Salta al contenuto principale



L’importanza di un presidente della Repubblica terzo


Eletto nel 2018 in Senato, il mio primo atto nel ruolo di legislatore fu depositare un disegno di legge costituzionale per trasformare la nostra repubblica parlamentare in un sistema semipresidenziale su modello francese. Un presidente della Repubblica el

Eletto nel 2018 in Senato, il mio primo atto nel ruolo di legislatore fu depositare un disegno di legge costituzionale per trasformare la nostra repubblica parlamentare in un sistema semipresidenziale su modello francese. Un presidente della Repubblica eletto direttamente, un governo che governi, una democrazia decidente erano i miei obiettivi; il sistema in vigore dal 1993 nei Comuni con più di 15mila abitanti il mio idealtipo.

Oggi quel disegno di legge costituzionale non lo ripresenterei.

L’esperienza parlamentare mi ha infatti consentito di osservare da vicino alcune peculiarità del nostro sistema politico e quello che ho visto mi ha fatto riflettere. Fenomeni noti, ma una cosa è studiarli, cosa diversa è viverli dall’interno delle Istituzioni.

Il primo è largamente acquisito: abbiamo una classe politica mediamente inadeguata e tendenzialmente sottomessa a leader dotati di una modesta sensibilità istituzionale e caratterizzati da una spiccata tendenza alla demagogia e all’irresponsabilità. Leader strutturalmente precari, dunque naturalmente orientati a politiche di breve respiro dal forte impatto sui conti pubblici. Il Parlamento ha smesso ormai da anni di essere la camera di compensazione del potere esecutivo e di affinamento del processo legislativo: siamo sicuri che, senza contrappesi istituzionali, un presidente della Repubblica eletto direttamente eserciterebbe il proprio inappellabile potere nell’interesse duraturo dello Stato piuttosto che nel proprio interesse politico del momento?

Penso a chi erano gli uomini forti della politica all’inizio della scorsa legislatura, penso al ruolo di supplenza, di indirizzo e di temperamento svolto da Sergio Mattarella e mi chiedo: se non avessimo avuto un presidente della Repubblica autorevole perché terzo e se al suo posto ci fosse stato uno di quei leader politici legittimato dall’elezione diretta, cosa sarebbe stato dell’Italia? Cosa sarebbe stato dei nostri conti pubblici, della nostra coesione sociale e della nostra collocazione internazionale? Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare risposte rassicuranti.

Se a ciò aggiungiamo che la politica al tempo dei social incoraggia la conflittualità e la superficialità e che conflittualità e superficialità appartengono da sempre al nostro carattere nazionale, beh, credo sinceramente che rinunciare al ruolo riequilibratore dell’attuale presidenza della Repubblica per sostituirlo con la figura di un capo dello Stato eletto direttamente, e perciò dotato di pieni poteri, sarebbe un errore. Un errore potenzialmente fatale.

L’efficacia e l’efficienza del governo possono essere assicurate dall’elezione diretta del presidente del Consiglio così come da due o tre riforme costituzionali in linea con la storia parlamentare della nostra Repubblica. Ma Dio salvi il Quirinale, la cui terzietà ci impedisce di essere fino (in fondo) quello che in fondo siamo e non potremmo non essere.

Huffington Post

L'articolo L’importanza di un presidente della Repubblica terzo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Terremoto in Turchia e Siria. Più di mille i morti, si scava alla ricerca di superstiti


Moltissimi gli edifici crollati, i soccorritori scavano tra le macerie in cerca di superstiti. In Turchia la zona più colpita è quella di Gaziantep, territorio in cui si sono rifugiati tantissimi profughi siriani in fuga dalla guerra. L'articolo Terremot

della redazione –

Pagine Esteri, 6 febbraio 2023 – Un violentissimo terremoto ha colpito la scorsa notte il sud della Turchia e il nord della Siria. Al momento i morti sono più di 1.500 ma il bilancio è destinato, purtroppo, ad aggravarsi. Migliaia i feriti e tanti i dispersi. Scosse di assestamento si avvertono in queste ore in Turchia, Siria, Libano, Palestina e Paesi limitrofi. Moltissimi gli edifici crollati, i soccorritori scavano tra le macerie in cerca di superstiti. In Turchia la zona più colpita è quella di Gaziantep, territorio in cui si sono rifugiati tantissimi profughi siriani in fuga dalla guerra.

youtube.com/embed/8U_03xpHKVs

L'articolo Terremoto in Turchia e Siria. Più di mille i morti, si scava alla ricerca di superstiti proviene da Pagine Esteri.



“Consapevoli e sicuri. Un impegno per l’Italia digitale di oggi e di domani” è l’evento cui ho il piacere di partecipare tra poco in dialogo con studenti delle scuole medie secondarie in collegamento da tutta Italia. Parleremo di come garantire la sicurezza dei nostri dati, parleremo di cookies e di come proteggere la nostra identità...


Fr.#19 / Nuove frontiere del disagio


Nel frammento di oggi: La sorveglianza di massa riparte dal WC / Ministeri della verità e psy-ops / Meme e citazione del giorno.

Identificazione biometrica: cortesemente si cali le braghe


Le telecamere che ti accompagnano quando passeggi in strada ti fanno sentire al sicuro? Gli algoritmi di analisi e monitoraggio delle transazioni bancarie ti fanno compagnia ogni giorno e ti conoscono meglio di tua moglie, che non sa che sei iscritto a quella pagina OnlyFans? Ogni domenica mattina saluti i satelliti spia dell’Agenzia delle Entrate che ti guardano mentre tagli l’erba?

Ti piace Privacy Chronicles? Iscriviti o abbonati per sostenere una rivoluzione culturale fondata su privacy e libertà! Se vuoi, anche in Bitcoin (scrivimi)!

Allora tieniti forte: c’è in arrivo una grande innovazione nel campo della sorveglianza di massa che ti piacerà tantissimo. Prossimamente potrai avere la compagnia di algoritmi, governi e agenzie varie anche anche nel luogo più privato del mondo: il bagno di casa tua. L’ultima frontiera della privacy si appresta a cadere!

5235954

Non è uno scherzo: la sorveglianza di massa riparte proprio dai nostri WC. Un team di ricercatori di Stanford e altre università ha pubblicato a giugno 2020 un paper di ricerca in cui esaminavano possibili soluzioni per creare un WC intelligente per un monitoraggio personalizzato della salute grazie all’analisi delle feci.

Il sistema, pare, avrà anche un doppio sistema di identificazione biometrica della persona: impronte digitali e pieghe anali. Le impronte digitali saranno acquisite grazie alla levetta per scaricare l’acqua, mentre le pieghe anali…beh, saranno anal-izzate grazie a una telecamera nel WC che potrà confrontare le pieghe dell’utilizzatore con quelle presenti nel database. Quindi niente paura: il sistema non confonderà i tuoi dati con quelli degli ospiti.

238286Biometric identifications using the fingerprint and the anal creases

Immagina le possibilità. Il Ministero della Salute potrebbe monitorare in tempo reale la tua salute1, conoscere esattamente le tue abitudini alimentari e quanto tempo passi in casa o in ufficio, o magari se sei incinta. Strumenti come il green pass sarebbero immediatamente obsoleti. Il WC ha rilevato del COVID nella tua cacca: oggi niente mezzi pubblici, spiace.

E poi, diciamocelo, avere un identificativo biometrico in più rispetto a viso, occhi e impronte digitali fa sempre comodo. Magari col prossimo rinnovo del passaporto ti daranno la possibilità di scegliere se usare le impronte digitali o fare un salto in bagno.

5235956Scansiona il QR Code con il tuo wallet LN o clicca qui!

Anche in UK hanno il Ministero della Verità


Dopo le ultime notizie su Twitter Files e censura Covid in USA, un rapporto di Big Brothers Watch ci informa che lo stesso è successo in UK. La storia è sempre quella: agenzie governative con il mandato di sorvegliare e censurare opinioni ritenute inappropriate (anche se vere) per manipolare l’opinione pubblica a favore della narrativa statale.

