Il Giappone raddoppia le spese militari
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 22 dicembre 2022 – Non è la prima volta, negli ultimi anni, che il Giappone aumenta la spesa militare e decide di rafforzare il suo esercito, contravvenendo alle imposizioni “pacifiste” dettate dagli alleati – in particolare dagli Stati Uniti – dopo la sconfitta di Tokyo nella Seconda Guerra Mondiale.
Spese militari al 2% del Pil
Questa volta, però, il governo di Fumio Kishida ha deciso l’aumento più consistente dalla fine del secondo conflitto mondiale delle spese per la Difesa, che passano nel 2023 da 5200 miliardi a 6500 miliardi di yen, l’equivalente di 47 miliardi di dollari.
Come se non bastasse, il boom della spesa militare aprirà la strada ad un aumento fino al 2% del Prodotto interno lordo, portandola al livello dei paesi della Nato.
Il premier punta infatti ad aumentare il bilancio della Difesa per gli anni che vanno dal 2023 al 2027 fino a 318 miliardi di dollari, con un raddoppio di fatto rispetto al quinquennio che si sta chiudendo. Poco importa che l’articolo 9 della Costituzione giapponese, analogamente a quanto previsto dall’articolo 11 della Magna Carta italiana, reciti che «Il popolo rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali».
Le opposizioni denunciano il carattere militarista della decisione e il pericolo che questa scateni un’ulteriore escalation con Pechino e Pyongyang, e sottolineano che l’aumento delle spese militari sottrae importanti risorse ad un paese già sottoposto ad una forte crisi fiscale e ad un indebitamento pubblico da record. L’approvazione dell’aumento delle spese per la Difesa è stata preceduta da una polemica interna al Partito Liberal Democratico – principale forza del governo insieme al Komeito – tra coloro che proponevano di utilizzare i titoli di stato per coprire le nuove spese e il premier che invece ha optato per un aumento delle tasse. La Legge Finanziaria include un aumento graduale della tassazione sulle imprese a partire dal 2024 e altri provvedimenti volti a reperire le necessarie risorse addizionali.
Manifestazione pacifista a Tokyo
Colpire la Cina
Il boom delle spese militari servirà a rafforzare le forze armate e a finanziare un piano di massiccio riarmo per sostenere la competizione militare nella regione dell’Indo-Pacifico. L’obiettivo del Giappone, affermano fonti del governo Kishida, è dotarsi di una forza convenzionale di deterrenza in grado di tenere testa alle ambizioni militari della Repubblica Popolare Cinese e di difendersi dalle minacce della Corea del Nord.
Tokyo intende aumentare significativamente la proiezione a lungo raggio della propria capacità militare, e a questo scopo ha deciso l’acquisto dagli Stati Uniti di alcune centinaia di Tomahawk; i missili da crociera statunitensi hanno infatti una gittata massima di 1600 km, che permetterebbe al Giappone di colpire obiettivi in territorio cinese in caso di conflitto.
L’esecutivo Kishida si è inoltre impegnato ad aumentare la gittata dei propri missili anti-nave, a sviluppare armi ipersoniche e a creare una forza speciale di auto-difesa contro i cyber-attacchi. Tokyo si è detta anche interessata a partecipare alla realizzazione dei caccia di sesta generazione Tempest, alla quale partecipano già la britannica BAE Systems e l’italiana Leonardo.
A spingere Tokyo ad adottare una politica di difesa più aggressiva, afferma il Washington Post, sarebbe stata anche l’invasione russa dell’Ucraina. «Il Giappone voleva limitare la sua spesa in materia di difesa ed evitare l’acquisto di sistemi d’arma d’attacco. Tuttavia, la situazione internazionale non ci consente di farlo» ha spiegato al quotidiano l’ex ambasciatore giapponese a Washington Ichiro Fujisaki.
Nella scia di Shinzo Abe
La realtà è che già durante il lungo governo del nazionalista Shinzo Abe, esponente della corrente più conservatrice del Partito Liberal Democratico (al governo quasi ininterrottamente dal 1955), Tokyo ha intrapreso il cammino verso una politica estera più aggressiva e militarista.
Prima del suo assassinio nel luglio scorso, Abe ha operato per centralizzare le politiche di sicurezza; ha riformato la Costituzione per affermare il cosiddetto “diritto all’autodifesa collettiva” del paese consentendo alle forze armate di intervenire in un conflitto non solo per difendere il Giappone ma anche un alleato contro un attacco esterno; infine, ha più volte aumentato gli stanziamenti per la Difesa fino a portare Tokyo al nono posto della classifica mondiale della spesa militare.
È anche vero, però, che l’invasione russa dell’Ucraina e i timori di un imminente attacco cinese a Taiwan hanno fatto aumentare il sostegno dell’opinione pubblica giapponese – tradizionalmente pacifista – al riarmo e alla creazione di un esercito forte e moderno.
All’inizio di dicembre una fonte del governo giapponese aveva già rivelato che l’esecutivo intende aumentare la presenza del proprio esercito nell’isola sudoccidentale di Okinawa “in previsione di un possibile scontro con la Cina su Taiwan». Il Ministro della Difesa Yasukazu Hamada prevede di portare a due il numero di reggimenti di fanteria di stanza sull’isola. Inoltre Tokyo prevede di triplicare le unità di difesa contro i missili balistici nelle Nansei, un arcipelago in parte contiguo a Taiwan, mentre le Forze di autodifesa aerea giapponesi sono state inviate per la prima volta nelle Filippine per partecipare a esercitazioni congiunte.
