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Per l’Ucraina immediatamente lo status di Paese candidato all’Unione Europea
La Fondazione Einaudi propone che all'Ucraina venga concesso immediatamente lo status di Paese candidato all'Unione Europea.
#ilcafFLEespresso – Giovanni Guzzetta - Fondazione Luigi Einaudi
Il #cafFLEespresso ospita Giovanni Guzzetta con cui parliamo di referendum, legge elettorale e riforme strutturali della Costituzione.Fondazione Luigi Einaudi (Fondazione Luigi Einaudi Onlus)
Privacy Daily – 25 febbraio 2022
ICO: guida sulla video sorveglianza
L’Ufficio del Commissario per le informazioni del Regno Unito ha pubblicato linee guida sull’uso dei sistemi di videosorveglianza per raccogliere ed elaborare dati personali. Le raccomandazioni si concentrano sulle migliori pratiche per le attività relative ai dati relative a “capacità emergenti che possono aiutare il processo decisionale umano, come l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale e degli algoritmi di apprendimento automatico”. L’ICO esorta specificamente le forze dell’ordine a prendere in considerazione le linee guida se i loro usi di videosorveglianza rientrano nell’ambito del regolamento generale sulla protezione dei dati del Regno Unito.
ico.org.uk/for-organisations/g…
La Norvegia non può fermare il trasferimento dei dati di Telenor ai governanti-ministri del Myanmar
Il ministro dell’industria norvegese ha affermato che il governo non sarebbe in grado di fermare un trasferimento di metadati di proprietà statale di Telenor che appartengono a 18 milioni di clienti del Myanmar, riferisce Reuters. In risposta a un colpo di stato militare in Myanmar l’anno scorso, Telenor ha deciso di vendere a un provider di telefonia mobile locale tra le “continue pressioni” della giunta per attivare la tecnologia di sorveglianza di intercettazione. I gruppi per i diritti umani hanno chiesto a Telenor di interrompere la vendita o eliminare i dati, ma la società ha affermato che ciò metterebbe in pericolo i dipendenti che lavorano all’interno del Myanmar.
reuters.com/business/media-tel…
EDPB: la risposta sul protocollo della convenzione sulla criminalità informatica sui trasferimenti di dati
In una risposta alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo, il Comitato europeo per la protezione dei dati ha affermato che la protezione dei dati personali trasferiti a paesi terzi risultanti dal secondo protocollo aggiuntivo alla Convenzione sulla criminalità informatica “deve essere essenzialmente equivalente al livello dell’UE di protezione.” L’EDPB ha inoltre adottato una versione finale delle Linee guida sui codici di condotta come strumento per i trasferimenti e una lettera sulla responsabilità dell’IA, accogliendo con favore i piani per adattare le regole all’intelligenza artificiale.
edpb.europa.eu/news/news/2022/…
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Il prof. Giovanni Maria Riccio è stato nominato tra i Top IP Managing Partners nell’ambito dell’IPR Gorilla
IPR Gorilla
Il prof. Giovanni Maria Riccio, socio dello studio, è stato nominato tra i Top IP Managing Partners nell’ambito dell’IPR Gorilla, un simposio internazionale che raccoglie gli esperti di proprietà intellettuale e di nuove tecnologie.
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giropay knows what you bought last summer
giropay sa cosa hai comprato l'estate scorsa Il servizio di pagamento tedesco non elabora solo i dati di pagamento, ma anche ogni articolo del vostro carrello. Poi danno la colpa di eventuali trasferimenti di dati illegali ai gestori dei negozi.
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comune-info.net/un-terribile-a…
#Ucrainarussia
Un terribile amore per la guerra - Comune-info
La guerra non è un evento, è un sistema. E struttura l'esistenza degli Stati. Articolo di Enrico EuliJLC (Comune-info)
Di @TommasoMeo@twitter.com su @wireditalia@twitter.com
Twitter ho sospeso molti account di diversi ricercatori di open source intelligence che pubblicavano notizie dal fronte, con immagini e video degli spostamenti dei carri armati ed elicotteri russi. Twitter si scusa affermando che è stato un errore e sta provvedendo a rimediare. La solita storia e le solite scuse dei social centralizzati. Il rimedio definitivo è usare il Fediverso.
wired.it/article/ucraina-russi…
Segnalato da mastodon.uno/@rik/107852942640…
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Luigi Marattin: con gli interventi dello scrorso anno stanziati già diciotto miliardi contro il caro bollette
A che punto siamo con la riforma del fisco? E’ una delle riforme obbligatorie per avere i fondi del PNRR?
