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Il caso Ustica tra politica, giustizia e verità. L’opinione del gen. Tricarico


Nel calvario di Enzo Tortora i magistrati che ne chiesero la condanna si chiamavano Lucio Di Pietro e Felice Di Persia, nella tragedia di Ustica Rosario Priore. Nel caso di Tortora – lo ricordiamo tutti – l’impianto accusatorio si liquefece impietosamente

Nel calvario di Enzo Tortora i magistrati che ne chiesero la condanna si chiamavano Lucio Di Pietro e Felice Di Persia, nella tragedia di Ustica Rosario Priore.

Nel caso di Tortora – lo ricordiamo tutti – l’impianto accusatorio si liquefece impietosamente al primo serio vaglio, non resse al confronto in aula e dopo quattro anni di gogna Tortora fu assolto.

Nella vicenda giudiziaria di Ustica è successa la stessa cosa: le tesi precostituite di Priore vennero in evidenza come tali e, seppur più faticosamente, furono demolite in giudizio dopo 272 udienze e con l’escussione di circa 4mila testimoni. In una ineccepibile sentenza della Corte di Assise di Appello di Roma, poi confermata nel 2007 in Cassazione.
Mentre però Tortora, dopo essere stato gettato in pasto ai media e umiliato in manette a reti unificate, venne assolto con pari – semmai maggior evidenza – anche agli occhi dell’opinione pubblica, nel caso Ustica si continua ancora oggi, a distanza di 18 anni dalla sentenza assolutoria, a spacciare come buone le ipotesi infondate di Priore. E, continuando nel calzante parallelo, è come se ancora oggi venissero spacciate e prese per buone le accuse infamanti dei due camorristi Pasquale Barra e Giovanni Pandico.

Oggi in altre parole, in una pertinente trasposizione concettuale, chi afferma che quel DC9 fu abbattuto da un missile, continuerebbe a tenere Tortora in carcere fino all’estinzione della pena, indossando senza vergogna i panni degli irriducibili Barra e Pandico.

Ma allora, come mai due casi pienamente sovrapponibili nell’iter giudiziario hanno subito una sorte così divaricata nel sentire comune? Assolti dalla legge, assolti anche dal cittadino nel caso Tortora, lapidati senza sosta e motivo nella vicenda di Ustica.

La risposta è semplice. La differenza la ha fatta la politica, quella con la “p” minuscola, quella collocata in un ben definito perimetro, in un campo veramente largo, accompagnata passo passo da una stampa asservita a più padroni: alla parte politica di riferimento, ad interessi personali, all’accattonaggio delle copie da vendere. E a distanza di anni, se si dovesse individuare un portabandiera di questo vero e proprio disfacimento del sistema, non vi è dubbio che Giuliano Amato svetterebbe senza rivali.

Un personaggio a cui lo Stato non ha lesinato alcunché, gratificandolo con incarichi prestigiosi e ricambiato da comportamenti incomprensibili, di cui si fa fatica a capire la vera ragione.
Possibile che un giurista, presidente emerito della Corte costituzionale, si getti senza paracadute nella mischia mediatica senza aver letto le carte del processo e in particolare la sentenza penale, confermata in Cassazione? O peggio ancora, se la sentenza l’avesse letta o ne conoscesse i contenuti, perché divulgare tante falsità, tutte – veramente tutte – confutate nelle lunghe e numerose udienze dibattimentali e ivi bollate come “fantascienza”?

Confesso che molti di noi si sono chiesti, a ragion veduta, se Amato non stesse accusando l’incalzare degli anni, ma dopo averlo ascoltato in conferenza stampa l’ipotesi è venuta meno. Il quesito quindi rimane, così come rimangono le perplessità sui motivi dello tsunami mediatico totalmente inaspettato ed immotivato. E per Amato con l’aggravante, collaterale ma forse addirittura centrale, che il suo unirsi al coro dei depistatori darà un contributo non da poco a rendere ancora più difficoltosa l’affermazione della verità su una tragedia italiana rimasta senza colpevoli.

In questo marasma, così come spesso accade in Italia, la Giustizia resta l’ultimo baluardo. La sola Procura di Roma, formalmente chiamata in causa anche dalla nostra Associazione (Associazione per la Verità sul disastro aereo di Ustica – Avdau) potrebbe, ascoltando Amato, chiarire il perché della sua tardiva, estemporanea e inusitatamente grave sortita.

Ponendogli naturalmente le giuste domande, a cominciare dal disallineamento delle dichiarazioni pubbliche di oggi rispetto a quelle da lui rilasciate sotto giuramento nel dicembre del 2001. Se questo non accadrà, allora anche l’ultimo baluardo comincerà a scricchiolare e le speranze per venire a capo dell’attentato di Ustica si affievoliranno ulteriormente.


formiche.net/2023/09/tragedia-…



Si apre domani a Cuba il G77 + la Cina, il vertice dei Paesi del sud del mondo


L'impegno sarà rafforzare la solidarietà tra le nazioni del Sud e facilitare risposte adeguate alle sfide che il mondo in via di sviluppo deve affrontare. L'articolo Si apre domani a Cuba il G77 + la Cina, il vertice dei Paesi del sud del mondo proviene

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della redazione

Pagine Esteri, 14 Settembre 2023 – Il vertice del Gruppo dei 77 + la Cina che si apre domani all’Avana intende rafforzare la solidarietà tra le nazioni del Sud e a facilitare risposte adeguate alle sfide che il mondo in via di sviluppo deve affrontare. Sono queste le intenzioni annunciate dagli Stati che prenderanno parte al summit a Cuba, il 15 e 16 settembre, e al quale parteciperà anche l’alto funzionario cinese Li Xi, rappresentante speciale del presidente Xi Jinping e capo della struttura anti-corruzione della Cina.

Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nella sua qualità di presidente pro tempore del G-77 + Cina, e il primo ministro Manuel Marrero Cruz si preparano ad accogliere all’ “Aeroporto Internazionale José Martí” il segretario generale dell’Onu, Antonio Gutterres, i presidenti Luiz Inácio Lula da Silva del Brasile, Alberto Fernández dell’Argentina, Xiomara Castro dell’Honduras, Luis Arce della Bolivia, Gustavo Petro della Colombia e leader e rappresentanti dell’Iran, dell’Iraq e di molti altri Stati.

La partecipazione ad alto livello della Cina – scrivono i media del colosso asiatico – sottolinea l’importanza che Pechino assegna a una diplomazia internazionale che rifiuti gli scontri tra blocchi e la mentalità da Guerra fredda.

Fondato nel 1964, il Gruppo dei 77 include oggi oltre 130 paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e America centrale e meridionale. Tra i punti del suo storico programma c’è la richiesta che gli Stati ricchi cedano lo 0,75% del loro Pil ad un fondo per aiutare le economie dei Paesi in via di sviluppo. Pagine Esteri

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Il numero di persone approdate a Lampedusa, in fuga soprattutto dal regime tunisino, con cui l'UE e l'Italia hanno stretto accordi scellerati, ha abbondantement


Lisa Beat and the Liars - Sheena Is A Beat Rocker


Fate vostro questo disco e suonatelo quando - disgraziatamente - cambieranno l'ora, farà freddo ed alle cinque del pomeriggio sarà buio, chissà forse potrebbe farvi tornare ai fasti dell'estate o quantomeno mettervi allegria facendovi intravvedere un raggio di sole. @Musica Agorà

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India, Medio oriente, Europa. Un “corridoio economico” poco economico e molto geopolitico


Il progetto esclude Iran, Iraq, Egitto, Turchia e il Nordafrica e punta con più decisione alla normalizzazione delle relazioni tra Israele e una serie di Paesi e a ridimensionare i BRICS. L'articolo India, Medio oriente, Europa. Un “corridoio economico”

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di Abdelbari AtwanRaialyoum.com

Pagine Esteri, 14 settembre 2023 – Il più grande successo del vertice del G20 dello scorso fine settimana nella capitale indiana, guidato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal primo ministro indiano Narendra Modi, è stato l’annuncio di un progetto di “Corridoio economico” che collegherà l’India con il Medio Oriente e l’Europa. Questo progetto è il seme di una nuova alleanza economica che mira a uccidere i BRICS nella loro culla, cementare la normalizzazione tra Israele e gli stati del Golfo (o la maggior parte di essi), marginalizzare il Canale di Suez come rotta commerciale globale tra l’Est e l’Ovest e potenzialmente compromettere la Via della Seta cinese (nota come Belt and Road Initiative).

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Abdelbari Atwan

Queste enormi conseguenze economiche e politiche sono premeditate dal presidente degli Stati Uniti e dai suoi vecchi e nuovi alleati per servire gli interessi degli Stati Uniti e per cercare di salvare o arrestare il declino delle sue prospettive di leadership globale, frenare l’ascesa della Cina su tutti i fronti e mobilitare un fronte allargato contro la Russia nel conflitto in Ucraina.

L’assenza del presidente cinese Xi Jinping e del presidente russo Vladimir Putin dal vertice è stata una mossa calcolata. Se avessero partecipato, ciò avrebbe significato incoronare Biden presidente per un secondo mandato alle prossime elezioni presidenziali e rafforzare la leadership statunitense dell’ordine mondiale unipolare, che si è eroso negli ultimi anni a favore del duo cinese/russo.

Escludere Iraq, Siria, Egitto, Turchia e Iran dai paesi attraversati dal corridoio economico non è stata una decisione arbitraria. Sono stati omessi intenzionalmente perché la maggior parte di loro è più strettamente allineata con l’asse cinese/russo e ha una profonda storia di avversione verso l’Occidente a causa della religione musulmana e di un’esperienza secolare con le eredità imperiali. È logico escludere tutti questi paesi dal corridoio economico e includere Israele che non è più grande di una provincia dell’Egitto, della Turchia o dell’Iraq? Soprattutto in un momento in cui è governato dal governo più intransigente e razzista del mondo?

Il presidente Biden aveva ragione nel definire l’accordo per costruire questo corridoio un punto di svolta perché creerà linee ferroviarie, collegherà i porti marittimi per rafforzare il commercio, faciliterà la circolazione delle merci e sosterrà gli sforzi di sviluppo dell’energia pulita. Ma ciò che Biden non ha detto è che incoronerà Israele come leader del Medio Oriente e lo districherà da tutte le sue crisi attuali e future.

