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Perché l’accordo Iran-Arabia Saudita per ristabilire i rapporti è così importante


L’Iran e l’Arabia Saudita hanno concluso venerdì un accordo per ripristinare le normali relazioni diplomatiche e riaprire le loro ambasciate entro due mesi. L’accordo è arrivato al termine di una settimana di negoziati mediati dalla Cina a Pechino, che hanno posto fine alla spaccatura tra i due governi che esisteva da quando l’Arabia Saudita ha […]

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Energia, a Budapest parte il progetto Europeo della Fondazione Einaudi sui cambiamenti climatici – Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target


Simona Benedettini, in qualità di Energy Economist del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, aprirà il 16 marzo a Budapest la prima sessione di lavori del progetto europeo “Promoting power purchase agreements to achieve the net- zero target

Simona Benedettini, in qualità di Energy Economist del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, aprirà il 16 marzo a Budapest la prima sessione di lavori del progetto europeo “Promoting power purchase agreements to achieve the net- zero target”, promosso dall’European Liberal Forum e che vede, tra i partner coinvolti, anche la Friedrich Naumann Foundation (Germania).

Nel workshop ungherese Benedettini indicherà le linee guida per lo sviluppo di uno studio comparato volto ad individuare le migliori pratiche applicate negli accordi di fornitura di energia elettrica (fondamentali per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero e per contrastare i cambiamenti climatici), nei diversi Stati aderenti alla ricerca. Parteciperanno, oltre all’Energy Economist che rappresenta la Fondazione Luigi Einaudi di Roma e che si occuperà di sviluppare l’analisi della situazione italiana, Gero Sheck per la Friedrich Naumann Foundation (Germania), Ricardo Silvestre per il Social Liberal Movement (Portogallo), William Hongsong Wang per la Fundacion para el Avance de Libertad (Spagna) e Tomas Babicz per l’Inditsuk Be (Ungheria).

L’incontro di Budapest segna l’avvio di un importante lavoro che si svilupperà durante tutto il 2023 con l’intento di dare un qualificato contributo al dibattito europeo sul clima. Già è in programma un secondo workshop a Lisbona nel mese di maggio, due pubblicazioni sul tema e relativi policy brief, per concludere con un grande evento a Roma entro la fine dell’anno.

Context


The recent REPowerEU Plan of the European Commission considers Power Purchase Agreements (PPAs) a key driver to achieve the new 2030 target of 45% share of renewable energy. According to the European Commission, such target is essential to ensure the timely and effective achievement of carbon neutrality in 2050. However, the diffusion of PPAs is facing several challenges across EU Member States due to both market and legislative barriers which are intrinsic to the long-term nature of PPAs. The project intends investigating the legislative and market framework for PPAs in different EU Member States (a preliminary and not conclusive list of countries might include Italy, Hungary, Germany, Spain, Portugal) to identify best practices for the diffusion of PPAs and to contribute to the EU debate on climate policies.

The theme of PPAs communities addresses issues common to the liberal political and ideological area many issues dear to the liberal area, from combating legislative and market barriers through a transnational and supra-national perspective to ecological challenges and economic savings.

Topics: Climate policies, Energy security, Climate neutrality, Net-zero future, FF55, REPowerEU, New Green Deal

VECTOR- Techno-Sustainability

About the event


The event consists in a workshop conceived as a follow up to discuss Power Purchase on a comparative frame and agree on a final publication. Simona Benedetttini (LEF project leader) will animate the workshop to explain to them how she conceived the project and to assist them in the realisation of a cohesive in-depth chapters on a European perspective. Benedettini will help authors reflecting on several issues such as:

  • Identifying policies and market interventions which proved to be effective in promoting PPAs in EU countries
  • Achieving an in-depth understanding on relevant barriers to the diffusion of PPAs
  • Promoting the dissemination of best practices for the diffusion of PPAs
  • Providing a relevant contribution to the EU debate on climate and energy policies

Programme


Wednesday 15 March 2023

10:00 – 19:00 Participants arrival to the Hotel Castle Garden, 40-41 Lovas utca, 1012 Budapest, Hungary

20:00 Meeting at the lobby for welcome and introduction

20:30 Dinner TBD

Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi

Thursday 16 March 2023

Indítsuk Be Magyarországot Foundation, 2 Rózsahegy utca 1024 Budapest, Hungary

09:30 Introductory Remarks

Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Speaker: Fjona Merkaj, European Liberal Forum Project Officer

09:45 Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target purpose, objective, and scope

Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy

11:00 Coffee Break

11:15 Dialogue with the participants of the workshop and follow-up in view of the publication of the volume Promoting Power Purchase Agreements

Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
Speaker: Ricardo Silvestre, MLS, Portugal
Speaker: William Hongsong Wang, Fundación para el Avance de la Libertad, Spain
Speaker: Gero Scheck, FNF, Germany
Speaker: Tamas Babicz, IBM, Hungary

12:30 Highlights of the event goals and conclusive remarks

Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi

13:00 End of event & lunch with participants

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Perché l’accordo Iran-Arabia Saudita per ristabilire i legami è così importante


L’Iran e l’Arabia Saudita hanno concluso venerdì un accordo per ripristinare le normali relazioni diplomatiche e riaprire le loro ambasciate entro due mesi. L’accordo è arrivato al termine di una settimana di negoziati mediati dalla Cina a Pechino, che hanno posto fine alla spaccatura tra i due governi che esisteva da quando l’Arabia Saudita ha […]

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Start up e innovazione. Il piano di Leonardo che avvicina Roma e Tel Aviv


L’Italia, con Leonardo, rafforza la cooperazione nel campo dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico con Israele. Con l’evento di presentazione della seconda edizione internazionale del Business innovation factory (Bif), l’acceleratore dell’azienda it

L’Italia, con Leonardo, rafforza la cooperazione nel campo dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico con Israele. Con l’evento di presentazione della seconda edizione internazionale del Business innovation factory (Bif), l’acceleratore dell’azienda italiana dedicata alla selezione e al supporto di start up ad alto potenziale innovativo, il gruppo di piazza Monte Grappa ha potuto illustrare le caratteristiche dell’iniziativa in un Paese che si è guadagnato negli ultimi anni il soprannome di Start up Nation, grazie al suo ecosistema estremamente ricco e variegato di realtà all’avanguardia nei campi della scienza e della tecnologia. L’evento, tra l’altro, ha visto la partecipazione del ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, in visita a Tel Aviv, insieme al ministro per l’Innovazione, scienza e tecnologia di Israele, Ofir Akunis. Una missione, quella di Tajani che, nelle parole del ministro, è servita “a rafforzare la cooperazione politica, economica, scientifica e culturale” tra i due Paesi mediterranei.