Non è una delle riforme abilitanti del PNRR ma una riforma di accompagnamento. Ma al di là di questo, è una riforma che ci chiede l’economia italiana da tempo. L’ultima vera riforma del fisco fu fatta cinquant’anni fa, approvata dal Consiglio dei Ministri nel 1969, dal Parlamento nel 1971, entrata in vigore nel 1974. Quindi il fisco italiano, nelle sue caratteristiche principali, fu pensato prima dello sbarco dell’uomo sulla luna. In tutta evidenza, per la sua pesantezza, per la sua complessità, per il suo premere in modo eccessivo sui fattori produttivi è un fisco che riflette il secolo scorso. Non v’è dubbio che vada cambiato.
Cosa è stato fatto finora?
In legge di bilancio abbiamo approvato uno stanziamento di otto miliardi per ridurre le tasse, sette per la riforma dell’Irpef, uno per avviare l’abolizione dell’Irap. Nella delega fiscale sono previsti altri interventi come il completamento della riforma dell’Irpef modificandolo a tre aliquote, l’abolizione dell’Irap anche per le società di persone e le società di capitali, la codificazione delle norme tributarie in codici chiari, la riforma delle spese fiscali, la riforma del meccanismo con cui gli autonomi versano le imposte, e molto altro. Devo dire la verità, ora è tutto in stand-by perché oltre a questo vi è anche una ricognizione senza nessun effetto fiscale del valore di mercato degli immobili. Qui si prevede semplicemente di inserire accanto alla rendita catastale anche una colonna col valore di mercato per fornire a chi vorrà un’analisi sugli eventuali impatti redistributivi causati dall’attuale riforma.
Questo non piace a molti.
Le forze politiche non vogliono nemmeno avere tale fotografia, preferiscono forse non avere dati a disposizione. Io auspico che tutto ciò possa essere superato nel breve termine poiché non credo che la riforma di Irpef, Ires e le altre misure prima citate possano essere messe a repentaglio da una semplice fotografia statistica. Sarebbe una bizzarra battaglia ideologica. In Italia, è complesso anche solo citare il tema “casa”. Ma io non sono un fan di questo modo di fare politica.
Un altro argomento tabù sono i cosiddetti bonus…
Sul cosiddetto bonus 110 aspetto di vedere i dati finali: voglio vedere quanto alla fine sarà costato (moltissimo) e vedere anche l’effetto che avrà sull’economia italiana. È chiaro che costituisca una iniezione di adrenalina temporanea. Il fatto che lo Stato paghi interamente lavori di ristrutturazione, indipendentemente dal reddito del proprietario, è un qualcosa su cui si può discutere, anche per l’effetto che ha sui prezzi dei materiali edilizi.
Draghi però senza nascondersi ha criticato il bonus edilizio, creato dal vecchio governo.
Il Presidente Draghi si riferiva alla cedibilità illimitata dei crediti d’imposta di bonus edilizi, compresi quelli che abbiamo da vent’anni. Il punto è che un partito politico della scorsa legislatura, i 5 Stelle, ha insistito affinché questi bonus edilizi potessero circolare liberamente. Faccio un esempio: io faccio un lavoro a casa, lei impresa me lo fa, ho diritto ad uno sconto fiscale ma con questo sconto fiscale comincio a farci altre cose. Ecco, è chiaro che un meccanismo del genere dà ampio spazio a grossi raggiri, per l’esattezza più di quattro miliardi di truffe (di cui circa la metà sul bonus facciate).
Ma questi bonus creano tutti debito cattivo oppure c’è un modo per crearli utilizzando debito buono?
Noi abbiamo un linguaggio della politica un po’ strano. La parola bonus è diventata negativa a priori. Ogni tipo di incentivo mirato c’è il rischio che venga etichettato subito come bonus e quindi considerato in modo negativo. Bisogna valutare se è un intervento a carattere strutturale o temporaneo, se è un intervento che alza o no la produttività, se è un favore a qualcuno o no. La misura che detassa il salario di produttività, secondo l’attuale tassonomia è un bonus ma la considero una misura nel merito corretta. Occhio quindi a ragionare come dei tifosi in un derby.