Benyamin Netanyahu non ha nascosto la sua gioia per questo grande risultato che Biden gli ha assicurato. Ha postato su X (ex Twitter): “Sono lieto di annunciare la buona notizia ai cittadini dello Stato di Israele che il nostro Paese sarà uno snodo centrale in questo corridoio economico. Le ferrovie e i porti israeliani apriranno una nuova porta dall’India attraverso il Medio Oriente fino all’Europa, e ritorno, cambiando il volto del Medio Oriente. Questo è il più grande progetto di cooperazione nella storia di Israele”.

A nostro avviso, l’India diventerà ora lo strumento più potente degli Stati Uniti contro le superpotenze russa e cinese. Nei prossimi anni, potremmo vederlo incoronato leader del Golfo e del Medio Oriente insieme a Israele, con la benedizione degli Stati Uniti e dell’Europa, e minare i BRIC dall’interno.

Questo progetto statunitense presentato al recente vertice del G20 cambierà davvero le regole del gioco e il volto del mondo? La sua intenzione implicita è quella di espandere ulteriormente la NATO sul fronte politico, economico e forse anche militare. Il volume degli scambi tra India ed Europa, che questo corridoio è apparentemente destinato a servire, ammonta a 88 miliardi di dollari. Vale la pena spendere centinaia, se non migliaia, di miliardi di dollari per costruire un corridoio?

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, messo da parte al recente vertice del G20, al suo ritorno ha dichiarato: “La Turchia è la rotta più adatta da est a ovest per un progetto di corridoio economico che colleghi l’India con il Medio Oriente e l’Europa”. Questo tardivo riconoscimento del pericolo di questo progetto potrebbe spiegare il suo caloroso incontro con il presidente egiziano Abdelfattah as-Sisi a margine del vertice.

L’Egitto e la maggior parte dei paesi del Medio Oriente e dell’Unione del Maghreb, e in particolare l’Algeria, per non parlare del popolo palestinese, subiranno i maggiori danni da questo nuovo blocco politico/economico guidato dagli Stati Uniti in coordinamento con Israele.

Il Canale di Suez, che genera più di 10 miliardi di dollari all’anno per il tesoro egiziano, sarà la vittima più grande, perdendo il 22% del suo volume commerciale dal giorno del lancio del progetto, che correrà a nord verso il porto di Haifa.

Sebbene alcuni abbiano riserve sulla sua presidenza, il defunto presidente egiziano Gamal Abdel Nasser aveva la visione giusta quando fece dell’India un alleato arabo strategico nella lotta contro il colonialismo occidentale prima che i suoi alleati la respingessero, trasformandola in uno stato amico di Israele, sia attraverso gli Accordi di Camp David o i traditori Accordi di Oslo, il cui trentesimo anniversario sembra che sarà domani, 13 settembre.

Non crediamo che la Cina, la Russia e tutti i paesi presi di mira da questo nuovo progetto statunitense rimarranno a guardare mentre procede, ma questa è un’altra questione. Solo il tempo lo dirà. Pagine Esteru

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Oggi, giovedì 14 settembre, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si terrà la presentazione del Programma Nazionale 2021-2027 Scuola e Competenze.

Potete seguire la diretta qui dalle 10.45 ▶ youtube.



La Difesa polacca punta al 4%. Opportunità da Varsavia per Perego di Cremnago


La Polonia è avviata in un processo di robusto rafforzamento della propria componente militare. Il Paese è indirizzato convintamente all’aumento dei budget da destinare alla Difesa, con l’obiettivo di fondo di arrivare al 4% del Pil, il doppio di quanto p

La Polonia è avviata in un processo di robusto rafforzamento della propria componente militare. Il Paese è indirizzato convintamente all’aumento dei budget da destinare alla Difesa, con l’obiettivo di fondo di arrivare al 4% del Pil, il doppio di quanto previsto in sede dell’Alleanza Atlantica. In questo quadro, l’Italia può fornire il suo supporto, come già dimostrato dalle collaborazioni con Leonardo, dall’addestratore M-346, agli elicotteri AW101 e AW149, fino alle opportunità per l’Eurofighter Typhoon. Ne abbiamo parlato con Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, tornato di recente dalla visita in Poloni alla International Defence Industry Exhibition, la principale fiera del settore dell’Europa centrale. Il nostro Paese è stato protagonista, con Leonardo e MBDA Italia in prima linea.

Che tipo di collaborazioni industriali auspica possano evolversi tra il nostro Paese e Varsavia?

La Polonia rappresenta un Paese strategico per l’industria nazionale ed in particolare per Leonardo, considerati gli importanti investimenti effettuati recentemente dall’Azienda nel Paese, tra cui l’acquisizione della compagnia elicotteristica PZL Swidnik e la costituzione della società Leonardo Polonia. Ci sono già numerosi contratti acquisiti da Leonardo in Polonia negli ultimi anni, tra cui velivoli M-346 per l’Aeronautica Militare; elicotteri AW101 per la Marina Militare; elicotteri multiruolo AW149. E altre opportunità commerciali che riguardano gli aerei Eurofighter Typhoon, ad esempio, in relazione alla sempre più pressante necessità della Polonia di acquisire velivoli per l’Air Superiority, Elicotteri da addestramento: l’Aeronautica Militare polacca deve sostituire i suoi vecchi elicotteri da addestramento SW-4 e Mi-2. Incontrando le autorità locali, su delega del ministro Crosetto, ho avuto modo di esprimere la volontà italiana di una più stretta collaborazione con la Polonia nel settore della difesa, sicurezza e aerospazio, confermando il supporto alle esigenze di rinnovamento delle Forze armate polacche, attraverso attività di collaborazione con trasferimenti tecnologici e ricadute occupazionali nel Paese.