La strategia di Leonardo in Israele

L’evento è stato solo l’ultima delle iniziative di Leonardo in Israele, un Paese con il quale stanno crescendo notevolmente le opportunità di partecipazione e collaborazione. A novembre del 2022 la società ha perfezionato il processo di fusione tra la controllata statunitense del gruppo, Leonardo Drs, e la società israeliana Rada Electronic Industries, un accordo che porta anche all’automatica quotazione in borsa di Leonardo Drs al Nasdaq di New York e a Tel Aviv. A febbraio di quest’anno, inoltre, Leonardo ha rinsaldato i rapporti con Israele sul tema dell’innovazione sottoscritto due accordi con Israeli Innovation Authority, un’agenzia pubblica a supporto tecnico e finanziario di progetti innovativi, e con Ramot, una technology transfer company per la valorizzazione della proprietà intellettuale dell’università di Tel Aviv. Come spiegato da Enrico Savio, chief strategy and market Intelligence officer di Leonardo, in un’intervista ad Airpress, questi accordi “si inseriscono nel quadro della strategia di rafforzamento di Leonardo nel mondo come global player, anche attraverso la leva dell’innovazione e quindi la creazione di rapporti strutturali con gli ecosistemi di innovazione più avanzati”

La Start up Nation

Come spiegato ancora da Savio, dunque, “le collaborazioni con Israele terranno in considerazione da una parte, le necessità di Leonardo di attingere all’open innovation come contributo all’innovazione, e dall’altro le specificità e le eccellenze di Israele inserite in un disegno complessivo che include sia i Paesi domestici sia gli altri Paesi strategici.” Tel Aviv, infatti, vanta un ecosistema unico al mondo fatto di settemila start up, cento acceleratori e decine di incubatori attivi, circa 430 fondi di venture capital operanti nell’innovazione, quasi cinquecento centri di ricerca e sviluppo di multinazionali, 17 programmi di Transfer of technology e nove università pubbliche impegnate nella ricerca tecnologica. Negli anni, Israele è diventato un modello virtuoso nel campo dell’innovazione, che contribuisce al 15% del Pil e alimenta il 54% dell’export, occupando poco meno di un milione di lavoratori, su una popolazione di nove milioni e mezzo.

L’acceleratore di piazza Monte Grappa

La Business innovation factory (Bif) è l’acceleratore di start up lanciato dalla società di piazza Monte Grappa a gennaio del 2022, realizzata in partnership con LVenture Group, che punta a sostenere circa dieci aziende innovative all’anno nel loro processo di sviluppo di soluzioni innovative per il settore aerospazio e Difesa. Alle aziende che parteciperanno alla Bif verrà assicurato un sostegno a 360° nei progetti identificati. La nascita dell’acceleratore si inserisce nell’approccio di Leonardo all’innovazione che si fonda, come indicato dal piano strategico di crescita Be Tomorrow 2030, su interazione e collaborazione tra diversi attori, interni ed esterni, per favorire la condivisione di idee e conoscenze, alimentando opportunità di sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche.

Le prossime tappe del Business innovation factory

Il roadshow israeliano di Leonardo è solo l’ultima tappa del percorso, che ha visto la società presentarsi a Napoli, Milano, Londra, Monaco, e ha riscosso un notevole successo, con oltre duecento start up, venture capital e innovation hub. L’edizione di quest’anno, in particolare, è stata dedicata ai verticali della “simulazione e gamification” e “networking e cyber-security”. Adesso, i prossimi passi sono la selezione di una short list di enti in grado di accedere, a partire da maggio, alla fase di accelerazione della durata di sei mesi. “Ci auguriamo – ha raccontato Savio – che ai nastri di partenza a maggio potremo avere almeno una start up Israeliana”.


formiche.net/2023/03/startup-i…



Tre in Uno


Una carrellata di titoli e annunci ha informato gli italiani dell’imminente riforma fiscale, consistente in tre aliquote Irpef e una flat tax. Peccato che se ci sono tre aliquote non può esserci la flat, ovvero l’aliquota unica, e viceversa. Non si tratta

Una carrellata di titoli e annunci ha informato gli italiani dell’imminente riforma fiscale, consistente in tre aliquote Irpef e una flat tax. Peccato che se ci sono tre aliquote non può esserci la flat, ovvero l’aliquota unica, e viceversa. Non si tratta d’essere esperti di fisco, ma di capire che o è una o sono tre. Il solo caso in cui le due cose coincidono ha a che vedere con il sacro. È come avere annunciato una legge per i bipedi con quattro gambe. La spiegazione c’è e mostra più di quel che quegli annunci nascondono.

Il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che conosce bene la materia e ha lunga esperienza, ha detto che la riforma in cantiere conta di avere il valore che ebbe la riforma degli anni Settanta. Ma la riforma che porta il nome di Bruno Visentini, varata nel 1975, era da subito compiuta, non un divenire sottoposto ai marosi della politica, e comportava una modalità di tassazione uguale per i redditi di natura differente. La così detta Visentini bis del 1983 non modificò quell’assetto ma intervenne sui bilanci societari.

Posto che, allo stato attuale, c’è una legge delega già approvata (per sua natura dettagliata nell’elenco e generica nelle modalità) e si dispone soltanto di anticipazioni, per giunta prestate in modo confuso, quel che si prospetta è piuttosto diverso. Fra le altre cose: 1. Le aliquote Irpef (ovvero il reddito delle persone fisiche, la dichiarazione che presentiamo, almeno quanti di noi pagano le imposte) passano da 4 a 3, ma per valutarne gli effetti occorre sapere quali siano e per quali scaglioni di reddito. Se il gettito restasse invariato qualcuno pagherebbe di più e altri meno; se il gettito calasse occorrerebbe sapere quali spese si tagliano; 2. La flat per tutti sarebbe una non flat relativa al reddito incrementale maturato nel corso dell’anno, quindi non scatterebbe lo scaglione successivo ma si pagherebbe un’aliquota diversa (che già non sono più 3); 3. La flat rimane per gli autonomi sotto un certo livello e che accettino il forfettario ma – a parte che anche questa è una non flat, bensì un’aliquota specifica (e daje a vederle aumentare) per determinati redditi – ne discende che trattasi del contrario della riforma Visentini, impostando una tassazione diversa a seconda non del livello ma della tipologia di reddito; 4. La flat vera, (un’aliquota uguale per tutti) resta come l’approdo promesso, ma non si sa con quale rotta e, comunque, anche in questo caso l’opposto della Visentini, che come era restava.