5235958

È una buona occasione per ricordare che non esiste alcuna “lotta alla disinformazione”. L’unica lotta è per il controllo dell’informazione. È anche una buona occasione per ricordare che presto in UE entrerà in vigore una legge che ha come scopo primario la legalizzazione di questo tipo di attività di sorveglianza e censura: il Digital Services Act.

Diciamo che presto potrebbe essere una pessima idea scrivere le nostre opinioni controverse mentre siamo seduti sul WC.

Meme del giorno


238287

Citazione del giorno

The proper role of government is limited to the protection of individual rights, specifically, the rights to life, liberty, and property. Beyond that, government should not interfere in people's lives and the economy.

Walter Block

Leggi gli altri Frammenti!

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Chatcontrol: sorveglianza globale delle comunicazioni

Oggi parliamo di come l’Unione Europea voglia creare il peggior regime di sorveglianza di massa mai visto in occidente. Complottismo? Fantascienza? Nah, è lo scopo di una legge appena proposta dalla Commissione Europea. Dagli amici viene chiamata Chatcontrol 2.0…
Read more
9 months ago · 2 likes · 2 comments · Matte Galt
1

Fantasia? Sì, ma mica tanto: il Decreto Capienze (DL 139/2021) a ottobre 2021 ha riformato il Codice della Privacy italiano e ha anche previsto poteri di profilazione sanitaria di massa in capo al Ministero della Salute.


privacychronicles.substack.com…



L’importanza di un presidente della Repubblica terzo


Eletto nel 2018 in Senato, il mio primo atto nel ruolo di legislatore fu depositare un disegno di legge costituzionale per trasformare la nostra repubblica parlamentare in un sistema semipresidenziale su modello francese. Un presidente della Repubblica el

Eletto nel 2018 in Senato, il mio primo atto nel ruolo di legislatore fu depositare un disegno di legge costituzionale per trasformare la nostra repubblica parlamentare in un sistema semipresidenziale su modello francese. Un presidente della Repubblica eletto direttamente, un governo che governi, una democrazia decidente erano i miei obiettivi; il sistema in vigore dal 1993 nei Comuni con più di 15mila abitanti il mio idealtipo.

Oggi quel disegno di legge costituzionale non lo ripresenterei.

L’esperienza parlamentare mi ha infatti consentito di osservare da vicino alcune peculiarità del nostro sistema politico e quello che ho visto mi ha fatto riflettere. Fenomeni noti, ma una cosa è studiarli, cosa diversa è viverli dall’interno delle Istituzioni.

Il primo è largamente acquisito: abbiamo una classe politica mediamente inadeguata e tendenzialmente sottomessa a leader dotati di una modesta sensibilità istituzionale e caratterizzati da una spiccata tendenza alla demagogia e all’irresponsabilità. Leader strutturalmente precari, dunque naturalmente orientati a politiche di breve respiro dal forte impatto sui conti pubblici. Il Parlamento ha smesso ormai da anni di essere la camera di compensazione del potere esecutivo e di affinamento del processo legislativo: siamo sicuri che, senza contrappesi istituzionali, un presidente della Repubblica eletto direttamente eserciterebbe il proprio inappellabile potere nell’interesse duraturo dello Stato piuttosto che nel proprio interesse politico del momento?

Penso a chi erano gli uomini forti della politica all’inizio della scorsa legislatura, penso al ruolo di supplenza, di indirizzo e di temperamento svolto da Sergio Mattarella e mi chiedo: se non avessimo avuto un presidente della Repubblica autorevole perché terzo e se al suo posto ci fosse stato uno di quei leader politici legittimato dall’elezione diretta, cosa sarebbe stato dell’Italia? Cosa sarebbe stato dei nostri conti pubblici, della nostra coesione sociale e della nostra collocazione internazionale? Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare risposte rassicuranti.

Se a ciò aggiungiamo che la politica al tempo dei social incoraggia la conflittualità e la superficialità e che conflittualità e superficialità appartengono da sempre al nostro carattere nazionale, beh, credo sinceramente che rinunciare al ruolo riequilibratore dell’attuale presidenza della Repubblica per sostituirlo con la figura di un capo dello Stato eletto direttamente, e perciò dotato di pieni poteri, sarebbe un errore. Un errore potenzialmente fatale.

L’efficacia e l’efficienza del governo possono essere assicurate dall’elezione diretta del presidente del Consiglio così come da due o tre riforme costituzionali in linea con la storia parlamentare della nostra Repubblica. Ma Dio salvi il Quirinale, la cui terzietà ci impedisce di essere fino (in fondo) quello che in fondo siamo e non potremmo non essere.

Huffington Post

L'articolo L’importanza di un presidente della Repubblica terzo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Ecuador: Il governo neoliberista pesantemente sconfitto alle urne


Smentiti i sondaggi, il NO alle modifiche costituzionali proposte dal presidente Lasso è in netto vantaggio. L'articolo Ecuador: Il governo neoliberista pesantemente sconfitto alle urne proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/02/06/ameri

di Davide Matrone –

Pagine Esteri, 6 febbraio 2023QUITO. Il 5 febbraio è stata una giornata corposa e ricca per la politica ecuadoregna. Si son svolte le elezioni comunali, regionali, quelle per il rinnovo dei membri del Consiglio di Partecipazione Cittadina e Controllo Sociale e 8 quesiti per il Referendum Costituzionale. Si è cominciato con lo spoglio dei candidati a sindaco e governatore che vedono i seguenti risultati al 60% dello scrutinio. Le tre regioni più popolate e grandi del paese andrebbero ai candidati della lista 5 del partito della Revolución Ciudadana dell’ex presidente Rafael Correa. Nella regione del Pichincha il binomio Pabón e Tonello si conferma per governare 4 anni ancora. Paola Pabón vince con il 28% contro il 25.6% del candidato di Pachakutik. Fuori gioco Del Pozo, promosso dal Governo, che si attesta al 15.6%. Un’altra battuta d’arresto pesante per il governo avviene nella capitale dove il candidato governativo, Pedro Freile, viene battuto da Pabel Muñoz della RC con un 25% a 22%. Qui, l’altro candidato in corsa, Yunda (già sindaco di Quito) fermo al 23% si è già congratulato con il vincitore ammettendo la sconfitta e augurando allo stesso che il suo lavoro priorizzi il bene della città. Nella regione costegna di Manabi, territorio con un forte radicamento della RC, vince con il 43% il candidato Orlando senza molti ostacoli. La grande e forse inaspettata sorpresa viene dalla Regione del Guayas e dal suo capoluogo Guayaquil dove la destra conservatrice costegna, rappresentata dal Partito social cristiano, perde Regione e capoluogo a favore dei candidati della RC. Questa è senza dubbio la notizia più forte della giornata. La roccaforte storica del PSC viene espugnata dalla sinistra dopo tre decenni di governo. Cynthia Viteri, sindaca in carica del PSC non va oltre il 31% e viene sonoramente sconfitta dal candidato Álvarez con un 39.3%. Infine, un’altra grande regione come quella dell’Azuay vede la vittoria delle opposizioni con il candidato Lloret. Fin qui i risultati delle principali città e regioni. Ma il trend sembra confermarsi nella maggior parte del territorio nazionale ed anche nelle città minori come nel caso di Santo Domingo ed Esmeraldas (città della zona costiera) dove si affermano i due candidati della Revoluciòn Ciudadana rispettivamente con i seguenti dati: Erazo con il 61% e Villacís con il 30%. In Ecuador i sindaci e i governatori vengono eletti al primo turno senza ballottaggio.

Insieme alle elezioni comunali e regionali si sono votati ben 8 quesiti referendari costituzionali su temi molto rilevanti come: giustizia, sicurezza, partiti e movimenti politici ed ambiente. Il presidente sul Referensum si è giocato tutto ed al momento è nuovamente sconfitto. Al 10% degli scrutini, il NO è in vantaggio in tutti i quesiti con ampi margini. Le due domande che avevano una forte disputa politica tra i gruppi politici del paese, e cioè la 5 e la 6 vedono i margini più ampi con un 6 a 4 a favore dell’opposizione. Eppure i sondaggi fino a qualche giorno fa davano in testa il SI senza mezzi termini e con distanze enormi. Nell’immaginario collettivo si aveva la percezione che il Referendum avesse già un verdetto ancora prima di realizzarsi. Una su tutte, la domanda sulla riduzione dei parlamentari dagli attuali 137 a 100. Al momento è stata bocciata con un 56% a 44%. Qui, la storiella che per migliorare la qualità del Parlamento bisogna buttare fuori dallo stesso un pò di deputati e senatori non è passata anche perché sarebbero scomparse dalla rappresentanza territoriale le regioni più piccole e più povere del paese. La vittoria del NO ci dice una cosa molto netta: il popolo dell’Ecuador ha bocciato su tutta la linea le politiche economiche neoliberiste del governo Lasso e la sua incapacità a gestire e risolvere gli enormi problemi che colpiscono il paese dopo 6 anni di Neoliberismo.