La Polonia sta rafforzando significativamente il proprio strumento militare, un’esigenza resa più urgente dall’invasione russa dell’Ucraina. In che modo l’Italia può supportare questo potenziamento, sia dal punto di vista industriale che operativo?

Come ho detto prima il supporto di natura industriale è di mutuo interesse per lo sviluppo capacitivo polacco e per le nostre aziende nazionali della Difesa. Operativamente lo Stato Maggiore della Difesa Italiano sta concludendo la preparazione operativa per l’impiego di velivoli F-35A per il rafforzamento della difesa aerea della Polonia durante il periodo della campagna elettorale e delle elezioni, tra settembre e ottobre. E dal mese di dicembre e per i successivi otto mesi l’Aeronautica Militare italiana svolgerà attività di Air Policing nei cieli della Polonia, sia con F-35A che con Eurofighter F2000. Vi è anche la possibilità di incrementare le attività addestrative congiunte tra le rispettive Forze Armate con l’impiego del poligono di Drawsko per le forze terrestri; la possibilità di nostra presenza navale strutturata nel Baltico e anche la possibilità addestramento congiunto per i piloti degli F35.

Varsavia ha aumentato del 16% il proprio budget per la Difesa, raggiungendo il 3% del Pil. Un punto in più rispetto a quanto chiesto dalla Nato. In Italia, intanto, ancora si dibatte sulla necessità di raggiungere il 2%, perché?

Sono undici i Paesi che raggiungeranno la soglia del 2% del Pil quest’anno, e diventeranno diciannove nel 2024, l’Italia, al momento, è 24esima tra i Paesi Nato in una ipotetica graduatoria, può però ascriversi il merito di aver impedito la richiesta di molti alleati della Nato di porre la spesa del 2% del Pil come un obbligo, infatti nel comunicato finale del vertice di Vilnius, di qualche mese fa, si parla di impegno a spendere il 2%, senza obblighi temporali che per l’Italia potrebbe essere il 2028. Vi è, ovviamente, il timore che il nostro Paese possa essere l’ultimo a raggiungere l’obiettivo, ma la composizione della spesa nel bilancio non è di diretta influenza del dicastero Difesa che può proporre, ma non decide. L’obiettivo non va assolutamente accantonato in quanto importante per la difesa dell’Italia stessa oltre che degli alleati, dei livelli adeguati nella capacità di difesa nazionale verranno raggiunti proprio attraverso il perseguimento degli standard Nato al di là di quelli decisi internamente. La libertà del Paese, la sua sicurezza, la sua Difesa hanno un costo, quello che si investe in questo settore torna in modo esponenziale in termini di difesa dei nostri interessi nazionali, l’impegno del 2% di spesa dedicata alla Difesa in rapporto al Pil va mantenuto seriamente, in un percorso certo graduale e senza ipotecare scelte di finanza pubblica nell’immediato futuro, deve essere un obiettivo del nostro governo per il bene del Paese.

La necessità di modernizzare le proprie Forze armate sta spingendo la Polonia a preferire mezzi già disponibili off-the-shelf. È il caso dei carri armati Abrams e dei 96 elicotteri Apache, questi ultimi parte dell’accordo più consistente dell’export Usa per il 2023. Questo trend non rischia di essere un problema per la progettata industria europea della Difesa?

La Defence security cooperation agency (Dsca) degli Stati Uniti ha reso noto che il dipartimento di Stato ha approvato e notificato al Congresso la vendita di 96 elicotteri da combattimento Boeing AH-64E Apache alla Polonia al costo di circa dodici miliardi di dollari. Gli Apache, prodotti finora in 2.700 esemplari, sono stati chiesti da Varsavia per rimpiazzare la flotta di elicotteri da attacco di tipo russo/sovietico Mil Mi-24 composta da 18 esemplari di cui almeno dodici già ceduti all’Ucraina. La componente elicotteristica da combattimento polacca verrà quindi non solo ammodernata ma ampliata di cinque volte. Si percepisce inoltre come la Polonia punti al 4% del Pil (il doppio di quanto richiesto dalla Nato) entro breve tempo. Varsavia punta su un rafforzamento dei legami industriali con gli Stati Uniti e con la Corea del Sud, a breve però si terranno le elezioni politiche che definiranno il futuro orientamento della Polonia verso il progetto europeo, anche nei suoi aspetti di difesa.


formiche.net/2023/09/difesa-po…



InPremier


I dati che abbiamo esaminato ieri non sono allarmanti in sé, ma hanno un aspetto sinistro: l’economia europea rallenta il ritmo di crescita, ma è previsto che l’anno prossimo torni ad accelerare, mentre l’Italia rallenta e c’è il timore che l’anno prossim

I dati che abbiamo esaminato ieri non sono allarmanti in sé, ma hanno un aspetto sinistro: l’economia europea rallenta il ritmo di crescita, ma è previsto che l’anno prossimo torni ad accelerare, mentre l’Italia rallenta e c’è il timore che l’anno prossimo continui a rallentare. Spiegare la diminuita produzione industriale con la recessione in cui ora si trova la Germania – che influisce – toglie argomenti per spiegare perché l’economia tedesca si prevede corra nel 2024, mentre la nostra assai meno. Le cause sono interne e riguardano il mercato, la concorrenza, l’amministrazione pubblica, la giustizia, la scuola… Per fare le riforme e adottare i provvedimenti utili è necessario che il presidente del Consiglio abbia maggiori poteri o che sia eletto direttamente e indipendentemente dai partiti?