Il premier giapponese Fumio Kishida
Gli Usa plaudonoLa nuova versione della Strategia di sicurezza nazionale varata dal governo di Fumio Kishida – a lungo ministro degli Esteri nei governi di Shinzo Abe – definisce la Cina «una sfida strategica senza precedenti», allineandosi così alla visione di Washington.
Non stupisce quindi l’entusiasmo manifestato nei confronti della storica decisione da parte degli Stati Uniti, che nel paese del Sol Levante mantengono da sempre un sostanzioso contingente militare dislocato in diverse basi. Da tempo la Casa Bianca chiede a Tokyo un maggiore protagonismo militare nel Pacifico in funzione anti-cinese. L’ambasciatore di Washington a Tokyo, Rahm Emanuel, ha definito la misura «una pietra miliare epocale» nelle relazioni tra i due paesi, indispensabile per fare dell’Indo-Pacifico un «territorio libero e aperto». Per il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden, Jake Sullivan, «L’obiettivo del Giappone di aumentare significativamente gli investimenti nella difesa rafforzerà e modernizzerà anche l’alleanza Usa-Giappone».
Pechino: “non siamo una minaccia”Di segno opposto, ovviamente, la reazione di Pechino. Il governo cinese ha infatti denunciato che Tokyo «accusa falsamente la Repubblica Popolare Cinese di ricattare il Giappone attraverso misure economiche coercitive e di intraprendere attività militari minacciose che destano grande preoccupazione nella comunità internazionale».
L’ambasciata cinese in Giappone ha affermato che la nuova Strategia di sicurezza di Tokyo viola numerose intese raggiunte negli ultimi anni tra i due governi e alimenta le tensioni regionali invece di promuovere la stabilizzazione e la pace. «La Cina ha sempre aderito alla strada dello sviluppo pacifico, ha perseguito una politica nazionale di natura difensiva e non ha mai istigato né partecipato a una corsa agli armamenti», ha affermato la sede diplomatica di Pechino, difendendo la posizione del proprio governo su Taiwan e sulle isole Senkaku, che la Cina considera parte del proprio territorio nazionale. L’ambasciata ha infine invitato il Giappone a non giustificare il proprio riarmo con la «teoria della minaccia cinese» e a scegliere la strada del consenso politico considerando i due Paesi come «partner e non come reciproche minacce».
Ma proprio nei giorni scorso le unità navali del Giappone sono entrate in stato di allerta dopo l’individuazione di alcune unità militari cinesi, tra le quali la portaerei Liaoning, nelle acque territoriali rivendicate sia da Tokyo sia da Pechino. Secondo il Ministero della Difesa giapponese si tratterebbe della nona “incursione” cinese da novembre.
Nel tentativo di frenare le rivendicazioni di Pechino nel Mar cinese meridionale, Tokyo ha negli ultimi anni rafforzato la cooperazione diplomatica e militare con le Filippine e il Vietnam, paesi coinvolti in altrettanti contenziosi con Pechino per il controllo di alcune aree. Nei mesi scorsi, inoltre, Tokyo ha tentato di stringere i rapporti con l’Indonesia che finora ha sempre cercato di porsi come mediatrice nei conflitti regionali.
Anche la Repubblica Popolare di Corea ha reagito negativamente all’aumento record delle spese militari da parte del Giappone, definendolo un «pericoloso errore che muterà in maniera netta il contesto di sicurezza regionale». «Il Giappone sta causando una grave crisi di sicurezza nella Penisola coreana e nell’Asia orientale, adottando una nuova strategia di sicurezza che ammette a tutti gli effetti l’attacco preventivo contro Paesi terzi» afferma una nota del Ministero degli Esteri di Pyongyang. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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SONDAGGIO. Senza negoziati né diritti, i palestinesi «votano» per la lotta armata
di Michele Giorgio –
Pagine Esteri, 17 dicembre 2022 – Scorrendo i risultati del sondaggio appena pubblicato dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (Pcpsr), il sociologo Khalil Shikaki non esita a parlare di un «cambiamento radicale avvenuto in pochi mesi» nell’opinione pubblica palestinese, in particolare in Cisgiordania. Il dato che più di altri balza all’occhio è quello dell’aumento netto, rispetto al sondaggio precedente, del sostegno alla lotta armata contro l’occupazione israeliana. «Il 72% dei 1.200 intervistati si è detto favorevole alla nascita di gruppi armati simili alla Fossa dei Leoni», dice Shikaki riferendosi all’organizzazione che ha la sua roccaforte nella casbah di Nablus e che riunisce militanti di diversi orientamenti politici.
Una crescita che Shikaki vede come conseguenza anche dell’escalation in Cisgiordania dove si ripetono, quasi con frequenza quotidiana, i raid dell’esercito israeliano. Il bilancio provvisorio di palestinesi uccisi nel 2022 è di 166, tra i quali donne e minori. Di pari passo, sottolinea il sociologo, «Stiamo assistendo a un calo evidente nella percentuale di coloro che appoggiano la soluzione a due Stati (Israele e Palestina), data l’assenza di negoziati diplomatici». Il sostegno a una risoluzione negoziata del conflitto è ora al 32%. Un decennio fa il supporto si attestava al 55%.
Il sondaggio ha solo rivelato in cifre ciò che è palpabile nelle strade della Cisgiordania. L’assenza di qualsiasi prospettiva di una soluzione politica all’occupazione cominciata nel 1967 e l’intensificarsi della campagna militare israeliana, sembrano aver convinto un numero crescente di palestinesi, soprattutto quelli più giovani, che l’unica opzione sia quella armata.
