Salta al contenuto principale




Secondo il New York Times questa guerra ha già causato 500.000 morti eppure la rimozione di questo tema caratterizza il dibattito e lo scontro politico in Ital



BRICS. Allargamento e dedollarizzazione: a Johannesburg in cerca di grandezza e indipendenza


La "dedollarizzazione" dell'economia internazionale, definita "irreversibile" dal presidente russo Vladimir Putin, è l'argomento centrale del vertice, insieme all'ingresso di nuovi membri. L'articolo BRICS. Allargamento e dedollarizzazione: a Johannesbur

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

Pagine Esteri, 23 agosto 2023. L’obiettivo è quello di espandere il gruppo BRICS e di trovare il modo di appianare o almeno di rendere meno importanti le diversità interne agli stati membri. Il vertice di quest’anno è seguito con un interesse assolutamente particolare e, probabilmente, con un timore nuovo da parte dei più importanti leader occidentali. Con la guerra in Ucraina e le pesanti sanzioni alla Russia, sono nate nuove alleanze e si sono rafforzate alcune vecchie.

La “dedollarizzazione” dell’economia internazionale, definita “irreversibile” dal presidente russo Vladimir Putin, è un processo con cui l’occidente e gli Stati Uniti dovranno effettivamente fare i conti. Il denaro definisce gli equilibri più nettamente di qualsiasi proclama politico ed è da sempre questo il campo di gioco più importante per le economie emergenti. Perciò a Johannesburg l’argomento più caldo sul tavolo, oltre ai nuovi possibili stati aderenti, è quello che riguarda le modalità per aumentare l’uso delle valute locali nelle transazioni commerciali e finanziarie con l’obiettivo di liberarsi dalla dipendenza dal dollaro USA.

8900299
Il videomessaggio del presidente russo Vladimir Putin durante il vertice BRICS di Johannesburg

Il presidente cinese Xi Jinping, che a sorpresa non è stato presente all’apertura dei lavori, ha dichiarato in un discorso pronunciato a suo nome che l’espansione del gruppo BRICS significa dare la possibilità alle economie emergenti di costruire un ordine internazionale più giusto e equo. Aggiungendo, come monito, che “continueremo a crescere, qualsiasi resistenza potremo trovare”. Ma sull’espansione Brasile e India frenano, mentre la Russia, insieme alla Cina, vorrebbero al contrario accelerare. “Non cerchiamo di essere un contrappunto al G7, al G20 o agli Stati Uniti” ha dichiarato il presidente brasiliano Lula de Silva.

8900301
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva

I Paesi interessati ad entrare a far parte dei BRICS sono, tra gli altri, Egitto, Arabia Saudita, Iran, Argentina e Indonesia.

Neanche il presidente russo Vladimir Putin ha pronunciato da sé il proprio discorso. Un video registrato e il suo portavoce, il ministro degli esteri Sergey Lavrov, lo hanno tenuto al sicuro dalle conseguenze del mandato di arresto internazionale per presunti crimini di guerra compiuti durante l’attacco all’Ucraina. Non sono, invece, chiare le ragioni che hanno impedito la partecipazione del presidente cinese.

Presenti, invece, il leader sudafricano Cyril Ramaphosa, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il primo ministro indiano Narendra Modi.

8900303
Il premier indiano Narendra Damodardas Modi

BRICS è l’acronimo delle economie emergenti che attualmente lo compongono, che sono appunto Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, regioni che rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale e più del 25% dell’economia globale. Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo BRICS. Allargamento e dedollarizzazione: a Johannesburg in cerca di grandezza e indipendenza proviene da Pagine Esteri.

fabiolinux reshared this.



di Paolo Ferrero - In questi giorni, dal 22 al 24 agosto, si svolge a Johannesburg il quindicesimo vertice dei Brics. Penso che si tratti di uno degli appunt


#NotiziePerLaScuola

Oltre le competenze cognitive, l’approfondimento dell’Invalsi.

Info ▶️ invalsiopen.it/le-character-sk…

Iscrivetevi per rimanere sempre aggiornati ▶️ miur.gov.it/web/guest/iscrizio…



PODCAST AUSTRALIA. Referendum per i diritti degli aborigeni. Cosa cambierà?


Cosa cambierà per gli indigeni se i sì al quesito referendario dovessero prevalere sui no? Ne abbiamo discusso con il professor George Zillante, già capo dipartimento della facoltà di Architettura dell’Università di Adelaide nel sud dell’Australia. L'art

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Daniela Volpecina –

Pagine Esteri, 23 agosto 2023. Un referendum per riconoscere i diritti degli aborigeni. L’annuncio del governo australiano, giunto al termine di un lungo e infuocato dibattito, sta già facendo discutere.

La popolazione su questo tema appare spaccata e i pareri contrari al momento sembrerebbero prevalere su quelli favorevoli. Ma che cosa cambierà per gli indigeni se i sì al quesito referendario, previsto presumibilmente entro fine anno, dovessero prevalere sui no?

8898475
Il prof. George Zillante

Ne abbiamo discusso con il professor George Zillante, già capo dipartimento della facoltà di Architettura dell’Università di Adelaide nel sud dell’Australia, oggi consulente dell’ateneo, e grande conoscitore della materia.
widget.spreaker.com/player?epi…

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo PODCAST AUSTRALIA. Referendum per i diritti degli aborigeni. Cosa cambierà? proviene da Pagine Esteri.



Rapporto annuale 2022 in uscita! il 2022 è stato l'anno delle decisioni più importanti nelle nostre cause di lunga data sui trasferimenti di dati tra l'UE e gli Stati Uniti
trasferimenti di dati Annual Report 2022


noyb.eu/it/annual-report-2022-…



Srettha Thavisin è il nuovo premier thailandese. Al governo Pheu Thai e militari


Srettha Thavisin è il nuovo premier thailandese. Al governo Pheu Thai e militari Thailandia
Dopo un prolungato periodo di incertezza politica, la Thailandia ha il suo nuovo primo ministro: Srettha Thavisin, ex magnate dell'immobiliare, istruito negli Stati Uniti, da sempre vicino alla famiglia Shinawatra

L'articolo Srettha Thavisin è il nuovo premier thailandese. Al governo Pheu Thai e militari proviene da China Files.



Il ruolo dei Brics per la Cina


Il ruolo dei Brics per la Cina 8895644
La retorica del Partito comunista racconta così il gruppo: mentre Washington organizza "circoli ristretti" per contenerla, la Cina punta ad allargare le sue partnership. Non per motivi egoistici, prova a sostenere, ma per rendere più forte la voce di quel mondo in via di sviluppo che è stato spesso silenziato

L'articolo Il ruolo dei Brics per la Cina proviene da China Files.



Weekly Chronicles #42


Everything is a PsyOp. If it's not a PsyOp, it's a surveillance scheme.

Scroll down for the english version

Fantasmi nella macchina


Siamo fantasmi nella macchina (Ghosts in the machine). È il titolo di un recente video della divisione PsyOp dell’esercito degli Stati Uniti. Sì, esiste una divisione PsyOp.

Il video, davvero ben fatto come ci si aspetterebbe da maestri dell’inganno, mostra quasi 4 minuti di video e immagini di eventi storici come le proteste di piazza Tienanmen in Cina e altre “rivoluzioni” civili.

Sostieni Privacy Chronicles, iscriviti!

youtube-nocookie.com/embed/VA4…

Cosa si intende per psyop e psychological warfare? Per psyop possiamo intendere un’azione pianificata che usa l’informazione come mezzo per influenzare la percezione e il comportamento del pubblico al fine di raggiungere obiettivi strategici. Gli obiettivi possono essere i più diversi, anche civili. Ad esempio, il governo britannico ha una “Nudge Unit” che ha lo scopo di influenzare il pensiero delle masse e rendere più semplice il rispetto delle politiche governative, diminuendo così i costi di enforcement.

Lo psychological warfare invece è sostanzialmente la stessa cosa, ma ad ampio spettro. Si potrebbe dire che se la psyop è la singola operazione, lo psychological warfare è l’intera campagna militare. Anche in questo caso l’obiettivo è modificare il pensiero e comportamento delle persone al fine di ottenere un vantaggio strategico.

Possiamo ingannare, persuadere, cambiare, influenzare, ispirare. Assumiamo qualsiasi forma. Siamo ovunque. Una sensazione nel buio, un messaggio nelle stelle (We can deceive, persuade, change, influence, inspire. We come in any form. We are everywhere. A feeling in the dark, a message in the stars).