È fondato il timore che sia una discussione inutile, una perdita di tempo. La questione non è – come s’è singolarmente sostenuto – tenere in equilibrio i poteri del Presidente della Repubblica: al Quirinale abitava il papa, che era anche re, poi ha preso dimora il re e ora è la sede della nostra Presidenza. L’istituzione non appartiene a nessuno e il palazzo alla Repubblica. La questione è che il rafforzamento illusorio di un potere genera una pericolosissima fragilità, che anziché consolidarlo lo sbriciola.

Meloni non ha i pieni poteri – che nessuno ha mai, in uno Stato di diritto – ma è nella pienezza del suo potere: ha una maggioranza parlamentare assoluta in entrambi i rami del Parlamento e guida il partito che ha preso più del doppio dei voti degli alleati. Per giunta, complice l’ignoranza e la solo sventolata anglofobia, hanno preso tutti a chiamarla “premier”, che dà il segno della cecità istituzionale e il comico di volere introdurre il premierato in un Paese ove ci sarebbe già un premier. La vulnerabilità di Meloni – e non soltanto sua – non è nel dettato costituzionale, ma nel costume politico: chiamiamo maggioranza la somma delle minoranze che si alleano, salvo poi avere ciascuna il potere di distruggere la maggioranza. Se si cementificasse il capo del governo avremmo queste conseguenze: a. ai livelli attuali il maggiore potere sarebbe in capo a chi prende meno di un terzo dei voti espressi (che già sono pochi); b. poi, per governare veramente, o diventa trasformista il presidente o lo diventa chi lo sostiene o lo divengono entrambi. Sempre la solita zuppa.

Non è un caso che il capo del potere esecutivo non si elegga direttamente in nessuna democrazia, salvo Israele. Dove funziona male. Gli Usa sono uno Stato federale, in Francia si elegge il Presidente della Repubblica, in nessuna democrazia europea il capo del governo. Non si fa perché non funziona. Non consolida, irrigidisce. E le cose rigide si spezzano. La Repubblica è nata dopo una guerra civile, la cui radiazione fossile non è estinta e ancora inquina la vita collettiva.

La smania premierista nasce da una falsificazione storica, ovvero l’essersi raccontati che i governi italiani sono sempre stati tutti instabili e brevi. Falso. Dal 1948 al 1992 abbiamo avuto, nella sostanza, quattro governi: centrismo, centrosinistra, solidarietà nazionale e pentapartito. E i partiti di governo hanno sempre vinto le elezioni, senza trasformismo. Dal 1994 chi governa non vince mai le elezioni e impera il trasformismo. Vero che taluni governi duravano pochi mesi, ma in quello successivo tornavano gli stessi partiti e anche le stesse persone. Quel che conta è il costume: in Germania chi cambia idee e casacca è un inaffidabile, in Italia un furbo.

Eppure dei rafforzamenti sarebbero utili. Ad esempio: la possibilità di revocare i ministri, sottoponendo al voto di fiducia soltanto il neonominato; la non emendabilità dei decreti legge (così si eviterebbe l’imbarazzante sceneggiata del decreto sulle banche); la sfiducia costruttiva, ovvero dover indicare il nuovo esecutivo per far cadere il vecchio. Nulla a che vedere con quello che si chiama grossolanamente “premierato” o con la smargiassata impotente dell’elezione diretta.

La Ragione

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In Cina e in Asia – La Cina primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan


In Cina e in Asia – La Cina primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan afghanistan
I titoli di oggi:

La Cina primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan
La Cina presenta la sua proposta per regolare l’AI a livello internazionale
Pechino risponde all'indagine dell'Ue sui veicoli elettrici
La Cina svela un piano di integrazione con Taiwan
Hong Kong ha il sostegno di Pechino per un ambiente imprenditoriale libero
Innalzate le relazioni tra Cina e Venezuela
Il cardinale Zuppi a Pechino vedrà l’inviato speciale cinese per gli affari eurasiatici
Squadra del governo rinnovata per il premier giapponese Kishida

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Kim in Russia, Zuppi a Pechino: tra "guerra santa” e vie di pace cresce il grano


Kim in Russia, Zuppi a Pechino: tra 9253079
Mentre il leader supremo della Corea del nord incontra Putin, a Pechino arriva l'inviato di Papa Francesco. A Vladivostok accordo sul grano tra Cina e Russia

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“STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE”


A partite dalle ore 10.00 avrò il piacere di partecipare agli STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE organizzati da Federsanità per parlare di storytelling ed uso dei testimonial Qui il programma completo federsanita.it/2023/08/05/pnrr…


guidoscorza.it/stati-generali-…



PRIVACYDAILY


N. 160/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: L’allenatore dei Columbus Blue Jackets Mike Babcock e il capitano Boone Jenner negano le accuse secondo cui Babcock avrebbe agito in modo inappropriato e violato la privacy dei giocatori chiedendo di vedere le foto sui loro cellulari.L’ex giocatore della NHL Paul Bissonnette ha dichiarato nell’edizione di martedì del... Continue reading →