Fin quando non leggeremo i testi non siamo autorizzati a esprimere giudizi sulla riforma in sé. Riordino, semplificazione e lealtà verso il contribuente sono buone cose. Ma non sono quelle che finora leggiamo.

Veniamo alla pressione fiscale, a quanto costa il fisco per i contribuenti onesti. Lo slogan di tutti è che debba diminuire, fin qui è andata bene se non aumentava. Capiamoci: se la pressione fiscale dovesse crescere perché si fa pagare il dovuto agli evasori festeggeremmo, essendo la premessa per farla scendere agli onesti. Ma all’opinione pubblica si fa credere che l’evasore fiscale sia il pescecane approfittatore che s’arricchisce, il che è vero in qualche caso, per il quale è previsto anche il carcere (lallero); la gran parte dell’evasione consiste invece in scontrini non battuti, prestazioni in nero e fatture non fatte, il che comporta un accordo fra fornitore e cliente, mentre nessuno dei due ha la sensazione d’arricchirsi ma ritiene giusto non impoverirsi. Certo, sono disonesti. Ma è disonesto anche far credere che il recupero dell’evasione non riguardi il ricorrente dialogo: «Quanto le devo?», «Con la fattura o senza, nel primo caso c’è anche l’Iva». Chi si prende l’onere politico di spiegarlo, visto che si partì con lo sbagliatissimo piede di limitare anziché incentivare i pagamenti digitali?

Non c’è nessun gusto nel criticare a prescindere. Attendiamo il testo. Ma neanche è piacevole essere presi per quelli che salutano la mirabolante novità dei calvi con la zazzera.

La Ragione

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InSicurezza


Essersi spostati a Cutro, per tenere il Consiglio dei ministri, ha un valore simbolico. Di solidarietà e presidio. Non altro. È stato varato un decreto legge, che è oramai la sola forma d’iniziativa legislativa rimasta che possa sperare di giungere a una

Essersi spostati a Cutro, per tenere il Consiglio dei ministri, ha un valore simbolico. Di solidarietà e presidio. Non altro. È stato varato un decreto legge, che è oramai la sola forma d’iniziativa legislativa rimasta che possa sperare di giungere a una conclusione. Sono anni che vale questo andazzo e, a turno, chi si oppone protesta e chi governa decreta. Salvo scambiarsi le parti. Dopo quello che è successo nessuno se la sente di contestare i requisiti costituzionali della necessità e dell’urgenza. Tutto sta a vederne l’utilità.

Il decreto è bifronte, ma non incoerente, tenendo assieme aperture e repressione. Come qui immaginato. Diventa triennale la programmazione degli ingressi regolari di extracomunitari, mentre la quantità viene fissata da un Dpcm (il così detto “decreto flussi”). È la premessa per far entrare molte più persone, programmandone il numero in anticipo e così rendendo meno complicato lo smaltimento delle pratiche. Chi pensava che la destra al governo portasse con sé meno immigrati, o addirittura nessuno, sarà deluso: ne porta di più. La destra al governo può ben rispondere: ma sono regolari, mentre confermiamo di volere combattere l’immigrazione clandestina. Diciamo che si è giocato molto ad alludere, ma resterà il fatto che i profughi (che hanno diritto a essere accolti) continueranno ad arrivare in modo irregolare. E continueranno a entrare.

Poi c’è il lato repressivo, con pene fino a trent’anni (se il fatto porta al decesso di più persone) per gli scafisti. Il problema delle pene non è fissarle, ma applicarle. In mezzo c’è la giustizia. Difficile supporre che alla guida di una bagnarola sovraffollata si porrà il criminale turco o libico, semmai ci si troverà il picciotto marinaro. Un tribunale non comminerà a lui le pene concepite per il suo capo. E c’è anche il caso che l’imputato sostenga che la sua vita sia in pericolo, se venisse restituito al Paese del boss. A molti sembreranno dettagli o “cavilli”, ma è la ragione per cui la giustizia reale è così diversa da quella suggestivamente annunciata. Il che non autorizza a far spallucce; se l’equivoco si protrae è perché una società sana ha bisogno di ordine e sicurezza, mentre il mondo politico produce sentimentalismi: accoglienza e respingimento, comprensione e repressione. Roba da melodramma, che non risolve alcun dramma.

L’insicurezza colpisce i cittadini normali, accanendosi sui più deboli. Si fa credere che la teppaglia e la miseria che gira attorno alle stazioni o nei quartieri popolari o nelle periferie abbiano qualche cosa a che vedere con gli sbarchi o i clandestini, il che è solo in parte vero, ma il ciondolare da “richiedente asilo” è roba che produciamo noi. Ovvio che non puoi pensare di mandare per anni in galera quello che fa uno scippo o anche solo piscia sotto i portici, si ubriaca e vomita, ma è quello che più impressiona i cittadini. La rapina armata in una villa, con il morto, è gravissima ma la leggiamo sul giornale, mentre gli accampamenti senza legge finiscono di rado sui giornali ma riempiono la giornata del passante. Le forze dell’ordine ci fanno poco e niente, perché è vero che sono obbligate a intervenire ma sanno che non risolve nulla. Non manca la legge, manca la giustizia. I piccoli reati sono i più diffusi, creano più allarme, la punizione è efficace se arriva a distanza di ore. A distanza di anni è una presa in giro.

Per riuscirci devi avere una giustizia commisurata. Non ha senso che viaggi tutto sugli stessi binari. Ed è un gravissimo errore della sinistra considerare l’ordine e la sicurezza come roba di destra, quando non reazionaria. Sono cose vitali. Solo che servono rimedi efficaci, giudici che decidano in un’udienza, pene ragionevoli, non necessariamente detentive. Questo disincentiverebbe, non la testa di leone su un corpo da scoiattolo.

Altrimenti si producono aumenti delle pene per accompagnare l’aumento degli immigrati. Che sarà, forse, urgente e necessario, ma che sia utile è improbabile.

