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Disponibile la nuova puntata del format “Il Ministro risponde” 📲

In questo quinto...

Disponibile la nuova puntata del format “Il Ministro risponde” 📲

In questo quinto appuntamento si parla dei recenti impegni internazionali del Ministro, il Summit sulla professione docente a Washington e il G7 sull'istruzione svoltosi a Toyama; de…



📌 “La Biblioteca scolastica fiorisce con poco e può nascere ovunque”.

Concludiamo così le nostre attività di quest’anno al Salone internazionale del libro 📚 vi aspettiamo per gli ultimi appuntamenti in collaborazione con il Senato della Repubblica, …



In Cina e Asia – G7: la Cina convoca l’ambasciatore giapponese


In Cina e Asia – G7: la Cina convoca l’ambasciatore giapponese G7
I titoli di oggi:

G7: la Cina convoca l'ambasciatore giapponese
Metà dei cinesi approva una “riunificazione” armata di Taiwan
La Cina supera il Giappone come principale paese esportare di auto
Agenti di pubblica sicurezza cinesi responsabili a vita per la gestione dei casi
Carenza di scimmie da laboratorio cinesi negli Usa

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NABLUS. Esercito uccide 3 palestinesi a Balata. Demolite case


Facevano parte delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Almeno altri sei palestinesi sono stati feriti L'articolo NABLUS. Esercito uccide 3 palestinesi a Balata. Demolite case proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/05/22/medioriente/nablus

della redazione

Pagine Esteri, 22 maggio 2023 – Tre combattenti palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani penetrati nella notte nel campo profughi di Balata (Nablus), in Cisgiordania. I tre sono stati identificati come Muhammad Zaytoun, 32 anni, Fathi Rizk, 30, e Abdullah Abu Hamdan, 24. Facevano parte delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, un gruppo armato politicamente vicino al partito Fatah. E’ stata la stessa organizzazione a comunicarne i nomi.

I tre uccisi si trovavano insieme nell’abitazione di Rizk quando sono stati circondanti dalle unità speciali dell’esercito israeliano.

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Almeno sei palestinesi sono stati feriti da proiettili – uno è in condizioni critiche – durante gli scontri a fuoco, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese. Sono stati portati all’ospedale Rafidia.

Altri palestinesi sono rimasti feriti durante la demolizione di alcune case da parte di buldozer dell’esercito israeliano. Secondo il portavoce militare uno degli edifici sarebbe stato un “laboratorio per la fabbricazione di armi”. Gli abitanti del campo invece parlano di “punizione collettiva” inflitta a scopo di avvertimento a coloro che danno rifugio ai combattenti palestinesi. Pagine Esteri

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Elezioni in Grecia, per Syriza è una disfatta


La destra vince e doppia Syriza. Mitsotakis però vuole stravincere e governare da solo, grazie al premio di maggioranza, e rimanda il paese alle urne tra un mese L'articolo Elezioni in Grecia, per Syriza è una disfatta proviene da Pagine Esteri. https:/

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 22 maggio 2023 – La destra al governo supera il 40% e guadagna 150 mila voti, doppia letteralmente il partito di Alexis Tsipras che perde 600 mila voti e scende al 20%.
Il risultato delle elezioni di ieri in Grecia smentisce in parte sia i sondaggi della vigilia sia gli exit poll diffusi dopo la chiusura delle urne dalla Tv pubblica ellenica ERT. Lo spoglio ha infatti confermato la preannunciata vittoria della destra ma con dimensioni assai più soverchianti per la coalizione di sinistra che subisce una disfatta senza precedenti.
Nei giorni scorsi Alexis Tsipras aveva dichiarato di sperare nella mobilitazione del voto giovanile – più favorevole a Syriza che alla destra di Mitsotakis – per ribaltare i rapporti di forza o quantomeno accorciare il distacco con Nea Dimokratia a pochi punti percentuali per poter poi unire i propri seggi a quelli conquistati dai socialisti e formare un governo alternativo.
Ma per Syriza il risultato del voto di ieri è catastrofico.

Riferendosi alla sconfitta del 2019, durante la campagna elettorale Tsipras aveva esplicitamente affermato di aver «imparato dai suoi errori» lasciando intendere di aver usato in passato toni populisti e di aver promesso svolte irrealizzabili.
La “Coalizione della Sinistra Radicale” (Sy.Riz.A) mantiene lo stesso nome del partito che nel 2015 promise la rottura con l’austerità imposta dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale ma decise poi di accettare il disastroso terzo memorandum, seppur tentando di applicare una qualche riduzione del danno. Ma l’Alleanza Progressista non è più lo stesso partito dell’epoca. Negli ultimi quattro anni, pur stando all’opposizione, ha accentuato il suo profilo socialdemocratico e governista. Se da una parte migliaia di dirigenti e militanti radicali hanno abbandonato la coalizione – per fondare gruppi dissidenti alla sua sinistra o più spesso per tornare alle lotte tematiche o territoriali quando non a casa – dall’altra il suo organigramma è stato rimpolpato da migliaia di quadri provenienti dal Partito Socialista e da altre organizzazioni moderate.

Ma la moderazione evidentemente non ha pagato, e paradossalmente una parte degli elettori in fuga hanno premiato il Partito Socialista, che dopo la crisi verticale degli anni scorsi sembra risollevarsi e cercare un ruolo di primo piano nello scenario politico. Il Pasok passa dall’8,10 all’11,46 e si afferma come terzo partito.

Per il resto hanno pesato la delusione, la disillusione e la rassegnazione. A sinistra l’unica formazione a beneficiare – senza grandi exploit – del tracollo di Syriza è il Partito Comunista di Grecia (KKE), che dal 5,3 sale al 7,2 superando il 10% in numerose circoscrizioni.

Della crisi di Syriza non riescono ad approfittare invece due formazioni create da transfughi e che rimangono sotto la soglia di sbarramento del 3%. Il risultato peggiore lo ottiene Mera25, movimento fondato dall’ex ministro delle Finanze Yannis Varoufakis che nel 2015 ruppe con Tsipras dopo la decisione del governo di non difendere il ‘no’ uscito vittorioso dal referendum popolare e di accettare le imposizioni della Troika. Alle scorse elezioni il movimento socialdemocratico di sinistra aveva ottenuto il 3,44% e 9 deputati, ma questa volta il 2,62% condanna Mera25 a rimanere fuori dal parlamento. Un po’ meglio è andata a “Plefsi Eleftherias”, il movimento di sinistra libertaria dell’ex presidente del Parlamento Zoi Konstantopoulou, che con il 2,89% manca di poco la soglia di sbarramento necessaria per ottenere rappresentanti.
Un buon risultato – considerando la tenuta di Nuova Democrazia, movimento teoricamente di centrodestra ma dall’identità politica spesso oltranzista su molti temi – lo ha ottenuto “Soluzione greca”, movimento di destra nazionalista che ha di fatto sostituito Alba Dorata nel panorama politico. Elliniki Lysi prende il 4,45 mentre nel 2019 si era fermato al 3,70.

Non ce l’ha fatta invece il movimento di destra clericale “Niki”, che avrebbe potuto fornire una sponda a Mitsotakis per formare una maggioranza al Vouli ton Ellinon (l’assemblea nazionale). Il movimento fondato nel 2019 dal teologo e scrittore Dimitris Natsios a Salonicco (dove supera il 5%) rimane di pochissimo al di sotto del 3%.

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Nonostante la vittoria schiacciante riportata da Nea Dimokratia sull’opposizione e la crescita dell’1% rispetto alla precedente tornata elettorale – dal 39,85 al 40,8 – che gli dà diritto a 146 deputati (solo 5 in meno della maggioranza assoluta) Kyriakos Mtsotakis ha ribadito quanto già affermato durante la campagna elettorale. Il premier uscente non ha nessuna intenzione di negoziare un governo di coalizione con i socialisti, che al pari di Syriza considera un «ostacolo per la stabilità finanziaria e la modernizzazione del paese».
Il leader della destra ha subito annunciato ieri sera che rifiuta il mandato della presidente della Repubblica di cercare alleati al Vouli e che punta a votare di nuovo il 25 giugno, una settimana prima di quanto preventivato nelle scorse settimane nel caso in cui il voto di ieri non gli avesse consegnato la maggioranza assoluta. Mitsotakis spera così di allungare ancora di più il suo vantaggio, sottraendo consensi – in nome del “voto utile” – alle piccole formazioni della destra che ieri non hanno superato lo sbarramento, ma soprattutto di approfittare del premio di maggioranza assegnato al partito che arriva in testa.