Come le app mobili condividono illegalmente i vostri dati personali Alcune app mobili condividono i vostri dati personali subito dopo l'apertura. Questo non è conforme alle leggi sulla privacy dell'UE Mobile Apps Header


noyb.eu/it/how-mobile-apps-ill…



Navigating Cross-Border Data Transfers in the Asia-Pacific region (APAC): Analyzing Legal Developments from 2021 to 2023


Today, the Future of Privacy Forum (FPF) published an Issue Brief comparatively analyzing cross-border data transfer provisions in new data protection laws in the Asia-Pacific. Titled Navigating Cross-Border Data Transfers in the Asia-Pacific region (APAC

Today, the Future of Privacy Forum (FPF) published an Issue Brief comparatively analyzing cross-border data transfer provisions in new data protection laws in the Asia-Pacific. Titled Navigating Cross-Border Data Transfers in the Asia-Pacific region (APAC): Analyzing Legal Developments from 2021 to 2023, the Issue Brief outlines key developments in cross-border data transfers in the Asia-Pacific in the last few years, and explores the potential impact on businesses operating in the APAC region.

DOWNLOAD THE ISSUE BRIEF

Today, cross-border data transfers are pivotal in enabling the global digital economy and facilitating digital trade. These transfers allow businesses to provide services globally, while allowing individuals access to a wide range of digital services and platforms. Yet, cross-border data transfers also raise legitimate concerns regarding the protection of individuals’ privacy and security.

Amidst this tension, data protection laws attempt to strike a balance by requiring organizations to satisfy certain conditions to ensure that personal data is appropriately protected when it is transferred out of jurisdiction, absent special circumstances. Common conditions include:

  • Assessment of the level of personal data protection in the destination jurisdiction (also known as “adequacy”);
  • Adoption of safeguards, such as legally binding agreements or certifications or rules approved by a regulator;
  • Consent from data subjects; and
  • Necessity for various, specifically defined purposes.

The APAC region has seen a significant acceleration in data protection regulatory activity in recent years, including the enactment of new data protection laws. In particular, since 2021, China, Indonesia, Japan, South Korea, Thailand, and Vietnam have newly enacted or amended their data protection laws and regulations.

An analysis of the data protection laws and regulations in these six jurisdictions indicates that there is a degree of alignment between Indonesia, Japan, South Korea, and Thailand regarding legal bases for cross-border data transfers, but China and Vietnam appear to be outliers with their own unique requirements. Notably:

  • Indonesia, Japan, South Korea, and Thailand all recognize adequacy and consent as valid legal bases for cross-border data transfers. There is also some alignment on the recognition of certification schemes.
  • However, given that these laws were enacted or amended recently, there remains uncertainty on which jurisdictions might be recognized as mutually adequate, or which certification schemes will be ultimately recognized.
  • China and Vietnam differ substantially from the other jurisdictions studied. Both jurisdictions impose unique conditions for transferring personal data, such as requiring transferring organizations to file detailed assessments with the relevant regulator.
  • Vietnam also only recognizes a single legal basis for transferring personal data abroad, while China recognizes three.

These divergences to regulating cross-border data transfers likely reflect the different policy considerations in every jurisdiction, the tension between enabling cross-border data transfers to facilitate digital trade, and national considerations, such as protecting national security and sovereignty. These divergences could complicate efforts by organizations operating in multiple jurisdictions to align their regional compliance programs. Nonetheless, there are promising avenues for increasing interoperability in the region, such as standardized or model contractual clauses, the growing recognition of regional certification schemes such as the APEC Cross Border Privacy Rules and Privacy Recognition for Processors systems, and to a more limited extent, the possibility that some jurisdictions may obtain adequacy decisions from the European Union in future.

For deeper analysis of these points and of the cross-border data transfer provisions for each of the six jurisdictions covered, download the Issue Brief here.

For inquiries about this Issue Brief, please contact Josh Lee Kok Thong, Managing Director (APAC), at jlee@fpf.org, or Dominic Paulger, Policy Manager (APAC), at dpaulger@fpf.org.

FPF is grateful to the following contributors for their assistance in ensuring the accuracy of this report:

  • Kemeng Cai (In-house Privacy Counsel, China)
  • Iqsan Sirie (Partner, TMT, Assegaf Hamzah & Partners) and Daniar Supriyadi (Associate, Capital Markets, M&A, Assegaf Hamzah & Partners)
  • Takeshige Sugimoto (Managing Director and Partner, S&K Brussels LPC; Senior Fellow, Future of Privacy Forum)
  • Thitirat Thipsamritkul (Lecturer, Faculty of Law, Thammasat University)
  • Kwang Bae Park (Partner, Head of TMT, Lee & Ko)
  • Kat MH Hille (General Counsel, OceanCDR.Tech)

Please note that nothing in this Issue Brief should be construed as legal advice.
Further reading: In November 2022, FPF’s APAC office concluded a year-long project on consent and alternative legal bases for processing data in APAC that culminated in a reportcomparing relevant requirements in 14 APAC jurisdictions.