La Ragione

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Carlo Buongiorno: una vita dedicata allo spazio


Il 12 marzo 1930 nasceva a Roma Carlo Buongiorno. Ingegnere, scienziato e prima di tutto, una persona di rara sensibilità accademica e umana. Buongiorno è noto alla storia dello spazio per essere stato il primo direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana. Un ente che per l’Italia ha rappresentato il passaggio da una piccola realtà di […]

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PD: i problemi per Elly Schlein iniziano ora


Si può dirlo: finalmente?! Sì, finalmente ieri, a Roma, al Centro Congressi “La Nuvola” si è aperta e poi chiusa l’assemblea del Partito Democratico, e messa la parola fine a un’estenuante, ma anche noiosa fase congressuale che avrebbe sfiancato una mandria di tori Gallardo. 705 delegati in presenza, altri 221 in collegamento, hanno chiuso un […]

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CUTRO. Basta stragi, nessun limite al soccorso in mare


Migliaia di italiani, associazioni e ONG hanno affermato, sulla spiaggia calabrese teatro del naufragio del 26 febbraio, che la vita umana è più importante di leggi e restrizioni anti immigrazione L'articolo CUTRO. Basta stragi, nessun limite al soccorso

di Micol Meghnagi e Ludovica Forcina,

Pagine Esteri, 13 marzo 2023 – Una croce in legno costruita con i resti della barca naufragata ha guidato l’umanità in marcia a Steccato di Cutro. In testa, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. Sono oltre 10.000 le persone accorse da tutta Italia per esprimere vicinanza alle famiglie delle vittime. Uomini, donne e bambini hanno camminato per Via del Mar Mediterraneo. Lo stesso Mediterraneo dove lo scorso 26 febbraio, oltre 70 persone hanno perso la vita. Sono afgani, siriani, palestinesi, libici, iraniani le vittime inghiottite dal nostro mare. ‘Fermate la strage subito’ è l’appello di Rete Asilio, alle quale hanno aderito oltre 40 associazioni, movimenti e sindacati. Sfilano gli spezzoni di Emergency, Cgl, Anpi, Arci, Amnesty International, Il Manifesto. Sono presenti tutte le sigle storiche del movimento antirazzista e antifascista italiano. Giubotti salvagenti e caschetti blu aprono la lunga delegazione di Mediterranea, che ha organizzato tre pullman da tutta Italia, partiti nel cuore della notte. “Oggi riaffermiamo un patto. Che è quello di non fermarci nelle pratiche concrete, anche se dovessimo esseri costretti a violare delle leggi ingiuste.

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Perché le leggi non sono niente di fronte alla vita umana. Il governo Meloni ha risposto a questa strage approvando un decreto-legge che prevede ulteriori strette alla protezione sociale e umanitaria”, tuona Luca Casarini, capo missione della nave Mar Jonio. Insieme a lui, Andrea Alzetta, detto Tarzan, attivista di Spin Time Labs: “La società civile deve iniziare ad irrompere nella scena politica. Vedere tutte queste persone a Cutro è un fatto straordinario. Non era facile. Vuol dire che esiste un popolo che vuole accogliere. Ma dobbiamo riuscire a farci carico di una accoglienza degna, anche a costo di disobbedire”. E ancora. “Oggi è presente l’umanità migliore. Il disegno sul mondo perverso che ci stanno imponendo troverà in noi una fortissima resistenza. Siamo tutti responsabili”, dichiara Don Mattia Ferrari. Si alzano cori contro il governo e le stragi in mare. Gli attivisti e le attiviste del sindacato studentesco ‘Rete degli Studenti’, cantano a gran voce ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il Vento’. I volti sono piegati dal dolore. Ma ci sta spazio anche per la speranza.

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foto di Ludovica Forcina

Un vento forte e gelido accoglie il corteo nella spiaggia della vergogna. Le onde sono alte due metri, ma “nulla a che vedere con quelle di quel maledetto 26 febbraio” ci tiene a precisare Mara (nome di fantasia), soccorritrice della Croce Rossa e tra le prime accorse sul luogo della strage. “È stato surreale. Ho trovato di fronte a me decine di cadaveri. Gli occhi erano sbarrati. Nel loro sguardo riuscivo a cogliere gli ultimi secondi prima della morte. Trasmettevano ancora il terrore. È qualcosa che non si può descrivere a parole. Non sono riuscita neanche a piangere. Non serve piangere. Il sentimento che si prova non è dolore. È qualcosa di più profondo. Il senso di colpa di non essere arrivata prima. L’impotenza di fronte alla barbarie. Poi ci sta la rabbia. L’indignazione. Erano vicinissimi… Si è rotto il barcone a meno di 200 metri dalla costa. Non riesco a togliermi dalla testa la voce di un ragazzo di 12 anni che mi chiedeva dove fosse finita la sua mamma”. Sono presenti anche i pescatori di Cutro, simbolo di un’umanità resistente. “Ricordo di non aver pensato a niente. Mi sono buttato in acqua a recuperare i corpi. Credevo fossero vivi. Erano tutti morti”, racconta Vincenzo.

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foto di Ludovica Forcina

Da quel giorno il pescatore vive praticamente sulla spiaggia. Ci sono ancora scarpe, giubbotti, maglioni e calzini lungo tutta la costa. Pezzi di legno della barca della morte formano una croce. Mentre sulla spiaggia i manifestanti si accingono in cerchio in un minuto di silenzio e lasciano alla sabbia e alle onde del Mediterraneo fiori e peluche in memoria delle vittime, arriva la notizia che altri tre corpi sono stati trovati facendo salire a 76 il bilancio delle vittime accertato della strage. La rabbia prende il sopravvento: “Giorgia Meloni e Matteo Salvini festeggiano mentre noi stiamo qui a piangere le nostre sorelle e i nostri fratelli”, si sente mormorare dai manifestanti. Fanno riferimento ad un video diventato virale, che riprende la Premier e il Vice-Premier cantare Marinella, di Fabrizio De André, poeta degli Ultimi. Marinella si ispira ad un fatto di cronaca nera: Maria, emigrata calabrese, viene uccisa e gettata in un fiume. Un triste paradosso.

