Parte la “costituente” centrista: paga l’UE
Il formato non è dei più agevoli, anche se forse + un omaggio al contemporaneo (e tormentato) confresso del Partito democratico. Ma nelle sette ore e mezza di dibattiti previste a Milano per il 14 gennaio, Matteo renzi e Carlo Calenda intendono lanciare la prima tappa della “assemblea costituente dei Liberali e Democratici Europei” (per citare alcuni dei promotori). Tradotto: il partitone unico riformista, centrista, europeista, azionista, eccetera. Con una buona stella a benedere la partenza: a finanziare parte del maxi-evento di Milano – a cui parteciperà anche la candidata alle regionali Letizia Moratti – sarà il Parlamento europeo, attraverso i fondi del gruppo Renew Europe.
Un passo indietro. Da tempo l’area centrista sogna una rassemblement. Alle elezioni del 25 settembre Renzi e Calenda si sono presentati insieme e poi hanno unito Azione e Italia Viva in una federazione aperta anche a diverse sigle della galassia liberale e ancora in attesa di Più Europa, ormai in rotta col PD.
Con l’anno nuovo, il progetto dovrebbe portare alla nascita di un nuovo partito sul modello del gruppo Renew Europe (che a Bruxelles unisce i liberali dell’Alde e il Partito democratico europeo), nato attorno a En Marche! di Emmanuel Macron. Per farlo, serve appunto un percorso costituente.
In questo contesto si arriva all’appuntamento del 14 gennaio a Milano, dove Renzi e Calenda interverranno come “invitati” della rete “Liberali democratici europei” per accelerare il progetto. Con loro anche Letizia Moratti, sostenuta da Azione e IV alle regionali lombarde ma già pronta ad essere uno dei volti nazionali del partito che sarà, complici sondaggi che al momento la vedono ben lontana dal poter diventare governatrice.
In campagna elettorale però ogni evento è prezioso, a maggior ragione se “spesato”. Come specificato in fondo alla locandina di presentazione dell’incontro, infatit, la giornata è organizzata “con il sostegno finanziario del Parlamento europeo”. In particolare, spiegano fonti di Renew Europe, con i soldi destinati da Bruxelles alle attività dei gruppi parlamentari, dato che l’incontro verterà su “come rafforzare Renew Europe e Partito democratico Europeo” e su “L’unità dei liberaldemocratici” (e tra i relatori ci sarà l’eurodeputato renziano Sandro Gozi).
Detto di Renzi, Calenda e Moratti, a Milano ci sarà pure Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di Più Europa, a testimonianza della nuova collocazione centrista del partito di Emma Bonino, che per le regionali ha mollato Pierfrancesco Majorino e la coalizione sinista-M5S.
E poi, come ogni percorso federativo richiede, non mancherà un pantheon intellettuale dei riformisti: il giornalista Oscar Giannino; il presidente della Fondazione Luigi Einaudi Giuseppe Benedetto; l’avvocato (con sfilza di incarichi, tra cui quello nel board dello studio legale Orrick) Alessandro De Nicola. Tutti convinti che questa sia la volta buona per il grande Centro.
Lorenzo Giarelli
Il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2023, pag 7
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FedelMente e LaicaMente
Non ho mai capito, da laico, la distinzione fra pontefici conservatori e progressisti. Sono pur sempre i custodi di una dottrina bimillenaria, che viene letta e riletta, interpretata e reinterpretata, ma sempre con l’impegno, o la pretesa, di aderire a quanto scritto nei testi di riferimento. Sfuggendomi la distinzione guardo con scetticismo l’automatica catalogazione di Joseph Ratzinger fra i conservatori, quando non direttamente fra i reazionari. Il che non riguarda solo chi lo ha criticato, ma anche chi lo ha per quello apprezzato. Ho l’impressione che tutto ciò si basi più su equivoci che sui fatti e i pensieri.
È stato un teologo, in quanto tale apprezzato da Karol Wojtyla (progressista o conservatore?) e per quello chiamato a presidiare la dottrina e la fede. Wojtyla fu pontefice con un marcato ruolo politico, uno dei protagonisti della fine dell’impero sovietico. Oltre che tante altre cose, naturalmente. Spero non sia blasfemo osservare che dopo quel pontificato è come se avessero chiamato il capo ufficio studi a ricoprire il ruolo di amministratore delegato: non gli mancava la competenza, ma l’approccio. Difatti incontrò notevoli ostacoli, dovette vedersela con faide interne al Vaticano (al punto che il suo braccio destro, Georg Gänswein, parla esplicitamente di <<presenze demoniache>>) e perse, introducendo per primo l’istituto delle dimissioni. Più che una innovazione una capitolazione.
Molti, in occasione della sua morte, hanno ricordato il discorso di Ratisbona, tenuto nel 2006. I più, però, ammirandolo per quel che volle chiarire fosse un errore, tralasciando il più succoso resto. Ratzinger, citando altre fonti, sembrò sostenere che l’Islam non potesse che essere sopraffazione e morte. Ma lui stesso si disse <<vivamente rammaricato>> per quella interpretazione e precisò che era stata <<una citazione di un testo medioevale, che non esprime in nessun modo il mio pensiero>>. Non si vede perché cancellare quelle sue parole.
Il resto del discorso, assai interessante, si riferiva ad un duplice possibile accesso alla divinità: ragionato o assoluto. Disse che <<non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio>>. Teneva assieme fede e mente. Su quella natura non sono titolato a discettare, ma è la storia a dirci che la ragione costò a non pochi il rogo, sicché era ed è da salutarsi con gioia il riconoscimento della sua liceità e opportunità. Naturalmente non vi è “ragione” senza libertà di ragionare.
Il nodo profondo del pontificato di Ratzinger era il suo ragionare interno alla cultura e alla storia europee, con i lumi e con il sangue, con gli ideali e le guerre di religione, talché all’ecclesia toccasse essere comunità di fede e non altro. Ho l’impressione sia quello il nodo cui lo legarono. Scelsero un successore, gesuita, proveniente dall’America Latina, slegato da quei dilemmi e pronto a dire <<chi sono io per giudicare>>.