fpf.org/blog/navigating-cross-…



La notizia di un nuovo incidente alla Sabino Esplodenti con tre morti mi riempie di indignazione e rabbia. Dopo circa un mese dall’esplosione del 21 dicembre


Elogio del capitalismo


L’intellettuale americano Noam Chomsky, uno dei maggiori critici del capitalismo, ha scritto che «la vera concentrazione di potere sta nelle mani dell’un per cento più ricco» della popolazione: «Ottengono quello che vogliono, perché in pratica gestiscono

L’intellettuale americano Noam Chomsky, uno dei maggiori critici del capitalismo, ha scritto che «la vera concentrazione di potere sta nelle mani dell’un per cento più ricco» della popolazione: «Ottengono quello che vogliono, perché in pratica gestiscono tutto loro». Secondo un sondaggio internazionale compiuto in 34 paesi da Ipsos MORI, i cui risultati sono stati illustrati nel mio libro Elogio del capitalismo, la maggior parte delle persone ritiene che i ricchi, all’interno di un sistema capitalista, detengono il potere.

Vorrei controbattere a questa percezione con tre argomenti. Primo: i ricchi esercitano effettivamente un potere di natura politica, ma non del tipo che viene rappresentato dai media, dai film hollywoodiani e da alcuni intellettuali anticapitalisti. Secondo: il fatto che i ricchi concorrano nel definire l’agenda politica, ad esempio attraverso pratiche lobbistiche, non è solo legittimo in una democrazia pluralistica, ma è anche importante. Inoltre, quelle leggi che attirano l’attenzione dei ricchi, spesso arrecano benefici anche i membri più poveri della società (ad esempio, tagli fiscali e deregolamentazione). Terzo: chiunque pensi che i ricchi esercitino troppa influenza sulla politica, dovrebbe essere a favore di meno intervento pubblico, ovvero più capitalismo. Dopotutto, più lo Stato interviene nell’economia (mediante investimenti, sussidi e regolamentazioni), più influenza può essere esercitata dai lobbisti.

Gli Stati Uniti sono generalmente considerati un paese in cui i ricchi esercitano un’influenza particolarmente rilevante sugli sviluppi politici. Nonostante ciò, non è solo il denaro lo strumento atto a comprare il potere politico, altrimenti Donald Trump non avrebbe mai vinto la candidatura repubblicana per le elezioni presidenziali del 2016. Avrebbe invece vinto Jeb Bush, che aveva raccolto molte più donazioni. Perfino Benjamin I. Page e Martin Giles, due scienziati politici e fra i più importanti sostenitori della tesi secondo cui la politica degli Stati Uniti sia trainata dai ricchi, hanno riconosciuto che «la maggior parte dei grandi donatori e la maggior parte dei think-tank, così come il vertice del partito repubblicano supportavano altri candidati». Inoltre: «Le posizioni di Trump andavano direttamente contro le opinioni dei donatori e degli americani ricchi».

Oltretutto, se i soldi determinassero i risultati politici, Trump non avrebbe vinto le elezioni del 2016. Secondo la Commissione elettorale federale, Hilary Clinton, il Partito Democratico e i comitati che la sostenevano, hanno raccolto più di 1,2 miliardi di dollari per l’intero ciclo elettorale. Trump e i suoi alleati ne hanno raccolti seicento milioni. E se solo i soldi potessero comprare il potere politico, neanche Joe Biden avrebbe potuto diventare presidente. Invece, la Casa Bianca sarebbe stata affidata al ricco imprenditore Michael Bloomberg, che ai tempi della sua candidatura per i democratici era l’ottavo uomo più ricco al mondo, con un patrimonio stimato di 61,9 miliardi di dollari. Molto probabilmente, nessuno ha mai speso più soldi di lui, e in così poco tempo, per una campagna elettorale, ovvero 1 miliardo di dollari in neanche tre mesi.

Lo scienziato politico americano Larry M. Bartels ha analizzato l’effetto delle spese elettorali dei singoli candidati in 16 elezioni presidenziali degli Stati Uniti, dal 1952 al 2012. Per Bartels, solo in due elezioni, cioè quelle vinte da Richard Nixon nel 1968 e da George W. Bush nel 2000, i candidati repubblicani hanno riportato la vittoria grazie al maggior denaro speso.

Cosa dire poi del fatto che la maggior parte dei membri del Congresso statunitense sia composto da persone facoltose? Martin Gilens, che in generale critica l’influenza dei ricchi sulla politica degli Stati Uniti, ha ammesso che non c’è nessuna prova che collega la ricchezza personale con le decisioni politiche dei membri del Congresso.

Molte persone associano il concetto di “capitalismo” con quello di “corruzione”. La visione secondo la quale la corruzione sia particolarmente diffusa nei paesi capitalisti è sbagliata; ciò è stato confermato confrontando l’Indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International con l’Indice della libertà economica. I paesi con i livelli di corruzione più bassi sono gli stessi paesi che hanno i livelli di libertà economica più alti. E più i governi intervengono nella vita economica, più opportunità ci saranno per corrompere politici o dipendenti pubblici. Quindi, chiunque voglia limitare l’influenza immorale o criminale dei cittadini ricchi sulla politica, dovrebbe essere a favore di una limitazione del ruolo dello Stato.