“Anything we touch is a weapon”. Qualsiasi cosa tocchiamo è un’arma, dicono nel video — mentre uno schermo TV mostra un cartone animato. Oggi l’informazione è ovunque e non solo in TV, radio o giornali. Qualsiasi bit d’informazione con cui abbiamo a che fare potrebbe essere parte di una o più PsyOp.

Eppure, provate anche solo a ipotizzare pubblicamente che le informazioni storiche e attuali che arrivano al grande pubblico possano essere frutto di campagne di disinformazione e propaganda. Vi daranno dei pazzi.

La parte più divertente? Mentre i nostri governi ammettono pubblicamente di cimentarsi in psyops e psychological warfare, allo stesso tempo vogliono convincerci di essere impegnati nella “lotta alla disinformazione”.

Pentester, antisemiti e omofobi


Cos’hanno in comune pentester, antisemiti e omofobi? Un simpatico strumento per pen-testing open source chiamato Flipper Zero, lanciato su Kickstarter nel 2020 con grande successo.

8894884

Con Flipper Zero un pen-tester può fare un sacco di cose, come ad esempio emulare RFID e carte NFC per accedere a sistemi di controllo, esplorare reti wifi e bluetooth, controllare dispositivi IoT e anche fornire gli strumenti necessari per lavorare con componenti hardware (ad esempio per reverse engineering).

Insomma un oggettino molto carino per chi si cimenta in questa disciplina. Forse però, un po’ troppo utile. E questo non piace alle agenzie di intelligence statunitensi, che durante le loro attività di sorveglianza di alcuni gruppi Telegram composti da individui “razzisti, antisemiti, xenofobi, islamofobi, misogini e omofobi”1, hanno scoperto che alcuni di loro erano interessati al Flipper.

Così, hanno emesso un avvertimento pubblico sul rischio di uso di questo dispositivo da parte di “estremisti” e potenziali terroristi “eticamente motivati”.2

“The NYPD Intelligence and Counterterrorism Bureau (ICB) assesses that racially and ethnically motivated violent extremists (REMVEs) may seek to exploit the hacking capabilities of a new cyber penetration tester, known as the Flipper Zero, in order to bypass access control systems.”


Nel 2020 circa 38.000 persone hanno acquistato Flipper su Kickstarter. Molti altri sicuramente avranno fatto lo stesso negli ultimi tre anni. Quante persone finiranno in liste di sorveglianza speciale solo per aver comprato uno strumento di ricerca e di lavoro assolutamente legale?

Quanto ancora a lungo riusciremo a giustificare questa macabra inversione dell’onere della prova? Siamo davvero tutti criminali fino a prova contraria, o anche questo fa parte di una grande PsyOp?

Cyberdog


La scorsa settimana Xiaomi ha annunciato l’uscita del suo nuovo giocattolo digitale: Cyberdog 2, un cane cibernetico che peserà quasi 9kg e sarà alto circa 36cm al garrese poligonale. Ricorda un po’ il cane, robotico anche lui, di Casshan — protagonista cyborg dell’omonimo anime anni ‘70.

Il dispositivo sarà dotato di un incredibile armamentario di auto-sorveglianza: un LiDAR, una videocamera RGB, quattro sensori 3D ToF, una videocamera per il rilevamento della profondità, un sensore a ultrasuoni, una videocamera con lente fisheye, quattro microfoni, due ricevitori UWB (Ultra-Wideband), e una non meglio specificata videocamera interattiva basata sull’AI.3

Molto carino, ma dove finiranno i terabyte di dati raccolti dal cervello elettronico del CyberDog? Nota positiva: pare che sia il codice sorgente che i disegni e le specifiche hardware saranno open source. Per ora forse, è meglio però evitare di mettersi un cane-spia in casa.

Weekly memes


231606


8894886


231607


Weekly quotes

“The lion cannot protect himself from traps, and the fox cannot defend himself from wolves. One must therefore be a fox to recognize traps, and a lion to frighten wolves.”
Niccolò Machiavelli

Support Privacy Chronicles!


One way to support Privacy Chronicles is to share this article with your friends and acquaintances and leave a like or a comment! Another way is to subscribe (with Bitcoin as well) for the equivalent of a monthly breakfast.

Or, you can make a voluntary donation in sats by scanning this QR Code:

8894888
Scan the QR Code or click here!

English version

Ghosts in the machine


This is the title of a recent video from the PsyOp division of the United States Army. Yes, there is a PsyOp division.

The video, very well-crafted as one would expect from masters of deception, shows nearly 4 minutes of footage and images of historical events such as the Tiananmen Square protests in China and other civil "revolutions."

Support Privacy Chronicles by subscribing today!

What is meant by psyop and psychological warfare?

Psyops can be understood as planned actions that use information as a means to influence the perception and behavior of the public in order to achieve strategic objectives. The objectives can vary widely, even including civilian goals. For example, the British government has a "Nudge Unit" that aims to influence mass thinking and make compliance with government policies easier, thereby reducing enforcement costs.

Psychological warfare, on the other hand, is essentially the same thing but on a broader scale. It could be said that if psyop is a single operation, psychological warfare is the entire military campaign. In either case, the goal is to change people's thoughts and behaviors in order to gain a strategic advantage.

"We can deceive, persuade, change, influence, inspire. We come in any form. We are everywhere. A feeling in the dark, a message in the stars."


"Anything we touch is a weapon”, they say, as the video shows a TV screen display featuring a cartoon. Today, information is everywhere, not only on TV, radio, or newspapers. Today, any bit of information we interact with could be part of one or more psyops.

Yet, if you somehow try to publicly speculate that historical and current information reaching the general public could be the result of misinformation and propaganda campaigns, you will be considered a crazy conspiracy theorist.

The funniest part? While our governments publicly admit to engaging in psyops and psychological warfare, at the same time they want to convince us that they are engaged in "fighting disinformation."

Pentesters, antisemites and homophobes


What do pentesters, antisemites, and homophobes have in common? A cute open-source pen-testing tool called Flipper Zero, launched on Kickstarter in 2020 with great success.

8894884

With Flipper Zero, a pen-tester can do a lot of fun stuff, such as emulating RFID and NFC cards to access control systems, exploring Wi-Fi and Bluetooth networks, controlling IoT devices, and providing the necessary tools for working with hardware components (e.g., for reverse engineering).

In short, it's a very useful tool for those involved in the field. However, perhaps it's a bit too useful. And this doesn't sit well with US intelligence agencies, who, during their surveillance activities of certain Telegram groups composed of "racist, anti-Semitic, xenophobic, Islamophobic, misogynistic, and homophobic" individuals discovered that some of them were interested in Flipper. Thus, they issued a warning about the risk of “extremists” and potentially "ethically motivated" terrorists using this device.

"The NYPD Intelligence and Counterterrorism Bureau (ICB) assesses that racially and ethnically motivated violent extremists (REMVEs) may seek to exploit the hacking capabilities of a new cyber penetration tester, known as the Flipper Zero, in order to bypass access control systems.”


In 2020, about 38,000 people purchased Flipper on Kickstarter. Many more have surely done the same in the past three years. How many people will end up on special surveillance lists just for buying a completely legal research tool?

How much longer can we justify this macabre inversion of the burden of proof? Are we really all criminals until proven innocent, or is it just another big PsyOp?

Cyberdog


Last week, Xiaomi announced the release of its new digital toy: Cyberdog 2, a cybernetic dog that will weigh almost 9 kg and stand about 36 cm tall at the polygonal withers. It somewhat resembles the robotic dog, just like Casshan — the cyborg protagonist of a 1970s anime.

The device will be equipped with an incredible array of self-surveillance tools: LiDAR, an RGB camera, four 3D ToF sensors, a depth-sensing camera, an ultrasound sensor, a fisheye lens camera, four microphones, two Ultra-Wideband (UWB) receivers, and an unspecified AI-based interactive camera.

Very cute, but where will the terabytes of data collected by the electronic brain of CyberDog end up? Positive note: it seems that both the source code and hardware designs will be open source. For now, perhaps it's better to avoid bringing a spy dog into the house.