Nel frattempo, gran parte della popolazione perde fiducia nell’Autorità nazionale palestinese (Anp) del presidente Abu Mazen. L’87% degli intervistati ha detto ai ricercatori del Pcpsr che l’Anp non ha il diritto di arrestare i membri dei gruppi armati per impedire gli attacchi all’esercito israeliano. Il 79% si è anche detto contrario alla resa dei combattenti e alla consegna delle loro armi all’Anp.
L’emblema del gruppo armato di Nablus “Fossa dei Leoni”
Questi numeri assumono una rilevanza maggiore se si tiene conto che la classe media palestinese – formata in prevalenza da impiegati dell’Anp, da imprenditori e professionisti – è stata negli ultimi venti anni in buona parte contraria non solo alla lotta armata ma anche riluttante ad appoggiare una nuova Intifada popolare contro l’occupazione poiché avrebbe messo in discussione il suo status. Una posizione che, spiegano gli analisti palestinesi, è mutata di fronte alla insostenibilità dell’occupazione che dura da 55 anni.
Gli imprenditori, piccoli e grandi, solo per fare un esempio, incontrano difficoltà crescenti a operare negli stretti margini consentiti da regole e procedure imposte dall’Amministrazione Civile (Ac) israeliana, che per conto delle forze armate è responsabile della gestione della vita quotidiana di milioni di palestinesi, a eccezione delle competenze specifiche dell’Anp di Abu Mazen. L’Ac, attraverso la concessione di permessi di lavoro in Israele a 140mila manovali palestinesi, ha reso dipendente dallo Stato ebraico una quota significativa di famiglie cisgiordane, pur migliorando le loro condizioni di vita. Allo stesso tempo, non ha fatto nulla per tutte le altre.
I palestinesi, dall’operaio all’imprenditore, sono soggetti ogni giorno all’ottenimento di permessi, autorizzazioni e altro ancora dagli occupanti mentre, talvolta a poche centinaia di metri dalle loro abitazioni, i coloni israeliani godono di libertà di movimento e pieni diritti. Anche questi aspetti si riflettono nei risultati del sondaggio del Pcpsr.
E i palestinesi si attendono un peggioramento del quadro generale quando entreranno in carica i ministri, nonché leader della destra ultranazionalista, del nuovo governo israeliano. Il 61% degli intervistati pensa che l’esecutivo guidato da Benyamin Netanyahu sarà più estremista, il 64% si aspetta che il prossimo governo espellerà le famiglie palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, il 68% che evacuerà con la forza i beduini palestinesi di Khan al-Ahmar e il 58% che cambierà lo status quo alla moschea Al-Aqsa. Previsioni certo non infondate. Pagine Esteri
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PODCAST. Netanyahu ha il suo governo. Domina la destra estrema, pugno di ferro con i palestinesi
di Eliana Riva
(Benyamin Netanyahu in una foto di Hudson Institute)
Pagine Esteri, 23 dicembre 2022 – Benyamin Netanyahu sebbene sia alla testa di un’alleanza che ha conquistato 64 dei 120 seggi della Knesset è stato in grado di sciogliere la riserva solo pochi minuti prima della scadenza dell’incarico ricevuto dal capo dello stato Herzog. Peraltro non ha ancora comunicato la lista dei ministri. Un segno della debolezza politica. Il premier infatti è sotto processo per corruzione e dipende dall’appoggio dei leader di Otzmah Yehudit e Sionismo religioso, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che al voto del primo novembre hanno ottenuto un successo senza precedenti e per questo hanno preteso e ottenuto ministeri importanti e poteri straordinari. La nuova maggioranza sarà composta dal Likud di Netanyahu, il partito Sionismo religioso (destra estrema), la formazione Otzmah Yehudit (erede del movimento razzista Kach), i due partiti ultraortodossi Shas e Ebraismo unito nella Torah e il piccolo ma agguerrito partito omofobo Noam. Gli analisti prevedono che farà uso del pugno di ferro con i palestinesi. Abbiamo intervistato a Gerusalemme Michele Giorgio, corrispondente del quotidiano Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri.
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Di salari e pensioni non si campa più. Un programma di lotta - Contropiano
«La demolizione dei contratti nazionali e della scala mobile sono i perni su cui ha agito la compressione dei salari pretesa dalle imprese per “rilanciare la competitività”.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la guerra al lavoro salariato ha impoverito la classe lavoratrice e insieme a lei l’intero Paese.
Gli industriali hanno invece ricevuto e continuano a ricevere una valanga di euro, in sconti fiscali e contributivi, riduzione delle bollette, fondi e superammortamenti per investimenti industriali. Senza contare le ristrutturazioni finanziate con l’uso disinvolto degli ammortizzatori sociali.»
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#uncaffèconluigieinaudi☕ – La grande maggioranza degli uomini non pensa colla propria testa
La grande maggioranza degli uomini non pensa colla propria testa. Aderisce al pensiero ed alla volontà altrui. Ma vuole essere persuasa
da Maior et sanior pars, in “Idea”, gennaio 1945
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Ucraina – Russia: Stati Uniti non più neutrali (se lo sono mai stati)
In un articolo di ieri, scritto peraltro prima dell’incontro tra Joe Biden e Volodimyr Zelensky, ho scritto che la situazione è al limite del massimo rischio, ma specialmente, una volta di più, facevo notare, e vorrei tornarci ora, quanto le cose siano meno chiare e meno nette di quanto non sembri, ma specialmente molto più pericolose. […]
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Sbilancio
Mi sbilancio: la legge di bilancio, come ha preso forma, è buona in tutto quello di cui nessuno parla, mentre tutti siamo stati trascinati a parlare di quel che non ha senso, o non c’è, o non c’è più.