Quella sul reddito di cittadinanza è una discussione da derby?
Anche questo è diventato un derby tra tifosi. Se dici una parola contro il reddito di cittadinanza vieni etichettato contro i 5 Stelle e Conte, se invece sei a favore di quella proposta devi difenderlo a spada tratta. Noi di Italia Viva abbiamo sempre detto la stessa cosa: il reddito di cittadinanza è uno strumento che ha voluto fare troppe cose contemporaneamente. Voleva trovare lavoro ai disoccupati e i dati ci dicono che solo il 3,8% di coloro che beneficiano del reddito di cittadinanza ha trovato lavoro a tempo indeterminato. Possiamo definirla una missione fallita.
Come anche l’esperimento dei navigator.
Certo, tutto fallito. E questo è un dato di fatto. Il reddito di cittadinanza doveva supportare la povertà ma in realtà, da quando si è introdotto, la povertà è aumentata. Sicuramente bisogna tenere in considerazione altri fattori come la pandemia ma, ad ogni modo, anche prima del Covid-19 l’effetto netto sul tasso di incidenza della povertà è migliorato pochissimo, e probabilmente grazie alla crescita economica e non al reddito di cittadinanza.
Come strumento di sostegno alla povertà, quali altri difetti presenta?
Per esempio, penalizza le famiglie numerose. Oppure, non considera minimamente che la povertà sia un concetto multidimensionale, non soltanto economico. La povertà è anche educativa, energetica, sanitaria. Per agire su queste dimensioni vengono coinvolti i comuni dove i sindaci hanno spesso un rapporto personale con i cittadini e conoscono i poveri, le cause della loro marginalità, sanno come agire. Qui invece abbiamo un sistema diverso, c’è un sistema di controlli che ha fallito, abbiamo scandali e abusi di tutti i tipi.
Mi risponda da un punto di vista istituzionale. È da abolire o da modificare?
Nessuno nasconde che vi sia bisogno di uno strumento di contrasto alla povertà. Se si vuole si può tenere il nome di reddito di cittadinanza ma lo strumento va totalmente riformato e diversificato. Non può essere di ugual ammontare in tutto il Paese quando in Italia vi sono luoghi dove il costo della vita è completamente diverso. Se si vuole tutelare il potere d’acquisto reale bisogna tener conto anche di queste differenze.
Con Renzi al Governo avevate messo in campo il reddito d’inclusione.
Si. Poi, nel 2016, volevamo introdurre anche l’assegno di ricollocazione, uno strumento che ribaltava il concetto di formazione professionale mettendo al centro il disoccupato e non il centro di occupazione. Il meccanismo funzionava così: lo Stato mi dà un assegno che io spendo in un centro di formazione professionale di mia scelta e questo centro lo incassa solo se mi riqualifica, ovvero soltanto se mi fornisce le skills necessarie per rientrare nel mercato del lavoro. Questo sistema fu sperimentato solo in Lazio e in Lombardia, senza l’entusiasmo delle regioni.
Perché?
Se vogliamo far davvero le politiche attive del lavoro quella competenza deve tornare allo Stato: le competenze per uniformare e migliorare l’intera economia italiana è bene che tornino a livello nazionale. Non perché lo Stato sia meglio delle regioni ma perché è necessaria una riforma di sistema.
Parliamo del reddito minimo, chiamato anche reddito di dignità. In molti paesi europei è una strada che si considera da tempo. Qual è il suo pensiero?
Io sono convinto che nei settori in cui esiste la contrattazione collettiva non ci sia bisogno di un salario minimo imposto per legge: da un lato potrebbe essere peggiorativo, dall’altro non sarebbe nell’interesse della contrattazione tra le parti sociali che, da liberale, ritengo sovrana. Ci sono alcuni settori in cui la contrattazione tra le parti già fissa un livello monetario più alto di quello che si discute.
E nei settori in cui non vi è la contrattazione collettiva?
In questi settori – e non sono pochi, diciamolo – si può discutere di un livello minimo sotto il quale non scendere. Volendo aprire questo vaso di pandora, mi interesserebbe di più fare una legge sulla rappresentanza sindacale così che non vi siano più contratti pirata o cose simili. Quando entriamo in questo campo ci sono altre misure più urgenti da emanare, fermo restando che sono a favore del salario minimo in posti non coperti da contrattazione collettiva.
