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Biden all’expo delle armi di Israele. Oggi la firma del patto anti-Iran


Giunto ieri a Tel Aviv, prima tappa del suo tour mediorientale, il presidente Usa è andato alla scoperta dei sistema antiaerei che saranno un pilastro del «Mead» (Middle East Air Defense), l'alleanza tra Israele e i paesi arabi alleati. Oggi la firma dell

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 14 luglio 2022 – Si chiama «Mead» (Middle East Air Defense) e ha lo scopo di collegare i sistemi antiaerei di Israele e dei paesi arabi suoi alleati per impedire all’Iran di usare droni e missili. In particolare – ma non si dice – se Israele lancerà un attacco contro le centrali atomiche iraniane innescando l’inevitabile risposta di Teheran contro Tel Aviv e alcune capitali arabe del Golfo. Per il «Mead» e altri programmi di rafforzamento militare di Israele, Joe Biden è giunto ieri in Medio oriente. Un viaggio fino al 16 luglio che lo porterà anche a riconciliarsi con l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman (Mbs). Un paio di anni fa Biden e non pochi Democratici lo descrivevano come il mandante dell’assassino del giornalista Jamal Khashoggi. Ora il principe sarà riabilitato nel nome dell’alleanza con i Saud che dura da 80 anni e degli interessi supremi degli Stati uniti.

Dopo l’arrivo all’aeroporto di Tel Aviv, dove è stato accolto dal premier ad interim Yair Lapid, il presidente americano ha ribadito che le relazioni tra i due paesi alleati sono «più forti e più profonde di quanto non siano mai state» e ricordato che questa è la sua decima visita in Israele. «Ogni volta è una benedizione – ha detto – perché la connessione tra i nostri due popoli è viscerale». Poi è passato alla sostanza, affermando che gli Stati uniti ribadiranno «il ferreo impegno verso la sicurezza d’Israele» e continueranno a potenziare l’integrazione dello Stato ebraico nella regione.

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Che Biden si sia precipitato, poco dopo l’atterraggio dell’Air Force One, ad osservare e a farsi spiegare le capacità delle ultime armi prodotte dalla tecnologia militare israeliana, è una indicazione precisa delle finalità della sua visita. Il «briefing» tenuto dal ministro della difesa Gantz si è svolto in uno degli spazi dell’aeroporto di Tel Aviv. A Biden sono stati mostrati i sistemi Arrow, David’s Sling, Iron Dome e l’intercettore laser in fase di sviluppo Iron Beam che quasi certamente otterrà un finanziamento da parte dell’Amministrazione. Armamenti e sistemi di difesa antiaerea che Biden ritiene alcuni dei pilastri dell’alleanza militare, con a capo Israele, che intende costruire nella regione.

«Con il presidente Biden discuteremo di questioni di sicurezza nazionale e della costruzione di una nuova architettura di sicurezza ed economia con le nazioni del Medio Oriente, in seguito agli Accordi di Abramo e ai risultati del Vertice del Negev…e della necessità di rinnovare una forte coalizione globale che fermi il programma nucleare iraniano», ha confermato da parte sua il premier Lapid. «Una volta – ha aggiunto rivolgendosi a Biden – ti sei definito un sionista. Hai detto che non bisogna essere ebrei per essere sionisti. Sei un grande sionista e uno dei migliori amici che Israele abbia mai conosciuto».

Biden che ha fatto visita allo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, e incontrato due sopravvissute all’Olocausto, nei suoi discorsi ha anche detto di essere un sostenitore della soluzione a Due Stati (Israele e Palestina). Ma quando domani a Betlemme incontrerà il presidente dell’Anp Abu Mazen, non andrà oltre la promessa di un po’ di aiuti economici ai palestinesi. A Betlemme Biden non vedrà la famiglia della giornalista palestinese (con passaporto Usa) Shireen Abu Akleh, uccisa l’11 maggio a Jenin. Gli avevano chiesto un colloquio per discutere della dichiarazione di Washington secondo cui le forze israeliane non hanno ucciso intenzionalmente la giornalista anche se probabilmente ne erano responsabili. Il segretario di stato Blinken ha invitato gli Abu Akleh a Washington per un incontro con «funzionari», ma non con Biden.

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La settimana che si è appena conclusa è stata densa di vertici internazionali: dopo il summit virtuale dei BRICS, che ha testimoniato che la Russia non è isolata dalle altre grandi potenze (quantomeno non a livello economico), non si è fatta attender…



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BEN(E)DETTO 15 luglio 2022


Oggi si chiude di fatto la legislatura. Una brutta legislatura. Trascinarla, con un’inevitabile campagna elettorale permanente, non farebbe bene al Paese.

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Draghi: chi di decreto legge ferisce di decreto legge perisce


Con un discorso 'schiattoso', gli stellini negano la fiducia a Draghi, sfiorando il tema, questo sì vero, dell’uso smodato del decreto legge per governare. Ora il proscenio sarà occupato da Giggino, Renzi, Salvini, Letta, Conte e via precipitando

L'articolo Draghi: chi di decreto legge ferisce di decreto legge perisce proviene da L'Indro.



Quindi il DRAGO ha rassegnato le Dimissioni?🤔
today.it/politica/draghi-dimis…


E se il Kazakistan finisse più o meno come l’Ucraina?