Cosa c’entri il conservatorismo e il progressismo resta oscuro, benché la distinzioni richiami l’entusiasmo di quanti ammirano la chiesa, purché non faccia, né coi fedeli né con gli infedeli, la chiesa.
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#uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Si formino, oltre ed accanto ai partiti…
Si formino, oltre ed accanto ai partiti, comitati e movimenti intesi a propugnare idee che non trovano luogo od accoglimento nei programmi dei partiti
da I limiti ai partiti, «L’Italia e il secondo Risorgimento», 20 maggio 1944
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La ‘stanchezza’ gioca brutti scherzi … anche a Mattarella!
Se non fosse, come noto, prerogativa indiscussa del direttore la titolazione degli articoli, suggerirei, con riferimento al discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un titolo che alluda al dato di fatto storico che, col tempo, anche i migliori possono essere stanchi. Tra l’altro, la ‘regia’, forse intesa a sottolineare i cambiamenti di argomento, serviva […]
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OK, parliamo di quell'editoriale. Quello che ha insistito non solo sul fatto che la privacy è pericolosa, ma anche sul fatto che non inserire affermativamente la sorveglianza negli strumenti di comunicazione è una posizione ideologica radicale.
Schiacciare gli argomenti dell'editoriale è facile. Sono SHALLOW. E molti hanno schiacciato, spesso con la gentilezza di un professore che valuta una bozza di saggio di uno studente che non volevano scoraggiare completamente. Ti indirizzerò al thread successivo... 1/
web.archive.org/web/2023010119… dorseys-twitter-signal-privacy.html
Ma quello che sta succedendo qui non è sostanza. Ed è su questo che voglio concentrarmi. Quelli di noi che hanno investito nella difesa della privacy devono capire che questo editoriale non è stato scritto per persone con esperienza e il suo scopo non sarà turbato dalla confutazione degli esperti. Non siamo il pubblico. 2/
L'editoriale funziona per creare l'apparenza di un "dibattito" su una questione più o meno risolta. E questa è una funzione potente, rafforzata dalla sua collocazione nel NYT. In questo modo, può fungere da "citazione Potemkin", fornendo un riferimento apparentemente credibile a sostegno di cattive leggi e piattaforme sulla privacy. 3/
Quali leggi? Quali piattaforme politiche? Non lo so. Ma il requisito dell'identificazione dell'età approvato in CA questa settimana e le normative che richiederebbero alle app di comunicazione di scansionare e sorvegliare i contenuti attualmente in corso nell'UE e nel Regno Unito ci danno alcuni indizi. 4/
Soprattutto perché queste leggi, in effetti, impedirebbero alle persone che sviluppano tecnologia di NON costruire capacità di sorveglianza e censura di massa. Che, sebbene estremamente mal argomentato, è effettivamente la spinta principale dell'editoriale.
In breve, abbiamo ragione, le nostre argomentazioni sono solide e abbiamo fatto la lettura. Ma se vogliamo difendere la privacy, dovremo essere coordinati e audaci, e non commettere l'errore di presumere che essere corretti sia di per sé una strategia. Abbiamo molto lavoro da fare nel 2023! FINE
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Il Giappone raddoppia le spese militari
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 22 dicembre 2022 – Non è la prima volta, negli ultimi anni, che il Giappone aumenta la spesa militare e decide di rafforzare il suo esercito, contravvenendo alle imposizioni “pacifiste” dettate dagli alleati – in particolare dagli Stati Uniti – dopo la sconfitta di Tokyo nella Seconda Guerra Mondiale.
Spese militari al 2% del Pil
Questa volta, però, il governo di Fumio Kishida ha deciso l’aumento più consistente dalla fine del secondo conflitto mondiale delle spese per la Difesa, che passano nel 2023 da 5200 miliardi a 6500 miliardi di yen, l’equivalente di 47 miliardi di dollari.
Come se non bastasse, il boom della spesa militare aprirà la strada ad un aumento fino al 2% del Prodotto interno lordo, portandola al livello dei paesi della Nato, alleanza militare di cui pure il paese non fa parte.
Il premier punta infatti ad aumentare il bilancio della Difesa per gli anni che vanno dal 2023 al 2027 fino a 318 miliardi di dollari, con un raddoppio di fatto rispetto al quinquennio che si sta chiudendo. Poco importa che l’articolo 9 della Costituzione giapponese, analogamente a quanto previsto dall’articolo 11 della Magna Carta italiana, reciti che «Il popolo rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali».
Le opposizioni denunciano il carattere militarista della decisione e il pericolo che questa scateni un’ulteriore escalation con Pechino e Pyongyang, e sottolineano che l’aumento delle spese militari sottrae importanti risorse ad un paese già sottoposto ad una forte crisi fiscale e ad un indebitamento pubblico da record. L’approvazione dell’aumento delle spese per la Difesa è stata preceduta da una polemica interna al Partito Liberal Democratico – principale forza del governo insieme al Komeito – tra coloro che proponevano di utilizzare i titoli di stato per coprire le nuove spese e il premier che invece ha optato per un aumento delle tasse. La Legge Finanziaria include un aumento graduale della tassazione sulle imprese a partire dal 2024 e altri provvedimenti volti a reperire le necessarie risorse addizionali.
Manifestazione pacifista a Tokyo
Pronti a colpire la Cina
Il boom delle spese militari servirà a rafforzare le forze armate e a finanziare un piano di massiccio riarmo per sostenere la competizione militare nella regione dell’Indo-Pacifico. L’obiettivo del Giappone, affermano fonti del governo Kishida, è dotarsi di una forza convenzionale di deterrenza in grado di tenere testa alle ambizioni militari della Repubblica Popolare Cinese e di difendersi dalle minacce della Corea del Nord.
Tokyo intende aumentare significativamente la proiezione a lungo raggio della propria capacità militare, e a questo scopo ha deciso l’acquisto dagli Stati Uniti di alcune centinaia di Tomahawk; i missili da crociera statunitensi hanno infatti una gittata massima di 1600 km, che permetterebbe al Giappone di colpire obiettivi in territorio cinese in caso di conflitto.