1

Ma sicuramente avevano anche dei difetti

2

dailydot.com/debug/flipper-zer…

3

hdblog.it/hardware/articoli/n5…


privacychronicles.it/p/weekly-…



Il vertice dei Brics è un fatto storico. E' diritto dei paesi che non fanno parte della Triade, USA-UE-Giappone, darsi strumenti di iniziativa economica divers


SUDAN. La guerra entra nel quinto mese


"La situazione sta andando fuori controllo". Questo è l'allarme lanciato delle agenzie delle Nazioni unite quattro mesi dopo l'inizio nel paese africano del conflitto sanguinoso tra il capo delle Esercito Al Burhan e il leader miliziano Hamdan Dagalo L'a

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Michele Giorgio*

Pagine Esteri, 22 agosto 2023 – La guerra in Sudan è entrata nel suo quinto mese con il suo pesante carico di migliaia di morti e feriti, milioni di sfollati e rifugiati e violenze etniche nel Darfur. Parlando in occasione del 69esimo anniversario delle Forze armate, il presidente del Consiglio sovrano di transizione del Sudan, il generale Abdel Fattah Al Burhan, ha accusato i nemici delle Forze di supporto rapido (Rsf) del generale Hamdan Dagalo (Hemeti) di commettere gravi crimini di guerra. Ma la responsabilità delle sofferenze che patisce la popolazione va attribuita a tutti e due i leader rivali. Ad Al Burhan come a Dagalo, prima partner in un colpo di stato che ha fermato la transizione del Sudan verso la democrazia. Dopo, per sete di potere, hanno gettato il Sudan in un conflitto di cui è difficile vedere la fine. La «roadmap verso la pace» annunciata martedì da Malik Agar, leader ribelle divenuto numero due del Consiglio sovrano, è fallita prima ancora di essere discussa. Youssef Ezzat, il consigliere di Hamdan Dagalo, ha respinto l’iniziativa che prevede una tregua immediata e l’avvio di colloqui diretti tra le due parti in lotta.

La guerra, perciò, va avanti con l’Esercito e le Rsf che pensano a consolidare le loro posizioni. Appena qualche giorno fa le Nazioni unite hanno ricordato che più di 1 milione di persone sono fuggite dal Sudan e chi è rimasto nel paese non ha più cibo a sufficienza. 1.017.449 persone hanno raggiunto i paesi vicini già alle prese con l’impatto di conflitti precedenti. Gli sfollati interni sono 3.433.025, secondo gli ultimi dati dell’OIM. «Il tempo sta scadendo per gli agricoltori per piantare i raccolti che nutriranno loro e i loro vicini. Le scorte mediche sono limitate. La situazione sta andando fuori controllo», hanno avvertito le agenzie dell’Onu in una dichiarazione congiunta. Milioni di sudanesi rimasti a Khartoum e nelle città del Darfur e del Kordofan oltre alla fame e talvolta la sete, devono affrontare saccheggi e violenze. Le denunce di aggressioni sessuali sono aumentate del 50%, ha riferito Laila Baker del Fondo per la popolazione dell’Onu. «I resti di molti uccisi non sono stati identificati e sepolti» ha aggiunto da parte sua Elizabeth Throssell, portavoce dell’Alto Commissario per i Diritti Umani. Qualche settimana fa alcuni operatori umanitari avevano denunciato che gli obitori di Khartoum sono intasati e che decine di cadaveri restano nelle strade della capitale. I corpi che si trovano negli obitori si stanno decomponendo a causa delle prolungate interruzioni di energia elettrica e per la scarsità di personale.

I morti in quattro mesi sarebbero circa quattromila ma la Cnn ha raccolto dati sufficienti per affermare che altre centinaia di persone, forse mille, sono state massacrate lo scorso 15 giugno a El Geneina, la capitale del Darfur occidentale, dai miliziani delle Rsf e da uomini armati arabi. Alcune sono state giustiziate sommariamente per le strade. Altre sono state colpite mentre tentavano di attraversare un fiume. Altre ancora sono cadute in un’imboscata vicino al confine con il Ciad. L’indagine del network Usa sulle atrocità di quel giorno apre una finestra sulla portata di massacri e abusi compiuti negli ultimi quattro mesi e rimasti nascosti.

Le dimensioni dell’emergenza umanitaria aumentano giorno dopo giorno. Medici senza Frontiere (Msf) ricorda in un comunicato che centinaia di migliaia di profughi sono già in Ciad e hanno bisogno di aiuti internazionali. «I campi (di accoglimento) sono pieni – si legge nel comunicato – così come quelli temporanei di transito. Le persone vengono mandate in altre zone lontano dalla città dove si stanno costruendo nuove sistemazioni che però non sono ancora pronte. Qui i rifugiati sono esposti al sole e alla pioggia, con cibo e acqua insufficienti. I bisogni sono enormi e le risorse molto scarse». In Ciad, avverte Msf, è arrivata la stagione delle piogge che porta con sé un enorme aumento dei casi di malaria e potrebbe provocare epidemie.

Partono per il Sudan aiuti anche dall’Italia. «Sono in viaggio quattro nostri container con materiali per gli ospedali e aiuti per un valore di circa 800mila euro che dovrebbero arrivare a destinazione nei primi 10 giorni di settembre» dice al manifesto Stefano Rebora, direttore di «Music for Peace», associazione di Genova che opera in Sudan da anni. «Dalle notizie che riceviamo dai nostri collaboratori sudanesi» aggiunge «i combattimenti vanno avanti in particolare a Khartoum, nel Darfour, a Fashir e Nyala. Gran parte dei ministeri sono stati trasferiti a Port Sudan». L’obiettivo di «Music for Peace», conclude Rebora, «sarà di entrare a Khartoum, attraversare la linea del fronte e portare aiuti ai civili nelle aree più colpite dalla guerra e di rifornire l’ospedale di Emergency». Pagine Esteri

* Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo SUDAN. La guerra entra nel quinto mese proviene da Pagine Esteri.



#NotiziePerLaScuola

Accordo sezioni primavera anno educativo 2023/2024, per la realizzazione dell'offerta di servizi educativi in favore dei bambini dai due ai tre anni.

Info ▶️ miur.gov.



Mauro Battocchi – La partita dell’euro


L'articolo Mauro Battocchi – La partita dell’euro proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/mauro-battocchi-la-partita-delleuro/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed



Caso Vannacci, i doveri e la libertà. Parla il generale Arpino


“Buongiorno, generale! …Ci chiedevamo se le andasse gentilmente di scrivere qualcosa sulla questione Vannacci…”. Innanzitutto, nel ringraziare la redazione di Formiche.net per avermi offerto questa opportunità, dico solo che ho risposto subito positivamen

“Buongiorno, generale! …Ci chiedevamo se le andasse gentilmente di scrivere qualcosa sulla questione Vannacci…”. Innanzitutto, nel ringraziare la redazione di Formiche.net per avermi offerto questa opportunità, dico solo che ho risposto subito positivamente. Lo dico perché in cuor mio in precedenza avevo già deciso di astenermi dal trattare l’argomento, dopo aver osservato già venerdì scorso come i media (specie i così detti giornaloni) avessero “mal-trattato” l’argomento, che chiaramente appariva deformato e snaturato.

Per carità, incidentalmente può sempre accadere, specie quando si è costretti a subire la spinta a commentare subito, e sotto pressione, senza aver avuto ancora il tempo o la possibilità di leggere il libro, o almeno di sfogliarlo. Invece no, condanna immediata e inappellabile, che a certi livelli richiederebbe almeno un’analisi superficiale, a volo d’uccello. Niente. Questa trappola di anticipi mediatici ha finito per coinvolgere anche rispettabilissimi alti personaggi della politica, solitamente molto equilibrati, e ciò a sua volta potrebbe aver spinto a far sbilanciare anzitempo anche stimatissimi e insospettabili altrettanto alti personaggi militari.

A questo punto posso anche svelare qualcosa di personale, che non ho ancora raccontato a nessuno. Lo stesso venerdì 18 agosto, appena letti sulle rassegne questi ritagli di stampa, ho avvertito odore di bruciato e sono andato a cercare il curriculum vitae del generale Vannacci. Ineccepibile, anzi, straordinario: racconta la storia di un soldato generoso, valoroso e lineare nel comportamento. Due nomi, una garanzia: Folgore e 9° Col Moschin… Mi sono lasciato prendere da un impulso immediato, ho preso carta e penna (anzi, schermo e tastiera) e ho scritto quanto segue all’Istituto geografico di Firenze. Era il primo pomeriggio, e non circolava ancora la notizia del probabile avvicendamento al Comando.