L'interesse della Russia è quello di stabilire il suo controllo sui crescenti flussi di petrolio e gas che vanno da Kazakistan occidentale all'Europa

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Al sicuro?“Risparmiare gas per un inverno sicuro”. Questo è il titolo (e il contenuto) della prima bozza del piano che la Commissione presenterà il 20 luglio per ridurre di un terzo l’impatto di una potenziale interruzione del gas russo.


Shampoo etico


Follemente corretto Le parole “normale” e “normalità” sono da sempre sotto accusa. L’idea che una persona possa essere normale e altre no crea disagio. Ad alcuni fa venire in mente Hitler, l’eugenetica e la selezione dei migliori. Ad altri non piace esser

Follemente corretto


Le parole “normale” e “normalità” sono da sempre sotto accusa. L’idea che una persona possa essere normale e altre no crea disagio.

Ad alcuni fa venire in mente Hitler, l’eugenetica e la selezione dei migliori. Ad altri non piace essere etichettati come anormali. Ad altri ancora, invece, è la normalità che non piace. Preferiscono essere “diversi da loro” (cioè dai normali, suppongo). È il caso dei Måneskin: «Sono fuori di testa ma diverso da loro / E tu sei fuori di testa ma diversa da loro / Siamo fuori di testa ma diversi da loro».

Dove la faccenda si fa se-ria è quando si parla di handicap, fisici e mentali. Anche lì dire “normale” è proibito e dire “anormale” è proibitissimo.

Ma su come vadano chiamati coloro che hanno qualche disabilità non c’è accordo. Anzi, è in corso una disfida fra i molestatori della lingua. C’è chi si ostina a chiamare “non vedenti” i ciechi e c’è chi ci ha ripensato e ora vorrebbe che i ciechi tornassero a essere chiamati “ciechi” perché quel “non” è negativo, mentre la parola “cieco” indicherebbe una caratteristica come tante.

E lo stesso accade per un’altra parola: c’è chi suggerisce di dire “disabile” e c’è chi pensa che dire “persona con una disabilità” sia più rispettoso. Fin qui tutto bene. Siamo, è vero, nel regno del politicamente corretto. Ma le sue ragioni, in fondo, sono comprensibili. L’ipersensibilità su parole come “normale” e “normalità” ha una sua logica.

Possiamo trovarla eccessiva, pedante, bigotta e ipocrita ma riusciamo a scorgerne l’origine e le motivazioni. Che stanno nel fatto che stiamo parlando di persone e di aspetti delicati del loro corpo o della loro mente.

Ma quando si parla di cose? O di caratteristiche banali delle persone come la pressione sanguigna, la misura dei piedi, il tipo di capelli? Dire «Oggi ho passato una giornata normale» può offendere le altre giornate? C’è un signor “ieri” che può sentirsi escluso? O un signor “dopodomani” che può sentirsi discriminato? Dire che Giuseppe ha la pressione normale può offendere Giuseppina che invece ce l’ha alta? Verrebbe di rispondere no. E invece sì.

Chiunque vada in farmacia a comprare uno shampoo sa che, sul bancone, ne troverà per capelli di ogni tipo: grassi, secchi, con forfora, ricci, crespi, colorati eccetera. E naturalmente pure una confezione per capelli “normali”.

Ora non più. Un’indagine di mercato di Unilever ha rivelato che sette intervistati su dieci riterrebbero che l’uso della parola “normale” sulle confezioni abbia un impatto negativo. Il 56% delle persone che hanno espresso tale parere pensa che l’industria della bellezza faccia sentire tanta gente esclusa, mentre il 52% ammette di valutare la posizione dell’azienda sulle questioni sociali prima di fare acquisti.

In breve, lo shampoo per una capigliatura normale, nella misura in cui implica logicamente l’esistenza di capigliature non normali, comporterebbe una discriminazione, un deficit di inclusività. Di qui una decisione drastica: in nome del cosiddetto inclusive advertising, d’ora in poi Unilever toglierà dal bancone lo shampoo per capelli normali.

L’etica dello shampoo ha vinto. Ora che i capelli normali non esistono più, nessuno potrà più sentirsi escluso o discriminato. Oppure, finalmente, ci sentiremo tutti anormali.

La Ragione

L'articolo Shampoo etico proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




Tigrayans threatened by famine and disease caused by the war


Currently, basic necessities and services are not available on the market or are not very accessible to the majority of the population. Furthermore, the lack…

Currently, basic necessities and services are not available on the market or are not very accessible to the majority of the population. Furthermore, the lack of fuel and financial resources, associated with the sanctions imposed by the Ethiopian federal government, has reduced the distribution of humanitarian aid in several districts and cities in the Tigray region.
“I urge, once again, all partners to continue to provide humanitarian aid to people affected by the war in Tigray (Tigré), in order to jointly respond to the immense need of the Tigrayan people”.