Se quella legge, ogni anno, fosse discussa in modo ragionevole, con una procedura razionale, non solo sarebbero maggiormente emersi i suoi aspetti positivi, ma su quelli il consenso, in Parlamento, potrebbe essere più vasto. Come, del resto, Fratelli d’Italia, dall’opposizione, condivideva la linea del governo Draghi, contro imprudenti e controproducenti scostamenti di bilancio. Allora come oggi, però, il problema non era nel Parlamento tutto, ma nella maggioranza. Il voto di fiducia, che ora la destra impone e ieri detestava, che oggi la sinistra detesta e ieri imponeva, non avrebbe ragion d’essere se non servisse a fermare pezzi della maggioranza. Tanto la minoranza, ove il governo non ne condivida le proposte, è minoranza.
Sicché i dati politici sono tre. Il primo è relativo ai saldi di bilancio e al suo equilibrio complessivo, confermando la continuità con il governo precedente. Una continuità che consiste nel collaborare, non guerreggiare con le istituzioni europee e che si vedrà anche nel conseguimento degli obiettivi a scadenza ravvicinata, relativi al Pnrr. Il resto è caciara, guerra di pupazzi. Come lo era, del resto, contestare quegli equilibri quando si era all’opposizione.
Il secondo dato è relativo alle tante cose che sono entrate e uscite, o snaturate, di cui si è parlato: tutta roba propagandistica, in qualche caso masochista. La corsa a far vedere il rispetto delle “promesse” le ha in gran parte compromesse e contraddette. Per cambiare le cose occorre tempo e le persone serie non lavorano per il titolo del giorno appresso, ma per il risultato dell’anno successivo.
Il che porta al terzo dato, quello più preoccupante: le riforme sono annunciate, ma inesistenti. Ci sono casi, come la giustizia, in cui le intenzioni sono chiare, ma il tragitto no. Altri, come il fisco, in cui non è chiara né l’una né l’altra cosa, al punto che chi chiede la flat tax, quindi la fine della progressività, poi vuole correlare le multe al reddito. Altri ancora, come il reddito di cittadinanza, in cui si taglia la spesa in virtù di una riforma di cui non si vedono neanche i contorni. Intanto si promettono ancora “aiuti”, che di per loro sono solo l’incentivo a pensare la spesa pubblica come cassa cui attingere e non come strumento per riformare.
Il bilancio c’è, la politica è sbilanciata. L’opposizione è ancora traumatizzata e spaesata. I pentastellati si sono trasformati da partito governativo a oltranza in partito d’opposizione a prescindere. Di poltrona e di piazza, diciamo. Mentre il Partito democratico perde ulteriormente consensi non tanto per questo o quello “scandalo”, ma per la scandalosa assenza di iniziativa politica. Il che metterebbe la maggioranza al sicuro, se non fosse che cova problemi interni, con la Lega che prova a riprendere visibilità, spingendo l’esecutivo a commettere errori che poi comportano retromarce, mentre Forza Italia, senza più la forza elettorale per coalizzare forze minori e talora opposte, non trova il ritmo di una nuova missione. In questo modo gruppi e sottogruppi indeboliti diventano scialuppe per traghettare emendamenti che rispondono più a pressioni particolari che a interessi generali.
È così che la legge di bilancio sembra peggiore, non avendo il coraggio, la schiettezza politica e l’orgoglio di mettere in luce quel che ha di migliore.
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Iran, lo stupro mortale
Ragazzina di 14 anni violentata e uccisa dai pasdaran, si era tolta il velo in classe come segno di protesta
TEL AVIV. Un gesto da adulta e da rivoluzionaria, togliersi il velo in classe in segno di solidarietà con le proteste che scuotono il suo Paese da oltre tre mesi, è costato la vita a una 14enne iraniana di Teheran, di nome Masooumeh. Dopo essere stata identificata attraverso le registrazioni delle telecamere di sorveglianza all’interno della scuola, l’adolescente è finita in custodia. Fino a quando, trasferita in ospedale per gravi lacerazioni vaginali, è morta. A riferirlo al New York Times è stato Hadi Ghaemi, direttore del Center for Human Rights in Iran, che ha anche espresso preoccupazione per la madre della ragazzina, scomparsa dopo aver minacciato di denunciare l’accaduto.
«L’Iran usa lo stupro per imporre la modestia alle donne», denuncia Nicholas Kristof, editorialista e vincitore di due premi Pulitzer, dalla sua rubrica sul NYT. Le Ong Human Rights Watch e Amnesty International hanno documentato, in modo indipendente, diversi casi di violenza sessuale. «Come le forze di sicurezza iraniane usano lo stupro per reprimere le proteste» è il titolo di una recente inchiesta della Cnn, contestata in cinque punti in un thread su Twitter dall’account dell’agenzia di stampa della Repubblica Islamica Irna. Espulso da una commissione delle Nazioni Unite per i diritti delle donne, il governo di Teheran ha contestato il provvedimento anche attraverso le dichiarazioni della sua vice presidente per gli Affari delle Donne e della Famiglia, Ensiyeh Khazali, che è andata al contrattacco accusando Europa e Stati Uniti di violare i diritti umani.
Ma la storia di Masooumeh ricorda altre morti tragiche di adolescenti iraniane, come la 16enne Nika Shakarami. E di altre donne, abusate e torturate mentre erano in custodia o in carcere per motivi legati alle proteste anti-regime, come la dottoressa 36enne Aida Rostami che curava clandestinamente i manifestanti. «Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato», è stato l’addolorato appello del presidente Sergio Mattarella in un messaggio alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina.