L’esecutivo Kishida si è inoltre impegnato ad aumentare la gittata dei propri missili anti-nave, a sviluppare armi ipersoniche e a creare una forza speciale di auto-difesa contro i cyber-attacchi. Tokyo si è detta anche interessata a partecipare alla realizzazione dei caccia di sesta generazione Tempest, alla quale partecipano già la britannica BAE Systems e l’italiana Leonardo.
A spingere Tokyo ad adottare una politica di difesa più aggressiva, afferma il Washington Post, sarebbe stata anche l’invasione russa dell’Ucraina. «Il Giappone voleva limitare la sua spesa in materia di difesa ed evitare l’acquisto di sistemi d’arma d’attacco. Tuttavia, la situazione internazionale non ci consente di farlo» ha spiegato al quotidiano l’ex ambasciatore giapponese a Washington Ichiro Fujisaki.
Nella scia di Shinzo Abe
La realtà è che già durante il lungo governo del nazionalista Shinzo Abe, esponente della corrente più conservatrice del Partito Liberal Democratico (al governo quasi ininterrottamente dal 1955), Tokyo ha intrapreso il cammino verso una politica estera più aggressiva e militarista.
Prima del suo assassinio nel luglio scorso, Abe ha operato per centralizzare le politiche di sicurezza; ha riformato la Costituzione per affermare il cosiddetto “diritto all’autodifesa collettiva” del paese consentendo alle forze armate di intervenire in un conflitto non solo per difendere il Giappone ma anche un alleato contro un attacco esterno; infine, ha più volte aumentato gli stanziamenti per la Difesa fino a portare Tokyo al nono posto della classifica mondiale della spesa militare.
È anche vero, però, che l’invasione russa dell’Ucraina e i timori di un imminente attacco cinese a Taiwan hanno fatto aumentare il sostegno dell’opinione pubblica giapponese – tradizionalmente pacifista – al riarmo e alla creazione di un esercito forte e moderno.
All’inizio di dicembre una fonte del governo giapponese aveva già rivelato che l’esecutivo intende aumentare la presenza del proprio esercito nell’isola sudoccidentale di Okinawa “in previsione di un possibile scontro con la Cina su Taiwan». Il Ministro della Difesa Yasukazu Hamada prevede di portare a due il numero di reggimenti di fanteria di stanza sull’isola. Inoltre Tokyo prevede di triplicare le unità di difesa contro i missili balistici nelle Nansei, un arcipelago in parte contiguo a Taiwan, mentre le Forze di autodifesa aerea giapponesi sono state inviate per la prima volta nelle Filippine per partecipare a esercitazioni congiunte.
Il premier giapponese Fumio Kishida
Gli Usa plaudonoLa nuova versione della Strategia di sicurezza nazionale varata dal governo di Fumio Kishida – a lungo ministro degli Esteri nei governi di Shinzo Abe – definisce la Cina «una sfida strategica senza precedenti», allineandosi così alla visione di Washington.
Non stupisce quindi l’entusiasmo manifestato nei confronti della storica decisione da parte degli Stati Uniti, che nel paese del Sol Levante mantengono da sempre un sostanzioso contingente militare dislocato in diverse basi. Da tempo la Casa Bianca chiede a Tokyo un maggiore protagonismo militare nel Pacifico in funzione anti-cinese. L’ambasciatore di Washington a Tokyo, Rahm Emanuel, ha definito la misura «una pietra miliare epocale» nelle relazioni tra i due paesi, indispensabile per fare dell’Indo-Pacifico un «territorio libero e aperto». Per il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden, Jake Sullivan, «L’obiettivo del Giappone di aumentare significativamente gli investimenti nella difesa rafforzerà e modernizzerà anche l’alleanza Usa-Giappone».
Pechino: “non siamo una minaccia”Di segno opposto, ovviamente, la reazione di Pechino. Il governo cinese ha infatti denunciato che Tokyo «accusa falsamente la Repubblica Popolare Cinese di ricattare il Giappone attraverso misure economiche coercitive e di intraprendere attività militari minacciose che destano grande preoccupazione nella comunità internazionale».
L’ambasciata cinese in Giappone ha affermato che la nuova Strategia di sicurezza di Tokyo viola numerose intese raggiunte negli ultimi anni tra i due governi e alimenta le tensioni regionali invece di promuovere la stabilizzazione e la pace. «La Cina ha sempre aderito alla strada dello sviluppo pacifico, ha perseguito una politica nazionale di natura difensiva e non ha mai istigato né partecipato a una corsa agli armamenti», ha affermato la sede diplomatica di Pechino, difendendo la posizione del proprio governo su Taiwan e sulle isole Senkaku, che la Cina considera parte del proprio territorio nazionale. L’ambasciata ha infine invitato il Giappone a non giustificare il proprio riarmo con la «teoria della minaccia cinese» e a scegliere la strada del consenso politico considerando i due Paesi come «partner e non come reciproche minacce».
Ma proprio nei giorni scorso le unità navali del Giappone sono entrate in stato di allerta dopo l’individuazione di alcune unità militari cinesi, tra le quali la portaerei Liaoning, nelle acque territoriali rivendicate sia da Tokyo sia da Pechino. Secondo il Ministero della Difesa giapponese si tratterebbe della nona “incursione” cinese da novembre.
Nel tentativo di frenare le rivendicazioni di Pechino nel Mar cinese meridionale, Tokyo ha negli ultimi anni rafforzato la cooperazione diplomatica e militare con le Filippine e il Vietnam, paesi coinvolti in altrettanti contenziosi con Pechino per il controllo di alcune aree. Nei mesi scorsi, inoltre, Tokyo ha tentato di stringere i rapporti con l’Indonesia che finora ha sempre cercato di porsi come mediatrice nei conflitti regionali.
Anche la Repubblica Popolare di Corea ha reagito negativamente all’aumento record delle spese militari da parte del Giappone, definendolo un «pericoloso errore che muterà in maniera netta il contesto di sicurezza regionale». «Il Giappone sta causando una grave crisi di sicurezza nella Penisola coreana e nell’Asia orientale, adottando una nuova strategia di sicurezza che ammette a tutti gli effetti l’attacco preventivo contro Paesi terzi» afferma una nota del Ministero degli Esteri di Pyongyang. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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Come il nome stesso dell’esperimento suggerisce, Universe 25, ce ne sono stati altri 24 prima, e quasi tutti hanno portato al medesimo risultato. Il paradiso, inevitabilmente, diventava un inferno.