Nel 2016 l’esecutivo guidato da Syriza aveva abolito aveva abolito la misura – un premio da 20 a 50 seggi sul totale di 300, concesso in proporzione al risultato raggiunto – che la legge elettorale assegnava alla formazione politica più votata.

Non avendo ottenuto all’epoca il sostegno di almeno due terzi dei parlamentari, come prevede la Costituzione, la riforma elettorale di Syriza non era entrata in vigore subito – e infatti nel 2019 Nea Dimokratia, giunta in testa, si avvalse del premio di maggioranza – slittando alle elezioni di ieri. Il meccanismo maggioritario è stato tuttavia subito ripristinato dal governo di Nuova Democrazia, ma anche in questo caso senza una maggioranza dei due terzi, e quindi tornerà in vigore alla prossima tornata elettorale.

Per l’esponente di una delle famiglie più potenti e politicamente longeve del paese – il padre Konstantinos è stato premier negli anni ’90, mentre la sorella Dora Bakoyanni ha ricoperto la carica di Ministro degli Esteri – quello di ieri è stato un trionfo, sorretto oltretutto da un aumento della partecipazione al voto. Se nel 2019 l’affluenza era stata del 57,8%, alle urne ieri si sono recati il 60,9% degli aventi diritto.

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Le sinistre avevano sperato che i passi falsi dell’oligarca potessero intaccare la sua popolarità, soprattutto dopo la rabbia e l’indignazione generati in settori consistenti della società greca dal terribile incidente ferroviario di Tempe, costato la vita il 28 febbraio a 57 persone.
In piazza, in ripetute occasioni, sono scese circa due milioni di persone, per denunciare che all’origine della tragedia ci sono la privatizzazione e la svendita ai privati – compresa Trenitalia – delle ferrovie elleniche.

Ma in campagna elettorale Mitsotakisha potuto snocciolare una serie di dati economici apparentemente positivi: dal 2019 al 2022 il Pil è cresciuto di 11 miliardi, la disoccupazione è ufficialmente scesa dal 17,3 al 12%, l’inflazione ha rinculato al 5,4% e per l’anno prossimo la Commissione Europea ha previsto per il paese una crescita del 2,4%.

Le opposizioni hanno denunciato che spesso si tratta di dati manipolati, che nascondono una situazione sociale di crescente degrado: la disoccupazione è diminuita solo perché un numero enorme di giovani è emigrato all’estero, i contratti di lavoro sono sempre più precari e milioni di persone hanno visto peggiorare le proprie condizioni di vita negli ultimi anni, a partire dall’erosione dei salari per colpa dell’aumento del prezzo dei generi alimentari e dei carburanti.

Approfittando delle procedure d’urgenza adottate durante la pandemia, il capo del governo ha regalato a oligarchi greci e multinazionali straniere decine miliardi di euro in appalti, ha aumentato il controllo della destra sul sistema mediatico e ha attaccato i sindacati, la contrattazione nazionale e la tenuta dei servizi pubblici; ha avvicinato ancora di più il paese a Washington e a Israele.

Neanche gli scandali che lo hanno visto protagonista hanno impedito il nuovo trionfo di Mitsotakis. Quando è venuto fuori che i servizi segreti spiavano esponenti dell’opposizione, giornalisti e militari utilizzando lo spyware Predator, il premier si è difeso affermando che i responsabili erano non meglio definiti “attori privati”. Anche quando media e ong lo hanno accusato di ributtare in mare i profughi provenienti dalla Turchia – come dimostrato alla vigilia del voto dal filmato pubblicato dal New York Times che ritrae 12 migranti mentre vengono costretti dalla Guardia Costiera a salire su una zattera al largo dell’isola di Lesvos – Mitsotakis ha negato e minimizzato. Il voto di ieri gli ha dato ragione. – Pagine Esteri

7280849* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi: L’Università: La politica e le istituzioni


22 maggio 2023 Luigi Einaudi, Uomo politico consente di affrontare tematiche legate ai temi attuali, quali l’impianto costituzionale, il ruolo dei referendum, il ricorso eccessivo alla normazione anche in sede penale, il mutato ruolo del Presidente della

22 maggio 2023

Luigi Einaudi, Uomo politico consente di affrontare tematiche legate ai temi attuali, quali l’impianto costituzionale, il ruolo dei referendum, il ricorso eccessivo alla normazione anche in sede penale, il mutato ruolo del Presidente della Repubblica, le autonomie regionali etc.

Relatori
Bartolomeo Romano, Ordinario di Diritto Penale nell’Università di Palermo e Consigliere giuridico del Ministro della Giustizia
Antonella Sciortino, Ordinario di Diritto costituzionale
Gaetano Armao, Associato di Diritto amministrativo

Progetto Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi

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PRIVACYDAILY


N. 122/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: I leader dei Paesi del G7 hanno deciso sabato di lanciare un gruppo di lavoro per rafforzare la collaborazione nell’affrontare le varie questioni legate alla nuova tecnologia. I Paesi del G7 avvieranno l’iniziativa – denominata Hiroshima AI process – nel corso dell’anno per facilitare le discussioni. Si prevede... Continue reading →


Esprimiamo vicinanza e solidarietà alle comunità dell’Emilia-Romagna pesantemente colpite dalle alluvioni di questi giorni che, oltre alla distr


Lo Sinn Fein vince le elezioni amministrative in Irlanda del Nord


Il partito indipendentista di sinistra Sinn Féin ha ottenuto una vittoria storica contro gli unionisti nelle elezioni municipali celebrate in Irlanda del Nord L'articolo Lo Sinn Fein vince le elezioni amministrative in Irlanda del Nord proviene da Pagine

di Redazione

Pagine Esteri, 21 maggio 2023 – Il partito indipendentista di sinistra Sinn Féin ha ottenuto una vittoria storica nelle elezioni amministrative celebrate alla fine della settimana in Irlanda del Nord.

Alle amministrative lo Sinn Féin ha conquistato il 31% dei voti, aumentando di quasi 8 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2019. I repubblicani sono avanzati ovunque e sono giunti per la prima volta in testa anche nelle circoscrizioni di Banbridge e Craigavon.
La destra unionista del Dup ha invece ottenuto solo il 23,3% (calando dello 0,8%), nonostante avesse presentato la tornata elettorale come l’occasione per dimostrare che le richieste della comunità filobritannica – che pretende il ristabilimento delle barriere doganali tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda – sono maggioritarie.

Il Partito dell’Alleanza, di natura intercomunitaria e centrista, ha avuto un risultato più limitato di quanto sperato dopo il successo alle regionali, così come gli estremisti unionisti della “Voce Unionista Tradizionale”, che critica il Dup da posizioni oltranziste.

Nelle undici circoscrizioni in cui è diviso il territorio irlandese sotto amministrazione britannica, lo Sinn Féin ha conquistato 144 eletti (+39); il Dup ha riconfermato i suoi 122; l’Alliance Party è salita a 67 (+14); l’Ulster Unionist Party è sceso a 54 (-21); i Socialdemocratici e Laburisti (centrosinistra repubblicano) si sono fermati 39 consiglieri (-20); Traditional Unionist Voice ha ottenuto 9 rappresentanti (+3), i Verdi 5 (-3), la sinistra socialista di People Before Profit solo 2 (-3) e Aontú, piccola scissione tradizionalista e conservatrice del Sinn Féin, ha perso il suo unico consigliere. Le candidature indipendenti hanno invece ottenuto 19 rappresentanti.

I nazionalisti, favorevoli all’unificazione al resto dell’Irlanda delle province del nord sotto amministrazione britannica, erano già stati il partito più votato alle elezioni “regionali” di un anno fa, ma il principale partito di destra filobritannico, il Partito Democratico Unionista (Dup), ha continuato a boicottare la formazione di nuovo governo di coalizione – imposto dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, che portarono allo scioglimento dell’Esercito Repubblicano Irlandese e alla fine dell’attività armata da parte delle milizie unioniste – per evitare che la leader repubblicana Michelle O’Neill possa guidare l’esecutivo di Stormont.
Il Dup ha deciso di paralizzare le istituzioni locali nordirlandesi per protestate contro il Protocollo per l’Irlanda, l’accordo siglato dopo la Brexit tra Londra e Bruxelles. Neanche il cosiddetto Accordo quadro di Windsor, che in parte corregge il Protocollo, firmato dal premier britannico Rishi Sunak con l’UE, ha convinto la destra unionista a cambiare atteggiamento.