This is the urgent appeal of the diocesan director of the Catholic Secretariat of Adigrat, Abba Abraha Hagos, (ADCS), in a note sent to Agenzia Fides.
Medina Ahmed, uno sfollato di Konaba, siede con i bambini in un complesso di edifici abbandonati che ospitano gli sfollati vicino alla città di Dubti, a 10 chilometri da Semera, in Etiopia. Più di un milione di persone ha bisogno di aiuti alimentari nella regione secondo il Programma alimentare mondiale. (Foto di EDUARDO SOTERAS/AFP)Medina Ahmed, uno sfollato di Konaba, siede con i bambini in un complesso di edifici abbandonati che ospitano gli sfollati vicino alla città di Dubti, a 10 chilometri da Semera, in Etiopia. Più di un milione di persone ha bisogno di aiuti alimentari nella regione secondo il Programma alimentare mondiale. (Foto di EDUARDO SOTERAS/AFP)
As of June 21, 2022, after the humanitarian truce promoted by the prime minister, Abiy Ahmed, – thanks to which the population had a minimum of access to foodstuffs, medicines and few other services – air transport was once again paralyzed, worsening the situation of the Tigrayans as a result.

Currently, basic necessities and services are not available on the market or are not very accessible to the majority of the population. Furthermore, the lack of fuel and financial resources, associated with the sanctions imposed by the Ethiopian federal government, has reduced the distribution of humanitarian aid in several districts and cities in the Tigray region.

All basic services such as telecommunications, internet, banking, transport and connections between Tigre and other regions of Ethiopia are also blocked.

The continuous sieges of the region by the Ethiopian Federal Government have been isolating the population of Tigré from the rest of the world for more than 600 days. Millions of people, according to the statement, are exposed to severe malnutrition, hunger and scarcity; all these people live in centers for the displaced, inside several cities, towns and rural areas of Tigré, without food, without shelter and without water, medicine and other basic necessities, leading them to despair, illness and death.

Therefore, director Abba Abraha Hagos invites all partners and humanitarian organizations to “give a voice to the population of Tigré, so that they have unlimited access to humanitarian aid, through air and land transport, and to guarantee them the right to a dignified life”. and safe”. According to him, the situation is dramatic, to the point of becoming an existential threat to the population of the Ethiopian region of Tigra”.

Since January 2021, the Catholic Church in Ethiopia, together with the Diocesan Catholic Secretariat of Adigrat (ADCS) and the religious congregations operating in the Catholic Eparchy of Adigrat, have been committed to meeting the priority needs of the war-affected population. Thanks to financial and material support, the Secretariat’s emergency response programs have saved the lives of hundreds of thousands of people.

However, although the Diocesan Secretariat of Adigrat and the Religious Congregations are raising funds and mobilizing resources from different partners, the continuous harassment of the Tigray region continues to influence the performance of such programs and limit efforts to reach the most needy.

*With Fides Agency

SOURCE: vaticannews.va/pt/mundo/news/2…


tommasin.org/blog/2022-07-14/t…



Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha scritto ai dirigenti scolastici degli Istituti beneficiari dei primi 500 milioni stanziati nell’ambito del Piano di riduzione dei divari territoriali e del contrasto della dispersione scolastica, previs…



#GDPR Vs. #GoogleAnalytics4: #MonitoraPA risponde all'articolo di Roberto Guiotto e Matteo Zambon di #TagManager Italia pubblicato su #AgendaDigitale!

Ma cosa si dice in questo post?

monitora-pa.it/2022/07/14/Goog…

Intanto, una premessa: il post risponde a un articolo che è, a sua volta, una risposta a quest'altro articolo di @Pietro Biase sui gravi problemi di conformità al #GDPR di #GoogleAnalytics4
agendadigitale.eu/sicurezza/pr…

Roberto Guiotto e Matteo Zambon, in breve, hanno sostenuto che #GoogleAnalytics non sia illegale in sé, ma che dipende dall’utilizzo che se ne fa (= quali dati vengono raccolti e processati). Inoltre il #GarantePrivacy non menziona espressamente #GoogleAnalytics4
agendadigitale.eu/sicurezza/pr…

Guiotto e Zambon inoltre fanno giustamente notare che Google Analytics non è un unicum, perché quasi tutte le piattaforme Ads, i software di email marketing, i CRM, le piattaforme di Content Delivery Network, i web hosting, etc. si trovano in una posizione simile

Ma tornando all'articolo di #MonitoraPA, esso mette in dubbio in primo luogo la natura "neutra" di Google Analytics rispetto alla normativa vigente, in quanto sulla tutela dei trasferimenti transfrontalieri di dati non può essere considerato "privacy by default".

Inoltre riconduce a una lettura più completa e un'interpretazione più aderente al testo, le considerazioni del membro del collegio del #GarantePrivacy, l'avv. #GuidoScorza che, sempre su #AgendaDigitale illustrava i termini del problema

agendadigitale.eu/sicurezza/pr…

E, quanto alle precisazioni, #MonitoraPA ricorda i termini precisi delle FAQ del @CNIL che sembrano assai diversi dall'interpretazione più accomodante operata da Tag Manager

cnil.fr/fr/cookies-et-autres-t…

(qui la traduzione a cura di Ivo #Grimaldi monitora-pa.it/2022/06/14/faq-… )

Ma le precisazioni non sono rivolte solo agli altri: #MonitoraPA fa autocritica e ammette che, come fanno notare Guiotto e Zambon, Google Tag Manager non possa essere definita "una nuova tecnologia" come era stato detto nel precedente articolo.

