Regno Unito: Liz Truss, il Primo Ministro camaleonte
La politica estera del regno? Camaleontica, improvvisata e intransigente, su posizioni ideologiche tutt'altro che immuni da inversioni a U
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Perché la Corte europea dei diritti dell’uomo rimane la chiave della giustizia per l’Ucraina
È probabile che l’ultima richiesta dell’Ucraina alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di ordinare alla Russia di rispettare i propri obblighi in materia di diritti umani andrà allo stesso modo dei precedenti ricorsi, vale a dire il rifiuto di conformarsi. Questa è stata la risposta coerente della Russia durante gli ultimi otto anni di [...]
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Energici
In Russia i giornali li chiudono e i giornalisti li arrestano. Ivan Safronov lo hanno condannato a 22 anni di carcere in un processo a porte chiuse di cui, quindi, non si sa niente. Noi stessi neanche lo sapremmo se la notizia non fosse stata diffusa da Novaya Gazeta Europa, ovvero il sito europeo del quotidiano fatto chiudere da Mosca.
Eppure un problema di opinione pubblica esiste perché, checché ne dicano certi (che avrebbero fatto ridere anche il Peppone di Guareschi), nessuno ama fare la fame o vedersi ammazzati i figli.
Che è poi la ragione per cui i russi non rimediano alla carenza di soldati chiamando all’obbligatorietà del servizio militare. Ma, secondo tradizione, dall’impero zarista a quello comunista, all’opinione pubblica interna forniscono due medicine: l’esaltazione nazionalista e la repressione.
In Russia, però, tengono molto alla nostra opinione pubblica, investendovi denari e usando i propri servitori, che generosamente furono chiamati “utili idioti”. Certo che la guerra è una brutta cosa e certo che la carenza di gas e i suoi prezzi elevati comportano dolori profondi e disagi sociali su cui speculare.
E certo che nel nostro mondo non solo si vive liberi, ma anche comodamente. Certo che ci teniamo, alle comodità. Giustamente. Ma sono figlie della libertà, non loro nemiche. Perché mai la Russia non ha mai avuto il nostro sviluppo? Come mai un Paese da 140 milioni di abitanti ha un prodotto interno lordo inferiore al nostro, che di abitanti ne abbiamo meno di 60 milioni? Perché senza la libertà non c’è iniziativa e senza iniziativa non c’è ricchezza. Requisita da gerarchi e oligarchi, ladri e arricchiti.
Sono queste le ragioni per cui in Russia lanciano appelli al tenore di vita degli europei, infinitamente più alto di quello dei russi. Non sono i poveri che si preoccupano dei ricchi, ma il nemico che ritiene la libertà sia una debolezza, sperando di sfruttarla. A Mosca sono convinti che crolleremo prima noi, perché le bollette alte faranno esplodere le piazze. Noi siamo certi che crolleranno loro, anche perché i ladri sono rimasti senza bottino.
Ciò non toglie che dobbiamo rimediare ai guasti interni al nostro mondo, difatti sono già stati mobilitati tanti soldi, altri lo saranno, con altre importanti contromisure. Siccome, però, fra i putiniani ve ne sono molti che invocano uno “scudo europeo”, sarà bene essere chiari. La proposta italiana, risalente al marzo scorso, del tetto al prezzo del gas russo, ha come fondamento l’uso del potere dell’acquirente.
C’è quello del venditore, ma se compri molto anche dall’altra parte c’è del potere. Immaginare un acquirente europeo unico, come si è fatto e ha funzionato benissimo con i vaccini, ha lo stesso fondamento: assieme pesiamo molto di più ed evitiamo di farci concorrenza fra noi.
Questo, però, comporta due cose:
- si introducono regole che limitano il libero mercato;
- si trasferiscono potere e sovranità a livello europeo.
Entrambe le cose comportano l’accettazione di vincoli: una politica solidale e di reciproco soccorso e il sottostare alle regole che l’acquirente unico si darà (o al prezzo massimo stabilito). Chi chiede queste cose, quindi, sta chiedendo più vincoli europei, in cambio di più forza per negoziare e resistere. Scelta razionale.
Ma anche l’opposto di volere togliere potere ai “burocrati di Bruxelles” (molti, ma molti meno dei soli italiani), o di anteporre i propri interessi a quelli degli altri. Chiedere lo scudo europeo e, al contempo, reclamare la violazione dei vincoli economici, poi, non è neanche un’incoerenza, è un imbroglio.
Noi amanti della libertà plaudiamo a queste iniziative, pur non dimenticandoci che il mercato deve essere regolato, non ingabbiato. Gli amanti di Putin, invece, devono essere riconosciuti come alfieri dei risultati cui porta quell’amore: miseria e repressione. Basterà averlo chiaro e non saranno certo le nostre affluenti opinioni pubbliche a volere nulla di simile. Semmai ci scopriremo più energici nell’avversarlo.
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🇮🇹 #ItaliaDomani si fa insieme!
Al via la nuova campagna istituzionale sul #PNRR di Palazzo Chigi.
Costruiamo, con l’Europa, un Paese innovativo e sostenibile a partire anche dalla scuola.
Scoprite come su
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Il Presidente Giuseppe Benedetto ospite a “Start” su Sky TG 24 il 7 settembre 2022
Il 7 settembre 2022, a partire dalle 10.30, il nostro Presidente Giuseppe Benedetto è stato ospite di Roberto Inciocchi a “Start” su Sky TG 24.
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La musica calabrese protagonista del festival In Aspromonte a San Giorgio Morgeto il 7 e 8 settembre
Due giorni di concerti animeranno l’ultimo scorcio d’estate a San Giorgio Morgeto con il programma del festival In Aspromonte, che vuole fare emergere e rendere sempre più attrattivo il borgo calabrese, porta del Parco e legato ad una lunga storia di popoli, culture, arte e tradizioni.
Dopo una ricca stagione di eventi, con il cartellone di Estate Morgetia 2022 che ha riempito di presenze il centro storico sangiorgese, il 7 e 8 settembre la tradizione musicale calabrese sarà di scena sul palco allestito in Località Melia, per confermare l’attenzione dell’amministrazione comunale alla valorizzazione di una lunga storia di suoni e canti, che rappresentano il racconto della vita dei calabresi nel corso dei secoli.
Il 7 settembre sarà l’esplosiva vitalità musicale della tarantella di Ciccio Nucera a far scatenare il suo affezionato pubblico di fan con i balli tradizionali ed i suoni del tamburello e dell’organetto, che lo rendono un personaggio quasi unico nel suo genere. Un “one man show” travolgente e pieno di ritmo che, grazie alla potenza della musica, diventa anche occasione quotidiana di promozione e valorizzazione della cultura del territorio.
Una vita all’insegna della musica e della tradizione, rapito da questi suoni sin da piccolissimo nel suo paese di origine, Gallicianò, grazie ai tanti anziani che tramandavano le “passate” all’organetto e i canti tradizionali elevati a straordinari mezzi di espressione identitaria di una comunità, quella grecanica, che ancora oggi rappresenta un patrimonio da custodire e tramandare.
L’8 settembre sarà la volta del Quartetto Areasud, band protagonista di un percorso di ricerca che parte dalla musica calabrese per esplorare il mondo dei suoni mediterranei e contemporanei, partendo dalla creazione di un ponte con i suoni della vicina Sicilia. Il gruppo nasce dall’incontro tra il musicista e ricercatore calabrese Maurizio Cuzzocrea e alcuni tra i principali protagonisti della scena world ed etnica catanese, Mario Gulisano, Marco Carnemolla e Franco Barbanera. Insieme hanno costituito la base del progetto di world music “Musica lievemente tradizionale”, che è anche il titolo del recente cd della band.