A queste elezioni Lasso è giunto già con una grande deficit di ossigeno. Secondo i sondaggi del CELAG di dicembre, Lasso figurava all’ultimo posto tra i presidenti dell’America Latina con il 17% di consenso popolare. Secondo altri sondaggi emanati ultimamente, non si registrava nessun cambio sostanziale. Poi, come se non bastasse un mese fa, grazie a uno scoop del giornale La Posta, è uscito fuori un sistema di corruzione in cui figurerebbe il cognato dell’attuale presidente come il capo del sistema corruttivo. Il caso è conosciuto nel paese sotto il nome de: Il Padrino. Il Parlamento e la Magistratura hanno già attivate delle investigazioni sul caso. Tutto questo ha generato indignazione e contrarietà nella popolazione del paese che non è più disposta ad accettare la delinquenza dilagante e l’assenza di un piano di governo che risponda ai problemi strutturali del paese. Il sistema sanitario è praticamente al collasso, 7 crisi delle carceri hanno già generato 400 morti, insicurezza, lavoro sempre più precario e sottopagato e distruzione costante dell’ambiente. Lasso ha vinto le elezioni nello scorso 2021 con un programma politico basato sulla promessa (che ritorna) del milione di posti lavori, sull’incremento della produttività, sull’attivazione dell’economia e sui maggiori investimenti stranieri nel paese. A due anni di governo l’unica cosa che sembra aumentare giorno dopo giorno e la delinquenza spiccia ed organizzata che rende il paese più insicuro agli occhi di tutti. Il 2022 l’Ecuador ha chiuso con tassi di delinquenza tra i più alti della regione avvicinandosi a Messico e Colombia, storicamente insicuri e instabili. Quando c’è insicurezza e la delinquenza dilagante non si può progettare il futuro, al massimo si cerca di sopravvivere nel presente. E chi viene a investire in un paese dove parte del territorio nazionale è in mano a bande armate e a gruppi delinquenziali sempre più organizzati? Noi in Italia con le mafie territoriali presenti ormai su tutta la penisola, ne sappiamo qualcosa.

Lo slogan di Lasso “più Ecuador nel mondo e più mondo nel mondo” al momento si traduce con una nuova ondata di emigrazione ecuadoregna verso gli Stati Uniti e l’Europa (più Ecuador nel mondo) e l’omologazione della Colombia degli anni ’80 in Ecuador in termini di criminalità (più mondo in Ecuador). In questi giorni si attenderà la risposta del governo di fronte alla sonora sconfitta. Si prevede forse un rimpasto di governo per mettere in pratica il famoso motto del “cambiare per non cambiare” come scriveva Giuseppe Tommasi di Lampedusa nel famoso Gattopardo. O forse si riprenderà con il racconto che non ammalia più nessuno del “la colpa è di Correa”. O forse si andrà avanti cosi due anni ancora continuando l’agonia di un paese in balia delle onde.

L'articolo Ecuador: Il governo neoliberista pesantemente sconfitto alle urne proviene da Pagine Esteri.



VIDEO. Cinque palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Aqabet Jaber (Gerico)


Sarebbero tutti combattenti, i militari hanno preso i loro corpi. Due feriti gravi. Sale ad almeno 40 il numero dei palestinesi uccisi da forze israeliane dall'inizio del 2023 L'articolo VIDEO. Cinque palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Aqabet

della redazione

(foto di Quds news network)

Pagine Esteri, 6 febbraio 2023 – Cinque palestinesi, pare tutti combattenti, sono stati uccisi nella notte durante un massiccio raid dell’esercito israeliano nel campo di Aqabat Jaber a Gerico. I militari hanno preso i corpi degli uccisi. Sono almeno 40 i palestinesi caduti sotto il fuoco di forze israeliane dall’inizio dell’anno. In gran parte erano militanti di organizzazioni armate ma tra di essi figurano anche civili. Nel campo profughi di Jenin, alla fine di gennaio, sono stati uccisi in un solo giorno 10 palestinesi tra cui una donna di 61 anni. Il giorno successivo a quel raid sanguinoso, un palestinese ha aperto il fuoco contro israeliani a Neve Yaacov, un insediamento a nord di Gerusalemme, uccidendo sette israeliani.

I comandi militari affermano che due degli uccisi a Aqabet Jaber sarebbero gli autori di spari all’inizio della scorsa settimana contro un ristorante frequentato da coloni israeliani vicino a Gerico , che non aveva fatto vittime. L’esercito di occupazione, che aveva tentato un raid nel campo profughi qualche giorno fa, ha arrestato anche due giovani feriti, che versano in gravi condizioni, e continuano a tenere sotto pressione la città di Gerico. Immagini filmate mostrano un drone israeliani caduto o abbattuto sul campo profughi. I movimenti islamici Hamas e Jihad hanno annunciato che queste uccisioni saranno vendicate. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO

youtube.com/embed/poGoKaMU3gg?…

L'articolo VIDEO. Cinque palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Aqabet Jaber (Gerico) proviene da Pagine Esteri.



La Cina spia e gli americani sparano


La notizia da ridicola sta travasando nel drammatico perché alla fine, dopo le minacce è intervenuta la forza: quando diversi gruppi di avvistamento la scorsa settimana avevano individuato un pallone bianco con appesi grandi pannelli solari a 20.000 metri di quota dall’Idaho al North Carolina, nessuno aveva pensato a un anticipo di un campionato spaziale […]

L'articolo La Cina spia e gli americani sparano proviene da L'Indro.

in reply to Andrea Russo

bello, sembra il titolo di un B-movie sulla mala milanese degli anni '70

Andrea Russo reshared this.

in reply to Yaku 🐗

@Yaku 🐗 con Franco Nero, Fernando Rey, Delia Boccardo e regia di Enzo Castellari 😂


Che dispiacere!
Ci ha lasciato Franco Grobberio, l’artista dell’acquerello.
Artista poliedrico, si è fatto conoscere ed apprezzare dentro e fuori dalla Valle d'Aosta per i suoi acquerelli sospesi tra sogno e realtà
aostasera.it/rubriche/en-so…

macfranc reshared this.



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Gesticolare


Non è una faccenda tecnica, per esperti di telecomunicazioni o gnomi della finanza, e riguarda tutti. Al fondo le cose stanno in modo semplice. E per il governo Meloni può essere una grana, ma anche un’opportunità. Il mercato ha sempre bisogno di regole,

Non è una faccenda tecnica, per esperti di telecomunicazioni o gnomi della finanza, e riguarda tutti. Al fondo le cose stanno in modo semplice. E per il governo Meloni può essere una grana, ma anche un’opportunità.

Il mercato ha sempre bisogno di regole, altrimenti non esiste. L’anarcocapitalismo non è né anarchico né capitalistico, è giungla. Le regole cambiano nel tempo, si aggiornano e cercano di non essere scavalcate dalla tecnologia. Le leggi spettano al legislatore, che sia nazionale o sovranazionale, con accordi fra stati o parlamenti sovranazionali, mentre regolamenti e altri atti amministrativi sono di competenza esecutiva, che sia il governo nazionale o altro organo sovranazionale. Diciamo, per semplificare, che le regole sono roba che spetta allo Stato, sebbene latamente inteso. Cosa succede se lo Stato, oltre a fissare le regole, si mette a giocare?