#MonitoraPA inoltre non ignorerà le osservazioni di TagManager sul fatto che la GDPRcompliance non riguarda solo Analytics e cercherà di trovare un modo per segnalare anche altri tipi di situazioni legate ad altre tecnologie extraeuropee

In conclusione, una rivendicazione dell'impegno di #MonitoraPA che vuole difendere cittadini e aziende che, a differenza delle #BigTech, non possono "aggirare le normative scaricandone la responsabilità sui Titolari"
Qui la discussione su @feddit_it: feddit.it/post/26285

Grazie a @Shamar @_Zaizen_ @pietrobiase@mastodon.uno @amreo e a tutti gli altri che non possiamo menzionare perché non sono (ancora) nel fediverso

Unknown parent

qoto - Collegamento all'originale
Shamar

Certo, esattamente come ci sono diversi obblighi che il demolitore professionista deve espletare per poter utilizzare il tritolo.

Dunque il paragone è calzante.

@privacypost

Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
Nemo_bis 🌈
Chissà, magari se scrivi a Google Ireland te li danno! 😇



Comunque a me piace questa nuova versione di Tusky. Continua a non far vedere stelle e boost (ed è bene) ma fa vedere il numero di risposte
in reply to Sabrina Web

continuo sempre a utilizzare friendica (e mastodon) con il browser anche da cellulare, ma mi fa sempre piacere provare le nuove versioni delle applicazioni, soprattutto quando apportano novità meritevoli


Pc di lavoro mostra un messaggio da microsoft: aiutaci a migliorare la ricerca vocale online! Tra le scelte ci sono un bellissimo "vai alle impostazioni" e uno stupendo "non ora", si sente fortissimo la mancanza di un "ma vedi di non rompere i cocomeri!"
in reply to Sabrina Web 📎

Sono svegli, alla microsoft…

Registrati qui (non spammano) e scaricati un po' di bei suoni da mandare a microsoft come file allegato, tipo

freesound.org/people/Nizerg/so…



Miserrimo


Un Paese ricco che adora la retorica della miseria. Un Paese che in nome di una presunta giustizia sociale s’abbandona a pratiche di grandiosa ingiustizia sociale. Si esita a farlo notare, perché per tanti che capiranno, anche per esperienza diretta, ce n

Un Paese ricco che adora la retorica della miseria. Un Paese che in nome di una presunta giustizia sociale s’abbandona a pratiche di grandiosa ingiustizia sociale. Si esita a farlo notare, perché per tanti che capiranno, anche per esperienza diretta, ce ne sono una manata che sono pronti a coprirti d’insulti, approfittando dell’anonimato (a)social.

Dunque da noi starebbe dilagando la “fame” (come letto ieri), per salari e pensioni troppo bassi. Alzarli sazierebbe, se non altro la sete di giustizia. Invece no, non funziona così. Partiamo dalle pensioni, perché troppe (un terzo è sotto i 1000 euro) sono così basse? Perché non sono basse, perché prima della loro erogazione non c’è stato un sufficiente o alcun versamento di contributi, sicché sono regalate.

Poi si può discutere se il regalo sia più o meno sostanzioso, ma resta un regalo a carico degli altri lavoratori e contribuenti. Escluse le rendite legate a disabilità (la cui concentrazione territoriale, comunque, induce a minore preoccupazione per la salute, non poche essendo falsate), dove c’è una pensione minima c’è prima stata o una vita di disoccupazione o una di lavoro irregolare. Nel primo caso hanno fallito le politiche del lavoro, a favore dell’assistenzialismo, nel secondo i controlli.

Se si guarda la distribuzione per genere se ne ha conferma: fino a 499 euro per il 39% vanno a maschi e il 61 a donne; da 500 a 999 il 31% ai maschi e il 69 a donne; si deve arrivare sopra i 1500 per invertire la proporzione, con il 54% ai maschi e il 46 alle donne. Discriminazione di genere? Forse vale per i livelli assai più alti, verso il basso sono solo contributi irrisori o inesistenti. Difatti la partecipazione delle donne al lavoro è la più bassa percentuale europea, battuti solo dalla Grecia.

Il lavoratore che ha effettivamente versato tutta la vita, avendo un salario contenuto, sconta l’ingiustizia di una pensione solo leggermente più alta rispetto a quella di chi non ha versato. Questa l’ingiustizia. Resa ancora più insopportabile dalla condizione dei giovani lavoratori odierni, che non avranno regali. Con un salario già sopra il minimo (€9 l’ora) i 750 euro mensili li vedranno a 65 anni, dopo 30 di contributi. A questo s’aggiunga la leva demografica (cui è dedicato l’approfondimento della Fondazione Hume, a pagina 5): l’Italia ha la peggiore d’Europa, al punto da comprometterne la media, la differenza fra nati e morti è da noi (dati Eurostat, da gennaio 2021 a gennaio 2022) – 253.1mila; in Francia +185.9mila. In queste condizioni il nonno sta mangiando la pappa del nipote, che ha già provveduto a indebitare.

L’anno prossimo si dovrà provvedere all’adeguamento all’inflazione, come è giusto che sia, trattandosi di rendite amministrate in base alla legge, sicché le pensioni costeranno altri 24 miliardi di euro. Essere quelli con il sistema pensionistico più generoso e la leva demografica peggiore segnala una fuga dalla realtà. Che non cambierà a suon d’insulti.

E i salari, come si rimedia a quelli troppo bassi? Intanto non facendogli la concorrenza con l’assistenzialismo, perché lavorare per avere un centinaio di euro in più rispetto a chi non lavora non è millantabile come giustizia sociale. Poi puntando a far crescere la produttività, il che non è solo più lavoratori e più lavoro, ma anche più formazione, più innovazione, più investimenti. In quanto ad alzare i bassi senza incidere sulla produttività ripropone l’ingiustizia pensionistica: chi si trova leggermente sopra non avrà nulla, pur lavorando di più e meglio. Altra ingiustizia.