Sono giovani e giovanissime le iraniane coraggiose che si espongono in prima linea. La studiosa delle immagini nei movimenti politici, Parichehr Kazemi, ha pubblicato su The Conversation un’analisi delle fotografie delle proteste in corso nel Paese da oltre tre mesi, all’intersezione tra movimento sociale e rivoluzione. Li definisce scatti «potenti e coinvolgenti» perché giocano su diversi elementi di sfida, attingendo «a una storia più lunga di donne iraniane che scattano e condividono foto e video di azioni considerate illegali, come cantare e ballare per protestare contro l’oppressione di genere» e si basano «sugli sforzi di resistenza passati e su una tradizione di resistenza al governo».
E dopo gli avvertimenti sollevati giorni fa da Amnesty International riguardo all’imminente esecuzione del rapper 24enne Saman Seydi, in arte «Yasin», condannato a morte in prima sentenza dal tribunale, diverse fonti hanno divulgato ieri la notizia che il ragazzo avrebbe tentato di suicidarsi nella prigione Rajaei Shahr di Karaj con un’overdose di pillole. L’agenzia degli attivisti per i diritti umani ha fatto sapere che Seydi è ricoverato nell’infermeria del carcere e attribuisce il gesto del cantante alle torture fisiche e mentali che avrebbe subito anche per strappargli la confessione con cui è stata emessa la sua condanna a morte. Il ragazzo era apparso provato fin dalla prima udienza. Mentre il giudice leggeva le accuse contro di lui, è stato ritratto in foto in lacrime, con la testa tra le mani. I genitori hanno tentato di ottenere il suo rilascio. La madre aveva pubblicato un appello video chiedendo aiuto per il figlio e il padre, in un posto su Instagram, aveva scritto: «Figlio mio Saman, quando guidavi la moto ero preoccupato che ti facessi male. Ma ora non so cosa fare. Non so come potrei continuare la mia vita senza di te».
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Il massacro di Chio (1822)
Il massacro di Chio del 1822 è uno degli eventi più tragici e orrendi avvenuti nel corso della Guerra d’Indipendenza Greca dal dominio ottomano. Introduzione Prima della Guerra d’Indipendenza, la Grecia è rimasta sotto ilContinue reading
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Diseguaglianze, un termine sinistro - Kulturjam
Si utilizza sempre il termine "disuguaglianze", al plurale, per evitare di pronunciarne uno più appropriato, ingiustizia, che politicizzerebbe la questione. Non sia mai.
#uncaffèconluigieinaudi ☕ – O lo Stato si limita a fare quell’opera che i privati non sono capaci di fare
O lo Stato si limita a fare quell’opera che i privati non sono capaci di fare […]; ovvero […] saccheggia la roba altrui, e l’unico risultato è di eccitare le ingordigie dei poltroni
da Corriere della Sera, 16 giugno 1922
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strano bug in Firefox - post lungo
Nei miei pc uso #firefox installato via #Flatpak, per un paio di motivi: mi piace avere sempre l'ultima versione del browser, mi piace poter controllare (tramite #flatseal) quanto FF possa interagire col resto del mio sistema, e infine per me è stato il modo più semplice e indolore per avviare FF in modalità #wayland senza strani script (sempre grazie a Flatseal).
Tuttavia sto avendo esperienza di uno strano bug. Quando, in Gnome, apro firefox dall'icona, ho esperienza di continui crash, riproducibili. Di solito, basta aprire il browser e andare nelle impostazioni, o aprire due o tre bookmark, e il programma crasha e si chiude. Non viene proposto il tool per esaminare l'errore o inviarlo a FF e a volte riparte in safe mode, con tutte le estensioni disabilitate.
A questo punto ho lanciato il programma da terminale, usandoflatpak run org.mozilla.firefox
per vedere se almeno, al momento del crash, fosse prodotto qualche output indicativo. Ma lanciandolo da terminale il crash non avviene.
Così apro Alacarte e scopro che il launcher grafico di FF è un po' più complesso di quello che avevo digitato in terminale:/usr/bin/flatpak run --branch=stable --arch=x86_64 --command=firefox --file-forwarding org.mozilla.firefox @@u %u @@
copio-incollo la stringa in terminale (senza la parte finale, da @ in poi) per capire se il problema fosse in una delle opzioni passate dal launcher; ma, anche in questo caso, firefox lanciato da terminale è il solito vecchio firefox, solido come una roccia, zero crash, anche con tutte le estensioni attive.
Ho provato anche a fare il contrario, cioè a togliere dal launcher grafico le opzioni aggiuntive, ma aprendo FF da icona continuo a ottenere questi crash dopo le prime interazioni.
Ho cercato su DDG e financo su GGL, ma non sono riuscito a trovare segnalazioni simili.
La situazione si ripresenta in modo identico su entrambi i laptop su cui io abbia questa configurazione (Gnome, Firefox da Flatpak).
Le mie capacità di indagine si fermano qui. Se ci fossero suggerimenti, sarebbero molto graditi!
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Autonomia differenziata il mostro a due teste di Lega e Pd - Kulturjam
"Un meccanismo di colonialismo interno al paese, che produrrà al Nord altre privatizzazioni dei servizi pubblici, al Sud altra disoccupazione e miseria, ovunque ulteriore ingiustizia sociale.
Questo progetto di frantumazione territoriale è liberismo allo stato puro, cui non a caso il governo vuol aggiungere il presidenzialismo. Un potere centrale autoritario che promuove ovunque la legge del massimo profitto, è l’ideologia reazionaria di Von Hayek che cancella e riscrive la Costituzione.