Negli ultimi due anni, nonostante la pandemia, il Quartetto Areasud è stato protagonista di numerosi festival, in Italia e all’estero, tra cui Alkantara Fest, Appennino Festival e Zampognarea, in Italia, Babel Sound Festival in Ungheria e Etnosviets in Lettonia. Tra i progetti in programma nei prossimi mesi, l’esordio di due nuove produzioni dedicate al teatro, con l’attrice Preziosa Salatino, e ai canti di culla in Italia, in collaborazione con il gruppo musicale Enerbia, tra i principali interpreti della musica tradizionale del territorio delle Quattro Province.
“In Aspromonte” è realizzato dall’amministrazione comunale di San Giorgio Morgeto con il patrocinio e il contributo della Regione Calabria, sotto il marchio di Calabria Straordinaria e con la collaborazione delle associazioni Darshan, AreaSud e di Euracus srl Impresa sociale.
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Scuola e legalità, le regole della consapevolezza
Anche se le attività didattiche inizieranno il 14, già da qualche giorno la scuola ha avviato il suo cammino, e per gli insegnanti è tempo di programmazione.
Certamente troverà spazio nel corso dell’anno l’attenzione al tema della legalità in tutte le sue declinazioni. Obiettivo primario è l’educazione alla legalità, inteso come esercizio possibile e praticabile dalla scuola stessa mentre trascorre i suoi giorni tra i banchi.
La domanda che qui vorremmo porci è la seguente: quale e quanta considerazione ha la scuola di quella buona dose di legalità di cui è intrisa la sua vita? La tiene costantemente sotto la sua lente? Vive un processo di maturazione perché insegnanti e alunni la rendano sempre più trasparente? Sono segnati con matita blu gli errori perché di essi si possa far tesoro e superarli?
Per intenderci dobbiamo ricorrere a degli esempi concreti. Li attingiamo da quei racconti che sono la delizia dell’estate nei conversari degli ex compagni di classe quando in pizzeria si ritrovano per le emozionanti rimpatriate. Che cosa raccontano, sia pure con buona dose di esagerazione?
Che nella nostra classe c’era Giorgio che puntualmente apponeva la firma di suo papà sul foglietto delle giustificazioni delle assenze e che al termine degli studi il genitore si era complimentato con lui per averne fatte solo alcune, solo quelle per le malattie stagionali. Gli insegnanti, al mattino, non riuscivano a verificare di volta in volta neanche la somiglianza tra la firma originale di suo padre e quella che si trovavano sotto gli occhi e pertanto con questa furbata ci ha campato per almeno tre anni.
Giorgio, a scuola, faceva la manovra più semplice per aggirare l’ostacolo. Noi diremmo: faceva una birichinata. Siamo sicuri? O forse Giorgio imparava un mestieraccio e, dalla scuola e dalla famiglia, non si è mai sentito dire che il suo, nel suo piccolo, era un falso in atto pubblico? L’avrebbe dovuto scoprire a scuola e invece l’ha appreso solo in seguito, come quando e in che circostanze non sappiamo.
Michele racconta di aver quasi sempre copiato la versione di latino da un compagno o da un libro. Gli ha detto qualcuno che copiare non è il verbo esatto e bisogna cercarne un altro sul vocabolario? A scuola è copiare, una cosa che non si fa. Che con si fa o che non si può neanche fare perché è persino reato? Michele, quando l’ha scoperto?
L’insegnante faceva usare un manuale – vecchio, diceva, ma ottimo – e indicava anche la rivendita dove acquistarlo. Disgustare l’insegnante era difficoltoso per mille motivazioni. Gliel’ha detto mai qualcuno che esercitava un potere fuori di ogni regola decente e che si trattava di un abuso?
Fernando arriva a scuola con tutti i compiti in perfetta regola anche quando la maggior parte dei compagni non riusciva a portarli a termine. Ha mai detto che ricorreva sistematicamente all’aiuto di persone amiche e pertanto falsava la sincera denuncia dei suoi compagni di non esservi riusciti?
Per non dire poi di voti regalati, di raccomandazioni di ferro, di diplomi esistenti solo sulla carta che a giudizio degli stessi compagni di classe costituivano dei veri e propri falsi storici.
Qualcuno bada a queste cose? Oppure si lasciano correre come se nulla fosse o costituiscano solo materiale dell’infanzia che fa ragione a sé, spingendo i ragazzi in un limbo di perenne adolescenza come se l’età adulta stesse lì ad attendere sine die?
Questa mappa non è completa e né voleva esserlo perché l’esistente scolastico è ricco e plurale. E’ certo, però, che un variegato mondo è quello scolastico. Verrebbe voglia di classificarlo – e spesso si fa – come un mondo di ragazzi che si esprime e si chiude in un’età spensierata e pronta a chiudere questa parentesi della vita per poi passare in quella adulta e inventare un’età nuova.
Forse in questa considerazione c’è un abbaglio e anche un torto. La scuola è una stagione della vita. Sta all’inizio di ogni giovinezza ed età adulta. Non è da dimenticare e nessuno la dimentica. Nel bene e nel male la porta con sé fino all’ultimo dei suoi giorni. Guardarla come un male o un bene stagionale è poca cosa. Merita altro.
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Liz Truss, sfidando venti contrari
La conservatrice Liz Truss è il cinquantaseiesimo primo ministro del Regno Unito. Boris Johnson è particolarmente soddisfatto di tale nomina e la sua erede, in precedenza ministro degli Esteri, ha elogiato BoJo definendolo un amico e uno dei più importanti primi ministri della storia. “He got Brexit done” ha infatti dichiarato riferendosi al premier uscente, ringraziandolo anche per la sua politica a favore della vaccinazione anti covid e la sua aperta difesa nei confronti dell’Ucraina dopo lo scoppio della guerra.
Tralasciando il come la si pensi sui contenuti, le posizioni della Truss sono sicuramente grintose, degne dello spirito dei Tory: fortemente a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si fa alfiere di una nuova era di autonomia economica e commerciale britannica, in senso contrario a quelle politiche europee da lei bollate come protezioniste.
Dopo l’aggressione militare russa contro l’Ucraina, la Truss ha esortato i britannici ad arruolarsi volontari al fianco delle truppe di Zelensky, “questa è la nostra guerra (…) la peggiore in Europa in 40 anni” ha infatti dichiarato. Processerebbe Putin come a Norimberga, auspica la riconquista della Crimea. Insomma, sia ad alleati che ad oppositori, è chiaro che la nuova premier abbia idee decise e una ambizione inossidabile.
Liz Truss, 47 anni, oggi terza donna leader nella storia del Regno Unito, è stata la più giovane ministra di sempre – curiosamente condivide questo stesso primato con Giorgia Meloni che, sondaggi alla mano, pare destinata tra una ventina di giorni ad essere eletta nuova leader conservatrice d’Italia.
Qual è la ricetta del suo successo? Sicuramente la Truss ha sfruttato le innovazioni del nostro tempo. Ha infatti molta visibilità sui social dove si contraddistingue per i suoi selfie scattati nelle situazioni più improbabili. Molto noto anche lo scatto della premier su un carrarmato in tenuta militare – un tentativo di ispirazione alla unica e inimitabile Lady di Ferro.
Nonostante in famiglia fossero militanti di estrema sinistra, e anche la Truss abbia avuto un passato progressista, da anni la nuova premier in carica riconosce come sua guida politica proprio Margaret Thatcher. Dopo aver studiato al Merton College di Oxford Filosofia, Politica ed economia (il noto PPE, corso di laurea che ha formato numerosi politici e premier inglesi), ha inizialmente cominciato l’attività politica nelle file opposte ai Tory – nonostante ora le sue idee siano totalmente contrarie, anche all’epoca era riconosciuta come una politica agguerrita nonostante il suo fare spesso impacciato in pubblico.