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Haris Yosufi, uno dei familiari delle vittime, foto di Ludovica Forcina

“Non ci hanno neanche portato le condoglianze. Per loro siamo solo numeri”, urlano alcuni dei familiari delle vittime. Loro, sono le autorità italiane. “La famiglia di mio cugino Fahim è stata distrutta. Hanno ritrovato i corpi dei tre figli e della moglie Parina. Mio cugino è ancora disperso, racconta Haris Yosufi”. Haris vive a Sidney da dieci anni e il giorno della strage ha ricevuto una chiamata da parte di un parente afgano. Per raggiungere l’Italia ci ha impiegato tre giorni. “Mio cugino ha sempre messo la sicurezza della sua famiglia di fronte alla sua. Non sapevo neanche che fosse salito su quella barca. Voglio solo ritrovare mio cugino e riportare tutti i corpi a Kabul. I costi sono elevatissimi. Non so se le autorità italiane pagheranno le spese. Staremo a vedere. Voglio restituire alla mia famiglia la dignità che ci hanno levato”. Dal cerchio si alza la voce di una donna che lancia un appello: “Non lasciateci soli. La vostra voce è la nostra voce”. Pagine Esteri

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foto di Ludovica Forcina

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Gary #Lineker, un calcio al razzismo di stato inglese, Il post di @bottegabarbieri


Fine settimana senza interviste ai calciatori della Premier League britannica. Uno sciopero senza precedenti che ha lasciato tifosi e telespettatori senza il consueto e atteso appuntamento con le interviste del dopo partita nella massima serie di calcio.

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La Bbc, per cui conduceva il programma, lo ha sospeso a causa di un tweet dell’ex atleta contro l’ennesima stretta anti migranti del governo del multi milionario e figlio di migranti Rishi Sunak. Il premier, in violazione delle normative internazionali ed europee aveva annunciato di voler impedire anche soltanto di presentare la domanda d’asilo chi fosse sbarcato sull’isola.

La reazione del mondo del calcio è stata inaspettata. “Match of the day”, il programma più visto da milioni di tifosi, è andato in onda senza le interviste a calciatori e allenatori del fine partita, per la prima volta in assoluto. Assenti anche presentatore e commentatori. Boicottaggio totale. E figuraccia di proporzioni epiche per la Bbc, visto che il mondo del calcio mobilita talmente milioni di persone, e quindi votanti, che adesso in discussione è finito proprio il tentativo del governo di destra di Sunak di condizionare l’informazione.

Qui il post completo sul blog di @Bottega Del Barbieri

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in reply to Informa Pirata

Quando i calciatori danno l'esempio, il paese deve proprio essere messo male


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



È dedicata al tema dei diritti del fanciullo dell’ambiente digitale la riunione annuale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Consiglio dei diritti umani dell’ONU. Incentrata su “Sfide e opportunità per il pieno godimento dei diritti dei minori nell’ambiente digitale”, la prima parte della giornata è iniziata con uno scambio tra l’Alto Commissario per i diritti...


Le implicazioni privacy sul tema del whistleblowing sono innumerevoli poiché le segnalazioni comportano un trattamento di dati personali di segnalanti, di segnalati ed di eventuali terzi interessati. Ne parliamo domani dalle ore 17.45 al webinar “Le tutele del segnalante e del segnalato. Le implicazioni privacy sul whistleblowing” organizzato da My Governance – Zucchetti. Per info e partecipare...


Il piano della Difesa per colmare le lacune italiane sui carri armati


L’Italia sta valutando la possibilità di acquistare 125 carri armati e veicoli da combattimento di fanteria per colmare alcune lacune in attesa di completare progetti di lungo termine, secondo quanto scritto da DefenseNews. Il conflitto in Ucraina ha ri

L’Italia sta valutando la possibilità di acquistare 125 carri armati e veicoli da combattimento di fanteria per colmare alcune lacune in attesa di completare progetti di lungo termine, secondo quanto scritto da DefenseNews.

Il conflitto in Ucraina ha riportato l’attenzione degli Stati maggiori e degli addetti ai lavori alle tradizionali operazioni belliche terrestri. Nel frattempo è cresciuta in Italia la preoccupazione per l’obsolescenza e l’esaurimento delle scorte di carri armati Ariete e di veicoli da combattimento Dardo. Giovedì scorso, davanti alla commissione parlamentare per la difesa, il Segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, ha dichiarato che si stanno valutando soluzioni per colmare le lacune.

Sempre DefenseNews riporta che la Difesa italiana prevede un fabbisogno attuale di 250 main battle tanks, di cui 125 potrebbero essere carri Ariete aggiornati. Per quanto riguarda i rimanenti 125, il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, ex sottosegretario alla Difesa, ha affermato che la soluzione più pratica è il leasing, piuttosto che l’acquisto, dei carri armati. Dunque è probabile che Roma noleggerà carri Leopard da nazioni alleate. “Abbiamo bisogno di una modernizzazione urgente: l’ultima volta che abbiamo introdotto nuovi carri armati e veicoli da combattimento è stato negli anni ’80 con i veicoli Ariete e Dardo”, ha detto Mulè citato da DefenseNews.

Allo stesso tempo Portolano ha riferito al Parlamento che la Difesa sta lavorando sui requisiti per i carri armati e i veicoli da combattimento di “prossima generazione” che potrebbero essere sviluppati con il contributo dell’industria italiana. Nel caso dei carri armati, ha citato il Main Ground Combat System lanciato nel 2012 da Francia e Germania e destinato a essere sviluppato dalla tedesca Rheinmetall e da Knds, una joint venture tra la tedesca Kmw e la francese Nexter.