Dopo la chiusura delle urne Michelle O’Neill ha sollecitato Londra e Bruxelles a premere sugli unionisti per convincerli a consentire la formazione del governo dell’Irlanda del Nord. – Pagine Esteri

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di Dino Greco - Egregio direttore, Ieri, in piazza del Foro, è andato in scena, nella totale indifferenza degli organi istituzionali, il raduno promosso


Le terre di Romagna vengono allagate per la seconda volta in un mese e le istituzioni a tutti i livelli gridano all’emergenza. Dizionario alla mano, emergenza


L'intellighenzia finalmente libera di esprimere "idee" al #SalTo23, grazie alla repressione del "fascismo degli antifascisti" commissionata alla Digos:

torino.repubblica.it/cronaca/2…



Ora è il momento degli F-16 a Kiev. L’appello di Tricarico


Mai momento fu e sarà più propizio per equipaggiare l’aeronautica ucraina con velivoli F-16. Una congiuntura favorevole sotto molti aspetti, a iniziare da quello operativo, quello della pressante esigenza di un paese in conflitto e sprovvisto di una compo

Mai momento fu e sarà più propizio per equipaggiare l’aeronautica ucraina con velivoli F-16.

Una congiuntura favorevole sotto molti aspetti, a iniziare da quello operativo, quello della pressante esigenza di un paese in conflitto e sprovvisto di una componente aerotattica di qualità, da inserire in uno scenario molto peculiare, alquanto anomalo e bizzarro, uno scenario in cui non sembra essere stato compreso il principio cardine che l’acquisizione della superiorità aerea è una precondizione irrinunciabile all’avvio e alla prosecuzione di ogni operazione bellica.

Anche il calendario di rinnovo dei sistemi d’arma di svariate aeronautiche occidentali sembra stranamente fasato con le esigenze di Volodymyr Zelensky: Olanda, Danimarca, Portogallo, Norvegia, e in prospettiva Grecia (che di F-16 ne ha molti) stanno dismettendo le loro flotte per equipaggiarsi con F-35. Oltre agli USA che, all’occorrenza, potrebbe privarsi del significativo sovrappiù nei loro hangar.
Per cedere i propri F-16 all’Ucraina, i paesi donatori dovranno essere agevolati mediante un rifasamento del calendario generale di consegna degli F-35 da parte della casa costruttrice Lockheed Martin, in modo che il rimpiazzo degli F-16 ceduti non comporti discontinuità operativa.

Circolano poi le più disparate stime sui tempi necessari all’Ucraina a gestire il nuovo sistema d’arma, stime sulle quali va fatta chiarezza e molte volte forse costruite ad hoc per prender tempo, per frenare la legittima aspirazione ucraina ad avere una componente aerotattica degna di questo nome. O semplicemente perché formulate a caso da soggetti inesperti.

In effetti, tenendo in considerazione che si tratta di una conversione operativa in tempo di guerra, molti passaggi ordinari potrebbero essere saltati a piè pari, soprattutto quelli attinenti alla sicurezza del volo che in condizioni di pace assorbono molto tempo.

L’impegno più oneroso in termini calendariali riguarderebbe un doppio ordine di provvedimenti, il primo riguardante le infrastrutture di volo, hangar, piazzali, pista di volo, vie di rullaggio. Lo F-16, più di ogni altro velivolo simile, succhia impurità da terra, è una sorta di “aspirapolvere” molto performante che ha bisogno di aree di operazioni molto pulite, e a occhio e croce quelle “sovietiche” non lo sono. Pena l’ingestione di oggetti letali per il velivolo; anche una sola vite ingerita nel motore provoca danni irreparabili: il notorio Fod (Foreign object damage), un vero spauracchio per operazioni a terra su superfici poco accudite.

L’altra isteresi significativa riguarda la manutenzione quotidiana dei velivoli, la capacità dei tecnici di metter mano a piccole e grandi riparazioni o interventi di routine sui vari apparati, meccanici, elettronici, idraulici, elettrici.
In termini di tempo, per questo duplice ordine di approntamenti, sarebbero ipotizzabili più o meno sei mesi ognuno, da condurre ovviamente in contemporanea.

Più semplice il discorso dei piloti, volare è un po’ come nuotare o andare in bici, una volta appreso, si può cambiare macchina agevolmente; probabilmente la difficoltà maggiore potrebbe essere la lingua inglese con cui sono scritti i manuali o contrassegnati i vari interruttori e comandi in cabina. Anche avuto riguardo a questa peculiare difficoltà, un pilota esperto potrebbe aver bisogno di massimo due mesi per “volare” la macchina e di altrettanto per usarne correttamente i sistemi e l’armamento.

Da tener presente che lo F-16 è il caccia più maturo al mondo, ne sono stati costruiti in diverse migliaia nelle più disparate varianti, è un velivolo che non riserva più alcun segreto nella manutenzione e nell’impiego e può assolvere a una pluralità di missioni a seconda delle peculiari necessità; in altre parole, se si ritenga di contenere l’uso alla sola difesa aerea, lo si può fare dotando Zelensky della variante e dell’armamento specifici.

In conclusione, non esistono motivi per non rimboccarsi tutti le maniche e dar corso alla transizione dell’Aeronautica ucraina su un sistema d’arma che, più di ogni altro finora fornito, potrebbe riequilibrare le capacità militari tra Davide e Golia.

Mettendo anche fine a una serie di titubanze che non avevano e non hanno motivo di esistere e che hanno finora un atto dovuto e di grande contenuto operativo.


formiche.net/2023/05/f16-ucrai…




Polvere da sparo, crittografia e Individui Sovrani


Dalla rivoluzione della polvere da sparo alla rivoluzione industriale, fino alla società dell'informazione: il tramonto dello stato-nazione e l'alba di un nuovo sistema economico-sociale.

Chi siamo, dove siamo, ma soprattutto: dove stiamo andando?

Oggi faremo insieme un piccolo viaggio nella storia, per capire meglio alcune dinamiche a cui siamo sottoposti oggi, come sorveglianza e manipolazione di massa da parte di governi e corporazioni. Partiremo dalla rivoluzione della polvere da sparo del XIV secolo per arrivare fino ad oggi, passando per la rivoluzione industriale.

Lo faremo grazie al contributo di grandi pensatori come Murray Rothbard, James Dale Davidson e Lord William Rees-Mogg, Ted Kaczynski e Timothy May. Consiglio di leggere direttamente il pensiero di questi autori, ma la speranza è che questo articolo possa offrire un’interpretazione fruibile per tutti e spunti di riflessione sulla società attuale e sul futuro che ci aspetta.

Chi sei e dove vai? In realtà non mi interessa. A Privacy Chronicles puoi iscriverti anche con un alias.

Dalla società agraria alla rivoluzione della polvere da sparo


Nel corso della nostra lunga storia, l’umanità ha percorso e superato diverse tappe che hanno segnato incommensurabili trasformazioni sociali.

James Dale Davidson e Lord William Rees-Mogg, che scrissero nel 1997 il libro chiamato “The Sovereign Individual: Mastering the Transition to the Information Age”, definiscono queste imponenti trasformazioni sociali, che spesso richiedono diversi secoli, come “megapolitiche”. Secondo gli autori le trasformazioni megapolitiche sono provocate da eventi che in qualche modo destabilizzano gli equilibri e rapporti di forza, come grandi scoperte tecnologiche.

Una delle più recenti trasformazioni megapolitiche fu quella che segnò il passaggio dal sistema feudale all’attuale sistema degli stati-nazione. Il principale fattore che nel corso di cinque secoli determinò la fine del sistema feudale fu la cosiddetta rivoluzione della polvere da sparo.

La diffusione delle armi da fuoco ebbe un profondo impatto sulla società: pistole, fucili e cannoni resero inutili e obsolete armi e armature che per migliaia di anni avevano definito i rapporti di forza a livello globale. I nuovi strumenti di offesa e difesa erano però molto più costosi rispetto a spade, archi e balestre.