E come sempre nella politica italiana la destra porta a termine il lavoro sporco iniziato dalla finta sinistra."
Etiopia, incontro delle alte cariche militari federali e del Tigray a Nairobi per definire monitoraggio degli oneri dell’accordo di Pretoria
Addis Abeba – I rappresentanti del governo federale etiope e gli alti comandanti del Tigray si stanno incontrando a Nairobi presso il Moran Training Center di Karen, Nairobi, in Kenya, per un incontro consultivo sull’attuazione dell’accordo di cessazione permanente delle ostilità (CoHA) dell’Etiopia che è stato firmato a Pretoria, Sud Africa il 02 novembre, secondo la documentazione visionata da Addis Standard.
La riunione consultiva era originariamente prevista tra il 20 e il 23 dicembre, ma Addis Standard ha appreso che inizierà mercoledì 21 dicembre.
Durante la riunione consultiva di tre giorni, le due parti dovrebbero discutere il documento finale sull’attuazione del processo di disarmo, la finalizzazione e l’adozione dei termini di riferimento (ToR) per il meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità dell’UA e le prossime fasi l’attuazione del CoHA permanente, secondo il calendario del programma.
I rappresentanti di Uhuru Kenyatta, ex presidente del Kenya e membro dell’High Level Panel dell’UA, IGAD, e del governo degli Stati Uniti parteciperanno all’incontro, che si svolge tra crescenti richieste per il dispiegamento urgente del team di monitoraggio e verifica dell’UA, la cui istituzione è prevista ai sensi dell’articolo 11 del CoHA permanente di Pretoria a seguito di scambi di adempimenti tra il governo federale e lo stato regionale del Tigray.
Sabato 17 dicembre, il governo federale ha rilasciato una dichiarazione minacciando di adottare “misure necessarie” per proteggere i civili tigrini sottoposti a quelli che ha definito “crimini organizzati” e “rapina” in aree di cui le sue forze non hanno il controllo, inclusa la capitale Mekelle . “Il governo dell’Etiopia vuole sottolineare che questi criminali saranno ritenuti responsabili”, afferma la dichiarazione, aggiungendo che il governo adotterà “tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza delle persone in quelle aree e adempiere alle proprie responsabilità”.
FONTE: twitter.com/FdreService/status…
Da parte sua, il leader del Tigray Debretsion Gebremichael (PhD), ha dichiarato domenica 18 dicembre che sebbene la sua parte abbia attuato i patti di pace di Pretoria e Nairobi sin dalla firma, il governo federale è rimasto indietro nell’attuazione. Debretsion ha incolpato il governo federale che, sebbene ci sarebbe dovuto essere un flusso illimitato di aiuti umanitari al Tigray, ci sono ostacoli nonostante alcuni miglioramenti.
“Le persone che risiedono nelle aree occupate dalle forze eritree e amhara non ricevono gli aiuti in modo adeguato, anche nelle aree in cui il governo federale ha distribuito gli aiuti, solo le persone nelle città ricevono gli aiuti, ma molte persone nelle campagne non ne ricevono aiuto» ha dichiarato.
Diversi rapporti mostrano anche che sia le forze eritree che quelle amhara stanno commettendo crimini atroci contro i civili tigrini nelle aree che hanno occupato.
Alla voce “Disarmo dei combattenti armati del Tigray”, sulla Dichiarazione sulle modalità per l’attuazione dell’accordo di Pretoria, firmata a Nairobi il 12 novembre, l’articolo 2.1/D, affermava che “il disarmo delle armi pesanti sarà effettuato in concomitanza con il ritiro delle forze straniere e non ENDF dalla regione”.
Il 5 dicembre, il più alto comandante militare del Tigray, il generale Tadesse Worede, ha affermato che quasi il 65% dei combattenti armati del Tigray era stato disimpegnato dalle linee del fronte, ma l’annuncio non è stato confermato in modo indipendente a causa dell’assenza della squadra di monitoraggio e verifica dell’UA sul campo, che rende l’incontro odierno a Nairobi e il suo esito fondamentali per il processo di pace.
FONTE: addisstandard.com/news-alert-f…
Il globalismo ha trasformato lo Stato in un reietto della storia - Kulturjam
"Dello Stato ci si ricorda solo per denigrarlo appena qualcosa non va; e i più feroci sono sempre coloro che quotidianamente operano per distruggerlo con privatizzazioni e deregolamentazione."
Per la Serbia, la situazione intorno al Kosovo “si sta avvicinando ad un punto di non ritorno” - Marx21
«O l’accettazione dello status quo relativo al “Kosovo indipendente” o scenari di una nuova guerra, non certo voluta dalla parte serba.
I burattinai sono i soliti: NATO e potenze occidentali, le motivazioni sono molteplici, ma il nodo centrale porta anche in questo caso alla crisi ucraina. Da un lato si vuole far cedere la Serbia sulla questione delle sanzioni alla Russia (è l’unico paese veuropeo a non averle adottate), dall’altro c’è la questione dell’entrata del paese nella NATO, finora respinta dal governo serbo. Senza dimenticare la ricerca di una rottura della fraternità identitaria storica slava, che spianerebbe la strada per inglobare completamente i Balcani nell’alveo avvelenato degli interessi occidentali e atlantisti.»
> la cosa imbarazzante è che il garante multa la regione, un ente pubblico che drena soldi all'altro ente pubblico.
Questo è proprio il motivo per cui esistono autorità indipendenti... che Dio ce le tenga in vita ancora a lungo!