UNIVERSO 25 - FEDERICO FRANCO
Nel 1962, il ricercatore John B. Calhoun realizzò l’habitat ideale per roditori. Un luogo dove le cavie non avrebbero mai dovuto preoccuparsi di nulla, con cibo, acqua e un rifugio a disposizione per tutti. Un’utopia a misura di topo, la cui società nel giro di un anno raggiunse il suo massimo splendore, per poi ...
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“Ci siamo svegliati il 24 febbraio in un’altra vita…”
Cari ucraini! Quest’ anno è iniziato il 24 febbraio. Senza prefazioni né preludi. In modo netto. Presto.
Alle 4 del mattino. Era buio. E’ stato assordante. E’ stato difficile per molti di noi, spaventoso per alcuni.
Sono passati 311 giorni. Può essere ancora buio, rumoroso e complicato per noi. Ma sicuramente non avremo mai più paura. E non ci vergogneremo mai. E’ stato il nostro anno. L’anno dell’Ucraina. L’anno degli ucraini. Ci siamo svegliati il 24 febbraio. In un’altra vita. Eravamo un altro popolo. Un’altra Ucraina. I primi missili hanno alla fine distrutto il labirinto delle illusioni.
Abbiamo visto chi era chi. Di cosa sono capaci gli amici e i nemici e, soprattutto, di cosa siamo capaci noi. Il 24 febbraio, milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca, ma una bandiera blu e gialla. Non una fuga, ma un incontro. L’incontro con il nemico.
Resistere e combattere.
[…] Quest’ anno potrebbe essere definito un anno di perdite per l’Ucraina, per l’intera Europa e per il mondo intero. Ma è sbagliato. Non dovremmo dire questo. Noi non abbiamo perso nulla. Ci è stato tolto.
L’Ucraina non ha perso i suoi figli e le sue figlie – loro sono stati uccisi dagli assassini. Gli ucraini non hanno perso le loro case – sono state distrutte dai terroristi. Non abbiamo perso le nostre terre – sono state occupate dagli invasori. Il mondo non ha perso la pace – la Russia l’ha distrutta.
Volodymyr Zalensky, discorso di fine anno alla nazione Ucraina
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Netanyahu può dare la priorità al pivot asiatico di Israele?
Il partito Likud di Benjamin Netanyahu è pronto a formare una stabile coalizione di estrema destra di 64 seggi dopo le elezioni legislative del novembre 2022. La forma di questo governo, insieme al processo penale personale di Netanyahu, influenzerà il modo in cui questo nuovo governo affronta le relazioni di Israele con l’Asia. Durante il […]
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Guerra Russia – Ucraina: che aspetto ha la vittoria?
La guerra russo-ucraina è entrata in una nuova fase. Durante i 10 mesi di guerra, l’Ucraina è riuscita a recuperare parte dei suoi territori occupati dalla Russia, e anche a prevenire il collasso dell’economia. L’inverno non ha fermato le operazioni militari. La leadership militare ucraina sottolinea che la guerra non può essere messa in pausa, […]
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Tigray, L’ Ayder Hospital di Mekellé rimane a corto di forniture mediche nonostante l’accordo di pace // Etiopia
I medici dell’ospedale Ayder Comprehensive Referral Hospital, Mekellé, il più grande nella regione del Tigray devastata dalla guerra, hanno dichiarato ad Addis Standard che “la fornitura di medicinali rimane carente” nonostante l’accordo di pace.
Il dottor Kibrom G/Selassie, amministratore delegato dell’ospedale, che era amministrato dal governo federale prima della guerra, ha detto che stanno ancora aspettando che i medicinali riprendano le cure mediche salvavita.
“Nulla è cambiato anche dopo l’accordo di pace; il governo federale non sta fornendo all’ospedale le medicine tanto necessarie, inclusi i reagenti di laboratorio”, ha affermato il dott. Kibrom.
Ha aggiunto che organizzazioni internazionali come la Croce Rossa e il WFP stanno fornendo forniture mediche, ma è minimo, aggiungendo che in quanto istituzione federale, l’ospedale dovrebbe essere sovvenzionato dal governo federale.
L’ospedale ha twittato lunedì chiedendo aiuto al Ministero federale della sanità e ad altre organizzazioni.
“È noto che il 60-70% delle decisioni critiche nella diagnosi e nel trattamento coinvolge dati di laboratorio quantificabili. Più di due anni dopo la guerra, l’ospedale Ayder non ha ricevuto reagenti di laboratorio”
It is known that 60%-70% of critical decisions in diagnosis and treatment involve quantifiable laboratory data. More than two years since the war #AyderHospital has not received laboratory reagents. We request @FMoHealth and other organizations to help us. @WHO @ICRC pic.twitter.com/trgFken2uM— Ayder Hospital CHS_MU (@ayder_hospital) January 2, 2023
Secondo il dott. Kibrom, la filiale dell’Etiope Pharmaceutical Supply Agency (EPSA) a Mekelle ha risposto alla richiesta dell’ospedale affermando che il governo federale non ha inviato forniture mediche.
A ottobre, il dottor Kibrom ha dichiarato ad Addis Standard che l’ospedale era sull’orlo del collasso a causa dell’esaurimento dei farmaci essenziali, della mancanza di reagenti di laboratorio e di macchinari difettosi che possono essere mantenuti solo ad Addis Abeba.
La mancanza di farmaci essenziali come medicinali chemioterapici per la cura contro il cancro, gli antibiotici e i reagenti di laboratorio persiste ancora e, considerando le sfide che l’ospedale ha dovuto affrontare durante la guerra, il governo federale dovrebbe dedicarvi un’attenzione particolare, ha affermato il dott. Kibrom.
Il ministero federale della Salute ha tuttavia affermato, in una relazione sullo stato di avanzamento pubblicata a dicembre , che i medicinali e le forniture mediche essenziali sono stati distribuiti nella regione del Tigray, comprese Mekelle e Shire.