Il sistema feudale, composto di tanti piccoli sovrani feudali in competizione tra loro, non era più efficiente per estrarre dal popolo le risorse necessarie per permettersi e sostenere milizie armate di fucili e cannoni.

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10 anni dopo Snowden: alcune cose vanno meglio, per altre stiamo ancora lottando

@Pirati Europei

Il 20 maggio 2013, un giovane appaltatore del governo con un adesivo EFF sul suo laptop è sbarcato da un aereo a Hong Kong portando con sé prove che confermavano, tra le altre cose, che il governo degli Stati Uniti stava conducendo una sorveglianza di massa su scala globale. Ciò che è seguito sono state settimane di rivelazioni - e declassificazioni ufficiali - mentre Edward Snowden ha lavorato con alcune delle principali testate giornalistiche del mondo per rivelare fatti critici sulla National Security Agency che aspirava le comunicazioni online delle persone, l'attività su Internet e i tabulati telefonici, sia all'interno che all'esterno gli Stati Uniti....

DI MATTHEW GUARIGLIA , CINDY COHN E ANDREW CROCKER PER EFF



Per salvare l'informazione dai giganti della tecnologia è necessaria un'alleanza tra i giornalisti e i cittadini

@Giornalismo e disordine informativo

Il post completo di Cory @doctorow è sul sito di @Electronic Frontier Foundation

I media sono in crisi: le redazioni di tutto il mondo stanno chiudendo e la stessa professione del giornalismo è sotto costante attacco ideologico e fisico. La libertà di stampa è una dottrina vuota se l'unico mezzo di informazione è scritto o pubblicato da individui benestanti indipendenti che non hanno bisogno di essere pagati per il loro lavoro.
Dove sono finiti i soldi dei media? È complicato...

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Manifesta per la libertà, contro il regime iraniano: Sarina Esmailzadeh uccisa a colpi di manganello


Sarina Esmailzadeh, appena sedicenne, era un’adolescente in cerca di libertà, contraria all’obbligo dell’hijab e si interessava molto ai problemi sociali del popolo iraniano. Amava discutere dei diritti delle donne. Era piena di energia e ballava senza il

Sarina Esmailzadeh, appena sedicenne, era un’adolescente in cerca di libertà, contraria all’obbligo dell’hijab e si interessava molto ai problemi sociali del popolo iraniano. Amava discutere dei diritti delle donne. Era piena di energia e ballava senza il velo con un ragazzo di poco più grande di lei. Lo faceva nel chiuso della sua stanza, davanti alla videocamera del suo computer o ripresa dal suo smartphone.

“Invece di chiamarci contestatrici ci chiamano provocatrici”, diceva, rivolta ai follower del suo canale YouTube, su Telegram e Instagram.

“Ci prendono di mira, anche se siamo a mani nude. Ci colpiscono, ci torturano, ci stuprano, ci accecano o ci ammazzano. Ci hanno stuprate nelle prigioni e torturate anche psicologicamente per spingerci al suicidio una volta uscite dal carcere e, dopo che ci hanno uccise, la tortura colpisce le nostre famiglie, i nostri genitori per indurli a dichiarare che invece siamo morte perché ci siamo suicidate, lanciandoci nel vuoto o perché drogate o ammalate”.

La rivoluzione in Iran, “Donna, Vita, Libertà”, nasce da una lunga storia di movimenti per i diritti delle donne e di attivismo all’interno e all’esterno del paese. Le cittadine iraniane da anni elaborano strategie per sfidare la discriminazione di genere, sia in politica che nella società. Nata e guidata da donne, la rivolta attraversa le divisioni di genere, di classe ed etnia e rappresenta la più seria sfida popolare ai leader teocratici e all’autoritarismo.

A scendere nelle piazze è soprattutto la “Generazione Z”, quella che non ha nulla da perdere; una generazione che rifiuta l’ipocrisia di vivere la libertà solo nello spazio privato e la rivendica ovunque, a cominciare dallo spazio pubblico.

Quella iraniana è anche per questo una rivoluzione nata dalla periferia, dagli ultimi, dalle minoranze delle più remote province del paese e subito divampata nei centri urbani con le donne protagoniste, con la generazione dei ventenni, con gli studenti a cui si sono uniti operai e lavoratori di settori produttivi strategici, che sta rivelando una inedita sintonia tra strati della società da sempre distanti, ma che ora sembrano uniti nella comune alta richiesta di libertà.

Quel che accade in Iran dal 16 settembre 2022 è un evento epocale anche perché allontana la preoccupazione che esisteva fino a poco tempo fa che faceva immaginare un destino per l’Iran drammatico.

Il paese, lacerato lungo linee di frattura etnica e religiosa, faceva presagire la possibilità di una sua balcanizzazione per le profonde divisioni esistenti. Fino a poco tempo fa si temeva che il centro e la periferia avrebbero finito per scontrarsi brutalmente. Fortunatamente sta accadendo il contrario. Grazie alle donne e ai giovanissimi.

La mamma di Sarina si sarebbe tolta la vita, impiccandosi poco dopo aver appreso che le forze di sicurezza iraniane avevano picchiato sua figlia fino alla morte. L’adolescente è stata uccisa da un duro colpo di manganello infertole sulla testa dai miliziani volontari pasdaran dei Guardiani della rivoluzione islamica durante una manifestazione anti regime a Karaj, pochi giorni dopo l’uccisione di Jîna, Mahsa Amini, la ventiduenne curda-iraniana picchiata fino alla morte dalla cosiddetta “polizia morale” di Tehran per presunta violazione del rigido codice di abbigliamento islamico.

Dopo la fine del suo corso di lingua, Sarina si era unita a un raduno di studenti nei pressi della sua scuola per sostenere le proteste.

Durante la manifestazione gli agenti di sicurezza l’hanno colpita violentemente alla testa facendola sanguinare copiosamente.

Le sue amiche l’hanno portata per le cure in una delle abitazioni vicine al luogo dell’aggressione poiché non c’erano le condizioni per il suo trasferimento in ospedale, ma Sarina non ce l’ha fatta ed è morta lì, dissanguata.

Il 23 settembre 2022, intorno alle ore 12, le forze di sicurezza hanno chiamato i familiari di Sarina chiedendo loro di recarsi rapidamente al cimitero per ricevere il corpo senza vita della ragazza e per poter procedere al “ghusul”, l’abluzione secondo il rito islamico che prescrive che il corpo del defunto venga disinfettato e pulito da tutte le impurità visibili.

Affinché la sua famiglia identificasse Sarina, le forze di sicurezza hanno mostrato il suo volto, che ha rivelato numerose ferite; la parte destra della fronte della ragazza era completamente fracassata.

Dopo la sua sepoltura, Hossein Fazeli Harikandi, il capo della magistratura di Alborz, ha affermato che la giovane si sarebbe suicidata lanciandosi dal tetto della casa di sua nonna ad Azimieh, a Karaj, la mattina del 23 settembre.

I pasdaran hanno minacciato sua madre dicendole che non avrebbe mai visto il fratello di Sarina nel caso in cui non avesse suffragato la versione fornita dalle autorità iraniane.

I pasdaran avevano deriso la mamma straziata dal dolore, dicendole che sua figlia era immorale, che era una terrorista perché teorizzava sui social uno stile di vita come quello occidentale. La famiglia stava cercando da due giorni Sarina che non aveva fatto ritorno a casa dal 21 settembre, giorno della sua morte. Dopo averne finalmente visto il corpo martoriato, sua madre, vessata dai pasdaran nel tentativo di metterla a tacere affinché non rivelasse la causa reale della morte di sua figlia, è tornata a casa dove si sarebbe impiccata.

I genitori dei manifestanti uccisi dalle forze paramilitari volontarie chiamate basij che desiderano seppellire i propri figli sono spesso soggetti a severe normative da parte delle autorità iraniane e a un ricatto: quello di poter ottenere la restituzione del corpo del congiunto morto solo in cambio del silenzio.

Sarina era orfana di padre dal 2013, da quando aveva appena sei anni, e viveva con sua madre e col fratello maggiore. La sua mamma era gravemente malata, aveva un tumore al cervello. La ragazza è stata sepolta in una tomba a due piani accanto a suo padre Aref nel cimitero di Behesht Sakineh di Karaj.