“Caro generale Vannacci, anche se non ci siamo conosciuti nel corso degli anni di servizio, mi permetta di esprimerle tutta la mia ammirazione per la sua figura di uomo e di soldato. Al di là delle penose polemiche che hanno accompagnato l’uscita di ‘Il mondo al contrario’ (il coraggio di dire la verità – o di ammetterla – evidentemente non è molto diffuso). Le voglio assicurare che siamo ancora in tanti, direi un’ampia maggioranza, a credere in quei valori che oggi da poche chiassose minoranze vengono rifiutati e derisi. Condivido parola per parola, riga per riga, ciò che lei ha detto e scritto. Farò del mio meglio per darne la massima diffusione. È da questa parte, non da altre, che verranno la salvezza e l’affermazione della nostra cara Italia. Una stretta di mano stretta e forte, da soldato a soldato”.

A dire la verità, quando mi è arrivata la proposta di Formiche.net non avevo ancora letto il libro riga per riga, ma solo stralci e una copia elettronica. Solo ieri mattina mi sono arrivate due copie cartacee, che, come promesso, farò circolare a iniziare da figli e nipoti.

Ieri mattina, poi, mi è venuto un dubbio atroce: si è parlato di autorizzazione e di sanzioni. Io ho lasciato il servizio attivo 23 anni fa, non è che nel frattempo è cambiato qualcosa? Ho voluto verificare. Il nuovo codice dell’Ordinamento della Difesa in effetti è datato 2010 e comprende ben 2272 articoli. La “Libertà di manifestazione del pensiero” per i militari è contemplata dall’articolo 1472, in vigore dal 27 marzo 2012, che così recita:

1. I militari possono liberamente pubblicare i loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio, per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione.
2. Essi possono, inoltre, trattenere presso di sé, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica.
3. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda politica.

Ebbene, nel libro del generale Vannacci non c’è traccia di argomenti riservati di interesse militare o di propaganda politica. Ma allora, dove sta il problema? Se si tratta di esigenze di “politicamente corretto” nell’esprimere le proprie idee, questo lasciamolo ad altri. A noi militari interessano solo verità e correttezza nella comunicazione. Qualità che in questo libro certo non mancano.


formiche.net/2023/08/il-punto-…



Details


Type: HttpException
Code: 0
Message: cURL error Could not resolve host: t.me: 6 (curl.haxx.se/libcurl/c/libcurl…) for https://t.me/s/Miur_Social
File: lib/contents.php
Line: 308

Trace

#0 index.php(7): RssBridge->main()
#1 lib/RssBridge.php(17): RssBridge->run()
#2 lib/RssBridge.php(100): DisplayAction->execute()
#3 actions/DisplayAction.php(128): TelegramBridge->collectData()
#4 bridges/TelegramBridge.php(39): getSimpleHTMLDOM()
#5 lib/contents.php(368): getContents()
#6 lib/contents.php(144): _http_request()
#7 lib/contents.php(308)

Context


Query: action=display&bridge=Telegram&username=Miur_Social&format=Atom
Version: dev.2023-07-11
OS: Linux
PHP: 8.1.22

Go back[https://rss.trom.tf/url]
[url=https://github.com/RSS-Bridge/rss-bridge/issues?q=is%3Aissue+is%3Aopen+Telegram+Bridge]Find similar bugs
Create GitHub Issue
VerifiedJoseph



Un anno fa l’omicidio di Mahsa Amini, ma nessuno si occupa più della rivolta delle donne in Iran


A ormai quasi un anno dalla morte a Teheran di Mahsa Amini, e dopo quasi un anno di cronache sul movimento di protesta che quel decesso in stato di custodia da parte della polizia morale ha generato, viene da chiedersi quanto l’opinione pubblica italiana

A ormai quasi un anno dalla morte a Teheran di Mahsa Amini, e dopo quasi un anno di cronache sul movimento di protesta che quel decesso in stato di custodia da parte della polizia morale ha generato, viene da chiedersi quanto l’opinione pubblica italiana abbia potuto realmente approfondire la propria conoscenza del presente dell’Iran, come anche della frastagliata natura dell’opposizione iraniana all’estero. Quante opportunità abbia cioè avuto tramite i resoconti dei media – resoconti in realtà intermittenti negli ultimi mesi, rispetto al periodo tra settembre e febbraio – di andare oltre il sistema binario della narrativa militante (il “regime” che reprime e la “rivoluzione” del movimento Donna Vita Libertà), per comprendere il sistema politico e sociale iraniano nelle sue tante stratificazioni e dinamiche interne. Termini con i quali qui si intendono i diversi gradi di opposizione e di consenso dentro al Paese verso l’ordinamento della Repubblica Islamica e dei gruppi oligarchici – religiosi, politici, economici e militari – che la governano.

Perché, più che dai desideri rivoluzionari della diaspora, proprio da questi diversi gradi di opposizione e di consenso, e dai loro slittamenti presenti e futuri, dipendono in ultima analisi gli esiti delle potenti istanze di cambiamento che il movimento delle donne e dei giovani – espressione a loro volta di più ampi gruppi sociali, più o meno attivi sulla scena pubblica – ha espresso e alimentato in questi mesi.

Chi scrive pensa che questo anno quasi compiuto di eventi e cronache iraniani sia anche stata un’occasione persa per conoscere più in profondità il Paese. Complici i meccanismi con cui l’informazione su questi eventi giungeva fino a noi, il semi-monopolio della gestione delle fonti da parte di alcuni media e gruppi più organizzati dell’opposizione all’estero (prevalentemente in lingua inglese e basati tra Usa e Gran Bretagna) e infine di una certa, colpevole superficialità di certo giornalismo italiano. Che spesso aderiva acriticamente a quelle stesse visioni militanti – la negazione stessa di un’informazione indipendente, cui non si chiede di schierarsi ma di dare una rappresentazione il più “terza” possibile delle forze in campo -, rinunciando a ulteriori approfondimenti. E rinunciando perfino a indagare la reale appartenenza dei proprio interlocutori, visto che l’opposizione all’estero è divisa tra diverse anime e gruppi, talvolta in acerrima contrapposizione fra loro.

Le diverse voci della diaspora, e il nodo della loro rappresentatività

Questi ultimi mesi, per esempio, hanno registrato la mancata creazione di un’ampia piattaforma politica unitaria da parte della Alleanza per la Democrazia e la libertà in Iran, cui partecipavano figure riconosciute e influenti come la giornalista Masih Alinejad, lo scrittore irano-canadese Hamed Esmaeilion (rappresentante dei familiari delle vittime dell’aereo civile abbattuto per colpevole errore dalla contraerea dei Pasdaran nel gennaio 2020), la premio Nobel Shirin Ebadi e il figlio dell’ultimo scià, Reza Pahlavi, dal 1979 residente negli Usa. Il venir meno di questo tentativo, nonostante il varo della cosiddetta “Carta di Mahsa” alla Georgetown University il 9 marzo scorso, è coinciso da una parte con un autonomo affermarsi del movimento monarchico guidato da Reza Pahlavi (che sulla rete conta quasi mezzo milione di adesioni a una petizione in suo sostegno), dall’altra con un ulteriore intensificarsi dell’azione politica del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana: organizzazione che si autodefinisce come una coalizione di forze democratiche fondate a Teheran nel 1981 e la cui presidente Maryam Rajavi è la leader dei Mojahedin del Popolo, riconosciuti anche nelle sigle Mek, Pmoi e Mko.

Chi scrive non è in grado di quantificare il radicamento effettivo di quest’ultima organizzazione in Iran e nella diaspora, e c’è da chiedersi chi davvero lo sia, vista in particolare la clandestinità con cui opera in Iran. Ma è certo dovere di chiunque ne parli ricordare che, oltre a essere l’organizzazione più strutturata dell’opposizione, si tratta di una realtà molto controversa tra gli iraniani: e questo in particolare per il fatto di avere combattuto a fianco di Saddam Hussein nel lungo conflitto tra Iran e Iraq degli anni Ottanta. Fra i tanti altri fatti che definiscono il Mek vi è quello che migliaia di suoi militanti furono vittima delle esecuzioni arbitrarie e di massa di prigionieri politici disposte dai cosiddetti “comitati della morte” nel 1988, per ordine dell’Ayatollah Khomeini – e alla quale partecipò anche l’attuale presidente Ibrahim Raisi, allora giovane magistrato. Che la Repubblica Islamica considera il gruppo un’organizzazione terroristica, responsabile di numerosi attentati negli anni post-rivoluzione e accusata da Teheran di aver ucciso a sua volta migliaia di iraniani. Che anche la Ue e gli Usa li avevano inseriti nelle proprie liste delle organizzazioni terroristiche rispettivamente fino a 2009 e al 2012; che ad oggi il Consiglio nazionale della resistenza iraniana ha il supporto di esponenti conservatori Usa come Mike Pence e John Bolton, e una grande capacità di influenza nei parlamenti europei, Italia compresa.