Se per il giocatore pubblico non valgono le regole imposte agli altri, siamo fuori dallo Stato di diritto e in dittatura. Rossa o nera, non cambia. Non è il nostro caso, naturalmente. Lo Stato può giocare, come effettivamente fa, utilizzando società di forma privata, ma di cui ha il controllo. Esempi: Eni, Enel, Leonardo e via elencando. In questo caso, se la società è quotata in Borsa, lo Stato è come se dicesse: gestisco questa impresa e se tu privato vuoi partecipare, investendo, ma accettando di non prendere mai la guida, sei il benvenuto. Ciascuno è libero di decidere. Certo, un margine d’equivoco rimane, perché chi fissa le regole, garantisce i controlli ed eventualmente, nei tribunali, dirime le controversie è anche diretto protagonista di quelle, sicché il sospetto che la sua mano sia più invadente che invisibile è legittimo. Esempio: la Rai.

Però capita anche, come nel caso di cui ora ci occupiamo, che lo Stato si dedichi a regolare, ma poi comincia a giocare e lo fa sotto mentite spoglie, finendo pure in minoranza. A quel punto il frammisto di gestire e regolare rischia d’essere uno scomposto gesticolare.

Erano società pubbliche, quotate in Borsa e senza debiti. Erano diventate delle multinazionali: Sip, Italcable e Telespazio, controllate dalla finanziaria Stet, a sua volta parte del mondo Iri. Storia lunga, gloriosa, poi straziante, andiamo oltre. Si decide, giustamente, di consegnare le società fuse (Telecom Italia, poi Tim) al mercato. Lo Stato esce e fissa le regole. Quelle regole furono violate e lo Stato si girò dall’altra parte. Tanto per ricordare: governo D’Alema e Consob diretta da chi poi divenne parlamentare di quel partito. Società sventrata e depauperata.

Le azioni Tim sono oggi il mano di investitori esteri per il 44% e della francese Vivendi per quasi il 24%. La Cassa depositi e prestiti (che non è lo Stato, ma è lì per conto del governo) ne possiede quasi il 10%. La società ha debiti per 25 miliardi e il fondo statunitense ne offre 20 per prendersi la rete. Il Consiglio d’amministrazione di Tim deciderà il 24 febbraio e sarebbe saggio acconsentisse, per due ragioni: a. perché rifiutare espone gli amministratori a responsabilità personale; b. perché tanto non conta nulla, visto che poi deciderà il governo. Il quale ha in tasca il golden power, che di dorato ha poco, perché qualora affermasse di volere tenere la rete in mani italiane (essendo ora in mani straniere) gli toccherebbe metterci i 20 miliardi. E non è finita, perché al CdA non hanno preso parte né il presidente di FiberCop, concorrente nella rete, né quello della Cdp, che stava negoziando con Vivendi e, per giunta, è azionista anche di FiberCop. In mezzo alle reti c’è anche Sparkle, che governa quelle internazionali ad alta sensibilità di sicurezza, non solo italiana (c’è anche Israele). Un casotto.

Se il governo s’incaponisse a volere la rete unica e italica, si troverebbe in una brutta trappola. Ma può cogliere l’occasione per dire: mi sono stufato di gesticolare e mi rimetto a regolare, perché l’interesse degli italiani non consiste nell’intestazione delle azioni, ma negli investimenti e funzionamento della rete. Sarebbe un modo per cavarne le gambe e ridare un senso al gioco.

La Ragione

L'articolo Gesticolare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Abilitazione: i ricercatori con maggiori abilità scientifiche e competenze interdisciplinari sono più penalizzati di quelli con profili più focalizzati. L'articolo di Riccardo Fini e @ToschiLaura


ABILITAZIONE: I RICERCATORI CON MAGGIORI ABILITÀ SCIENTIFICHE E COMPETENZE INTERDISCIPLINARI SONO PIÙ PENALIZZATI DI QUELLI CON PROFILI PIÙ FOCALIZZATI

@Scienza e innovazione

Negli ultimi anni, le più autorevoli accademie mondiali hanno promosso con fermezza gli studi interdisciplinari, considerando tale approccio fondamentale per supportare la formazione olistica dei futuri leader, nonché imprescindibile per l'avanzamento della conoscenza in ambito scientifico. Tuttavia i risultati di un recente studio* mostrano che gli accademici interdisciplinari sono fortemente penalizzati quando vengono valutati dai pari e che, maggiore è la loro autorevolezza scientifica, più severa è la penalizzazione.
Nello studio i ricercatori osservano qualcosa di ben diverso. Basandosi su 55mila curriculum presentati all'Abilitazione scientifica nazionale, un processo di valutazione recentemente introdotto per l'abilitazione a professori universitari di prima e seconda fascia in Italia, le evidenze suggeriscono come gli scienziati interdisciplinari con elevate prestazioni scientifiche abbiano meno probabilità di ricevere l'accreditamento rispetto a quelli con profili più focalizzati. Inoltre, la penalizzazione applicata ai candidati interdisciplinari dall'alta produttività scientifica è circa il 50% più elevata rispetto a quelli con un basso rendimento.

PS: articolo interessante, ma il titolo dice esattamente il contrario di ciò che sostiene l'articolo! Naturalmente, per la gioia de @Disinformatico 🤣

QUI L'ARTICOLO DEL #SOLE24ORE

reshared this

in reply to Franc Mac

NB: l'articolo è molto interessante, ma il titolo riportato dal Sole dice esattamente il contrario di ciò che sostiene l'articolo!

Per la gioia de @ildisinformatico 🤣

@scienza

Scienza e tecnologia reshared this.

in reply to macfranc

EDIT: Grazie a @paolomonella che (su twitter... 🤬😜 ) ci ha segnalato lo studio (non) citato sul Sole pubsonline.informs.org/doi/10.…

Chiederei infine agli accademici in ascolto, se riescono a trovare traccia dello studio (non citato) in questione...

cc @MariuzzoAndrea @mcp @mcastel

@macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

Scienza e tecnologia reshared this.

in reply to macfranc

@scienza @paolomonella Vi farà ridere ma (deformazione professionale) sono stato mezz'ora a cercare un articolo sul Sole (inteso come stella!) e non capivo che c'entrasse il link... poi finalmente ho capito che Sole era il giornale!!! 😅
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

reshared this

in reply to Marco Castellani

@mcastel @macfranc@poliversity.it @MariuzzoAndrea @mcp
In Italia c'è una procedura di abilitazione (ASN), necessaria per lavorare come professore universitario. L'ASN italiana svantaggia i ricercatori che fanno un lavoro interdisciplinare (e non confinato nei SSD, settori scientifico-disciplinari). Questo studio (doi.org/10.1287/orsc.2022.1610) l'ha dimostrato, questo articolo del Sole 24 Ore (ilsole24ore.com/art/la-ricerca…) lo riassume

macfranc reshared this.

in reply to Paolo Monella

@mcastel (Scusa se sono stato troppo didascalico: tu saprai benissimo cos'è l'ASN; ma forse il mio post può servire anche ad altri che non lavorano nell'ambiente universitario)
in reply to Marco Castellani

@mcastel AHAHAHA, non ci avevo pensato!

Non ti preoccupare: la richiesta riguardava la fonte primaria relativa a un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore A proposito dell'abilitazione accademica che sfavorisce i ricercatori più versati nella interdisciplinarità...

Ma @paolomonella ha già trovato lo studio in questione:
doi.org/10.1287/orsc.2022.1610

@MariuzzoAndrea @mcp @macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

Scienza e tecnologia reshared this.

in reply to macfranc

@macfranc @paolomonella @MariuzzoAndrea @mcp Grazie, ottimo! E io intanto cercavo tracce di fisica solare in quell'articolo e non ne trovavo (non sorprendentemente, devo dire...)

Scienza e tecnologia reshared this.

Unknown parent

glitchsoc - Collegamento all'originale
macfranc

@petros inizio a pensare che i titolisti lo facciano appositamente per aggiungere caos nell'informazione italiana... Forse un giorno si scoprirà che appartengono tutti alla Setta delle Ombre di Ra's al Ghul...

@macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

Scienza e tecnologia reshared this.