Nel quarantesimo giorno dalla sua morte, i compagni di classe di Sarina hanno tenuto una cerimonia commemorativa e hanno rimosso la foto di Khamenei dalla parete della loro classe affiggendo al suo posto la foto della loro compagna. Una sua amica ha scritto sul account Telegram: “La primavera sta arrivando. Anche se ci uccidi, anche se ci tagli la testa, anche se ci colpisci, cosa farai con gli inevitabili germogli?”

Su Telegram e YouTube la giovane ripeteva ai suoi fan: “Non siamo come la generazione precedente, quella, di 20 anni fa, che non sapeva com’era la vita fuori dall’Iran. Noi siamo consapevoli di ciò che accade oggi nel mondo e ci chiediamo cosa abbiamo in meno rispetto agli altri adolescenti che vivono in altri paesi. Perché dobbiamo soffrire costrette a vivere una doppia vita, quella pubblica in cui dobbiamo celare la nostra identità e quella privata nel chiuso delle nostre stanze?”

Nel suo ultimo video su Telegram, Sarina, ha pronunciato queste parole: “Mi sembra di essere in esilio nella mia stessa patria”.

L'articolo Manifesta per la libertà, contro il regime iraniano: Sarina Esmailzadeh uccisa a colpi di manganello proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Puntare su innovazione e Blue economy. Tutto pronto per Seafuture


È in arrivo l’ottava edizione di Seafuture, uno degli eventi nazionali più importanti nel settore della Blue economy, nonché primo hub del Mare nostrum che prende in considerazione tutti i diversi aspetti di una politica marittima integrata, basata sulla

È in arrivo l’ottava edizione di Seafuture, uno degli eventi nazionali più importanti nel settore della Blue economy, nonché primo hub del Mare nostrum che prende in considerazione tutti i diversi aspetti di una politica marittima integrata, basata sulla strategia “Blue growht” così come indicato dalla Commissione europea. Nella sede della Federazione del Mare si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, che si svolgerà dal 5 all’8 giugno a La Spezia, in Liguria, ed è organizzata dalla Marina militare insieme all’Italian blue growht.

La presentazione

All’evento di presentazione era presente anche il sottocapo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, insieme a lui vi erano anche la presidente di Italian blue growht, Cristina Pagani, e il segretario generale della Federazione del mare, Laurence Martin. Seafuture ancor di più quest’anno è fortemente improntata all’internazionalizzazione. “Con grande piacere noto come l’edizione di quest’anno, rispetto alle precedenti, registri il più elevato numero di rappresentanza di Marine straniere, presenti con 28 capi di Stato maggiore e 33 delegati”, ha infatti raccontato il sottocapo. Questa, a detta dell’ammiraglio, rappresenta una “evidente testimonianza della bontà del nostro operato e dell’attrattività dei prodotti e delle tecnologie italiane che riscuotono sempre maggior interesse a livello globale”.

Seafuture

Saranno infatti più di 300 le aziende che esporranno i propri prodotti e servizi nell’area della storica Base Navale della Spezia, di cui 78 imprese straniere provenienti dagli Usa, dal Canada e dagli altri Paesi europei. Tra le realtà industriali saranno presenti anche i principali sponsor dell’iniziativa da Fincantieri a Mbda, da Elettronica a Leonardo. Con l’intervento previsto di 71 delegazioni estere, 12 imbarcazioni ormeggiate nella Dock Area e una vasta area espositiva, Seafuture si prepara ad essere un vero e proprio polo internazionale dedicato al dominio marittimo. A sostenere l’iniziativa, oltre alla Marina militare, vi sono anche Segredifesa e la Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad). Non solo, a La Spezia si concentreranno anche iniziative speciali dedicate alla cultura, all’arte e al cinema, andando a delineare un programma di oltre 50 eventi in quattro giorni.

L’importanza della Blue economy

Parallelamente agli appuntamenti descritti, non mancheranno tavole rotonde con lo scopo di promuovere la costruzione di un consenso attorno ai temi della transizione energetica, dell’economia circolare e della salute dell’ambiente marino. Al centro dei dibattiti vi saranno infatti temi di grande attualità e interesse strategico quali la sicurezza marittima, l’electronic warfare, la cyber-security e la difesa underwater. Tutto questo partendo dall’assunto, ribadito dall’ammiraglio Berutti Bergotto, che: “La sicurezza dei mari è fondamentale per la nostra sopravvivenza”.


formiche.net/2023/05/tutto-pro…



Il pensiero di Friedman e l’eredità di Antonio Martino: Messina ricorda il suo ministro liberale


Amici, politici, studiosi, docenti universitari hanno ricordato l’impegno scientifico e politico di Martino, l’eredità del pensiero liberale, il suo legame con Messina e con Milton Friedman di cui fu allievo Milton Friedman e Antonio Martino. Il maestro p

Amici, politici, studiosi, docenti universitari hanno ricordato l’impegno scientifico e politico di Martino, l’eredità del pensiero liberale, il suo legame con Messina e con Milton Friedman di cui fu allievo

Milton Friedman e Antonio Martino. Il maestro premio Nobel e l’allievo diventato a sua volta professore e ministro degli Affari esteri. Un intreccio di personalità eccezionali che passa anche per Messina, terra di origine di Antonio Martino. A poco più di un anno dalla scomparsa, la figura di Antonio Martino è stata ricordata nella sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’università su iniziativa dell’istituto Milton Friedman con il convegno “La parola a Friedman ricordando Martino”.

Amici, politici, studiosi, docenti universitari hanno ricordato l’impegno scientifico e politico di Martino, l’eredità del pensiero liberale, il suo legame con Messina e con Milton Friedman di cui fu allievo. E’ venuto fuori il ritratto di un uomo colto, legato all’università cosi come alla sua terra di origine e alle amicizie di una vita. Un uomo impegnato nell’università, era professore e in politica, era tra i fondatori di Forza Italia, che sapeva essere ironico ma soprattutto libero che non ha mai sofferto il confronto con il padre Gaetano, uno dei promotori della comunità europea.

Il ruolo istituzionale e il legame con l’università di Messina è stato ricordato dal prorettore vicario Giovanni Moschella. “Martino e Friedman – ha detto – sono figure importanti non solo per il loro impegno scientifico ma anche per il contributo che hanno dato nell’elaborazione del pensiero economico, dando l’avvio di un nuovo modello di cui ancora vediamo i frutti”. L’assessora regionale Elvira Amata ha ricordato Martino come “un uomo garbato, elegante, che quando parlava di economia riusciva farla comprendere a tutti”. Un ricordo affettuoso anche della senatrice Michaela Biancofiore e della sottosegretaria Matilde Siracusano presenti con un contributo video. L’ultima uscita pubblica di Martino che andò in visita alla fondazione Einaudi è stata ricordata da Renato Loiero, consigliere per le Politiche di bilancio del presidente del consiglio dei ministri, mentre Gaetano Armao, docente di diritto amministrativo già vicepresidente della Regione Sicilia, collegato in video, ha ricordato Martino come “un uomo libero nelle idee che professava e che comunicava non temendo di restare in minoranza, un uomo più fedele alle sue idee che alle tessere di partito”.

gazzettadelsud.it

L'articolo Il pensiero di Friedman e l’eredità di Antonio Martino: Messina ricorda il suo ministro liberale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Loredana Fraleone* La risposta dei genitori appartenenti al Consiglio d’Istituto del liceo classico “Pilo Albertelli” di Roma all’insulso articolo di


Prosegue il Salone internazionale del libro! 📚 Oggi si svolgerà il terzo evento sul tema delle Biblioteche scolastiche. Vi aspettiamo al nostro stand!

Qui il programma ▶️ miur.gov.it/documents/20182/0/…



PRIVACYDAILY


N. 121/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Steve Whittamore un investigatore privato che ha lavorato per l’editore del Daily Mirror afferma che i giornalisti con cui ha avuto a che fare sapevano “benissimo” che raccoglieva in maniera illegale alcune informazioni. Il Mirror Group Newspapers nega che gli alti dirigenti fossero a conoscenza di queste pratiche... Continue reading →



Oggi, 19 maggio, noi di Unione Popolare abbiamo depositato in Corte di Cassazione la “Proposta di legge per l’istituzione del salario minimo legale”. I


Grecia al voto: destra favorita, Syriza spera nei giovani


Domenica si vota in Grecia. I sondaggi prevedono la vittoria della destra mentre Syriza spera nel voto dei giovani, più critici nei confronti del governo attuale L'articolo Grecia al voto: destra favorita, Syriza spera nei giovani proviene da Pagine Este

di Redazione

Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – Domenica 21 maggio gli elettori della Greciasono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. Gli aventi diritto sono circa 10 milioni mentre i partiti ammessi alla competizione sono complessivamente 36. All’assemblea accederanno però soltanto quelli che riusciranno a superare la soglia di sbarramento del 3%.