Il discorso inaugurale a Downing Street è stato molto lineare, l’agenda e le priorità chiarite con pragmatismo. Assieme al rilancio dell’economia e il necessario rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la grande misura preannunciata è il tetto alle bollette di gas e luce per far fronte all’imminente crisi energetica. Il programma che la Truss s’accinge a formalizzare ed attuare è in continuità con la politica della destra britannica, il focus è soprattutto sulla riduzione delle tasse, a dispetto di crisi e inflazione.
“Abbiamo davanti venti contrari globali molto forti ma so che possiamo farvi fronte”, ha dichiarato. La Truss è fiduciosa e crede vivamente che il Regno Unito ne uscirà vittorioso dalla scena. Siamo sicuramente distanti, come epoca e profondità politica, da quelle famose parole pronunciate da un altro esponente dei Tory, Sir Wiston Churchill, “we shall fight on the beaches”. I venti globali contrari stanno soffiando sull’isola. Da spettatori esterni, non possiamo che augurare alla nuova premier un sincero augurio di buon lavoro.
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#OpenFiber e la rete che non c’è! L'editoriale bomba di @rafbarberio su @Key4biz
OPENFIBER E LA RETE CHE NON C’È. L'EDITORIALE DI RAFFAELE BARBERIO SU KEY4BIZ
È lecito chiedersi come CDP insista nel voler affidare la partita della rete unica ad una società che non è in condizione di mantener fede ai pur limitati (rispetto all’operazione monstre della “rete unica”) impegni già assunti.
Continuano a valanga le segnalazioni di sindaci, imprese e semplici cittadini che si lamentano per il fatto di non avere disponibilità della fibra del Progetto BUL, nonostante il loro indirizzo risulti attivabile con fibra. Non riescono ad avere il servizio o se lo hanno, la connessione a loro offerta è molto scadente. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza su una questione molto delicata di cui Infratel, da una parte, ed il nuovo governo che scaturirà dalle urne del 25 settembre, dall’altra, dovranno occuparsi con urgenza non solo per rimettere ordine, ma anche per valutare i danni creati.
L'articolo completo è su Key4biz
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key4biz.it/open-fiber-e-la-ret…
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Lacrime di sangue (L’étrange couleur des larmes de ton corps) di Bruno Forzani e Hélène Cattet [2013]
Della coppia artistica Forzani-Cattet ero fermo al solo “Amer”, debutto sulla lunga distanza datato 2009, visto, tra l’altro, in un momento piuttosto confuso della mia vita, e quindi apprezzato meno del suo effettivo valore. Nei giorni scorsi, soffocato dalla canicola estiva, ho pensato che potessero essere maturi i tempi per una seconda possibilità, e mi sono scaricato “Lacrime di sangue”, il loro secondo lungometraggio.
!cinema_serietv
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AlphaFold, come l’intelligenza artificiale rivoluziona la biologia. Di @CastigliMirella su @Agenda_Digitale
ALPHAFOLD, COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE RIVOLUZIONA LA BIOLOGIA
L’AI di Alphafond ha permesso di creare un archivio digitale con 200 milioni di proteine di cui prevede la forma 3D. Non solo di strutture proteiche umane, ma anche di altri esseri viventi. Accanto alle opportunità di semplificare la ricerca scientifica, non mancano le criticità
L'articolo di Mirella Castigli su #AgendaDigitale
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Instagram - La fiera della vanità
Grazie a un tweet di @Alexis Kauffmann, ho trovato su Arte questo documentario: “Instagram - La foire aux vanités” sulla nascita, l’evoluzione, l’enorme diffusione di Instagram, i meccanismi che ne regolano il funzionamento e l’impatto negativo che ha sui suoi utenti. Considerando anche il fatto del grandissimo numero di giovani che utilizzano questo social network (quasi tutti i miei studenti, ad esempio), il documentario offre, secondo me, diversi spunti di analisi di grande interesse.
C’è anche una versione in lingua originale con sottotitoli in italiano, la si trova qui: https://www.arte.tv/it/videos/095729-000-A/instagram-la-fiera-virtuale-delle-vanita/
Il documentario è disponibile in rete fino al 28.10. 2022.
Qui sotto, trovate la traduzione dell’introduzione alla versione francese, più completa e più chiara rispetto a quella italiana, nella versione in tedesco il titolo è ancora più esplicito: “Instagram – Il social network tossico”.
Lanciato poco più di dieci anni fa, il social network Instagram ha conquistato il mondo. Questa approfondita indagine analizza i meccanismi della sua ascesa e ne evidenzia gli effetti deleteri.
Due miliardi di utenti attivi al mese, 100 milioni di video e foto condivisi ogni giorno: lanciato nell'autunno del 2010, nel cuore della Silicon Valley, da Kevin Systrom e Mike Krieger, due studenti dell'Università di Stanford, il social network Instagram ha conosciuto un'ascesa fulminante. Sfruttando lo sviluppo della fotografia mobile, l'applicazione, inizialmente pensata per modificare (grazie ai suoi famosi filtri) e condividere le foto, ha rapidamente attratto le celebrità e attirato l'attenzione dei giganti digitali.
Nel 2012 Mark Zuckerberg, a capo di Facebook, ne ha intuito il potenziale commerciale e l'ha acquistata per l'incredibile cifra di un miliardo di dollari. Due anni dopo, lsul sito è comparsa a pubblicità, portando a un'esplosione dell'influencer marketing. Da quel momento in poi i marchi si sono rivolti alle personalità più seguite per promuovere i loro prodotti. Le star con milioni di abbonati, come Cristiano Ronaldo o Kim Kardashian, guadagnano cifre astronomiche, mentre in fondo alla gerarchia, soggetti a una concorrenza spietata, i "nano-influencer" si accontentano di contratti pagati in natura o di benefit promozionali.
Trasformata in un gigantesco centro commerciale, la rete dà in pasto ai suoi utenti visioni modificate della realtà, con corpi giovani e svestiti, luoghi turistici che vengono immediatamente fpresi d’assalto e immagini di cibo esteticamente gradevoli, etichettate come "food porn". Conseguenze: la chirurgia estetica tra i giovani è in aumento, facendo arricchire professionisti senza scrupoli, mentre l'ansia e la depressione aumentano in modo preoccupante tra gli adolescenti, che sono particolarmente permeabili a questi ideali standardizzati.
La tirannia
Messa sotto accusa per i suoi eccessi, Instagram ha tuttavia trovato una seconda possibilità durante la pandemia, diventando un luogo per l'espressione artistica, l'intimità e le lotte delle minoranze. Partendo dalla sua nascita fino alla sua recente evoluzione, l’autore, Olivier Lemaire (Le musée et le milliardaire anticonformiste, Let’s Dance) si avvale di una serie di testimonianze (l'influencer Maya Borsali, il "Dr. Miami", chirurgo star dei social network, il sociologo Dominique Boullier e Sarah Frier, autrice di No Filter: The Inside Story of Instagram, oltre alle famiglie di adolescenti vittime di questa tirannia delle immagini) per decifrare l'influenza di una rete che plasma le nostre vite, sconvolge la nostra economia e ridisegna il nostro rapporto con la realtà, spesso in peggio.
Diretto da: Olivier Lemaire
Paese: Francia
Anno: 2022
@informapirata :privacypride: @Le Alternative @maupao @Scuola - Gruppo Fediverso
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Al via il nuovo anno scolastico.
La crisi del sistema politico: parlamentarismo, ordoliberismo, tecnocrazia | La Fionda
"La crisi del sistema politico non investe solo il parlamentarismo o la tenuta delle istituzioni; sono piuttosto i rappresentati, le classi sociali meno abbienti i soggetti maggiormente colpiti dall’ordoliberismo e da una democrazia plasmata sui principi tecnocratici."