Cambiamo argomento. Un tema che riguarda famiglie, imprese, governo è il caro bollette. Sono stati stanziati quasi otto miliardi dal governo. È sufficiente come primo intervento? Ne serviranno altri?
Sommando gli interventi dell’anno precedente si noterà che il governo ha stanziato circa diciotto miliardi contro il caro bollette. E sono tanti. Il problema è che il conto bolletta è aumentato di circa novantatré miliardi, e diciotto su novantatre sembra poco. Non possiamo pensare di scaricare tutto l’importo del caro bollette sulle finanze pubbliche perché in questo paese ogni volta che paga lo Stato si pensa che sia gratis: in realtà è pagata dalle tasse dei cittadini, attuali o futuri in caso sia debito.
La politica energetica italiana non ha agevolato l’indipendenza energetica del Paese.
Trentaquattro anni fa abbiamo deciso che in questo paese non si poteva più nominare la parola “nucleare”. Né con le vecchie centrali, né con la nuova ricerca. Non se ne può parlare. E vabbè. Carbone e petrolio sono due risorse che hanno un impatto dannosissimo sull’ambiente e non se ne può discutere. I rigassificatori pure non si possono fare. Soffriamo la dipendenza con il gas russo anche per questo, perché il gas naturale liquefatto non lo possiamo trasformare. Per costruire il TAP nel Salento è stata una battaglia, soltanto ora si è scoperto che il gasdotto va benissimo.
Il gas nell’Adriatico?
La Croazia lo estrae, noi no. Abbiamo avuto il Comitato No Trivelle.
Quindi, come troviamo l’energia che ci serve?
La compriamo dall’estero, per forza. Questa situazione è frutto di trent’anni di populismo energetico, che è nato forse anche prima del populismo sociale, economico, politico. Quindi, forse, onde evitare di trovarci ancora in questo stato tra vent’anni, trent’anni, dovremmo invertire la rotta e riconsiderare tutto il nostro portfolio energetico. Non guardiamo alla bolletta da pagare domani mattina, pensiamo più a lungo termine.
Condivide la politica di Christine Lagarde di tenere ancora bassi i tassi e non alzarli come invece è accaduto in America?
E’ la domanda macroeconomica del momento. Nessuno sa se questa fiammata inflazionistica sarà temporanea o strutturale anche perché essendo in gran parte derivante dalla fiammata dei prezzi dell’energia, non sapendo nemmeno se questa fiammata energetica è o no strutturale, non possiamo sapere se lo sarà anche l’inflazione. In economia c’è abbastanza consenso sul fatto che finché non si vede una pressione sui salari si può stare relativamente tranquilli. La BCE si è limitata a dire che finora i round di contrattazione salariale sembrano in linea con la produttività: se vuoi avere i salari più alti devi avere la produttività più alta. I salari nel nostro paese sono bassi anche perché i dati sulla produttività del lavoro sono stagnanti da almeno trent’anni.
Se però vi sarà qualche segnale di inflazione, potremmo assistere ad un aumento dei tassi, che tra l’altro sul mercato già stanno salendo.
Il rendimento sui BTP decennali italiani ha sfondato il 2% per la prima volta dopo due anni. Per fortuna la durata media del nostro debito è alta (intorno agli otto anni) il che vuol dire che quando hai un balzo dei tassi questo balzo si trasmette molto lentamente al deficit, cioè al costo medio del debito. Questo grazie a scelte sagge di allungare la durata del debito pubblico. Ciononostante, un aumento dei tassi, se prolungato, può avere conseguenze gravi sulla finanza pubblica. Tutto va visto con molta attenzione, molto merito, poco populismo e poca demagogia.
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Privacy Daily – 24 febbraio 2022
La Commissione propone nuove regole sui dati in tutti i settori economici. Il Data Act – dice la Commissione – garantirà l’equità nell’ambiente digitale, stimolerà un mercato dei dati competitivo, aprirà opportunità di innovazione basata sui dati e renderà i dati più accessibili a tutti. Porterà a servizi nuovi e innovativi e prezzi più competitivi per i servizi aftermarket e gli oggetti connessi, in linea con gli obiettivi digitali per il 2030.
ec.europa.eu/commission/pressc…
L’appello di gruppi della società civile e di accademici ai legislatori UE
“IL DMA deve consentire agli utenti, sia individualmente che collettivamente, di intentare azioni esecutive per violazione delle regole DMA dinanzi ai tribunali nazionali”, ha affermato il gruppo in una lettera aperta alle istituzioni dell’UE.