Anziché praticare la falsa socialità si punti sulla qualificazione. Anziché compensare gli squilibri tollerando le illegalità, su orari e retribuzioni, si perseguano le seconde, così evitando che il lavoro cattivo scacci quello buono, realizzando il paradosso di troppi disoccupati e troppi posti scoperti.

Molte sono le cose buone che è possibile fare, se solo non ci immiserisce nell’usare la miseria per raccattare quattro miserabili voti.

La Ragione

L'articolo Miserrimo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il campo stretto


Non credo che sfugga a nessuno che le fibrillazioni che scuotono il Governo Draghi abbiano un nome e un cognome solo: M5S e Giusepp(i)e Conte. E’ un’antica tentazione dei reazionari e dei populisti, quando avvertono il fine corsa, di gettare scompiglio, a

Non credo che sfugga a nessuno che le fibrillazioni che scuotono il Governo Draghi abbiano un nome e un cognome solo: M5S e Giusepp(i)e Conte. E’ un’antica tentazione dei reazionari e dei populisti, quando avvertono il fine corsa, di gettare scompiglio, agitare il corpo sociale, solleticare paure, accarezzare speranze, assecondare umori.

Conte e il M5S hanno scelto di fare la parodia del partito di lotta e di governo di berlingueriana memoria, ma quel PCI era una “cosa” seria, mentre questa è l’ennesima prova della tragedia che diventa farsa.

Draghi fa quel che può. Con non poca (e imprevista) ingenuità ha ribadito che non esiste altro Governo che con il M5S; ha assecondato alcune richieste del “movimento” indulgendo anche a qualche deriva demagogica e populista; ha mandato messaggi rassicuranti al mondo che conta, ma la decisione della maggioranza dei parlamentari pentacosi di non votare il c.d. “decreto aiuti” segna un punto di non ritorno nella vicenda di questo Governo.

Salvo ripensamenti che il solleone non favorisce mai, si va verso l’approvazione di una finanziaria che raffazzona il consenso un po’ qua e un po’ là, che mette in sicurezza il PNRR, che cerca di sostenere le imprese e le persone in difficoltà, ma, per dirla con linguaggio antico ma efficace, la sua spinta propulsiva è esaurita.

Il problema, però, è che non è esaurita la necessità dell’agenda Draghi, quella originale e vera, quella – per dirla col Premier – che accompagnava un’Italia a cui – da Berrettini agli europei, da Parisi ai Meneskin – sembrava essere tutto (prima della guerra…ahinoi..) a nostro favore.

Quella che vediamo oggi è la solita agenda dell’emergenza, quella che guarda a…ieri…al massimo a oggi, ma che non affronta nessuno dei nodi veri di un Paese che deve superare un gap importante con gli altri competitor/partner europei.

E allora il tema non è quanto dura il Governo (speriamo che duri almeno fino all’approvazione del bilancio, quindi a fine anno, ovviamente), ma verso cosa stiamo andando, qual è lo scenario politico che abbiamo di fronte, chi e come è in grado di superare la perenne emergenza.

Prima del “campo”, su cui ostinatamente si è cimentato in questi mesi il Segretario del PD Letta, occorre definire il “cosa” fare. Il “campo” dipende dal “cosa”, se no ricaschiamo in questo orrendo bipopulismo, una camicia di forza che ci impedisce di aggredire e sciogliere i nodi gordiani che attanagliano da alcuni decenni il sistema-Paese.

La prima cosa da dire – anche in riferimento agli incontri dei giorni scorsi con sindacati e M5S – è che non si esce più forti dalla pandemia dilatando ulteriormente la spesa pubblica. Alta inflazione=alti interessi=alto debito e= riduzione reale dei salari.

Come all’inizio degli anni ’80 e fino agli ’90 dobbiamo evitare che quella tassa perversa sulla povera gente che è l’alta inflazione freni lo sviluppo e faccia perdere potere d’acquisto a stipendi e salari.

Come uscirne? Non certo favorendo ulteriori scostamenti di bilancio; al massimo ci è consentito di utilizzare le maggiori entrate da IVA e lotta all’evasione per ridurre il cuneo fiscale e rilanciare l’apparato produttivo.

Occorre essere convinti che per ridare centralità al lavoro e sconfiggere il precariato bisogna ridare centralità alle imprese. Lo Stato deve, con interventi normativi e incentivi efficaci (il superbonus ha drogato, non aiutato il sistema), favorire il passaggio di ricchezza dal risparmio privato agli investimenti. Bene la riduzione del cuneo fiscale se i risparmi sul costo del lavoro vanno nelle buste paga e negli investimenti, non se vanno solo nei profitti.

E’ d’accordo il M5S su questo? E la sinistra? A quando una presa di coscienza vera che la spesa pubblica a “go go” non è la soluzione, neanche nell’emergenza pandemica, figuriamoci ora!

Sul piano energetico, una volta deciso – giustamente – di dire basta ai combustibili fossili dal 2035, abbiamo il coraggio di dire che le fonti rinnovabili non sono da sole in grado di rappresentare la svolta per la loro precarietà e discontinuità? Vogliamo parlare davvero di termovalorizzatori e riaprire (abbiamo 12/13 anni davanti) il tema del nucleare? O un referendum di 34 anni fa deve fermare il tempo a quando non c’erano né internet né i telefonini?