La visita di Maryam Rajavi nel luglio scorso a Roma – su iniziativa del presidente della Commissione per le politica dell’Unione Europea del Senato Giulio Terzi di Sant’Agata (FdI) e del segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini – è stata infatti accompagnata dall’adesione di 307 parlamentari italiani, anche dell’opposizione, al suo programma per un nuovo Iran post-Repubblica Islamica. Per quella visita, lo ricordiamo, il governo iraniano ha convocato il nostro ambasciatore a Teheran, Giuseppe Perrone. Ma che il Mek sia anche un elemento divisivo tra le forze dell’opposizione iraniana è riconosciuto dallo stesso Cangini, per il quale, come scriveva il 14 luglio, il conflitto interno alle opposizioni “in effetti, c’è. Ed è un conflitto violento. In molti non credono alla conversione democratica dei mujahidin della signora Rajavi, in molti ne ricordano il fanatismo e le violenze ai tempi di Khomeini e dopo. Ogni dubbio è legittimo”.

Ecco, dubitare è legittimo e dubitare si dovrebbe sempre. Soprattutto se si cerca un’informazione a tutto campo, che guardi alla complessità e non alle semplificazioni, che abbia fonti sempre verificate e dichiarate, a meno che non siano giustificatamente riservate. Sono i requisiti base di un buon giornalismo, che non sempre si riesce a realizzare ma verso il quale si dovrebbe sempre tendere. Ma che talvolta è mancato in quest’ultimo anno di cronache iraniane, accompagnate spesso da un clima pesante e conflittuale anche ai danni di alcuni esponenti dei media, accusati da certi simpatizzanti dell’opposizione (in particolare proprio del Mek, ma non solo) di non essere abbastanza “partigiani” come loro.

Fra meno di un mese sarà il primo anniversario della morte di Mahsa Amini. Le donne, i giovani, gli attivisti e i giornalisti iraniani continuano in varie forme la loro lotta per la libertà e i diritti di tutti. Speriamo che anche le nostre cronache, e gli atteggiamenti della diaspora in Italia, siano sempre all’altezza di questi stessi valori.

Luciana Borsatti su Il Foglio

L'articolo Un anno fa l’omicidio di Mahsa Amini, ma nessuno si occupa più della rivolta delle donne in Iran proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



BRICS, il vertice più atteso al via in Sudafrica: obiettivo cambiare gli equilibri globali | L'Indipendente

«Prenderà il via domani a Johannesburg, in Sudafrica, fino al 24 agosto il quindicesimo vertice dei BRICS, attesissimo in quanto considerato uno dei più importanti dalla fondazione del gruppo che si è dato come obiettivo principale quello di porre la basi per instaurare un nuovo ordine internazionale multipolare più equo di quello “unipolare” attuale, in grado di contrastare e sfidare l’egemonia occidentale.»

lindipendente.online/2023/08/2…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

🔸 Educazione motoria, bandito il concorso per l’assunzione di 1.



Il Massacro di Nanchino: Un Capitolo Oscuro della Storia


Introduzione La Cina e il Giappone, due nazioni dell’Estremo Oriente, sono state plasmate nel corso dei secoli da influenze culturali, dinamiche sociali e avvenimenti politici molto diversi. Tuttavia, nel corso della storia, il destino diContinue reading

The post Il Massacro di Nanchino: Un Capitolo Oscuro della Storia appeared first on Zhistorica.



L'impressionante espansione della mafia in Veneto svelata dalle carte dei giudici | L'Indipendente

«Indicibili intrecci tra imprenditoria e criminalità organizzata, crescita esponenziale dell’economia sommersa, ma anche intimidazioni mafiose ai danni di giornalisti e sindacalisti a colpi di arma da fuoco, in cui ad agire da burattinai sono uomini d’affari in giacca e cravatta: c’è tutto questo nella nuova maxi-inchiesta contro la ‘ndrangheta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, che ha puntato la sua lente di ingrandimento sul pericoloso binomio tra mafia e colletti bianchi in un’area dello stivale che, almeno a detta delle autorità, negli ultimi decenni sembrava essersi difesa piuttosto bene dall’opera di “colonizzazione” messa a punto dal crimine organizzato nel Nord Italia.»

lindipendente.online/2023/08/1…





Veloce, stealth e green. Ecco il nuovo aereo da trasporto per l’Usaf


Un nuovo aereo da trasporto per la Forza aerea statunitense più veloce e, soprattutto, più green. È questo il cuore del progetto che la US Air force ha affidato a JetZero, una start up innovativa specializzata in aerei più efficienti in termini di carbura

Un nuovo aereo da trasporto per la Forza aerea statunitense più veloce e, soprattutto, più green. È questo il cuore del progetto che la US Air force ha affidato a JetZero, una start up innovativa specializzata in aerei più efficienti in termini di carburante, in partnership con Northrop Grumman, per la realizzazione di un prototipo di velivolo per la flotta da trasporto strategico della forza armata a stelle e strisce. È previsto che il primo prototipo prenderà il volo nel 2027, e se i test avranno esito positivo, il nuovo aereo potrebbe rimpiazzare gli attuali C-5 e C-17 da trasporto e l’aerocisterna KC-46.

Il Z-5, questo il nome dato al nuovo aereo, vedrà lo sviluppo di un nuovo tipo di fusoliera, più sottile, che integrerà tra loro il corpo del velivolo con le ali, un design che ricorda maggiormente il bombardiere stealth B-2 Spirit rispetto ai più classici aerei da trasporto come i Boeing 747. Il nuovo design, in pratica, appiattisce la fusoliera facendo assomigliare l’aereo a un grosso triangolo, una forma più aerodinamica che permetterà al velivolo di essere più efficiente nel proprio consumo di carburante e meno visibile ai radar. La struttura più leggera, inoltre, sarà il 50% più efficiente rispetto ai modelli tradizionali, permettendo al Z-5 di volare al doppio del raggio degli attuali sistemi in servizio. Un obiettivo che, se raggiunto, permetterebbe all’Aeronautica statunitense di ridurre sostanzialmente una delle sue maggiori voci di spesa: quella per il carburante. L’Usaf, infatti, consuma ogni anno miliardi di galloni di carburante. Inoltre, il nuovo modello permetterebbe anche di ridurre l’impronta ambientale della forza armata.

Il progetto fa parte di una iniziativa guidata dall’Unità per l’innovazione della Difesa del Pentagono, e riceverà un finanziamento di quaranta milioni di dollari da parte del governo nell’anno fiscale 2023, mentre le Forze armate metteranno sul progetto ulteriori 235 milioni fino al 2026, oltre alla possibilità di aprire anche a investitori privati. Se il prototipo dovesse diventare un programma dell’Usaf a tutti gli effetti, la Forza armata sarebbe pronta a costruire simultaneamente alla produzione dei velivoli la supply chain e le altre necessità logistiche che permettano una transizione il più rapida possibile del nuovo velivolo nella linea operativa. Naturalmente, per l’Usaf il programma non sarà l’unica soluzione per la prossima generazione di programmi per il trasporto strategico e il rifornimento in volo, ma il progetto è strutturato per aprire nuove prospettive sull’efficienza energetica dei velivoli che gli aerei Usa del prossimo futuro dovranno necessariamente possedere.

Lo studio di questo nuovo sistema risponde inoltre alla necessità della Difesa statunitense di mantenersi sempre in vantaggio rispetto alla corsa tecnologica cinese, mettendosi nelle condizioni di essere in grado di manovrare in vantaggio rispetto alle forze di Pechino in caso di conflitto. Il focus del Pentagono nella regione dell’Indo-Pacifico, infatti, richiede il possesso di sistemi in grado di viaggiare più a lungo, più lontano e più veloce, mantenendo al contempo i consumi i più contenuti possibile. I cargo e i tanker dovranno volare sempre più spesso e in cieli sempre più contesi, ed è per questo che la Difesa e l’industria sono chiamate a reimmaginare i velivoli strategici. L’efficienza dei consumi permette di effettuare più voli, la maggiore velocità di raggiungere prima le proprie destinazioni, e la maggiore flessibilità risultante potrà darà un vantaggio significativo alle forze combattenti nei campi di battaglia del futuro.