reuters.com/article/idUSKBN2KR…
Il procuratore generale del Texas intenta una causa contro Meta per la tecnologia di riconoscimento facciale di Facebook
Il Texas ha citato in giudizio la società madre di Facebook Meta per aver sfruttato i dati biometrici di milioni di persone nello Stato. La società, secondo una causa intentata dal procuratore generale dello stato Ken Paxton, ha violato le leggi sulla privacy dello stato e dovrebbe essere responsabile per miliardi di dollari di danni.
npr.org/2022/02/15/1080769555/…
Governare il futuro – La voce non mente (o almeno non mentiva)
Era il 2000 e un virus informatico attaccò nello stesso giorno oltre 10 milioni di computer in giro per il mondo semplicemente inviando una mail il cui oggetto diceva “I love you”. 7 caratteri – 9 spazi inclusi – capaci di accendere la curiosità della più parte dei destinatari, farli cedere alla tentazione e di indurli ad aprire il messaggio. Al resto pensava il codice che si installava subdolamente nei computer dei malcapitati. Oltre 5 miliardi e mezzo di dollari i danni da contagio stimati. È per questo che c’è poco da sorridere ad ascoltare la voce di un robot o meglio la voce di un’attrice utilizzata attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale per replicare una persona che flirta con un’altra, sussurrandole parole d’amore con gli stessi ammiccamenti acustici, le pause emotive, le inflessioni vocali, gli effetti sonori da labbra che si mordono, che probabilmente veicolerebbero il messaggio se a pronunciarle fosse una persona reale, una persona in carne ed ossa.
Ci siamo o almeno siamo molto vicini al risultato. L’intelligenza artificiale applicata al cosiddetto deepfake vocale non si limita più semplicemente a far pronunciare ad un robot espressioni identiche a quelle che potrebbe pronunciare una persona in carne ed ossa, ma che non ha mai pronunciato. Ora è capace – o quasi capace – di farlo ricreando persino quei minuscoli gesti, quei segnali, quegli indici sintomatici di emozioni, stati d’animo e sentimenti che arricchiscono quello che diciamo. Insomma, i robot non si limitano più solo a dire quello che diciamo noi, quando lo vogliamo noi, ma stanno imparando anche a dirlo come lo diciamo noi.
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Ernesto Belisario tra i docenti della VIII edizione di Procedamus
Ernesto Belisario
Ernesto Belisario sarà nuovamente tra i docenti della VIII edizione di Procedamus (procedamus.it/), progetto di formazione-intervento per le Università e gli Enti di Ricerca.
La lezione, dal titolo Il Codice dell’amministrazione digitale oggi (2005-2022), è prevista per il giorno 7 ottobre 2022.
Il programma di questa edizione si articola in tre corsi di formazione frontale e nei gruppi di lavoro di Sh@rePro. Il programma dei singoli corsi, invece, sarà disponibile in prossimità dell’evento formativo e attraverso un avviso tramite mailing list di Procedamus Members e di Procedamus Informa.
Per scaricare il programma clicca qui.
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Survey: Chilling effect of indiscriminate data retention causes wide-spread harms
In the run-up to tomorrow’s ruling by the French Constitutional Court on communications data retention, a new opinion poll confirms that data retention causes massive social problems because it discourages confidential communications.
Mass surveillance is at the expense of the population
A representative YouGov survey conducted in nine EU countries confirms serious chilling effects of indiscriminately collecting information on the contacts and the location of the entire population. More than a third of the respondents (34%) would refrain from seeking counselling from a marriage counsellor, a psychotherapist or a rehab clinic by phone, mobile phone or email if they knew that their contact was being recorded. (Germany: 45% Austria: 42%, France: 38%, Belgium: 35%, The Netherlands: 34%, Sweden: 33%, Czech Republic: 26% and Spain: 13%)
“When countless citizens in emergency situations no longer seek anonymous advice, the result will be violence and possibly fatalities,” comments MEP and civil rights activist Patrick Breyer (Pirate Party), who commissioned the survey. “Data retention is the first surveillance law directed against the entire population. Doctors, lawyers, works councils, psychologists and counselling centres suffer just as much from this mass surveillance policy as the press, which relies on confidential sources. The distinction between content and communications meta-data is no longer relevant. We know today, according to the current state of research, that metadata allow at least as sensitive conclusions as the content of private communications.”