Tigray, Affrontare l’Assedio Abusivo dell’ Etiopia
La prima nave noleggiata dalle Nazioni Unite che trasportava grano ucraino, che era rimasta in silos bloccati a seguito dell’invasione su vasta scala della Russia, ha attraccato a Gibuti il 30 agosto. Il passaggio gratuito di questa spedizione, destinata all’Etiopia, ha seguito la pressione concertata dell’Africa governi sulla Russia e negoziati guidati dalle Nazioni Unite. Ma sono necessari più forza diplomatica, anche da parte dei paesi africani, per porre fine alla stretta soffocata da quasi due anni del governo etiope sull’assistenza umanitaria alla regione assediata del Tigray. Altrimenti, è improbabile che molti degli etiopi più a rischio di fame ne traggano beneficio.
L’Etiopia è uno dei sei paesi che le Nazioni Unite hanno individuato per avere persone a rischio di fame. Milioni di persone nel sud e nell’est del Paese sono alle prese con livelli allarmanti di fame e malnutrizione a causa di una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. Le comunità nelle aree colpite dal conflitto nel nord del paese fanno affidamento sull’assistenza umanitaria. Ma è nella regione del Tigray, in particolare, che una grave crisi di fame persiste da oltre un anno e potrebbe essere invertita attraverso azioni del governo.
Dallo scoppio della guerra nel Tigray nel novembre 2020, le forze etiopi e i loro alleati hanno frequentemente violato illeggi di guerra. Hanno saccheggiato e preso di mira case e infrastrutture civili – crimini che le forze del Tigray avrebbero poi replicato in altre regioni – interrompendo i servizi di base e ostacolando gravemente gli aiuti ai civili coinvolti nei combattimenti. Quindi le autorità hanno imposto un effettivo assedio all’intera regione, escludendo praticamente tutta l’assistenza umanitaria ai civili in violazione del diritto interno etiope, dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario.
Per i primi otto mesi del conflitto, le forze etiopi e i loro alleati hanno saccheggiato aziende, ospedali, banche, bestiame e raccolti, lasciando la regione dipendente dall’assistenza. L’impatto di questa distruzione è stato devastante. Ha impedito alle persone di ottenere assistenza sanitaria , cibo e altri servizi di base e ostacolato il recupero di un sistema sanitario rotto dal conflitto. Per mesi, le forze federali e regionali hanno bloccato le strade, rendendo quasi impossibile per attori privati o agenzie umanitarie trasportare forniture mediche o cibo. Rifornimenti ridotti a livelli allarmanti.
I ricercatori di Human Rights Watch hanno parlato a febbraio con medici che avevano curato dozzine di sopravvissuti a un attacco mortale di droni senza accesso a fluidi per via endovenosa o guanti protettivi. Un giornalista che si è recato in Tigray tra la fine di maggio e l’inizio di giugno ci ha detto di aver visto “fame ovunque”. Ad agosto, le Nazioni Unite hanno avvertito che un bambino tigrino su tre di età inferiore ai 5 anni è gravemente malnutrito.
Da quando il governo etiope ha dichiarato una tregua umanitaria alla fine di marzo, i convogli umanitari precedentemente bloccati dall’ingresso nel Tigray stavano finalmente arrivando nella regione. Ma ciò che stava ottenendo non si avvicinava a soddisfare le crescenti esigenze di una popolazione vulnerabile. Con le consegne di carburante e i flussi di cassa ostacolati, e il governo che continua a tenere chiuse le banche e le telecomunicazioni, le organizzazioni umanitarie stanno lottando per salvare vite umane.
La ripresa dei combattimenti nel nord dell’Etiopia il 24 agosto mette ulteriormente a rischio gli sforzi delle agenzie umanitarie. Un portavoce delle Nazioni Unite ha osservato che i combattenti del Tigray sono entrati in un magazzino delle Nazioni Unite nella capitale del Tigray, Mekelle, e hanno sequestrato 12 autocisterne destinate all’uso umanitario. Le forze del Tigray si sono anche spinte nella vicina regione di Amhara. Secondo quanto riferito, un attacco aereo del governo etiope a Mekelle il 26 agosto ha colpito un asilo e ucciso almeno sette persone, compresi i bambini. Da allora la consegna di forniture umanitarie su strada rimane sospesa , così come i voli umanitari. L’assedio nel Tigray rimane molto attivo.
Gli attacchi aerei e il saccheggio delle limitate scorte di carburante danneggeranno solo i Tigrini che stanno già subendo gli effetti del conflitto e dell’assedio. La maggior parte delle persone nel Tigray non può acquistare il cibo disponibile perché il costo dei prodotti di base continua a salire. Un residente della città di Shire ha affermato che il costo del teff, un cereale che è uno dei principali alimenti di base del paese, è triplicato negli ultimi cinque mesi.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha cercato di affrontare le ampie restrizioni sugli aiuti e sui beni essenziali nei conflitti in Yemen e Sud Sudan, approvando una risoluzione nel 2018 che condannava il rifiuto illegale degli aiuti umanitari salvavita e dei servizi essenziali come strategia di guerra. Nella speranza di impedirlo altrove, la risoluzione del Consiglio di sicurezza invita espressamente il segretario generale delle Nazioni Unite a informare rapidamente il consiglio quando sorge il rischio di carestia indotta dal conflitto.
Eppure, di fronte a flagranti violazioni della sua stessa risoluzione in Etiopia, il Consiglio di Sicurezza non ha mai sanzionato i maggiori responsabili di azioni illegali durante il conflitto. Inoltre, il consiglio non ha nemmeno inserito l’assedio in corso nel Tigray nella sua agenda formale.
La diplomazia africana concertata intorno alla crisi del grano in Ucraina e al blocco russo è in netto contrasto con l’inerzia dell’Africa nei confronti dell’Etiopia nel Consiglio di sicurezza. I tre membri eletti che rappresentano l’Unione africana nel Consiglio di sicurezza – Gabon, Ghana e Kenya, noto come A3 – hanno ripetutamente bloccato qualsiasi discussione pubblica sull’Etiopia, consentendo a questo palese disprezzo per le norme internazionali di persistere.
Nel frattempo, l’Etiopia ei suoi partner nella regione e oltre hanno consentito che l’accesso ai beni di prima necessità diventasse una merce di scambio politica. Il ministro degli Esteri dell’Etiopia ha recentemente affermato che i servizi di base non saranno ripristinati fino a quando le due parti non inizieranno i colloqui di pace, mentre le autorità del Tigray vogliono che i servizi vengano ripristinati prima che i colloqui possano iniziare. Con la ripresa dei combattimenti, è ancora più essenziale per il mondo chiarire che i negoziati e l’accesso agli aiuti devono essere disaccoppiati.
Allora, cosa si deve fare?
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, a cominciare dall’A3, e l’Unione africana devono agire ora. Dovrebbero chiedere pubblicamente all’Etiopia di revocare completamente la sua stretta sugli aiuti umanitari disperatamente necessari e la chiusura dei servizi di base. Dovrebbero insistere affinché le parti in guerra, comprese le forze del Tigray, rispettino il diritto internazionale e facilitino l’assistenza a chi ne ha bisogno senza alcuna precondizione o ritardo. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe tenere un dibattito pubblico per affrontare la fame indotta dal conflitto e inserire l’Etiopia nell’agenda regolare del consiglio.
È fondamentale che tali pratiche governative non siano normalizzate. I responsabili del blocco di cibo, carburante e medicinali, nonché dell’utilizzo dei servizi di base come merce di scambio, dovrebbero essere ritenuti responsabili. Coloro che usano la fame di civili come metodo di guerra ostacolando i rifornimenti di soccorso o privando i civili di ciò di cui hanno bisogno per la loro sopravvivenza possono essere perseguiti percrimini di guerra. Affinché ciò avvenga, sarà fondamentale anche il proseguimento del lavoro della Commissione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Etiopia, che sarà rinnovato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra a settembre.