Foto: Usaf


formiche.net/2023/08/veloce-st…



23 anni di trasferimenti illegali di dati a causa di DPA inattive e nuovi accordi UE-USA Una nuova analisi del Noyb mostra come la combinazione di DPA inattive e di un nuovo accordo della Commissione europea abbia portato a 23 anni di violazioni della privacy 3 years of 101 complaints


noyb.eu/it/23-years-illegal-da…



Cultura e impegno sociale chiudono l’estate della Pigna. Torna Scambi Festival: laboratori e spettacoli dal 24 al 27 agosto nel centro storico

@Etica Digitale (Feddit)

Tra gli eventi di #ScambiFestival segnaliamo il laboratorio “Direzione FediVerso!” in collaborazione con il collettivo @Etica Digitale e #Slimp (Software Libero #Imperia): saranno lanciate spedizioni di mappatura del quartiere su #OpenStreetMap e alla scoperta del #Fediverso, l’universo dei social network alternativi.

cc @Tommi @Scambi Festival

Qui l'articolo completo

v01 doesn't like this.



Se paghi salti la fila al pronto soccorso: la sanità neoliberista arriva a Bergamo | L'Indipendente

"Quello dei pronto soccorsi a pagamento rappresenta uno dei risultati più evidenti del processo di smantellamento del Sistema sanitario nazionale e si può considerare l’anticipazione della sanità del futuro nel suo complesso se non ci sarà un’inversione di tendenza in quest’ambito. Si tratta della vittoria del neoliberismo e del business sullo stato sociale e sulla cura e i servizi ai cittadini."

lindipendente.online/2023/08/1…



Weekly Chronacles #41


Eyeballs, travel IDs and humanoid robots

Scroll down for the english version

A me gli occhi


Worldcoin, il progetto lanciato da Sam Atman (quello di ChatGPT) a fine luglio, condividerà la sua tecnologia anche alle aziende.

La palla iper-tecnologica1 per scansionare l’iride delle persone e creare un’identità univoca potrà quindi essere usata in futuro dalle aziende (e anche agenzie governative, immagino) per verificare l’identità delle persone, indossolubilmente legata alla scansione biometrica dei loro occhi.

Dall’inizio dei test più di 2 milioni di persone si sono iscritte volontariamente al programma. Lo stesso Sam Atman su X postava una media di circa 1 persona ogni 8 secondi, con file estenuanti anche ben fuori dai locali.

231908

Ebbene sì, viviamo in un mondo in cui le persone fanno la fila per farsi schedare da una palla robotica e ricevere in cambio un token. Nel frattempo, il governo del Kenya ha deciso di vietare Worldcoin all’interno del paese, e alcune autorità europee hanno iniziato delle indagini in merito alla protezione dei dati delle persone.

Supporta Privacy Chronicles iscrivendoti alla newsletter!

Documenti, per favore


Un documento interno del governo canadese2 mostra alcuni dettagli su un progetto chiamato Known Traveller Digital Identity (KTDI) iniziato come test pilota nel 2018 insieme al World Economic Forum, oltre al governo olandese e la Royal Dutch Airlines. Pare che nel 2021 siano stati stanziati più di 100 milioni per realizzare questo schema d’identità digitale che dovrebbe sostituire la fase di controllo dei documenti cartacei negli aereoporti.

Non c’è dubbio che progetti di questo tipo saranno sempre più frequenti. Già in Italia abbiamo aereoporti che volontariamente hanno integrato sistemi di fast-track attraverso la scansione biometrica del viso delle persone. Eppure non c’è molto da festeggiare per questo rinnovato comfort: l’esperienza del green pass insegna che uno strumento del genere può facilmente trasformarsi in un mezzo per autorizzare o negare gli spostamenti di alcune persone (hai pagato tutte le tasse prima di uscire dal paese?).

Un robot per evitare il Boomercausto®


Una start-up cinese, Fourier Intelligence, ha iniziato a fare quello che tutti ci aspettavamo: costruire robot umanoidi con un “cervello” simile a chatGPT. Si chiama GR-1 e sarà il primo robot umanoide costruito su scala industriale, dicono.

La missione di questo robot umanoide sarà, a quanto pare, evitare il Boomercausto®3. Si stima infatti che in Cina entro il 2035 gli over 60 passeranno da 280 milioni a più di 400. Sarà molto difficile sopperire alla domanda di cure mediche e assistenza, data la contemporanea diminuzione di giovani in età lavorativa, e così dovremo rivolgerci ai robot.

Considerando che ChatGPT supera facilmente i test di medicina e che ci sono già casi in cui le sue diagnosi sono migliori e più accurate di medici umani, potrebbe effettivamente essere una misura interessante avere un robot-maggiordomo che si prenda cura del nonno. Ma chi potrà permetterselo e quali saranno le ripercussioni psicologiche di delegare la cura e l’assistenza degli umani a una scatoletta di alluminio? Il rischio è che i nuclei familiari, già annientati da quasi un secolo di neo-marxismo, ne risentano ancora di più.

Weekly memes


Weekly quote

“All human beings have three lives: public, private, and secret.”
Gabriel García Márquez

Support Privacy Chronicles!


One way to support Privacy Chronicles is to share this article with your friends and acquaintances and leave a like or a comment! Another way is to subscribe (with Bitcoin as well) for the equivalent of a monthly breakfast.

Or, you can make a voluntary donation in sats by scanning this QR Code:

8802479
Scan the QR Code or click here!

English version

Your eyes, please


Worldcoin, the project launched by Sam Altman (the creator of ChatGPT), at the end of July, will provide access to its technology for businesses as well.

The hyper-technological ball for scanning people's irises and creating a unique identity could, therefore, be used in the future by companies (and likely government agencies as well) to verify people's identities, inextricably linked to the biometric scanning of their eyes.

Since the beginning of the tests, more than 2 million people have voluntarily enrolled in the program. Sam Altman himself on X was reportedly adding an average of about 1 person every 8 seconds, with lines forming even well outside the premises.

231908

Indeed, we live in a world where people stand in line to be registered by a robotic ball and receive a token in return. Meanwhile, the government of Kenya has decided to ban Worldcoin within the country, and some European authorities have initiated investigations regarding the protection of people's data.

Papers, please


An internal document of the Canadian government reveals some details about a project called Known Traveller Digital Identity (KTDI), which began as a pilot test in 2018 in collaboration with the World Economic Forum and theDutch government and the Royal Dutch Airlines. It appears that over 100 million dollars were allocated in 2021 to realize this digital identity scheme, intended to replace the paper document verification process at airports.

There is no doubt that projects of this nature will become increasingly common. In Italy, for instance, there are airports that have voluntarily integrated fast-track systems through biometric facial scanning of individuals.

However, there isn't much to celebrate for such a comfort: the experience of the green pass teaches us that a digital ID can quickly turn into a tool for approving or denying transportation access to certain people (have you paid all your taxes before leaving the country?).

Support Privacy Chronicles by subscribing!

A robot to save Boomers


A Chinese startup, Fourier Intelligence, has begun doing what many expected: building humanoid robots with a "brain" similar to chatGPT. It's called GR-1, and they claim it will be the first humanoid robot built on an industrial scale.

The mission of this humanoid robot, apparently, is to address the "Boomercaust." It's estimated that in China by 2035, the population of individuals over 60 years old will increase from 280 million to over 400 million. Meeting the demand for medical care and assistance will be challenging due to the concurrent decrease in the young working-age population, hence the need to turn to robots.

Considering that ChatGPT easily passes medical tests and there are already cases where its diagnoses are better and more accurate than those of human doctors, having a robot butler that takes care of the elderly could indeed be an interesting measure. But who will be able to afford it, and what will be the psychological repercussions of delegating human companionship to an aluminum box? The risk is that families, already affected by nearly a century of neo-Marxism, might suffer even more.

1

2

leslynlewismp.ca/wp-content/up…

3

The GR-1 presentation video


privacychronicles.it/p/weekly-…



Etiopia, le conseguenze della guerra rischiano di smembrare il popolo del Tigray


Le conseguenze della guerra di 2 anni iniziata in Tigray, stato regionale settentrionale dell’ Etiopia, ha prodotto degli strascichi e delle conseguenze atroci e disumane. La società è arretrata di decenni e rischia di smebrarsi. Alcune delle statistiche

Le conseguenze della guerra di 2 anni iniziata in Tigray, stato regionale settentrionale dell’ Etiopia, ha prodotto degli strascichi e delle conseguenze atroci e disumane. La società è arretrata di decenni e rischia di smebrarsi.