In Cina e Asia – Pallone-spia: Pechino manda reclamo formale all’ambasciata americana


In Cina e Asia – Pallone-spia: Pechino manda reclamo formale all’ambasciata americana pallone
Pallone-spia: Pechino manda reclamo formale all'ambasciata americana
WSJ: "La Cina ha venduto materiale militare alla Russia"
Chip war: la Cina potrebbe impiegare "almeno 20 anni" per colmare il divario nell'industria dei semiconduttori
FMI: "Senza riforme la crescita cinese rallenterà"
L'Iran fa sempre più uso di sistemi di sorveglianza cinesi
Il settore manifatturiero cinese riparte con difficoltà
La seconda vita delle stazioni per i test in Cina
Hong Kong-Macao-Cina continentale: riaprono le frontiere

L'articolo In Cina e Asia – Pallone-spia: Pechino manda reclamo formale all’ambasciata americana proviene da China Files.



Al via l’edizione 2023 della scuola di liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi – Linkiesta.it


Dal 16 febbraio al 25 maggio si potrà assistere dal vivo od online a quindici lezioni tenute da grandi esperti di politica, economia e giornalismo sui temi liberali Anche quest’anno, col titolo “Liberi di scegliere”, la Fondazione Luigi Einaudi darà vit

Dal 16 febbraio al 25 maggio si potrà assistere dal vivo od online a quindici lezioni tenute da grandi esperti di politica, economia e giornalismo sui temi liberali

Anche quest’anno, col titolo “Liberi di scegliere”, la Fondazione Luigi Einaudi darà vita alla Scuola di liberalismo. Una quindicina di lezioni, dal 16 febbraio al 25 maggio, cui sarà possibile assistere in presenza presso l’aula Malagodi della Fondazione in via della Conciliazione 10 a Roma, o via zoom. Qui per iscriversi

Aprirà i lavori il professor Lorenzo Infantino con una lezione sui “Limiti della conoscenza e la libertà individuale di scelta”, li concluderà il professor Sabino Cassese con una lezione dal titolo “Lo Stato in discussione”. Tra l’uno e l’altro, Alessandro De Nicola parlerà di “Hume, Ricardo, Smith e i vantaggi del commercio internazionale”, Ferruccio De Bortoli parlerà di “Concorrenza immaginaria”, Kathleen Stock di “Diritti individuali e identità gender”, Raimondo Cubeddu di “Liberalismo e religione”, Davide Giacalone del “Senso di colpa dell’Occidente” e via elencando.

«Mai come oggi si avverte il bisogno di rinsaldare negli eletti e negli elettori quei principi liberali su cui si fonda lo Stato di diritto. Mai come oggi si avverte il bisogno di realismo e competenza. La nostra Scuola di liberalismo serve anche a questo», ha dichiararo Andrea Cangini, Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi.

Linkiesta.it

L'articolo Al via l’edizione 2023 della scuola di liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi – Linkiesta.it proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Sulle pagine milanesi de La Repubblica un bel pezzo di Miriam Romano su un’iniziativa importante: il lancio del registro alias per chi vive un disallineamento tra il nome sulla carta di identità e il proprio aspetto fisico in termini di genere. È una delle tante questioni di tutela dell’identità personale della quale parliamo ne La...


Musk monetizza con Twitter e dimentica gli sviluppatori! L'intervista di @GabrieleCarrer ad @alex_orlowski è su @formichenews


Con Twitter che a partire da giovedì prossimo non offrirà più l’accesso gratuito all’API, sarà difficile, se non impossibile, monitorare hate speech ed estremismo

@Giornalismo e disordine informativo

Secondo @Alex Orlowski ✅, esperto di propaganda online, da quando è nelle mani di Elon Musk, Twitter ha iniziato a cercare di monetizzare i suoi servizi. Recentemente è stato comunicato, tramite profilo #TwitterDev, che la società non offrirà più l’accesso gratuito all’API (application programming interface) a partire dal 9 febbraio prossimo. Sarà lanciata una versione a pagamento, i cui dettagli non sono stati resi noti.

Qui il link all'intervista ad Alex Orlowski a cura di @gabrielecarrer@mastodon.uno su @Formiche (unofficial)



Il 7 febbraio 2023 ricorrono i 20 anni del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete promossa dalla Commissione Europea e celebrata in contemporanea in oltre 100 nazioni. Anche quest’anno Telefono Azzurro organizza due momenti di approfondimento per riflettere con interlocutori pubblici e privati su scenari, sfide e opportunità del mondo digitale e di...


È in corso una collisione tra ammassi di galassie | Passione Astronomia

Osservati almeno tre ammassi di galassie in fase di collisione a circa 780 milioni di anni luce dalla Terra.

passioneastronomia.it/e-in-cor…

Antonino Campaniolo 👣 reshared this.



governo.it/it/articolo/attacco…

Nota pubblicata sul birdsite oggi. Primo commento? "Togliete lo #SPID". Ma cos...

#SPID
in reply to Jun Bird

@Jun Bird @roughnecks io uso due provider: poste e sielte

Poste è più "facile" finché funziona: app più friendly ecc, ma nel mio caso non c'era modo di attivare l'autenticazione con app. In teoria doveva essere unpin unico per bancoposta/spid (chiamato PosteId), ma in pratica ne ho due diversi, il che manda l'app in confusione. Ho aperto ticket e tutto, ottenendo in risposta un invito all'uff. Postale per riattivare il tutto al costo di 10€. Presagendo lo smarrimento dello sportellista alla presentazione del mio bug e volendo sfuggire all'estorsione, mi sono registrato con Sielte su consigli sotto un bel post di @quinta :ubuntu: .
App spartane ma funzionanti, finora nessuna sorpresa

reshared this

in reply to Jun Bird

@Jun Bird @roughnecks i messaggi d'errore non chiarificatori e anzi vaghi sono prerogativa dei device dei genitori, tanto per farti restare male quando vai li pensando "sarà una sciocchezza, gliela risolvo subito"



Gli Stati Uniti fanno pressioni sugli alleati per espellere i mercenari russi di Wagner da Libia e Sudan


Gli Stati Uniti hanno intensificato le pressioni sugli alleati del Medio Oriente per espellere il Wagner Group, un appaltatore militare con stretti legami con il…

Gli Stati Uniti hanno intensificato le pressioni sugli alleati del Medio Oriente per espellere il Wagner Group, un appaltatore militare con stretti legami con il presidente russo, dalla Libia e dal Sudan colpiti dal caos, dove si è espanso negli ultimi anni, hanno detto funzionari regionali all’Associated Press.

Lo sforzo degli Stati Uniti descritto dai funzionari arriva mentre l’ amministrazione Biden sta facendo un’ampia spinta contro i mercenari. Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni al gruppo Wagner per il suo ruolo in espansione nella guerra della Russia in Ucraina .

Il gruppo è di proprietà dell’oligarca russo Yevgeny Prigozhin, uno stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin . Il Pentagono lo ha descritto come un surrogato del Ministero della Difesa russo. Il Cremlino nega ogni connessione.

L’amministrazione Biden ha lavorato per mesi con le potenze regionali Egitto ed Emirati Arabi Uniti per fare pressioni sui leader militari in Sudan e Libia affinché interrompano i loro legami con il gruppo, secondo più di una dozzina di funzionari libici, sudanesi ed egiziani. Hanno chiesto l’anonimato per parlare liberamente e perché non erano autorizzati a discutere la questione con i media.

“Wagner li ossessiona (funzionari americani)”, ha detto un alto funzionario del governo egiziano con conoscenza diretta dei colloqui. “È al vertice di ogni incontro”.

Il gruppo non annuncia le sue operazioni, ma la sua presenza è nota da rapporti sul campo e altre prove. In Sudan, era originariamente associato all’ex uomo forte Omar al-Bashir e ora lavora con i capi militari che lo hanno sostituito. In Libia, è associato al comandante militare con sede nella Libia orientale Khalifa Hifter .

Wagner ha dispiegato migliaia di agenti nei paesi africani e mediorientali tra cui Mali, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana e Siria. Il suo obiettivo in Africa, dicono gli analisti, è sostenere gli interessi della Russia in un contesto di crescente interesse globale per il continente ricco di risorse. Esperti per i diritti umani che lavorano con gli Stati Uniti il ​​31 gennaio hanno accusato il gruppo di aver commesso possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Mali , dove sta combattendo a fianco delle forze governative.