Il M5S dice no, il PD non si sa, ma si sa, ad esempio, che importanti esponenti del PD in una Regione industriale come la mia (Piemonte) hanno detto no al nucleare la settimana scorsa.

E riteniamo una sciagura – come credo io – o uno strumento utile scelte come quella su ILVA, ALITALIA? Anche qui, che dicono i possibili partner del “campo largo”?

Ancora troppi, poi, a sinistra si sentono alleggeriti rispetto al peso della cosiddetta “deriva liberista” che (sic!) avrebbe caratterizzato il centro sinistra negli anni passati e da cui sarebbero stati liberati grazie al dilatare senza limiti della spesa pubblica, non rendendosi conto che ciò che ha senso fare nell’emergenza diventa inaccettabile se perpetuato al di là del dovuto.

La realtà ci dice che oggi, se consideriamo il rapporto tra spesa pubblica e reddito, l’Italia è il Paese più “socialista” tra i grandi Paesi europei, non avendo però uno Stato efficiente come quello francese (per non parlare di quelli scandinavi).

Infine, come avveniva quando la politica era una cosa seria, senza una visione comune di politica estera nessuna coalizione può nascere e governare.

La posizione di Enrico Letta sull’aggressione russa all’Ucraìna è stata limpida. Chapeau! Ma non è tutto così dentro il campo largo da lui invocato. Permangono derive “terzaforziste” tra UE/Occidente da un lato e Russia dall’altro. Alcuni secredenti tessitori ritengono che l’Italia debba essere con la UE e con gli USA “ma…però..”; evocano La Pira e il suo ponte verso il Mediterraneo e l’Oriente, ma alla fine si ritrovano a scimmiottare Nasser, il Pandith Nehru e Indira Ghandi…nella migliore delle ipotesi.

Insomma, a pochi mesi dalle elezioni, assistiamo a una rincorsa alla spesa pubblica che assomiglia all’assalto alla diligenza dei conti di inizio anni ’80 e ciò riguarda sia la destra sovranista e nazionalista, sempre più statalista e assistenzialista, se non altro perché sta ereditando i voti pentacosi al Sud, sia un pezzo della sinistra e dello stesso PD che in alcuni suoi esponenti, dopo il confronto di ieri con il M5S, rincorre questi ultimi su amenità come il reddito di cittadinanza (che va azzerato per ripensare totalmente sia le forme di sostegno al reddito sia le politiche attive del lavoro).

Prima del campo occorre, quindi, discutere del tipo di gioco che vogliamo fare e una cosa è certa: vista l’impraticabilità del campo di questa destra, che poco o nulla ha a che fare con la destra di Governo europea (penso alla CDU, agli stessi Republicains, ai liberalconservatori scandinavi), per la sua deriva nazionalsovranista, euroscettica e ultra conservatrice in tema di diritti civili, se il campo dovesse essere di centro sinistra non può essere un campo largo, ma deve necessariamente essere stretto perché in una parte della sinistra, anche al Governo, ritroviamo proposte e presupposti ideali e politici che riscontriamo nel M5S (l’intervento di Calenda al congresso di Articolo 1 è illuminante a questo proposito) e coi quali si potrebbe anche vincere, ma non governare (V. ultimo Governo Prodi).

E se il campo dovesse essere per forza “largo”, in nome dell’ennesimo appello “contro la destra” e per la paura di perdere, allora ai liberal demcoratici non resterebbe che la strada della solitudine, già sperimentata in molte realtà alle ultime elezioni amministrative.

Una strada difficile quest’ultima, ma l’unica, se le condizioni dovessero permanere quelle attuali, che potrebbe mettere in difficoltà un bipolarismo inconcludente e gettare le basi di una rinnovata dialettica democratica, magari con un sistema proporzionale rafforzato, che metta al centro alcuni valori di fondo (Costituzione, diritti civili, Europa unita, scelta occidentale) e un programma serio e pragmatico di sviluppo del Paese, scevro da ogni deriva populista e demagogica.

L'articolo Il campo stretto proviene da ilcaffeonline.



Seminario di studio: “Infinitamente Piccolo”


La Fondazione Luigi Einaudi ha presentato il seminario di studio realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, dal titolo “Infinitamente Piccolo”. Una due giorni di approfondimento che si configura come un vero e proprio

La Fondazione Luigi Einaudi ha presentato il seminario di studio realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, dal titolo “Infinitamente Piccolo”.

Una due giorni di approfondimento che si configura come un vero e proprio festival sul patrimonio culturale, librario, naturalistico e artistico della Villa e della Famiglia Piccolo. I destinatari privilegiati di questo seminario sono gli studenti neodiplomati del liceo artistico e classico di Capo d’Orlando, oltre agli studenti universitari di diversi Atenei e a tutti gli interessati.

L’evento si è svolto in diversi spazi della Villa, nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 luglio 2022, secondo il programma dettagliato nella locandina.

L'articolo Seminario di studio: “Infinitamente Piccolo” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



#NotiziePerLaScuola

Piano Estate Minori Stranieri 2022, pubblicato l’avviso per la realizzazione di percorsi didattico/educativi destinati ad alunne e alunni provenienti da contesti migratori, con particolare riferimento all'Ucraina.