Ministero dell'Istruzione
#IscrizioniOnline, il Ministero dell’Istruzione e del Merito accompagna le famiglie con una lettera dedicata, per valorizzare i talenti e le opportunità di studentesse e studenti.Telegram
Dallo Stato Sociale al Great Reset
Come abbiamo visto nella prima parte di questo articolo, l’idea di Stato Sociale nacque negli Stati Uniti da uno strano ma molto efficace connubio tra religione (protestante) e politica.
I pietisti protestanti del tardo ‘800 furono infatti in grado di sfruttare lo Stato centrale come strumento per plasmare la società a loro immagine e somiglianza, spesso attraverso politiche proibizioniste o misure di “welfare universale” che nascondevano in realtà specifiche volontà politiche (come la diffusione delle scuole pubbliche — la prima vera macchina di propaganda). Questo nuovo movimento intellettuale venne poi conosciuto come “progressismo”.
Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che si sostiene solo grazie al contributo dei lettori. Perché non ti iscrivi anche tu?
L’idea dei protestanti-progressisti era tanto semplice quanto inquietante: lo Stato era uno strumento di Dio, che doveva essere usato per creare la società perfetta e preparare il mondo per il secondo avvento.
Personalmente, trovo che ci siano molte analogie tra i primi movimenti progressisti e il Great Reset promosso dal World Economic Forum e ormai da moltissimi intellettuali e politici in tutto il mondo. La tecnologia oggi può concretamente trasformare lo Stato in uno strumento divino, proprio come profetizzato dai primi intellettuali progressisti del tardo ‘800.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Elon Musk ha deciso che su Twitter è possibile promuovere piattaforme come Friendica, Pleroma, Misskey, Bonfire, Lemmy, Akkoma, SocialHome, Hubzilla, etc 😅
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Può anche accorciare i link delle ricerche.
Fatemi sapere se funziona.
googlethatforyou.com/
Here, Let Me Google That For You
Passive-aggressively teach your friends how to Google. For all those people who find it more convenient to ask you rather than search it themselves. Not associated with Google.GoogleThatForYou.com
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Ministero dell'Istruzione
Da domani, 19 dicembre, è possibile abilitarsi al servizio dedicato alle #IscrizioniOnline, effettuando l’accesso tramite SPID, CIE o eIDAS ▶ www.istruzione.Telegram
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Dallo spreco di energia si può uscire
#Derrochólicos è un’iniziativa promossa dal ministero spagnolo per la transizione ecologica, in particolare dall’Istituto per la diversificazione e il risparmio energetico (#IDAE): derrocholicos.es/
Il titolo gioca con i termini “derroche” spreco e “alcoholicos”, alcolisti.
Marcos Martinez ha segnalato il simpatico video di apertura, riprendo qui la sua presentazione che riassume i contenuti del video in spagnolo.
"Il video di apertura è divertente ma purtroppo vero. Imitando una seduta di alcolisti anonimi, si incontrano chi tiene il riscaldamento così alto d'inverno da girare in mutande per casa, chi va in macchina anche a prendere il pane, chi fa partire la lavastoviglie con tre soli piatti, chi non usa la bici mai e poi mai, chi vota contro l'installazione di pannelli solari nel proprio condominio e chi è contrario a migliorare gli imballaggi."
Dallo spreco di energia si può uscire
yewtu.be/watch?v=VfMI2PUtNDg
Qui il toot di Marcos Martinez: framapiaf.org/@euklidiadas@red… Gracias 😀
@maupao @Informa Pirata @Ambiente :verified: @Goofy 📖 🍝 :unverified: @euklidiadas@red.niboe.info
DERROCHÓLICOS – DE MALGASTAR ENERGÍA TAMBIÉN SE SALE
El Ministerio para la Transición Ecológica y el Reto Demográfico e IDAE presentan la campaña “TRANSICIÓN ENERGÉTICA: TRANSFORMACIÓN Y COMPETITIVIDAD” bajo el nombre de DERROCHÓLICOS. Todos somos derrochólicos.Ministerio Transición Ecológica y Reto Demográfico | Invidious
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Il piú grande difetto
"Il più grande difetto che abbiamo, il difetto ineliminabile, è di fare fatica a rimanere concentrati su quello che accade, nel momento preciso in cui viene bene un disegno, quando il respiro dei bambini si fa più lento, prima di addormentarsi. Pensiamo, speriamo, progettiamo, e ci manca qualcuno, ricordiamo il film dell'altra sera, ripensiamo a un messaggio, contiamo sulle dita quanto manca al nostro compleanno, ci distraiamo, ci preoccupiamo, mentre quello che desideriamo è già vicino, speriamo e ci diamo da fare, mentre tutto già brilla e quello che abbiamo voluto e chiesto al cielo molti anni prima è proprio lì, in quel momento."
- Sara Gamberini - Infinito Moonlit
Costruzione dei dispositivi di IA: quali costi sociali?
Partendo dalla visione che il mondo delle Big Tech ci propone dell’intelligenza artificiale (IA) come dello strumento che darà un nuovo volto all’umanità, è necessaria una riflessione su come effettivamente l’IA impatti la vita dell’uomo. Come vedremo più avanti, analisi e reportage hanno svelato la matrice invisibile del lavoro umano e dell’impatto ambientale che si nascondono dietro costruzione...
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“Mettiamoci alla prova”, lo strumento Invalsi per i docenti: su INVALSIopen sono disponibili alcuni esempi di domande interattive delle Prove di Italiano, Matematica e Inglese.