“Wagner tende a prendere di mira i paesi con risorse naturali che possono essere utilizzate per gli obiettivi di Mosca, ad esempio le miniere d’oro in Sudan, dove l’oro risultante può essere venduto in modi che eludono le sanzioni occidentali”, ha affermato Catrina Doxsee, esperta di Wagner presso il Centro per gli studi strategici e internazionali con sede a Washington.

Prigozhin non ha risposto a una richiesta di commento inviata all’ufficio stampa del Concord Group, di cui è titolare.

Il ruolo del gruppo in Libia e Sudan è stato centrale nei recenti colloqui tra il direttore della CIA William Burns e funzionari in Egitto e Libia a gennaio. Il segretario di Stato Antony Blinken ha anche discusso del gruppo con il presidente Abdel Fattah el-Sissi in un viaggio al Cairo di fine gennaio, hanno detto funzionari egiziani. Settimane dopo le visite, Burns ha riconosciuto in un discorso di giovedì alla Georgetown University di Washington DC, che dopo il recente viaggio in Africa era preoccupato per la crescente influenza di Wagner nel continente.

“Questo è uno sviluppo profondamente malsano e stiamo lavorando molto duramente per contrastarlo”, ha detto Burns.

Burns e Blinken hanno chiesto al governo di el-Sissi di aiutare a convincere i generali al governo del Sudan e l’Hifter libico a porre fine ai loro rapporti con il Wagner, ha detto un funzionario egiziano informato sui colloqui.

Il gruppo e il suo fondatore sono soggetti a sanzioni statunitensi dal 2017 e l’amministrazione Biden a dicembre ha annunciato nuove restrizioni all’esportazione per limitare il suo accesso a tecnologia e forniture, designandolo come “importante organizzazione criminale transnazionale”.

Sudan


I leader in Sudan hanno ricevuto ripetuti messaggi dagli Stati Uniti sulla crescente influenza di Wagner negli ultimi mesi, attraverso l’Egitto e gli stati del Golfo, ha affermato un alto funzionario sudanese.

Abbas Kamel, il direttore dell’agenzia di direzione dell’intelligence egiziana, ha espresso le preoccupazioni occidentali nei colloqui a Khartoum il mese scorso con il capo del consiglio sovrano al governo del Sudan, il generale Abdel-Fattah Burhan, ha detto il funzionario. Kamel ha esortato Burhan a trovare un modo per affrontare “l’uso del Sudan come base” da parte di Wagner per le operazioni nei paesi vicini come la Repubblica Centrafricana, ha detto il funzionario.

Wagner ha iniziato a operare in Sudan nel 2017, fornendo addestramento militare all’intelligence e alle forze speciali e al gruppo paramilitare noto come Rapid Support Forces, secondo funzionari sudanesi e documenti condivisi con l’Associated Press.

L’RSF, nata dalle temute milizie Janjaweed, è guidata dal potente generale Mohammed Hamdan Dagalo, che ha stretti legami con gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Dagalo ha inviato truppe per combattere a fianco della coalizione guidata dai sauditi nella lunga guerra civile dello Yemen.

I mercenari Wagner non stanno operando in un ruolo di combattimento in Sudan, hanno detto i funzionari. Il gruppo, che ha decine di agenti nel Paese, fornisce addestramento militare e di intelligence, oltre a sorveglianza e protezione dei siti e degli alti funzionari.

I leader militari sudanesi sembrano aver dato in cambio a Wagner il controllo delle miniere d’oro. I documenti mostrano che il gruppo ha ricevuto i diritti minerari attraverso società di copertura con legami con le potenti forze armate sudanesi e l’RSF. Le sue attività sono concentrate nelle aree ricche di oro controllate dalla RSF nel Darfur, nel Nilo Azzurro e in altre province, secondo i funzionari.

Due società sono state sanzionate dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per aver agito come copertura per le attività minerarie di Wagner: Meroe Gold, una società di estrazione dell’oro sudanese, e il suo proprietario, la società russa M Invest. Prigozhin possiede o controlla entrambi, secondo il Tesoro. Nonostante le sanzioni, Meroe Gold opera ancora in tutto il Sudan.

I mercenari russi hanno aiutato la forza paramilitare a consolidare la sua influenza non solo nelle remote regioni del paese, ma anche nella capitale Khartoum, dove aiuta a gestire le pagine dei social media pro-RSF.

Il campo principale dei mercenari Wagner si trova nel conteso villaggio di Am Dafok, al confine tra la Repubblica Centrafricana e il Sudan, secondo la Darfur Bar Association, un gruppo legale che si occupa di diritti umani .

“Nessuno può avvicinarsi alle loro zone”, ha detto Gibreel Hassabu, avvocato e membro dell’associazione.

Libia


In Libia, Burns ha tenuto colloqui a Tripoli con il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, capo di uno dei due governi rivali della Libia.

Il direttore della CIA ha anche incontrato Hifter nella Libia orientale, secondo i funzionari delle forze di Hifter. Un funzionario informato sull’incontro nel complesso militare di al-Rajma, la sede del comando di Hifter appena fuori Bengasi, ha detto che Wagner è stato il principale argomento discusso.

Esperti delle Nazioni Unite hanno affermato che i mercenari Wagner sono stati schierati in Libia dal 2018, aiutando le forze di Hifter nella loro lotta contro i militanti islamisti nella Libia orientale. Il gruppo è stato anche coinvolto nella sua fallita offensiva su Tripoli nell’aprile 2019.

Lo US Africa Command, AFRICOM, ha stimato che circa 2.000 mercenari Wagner si trovassero in Libia tra luglio e settembre 2020, prima di un cessate il fuoco. I mercenari erano equipaggiati con veicoli corazzati, sistemi di difesa aerea, aerei da combattimento e altre attrezzature, forniti dalla Russia, secondo la valutazione AFRICOM. Il rapporto afferma anche che il gruppo Wagner sembra ricevere denaro dagli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali sostenitori stranieri di Hifter.

Dal cessate il fuoco del 2020, le attività di Wagner si sono concentrate sugli impianti petroliferi nella Libia centrale e hanno continuato a fornire addestramento militare alle forze di Hifter, hanno affermato funzionari libici. Non è chiaro quanti mercenari Wagner siano ancora in Libia.

I funzionari americani hanno chiesto che i mercenari vengano ritirati dalle strutture petrolifere, ha detto un altro funzionario libico.

Hifter non ha offerto alcun impegno, ma ha chiesto assicurazioni che la Turchia e le milizie libiche da essa sostenute nella Libia occidentale non inizieranno un attacco contro le sue forze nella città costiera di Sirte e in altre aree della Libia centrale.

L’Egitto, che ha stretti legami con Hifter, ha chiesto che Wagner non sia di stanza vicino ai suoi confini.

Non ci sono ancora prove che la pressione dell’amministrazione Biden abbia prodotto risultati né in Sudan né in Libia, hanno affermato gli osservatori.

Doxsee, l’esperto, ha affermato che gli Stati Uniti e gli alleati dovrebbero resistere alla promozione di narrazioni secondo cui “la Russia è cattiva e ciò che abbiamo da offrire è buono” e concentrarsi invece sull’offrire alternative migliori a Wagner.

“In definitiva, alla fine, Wagner è un business. Se riesci a tagliare il profitto e puoi minimizzare il business case per l’utilizzo di Wagner, questo è ciò che lo renderà un potenziale meno allettante “, ha affermato.

(AP)


FONTE: france24.com/en/africa/2023020…


tommasin.org/blog/2023-02-05/g…

nicos8 reshared this.



Nasce una nuova istanza di test per #Bonfire!


Interessato a testare #Bonfire e fornire un feedback? Unisciti alla nuova istanza di test Bonfire!

@Che succede nel Fediverso?

Anche il sito web del progetto è statoaggiornato affinché possa spiegare meglio il progetto 😅

Mentre il playground (una vecchia istanza di test) riguardava la sperimentazione l'UX e tutte le diverse funzionalità ed estensioni in lavorazione, la nuova istanza campgroung ha solo le estensioni core e social abilitate mentre per concentrarsi sulla loro stabilizzazione (inclusa la federazione) prima di una versione v1.0 🔥

Grazie a @ivan (aka @ivan minutillo ) per tutto il lavoro!