L’impegno dell’Africa e delle Nazioni Unite sul blocco della Russia nel Mar Nero ha dimostrato quale pressione pubblica combinata con la diplomazia può fornire sugli aiuti umanitari. Le navi in partenza dai porti ucraini carichi di grano sono il miglior tipo di dividendo di tale approccio. Ma abbiamo anche visto il contrario: una crisi in gran parte dimenticata in Etiopia, dove la fame armata di un’intera regione non ha generato neanche lontanamente la stessa attenzione. A meno che la comunità internazionale non si raduni per garantire che tutti nel Tigray abbiano pieno accesso all’assistenza umanitaria, le spedizioni di grano che finalmente arrivano in Etiopia potrebbero non arrivare a una delle popolazioni più bisognose. Se questo è il risultato finale, l’accordo sul grano sarà una vittoria vana.
Kenneth Roth – Ex Direttore Esecutivo del HRW – Human Rights Watch
FONTE: hrw.org/news/2022/08/31/confro…
Clear lines against chat control: Liberals’ paper puts German Interior Minister Faeser on the spot
Original article here. This article was translated by Patrick Breyer’s team with the consent of the original authors.
Screening chat messages, scanning private photos: For the German ministries led by the liberal FDP, the plans for chat control by the EU Commission crosses “red lines” in many places. An internal document shows that the federal government is not united on the issue.
The FDP-led federal ministries are apparently putting internal pressure on the federal government, because the EU Commission’s plans for chat control go too far for them. This becomes clear from a list of “red lines” that the Ministry of Justice and the Ministry of Digital Affairs have sent to the SPD-led Ministry of the Interior, according to Tagesspiegel Background. (We publish the list in full text.)
Chat control refers to plans by the EU Commission to combat the spread of recordings of sexualised violence against children. The Commission presented a draft in May which demands far-reaching obligations for tech companies. Among other things, they are to automatically recognise known and previously unknown depictions of sexualised violence against children, even in private chats. The plans have been met with scathing criticism, including warnings from the EU data protection authorities of unnecessary mass surveillance.
The German government also criticised the planned measures. In a letter, it badgered the EU Commission with more than 60 questions, some of them very pointed, including the importance of encrypted communication or the error rates to be expected when recognising such images. Now a letter shows that the critical attitude within the German government is apparently not consistent. As Tagesspiegel Background reports, in the letter the ministries of justice and digital affairs address the ministry of the interior (BMI) led by SPD minister Nancy Faeser, the ministry in charge of the matter.
“Red lines”: No scanning for unknown recordings
The “red lines” drawn in the letter concern the core of the planned EU legislation. Among other things, the ministries demand: “No regulations that lead to chat control”. Messages sent via messenger or email must be explicitly excluded from automated searches. This would remove the central and name-given measure from the planned regulation.
Material that users upload to personal cloud storage and do not share with anyone, such as a backup of their own photos on their mobile phone, should also not be subject to the search orders.
Another point revolves around a particularly controversial part of the planned EU regulation. Tech companies should not only be forced to search for already known material in their users’ data. This is possible with less invasive procedures. The companies are also supposed to track down new, previously unknown material. In addition, they should automatically detect the initiation of sexual contact with minors, so-called grooming. This means far-reaching invasions of the privacy of millions of innocent users. According to the paper, both measures should be discarded.
End-to-end encryption is to remain
In the paper, the ministries also discuss the confidentiality of private communications. According to the paper, the EU regulation should explicitly rule out the possibility of companies undermining end-to-end encryption in order to automatically screen content. End-to-end encryption ensures that only recipient and sender can read a sent message. Removing encryption from messages would overall weaken the ability to communicate securely.
The paper also explicitly rejects so-called client-side scanning. In this process, providers scan the messages of their users directly on the device, even before they are sent end-to-end encrypted. This method is considered one of the few ways to check content despite end-to-end encryption. But scanning before sending also weakens anonymous communication. The EU data protection authorities had previously warned against this.
Non-negotiable “red lines” for the FDP ministries are apparently also crossed by the Commission’s plans on age verification. The EU Commission wants providers to check the age of their users. The ministries demand that the text of the regulation exclude the requirement to present an identity card or other means of identification. In Germany, the age of majority can be confirmed with the online ID function without revealing further data. However, such technologies are not available for all EU citizens. They could then be forced to disclose not needed further data.
The ministries also demand that content and behaviour that is not punishable under national law be excluded from the regulation. This is a central problem which complicates international action against depictions of sexualised violence. Depending on national law, certain recordings are not punishable – for example, because the age of sexual consent differs. This applies, for example, to nude images sent during consensual sexting between young people. Even today, more than half of the suspects in so-called child pornography are minors themselves.
No screening of audio messages
The FDP ministries attack another point that has hardly been taken into account so far. Most recently, the EU data protection authorities had stated in their assessment: voice messages and audio communication in real time, i.e. telephone calls, are to be explicitly excluded from the regulation. So far, the EU Commission’s draft does not explicitly exclude that providers also have to screen audio files such as voice messages and telephone calls.
The demands in the list are mostly kept very concise and mainly formulated in a negative way: It is about what must not happen in the regulation. We asked the Ministry of Justice whether the ministries will also propose their own alternatives and when exactly the paper was sent out. The answer was that they do not comment on details of ongoing internal government consultations. Instead, the ministry referred to a general statement by Justice Minister Marco Buschmann on chat control. He was “very sceptical about this new draft” and rejected a “general blanket surveillance of private correspondence”.
The Federal Ministry of the Interior, too, wrote on request only that in the context of the current negotiations “according to common practice” all ministries involved were asked to submit their position for further discussion.
The demands from the FDP ministries are clearly set out in the paper. The question is what the Federal Ministry of the Interior will do with them now. At least some of the demands can be derived directly from the coalition agreement of the federal government, which states: “We reject measures to scan private communications and an identification obligation.” In a next step, the ministry is to present a report on the commission’s plans to the digital committee of the Bundestag, as Tagesspiegel Background reports.
Red lines for Ministry of Justice (BMJ) and the Ministry of Digital Affairs (BMDV)
In order for the FDP- led ministries to be able to agree to the draft regulation of the COM the following requirements must at least be met (“red lines”):
- Clear requirements for the issuance of disclosure orders (sufficient limitation of the “significant risk” in the Regulation, more detailed requirements for the balancing decision according to Art. 7 (4) b) of the Draft Regulation).
- No provisions leading to chat control (to be excluded by deleting the applicability of Art. 7 of the Draft Regulation to interpersonal communication services (esp. email services, messenger) according to Art. 2 b) of the Draft Regulation).
- Exclusion of personal memories that are not shared. Cloud memories, which serve as a backup of one’s own photos on the mobile phone, for example, must explicitly not be covered by the regulations on the discovery order (to be excluded by excluding the applicability of Art. 7 Draft Regulation to personal memories).
- Deletion of the applicability of Art. 7 Draft Regulation to so-called unknown material and grooming.
- Explicitly exclude the use of client-side scanning and the removal of end-to-end encryption to fulfil obligations under the Draft Regulation (to be excluded in a separate article of the Draft Regulation).
- Audio communications (voice recordings and real-time audio communications) are to be explicitly excluded from the scope of the Draft Regulation, as in the Interim Regulation.
- Providers must be able to fulfil the obligations under the Draft Regulation (risk assessment, risk mitigation, deletion/blocking) without using the detection technologies described in Article 10(1) Draft Regulation. This is to be specified in the text of the Draft Regulation.