Second € 20 Mio Fine for Clearview AI


Seconda multa da 20 milioni di euro per Clearview AI L'azienda non può più elaborare i dati biometrici delle persone in Grecia e deve cancellare tutti i dati esistenti. Clearview AI fine


noyb.eu/en/second-eu-20-mio-fi…

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The Queen Is Dead Volume 62 - As Paradise Falls / Process Of Guilt / Desert Twelve


Si inizia con gli australiani As Paradise Falls, notevole gruppo deathcore con un ottimo ep. a seguire la recensione del bellissimo quarto disco dei portoghesi Process Of Guilt. Dopo di loro il debutto dei piacentini Desert Twelve con Gabriele Finotti vecchia conoscenza dai tempi dei Misfatto.

iyezine.com/as-paradise-falls-…

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È stato pubblicato sul sito del MI l'Avviso pubblico per la selezione di 6 esperti da assegnare all’Ufficio di Gabinetto del Ministro dell’istruzione per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’Unione europea – Next G…

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Tecnologia a scuola: né McDonald's alla mensa, né Google in aula


È iniziato oggi a Barcellona il primo congresso internazionale sull’educazione digitale democratica e l’open edtech: congress.democratic-digitalisa…

La conferenza ha le sue radici nella Proposal for a Democratic and Sovereign Digitalisation of Europe presentata dalla associazione catalana Xnet e pubblicata dall'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.

Questi gli obiettivi dell’incontro internazionale:
1 - Fornire strumenti di analisi alle scuole, agli insegnanti, alla comunità educativa, ai legislatori e al pubblico in generale per comprendere, in primo luogo, il contesto, la cultura digitale, i problemi e le opportunità che offre nel contesto educativo e, in secondo luogo, per proporre la progettazione di una didattica e di strategie educative digitali da una prospettiva innovativa, agile, umanistica e rispettosa dei diritti umani.

2 - Condividere il codice pubblico creato a Barcellona sulla base del Piano di Digitalizzazione Democratica per l'Educazione di Xnet per aggiungere talenti e generare opportunità e crescita: presentazione internazionale della suite DD a codice pubblico open source che prevede, fin dalla progettazione e per default, la protezione dei diritti digitali e della sovranità dei dati della comunità educativa. Attualmente è in fase di implementazione in 12 scuole della città.
Qui sotto il link al video della presentazione della Suite Educativa DD:
yewtu.be/watch?v=MJdXgW-XxWw


Come si vede, il secondo obiettivo prevede la presentazione della piattaforma didattica Suite Educativa DD, una reale alternativa al modello dominante di Google Classroom.

Il quotidiano di Barcellona El periodico, in un articolo intitolato Tecnologia a scuola: né McDonald's alla mensa, né Google in aula, presenta così l’iniziativa: “Xnet ha sviluppato un'alternativa all'offerta di Google: un software libero e verificabile: Suite Educativa DD. [...] Per chi non vede la portata del problema, Xnet usa un semplice paragone: come tutte le famiglie hanno chiaro che non vogliono McDonald's nella mensa scolastica, così Google è l'equivalente a livello tecnologico in classe. Quindi, dicono, non dovremmo nemmeno volere Google nelle aule. "Si tratta di porre fine al monopolio di Google in classe. Vivere senza Google a scuola", riassumono.

@maupao @informapirata :privacypride: @Scuola - Gruppo Fediverso @Alexis Kauffmann

in reply to nilocram

frequento barcellona e sono disgustato dai miasmi fognari che si aspirano in ogni via, ma godo al pensiero di tutti quei riccastri che hanno acquistato immobili premium e condividono con me, povirazzo da 700€ di affitto, il fetore!😂 💩

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Tik Tok rinvia la pubblicità basata sul legittimo interesse. Per il Garante privacy “una decisione responsabile”


Tik Tok rinvia la pubblicità basata sul legittimo interesse Per il Garante privacy “una decisione responsabile” A seguito dell’avvertimento del Garante Privacy, Tik Tok ha sospeso il passaggio al legittimo interesse come base giuridica per la pubblic...


gpdp.it:443/web/guest/home/doc…



Con l’approvazione in terza lettura da parte della Camera dei deputati, diviene legge la riforma organica degli Istituti Tecnici Superiori.



In assenza di un divieto esplicito, le telecamere cinesi trovano il modo di restare in gara per gli appalti pubblici della videosorveglianza.

«L’ultima gara #Consip per la #videosorveglianza non mette divieti espliciti. In lizza ci sono anche impianti prodotti da #Dahua, colosso del Dragone. Che ha una strategia per affrontare gli eventuali paletti alla tecnologia made in China»

L'articolo di Raffaele #Angius e Luca #Zorloni su #Wired denuncia tutta l'incoerenza o l'ignoranza (o la malafede) di un apparato incapace di comprendere come si subisce l'egemonia tecnologica altrui.

wired.it/article/telecamere-ci…



Collasso economico senza il gas russo in Europa - Contropiano

«Il piano italiano prevede che se la Russia dovesse sospendere in via definitiva le forniture di gas alla Ue (a cui l’anno scorso aveva assicurato il 44% del suo fabbisogno), il governo sarebbe costretto a far scattare la fase di emergenza. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, il piano prevede una serie di interventi che vanno dal “razionamento” del gas alle industrie energivore al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. Ma anche l’introduzione di politiche di austerity dei consumi: riscaldamento più contenuto, con tagli fino a due gradi della temperatura nelle abitazioni e negli uffici, risparmi sull’illuminazione pubblica, con orario ridotto di accensione dei lampioni sulle strade.

