazione e Consapevolezza dei Dipendenti
- Segmentazione/micro segmentazione della rete
Riferimenti
KelaCyber 2022 Q2 Report kelacyber.com/wp-content/uploa…
Outpost24 IAB Report outpost24.com/wp-content/uploa…
Soc Radar report socradar.io/wp-content/uploads…
Cyble underground report osintme.com/wp-content/uploads…
XSS Forum xss.ist/forums/104
Seven (Film, 1995) it.wikipedia.org/wiki/Seven
L'articolo Alla scoperta dell’IaB JohnDoe7: accessi in vendita dall’uomo qualunque proviene da il blog della sicurezza informatica.
Nylon-Like TPU Filament: Testing CC3D’s 72D TPU
Another entry in the world of interesting FDM filaments comes courtesy of CC3D with their 72D TPU filament, with [Dr. Igor Gaspar] putting it to the test in his recent video. The use of the Shore hardness D scale rather than the typical A scale is a strong indication that something is different about this TPU. The manufacturer claims ‘nylon-like’ performance, which should give this TPU filament much more hardness and resistance to abrasion. The questions are whether this filament lives up to these promises, and whether it is at all fun to print with.The CC3D 72D TPU filament used to print a bicycle’s handlebar. (Credit: My Tech Fun, YouTube)
TPU is of course highly hydrophilic, so keeping the filament away from moisture is essential. Printing temperature is listed on the spool as 225 – 245°C, and the filament is very bendable but not stretchable. For the testing a Bambu Lab X-1 Carbon was used, with the filament directly loaded from the filament dryer. After an overnight print session resulted in spaghetti due to warping, it was found that generic TPU settings at 240ºC with some more nylon-specific tweaks seemed to give the best results, with other FDM printers also working well that way.
The comparison was against Bambu Lab’s 68D TPU for AMS. Most noticeable is that the 72D TPU easily suffers permanent deformation, while being much more wear resistant than e.g. PLA. That said, it does indeed seem to perform more like polyamide filaments, making it perhaps an interesting alternative there. Although there’s some confusion about whether this TPU filament has polyamide added to it, it seems to be pure TPU, just like the Bambu Lab 68D filament.
youtube.com/embed/158prgcHcTE?…
The Hall-Héroult Process on a Home Scale
Although Charles Hall conducted his first successful run of the Hall-Héroult aluminium smelting process in the woodshed behind his house, it has ever since remained mostly out of reach of home chemists. It does involve electrolysis at temperatures above 1000 ℃, and can involve some frighteningly toxic chemicals, but as [Maurycy Z] demonstrates, an amateur can now perform it a bit more conveniently than Hall could.
[Maurycy] started by finding a natural source of aluminium, in this case aluminosilicate clay. He washed the clay and soaked it in warm hydrochloric acid for two days to extract the aluminium as a chloride. This also extracted quite a bit of iron, so [Maurycy] added sodium hydroxide to the solution until both aluminium and iron precipitated as hydroxides, added more sodium hydroxide until the aluminium hydroxide redissolved, filtered the solution to remove iron hydroxide, and finally added hydrochloric acid to the solution to precipitate aluminium hydroxide. He heated the aluminium hydroxide to about 800 ℃ to decompose it into the alumina, the starting material for electrolysis.
To turn this into aluminium metal, [Maurycy] used molten salt electrolysis. Alumina melts at a much higher temperature than [Maurycy]’s furnace could reach, so he used cryolite as a flux. He mixed this with his alumina and used an electric furnace to melt it in a graphite crucible. He used the crucible itself as the cathode, and a graphite rod as an anode. He does warn that this process can produce small amounts of hydrogen fluoride and fluorocarbons, so that “doing the electrolysis without ventilation is a great way to poison yourself in new and exciting ways.” The first run didn’t produce anything, but on a second attempt with a larger anode, 20 minutes of electrolysis produced 0.29 grams of aluminium metal.
[Maurycy]’s process follows the industrial Hall-Héroult process quite closely, though he does use a different procedure to purify his raw materials. If you aren’t interested in smelting aluminium, you can still cast it with a microwave oven.