Secondo il rapporto, farmaci anti-malaria, insulina per il trattamento del diabete, medicinali per la dialisi renale, farmaci per la tubercolosi, antipertensivi, prodotti per la pianificazione familiare tra gli altri medicinali salvavita oltre 78 milioni di birr sono stati spediti a Mekele attraverso l’Organizzazione mondiale della sanità ( OMS) e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
Inoltre, il ministero ha affermato che 158,3 tonnellate di medicinali essenziali e forniture mediche sono state inviate a Mekele e alle strutture sanitarie vicine da partner internazionali e delle Nazioni Unite e che altre forniture sono state preparate dai servizi di forniture farmaceutiche etiopi.
Approfondimenti:
- Etiopia, l’impatto dell’assedio del Tigray sui pazienti cardiologici dell’ Ospedale Ayder, Mekelle
- Etiopia, la disastrosa situazione umanitaria del Tigray
- Etiopia: droni dell’Iran in violazione ONU per la guerra in Tigray, un genocidio ignorato
- Etiopia, colloqui di pace falliti prima di iniziare mentre in Tigray si muore per mancanza di medicinali
- Etiopia, bobardamenti con droni tra l’ ospedale ed il centro IDP a Mekellé, Tigray
- Tigray, resoconto della catastrofica situazione sanitaria
- Etiopia, gli ospedali del Tigray continuano a chiudere per mancanza delle forniture sanitarie
- Etiopia, gli ospedali del Tigray chiudono per catastrofe umanitaria in atto
FONTE: addisstandard.com/news-tigrays…
Dal 9 al 30 gennaio 2023 si aprono le #IscrizioniOnline!
Sarà possibile presentare la...
Dal 9 al 30 gennaio 2023 si aprono le #IscrizioniOnline!
Sarà possibile presentare la domanda per tutte le classi prime delle scuole statali primarie e secondarie di I e II grado e per i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione pro…
Ministero dell'Istruzione
Dal 9 al 30 gennaio 2023 si aprono le #IscrizioniOnline! Sarà possibile presentare la domanda per tutte le classi prime delle scuole statali primarie e secondarie di I e II grado e per i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione pro…Telegram
Report Corno d’Africa, Etiopia Tigray – EEPA n. 343 – 2 gennaio 2023
Negoziati di pace (per 02 gennaio)
- Il meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità dell’UA (MVCM) è stato lanciato ufficialmente a Mekelle, nel Tigray, giovedì 29 dicembre, guidato dal maggiore generale keniota Stephen Radina, insieme al colonnello Rufai Umar Mairiga della Nigeria e al colonnello Teffo Sekole del Sudafrica.
- Secondo l’ufficio dell’ex presidente Uhuru Kenyatta e mediatore dell’accordo sulla cessazione delle ostilità (CoH), “la missione di tre membri formata dall’Unione africana ha il compito di monitorare, verificare e far rispettare l’accordo di pace di novembre”.
- Kenyatta ha detto che i lavori dovrebbero essere completati entro il 7 gennaio, nel Natale ortodosso.
- Il MVCM è composto da dieci esperti militari provenienti da diversi paesi africani.
- Radina ha detto che l’MVCM ha fatto progressi: “Ho visitato una guarnigione di meccanizzazione ad Agula, dove ho visto un assortimento di armi pesanti e la volontà di consegnare e continuare il processo di pace”.
- Il capo negoziatore dell’accordo CoH per lo stato del Tigray, Getachew Reda, ha confermato che un battaglione di ENDF era arrivato a Mekelle “per prendere in consegna le armi”, come da accordo.
- Il Ethiopian reporter afferma che quando il disarmo sarà completamente attuato, le forze eritree e amhara si ritireranno dalla regione del Tigray, secondo i funzionari del governo federale.
- Ethio360 afferma che il primo ministro Abiy ha dichiarato in un incontro con il Prosperity Party: “Stiamo entrando in un chiaro conflitto con l’Eritrea. Ciò è dovuto ai problemi dell’Eritrea.”
- Abiy ha detto che l’Etiopia avrebbe utilizzato il porto eritreo di Assab. Un paese del Medio Oriente doveva ricostruire il porto ma Isayas non sta rispettando questo accordo. L’Etiopia doveva fornire energia elettrica all’Eritrea, ma Isayas rifiutò. Abyi ha detto che l’Eritrea sta addestrando la milizia Amhara, Afar e OLF – Oromo Liberation Front, che mina il governo etiope.
- Rivolgendosi a 50 partiti di opposizione ad Addis Abeba presso l’African Leadership Excellence Academy il 28 dicembre, Amb Redwan, capo negoziatore del CoH per l’Etiopia, ha parlato della questione del Tigray occidentale.
- Il Tigray occidentale, o Wolkait, è controllato dalle truppe eritree e dalla milizia Amhara.
- Redwan ha affermato che la questione di Wolkait sarà affrontata attraverso un meccanismo proposto dal Consiglio della Federazione, inteso nel senso che la questione sarà decisa attraverso un referendum.
- Redwan ha sottolineato che il governo federale non ha intenzione di riorganizzare i confini.
- Redwan ha affermato che, “a differenza di alcune forze”, il governo federale non aveva intenzione di distruggere il TPLF.
- Redwan ha chiarito che nel Tigray sarà formato un governo ad interim, composto dal TPLF, dal governo federale e dai partiti di opposizione nel Tigray.
- L’ex diplomatico eritreo e attuale giornalista Fathi Osman afferma in RFI che è improbabile che l’Eritrea si ritiri dal Tigray, affermando che l’Eritrea sta addestrando militari a Gondar, la capitale dello stato regionale di Amhara e ha un’influenza politica in Etiopia a cui non vorrà rinunciare .
- L’Autorità federale etiope per la ricerca e la conservazione del patrimonio culturale ha annunciato di aver istituito una task force per indagare sull’impatto della guerra sul patrimonio nel Tigray e in Etiopia.
- A seguito dell’accordo CoH, la task force sta indagando su come il patrimonio è influenzato nelle regioni di Tigray, Amhara e Afar, tra cui il sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO di Aksum, le chiese scavate nella roccia e una delle prime moschee in Africa (Moschea Al-Nejashi), nel Tigray, tutti colpiti dalla guerra.