Proprio Rheinmetall ha dichiarato che se Roma acquisterà il suo nuovo veicolo da combattimento Lynx per sostituire l’obsoleto Dardo, potrebbe pensare di costruire il veicolo in Italia. La società tedesca ha infatti annunciato di voler fare un’offerta per acquisire una quota di minoranza del produttore italiano di cannoni Oto Melara. Leonardo aveva già espresso il desiderio di vendere una parte o la totalità dell’azienda, considerandola non-core in quanto intende concentrarsi sull’elettronica, sugli elicotteri, sugli aerei e sulla tecnologia informatica. Oto Melara produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali che sono stati acquistati dalle marine militari di tutto il mondo.


formiche.net/2023/03/acquisto-…



RED STAR HISTORICAL RESEARCH GROUP – L’IRRISOLTO E MISTERIOSO OMICIDIO DEL CASORETTO-


Il primo fatto storico del quale ci siamo occupati è quello che abbiamo definito “L’irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto”, ovvero il doppio omicidio dei diciannovenni Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio”Iannucci uccisi da colpi di arma da fuoco il 18 marzo 1978 in via Mancinelli nel popolare quartiere Casoretto a Milano.

iyezine.com/lirrisolto-e-miste…



+++ L'istanza mastodon.online (la cenerentola di Gargron e sorella minore di mastodon.social) è off line +++

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Unione Popolare sostiene la lotta delle cittadine e dei cittadini di Piombino, di tutti i comitati contro la transizione ecologica alla rovescia del governo Mel


Il compagno Yanis Varoufakis è stato vittima ieri sera di una violenta aggressione squadrista su cui va fatta piena luce. Condividiamo da anni con Yanis la lo

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La Corte Suprema del Giappone ha stabilito che l’istituzione del sistema di identificazione individuale “My Number” non contrasta con la Costituzione. È stato, infatti, respinto il ricorso presentato da coloro che chiedevano l’abolizione del sistema. La legge sull’uso dei numeri per identificare un individuo specifico nelle procedure amministrative è stata istituita nel maggio 2013 e...


Nuovo appuntamento con la rubrica #iprovvedimentispiegatisemplice su Agenda Digitale. In questo numero parliamo del diritto di accesso ai propri dati personali, una delle più importanti espressioni del diritto alla privacy.


Dalla UK all'UE: il dramma silenzioso della crittografia E2E


Due proposte di legge in UK e UE (Online Safety Bill e Chatcontrol) rischiano di far fuggire le aziende che offrono servizi di comunicazione sicura, come Signal.

Il famoso software di comunicazione sicura, Signal, potrebbe cessare i suoi servizi in UK e — presumibilmente — anche in UE. Il motivo è una legge chiamata Online Safety Bill.

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Dell’Online Safety Bill abbiamo già parlato insieme, ma per i nuovi lettori e per gli smemorati facciamo un breve riassunto degli episodi precedenti per capire cosa diavolo sta succedendo.

La cura per la sorveglianza di massa? Privacy Chronicles: due volte a settimana, anche a digiugno.

Tutto iniziò quando nel 2020 USA, UK, Nuova Zelanda, Australia e Canada decisero di sottoscrivere un accordo internazionale chiamato “Voluntary Principles to Counter Online Child Sexual Exploitation and Abuse”. Il documento affrontava il delicato tema di come combattere la diffusione di immagini e video pedopornografici online, con alcune proposte e principi che avrebbero dovuto guidare l’azione internazionale.

Nello stesso periodo, anche l’UE decise di fare lo stesso, emanando una strategia copia-carbone di quell’accordo internazionale. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea pubblicarono così tre proposte di legge per combattere la pedopornografia online: EARN IT (USA), Online Safety Bill (UK) e Chatcontrol (UE).

Il trittico oggi propone, più o meno con le stesse modalità, di sottoporre a sorveglianza di massa e analisi automatizzata dei contenuti (testo, immagini, video) tutte le nostre comunicazioni elettroniche, per “scovare” potenziali pedofili.

In base a queste leggi, aziende come Signal sarebbero chiamate a introdurre nei loro sistemi delle modalità di scansione dei messaggi e rimozione dei contenuti su richiesta delle autorità.

5877712Vuoi aiutare Privacy Chronicles? Dona qualche sat scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito - oppure clicca qui!

Il problema è che per farlo potrebbero essere obbligate a indebolire i loro stessi sistemi di crittografia end-to-end (E2E) con backdoor o fantasiosi mezzi per individuare questi contenuti pedopornografici, come affermato anche dal Garante Privacy europeo la scorsa estate:

[…] potrebbe incidere pesantemente sulle scelte tecniche dei prestatori, soprattutto in considerazione del tempo limitato a loro disposizione per conformarsi a tale ordine e delle pesanti sanzioni cui andrebbero incontro qualora non vi si conformassero. In pratica ciò potrebbe indurre alcuni prestatori a cessare l’utilizzo della E2EE.


Ecco allora che le aziende saranno poste di fronte a un tremendo bivio: rispettare la legge, violando la privacy e libertà delle persone oppure fuggire per evitare pesanti sanzioni?

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Innovazione nella scuola e per la scuola: si è conclusa oggi l’edizione 2023 di Fiera Didacta...

Innovazione nella scuola e per la scuola: si è conclusa oggi l’edizione 2023 di Fiera Didacta Italia!

L’evento ha visto la partecipazione del Ministero con un’area dedicata all’accoglienza e all’informazione e circa 70 eventi organizzati fra convegn…

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Il raduno di formazioni neo-fasciste previsto per domani 11 marzo a Milano impone una mobilitazione sempre più decisa delle forze antifasciste. Questo raduno p



Rifondazione Comunista sarà convintamente a Napoli venerdì 17 all’appuntamento nazionale promosso dai sindaci dell’Associazione Recovery Sud contro il Dis


Il Libretto Rosso di Matteo Renzi


Firenze, 10 marzo 2023.
Matteo Renzi sta passando un periodo non piacevolissimo.
Qualche giorno fa una certa Susanna Zanda gli avrebbe fatto presente che i tribunali civili non sono bancomat dai quali attingere per il proprio sostentamento. Un rimprovero piuttosto bonario che a Renzi è costato sedicimila euro. Sperava di incamerarne dieci volte tanti a spese di una importante gazzetta per cui è comprensibile che la cosa lo abbia lievemente contrariato.
Oggi invece è imputato come un brambilla qualsiasi per finanziamento illecito dei partiti.
Dicono che il boyscout di Rignano si sarebbe presentato in tribunale con una quarantina di libretti intitolati "Quaderno rosso per toga rossa".
Nel corso degli anni Renzi ha cercato di rottamare e sconfiggere i propri avversari politici.
Senza riuscirci.
Ha anche cercato di rottamare, sconfiggere e umiliare la base elettorale di un partito storico.
Riuscendoci benissimo.
Adesso ha adottato fin nei dettagli tutte le mosse propagandistiche del vecchio ricco che aspira a sostituire.
Un processo in atto da almeno dieci anni, di cui queste mosse non rappresentano altro che gli ultimi ritocchi.
Coi suoi quaderni rossi il boyscout di Rignano intende verosimilmente fare il verso alle Citazioni dalle opere del Presidente Mao Zedong, che servirono da ispirazione per la Rivoluzione Culturale.
Un periodo in cui molti ben vestiti e molti ben nutriti andarono incontro a difficoltà parecchio più serie di quelle con cui deve vedersela lui.