La sfida per conquistare la maggioranza dei 300 seggi parlamentari è tra il premier uscente Kyriakos Mitsotakis (Nuova Democrazia, destra) e Alexis Tsipras (Syriza-Alleanza Progressista, centrosinistra) che invece ha guidato il paese tra il 2015 e il 2019. Tutti i sondaggi danno Nuova Democrazia in vantaggio di 4-6 punti percentuali sull’ex formazione di sinistra radicale.

Dei 300 seggi totali, 285 vengono assegnati in via proporzionale, 12 dalle cosiddette liste bloccate, che non prevedono voti di preferenza, e tre dai greci all’estero, che per la prima volta hanno la possibilità di esprimere la loro preferenza alle urne direttamente nel luogo di residenza.

Nel 2016 l’esecutivo guidato da Syriza ha abolito il premio di maggioranza di 50 seggi – sui 300 totali – che la legge elettorale assegnava alla formazione politica più votata.

Non avendo ottenuto all’epoca il sostegno di almeno due terzi dei parlamentari, come prevede la Costituzione, la riforma elettorale non è entrata in vigore subito – e infatti nel 2019 Nea Dimokratia, giunta in testa, si avvalse del premio di maggioranza – slittando alle elezioni di domenica prossima. Il premio di maggioranza – dai 20 ai 50 seggi in proporzione alle percentuali conquistate – è stato tuttavia già ripristinato dal governo Mitsotakis – anche in questo caso senza una maggioranza dei due terzi – e tornerà pertanto in vigore alla prossima tornata elettorale, che si potrebbe tenere già nel mese di luglio qualora i risultati di domenica non dovessero consentire la formazione di un esecutivo.

Ad oggi, sulla base delle posizioni mostrate dai principali leader politici greci durante la campagna elettorale, risulta complicato prevedere quali equilibri e scenari si possano creare una volta chiuse le urne. Mitsotakis ha più volte ribadito di voler tornare al voto a luglio nel caso in cui Nuova Democrazia non dovesse conquistare la maggioranza assoluta in autonomia. Risulta assai improbabile che da sola la destra ottenga il 45% che gli consentirebbe di ottenere la maggioranza assoluta.
Tsipras si è invece detto disponibile a discutere la formazione di un governo con la coalizione di centrosinistra Movimento per il cambiamento guidata dai socialisti del Pasok. La coalizione, presieduta da Nikos Androulakis, dovrebbe piazzarsi in terza posizione con circa il 10% dei voti, dopo Nea Dimokratia (35-38%) e Syriza-Alleanza progressista (29-32%). Alle scorse elezioni ND aveva ottenuto il 39,9% e Syriza il 31,5%.

Per ribaltare quanto previsto dai sondaggi, Alexis Tsipras auspica una massiccia partecipazione alla tornata elettorale delle fasce più giovani della popolazione (tra i 17 e i 45 anni) che, secondo le rilevazioni sulle intenzioni di voto, preferirebbero di gran lunga Syriza a Nea Dimokratia. Rispetto all’ultima elezione del 2019, hanno diritto al voto circa 439 mila giovani tra i 17 e i 21 anni.

Da parte sua, Mitsotakis ha più volte ribadito di essere certo di vincere, sostenendo che l’unica proposta di governo realizzabile è quella della sua formazione il cui programma si basa sulla “modernizzazione” e su un ulteriore piano di privatizzazioni di ciò che resta del patrimonio pubblico.

Stando ai sondaggi, tra le restanti formazioni politiche elleniche, quelle che potrebbero conquistare l’accesso al Parlamento sarebbero tre: il Partito comunista della Grecia (Kke), di Dimitris Koutsoumpas, dovrebbe ottenere tra il 6 e il 7%, i socialdemocratici di sinistra del Fronte della disobbedienza realistica europea (MeRA25) guidato dall’ex ministro delle Finanze di Tsipras, Yanis Varoufakis, che potrebbe conquistare il 3,5%, e infine Soluzione greca, partito nazionalista di estrema destra guidato da Kyriakos Velopoulos, che dovrebbe superare di poco lo sbarramento del 3%.

Qualche possibilità di oltrepassare il 3%, affermano i sondaggi, ce l’ha anche “Creazione nazionale” (Ethniki Dimiourgia), formazione di destra liberal-conservatrice con un discorso anticomunista e anti-immigrazione.

Dalle elezioni è stato invece escluso un altro partito di estrema destra, denominato “Partito Nazionale dei Greci” e recentemente fondato dall’ex dirigente di Alba Dorata Ilias Kasidiaris che si trova in carcere, condannato a 13 anni per associazione a delinquere insieme ad altri leader della formazione neonazista sciolta dopo l’omicidio del rapper e attivista antifascista Pavlos Fyssas (2013). – Pagine Esteri

L'articolo Grecia al voto: destra favorita, Syriza spera nei giovani proviene da Pagine Esteri.



Il Consiglio costituzionale francese ha approvato questa settimana le misure di sicurezza che saranno probabilmente implementate per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 in Francia, nonostante non siano in linea con la legge sull’intelligenza artificiale dell’UE, attualmente in discussione....


Venezia - Il 30 maggio 2023 alle ore 18:30 presso l’associazione About ci sarà la prima presentazione pubblica dell’esercizio dei diritti per impedire alla Smart Control Room di Venezia e agli operatori telefonici di tutta Italia di elaborare dati sulla vostra posizione.

@Etica Digitale (Feddit)

NON MANCATE!

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Il racconto di "Noi Siamo Le Scuole", a cura del MIM dedicato alle storie di didattica e di comunità delle scuole italiane, questa volta si concentra su sette nuovi edifici scolastici sparsi su tutto il territorio nazionale che potranno vedere la luc…


#31 / L'UE insegna al mondo come si fa


ll Consiglio approva due pacchetti per la sorveglianza di massa nel settore crypto / Anche a Firenze arriva la "smart city control room" / La Skynet cinese vuole il sangue dei bambini.

L’Unione Europea insegna al mondo come si fa


Con due comunicati ieri il Consiglio dell’Unione Europea ha dichiarato di aver definito la sua posizione in merito a due pacchetti normativi già in discussione da tempo in materia di antiriciclaggio e condivisione di informazioni ai fini tributari tra paesi membri.

Il primo è il pacchetto AML/CFT, cioè antiriciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo, di cui avevo scritto anche lo scorso anno.

Chi non si iscrive è uno spione

L'aggiornamento normativo, tra le altre cose, estenderà la "Travel Rule" al mondo crypto e obbligherà gli exchange a identificare ogni utente e tracciare ogni transazione, anche di pochi centesimi.

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Lo scopo è ovviamente avere dati a disposizione per analizzare le transazioni ed eventualmente bloccarle. Migliaia di algoritmi e qualche burocrate saranno incaricati di decidere se quella transazione di 2 dogecoin sia sospetta o meno.

Il problema come al solito non risiede nel mero abuso della privacy, ma nel potenziale abuso di potere e quasi certo elevato tasso di errore di questi sistemi di monitoraggio. Già nel sistema bancario tradizionale fanno acqua da tutte le parti e spesso finiscono per mettere nei guai gente perbene, figuriamoci in un settore estremamente complesso e tecnologico come quello delle crypto. I falsi positivi saranno all’ordine del giorno.

Il secondo punto riguarda invece la Direttiva "DAC", che è una roba di cui sicuramente non avrete mai sentito parlare ma che dal 2011 prevede la comunicazione e condivisione dei nostri dati tra tutti gli stati membri: conti correnti, rapporti commerciali, depositi, e tanto altro. A breve comprenderà anche tutto ciò che riguarda l’uso di cryptovalute.

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Lo scopo in questo caso è fare comunella per rubare il più possibile. Finora gli stati membri hanno avuto qualche difficoltà a mettere le mani sul cripto-gruzzoletto degli europei. Nel frattempo, il processo di criminalizzazione di chi vorrebbe solo essere lasciato in pace è quasi completo.