- La dichiarazione afferma che la task force esamina anche “tesori culturali meno visibili, inclusi manoscritti, dipinti, tradizioni orali e manufatti detenuti da chiese e monasteri sparsi nelle aree rurali del Tigray nonostante la loro natura non documentata”.
Situazione nel Tigray (al 02 gennaio)
- Ci sono più segnalazioni da varie fonti che indicano che c’è ancora una presenza significativa di truppe eritree ad Aksum, Shire, Adwa e nei villaggi vicini, mentre altre mostrano truppe in partenza.
- Ethiopian Airlines ha ripreso i suoi voli regolari oggi 02 gennaio, da Addis Abeba a Shire come parte dell’attuazione dell’accordo CoH, afferma il Tigray Communication Affairs Bureau.
- Haftom Gebregziabher, direttore della Wegagen Bank Mekelle Branch, ha dichiarato a Tigray Television che la banca riprenderà i suoi servizi in città il 2 gennaio dopo 18 mesi.
Situazione in Eritrea (per 02 gennaio)
- Nella sua dichiarazione per il nuovo anno, il presidente Isayas Afeworki ha affermato che sebbene i focolai di Covid siano stati relativamente bassi nel 2022, c’è stata una “crisi economica e di sicurezza” causata dalle futili minacce del “dominio della giungla dei “signori” che stanno rivitalizzando il loro campo unipolare nell’anno in uscita.
- Ha affermato che nella regione i “signori” stanno promuovendo la loro agenda e creando una crisi attraverso i loro interventi cospiratori. Stanno rinvigorendo la loro “isteria” di un conflitto ostile contro l’Eritrea.
- Isaias ha affermato che nonostante tutte queste situazioni internazionali e regionali, il popolo eritreo, nazionale ed estero, ha resistito consapevolmente, tenacemente, unitamente, di cui dovrebbe essere orgoglioso.
- Isaias ha affermato che le forze di difesa eritree (EDF) hanno condotto storiche controffensive e hanno sventato i tentativi delle forze che minacciavano l’Eritrea. Ha aggiunto di essere orgoglioso del risultato di EDF, “oltre le parole”.
- Isayas ha affermato che sembra che “i poteri dominanti, i loro messaggeri e le loro azioni cospirative” non si fermeranno nel 2023 e gli eritrei dovranno fare solidi preparativi per la resistenza.
- Ha sottolineato la necessità di rafforzare gli sforzi di sviluppo dell’Eritrea nel nuovo anno. Ha detto che l’Eritrea ne uscirà vittoriosa, perché sta facendo scelte giuste e indipendenti.
- È stato annunciato che il presidente Isaias rilascerà un’intervista questa settimana ai media locali.
Situazione internazionale (per 02 gennaio)
- Non è stata adottata una risoluzione per revocare i finanziamenti alla Commissione internazionale delle Nazioni Unite di esperti in diritti umani sull’Etiopia, istituita per indagare sulle violazioni dei diritti umani in Etiopia.
Link di approfondimento:
- thereporterethiopia.com/29281/
- allafrica.com/stories/20221231…
- ethiopianreporter.com/114349/
- youtu.be/6usaf8eVSMI
- rfi.fr/fr/afrique/20221229-%C3… tigr%C3%A9
- facebook.com/100066658261553/p…
- facebook.com/100068990923111/p…
- shabait.com/2022/12/31/
FONTE: martinplaut.com/2023/01/03/eep…
Virman Cusenza – Giocatori d’azzardo
youtube.com/embed/88eWUE06lNc?…
L'articolo Virman Cusenza – Giocatori d’azzardo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
La scuola del merito e delle classi dominanti - Cumpanis
«Al centro della scuola del ministro, non ci sono i ragazzi con i loro reali bisogni formativi ma solo la volontà di fornire alle imprese un serbatoio di robot, precari e senza diritti, che si umiliano (“l’umiliazione è un fattore fondamentale nella crescita”) ed eseguono perfettamente tutti i compiti assegnati loro dal padrone di turno.»
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#xmpp spiegato male
Una delle cose più difficili per me è convincere gli amici a usare sistemi IM diversi da WA o Telegram.
Ed è difficile soprattutto perché tutto è così "appificato" che qualsiasi cosa vada oltre lo "scarica quest'app" per funzionare, viene bollata come "cosa da nerd".
E forse non è errato pensarla così, se pensate a come presentare xmpp. Intanto, come lo nominereste? Icsempipì? Jabber? Poi: quale app? Dove scaricarla? Quale provider? Se queste parole suoneranno familiari nel contesto di chi ha scelto il fediverso come social, per la maggior parte degli altri possessori di smartphone sarà ostrogoto. "I provider... Oddio!".
Non si è parlato ancora di OMEMO, selfhosting, ragioni etiche e di privacy, decentralizzazione, alternative a gafam, libertà di scelta del client: anche l'approccio più semplice e pronto all'uso è già troppo, troppo difficile.
Mi sono cimentato nella scrittura di un post col numero minimo di istruzioni terra-terra per fare provare XMPP a qualche amico, ma non sono riuscito a farla semplice come avrei sperato. È pieno di passaggi delicati che, probabilmente, faranno desistere anche chi avrebbe desiderato assecondarmi e provarci.
Che poi: facile lo è davvero, da usare. Ma manca qualcosa che renda il tutto davvero autoesplicativo, che permetta di dire "toh, scarica quest'app" e il resto sia un percorso guidato dove fare pochi passaggi per impostare tutto.
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è un peccato. Senza una buona app sul play store non si va da nessuna parte, il passaggio a un catalogo di applicazioni alternativo (f-droid) non è cosa da tuttə.
L'unica è trovare degli sponsor a Daniel, così può mettere Conversations gratuita.
J. Alfred Prufrock likes this.
Due pesi, due misure: continua l'occupazione illegale dell'Iraq. Qualcuno se n’è accorto? - Kulturjam
"A differenza dell’Ucraina, per difendere la propria sovranità l’Iraq non può contare sulla concessione massiccia di aiuti umanitari e di materiali bellici, a suon di miliardi, da parte dell’Unione Europea per liberare il proprio Nord Est dalle truppe occupanti, perché quelle truppe sono europee e sono proprio i Paesi europei, oltre a Israele, a beneficiare principalmente del petrolio iracheno sottratto illecitamente da quella zona."