#bonfire feedback #bonfire

Link al post originale


Interested in testing #Bonfire and providing feedback? Join the new test instance at campground.bonfire.cafe

We also updated the website at bonfirenetworks.org which hopefully explains the project a bit better 😅

While the playground (an older test instance) was about experimenting with the UX and all the different features and extensions in the works, the campground only has the core and social extensions enabled while we focus on stabilising them (incl. federation) before a v1.0 release 🔥





Falsi miti di progresso: mercato e #meritocrazia nell’#istruzione. Convegno per i 10 anni di attività di @redazione_ROARS


FALSI MITI DI PROGRESSO: MERCATO E MERITOCRAZIA NELL’ISTRUZIONE. Convegno per i 10 anni di attività di ROARS

@Etica Digitale

Nel settembre del 2011, alcuni di noi si incontrarono in un’aula dell’Università di Milano per discutere della politica universitaria all’indomani della riforma Gelmini. Per molti di noi era la prima occasione di incontro; le strade professionali e anche i luoghi geografici di provenienza erano e sono molto diversi, come anche le prospettive di ciascuno sul problema della politica dell’istruzione e della ricerca.
A valle di quell’incontro, decidemmo di fondare questo sito, prima come contenitore per raccogliere articoli ed interventi, ma anche dati e informazioni che non era facile reperire altrove. In seguito, gradatamente e in parallelo al susseguirsi di riforme dell’Università e della Scuola, il sito ROARS è cresciuto, diventando un riferimento nazionale sul tema delle politiche dell’istruzione. Negli ultimi anni, in particolare, si è ampliato lo spazio dedicato alla scuola.
La valorizzazione del merito nella Scuola e nell’Università è una delle bussole che la politica ha dichiaratamente seguito nella progettazione e nell’attuazione di queste riforme. Chi di noi aveva letto L’ascesa della meritocrazia il libro del sociologo inglese Michael Young, scritto negli anni 50, non poteva che rimanere perplesso.
Ci è sembrato pertanto naturale, nel decennale della fondazione di questo sito, organizzare un convegno per discutere della meritocrazia e di come è stata tradotta nelle politiche dell’istruzione in Italia e all’estero.
Vi aspettiamo numerosi a Trento il 24-25 febbraio 2023.

@Scuola - Gruppo Forum

PROGRAMMA
____________
VENERDÌ 24 FEBBRAIO
Ore 14:45 – Saluti istituzionali
Prof. Paolo Carta, Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Trento

ore 15:00 – I Sessione (in English)

MERITOCRACY, MARKET AND EDUCATION
Chairs:
Prof. Umberto Izzo, Università di Trento
Dott.ssa Giulia Balossini, Università statale di Milano

SPEAKERS (remote and/or in presence):
Prof. Michael J. Sandel, Harvard University: A Conversation on «The Tyranny of Merit»
Prof. Daniel Markovits, Yale University: A Conversation on «The Meritocracy Trap»
Prof. Mario Ricciardi, Università Statale di Milano: Meritocracy as Ideology: An Italian Perspective
Prof. Marco Santambrogio, Università di Parma e Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: Merit and Its Enemies

DISCUSSION

____________________
ore 17:30 – II Sessione

MERITOCRAZIA, VALUTAZIONE E CAPITALE UMANO NELL’ISTRUZIONE SCOLASTICA
Presiede e modera:
Dott.ssa Daniela Palma, ENEA – Roma

RELATORI:
Prof. Christopher Tienken, Seton Hall University: L’assalto neoliberista all’insegnamento scolastico negli Stati Uniti
Prof.ssa Rossella Latempa, ROARS: 15 anni di riforme nella Scuola italiana

DISCUSSIONE

____________________
SABATO 25 FEBBRAIO
ore 9:00 – III Sessione

UNIVERSITÀ: LE POLITICHE MERITOCRATICHE PER L’ISTRUZIONE IN ITALIA E I LORO EFFETTI
Presiedono e moderano:
Dott. Francesco Sylos Labini, Centro Ricerche Enrico Fermi, Roma
Dott.ssa Paola Galimberti, Università statale di Milano

RELATORI:
Prof.ssa Maria Chiara Pievatolo @Maria Chiara Pievatolo , Università di Pisa: Di bilance e di spade: l’autorità della valutazione
Prof. Davide Borrelli, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli: La valutazione come teologia
Prof. Alberto Baccini, Università di Siena: 15 anni di riforme nell’Università italiana

____________________
Ore 10:45 – Tavola rotonda conclusiva, aperta al dibattito col pubblico in presenza

COSA «MERITANO» LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ ITALIANA
Presiedono e moderano:
Prof. Giuseppe De Nicolao, Università di Pavia
Prof. Antonio Banfi, Università di Bergamo

PARTECIPANO (da remoto e in presenza):
Prof. Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito
Prof. Antonio Uricchio, Presidente ANVUR (invitato)
Prof. Flavio Deflorian, Rettore dell’Università di Trento
Dott. Massimiliano de Conca, FLC – Roma
Dott.ssa Virginia Magnaghi, Scuola Normale Superiore di Pisa
Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretario Nazionale ADI
Agnese Tumicelli, Gianmarco Ruvolo, Luca Pistore, Rappresentanti degli Studenti UNITN

LINK



Vi spiego la sfida spaziale per Israele. Parla Dan Blumberg (Isa)


La presenza internazionale alla Conferenza spaziale internazionale Ilan Ramon, svoltasi questa settimana a Tel Aviv, è stata “enorme”, racconta il professor Dan Blumberg, presidente dell’Agenzia spaziale israeliana (Isa). Alcuni dei più importanti attori

La presenza internazionale alla Conferenza spaziale internazionale Ilan Ramon, svoltasi questa settimana a Tel Aviv, è stata “enorme”, racconta il professor Dan Blumberg, presidente dell’Agenzia spaziale israeliana (Isa). Alcuni dei più importanti attori dei maggiori Paesi “spaziali” hanno partecipato all’evento. “Vedono Israele come una calamita, vogliono entrare in contatto con la comunità, vogliono entrare in contatto con le nostre startup, vogliono guardare le applicazioni che stiamo sviluppando e vogliono lavorare con noi”. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per questa intervista esclusiva.

Com’è cambiato il settore spaziale in questi anni?

Il settore spaziale è stato alimentato per molti, molti anni soprattutto dalla geopolitica. E dalla competizione tra nazioni e culture. La corsa allo spazio durante la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti era un modo per dimostrare ciò che si poteva fare tecnologicamente e raccogliere informazioni da luoghi lontani. Per questo motivo e per il costo dell’accesso allo Spazio, la maggior parte degli investimenti era su base nazionale. Negli ultimi dieci anni c’è stato un cambiamento significativo con l’ingresso di imprese e società private nell’arena spaziale.

Che cos’è cambiato?

Quando gli Stati Uniti hanno installato il Gps, non lo hanno fatto per permetterci di usare Waze o Google Maps. Il motivo era principalmente militare. Poi abbiamo capito che potevamo usare il Gps per molte altre cose, per migliorare le nostre vite. E poi abbiamo iniziato a vedere aziende private che si occupano delle applicazioni a valle dell’utilizzo delle risorse spaziali e investono nella realizzazione e nel lancio di nuovi sistemi spaziali.

Che fase stiamo attraversando?

Ci troviamo in un vero e proprio punto di svolta: da investimenti nazionali a investimenti privati con una crescita significativa e massiccia dell’attività spaziale. Inoltre, si è assistito a una vasta riduzione dei costi da investire per inviare un satellite nello Spazio.

Come stanno cambiando i rapporti tra pubblico e privato?

Gli Stati nazione saranno sempre in competizione tra loro per mostrare la qualità della vita e le conquiste tecnologiche raggiunte, e questa è la natura dell’umanità, almeno per ora. Ma detto questo, probabilmente si assisterà a uno sforzo parallelo tra investimenti nazionali e privati. Ci saranno ancora investimenti governativi, ma attraverso aziende private.