La Ministra delle finanze svedese, Elisabeth Svantesson, commenta così la buona novella: “The agreement is yet another example of the EU as a leader in the implementation of global standards”.

Grazie Elisabetta, siamo tutti molto felici di essere all’avanguardia della sorveglianza di massa.

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Dopo Venezia, a Firenze una “Smart City Control Room”


Mega-schermi, comode poltrone, qualche dipendente pubblico annoiato con gli occhi rossi. Anche a Firenze arriverà a novembre una stanza dei bottoni da cui poter controllare in tempo reale tutta la città, grazie alle più di 1.600 telecamere diffuse sul territorio.

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A questo si aggiungono le 81 nuove telecamere che saranno posizionate in più di 55 varchi che costituiranno lo “scudo verde” (cioè una ZTL) per monitorare gli ingressi e le uscite dalla città. Il progetto ricorda molto quello dell’Area B di Milano: sorveglianza di massa dei cittadini e di tutti coloro che per qualche motivo saranno costretti a varcare la soglia di Firenze.

Il Sindaco dice che la Control Room “migliorerà anche la gestione di eventi legati al maltempo o alle manifestazioni". Chi l’avrebbe mai detto che per mitigare gli effetti del maltempo sarebbero bastati qualche migliaio di telecamere e una decina di pannelli LCD. Forse in Emilia Romagna dovrebbero installare più telecamere.

Quando leggo queste cose mi chiedo sempre cosa ne pensa chi vive in queste città.

Se fossimo in condizioni di democrazia diretta, come si faceva una volta nelle antiche città greche, siamo sicuri che la maggioranza avrebbe votato per auto-sorvegliarsi in questo modo e per assegnare a qualche burocrate il potere assoluto di decidere chi può circolare e chi invece no?

Della Smart control room veneziana ne parlavo qui.

La Skynet cinese vuole anche neonati e bambini


Il governo cinese ha iniziato a schedare anche neonati e bambini attraverso identificazione biometrica e genetica: impronte digitali, retina, voce e perfino DNA con prelievi del sangue.

Finora gli stati-nazione si erano degnati di risparmiare neonati e bambini dal processo di schedatura legato alla produzione di documenti d’identità, ma è evidente che adesso non basta più. Tutti devono essere nel sistema, il prima possibile.

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Avrà a che fare con l’inizio della fase pilota dello yuan digitale? È possibile, considerando che questa nuova forma di moneta potrà essere usata solo coloro che possiedono un’identità di stato. I bambini iniziano presto a usare i soldi, ancor prima di ricevere il primo documento d’identità. È quindi naturale che debbano essere schedati fin da piccoli.

Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Someone must have slandered Josef K., for one morning, without having done anything truly wrong, he was arrested.”

Kafka, Der Process

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Articolo consigliato

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#30 / Sì, la privacy è un feticcio


Il feticcio della privacy e la sfiducia verso le istituzioni / Tornano le tessere della fame / Exposed, il podcast di Privacy Week / Meme e citazione del giorno.

Il feticcio della privacy


Il ministero dell’Interno ha recentemente annunciato di voler potenziare l’apparato di sorveglianza italiano introducendo sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle stazioni. Lo scopo è, come sempre, garantire più sicurezza.

Qualche giorno dopo Repubblica ha pubblicato un articolo a firma di Andrea Monti, giurista e professore universitario, intitolato Il feticcio della privacy e le polemiche sul riconoscimento facciale”.

Se anche tu ami il feticcio della privacy, che aspetti a iscriverti?

Nell’articolo Monti cerca di spiegarci i motivi giuridici e tecnici per cui dovremmo accettare ogni proposta di sorveglianza per la sicurezza pubblica pacatamente e passivamente: è fuori discussione che il superiore interesse dello Stato e la tutela della collettività non possano essere globalmente limitati in nome della privacy, dice Monti.

Il prof. Monti non è certo un paladino della privacy, che ha definito come “feticcio” più di una volta, arrivando anche ad affermare che non esiste come diritto autonomo, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani affermi il contrario. In ogni caso, non è questo il punto.

Il prof. Monti infatti ha ragione da vendere: “opporsi all’impiego di tecnologia per garantire la sicurezza perché qualcuno potrebbe abusarne equivale ad affermare di non avere fiducia nelle istituzioni. Se così fosse, allora la inevitabile conseguenza logica di questa posizione sarebbe il dover entrare in clandestinità per rovesciare uno Stato che ha tradito gli ideali democratici. Chi ha il coraggio di fare un’affermazione del genere lanci il primo tweet”.

La sfiducia verso le “istituzioni” è esattamente il motivo per cui è lecito opporsi alla diffusione incontrollata di tecnologie di sorveglianza nelle nostre città. Di esempi di abuso ce ne sono molti, e non serve guardare lontano per comprendere il modo in cui un governo possa abusare dei suoi poteri di sorveglianza per opprimere determinati gruppi politici o minoranze. E ricordiamolo: la più piccola minoranza al mondo è l’individuo.

E se i governi cambiano nel tempo, ricordiamoci che una telecamera è invece per sempre. Le telecamere nelle nostre città aumentano sempre e non diminuiscono mai: la Cina, che continua a installare telecamere, è arrivata ad averne quasi 600 milioni.

Chi può assicurarci che la fiducia verso le istituzioni venga ripagata? Chi può assicurarci che fra 5, 10, 50 anni i sistemi di sorveglianza costruiti e potenziati nel tempo non saranno mai usati e abusati da qualcuno? Chi può assicurarci che lo Stato, in un determinato momento storico, non abbia il potere e l’incentivo di perseguire e opprimere milioni di persone per ciò che pensano o fanno? D’altronde, la storia ci insegna che è molto facile giustificare qualsiasi atrocità sotto l’egida della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico.

Affermare la supremazia dell’interesse di Stato e della collettività (che non esiste) sui diritti individuali, come la privacy, equivale a dire che alcuni uomini — i più violenti tra noi — hanno il diritto assoluto di disporre totalmente di tutti gli altri, giustificando così qualsiasi abuso e oppressione. L’autore afferma che per mitigare questi rischi si debba potenziare il diritto di accesso ai dati dei database delle forze dell’ordine, ma io non vedo come questa misura palliativa ex-post possa ribaltare una situazione di sostanziale supremazia dello Stato rispetto all’individuo. Cioè rispetto a me e te che leggi.

Sì, la privacy è un feticcio — un ostacolo al potere, che altrimenti sarebbe illimitato, a tutela di ogni individuo. È anche l’unico modo per vivere un’esistenza libera e morale. Senza privacy non può esserci alcuna libertà. Alla provocazione del prof. Monti non si può quindi che rispondere così:

We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.—That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, —That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government.

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Tornano le tessere della fame


Da luglio 2023 saranno attive in Italia ben 1.300.000 “carte acquisti” per la spesa. Saranno postepay ricaricabili e daranno diritto di acquistare fino a €380 di beni alimentari autorizzati dal Ministero. Saranno ad esempio esclusi gli alcolici.

L’attribuzione delle nuove tessere annonarie passerà dai Comuni, che tramite INPS avranno a disposizione l’elenco dei beneficiari. I Comuni dovranno quindi verificare le anagrafiche e le informazioni relative ai nuclei familiari per assegnare le tessere ai più meritevoli — cioè coloro che casualmente possiedono i criteri arbitrari fissati per legge.

E se tra ordine pubblico e privacy vince sempre l’ordine pubblico, lo stesso può dirsi tra welfare e privacy. Ma noi eretici lo sappiamo bene: non esistono pasti gratis, e prima o poi arriverà qualcuno a chiedere il conto.

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Exposed


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Meme del giorno


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Citazione del giorno

There's no way to rule innocent men. The only power any government has is the power to crack down on criminals. Well, when there aren't enough criminals one makes them. One declares so many things to be a crime that it becomes impossible for men to live without breaking laws. Who wants a nation of law-abiding citizens? What's there in that for anyone?

Ayn Rand

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Rilasciata la rel. 2023.05-rc (release candidate).
Se vuoi aiutare a trovare qualche bug e, si spera, risolverlo prima del prossimo rilascio, dai un'occhiata al nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.