Info ▶️ invalsiopen.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola “Mettiamoci alla prova”, lo strumento Invalsi per i docenti: su INVALSIopen sono disponibili alcuni esempi di domande interattive delle Prove di Italiano, Matematica e Inglese. Info ▶️ https://www.invalsiopen.Telegram
OsmAnd+++++
Ho qualche difficoltà a capire se sia una buona notizia, comunque...
techcrunch.com/2022/12/15/meta…
Crea con l'IA un'immagine ispirata a Privacy Chronicles e vinci un abbonamento gratuito!
Ciao a tutti,
grazie a un lettore oggi ho scoperto un software di intelligenza artificiale che permette di creare immagini a partire da un prompt umano. Lo strumento è davvero molto potente e l’unico limite è la fantasia.
Questo lettore l’ha usato per chiedere al software di creare delle immagini di copertina per Privacy Chronicles:
Il software si chiama Midjourney ed è davvero semplice da usare. Bisogna soltanto scaricare Discord, creare un account e poi entrare nel server del bot (discord.gg/midjourney).
Una volta dentro, sarà sufficiente entrare in una delle stanze denominate #newbies e chiedere al bot di creare qualcosa con il comando /imagine. Qui trovate tutte le istruzioni per conoscere le varie configurazioni del bot e avere risultati ottimali, ma in verità non ce n’è neanche bisogno.
Crea un’immagine a tema Privacy Chronicles
Ho giocato anch’io un po’ con il bot, e mi è piaciuto così tanto che ho pensato: hey, perchè non vedere cosa riescono a tirar fuori anche gli altri lettori di Privacy Chronicles?
E allora eccoci qui, vediamo cosa riuscite a tirare fuori dal cappello — o meglio, dall’intelligenza artificiale.
Stimoliamo la fantasia con un po’ di sana competizione tra noi. I lettori che riusciranno a creare l’immagine più bella vinceranno un abbonamento a Privacy Chronicles.
Ecco le regole:
- Crea un’immagine a tema Privacy Chronicles — cioè un’immagine che raffiguri ciò che per te rappresenta Privacy Chronicles. Senza alcun limite, se non quello di spiegarmi l’immagine se eccessivamente astratta.
- Inviami via posta elettronica (crypt04n4rch1st@tutanota.com) la tua immagine con titolo “IA prompt PC” (max 1 a persona)
- Descrivi brevemente l’immagine (anche solo col prompt usato per crearla). Se non la capisco non la prendo in considerazione!
Le prime tre immagini che mi piaceranno di più vinceranno un abbonamento gratuito a Privacy Chronicles, in questi termini:
1° classificato/a: sei mesi di abbonamento gratuito
2° classificato/a: tre mesi di abbonamento gratuito
3° classificato/a: un mese di abbonamento gratuito
N.B. gli abbonati riceveranno un’estensione all’abbonamento già attivo
Verranno prese in considerazione solo le immagini inviate entro le 23:59 del 23 dicembre 2022. Non so quanti di voi parteciperanno a questa piccola gara amichevole, ma siete migliaia e mi ci potrebbe volere del tempo per scegliere i vincitori. Abbiate pazienza 😁
Cercherò comunque di postare le immagini che mi hanno colpito di più sul canale telegram, a prescindere dai primi tre posti. Se non sei ancora iscritto/a, è un buon momento per farlo!
Vi lascio con delle immagini che ho creato oggi e che mi piacciono particolarmente. Al software ho chiesto di immaginare una società in cui le persone sono valutate e punite per ciò che pensano:
Percorso sperimentale integrato per l’anno scolastico 2023/2024: al via le candidature per l’indirizzo Trasporti e logistica, Conduzione di apparati e impianti marittimi (CAIM)/Conduzione di apparati e impianti elettronici di …
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Percorso sperimentale integrato per l’anno scolastico 2023/2024: al via le candidature per l’indirizzo Trasporti e logistica, Conduzione di apparati e impianti marittimi (CAIM)/Conduzione di apparati e impianti elettronici di …Telegram
Statement on EU Comission adequacy decision on US
Dichiarazione sulla decisione di adeguatezza della Commissione europea nei confronti degli USA La nostra breve dichiarazione sulla bozza di decisione di adeguatezza UE-USA da parte della Commissione europea.
Leonardo
in reply to J. Alfred Prufrock • • •J. Alfred Prufrock
in reply to Leonardo • •Ciao Leonardo, grazie per il suggerimento
Purtroppo non ho questo file
J. Alfred Prufrock
in reply to J. Alfred Prufrock • •A questo punto mi viene da sospettare di tutta quell'abbondanza di @ e di u nel launcher. Non dovrebbe essere solo un %u?
A meno che non sia una sintassi particolare per passare argomenti a un flatpak
Edit: a quanto sembra è proprio così
docs.flatpak.org/en/latest/fla…
Flatpak Command Reference — Flatpak documentation
docs.flatpak.orgJ. Alfred Prufrock
in reply to J. Alfred Prufrock • •AGGIORNAMENTO
Probabilmente non sarà utile a nessuno e sarò il solo ad averne avuto esperienza (su ben due pc!), ma credo di essere riuscito a risolvere il problema in un modo tanto anti-scientifico da vergognarmene quasi.
In pratica ho riaperto il fido Alacarte, copiato la stringa del launcher creato dal flatpak e fatto un nuovo launcher con la stessa identica stringa.
Se lancio #Firefox da questo nuovo launcher, il programma non crasha.
Se uso il launcher originale invece sì.
Lascio qui la "soluzione", magari torna utile a qualcuno.
Non senza disappunto per non aver capito il mistero dietro tutto questo