Alcune delle statistiche menzionate in questo sondaggio del confronto pubblico condiviso per mezzo video da TPM – Tigray Public Media.

  1. 81% dei giovani intervistati è disoccupato/senza lavoro
    31% vuole essere imprenditore
    29% vuole essere impiegato
    40% vuole migrare
  2. il 40% che vuole migrare è composto da:
    67% maschio 33% femmine
    59% vivono in zone urbane 41% in contesto rurale
    37% appartiene alla fascia di età 15-24 ed il 63% appartiene alla fascia di età 25-54
  3. 78% dei giovani intervistati non vuole continuare gli studi (soprattutto quelli sopra 8° anno)
  4. 74% dei giovani intervistati non aspira a prendere parte agli aspetti sociali
  5. 66% dei giovani intervistati non mostra alcun interesse a migliorare la propria forma fisica e mentale
  6. 86% degli intervistati non desidera sposarsi: disperazione ed emarginazione economica

youtube.com/embed/V1OVP6UFxaQ?…


tommasin.org/blog/2023-08-16/e…



Etiopia, l’Eritrea fa muro alle richieste britanniche sul ritiro dei soldati dal Tigray


Il ministro dell’informazione dell’Eritrea ha detto venerdì che il suo governo aveva convocato un diplomatico britannico per protestare contro le osservazioni dell’ambasciatore britannico in Etiopia che esortava Asmara a ritirarsi dalla regione etiope del

Il ministro dell’informazione dell’Eritrea ha detto venerdì che il suo governo aveva convocato un diplomatico britannico per protestare contro le osservazioni dell’ambasciatore britannico in Etiopia che esortava Asmara a ritirarsi dalla regione etiope del Tigray.

Le truppe eritree hanno sostenuto le forze etiopi durante la guerra di due anni del governo federale contro il Tigray People’s Liberation Front (TPLF) e sono state accusate dagli Stati Uniti e dai gruppi per i diritti di alcune delle peggiori atrocità del conflitto.

La guerra si è conclusa con un accordo di pace (CoHA accordo di cessazione ostilità) firmato nel novembre dello scorso anno che prevedeva il ritiro delle forze straniere, ma Asmara non era parte dell’accordo e le sue truppe continuano a essere presenti nelle zone confinanti con il Tigray.

L’inviato britannico in Etiopia Darren Welch mercoledì 9 agosto, in un’intervista pubblicata online, ha detto all’emittente Tigrai TV che il governo del Regno Unito ha sostenuto “le richieste verso forze eritree di ritirarsi completamente ai propri confini”.

youtube.com/embed/lUxZ2MjlV_I?…

L’ambasciatore del Regno Unito ha anche promesso finanziamenti per promuovere le attività di indagini sulle responsabilità per le violazioni dei diritti umani in Tigray.

youtube.com/embed/bRgP4ZLVGYM?…

Giovedì 11 agosto 2023 il ministero degli Esteri dell’Eritrea ha convocato l’incaricato d’affari britannico ad Asmara “per trasmettere un messaggio forte a Whitehall sulle osservazioni ingiustificate dell’ambasciatore britannico in Etiopia… apparentemente a sostegno delle affermazioni irredentiste del TPLF”, ha dichiarato il ministro dell’Informazione Yemane Gebremeskel su X, precedentemente Twitter.
Eritrea, convoca diplomatico britannico dopo dichiarazioni ambasciatore UK sul ritiro delle truppe eritree ddall' Etiopia.Eritrea, convoca diplomatico britannico dopo dichiarazioni ambasciatore UK sul ritiro delle truppe eritree ddall’ Etiopia.
Da diverse fonti è giunta la notizia che i soldati eritrei hanno continuato ad accedere al Tigray via Humera in questi giorni di agosto, specialmente domenica 13 agosto che è stato giudicato come il maggior afflusso (stime 100/200 soldati).

Da Arab News si legge che:

“L’Eritrea si è staccata dall’Etiopia nel 1993 e ha combattuto una guerra di confine di due anni con il suo vicino – allora governato dal TPLF – che ha avvelenato le relazioni fino a un accordo di pace nel 2018, dopo che il primo ministro Abiy Ahmed è salito al potere ad Addis Abeba.

Soprannominata la “Corea del Nord” dell’Africa, l’Eritrea è stata sanzionata dagli Stati Uniti nel 2021 dopo aver inviato truppe nel Tigray.

Le sue forze sono state accusate di omicidio, stupro e saccheggio, secondo i residenti che affermano che i soldati eritrei sono ancora nel Tigray, più di nove mesi dopo la fine della guerra.

Durante una rara conferenza stampa in Kenya all’inizio di quest’anno, il presidente eritreo Isaias Afwerki ha respinto le accuse di violazioni dei diritti da parte delle truppe eritree nel Tigray come “fantasie”.

Human Rights Watch a febbraio ha chiesto nuove sanzioni contro l’Eritrea, accusandola di aver radunato migliaia di persone, compresi i minori, per il servizio militare obbligatorio, durante la guerra del Tigray.

Il paese si trova in fondo alla classifica mondiale per la libertà di stampa, così come per i diritti umani, le libertà civili e lo sviluppo economico.”


tommasin.org/blog/2023-08-16/e…



Buon Ferragosto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito!

📚 Anche quest’anno vogliamo farvi compagnia parlando di libri: quali state leggendo? E quali sono stati i vostri preferiti durante questo anno scolastico?

Seguiteci sui nostri profili soci…



The evolution of the Chinese Social Scoring


The new Chinese law on social scoring promises to strengthen and graft the system into every economic and social sphere. Is it an open window on our future?

I have often had the opportunity to talk about social credit. Between more or less developed systems and local experiments, examples are certainly not lacking. China has always been a benchmark, even if the system today is still far from how most people imagine it.

There are some pilot trials and some local systems, but other than that, not much. However, this does not mean that the government is not interested in carrying out the project. Indeed, it seems that they want to give a big boost to its development.

Want to understand what's wrong with the world and regain control of your life? Join the Privacy Chronicles newsletter and community and support our work!

Support Privacy Chronicles by subscribing!

From covid passes to social credit


It’s quite known that the Chinese government is willing to do anything to maintain social order. This is demonstrated by the extensive use of covid passes in recent months, while the western countries seems to have abandoned them. The covid pass, as mentioned several times also on these pages, is nothing more than a crude and limited social credit system passed off as something else: green, you're among the good ones; red — grounded.

The Chinese government makes no secret of it: in recent months they have had no problem using the covid pass to dampen uncomfortable protests in the bud, changing the status of the protesters' pass from green to red. I remind you that a covid red pass in China is equivalent to forced incarceration in "quarantine camps" where you know when you enter, but you don't know when you’ll be able to leave.

231909

But why limit yourself to the covid pass, when you could create a much more pervasive system, completely integrated in every social and economic area?

The evolution of the social credit system


This is where the new bill called “Social Credit System Construction Law of the People's Republic of China” comes into play.

Read more



Tigray, Appello urgente dalla gente di Irob: stiamo morendo di fame – Etiopia


CHIAMATA URGENTE ALL’AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA 27 aprile 2023 È un appello urgente per una soluzione e la distruzione della popolazione di Irob ha sollevato una questione molto preoccupante. Sono passati circa sei mesi da quando il Tigray ha firmato un

8762990CHIAMATA URGENTE ALL’AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA


27 aprile 2023

È un appello urgente per una soluzione e la distruzione della popolazione di Irob ha sollevato una questione molto preoccupante.

Sono passati circa sei mesi da quando il Tigray ha firmato un accordo di cessate il fuoco con il governo federale dell’Etiopia. Una delle questioni principali incluse nell’accordo è che le forze d’invasione al di fuori delle forze di difesa etiopi dovevano lasciare il Tigray contemporaneamente al disarmo delle forze di difesa del Tigray. Mentre le forze del Tigray si disarmavano secondo l’accordo, le forze d’invasione dell’Eritrea e dell’Amhara controllavano con la forza molti stati del Tigray e continuavano a massacrare, rapire; Continuano a sfollare e impediscono agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione. Irob è uno dei distretti del Tigray che è occupato dalle forze d’invasione.