E l’emergenza durererebbe fino a quando il gas russo non sarà sostituito da forniture provenienti da altri Paesi produttori. Le previsioni più ottimistiche parlano del 2024, quelle più pessimistiche vanno oltre. Le sanzioni alla Russia si confermano una scelta suicida.»

contropiano.org/news/politica-…

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LogoLogoLogoLogo THE QUEEN IS DEAD VOLUME 61 – INDUS VALLEY KINGS / MIRROR QUEEN / FATSO JETSON / DEEP SPACE MASK


Puntata psichedelica e di musica onirica. Si comincia con i newyorchesi Indus Valley Kings e il loro gran bel stoner metal. continuando con l'hard rock psichedelico venato di NWOBHM dei concittadini Mirror Queen. Ci spostiamo poi in California a Palm Desert da dove sono partiti i Fatso Jetson, qui catturati dal vivo in Italia nel 2013.

iyezine.com/indus-valley-kings…




Se questo è un uomo di Primo Levi


Dalla prefazione del ’47, dell’autore: A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, (…), allora, al termine della catena, sta il Lager.

iyezine.com/se-questo-e-un-uom…



Le Grandi Dimissioni, tra favola e realtà

"Non è difficile, in realtà, capire che la favoletta messa in giro da Repubblica e dal Sole24Ore rientra nel solito racconto di un mondo parallelo in cui i giovani non vogliono il posto fisso, la stabilità e il contratto a tempo indeterminato. I giovani di oggi sarebbero dunque dinamici e propensi al cambiamento, proprio per questo presentano le dimissioni quando un mercato del lavoro più flessibile come quello attuale lo consente. Questa storiella è dunque utile ai padroncini italiani per dire che la precarietà è apprezzata dai lavoratori, che avrebbero così la possibilità di cambiare di tanto in tanto, perseguendo le proprie passioni e conciliando meglio la propria attività lavorativa con la propria vita privata, anche accettando retribuzioni più basse! Come abbiamo argomentato, una marea di panzane messe in fila."

coniarerivolta.org/2022/07/09/…



Da quasi 7 anni ho un PC portatile Acer, Aspire V3-572G, indubbiamente ormai un po' vetusto, senza lode e con qualche infamia. Quando fu comprato, era...


La Schengen digitale di Colao


Entro il 2023 Colao vuole creare i primi tasselli di una "Schengen digitale", con ID digitale e app IO, sul modello Green Pass. Un passo in più verso il monopolio di Stato delle esperienze umane.

Il ministro Vittorio Colao ha dichiarato in questi giorni che la “trasformazione digitale” della pubblica amministrazione, coi fondi del PNRR, sta andando a gonfie vele, e che entro il 2023 prevede anche di creare i primi tasselli di una “Schengen digitale” capitanata dall’Italia, fino al 2026 - anno in cui prevede di conseguire una piena “cittadinanza digitale”.

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L’idea è di arrivare a creare un ecosistema di servizi, pagamenti e documenti digitali, senza frontiere, al cui centro ci sarebbe un portafoglio digitale europeo - uno strumento di identità digitale omnicomprensivo, con cui poter gestire tutti i documenti e attributi necessari per essere cittadini digitali: patente, carta d’identità, fascicolo sanitario elettronico, pagamenti digitali, servizi e molto altro.

Secondo l’idea di Colao già il prossimo anno potremo gestire i nostri documenti in forma digitale, in modo analogo al Green Pass: verrà erogato un QR code dalla pubblica amministrazione e sarà verificabile in tempo reale da forze dell’ordine e ogni altro ente pubblico grazie a una “banca dati nazionale per i controlli” (così l’ha chiamata Colao).

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#NotiziePerLaScuola

PATHS Summer School, dal 12 al 14 luglio: tre giorni di esperienze immersive, webinar e laboratori di rinnovamento della didattica della Filosofia per la scuola del futuro con docenti, dirigenti, esperti, accademici.

Info ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/paths-…

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t.me/Miur_Social/3472



Aumentare gli Stipendi si deve e si Può..
today.it/economia/aumento-stip…
#Lavoro #stipendi


Questa mattina si è svolta la presentazione dei risultati delle prove #INVALSI2022 presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma.

All’evento è intervenuto il Ministro Patrizio Bianchi.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/invals…


t.me/Miur_Social/3471



IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO DI ITALO CALVINO


#rileggiamoli
Di questo libro Italo Calvino ha detto: “Questo romanzo è il primo che ho scritto. … Al tempo in cui l'ho scritto, creare una letteratura della Resistenza era ancora un problema aperto, scrivere il romanzo della Resistenza si poneva come un imperativo; … ogni volta che si è stati testimoni o attori d'un'epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale …

iyezine.com/il-sentiero-dei-ni…





#NotiziePerLaScuola

Al via la presentazione telematica delle istanze di scioglimento delle riserve nelle GaE e nelle GPS e di conferma dei servizi nelle GPS.

Info ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/gradua…

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t.me/Miur_Social/3469





Appena atterrata da Londra,controllo passaporti: per tutti dura pochi secondi, per me no. Agente legge attentamente sullo schermo qualcosa.