Sandro Ruotolo condivide l'audio di Gennaro Giudetti, operatore #OMS che - al telefono da #Gaza - racconta di due #bombardamenti gratuiti e genocidari di #israele
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The Tesla Diner has two gigantic screens, a robot that serves popcorn, and owners hope it will be free from people who don't like Tesla.
The Tesla Diner has two gigantic screens, a robot that serves popcorn, and owners hope it will be free from people who donx27;t like Tesla.#News #Tesla
'It's Not a Political Statement': Checking in With Tesla Superfans at Elon Musk's New Diner
The Tesla Diner has two gigantic screens, a robot that serves popcorn, and owners hope it will be free from people who don't like Tesla.Rosie Thomas (404 Media)
Video Tape Hides Video Player
While it might not be accurate to say VHS is dead, it’s certainly not a lively format. It continues on in undeath thanks to dedicated collectors and hobbyists, some of whom may be tempted to lynch Reddit user [CommonKingfisher] for embedding a video player inside a VHS tape.Miniaturization in action. The video player probably cost about the same as the original VHS when you account for inflation.
The hack started with a promotional video card via Ali Express, which is a cheap enough way to get a tiny LCD player MP4 playing micro. As you can see, there was plenty of room in the tape for the guts of this. The tape path is obviously blocked, so the tape is not playable in this format. [CommonKingfisher] claims the hack is “reversible” but since he cut a window for the LCD out of the casing of the cassette, that’s going to be pretty hard to undo. On the other hand, the ultrasonic cutter he used did make a very clean cut, and that would help with reversibility.
The fact that the thing is activated by a magnetic sensor makes us worry for the data on that tape, too, whether or not the speaker is a peizo. Ultimately it doesn’t really matter; in no universe was this tape the last surviving copy of “The Matrix”, and it’s a lot more likely this self-playing “tape” gets watched than the VHS was going to be. You can watch it yourself in the demo video embedded below.
VHS nostalgia around here usually involves replicating the tape experience, rather than repurposing the tape. We’re grateful to [George Graves] for the tip. Tips of all sorts are welcome on our friendly neighborhood tips line.
youtube.com/embed/BYrY3nFrsho?…
2025 One Hertz Challenge: A 555, but not as we know it
We did explicitly ask for projects that use a 555 timer for the One Hertz Challenge, but we weren’t expecting the 555 to be the project. Yet, here we are, with [matt venn]’s Open Source 1Hz Blinky, that blinks a light with a 555 timer… but not one you’d get from Digikey.
Hooking a 555 to blink an LED at one hertz is a bog-simple, first-electronics-project type of exercise, unless you have to make the 555 first. Rather than go big, as we have seen before, [matt venn] goes very small, with a 555 implemented on a tiny sliver of Tiny Tapeout 6.
We’ve covered projects using that tapeout before, but in case you missed it, Tiny Tapeout gives space to anyone to produce ASICs on custom silicon using an open Process Design Kit, and we have [matt venn] to thank for it. The Tiny Tapeout implementation of the 555 was actually designed by [Vincent Fusco].
Of course wiring it up is a bit more complicated than dropping in a 555 timer to the circuit: the Tiny Tapeout ASIC must be configured to use that specific project using its web interface. There’s a demo video embedded below, with some info about the project– it’s not just a blinking LED, so it’s worth seeing. The output isn’t exactly One Hertz, so it might not get the nod in the Timelord category, but it’s going to be a very strong competitor for other 555-based projects– of which we could really use more, hint-hint. You’ve got until August 19th, if you think you can use a 555 to do something more interesting than blink an LED.
youtube.com/embed/QrB6msn3UzM?…
#israele macchina 1nfernale di #distruzione della vita
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ناهض حجاج on Instagram: "Most of the injuries were children, as a result of targeting a house housing displaced persons of the Mashtaha family in the Sheikh Radwan neighborhood, west of Gaza City. They just arrived at Al-Shifa Hospital Follow my / @na
41K likes, 5,299 comments - nahed_hajjaj99 on July 22, 2025: "Most of the injuries were children, as a result of targeting a house housing displaced persons of the Mashtaha family in the Sheikh Radwan neighborhood, west of Gaza City.Instagram
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Andrea Russo
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No, troppa fatica. Uso un servizio on line
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