Il motivo principale di questo primo RC è la correzione di un bug nell'area di notifica. Inoltre i punti salienti della prossima versione sono:

- correggere un bug che impediva la ricerca di @-handles, e
- un'implementazione OWA migliorata.


Friendica 2023.05 Release Candidate available

We have just branched off the 2023.05-rc branches from the current development branch of Friendica. If you want to help finding rough edges and hopefully fix them before the upcoming release, please checkout the new branch and report problems that you encounter.

The main reason for this early RC is fixing a bug in the notification area that Tek informed us about. In addition the highlights of the next release are

  • fixing a bug that prevented the search for @-handles, and
  • an improved OWA implementation.


What is Friendica


Friendica is a decentralised communications platform, you can use to host your own social media server that integrates with independent social networking platforms (like the Fediverse or Diaspora*) but also some commercial ones like Twitter.

How to use the 2023.05 RC Version of Friendica


If you want to help in the release process, you can checkout the 2023.05-rc branch from the git repositories (core and addons).
git fetch
git checkout 2023.05-rc
git pull
bin/composer.phar install --no-dev
Note that you only need to pull the composer dependencies in the core repository.

Should the upgrade process of the database get stuck


If you encounter this, please initiate the DB update manually from the command line by running the script
./bin/console dbstructure update
from the base of your Friendica installation. If the output contains any error message, please let us know using the channels mentioned above.

What to do with Quirks


The 2023.05-rc phase is meant to identify and preferable resolve quirks and bugs that should not be in the 2023.05 release, but have slipped through so far. So if you switch your node to the 20232.05-rc version of Friendica, please let us know about rough edges you find, either at the issue tracker (github account required), in the support forum or in the development forum.

Thanks a lot for helping with the release :


friendi.ca/2023/05/18/friendic…




News da Marte #16 | Coelum Astronomia

"In questo 16esimo appuntamento della rubrica vediamo le ultime notizie sulla missione del rover cinese Zhurong e le più recenti operazioni di Curiosity e Perseverance. Ne approfittiamo anche per un piccolo approfondimento tecnico di astrofotografia marziana."

coelum.com/news/news-da-marte-…

#16


Proiezione HACKING JUSTICE
v.o. sub ita. 89 min.
ingresso libero gratuito

Sala CGIL
Via E. Dandolo 8

22 maggio 2023
Ore 20.



Friendica and Bluesky's AT protocol

@Fediverse

Friendica has always stood out for being able to manage multiple communication protocols, surpassed in this only by Hubzilla (a software that I have never been able to appreciate, however).
It would be nice if Frindica could integrate Bluesky's AT protocol as well. Do you know if there is any feasibility study on this new frontier?

@Fediverse News @Hypolite Petovan @Michael Vogel @Tobias

Unknown parent

friendica - Collegamento all'originale
Hypolite Petovan
@Sarah Brown The next stable release is planned for early September (hopefully).

Fediverse News reshared this.

Unknown parent

friendica - Collegamento all'originale
Hypolite Petovan
@Sarah Brown Thank you, and it's okay, please take care of yourself!

Fediverse News reshared this.



La banca centrale turca ha presentato le sue prime misure dopo le elezioni presidenziali di domenica, aggiungendosi a un groviglio di regole utilizzate per gestire il sistema finanziario.

@Politica interna, europea e internazionale

L'obiettivo delle nuove normative, entrate in vigore martedì, è quello di ridurre la domanda di oro tra le famiglie e dissuaderle dal prelevare contanti utilizzando le carte di credito, un'opzione sempre più favorita dalle persone come alternativa più economica ai prestiti.

Il post completo su Bloomberg



L'Esercito italiano fa propaganda bellicista in un centro commerciale di Catania | L'Indipendente

«In particolare, Cobas e Osservatorio si scagliano contro la “campagna acquisti sempre più invasiva che invita i giovani ad intraprendere un percorso di futuro garantito in un territorio, la Sicilia, dove il tasso di abbandono scolastico si è attestato al 21,2% e la disoccupazione giovanile al 22%”, ricordando come le normative scolastiche impongano che “ogni attività didattica esterna sia coerente con il lavoro curricolare e la programmazione”.»

lindipendente.online/2023/05/1…

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Propaganda politica, opinioni sbagliate, fake news e intolleranza. La posizione di Poliverso

@Politica interna, europea e internazionale

Poliverso.org è ormai diventata un'istanza generalista, ma è nata per creare uno spazio di dibattito politico aperto, laico e libero.

Abbiamo ricevuto diversi messaggi che ci rimproveravano di avere dato spazio a voci contrarie all'Ucraina e ostili verso la strenua difesa del popolo ucraino. A volte siamo stati addirittura accusati di diffondere fake news.

Ricordiamo a tutti che le opinioni non sono fatti e che un'opinione non è una fake news, anche se dovesse essere un'opinione sbagliata.

Polemizzare, anche utilizzando toni molto accesi, non può essere derubricato a comportamento tossico solo perché non esprime l'opinione desiderata.

In questa istanza pertanto verrà sempre consentita la libera espressione del proprio pensiero.

Tuttavia ricordiamo anche che la nostra tolleranza verso gli account di propaganda militarista, filo-occidentale o filo-russa che siano, è limitata!

Poliverso è un servizio gratuito (se volete contribuire potete farlo qui) e proprio per questo non è uno spazio che verrà concesso ad account che praticano 24×7 l'attacco sistematico verso profili che non la pensano come loro.

Poliverso.org è una piattaforma di discussione. Se volete fare marketing diretto per le vostre idee politiche o, peggio ancora, molestie mirate, verrete spazzati via!

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

credo che il bello sia proprio questo. Chi sceglie questa istanza sa a cosa va incontro. Come si dice in questi casi, patti chiari amicizia lunga


MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE


Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.

@Musica Agorà #metal

iyezine.com/michael-khill-infi…

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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo

@Che succede nel Fediverso?

Gli amministratori delle istanze più piccole sono sempre più insofferenti nei confronti della mancanza di controllo da parte del server di Eugen Rochko!

Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.

È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.

#mastoadmin #mastodon

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

io sono l'amministratore di una istanza piccola e vi pregherei di non fare generalizzazioni all'ingrosso, grazie 😅 L'unica cosa a cui sono insofferente sono gli atteggiamenti di chi non prende con la dovuta serietà la scelta di defederare, come se fosse un ban individuale mentre è un danno per migliaia di persone e milioni di interazioni.
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

io gli spammer li voglio bloccare, non rendere invisibili lasciandoli attivi. Per farlo ognuno deve fare la sua parte: dal lato loro, i moderatori e gli admin di mastodon.social devono bloccare a mano gli spammer e introdurre opportuni filtri sui domini e gli IP, dal lato mio io controllo la federata per vedere se ci sono ospiti sgraditi, dal lato della community mi vanno segnalati gli account molesti. Silenziare è mettere tutto sotto il tappeto lavando ognuno i propri panni sporchi.
in reply to Carlo Gubitosa

in altre parole, silenziare 1,1 M di utenti per poche decine di spammer non è considerata cosa buona e giusta da tutti, e la mia insofferenza non è verso un solo account di spam che ho dovuto bloccare a mano con gli altri già bloccati da mastodon.social, ma verso i messaggi anticooperativi in cui si creano conflitti inutili invitando a silenziare tizio, lasciare l'istanza di caio o contestare sempronio, mentre contro lo spam ogni community deve fare la propria parte e fare fronte comune
in reply to Carlo Gubitosa

@gubi condivido in pieno. Invece di "emarginiamo l'aggredito", avrei preferito diamoci da fare e "aiutiamo l'aggredito".
in reply to Carlo Gubitosa

@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.

Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.

in reply to Luca Sironi

@luca si parlava di manutenzione lato admin. Su sociale.network abbiamo avuto solo un paio di segnalazioni, e ne ho dovuto bloccare solo uno, perché erano già stati bloccati tutti a monte da mastodon.social. Non ho sentito il bisogno di silenziare 1.1 milioni di utenti di mastodon.social, (mutilando l'esperienza del fediverso per la nostra community) solo per quella sporca dozzina di spammer bloccati in poche ore.
in reply to Carlo Gubitosa

@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.

Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere

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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
Carlo Gubitosa

@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.

(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )

Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.

Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:

github.com/mastodon/mastodon/i…



🧨 Intervista a Bernardino Costantino


#arte #dark #newwave

Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.

iyezine.com/bernardino-costant…