In tribunale con certe accuse non ci si deve finire, e basta.
Il fatto che nello stato che occupa la penisola italiana la magistratura sia incontestabile solo quando si occupa di scippatori, zingari, clandestini e piccoli spacciatori da cui si riforniscono i non ricchi è uno dei moltissimi motivi che ne rende ripugnanti gli ambienti del democratismo rappresentativo agli occhi di chiunque abbia un minimo di rispetto di sé.

Aggiornamento del 13 marzo 2023. Pare Matteo Renzi abbia ottenuto un successo importante, togliendo di tasca cinquecento euro a una pensionata che lo aveva insultato sul Libro dei Ceffi.
Proprio qualcosa di cui andare fieri.



The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null


The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null
@Musica Agorà
#metal #musica

iyezine.com/enbor-arnasamisant…

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News da Marte #12 | Coelum Astronomia

"Dopo alcuni mesi di assenza da queste cronache è il momento di raccontare cosa sta facendo Curiosity, impegnato in nuove scoperte ed esplorazioni."

coelum.com/articoli/news-da-ma…

#12


The Green/Digital/Society è una conferenza che riunisce attori chiave che discutono di ecologia, tecnologia, diritti umani e politica in Europa.

@Pirati Europei

La crisi climatica e l'ascesa della tecnologia dell'informazione sono profondamente intrecciate , sebbene ci siano pochissime discussioni pubbliche su questa relazione. La grande tecnologia nega, è troppo seria per i media mainstream e i governi non ne sono consapevoli o ne sono corrotti.

Sebbene la tecnologia sia spesso promossa come la soluzione ai problemi ambientali, le prove dimostrano che la sua crescita vertiginosa, la produzione di massa di dispositivi e infrastrutture, la massiccia raccolta di dati e il capitalismo della sorveglianza estraggono duramente risorse dalla Terra, creando conflitti umani su terra, acqua, energia e informazioni .

Se sei un attivista per i diritti ambientali o digitali, un ricercatore, un decisore politico, un membro della comunità o semplicemente un essere umano preoccupato della regione SEE o dell'Europa, unisciti alla discussione sulle sfide attuali e sui potenziali piani di difesa per il futuro su questioni all'intersezione della politica verde , diritti umani e tecnologia.

Qui il programma con più informazioni sull'evento

Domande: info@sharedefense.org




#NotiziePerLaScuola

Scuola e opportunità europee, parte la formazione Erasmus+ ed eTwinning rivolta a docenti e dirigenti scolastici.

Info ▶️ erasmusplus.



Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore. Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebb


Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.

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Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.

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Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.

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Furono milioni gli emigranti italiani che si imbarcarono su navi e piroscafi obsoleti e fatiscenti in rotta verso le Americhe.
Erano chiamati “vascelli della morte” perché avevano molti anni di navigazione.
Partivano, stipati, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.

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Molti emigranti non avevano mai visto una nave. Paura, ansia, angoscia, batticuore, seguiti da tanta malinconia, erano i sentimenti che provavano mentre salivano su quelle navi.
Seppur a conoscenza del rischio altissimo di non arrivare vivi, niente li avrebbe potuti fermare.

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Anno 1884 - Sul "Matteo Brazzo" c’erano 1.333 passeggeri in condizioni igieniche precarie.
Ci fu un’epidemia di colera con venti morti e centinaia di ammalati.
La nave fu respinta prima dal Brasile e poi respinta a cannonate a Montevideo per il timore di contagio.

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Argentina e Uruguay vietarono per un certo periodo l’approdo a navi italiane.

Anno 1888 - Sul "Carlo Raggio", una nave da carico trasformata in trasportare emigranti, ci furono 18 morti per fame nel suo primo viaggio.
E nel 1894, sempre sulla stessa nave che aveva imbarcato 1.400 emigranti a Napoli, scoppiò un’altra epidemia di colera.
Il contagio si estese rapidamente obbligando il comandante a dare l’ordine di gettare i morti in mare. I morti furono 206.
La nave fu rispedita in Italia.

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Nel 1888 sul "Cachar" morirono 34 italiani per fame e asfissia

Nel 1889 - Sul "Frisia 27 i morti italiani per asfissia.

Sul "Parà" 34 italiani morti di morbillo.

Nel 1893 - Sul "Remo" 96 morti italiani per colera e difterite

Nel 1894 - Sul "Vincenzo Florio" 20 morti italiani

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Utopia era un piroscafo inglese.
Era partito da Trieste e aveva fatto scalo a Napoli. Aveva a bordo 3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 60 membri dell’equipaggio e 813 emigranti.

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Era il 17 marzo 1891 quando davanti al porto di Gibilterra, con tempo pessimo e visibilità ridotta, sbagliò manovra e andò a sbattere contro una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti.
I morti, quasi tutti italiani, furono 576.

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“Le grida si udivano da lontano. I poveri emigranti, pazzi dal terrore, facevano ressa dalla parte dove il bastimento era ancora fuori d’acqua […] Repente, un terribile colpo di mare mandò in pezzi tutta questa parte del piroscafo”.


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Il 4 luglio 1898 furono 549 i morti (moltissimi dei quali italiani) nella tragedia della "Bourgogne" al largo della Nuova Scozia in seguito a una collisione.
Il comandante finì sotto inchiesta.
Quasi tutti i superstiti erano membri dell’equipaggio.


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Nel 1905 sul piroscafo "Città di Torino" morirono 45 italiani sui 600 imbarcati.

Il 4 agosto 1906 centinaia (nessuno conosce la cifra esatta perché a bordo c’erano molti clandestini) furono gli emigrati italiani vittime del naufragio del "Sirio" in Spagna.

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25/10/1927 - 314 morti (secondo la conta ufficiale, ma le vittime furono almeno il doppio) nel naufragio al largo del Brasile del piroscafo "Principessa Mafalda".
Ricordato come il "Titanic italiano".
Era il suo ultimo viaggio.
Aveva alle spalle 20 anni di mancata manutenzione.