- Age verification for the implementation of the obligations from the Draft Regulation (such as risk reduction, Article 4 Draft Regulation, obligation for app stores in Article 6 (1)(c) Draft Regulation) only if the possibility of anonymous or pseudonymous use of the services concerned is preserved. To this end, the text of the Draft Regulation must exclude the presentation of an identity card or other means of identification for the purpose of age verification.
- No inclusion of content or conduct that is not punishable under national law (definitions in Article 2 of the Draft Regulation must take into account the scope for decision-making granted to member states in Directive 2011/93/EU on combating the sexual abuse and sexual exploitation of children and child pornography and replacing Council Framework Decision 2004/68/JHA (FD), in particular with regard to determining the age of sexual consent (Article 6 of the FD) and the impunity of certain acts (Article 5(8) of the FD)).
Confessioni di una maschera “Il crepuscolo degli Dei”
Pensare che qualcuno ancora non è riuscito a capire la differenza che c’è tra i social network e la realtà, è un qualcosa che mi annichilisce, sotto tutti i punti di vista. Non è ancora stato creato un antidepressivo in grado di aiutarmi a rialzarmi dalla catatonia che mi assale ogni volta che realizzo quanto sia radicata l’idea che i due contesti siano sullo stesso piano.
In queste giornate estive l’idea che si possa anche solo pensare di fare politica attraverso la rete, e in particolare, anzi, in maniera quasi esclusiva, grazie ai social network, mi fa capire una volta di più come mai la situazione sociale italiana sia inevitabilmente indirizzata verso un tracollo che, per certi versi, mi spingo a considerare, pur se a malincuore, meritato. Toccando il fondo, come forse mai in passato, riusciremo finalmente a capire che c’è un mondo oltre lo schermo dei nostri cellulari, e che questo mondo è infinitesimamente distante da quello dorato dei social network? Ho ancora forti dubbi in merito, ma una piccola speranza la conservo.
iyezine.com/confessioni-di-una…
!news !eticadigitale !politica
Fr.#07 / c o m p l y
Noi tutti siamo la Cina
Chi sono i cinesi? Sono alieni? Zombie lobotomizzati? Servi a cui è stato fatto il lavaggio del cervello?
No amici miei, i cinesi sono persone normali, che lavorano, hanno una famiglia, nel tempo libero passeggiano, siedono al bar, parlano con gli amici, fanno shopping. Persone normali, con vite normali. Come noi.
Loro sono come noi. E noi, beh, siamo loro - ma nel passato. Mi spiego meglio. La Cina oggi è un incubo socialista tecnocratico; non perché i cinesi siano dei rammolliti senza capacità di pensiero o perché abbiano un modo di pensare diverso dal nostro. No, semplicemente il loro governo ha iniziato molto prima un processo che da noi ha invece avuto inizio solo negli ultimi anni.
Fonte: twitter.com/songpinganq
E allora, non stupiamoci davanti alle immagini di droni che pattugliano città, strade e case dall’alto. Non stupiamoci se le persone ritratte nei video e nelle immagini, che guardiamo come se fossero un film, obbediscono pazientemente agli ordini impartiti dall’autorità che li intima di rimanere chiusi in casa, nonostante il rischio concreto di morire di fame e sete.
Fonte: twitter.com/songpinganq
Non stupiamoci se i bambini sono trattati come animali con QR code al collo, obbidientemente in fila per un tampone che ancora oggi deve essere fatto da tutta la popolazione ogni due giorni per mantenere il privilegio di vivere in società.
Non stupiamoci di sapere che in Cina il contante è quasi sparito del tutto, che ogni cittadino è dotato di un’identità digitale collegata al covid pass e al conto corrente, che con un click possono essere bloccati dal governo a chi la pensa diversamente.
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Divergente
Non temete, stiamo iniziando a recuperare il distacco con la Cina!
La Casa Bianca ci ricorda infatti che chiunque la pensi diversamente dalla maggioranza sarà considerato un estremista. Sappiamo tutti come alla Casa Bianca piaccia gestire gli “estremisti” dal 2001 a oggi.
Fonte: Disclose.tv
Non ci sarà più alcuna differenza tra noi e i cinesi quando gli stati occidentali avranno finalmente a disposizione tutte le leggi per il controllo e sorveglianza delle comunicazioni e di Internet, che sono in discussione in questo momento.
Non ci sarà più alcuna differenza quando ognuno di noi sarà dotato di identità digitale connessa a ogni servizio pubblico e finanziario; quando avranno il potere di accendere e spegnere i conti corrente a chiunque con un click; quando l’energia sarà razionata, la disoccupazione sarà alle stelle e bisognerà bloccare le proteste sul nascere.
E infine non ci sarà alcuna differenza quando inizieranno a perseguire chiunque cercherà di proteggere la propria privacy e vita privata, nonostante tutto. D’altronde, la maggior parte della gente crede fermamente di non avere nulla da nascondere, tu invece, che la pensi diversamente… cosa stai nascondendo?
Immagine del discorso di ieri di Biden a Philadephia, in cui ha esortato gli americani a combattere gli estremismi per difendere la democrazia. Come dici? Ricorda il cancelliere supremo di V per Vendetta? Nahhh
Una breve intervista
In questi giorni sono stato intervistato da Matrice Digitale, con alcune domande molto interessanti. Abbiamo parlato di Cypherpunk, anarco-capitalismo, pistole, sorveglianza di massa e social scoring. Insomma difficile fare meglio di così.
Qui il link, per chi volesse leggerla.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“My philosophy, in essence, is the concept of man as a heroic being, with his own happiness as the moral purpose of his life, with productive achievement as his noblest activity, and reason as his only absolute.”
― Ayn Rand
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informapirata ⁂ reshared this.
Non è possibile perché quella è una funziona ereditata da ActivityPub, mentre Friendica pubblica anche col protocollo di Diaspora il quale non supporta questa funzione. Che comunque è stata richiesta EONI fa e probabilmente è nella loro 'to-do-list" ma non è una priorità.
Personalmente se aggiungere questa funzione signfica sacrificare ulteriormente la velocità con cui si accede ai nodi e vari sottonodi preferisco non averla...
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
Twitter introduce le cerchie, per consentire agli utenti di twittare solo a ristrette cerchie di contatti.
Ah, #Friendica già lo fa... 😁
blog.twitter.com/en_us/topics/…
Introducing Twitter Circle, a new way to Tweet to a smaller crowd
With Twitter Circle, people now have the flexibility to choose who can see and engage with their content on a Tweet-by-Tweet basis.blog.twitter.com
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Il capitale, la politica, la crisi
«Il capitale ha già “scelto” l’unica soluzione possibile per venirne fuori.
La guerra, per accaparrarsi materie prime e mercati senza i quali non ci stanno profitti.
E senza profitti il capitale muore.
La guerra, per liberarsi delle eccedenze di merci invendibili e di merce umana che non riesce più a mantenere.»
La piazza virtuale - Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici? L'articolo di @violastefanello su @iltascabile
LA PIAZZA VIRTUALE - COME COSTRUIRE IN RETE SPAZI DI INCONTRO E DISCUSSIONE REALMENTE PUBBLICI?
A fine aprile, parlando dei motivi che lo stavano spingendo a comprare Twitter, Elon Musk in un TED Talk diceva che la piattaforma “è diventata di fatto la piazza cittadina”. Nel marzo del 2019, Mark Zuckerberg aveva usato la stessa immagine quando affermava che “negli ultimi 15 anni, Facebook e Instagram hanno aiutato le persone a connettersi con amici, comunità e interessi nell’equivalente digitale di una piazza cittadina”.