A judgement for Luxembourg, Brussels and Berlin
On Friday, 25 February, the French Constitutional Court (Conseil Constitutionnel) will rule on the constitutionality of data retention in France. The decision may be groundbreaking and influence ongoing proceedings before the European Court of Justice (ECJ) on data retention laws in France, Ireland and Germany. In Brussels, the ruling affects current plans by the EU Commission for a new push to introduce obligations for the mass retention of communications data throughout Europe. In Berlin, the ruling will be read in the context of plans by the new government to abolish Germany’s data retention law.
Majority rejects data retention
According to the YouGov survey, only 39% of all respondants in the EU support data retention for non-suspects, while 42% oppose it.
The survey was commissioned by the Pirate Party MEP Patrick Breyer (Pirate Party, Greens/European Free Alliance Group), who in the past filed a constitutional complaint against the German law on data retention in Germany. Citizens from the Netherlands, Germany, Italy, France, Austria, the Czech Republic, Spain, Sweden and Belgium were surveyed. Commenting on the survey results, Breyer explains:
“The survey results demonstrate once again how dramatic the consequences of indiscriminate data retention are for the population. If people forgo important medical and family counselling for fear of surveillance, the results are catastrophic. In many cases, the lives and health of potential victims of violence can only be protected with the help of anonymous counselling (e.g. telephone counselling, hotlines). Many potential perpetrators are only willing to accept help under the protection of anonymity, whereby they can often be dissuaded from planned acts of violence or convinced of the need for treatment. Also certain persons will report offenders only anonymously – an indispensable prerequisite for criminal prosecution.Unfortunately, the greatest consensus currently seems to exist on mandating indiscriminate IP data retention throughout Europe, which the judges in Luxembourg recently green-lighted under massive pressure. Under no circumstances should all internet users be placed under general suspicion and online anonymity be abolished! A general and indiscriminate retention of our identity on the Internet allows for creating comprehensive personality and movement profiles of practically every citizen. Incidentally, there is no evidence that IP data retention significantly increases the crime clearance rate. In the absence of data retention Germany today has a higher cybercrime clearance rate than with IP data retention in place in 2009.“
[share author='Informa Pirata #WeAreAllAssange #PiratesForAssange' profile='https://twitter.com/informapirata' avatar='https://pbs.twimg.com/profile_images/1362822279810449412/luhv2IGn_400x400.jpg' link='https://twitter.com/informapirata/status/1496580771481534464' posted='2022-02-23 20:20:35']Che si sappia... 😄
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NFT e proprietà intellettuale: NIKE intenta causa contro StockX
A inizio febbraio 2022 Nike Inc. ha citato in giudizio StockX LLC per aver commercializzato NFT associati a immagini di scarpe del noto brand senza averne autorizzazione
A gennaio 2022 il marketplace online StockX ha lanciato negli USA un nuovo progetto basato sulla commercializzazione di NFT: StockX Vault.
Il servizio implementato dall’azienda con sede a Detroit è caratterizzato da una importante novità: per la prima volta, infatti, l’acquisto di un NFT può essere direttamente collegato con l’acquisto di un prodotto fisico, una sneaker nel caso in esame, custodita nel caveau di StockX fintanto che il proprietario dell’NFT non deciderà di richiederla per prenderne possesso (c.d. “NFT Vault”).
Brevemente, ricordiamo che i “Non-Fungible Token” sono certificati di autenticità digitale che, sfruttando la tecnologia blockchain, garantiscono l’autenticità e l’unicità del contenuto digitale.
Si tratta di una serie di informazioni sotto forma di codice digitale che rendono il contenuto a cui sono associate unico, peculiare e originale. Pertanto, chi acquista un NFT acquista la proprietà, l’unicità e l’autenticità del contenuto digitale.
A qualche giorno dal lancio di StockX Vault, però, è arrivata anche la prima contestazione.
Infatti, la multinazionale produttrice di streetwear, Nike Inc., ha citato in giudizio la piattaforma di reselling per aver commercializzato immagini di scarpe del noto brand senza essere stata autorizzata in tal senso.
In particolare, per Nike, StockX sarebbe responsabile di violazione e diluizione del marchio, nonché di concorrenza sleale.