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“Il panico si manifestò particolarmente fra le donne e i bambini. Le donne con i bambini aggrappati alle gonne squarciavano l’aria con i loro urli. I passeggeri di terza classe invasero il ponte di seconda. Subito dopo avvennero due nuove esplosioni e la nave affondò”

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Milioni di emigranti italiani cercarono lontano un futuro migliore.
Molti ce la fecero, molti annegarono, molti morirono di malattie.
Per molti di loro un futuro migliore rimase solo un sogno.

Per non dimenticare.

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Link al thread originale



Da #Mastodon alla stampa: #ChieseBrutte, il progetto più improbabile del #Fediverso, diventa un calendario


Quanti calendari abbiamo visto con centinaia di cattedrali gotiche europee tutte uguali sparpagliate qua e là? O i calendari turistici di Roma con la nidiata di basiliche paleocristiane restaurate in serie o con le indistinguibili facciate barocche di travertino ammorbato? E invece stavolta le protagoniste del calendario pubblicato dall'istanza romana puntarella.party sono le #ChieseBrutte!

@Che succede nel Fediverso?

Come le passaporte di Harry Potter, le chiese acquisiscono le forme più impensabili: scaldabagni, sarcofagi nucleari, imbuti e addirittura riproduzioni in scala 1:1 della torre di Barad Dûr! Il calendario di Puntarella andrebbe studiato nelle facoltà di teologia e in quelle di architettura per capire se ad aver prodotto questi mostri in calcestruzzo è stato l'ingegno depravato e blasfemo di un collettivo di architetti satanisti oppure una semplice e ancora più interessante incontenibile predisposizione verso il brutto della scuola urbanistica italiana.

Ora attendiamo che vengano prodotti anche un diario per la scuola e una linea completa di cancelleria per i giovani virgulti.

E per chi non si fida delle Poste, venerdì 10 marzo a Roma dalle 20 al Bar Sport di Via Alberto da Giussano 23 ci saranno un po' di disagiati ad attendervi con le copie cartacee.

Chiese brutte: la bellezza è sopravvalutata


Se siete interessatə ad acquistare il calendario scriveteci a chiesebrutte@riseup.net oppure qui in DM e da domani vi risponderemo con le indicazioni. Chiediamo un'offerta libera a partire da 8 euro più eventuali spese di spedizione, il ricavato sarà interamente dedicato alle spese per il server di puntarella. Chi ha mandato le foto selezionate riceverà una copia omaggio, in questi giorni vi contatteremo per avere le informazioni necessarie.
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

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@notizie @fediverso



Grazie alla partnership tra Better World Books e Internet Archive, i libri che le biblioteche non possono più conservare, possono essere resi accessibili alle generazioni a venire


È il classico dilemma del bibliotecario: poiché nessuna biblioteca dispone di spazio di archiviazione illimitato, ogni biblioteca deve gestire attentamente la propria collezione fisica e ciò significa rimuovere i libri per fare spazio a quelli nuovi.

@L’angolo del lettore

Da quando hanno formato una partnership globale per l'alfabetizzazione nel 2019, Better World Books (BWB) e Internet Archive hanno offerto alle biblioteche un percorso unico per garantire che i libri di cui non hanno più bisogno nelle loro collezioni possano essere conservati e resi accessibili alle generazioni a venire.

Il servizio fornito da BWB è importante per le biblioteche. BWB raccoglie libri usati da biblioteche, librai, college e università in sei paesi, che vengono poi rivenduti online, donati o riciclati. Ad oggi, Better World Books ha donato oltre 35 milioni di libri in tutto il mondo, ha raccolto quasi 34 milioni di dollari per biblioteche e alfabetizzazione e ha salvato più di 450 milioni di libri dalle discariche. Attraverso la partnership con Internet Archive, BWB ha donato più di un milione di libri ogni anno per la conservazione e la digitalizzazione, per un totale di 4 milioni di libri fino ad oggi.

@Libri - Gruppo Forum

Il post dal blog di Internet Archive

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in reply to Franc Mac

Mi sembra un'ottima iniziativa!

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Gli eurodeputati svolgono secondi lavori e, anche se questo è perfettamente legale, eticamente è discutibile, soprattutto dopo lo scandalo Qatargate

@Politica interna, europea e internazionale

È un segreto di Pulcinella che numerosi eurodeputati, in particolare avvocati qualificati, stanno svolgendo un lavoro aggiuntivo retribuito.

I casi dell'eurodeputato polacco Radosław Sikorski, di Angelika Niebler e Rainer Wieland del PPE o quello del potentissimo Axel Voss che sta scontando il suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale ed è stato fondamentale per l'approvazione del regolamento sulla protezione dei dati dell'UE, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Il post di Sarah Anne Aarup su Politico

Axel Voss, al suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale | Frederick Florin/AFP tramite immagini Getty

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Fr.#21 / Di truffatori e complottisti


Nel frammento di oggi: Polli d'allevamento e nudging / Emissioni CO2 e la ricarica dell'iPhone / I complottisti secondo Repubblica

Come polli d’allevamento


Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.

Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.

Ascolta Il Truffone ep. 221

Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.

E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?

Vuoi dirmi che ancora non sei iscritto a Privacy Chronicles!?

Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…


L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.

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In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.

Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…

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Smettetela di fare i complottisti!

L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"

È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.

5834838Se ci tieni a leggere l’articolo…

All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:

“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.

All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.

[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.

Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.

Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.

Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —

'No, muovetevi voi.’

Captain America

Leggi gli altri Frammenti



Una biblioteca moderna e aperta a tutti: nasce la #PoliLibrary
Un servizio per l'intera comunità all'interno del Politecnico di Bari
rainews.it/tgr/puglia/video/20…
in reply to Franc Mac

Una biblioteca intelligente, dove prendere e restituire libri in piena autonomia. Ma soprattutto una biblioteca aperta a tutti. Perché la PoliLibrary, il nuovo polo culturale all'interno del Politecnico di Bari, non sarà riservata ai soli studenti.


Il @GPDP_IT ha annunciato l’avvio di una campagna di comunicazione istituzionale, denominata “Finalmente un po’ di #privacy“, finalizzata alla promozioni dei temi della protezione dei dati, della privacy e dell’educazione digitale.
in reply to Franc Mac

L’obiettivo della campagna è informare i cittadini su alcune situazioni quotidiane e comportamenti che possono avere conseguenze sulla privacy. Il Garante, impersonato da un attore negli spot televisivi, spiega i pericoli e indica come limitare i rischi.
garanteprivacy.it/finalmente-u…

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