Continua: iltascabile.com/societa/piazza…
La piazza virtuale - Il Tascabile
Come costruire in rete spazi di incontro e discussione realmente pubblici?Il Tascabile
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Fr. #06 / v o y e u r
Voyeurismo fiscale, il nuovo kink statale
Ieri la BBC ha pubblicato una notizia in cui si parlava del nuovo kink dei burocrati francesi: spiare le persone che si fanno il bagno in piscina, grazie ai satelliti e all’intelligenza artificiale.
Un nuovo software sviluppato da un’azienda chiamata Capgemini ha permesso all’agenzia fiscale francese di scovare ben 20.000 piscine “nascoste” allo Stato, grazie all’analisi delle immagini satellitari.
Alla scoperta pare sia seguita una volontaria donazione alle casse dello Stato da parte dei proprietari pentiti di tale oltraggio, per circa 10 milioni di euro. Non tantissimo, se guardiamo alle cifre a cui sono abituati i burocrati statali, ma in tempi di crisi non si butta via nulla, no?
Il software è talmente bello che potrà essere usato per scoprire molte altre cose spiando i cittadini francesi. Ad esempio, se hanno gazebi, verande o estensioni non dichiarate. Insomma lo spionaggio satellitare promette un grande salto evoluzionistico per le tasse sul patrimonio.
L’attività non è certo ignota alla nostra agenzia fiscale, che da tempo adopera le immagini satellitari per scovare evasori fiscali, anche se - per ora - senza intelligenza artificiale ad agevolare il compito.
Sono certo che questo nuovo voyeurismo di stato sarà ben accolto da tutti i contribuenti che non hanno nulla da nascondere e che, in effetti, potrebbero aver sviluppato un certo esibizionismo nei confronti di uno stato che vuole guardarli sempre di più e sempre meglio. Una relazione perfetta, insomma.
Nel 1890 i due giuristi Warren e Brandeis ipotizzarono per la prima volta il “right to privacy” per trovare una protezione giuridica alle sempre più frequenti ingerenze dei giornalisti che avevano ormai a disposizione fotocamere “portatili” e potevano infilarsi nelle case e nei giardini di chiunque, a distanza.
Cosa direbbero oggi se sapessero che accettiamo passivamente di essere spiati dal nostro stesso governo nelle nostre case? Per cosa poi, per racimolare qualche spicciolo e continuare a pagare i burocrati incaricati di spiarci, in un circolo vizioso che non finisce mai?
Contenti voi, miei cari contribuenti esibizionisti.
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Sono finiti i chip per le tessere sanitarie
Dalla crisi della filiera produttiva ogni tanto qualche buona notizia! Pare che l’estrema scarsità di chip abbia costretto il governo italiano ad autorizzare la diffusione delle nuove tessere sanitarie senza microchip.
Questa è un’ottima notizia, poiché significa che le nuove tessere sanitarie non potranno essere usate come strumento per l’identificazione digitale della persona, ma potranno semplicemente essere usate per ciò per cui erano nate: come codice fiscale e tessera sanitaria.
Inutile dire che ogni inefficienza dell’apparato statale equivale a una maggiore libertà delle persone e minore sorveglianza e controllo delle nostre vite. Dobbiamo quindi accogliere con piacere notizie di questo tipo, che speriamo possano moltiplicarsi nei tempi a venire.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“If the power of government rests on the widespread acceptance of false indeed absurd and foolish ideas, then the only genuine protection is the systematic attack of these ideas and the propagation and proliferation of true ones.”
― Hans-Hermann Hoppe
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Dal #PNRR oltre 3,1 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia
🔸 #PNRRIstruzione, al via il “Piano Scuola 4.0”: 2,1 miliardi per 100.
"Non ho paura e non pago il pizzo."
L’imprenditore Libero Grassi, attraverso una lettera inviata al Giornale di #Sicilia alzava la testa contro la mafia, ribellandosi apertamente alla violenza di Cosa nostra.
Denunciare il racket, un coraggio che Grassi pagherà con la propria vita qualche mese dopo, il 29 agosto del 1991 a #Palermo.
Il suo coraggio contribuì a dotare l’Italia di uno strumento a favore degli imprenditori coraggiosi, il varo del decreto che porta alla legge anti-racket 172.
Per un pugno di dollari
Articolo riservato agli abbonati
Oggi parliamo di un tema che potrebbe sembrare avulso da quello di cui parlo di solito, ma che in verità è strettamente legato con il concetto di privacy e libertà: la moneta. Tutti la usiamo fin da piccoli, talmente tanto e spesso che ne dimentichiamo il suo significato. Eppure la moneta è la tecnologia che più di ogni altra plasma la nostra società.
Non conoscere almeno le basi di questa tecnologia è molto rischioso: da anni viene usata contro di noi e siamo oggi sull’orlo di un enorme sconvolgimento globale alla cui base c’è proprio il concetto di moneta.
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Dalle conchiglie alla carta
I primi esempi di conchiglie e oggetti usati come moneta risalgono a più di 75.000 anni fa, in Sud Africa.
Fonte: nakamotoinstitute.org/shelling-out/
Da quel che sappiamo, praticamente tutte le culture umane, fin dalla preistoria, ebbero l’abitudine e l’interesse di collezionare oggetti artistici composti da conchiglie, denti e ossa di vario tipo, che poi venivano usati come gioielli, collane o cimeli da trasferire alle future generazioni.
Frammenti #05 - 25 agosto 2022
Colao io non compro niente, lasciami in pace
Due giorni fa ho letto un tweet che riportava un’affermazione di Vittorio Colao: "La digitalizzazione in maniera trasparente ti dice so chi sei, so a cosa hai diritto e anticipo il tuo bisogno."
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Nello specifico, si riferisce al suo progetto di identità digitale. Vorrebbe creare una sorta di “Schengen del digitale”; un sistema nazionale digitale attraverso il quale le pubbliche amministrazioni acquisiscono in modo automatizzato e pervasivo i dati di cui hanno bisogno per conoscere i “bisogni” dei cittadini (welfare) e anticiparli. In pratica, secondo lui sarebbe un mezzo per rendere più efficiente il welfare di stato, automatizzando l’erogazione di bonus, incentivi, detrazioni, assegni e quant’altro senza che il cittadino debba richiederli.
E se il mio bisogno fosse invece quello di essere lasciato in pace?
Personalmente non sento il bisogno di essere oggetto di analisi da parte di uno Stato onnipotente e onnisciente, che sa chi sono, cosa faccio, quanto guadagno, quali sono le mie relazioni private e familiari, dove tengo i miei soldi e cosa ci faccio, quali sono le mie idee politiche e così via.
Non sento neanche il bisogno di uno stato che si arroga il diritto di decidere unilaterlamente di cosa “ho diritto” e quali siano i miei “bisogni”. Trovo molto pericoloso pensare che lo Stato sia titolare di un potere del genere, quello di anticipare i bisogni delle persone.
Cosa ne è della libertà di autodeterminazione e della libertà di pensiero, che si concretizzano anche nella capacità di dissenso riguardo determinate scelte politiche? Se io sono contrario al welfare di stato non voglio essere inerme nei confronti di un sistema che invece mi eroga bonus, incentivi e quant’altro contro la mia stessa volontà. Attenzione a fare “il bene” degli altri con la forza…
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Cryptoanarchia e comunità virtuali
Ogni tanto qualcuno mi chiede: Matte ma secondo te come si può uscire da questo sistema di stati-nazione sempre più estesi e onnipotenti?
Ebbene io credo che il sistema sia già stato superato, ma che serviranno ancora diversi anni per rendersene conto davvero.
I più lungimiranti ne parlavano già quasi 30 anni fa. Ad esempio, il libro “The Sovereign Individual” parla espressamente del superamento del concetto di stato nazione, verso un mondo di individui sovrani collegati tra loro. Ne ha parlato recentemente Federico Rivi nella sua newsletter, che consiglio di seguire.