La maggior parte delle stazioni del distretto sono state distrutte dalle forze d’invasione eritree per più di due anni e mezzo. Anche le persone nelle stazioni liberate dalle forze d’invasione muoiono di fame e mancanza di medicine anche dopo l’accordo di pace, poiché le forze d’invasione hanno bloccato le strade e impedito il passaggio degli aiuti umanitari. Con la popolazione di Irob in numero ridotto; Riteniamo che sia evidente a tutti che si trova in una fase di estinzione in cui non può continuare a preservare la propria identità poiché è vittima di ripetuti attacchi da parte delle forze d’invasione eritrea e necessita di una soluzione urgente. Il governo del Tigray durante la guerra del genocidio ha chiesto un’attenzione speciale al prolungato genocidio del popolo Irob e del popolo Kunama allo stesso stadio di estinzione. Dopo l’accordo di cessate il fuoco, la forza del Tigray ha negoziato con il governo federale per conto del Tigray; Abbiamo chiesto un’amministrazione ad interim.

Nel frattempo, il 14/08/2015, il Vicepresidente dell’Amministrazione ad interim del Tigray e Capo del Cluster Democratizzazione e disuguaglianza, l’On. Alla domanda di un giornalista sul mancato ritiro delle forze d’invasione eritree e sullo sterminio del popolo Irob e Kunama in particolare, il generale Tsadkan ha affermato di essere consapevole della distruzione e delle atrocità commesse dalle forze d’invasione eritree contro questi popoli. Una delle cose che ha reso difficile la soluzione del problema è che l’insediamento di entrambi i popoli è in Tigray ed Eritrea. e l’amministrazione provvisoria del Tigray.

È difficile credere che l’amministrazione ad interim del Tigray e Sua Eccellenza il Generale Tsadkan possano perdere l’identità, l’origine e la storia del popolo di Irob e della terra di Irob. Il popolo Irob è un gruppo etnico che si trova solo nel Tigray e nel Tigray. Non esiste un gruppo etnico o una comunità Irob in Eritrea. Il popolo di Irob per origine è un popolo la cui storia e contributi sono il centro del Tigray e dell’identità del Tigray, non il confine. La presenza dell’etnia Kunama in entrambi i luoghi non può essere una ragione per l’impossibilità di proteggere dall’estinzione i Kunama del Tigray. L’unico modo per salvare dalle forze d’invasione dell’Eritrea e dell’Amhara occupanti gli interi territori costituzionali del Tigray è garantire l’integrità territoriale del Tigray pre invasione.

In risposta a una domanda di un giornalista, il generale Tsadkan ha affermato di non ricevere una risposta chiara dalle autorità competenti (governo federale) su come e quando le forze d’invasione potranno lasciare il Tigray. È molto preoccupante visto il continuo e pericoloso sterminio del popolo Irob. Soprattutto nelle postazioni di Irob dove sta occupando l’esercito invasore eritreo; Abbiamo ricevuto informazioni insidiose secondo cui sta cercando di costringere le persone a cambiare identità dicendo che non se ne andranno perché sono determinate dall’Accordo di Algeri e dalla Commissione per le frontiere.

Tuttavia, questo accordo e questa decisione non si basano solo sull’accordo di Algeri che è stato presto sciolto dall’Eritrea. Non ha basi legali e amministrative ed è al di fuori della volontà del popolo e viola il diritto all’autodeterminazione del popolo di Irob. Inoltre, la decisione della Border Commission che viola le leggi internazionali delle Nazioni Unite in materia di minoranze e popolazioni indigene è del tutto inaccettabile e se attuata con la forza non solo distruggerà completamente l’esistenza del popolo Irob ma causerà anche una rottura della pace duratura tra Tigray/Etiopia ed Eritrea. Il popolo di Irob in particolare e il popolo del Tigray in generale, non accetta affatto questa decisione e l’amministrazione ad interim del Tigray non dovrebbe assolutamente negoziare su questo tema.

Chiediamo all’onorevole generale Tsadkan e ad altri funzionari dell’amministrazione ad interim del Tigray di discutere questi problemi e altri problemi attuali con la diaspora della comunità Irob e gli anziani e i rappresentanti del popolo nel Tigray. La popolazione di Irob protesta da più di 20 anni contro l’accordo di Algeri e la decisione della commissione per le frontiere. La richiesta del luogo in cui si trovavano più di 100 civili che sono stati rapiti dall’Eritrea per più di 20 anni non ha ricevuto risposta dal Tigray prebellico e dai governi federali. Pertanto, mentre esprimiamo la necessità del forum di dialogo, vorremmo esprimere la disponibilità e la volontà della società civile Irob Anina di facilitare il forum.

Parte del Tigray è sotto le forze d’invasione e in continua distruzione; Non c’è parte del Tigray che sarà pacifica!

Irob Anina Società Civile

Istituzioni e organizzazioni della diaspora del Tigray che sostengono questo invito:

Legacy Tigray
Tigray Action Committee
ALL of Tigray
Security and Justice for Tigrayans
Dekna Foundation
Health Professionals Network for Tigray
United Tegaru Canada
Tigray Disaster Relief Fund


FONTE: irobanina.org/press-releases/u…


tommasin.org/blog/2023-08-14/t…



Comunicazione di servizio


Salve Ora che sono in ferie inizierò a dare una struttura al profilo. impostando uno standard potrò poi scrivere con più tranquillità le mie considerazioni.

cordiali saluti



Un'azione di solito considerata come priva di rilevanza, in un attimo speciale può scoprirsi magica e impossibile da tenere per sé: tocca scrivere una recensione.


Una curiosità su #thunderbird sperimentata per caso:

Nelle cartelle NON sincronizzate per l'uso offline la ricerca nel corpo del testo "pesca" anche nel contenuto degli allegati, con esito pressoché immediato (plain text ma anche pdf, excel e penso altri formati office e opendocument).

Se marchi la cartella per la sincronizzazione, salvandone in locale il contenuto, la stessa ricerca guarda solo nel testo del messaggio e non gli allegati.

Non so se sia voluto e sia così per tutti, ma ho potuto replicare il comportamento su più sistemi Windows 10, 11, server 2012 e 2019. Versione tb: 102.14.0

Su Linux sono affezionato a Evolution e non ho controllato

reshared this




Ho appena realizzato una piccola presa di coscienza. È passato quasi un mese dall'ultima volta che ho postato su Twitter, in particolare da quando il nome è cambiato in X. C'è stato un momento in cui mi aggiornavo quotidianamente su ciò che stava accadendo su quella piattaforma, ma le cose sono cambiate.

Ad essere onesto, ho appena perso interesse. Quando si tratta di tecnologia, il Fediverse sembra superare Twitter in ogni modo. Offre tutto ciò che offre Twitter, ma meglio.

Inoltre, dal punto di vista dei contenuti, trovo che il Fediverso copra tutte le esigenze. Posso facilmente trovare tutte le notizie e le informazioni di cui ho bisogno proprio qui, senza dover andare su Twitter. In realtà è più conveniente in questo modo.

Il motivo principale per cui le persone sembrano usare Twitter è per agitarsi su una sorta di argomento controverso. Ma onestamente, non è la mia tazza di tè. Semplicemente non mi interessa essere coinvolto in tutte le polemiche fabbricate su Twitter.

Il Fediverso soddisfa tutte le mie esigenze di microblogging e lo fa eccezionalmente bene.



Just had a little realization recently. It's been almost a month since I last posted about Twitter, particularly since the name change to X. There was a point in time when I used to update daily about what was happening on that platform, but things have changed.

To be honest, I've just lost interest. When it comes to technology, the Fediverse seems to surpass Twitter in every way. It offers everything that Twitter offers, but better.

Moreover, from a content perspective, I find that the Fediverse covers all the bases. I can easily find all the news and information I need right here, without having to go to Twitter. It's actually more convenient this way.

The main reason people seem to use Twitter is to get worked up about some sort of controversial topic. But honestly, that's not my cup of tea. I'm just not interested in getting caught up in all the manufactured controversies on Twitter.

The Fediverse fulfills all my microblogging needs, and it does so exceptionally well.


reshared this



Blur The Ballad of Darren


I Blur sono sempre I Blur anche in questo disco meraviglioso The Ballad of Darren da comprare ascoltare, girando il giradischi e velocità inusitate.

iyezine.com/blur-the-ballad-of…

@Musica Agorà

Musica Agorà reshared this.