La fotografia di Jungjin Lee
La fotografa sud coreana Jungjin Lee crea paesaggi fotografici che mescolano tecniche e materiali della tradizione orientale e occidentale.
Le immagini di Lee sono paesaggi che rappresentano uno stato mentale. Ogni fotografia è il risultato di un processo fortemente mediato, che accentua e nasconde le capacità mimetiche della fotografia, per creare un'estetica che si avvicina alla tradizionale pittura a inchiostro asiatica.
In certe immagini, terra e cielo sembrano aver smarrito il loro orizzonte. Il grigio si fonde con il grigio, fino a dissolversi. Cieli, nuvole, mari diventano spesso astrazioni, bande di luce e oscurità. Universi vuoti, che nonostante tutta la loro fisicità, rimangono unici e misteriosi. Immagini ricche di metafore che sembrano rendere accessibile l'invisibile.
fotografiaartistica.it/fotogra…
Festeggiare Capodanno distruggendo quattro auto più la propria, cercando anche di fare finta di nulla
Il 1 gennaio le gazzette hanno ripreso un comunicato stampa dal sito del Comune di Firenze.
Questo il testo.
Con #Ferrari danneggia quattro auto e se ne va, individuato dalla Polizia municipale - Per l’uomo anche il ritiro della #patente
Durante la notte di #Capodanno ha danneggiato quattro auto andandoci a sbattere con una Ferrari e poi è scappato, ma è stato rintracciato dalla Polizia municipale poche ore dopo e multato.
L’uomo è il proprietario della Ferrari, un #imprenditore fiorentino. Durante i festeggiamenti di Capodanno, per cause in corso di accertamento, è uscito di strada in via #Paisiello e si è scontrato con quattro auto in sosta provocando loro gravi danni. Ma invece di lasciare le proprie generalità se ne è andato abbandonando lì la Ferrari, anch’essa incidentata. Alla scoperta dell’accaduto, la Polizia municipale ha in poco tempo rintracciato il proprietario dell’auto che è stato multato per eccesso di velocità e rifiuto di dare i propri dati. Avendo poi esaurito i punti residui sulla #patente, questa gli è stata ritirata.
Uscito da chissà quale mescita e chissà in che condizioni, un ricco è andato a sbattere contro quattro auto in sosta e ha cercato di fare il ricco anche dopo: l'attenzione della gendarmeria è bene sia riservata a quegli importuni che vendono fazzoletti ai semafori. Ovviamente l'hanno rintracciato in pochi minuti e gli hanno redatto un verbale comprensivo di tutto.
E non doveva essere la prima volta che faceva il ricco: esaurire i punti sulla patente (normalmente venti) richiede una determinazione e una costanza nei comportamenti da ricco degne di cause assai migliori.
Visto che negli ultimi anni la "libera informazione" ha dato ancora più spazio del solito a imprenditori che non facevano che lamentarsi del #fatturato e che giuravano di essere a un passo dalla rovina, c'è anche da lasciarsi andare a qualche illazione sull'utilizzo degli #incentivi alle #imprese.
Poliverso & Poliversity reshared this.
Non siamo partiti bene
Settembre
che le nuvole del settembre
lente percorrono
mentre le prime foglie
crollano giù dai rami
e adunano umidore per i sentieri
intanto che nel cielo
gli alberi si denudano
così come di sera
quando cadono le ombre
giù dalle cime
s'incupisce la terra
e in alto si rivelano
i disegni dei monti
e delle stelle
miei boschi
vi è tanta pace
in questa vostra muta
rovina
che in pace ora alla mia
rovina penso
e sono come chi
stia sulla riva di un lago
e guardi miti le cose
rispecchiate dall'acqua.
Eleonora reshared this.
Non credo che si riuscirà mai a fare abbastanza giustizia delle calunnie che ha ricevuto ma è curioso che Benedetto XVI venga criticato non per la sua manifesta incapacità di poter gestire la macchina Vaticana, affidando tutto alla coppia b&b Bagnasco e Bertone, ma per ciò che non ha mai fatto: avere occultato quelle infamie che lui per primo non solo è riuscito a svelare, ma che è anche riuscito a combattere quasi sempre con successo.
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Tutto ciò, chiamiamolo il contesto", rende anzi ancora più eccezionale la sua lucidità nel combattere come ha fatto lui la pederastia impunita di così tanta parte del clero.
Molte disposizioni del Digital Markets Act riguardano pratiche dei fornitori di servizi di piattaforme di base (c.d. gatekeepers) aventi ad oggetto i dati personali. Pertanto, è naturale domandarsi se i diversi obblighi definiti nel DMA siano compatibili con il GDPR e se i gatekeeper possano ottemperare senza problemi ad entrambi i provvedimenti normativi. Sebbene il DMA affermi che esso coesisterà armoniosamente con il GDPR, sorgono comunque interrogativi sull’interazione tra questi due strumenti.
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Propaganda governativa sul MSI
"Il M.S.I. ha trasportato verso la #democrazia milioni di italiani usciti dalla sconfitta della seconda guerra mondiale, che il Movimento Sociale Italiano è stato un movimento della #destra sempre presente nelle dinamiche democratiche di questa Nazione, che è arrivato al #Governo addirittura prima del congresso che lo trasformò in Alleanza Nazionale; ha infine tamponato, nei momenti più bui degli anni di piombo, le derive terroristiche".
Alessandro Draghi, consigliere comunale a Firenze per il partito di maggioranza relativa.
Il MSI alle elezioni del 1948 ebbe cinquecentomila voti alla Camera e duecentomila al Senato; una discrepanza in cui i "ragazzi di Salò", adolescenti nel 1945, ebbero certamente un loro peso. Il rimanente dell'elettorato scelse altri traghetti e non volle saperne di avere come Caronte il partito che raccoglieva parecchi fra i superstiti decision makers
di una guerra peggio che persa perché iniziata in modo vergognoso, condotta in modo vergognoso e infine persa in modo vergognoso.Il MSI fu sempre presente nelle istituzioni grazie alla stessa democrazia rappresentativa che avrebbe voluto stroncare, non certo nelle dinamiche democratiche in cui veniva abitualmente evitato.