Un altro contributo sul tema fu quello di Timothy May, Cypherpunk e autore del Crypto Anarchist Manifesto, che nel 1994 scriveva un breve saggio chiamato “Criptoanarchia e comunità virtuali”, in cui parlava di Internet come di un luogo dove regnava l’anarchia; non intesa come assenza di regole, ma nel senso di assenza di governo, che poi è il vero significato politico di anarchia.
Secondo lui la crittografia sarebbe diventato lo strumento con cui sostenere i “muri” delle comunità virtuali fondate su sistemi anonimi o pseudoanonimi.
Il futuro che immaginava May nel 1994 era un mondo di individui divisi in due categorie: coloro che avrebbero saputo cogliere le opportunità delle nuove tecnologie, e coloro che invece sarebbero rimasti schiavi del sistema1. Gli strumenti di crittografia, Internet, e oggi anche Bitcoin danno alle persone il potere di separarsi dallo Stato e di decidere autonomamente cosa fare della propria vita. I tempi oggi sono maturi, ma quanti sapranno cogliere l’occasione?
Consiglio la lettura del saggio, che trovate qui (in inglese).
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Libertarianism holds that the only proper role of violence is to defend person and property against violence, that any use of violence that goes beyond such just defense is itself aggressive, unjust, and criminal”
― Murray N. Rothbard
“Something that is inevitable is the increased role of individuals, leading to a new kind of elitism. Those who are comfortable with the tools described here can avoid the restrictions and taxes that others cannot. If local laws can be bypassed technologically, the implications are pretty clear.
The implications for personal liberty are of course profound. No longer can nation-states tell their citizen-units what they can have access to, not if these citizens can access the cyberspace world through anonymous systems.”
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"Le politiche ultraliberiste degli ultimi anni e a vantaggio di pochi, hanno gettato le basi per il presente di oggi. 30 anni passati a smontare tutte le solide basi strutturali dello Stato sociale che, pur con decine di contraddizioni, poneva l’interesse nazionale e la tutela dei cittadini al primo posto, facendo sue le istanze strategiche a tutela della popolazione. La sanità, così come l’apparato energetico e non solo, sono servizi di prima tutela, devono essere pubblici."
Torno con le mie mirabolanti domande di #mastoaiuto sul tema #informatica e #WebDesign. L'argomento di oggi è il tema scuro nei siti e nell'interfaccia del computer/cellulare. O come lo chiamano in modo tutto figo #DarkMode.
Io mi sento più rilassato quando lavoro con il tema scuro su progetti grafici o scrittura. Mi aiuta a concentrarmi meglio su quello che sto facendo. Ma quando si tratta di #accessibilità mi viene un dubbio enorme: se faccio un sito con tema scuro, accontento tutti i lettori?
Io ho sempre fatto attenzione a non usare mai lo sfondo totalmente nero #000 con testi totalmente bianchi #fff perché anche solo pensarlo mi si bruciano le retine. Ho sempre fatto una mediazione di grigi o comunque colori complementari che abbiano lo stesso un elevato contrasto, ma più morbido. Ho già chiesto ad alcune persone con difficoltà di lettura come si trovassero con i miei siti e hanno risposto che riescono a leggere senza affaticarsi. Ma l'esperienza di persone che si conta sulle dita di una mano non fa statistica.
Ora, questo approccio che a me piace è sempre stato venduto anche come ecologico perché inciderebbe meno sull'energia impiegata dal monitor, con gran gioia della bolletta, della batteria e dell'ambiente stesso. Ma è davvero così?
Leggo articoli online che si contraddicono, perciò mi piacerebbe sentire il parere da gente vera come voi. In realtà un tema chiaro incide poco o nulla sulle performance e quindi è meglio stare più leggeri per non mettere in difficolta i lettori online, oppure c'è un vero e tangibile risparmio energetico e quindi è buono l'impegno nel fare temi scuri ma il più possibile accessibili?
Andrea reshared this.
Partiamo dalla cosa più semplice:
A quanto so, non ci sono problemi di accessibilità riguardo i temi scuri.
Le persone che proprio non li sopportano possono usare le opzioni del browser per forzare il tema chiaro (almeno, quelli che lo hanno ossia i desktop - assicurati che sul tuo sito funzioni la modalità lettura di quelli mobile).
Io so che bisogna assicurarsi che il contrasto sia chiaro e accessibile: in questo senso: bianco su nero o nero su bianco sono uguali.
Qui trovi linee guida di accessibilità web in generale: developer.mozilla.org/en-US/do…
Quanto a risparmio energetico, gli sfondi scuri possono essere peggio:
Testo chiaro su sfondo scuro è più difficile da leggere, perché, nonostante il contrasto (quello effettivo) sia uguale, c'è meno luce che finisce nei tuoi occhi (indipendentemente dal tipo di superficie contenente il testo, che sia un display o un pezzo di carta), e si fa più fatica a distinguere le lettere. Chiamiamo la quantità di luce che finisce negli occhi "contrasto percepito".
Non solo questo:
Considerando che maggiore è il contrasto sia effettivo che percepito e meglio si legge, e il contrasto è maggiore quando la differenza tra zone chiare e scure è più accentuata...
A parità di illuminazione ambientale, e parlando di schermi che producono la propria luce che finisce negli occhi di chi legge, in ogni caso per leggere meglio (fino a un certo punto, ad esempio sei in una stanza buia, luminosità al massimo è insopportabile) si dovrebbe sempre alzare l'illuminazione dello schermo per avere buon contrasto percepito, ma:
- Su schermi OLED, dove i pixel neri sono spenti, il contrasto effettivo tra zone nere e bianche è sempre più alto di un LCD; alzare la luminosità aumenta tanto il consumo energetico su sfondo chiaro, ma su sfondo scuro il consumo è trascurabile
- Su schermi LCD, dove i pixel neri in realtà sono semplicemente "chiusi", e fanno passare meno della retroilluminazione (meno, ma non niente, e puoi vedere chiaramente che una schermata 100% nera su un LCD in realtà si vede grigina luminescente!); alzare la luminosità comporta sempre lo stesso consumo energetico, MA, il contrasto effettivo su un LCD è sempre più basso di un OLED perché i pixel neri fanno trapelare luce, e considerando che in ogni caso per vedere meglio bisogna avere sia buon contrasto percepito che effettivo... su un LCD finirai con l'alzare la luminosità su sfondo scuro per migliorare entrambi i contrasti, quindi addirittura a consumare più energia di quanta ne consumeresti per leggere un testo nero su bianco con lo stesso livello di comfort!
Spero di averti fatto capire - sto qua degli sfondi chiari o scuri su schermi diversi meriterebbe un articolo di blog...
E ora che ti ho detto tutto questo, però:
A meno che il sito non debba avere i colori che ha per una scelta artistica (ma in quel caso, di nuovo, assicurati almeno che l'HTML del tuo sito sia buono e quindi analizzabile dalle modalità di lettura dei browser, chi non sopporta il tuo tema potrà leggere con quella), se la tua scelta è puramente pratica.. allora non decidere tu, usa CSS per far decidere al browser (e al sistema operativo) di chi visita la tua pagina: usa le media query per dichiarare un tema chiaro, e un tema scuro. Fine.
Vedi developer.mozilla.org/en-US/do…
Un esempio:
/* Tema chiaro, predefinito */
body {
background-color: #FFFFFF;
color: #000000;
}
/* Tema scuro, secondario - Usato solo dai browser supportati (tutti quelli aggiornati, da anni) e che hanno preferenza di tema scuro */
@media (prefers-color-scheme: dark) {
body {
background-color: #000000;
color: #FFFFFF;
}
}
Si può volendo anche invertire il tutto, mettendo come predefiniti (specificati senza media query) i colori scuri, e specificando con @media (prefers-color-scheme: light) i colori chiari per chi preferisce quelli.
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