Secondo la difesa del titolare del celebre Swoosh, StockX starebbe utilizzando in modo “preminente” i marchi Nike con l’intento di sfruttare la notorietà del brand e, dunque, l’avviamento di Nike, con la conseguenza di ingenerare confusione nei consumatori circa la provenienza dei prodotti e privando, di fatto, Nike del suo diritto esclusivo di utilizzare i suoi marchi in relazione a questo nuovo strumento commerciale.
Inoltre, la condotta del reseller sarebbe aggravata dal fatto che gli NFT in questione sono venduti a prezzi esorbitanti, circostanza che danneggerebbe la reputazione del colosso di abbigliamento sportivo.
Pertanto, Nike, oltre a chiedere il risarcimento del danno causato dalla commercializzazione delle immagini che sfrutterebbero lo Swoosh, domanda al Tribunale Federale di New York di emettere un’ingiunzione per obbligare StockX a interrompere le vendite di NFT Vault che esibiscono il marchio Nike.
La controversia tra Nike e StockX è una delle prime aventi ad oggetto la vendita degli NFT e i diritti coinvolti dalla commercializzazione degli stessi e, dunque, l’esito del procedimento consentirà di tracciare una prima linea nella regolamentazione della materia.
Maria Vittoria Aprigliano
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(dalla newsletter di Guido #Scorza)
edpb.europa.eu/news/news/2022/…
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Poveri Noi..Cittadini del Mondo!
Avviso inerente possibili interruzioni di servizio dell'istanza Poliverso
Gentili ospiti,
vogliamo avvisarvi in merito a possibili interruzioni di servizio dell'istanza Poliverso che potrebbero avvenire di qui al week end, a causa di alcune attività di manutenzione, dell’installazione di un aggiornamento della versione di Friendica e infine della configurazione di alcuni plug-in che possono rendere migliore l’esperienza d’uso dell’istanza.
Al momento non riusciamo a stabilire con precisione i tempi in cui verranno intrapresi e conclusi gli interventi.
Esprimendo il nostro rammarico per gli eventuali disguidi, cogliamo l’occasione per ricordare che cerchiamo sempre di applicare all’istanza Poliverso le migliori pratiche di manutenzione, gestione, tutela dei dati e moderazione, ma che trattandosi pur sempre di progetto gestito ancora su base volontaria e con il minimo impatto economico possibile, non è possibile assicurare livelli di servizio di natura professionale.
Lo staff di Poliverso
Alcune precisazioni sull'amministrazione e la moderazione in Poliverso
Non tutti sanno che Friendica dispone di funzioni di moderazione molto limitate, che non consentono azioni mirate, automatizzate e collaborative.
In attesa che tali funzioni vengano sviluppate, è importante cercare di fare il possibile utilizzando strumenti già disponibili nella piattaforma, come le “pagine notizie” e i “forum” che sono dei luoghi previsti in Friendica in cui tutti gli utenti di tutte le piattaforme federate possono unirsi per discutere di un particolare tema.
Proprio per questo sono state cerate due account: Poliverso Forum di supporto (@Poliverso Forum di supporto) per offrire agli utenti un gruppo di supporto tecnico/ergonomico e Notizie da Poliverso (@notizie@poliverso.org) per dare informazioni sulla nostra istanza e su tutte le altre realtà del fediverso.
Ma cosa succede se un utente pubblica contenuti che potrebbero creare problemi alla piattaforma?
In primo luogo, lo si prova a contattare attraverso l'account Signor Amministratore (@admin@poliverso.org) o Guido Sperduti di Poliverso (@ospite@poliverso.org) per provare a discutere sull'opportunità della pubblicazione in questione, sui danni che potrebbe eventualmente portare a una istanza così piccola come Poliverso e sulle conseguenze per "l'igiene" della timeline locale.
Purtroppo, in caso di mancata risposta entro un certo periodo di tempo (tempo che sarà purtroppo arbitrariamente calcolato in funzione dell’impatto del contenuto pubblicato o del comportamento dell’utente) si provvederà a sospendere o cancellare l’utente dall’istanza di Poliverso.
Ricordiamo che i termini di servizio di Poliverso (poliverso.org/tos) indicano che "Concedere spazio alle polemiche e sopportarle può guastare l'equilibrio di intervento in un dibattito democratico. Intervenire contro di esse non è censura, bensì protezione dell'ambiente sociale".
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