Quello di un attacco a satelliti è lo scenario peggiore in un conflitto moderno?

L’evento più pericoloso in qualsiasi guerra è, innanzitutto, un danno alle infrastrutture civili. Non credo che i satelliti siano lo scenario peggiore in caso di guerra, ma il modo in cui le superpotenze si sono evolute, le loro alleanze sui satelliti sono diventate significative. E qualsiasi blackout o azione contro di essi avrà un impatto sostanziale anche a terra. Quindi potrebbe innescare un effetto domino.

Che ruolo ha Israele nel settore spaziale?

Israele è stato l’ottavo Paese al mondo a ottenere il pieno accesso allo Spazio, il che significa costruire un satellite, lanciarlo dal proprio territorio e gestirlo. Questo è avvenuto già nel 1988. Sono pochi i Paesi al mondo che hanno questo tipo di accesso e allora erano soprattutto le superpotenze o le nazioni molto grandi ad averlo. Oggi Israele ha sempre più aziende che guardano allo Spazio come a una risorsa. Il Paese capisce che può essere un motore di crescita per l’economia. Stiamo cercando di sviluppare un ecosistema per creare un motore di crescita basato sullo Spazio. Al momento ci sono circa 60 aziende direttamente coinvolte in attività spaziali. E speriamo di raddoppiare la cifra entro il decennio. Almeno.

Parliamo di ecosistema, una parola che spesso si sente in Israele quando si parla di cybersecurity. In che cosa consiste quando parliamo di Spazio?

Nel corso della mia carriera ho lavorato intensamente alla costruzione dell’ecosistema cyber. Oggi possiamo costruire anche un ecosistema intorno allo Spazio con ricerca accademica, investimenti governativi, coinvolgimento di piccole, medie e grandi aziende e sensibilizzazione della popolazione su ciò che stiamo facendo. In modo leggermente diverso dalla cybersecurity. L’ecosistema spaziale sarà probabilmente più piccolo di quello della cybersecurity. Ma detto questo, l’ecosistema spaziale è costituito da tecnologie molto più profonde e comprende sia software sia hardware.

Quanto è importante per un Paese come Israele la cooperazione spaziale?

Israele è un Paese piccolo. E lo spazio è costoso. Quindi dobbiamo collaborare con altri Paesi. Basti pensare che sulla Stazione Spaziale Internazionale, i russi, gli americani e altri stanno lavorando insieme a causa degli enormi costi di accesso e di volo nello Spazio. Anche Israele sta lavorando con gli alleati per utilizzare congiuntamente lo Spazio come risorsa per proteggere e rafforzare la loro società. E l’Italia è uno dei Paesi con cui lavoriamo.

A livello bilaterale o tramite l’Unione europea?

Entrambi. Lavoriamo con l’Europa: siamo fortemente coinvolti nella ricerca attraverso programmi come Horizon Europe. E lavoriamo anche con Paesi specifici in Europa, come Italia, Germania e Francia. Non siamo membri dell’Agenzia spaziale europea purtroppo. Israele potrebbe trarre notevoli vantaggi dall’essere un membro dell’Agenzia spaziale europea, e credo che quest’ultima trarrebbe beneficio dall’avere Israele in quella comunità.


formiche.net/2023/02/dan-blumb…



Scoperte 12 nuove lune di Giove | Passione Astronomia

"Gli astronomi hanno scoperto 12 nuove lune attorno a Giove, portando il conteggio totale a un record di 92. È più di qualsiasi altro pianeta nel nostro sistema solare."

passioneastronomia.it/scoperte…





Latin America rallies behind Julian Assange


mondediplo.com/2023/02/03latin…

While successive #US administrations and their intelligence agencies have threatened #Assange financially, physically and legally over the past 13 years, nine #LatinAmerican-heads-of-state are demanding his #release. They include #XiomaraCastro-Honduras, #AndrésManuelLópezObrador-Mexico, #DanielOrtega-Nicaragua, #MiguelDíaz-Canel-Cuba, #NicolásMaduro-Venezuela, #GustavoPetro-Colombia, #LuisArce-Bolivia, #AlbertoFernández-Argentina and #LuizInácioLuladaSilva-Brazil. #Lula has even suggested that Assange should be awarded the #NobelPeacePrize for having ‘shed light on the shady dealings of the #CIA,' while Mexico’s #Obrador has offered Assange #asylum and #protection.


#latinamerica #southamerica #julianassange #wikileaks #freeassange #journalismisnotacrime #weareallassange


reshared this



Il 7 febbraio è il Safer Internet Day! La giornata mondiale per la sicurezza in Rete compie 20 anni.

L’iniziativa, promossa dalla Commissione Europea, verrà celebrata in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo.



Luca Ottonelli


E’ nato a Genova nel 1969 e ho completato i primi studi artistici avendo come maestro di Figura G. Fasce.

Tra il 1995 e il 1996 ha soggiornato in Inghilterra, a seguito di una borsa di studi del CNR, come ‘visiting scholar’ presso la Faculty of Classics dell’Università di Cambridge. Dal 1998 si dedica alle arti visive, con una produzione variegata che spazia dalle tecniche pittoriche seicentesche all’uso del digitale.

#arte #illustrazione #illustrazioni #artista #artedigitale

iyezine.com/luca-ottonelli



Firenze: Noi non paghiamo. Manifestazione 4 febbraio Piazza della Repubblica


Se la #FirenzeCheNonConta organizza un'iniziativa che urta la femminile sensibilità della #Lega e del democratismo rappresentativo in genere, le persone serie non possono che darle la massima visibilità possibile.
Per questo consideriamo un piacevole dovere -cui ottemperare con brio primaverile- la diffusione di informazioni sull'iniziativa in oggetto.



Meglio Tor o una VPN?


Cos’è Tor, come funziona, a cosa serve, in cosa differisce da una VPN e quando è preferibile usarli insieme o separatamente? Qualche risposta.

Qualche tempo fa abbiamo parlato di VPN (Virtual Private Networks) e di come queste possano essere utili per ottenere più privacy online e in qualche modo anche bypassare specifiche leggi di sorveglianza di massa (come quelle italiane).

Un altro servizio per aumentare privacy e ottenere un certo livello di anonimato è Tor, che molti di voi conosceranno. A prima vista Tor potrebbe essere simile a una VPN, ma sono in realtà servizi molto diversi tra loro.

Prima di tutto: Tor è sia un protocollo che un browser. È molto importante non confondere i due aspetti, perché da questo dipendono anche le nostre aspettative di privacy e anonimato. Sia Tor Browser che il protocollo Tor possono anche essere usati in combinazione con una VPN, con pro e contro — che vedremo insieme.

Lo scopo di questo articolo è spiegare in modo semplice cos’è Tor, come funziona, a cosa può essere utile, in cosa differisce da una VPN e quando è preferibile usarli insieme o separatamente.

Ti piace Privacy Chronicles? Iscriviti o abbonati per sostenere una rivoluzione culturale fondata su privacy e libertà!

5179668Scansiona il QR code con il tuo wallet LN o clicca qui!

Il protocollo Tor e Tor Browser


Il protocollo Tor e Tor Browser sono due cose diverse che è bene non confondere.

Read more

informapirata ⁂ reshared this.



Non è una novità, nel football americano lo fanno da anni...

ansa.it/sito/notizie/sport/cal…



Il sabotaggio di Émile Pouget, edito da Massari


Questo volumetto edito nel 1913, è opera di Émile Pouget (1860–1931), uno dei militanti anarchici più rappresentativi del movimento operaio francese, colui che per primo ha definito il concetto di sabotaggio. Sin dal 1897 la Confédération Générale du Travail, durante il congresso di Tolosa, grazie soprattutto a Pouget, definisce “ufficialmente” il sabotaggio un metodo di lotta sindacale. @L’angolo del lettore

iyezine.com/il-sabotaggio-di-e…
#libro #libri #rileggere

reshared this




#NotiziePerLaScuola

PNRR, pubblicate le graduatorie definitive relative all’avviso per la realizzazione di mense scolastiche.

Info ▶️ pnrr.istruzione.it/avviso/mens…

Iscrivetevi per rimanere sempre aggiornati ▶️ miur.