Nei momenti più bui degli anni di piombo il FUAN della romana via Siena tamponò le derive terroristiche dando vita ai Nuclei Armati Rivoluzionari. Chissà cosa non avrebbe fatto se si fosse trattato di agevolarle. L'esecutivo in carica non ama le lingue straniere, assicura un San Giuliano livoroso verso i radical chic invece che verso i "progressisti eleganti".
Il che è ottimo motivo per ricorrervi ogni volta possibile.
Isole dei pirati e utopie cripto-anarchiche
Come facciamo noi estremisti — amanti della libertà e della non violenza — a creare una comunità di persone che condividono gli stessi principi, se tutto il mondo è spartito tra violente bande armate che si fanno chiamare stati-nazione e non c’è alcun luogo in cui rifuggiarsi?
La storia ci insegna che non è facile, seppur esistano esempi di successo. In alcuni casi frutto di una fortunata serie di eventi, come nel caso di Cospaia. In altri, frutto di colonizzazione di nuovi territori inesplorati, come nel caso dell’America, che nel 1776 si rese infine indipendente dal Regno Unito.
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Oggi però il mondo è molto diverso da quello che conoscevano gli abitanti di Cospaia o da Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman.
Eppure, non tutto è perduto. Anzi — forse per la prima volta nella storia umana abbiamo gli strumenti per ribaltare completamente i paradigmi creare delle vere e proprie comunità libertarie. Per vedere come, ripercorreremo insieme brevemente il pensiero di Timothy May, uno dei fondatori dei Cypherpunk.
Pirate Utopias
Ma cosa ci vieta oggi di colonizzare un’isola sperduta nel pacifico e creare lì una comunità libertaria? Niente — è pieno di bellissime isole in vendita. Sarebbe però un esperimento estremamente complicato e destinato a non durare nel tempo.
Prima di tutto, l’isola dei pirati non potrebbe dichiararsi indipendente da ogni altro Stato al mondo, sarebbe una condanna a morte. Chi ha guardato la serie “Black Sails” saprà bene quale potrebbe essere la reazione degli Stati limitrofi. Gli amici pirati-libertari sarebbero presto dichiarati pericolosi terroristi da eliminare al più presto, per non dare il cattivo esempio.
L’era delle sanzioni Usa è arrivata al capolinea? - Contropiano
"Per molti anni, gli USA hanno usato efficacemente l’arma delle sanzioni (unilaterali, non decisa dall’Onu) per imporre il loro ordine mondiale e mettere in riga i Paesi ribelli.
[...]
Ma, fatalmente, questo approccio ha indotto a poco a poco il resto dal mondo a organizzarsi e cercare scappatoie per liberarsi dallo strapotere statunitense."
Sul sito del Ministero ecco la nota informativa che spiega diffusamente come si svolgeranno le prove dell'Esame di Stato 2023 conclusivo del secondo ciclo.
La trovate qui ▶️ miur.gov.it/documents/20182/67…
Ministero dell'Istruzione
Sul sito del Ministero ecco la nota informativa che spiega diffusamente come si svolgeranno le prove dell'Esame di Stato 2023 conclusivo del secondo ciclo. La trovate qui ▶️ https://www.miur.gov.it/documents/20182/6735034/m_pi.AOODPIT.Telegram
"Le morti e le catastrofi create dalla tempesta invernale non sono semplicemente un evento naturale. La disuguaglianza sociale e l’incapacità del sistema di affrontare anche i bisogni più elementari della vita moderna è un risultato diretto del sistema capitalista.
Miliardi vengono spesi per guerre senza fine, sostenendo il sistema bancario e i mercati azionari per i ricchi, ma i bisogni fondamentali della classe operaia, dei poveri e degli anziani rimangono senza risposta. Solo quando la classe operaia prende il controllo della produzione e la società è gestita democraticamente per i bisogni di tutti e non per i profitti di pochi, i grandi problemi sociali possono essere affrontati."
Israele: il nuovo governo Netanyahu fa drizzare i capelli - Kulturjam
"Il nuovo governo Netanyahu si è presentato con una formazione talmente estremista da suscitare forti perplessità anche tra gli storici alleati d’Israele, come il Partito Repubblicano degli Stati Uniti, oltre a far drizzare i capelli ai suoi oppositori."
Tehran convoca l'ambasciatore per proteste formali
La Repubblica Islamica dell'#Iran ha convocato l'#ambasciatore dello stato che occupa la penisola italiana.
A #Tehran, dove governano persone appena un po' più serie di certe madri non sposate che si arrogano il ruolo di paladini della tradizione cattolica, non amano ingerenze negli affari interni.
La Repubblica, nata da una #rivoluzione vera e poco colorata -non da quelle che piacciono alle gazzettiste- per otto anni ha combattuto contro mezzo mondo nella #Guerra Imposta e difende se stessa e le proprie istituzioni come qualsiasi altro stato sovrano.
kRIK KRIEK – L’ESILIATO
Magnifica edizione in grande formato della prima graphic novel di grande respiro per il maestro olandese del fumetto Erik Kriek, che si è fatto conoscere dal pubblico italiano per altri due ottimi lavori pubblicati da Eris Edizioni come quest’ultimo, “H.P.Lovecreaft –Da Altrove e altri racconti” del 2014 e “In the pines” del 2016. “L’esiliato” è la storia di un vichingo islandese che torna a casa dopo sette anni di esilio dovuti ad un omicidio, ed è la storia di un ritorno infausto che comincia a muovere molto avvenimenti che porteranno scompiglio in molte vittime.
iyezine.com/erik-kriek-lesilia…
Erik Kriek - L'esiliato
Erik Kriek ha studiato e ha compreso in maniera molto profonda le dinamiche della società islandese dell’epoca vichinga, arrivando a disegnare un affresco molto vivo e vivido dell’Islanda e degli islandesi di quell’epoca.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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StatusSquatter 🍫
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