Linkiesta.it

L'articolo Elogio del capitalismo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



di Ezio Locatelli* - Prepariamoci ad un autunno militante. Salario minimo a 10 euro, no alla cancellazione del reddito di cittadinanza, contrarietà ad ogni


Tutti i passi avanti fatti sul Gcap alla fiera di Londra


“Un programma industriale e tecnologico, ma soprattutto una scelta politica per la sicurezza dell’area che va dall’Atlantico all’Indo-Pacifico”. Così Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha definito oggi il Global Combat Air Programme, progetto lanciato

“Un programma industriale e tecnologico, ma soprattutto una scelta politica per la sicurezza dell’area che va dall’Atlantico all’Indo-Pacifico”. Così Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha definito oggi il Global Combat Air Programme, progetto lanciato da Italia, Regno Unito e Giappone per lo sviluppo dell’aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035, al termine di un incontro trilaterale a Londra a cui hanno preso parte anche James Roger Cartlidge, minister (sottosegretario) con delega al procurement della Difesa del Regno Unito, e Kiyoshi Serizawa, viceministro della Difesa del Giappone. L’incontro a Lancaster House ha rappresentato l’occasione per fare il punto della situazione e decidere i nuovi passi da intraprendere per l’attuazione del progetto stesso. Vanno “definiti gli accordi che riescano a far ottenere a tutti e tre i Paesi lo stesso ritorno in termini di crescita tecnologica e di impatto sulla produzione industriale”, ha commento Crosetto.

Ieri, primo giorno della fiera Dsei a Londra, Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries avevano annunciato la definizione dei termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del sistema di difesa aerea di nuova generazione nell’ambito del Global Combat Air Programme. Oggi, invece, al salone londinese è stata l’occasione della firma dell’accordo di collaborazione sottoscritto da Mbda Italia ed Mbda UK per lavorare sul dominio effetti, come parte del programma, insieme a Mitsubishi Electric Corporation. “Sfruttando logiche di combattimento innovative, in contesti multi-dominio, dove la digitalizzazione, l’integrazione e l’interoperabilità tra i vari sistemi sarà un must, Mbda è pronta a mettere in campo tutte le sue risorse più avanzate per sviluppare e integrare sistemi di armamento evoluti e sistemi per la gestione degli effectors che rispondano a questi requisiti, anche in un’ottica di efficientamento di tempi e costi”, ha spiegato Giovanni Soccodato, executive group director sales and business development di Mbda e managing director di Mbda Italia a margine della cerimonia.

A ciò si aggiunge l’annuncio di un assetto congiunto tra Leonardo UK per il Regno Unito, Mitsubishi Electric per il Giappone e Leonardo ed Elt Group in rappresentanza dell’Italia per la realizzazione del progetto Gcap nel settore Isanke & Ics (Integrated sensing and non-kinetic effects & integrated communications systems), cioè l’elettronica avanzata a bordo del velivolo da combattimento.

Il ministro Crosetto non ha incontrato il nuovo omologo, Grant Shapps. Il successore di Ben Wallace ha subito un grave lutto familiare che l’ha costretto a cancellare il bilaterale e la sua partecipazione alla trilaterale.


formiche.net/2023/09/gcap-tril…



Laura Tussi Giochi Preziosi ha lanciato una linea di zaini scolastici con il brand dell'esercito e accompagnata da una serie di claim ispirati alla cultura b



Questa mattina il Ministro Giuseppe Valditara, in raccordo con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), ha inaugurato una targa in memoria degli espulsi dalla scuola italiana vittime della persecuzione antiebraica e dell’applicazione delle l…


PODCAST OSLO. Le testimonianze del fallimento


Nel racconto dei palestinesi Fabian Odeh e Fidaa Abu Hamdiyyeh, della già presidente dell'Europarlamento Luisa Morgantini e del direttore di Pagine Esteri Michele Giorgio, le speranze iniziali e le delusioni successive di intese che dovevano sfociare nell

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Pagine Esteri, 13 settembre 2023. Pagine Esteri ha raccolto le voci di palestinesi e italiani che hanno vissuto il periodo degli accordi di Oslo o che oggi vivono le conseguenze delle intese firmate il 13 settembre 1993 dal premier israeliano Rabin e dal leader palestinese Arafat.
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L'articolo PODCAST OSLO. Le testimonianze del fallimento proviene da Pagine Esteri.



Weekly Chronicles #45


IA contro l'evasione fiscale, auto che ti spiano mentre fai sesso, Privacy Week 2023. Meme e quote della settimana.

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L’IRS non si accontenta


Non devono essere sembrati sufficienti gli 87.000 nuovi dipendenti che l’agenzia fiscale statunitense conta di assumere nel corso dei prossimi, dato che hanno annunciato di voler ricorrere a strumenti d’intelligenza artificiale per stringere la morsa sull’evasione fiscale.

L’agenzia dice che agli algoritmi di machine learning saranno dati in pasto quei casi troppo complessi per l’essere umano, nella speranza di cavare qualche ragno dal buco:

“[…] to target the wealthiest Americans and tackle the kinds of cases that had become too complex and cumbersome for the beleaguered agency to handle.

The agency’s new funding is supposed to help the I.R.S. raise more federal revenue by cracking down on tax cheats and others who use sophisticated accounting maneuvers to avoid paying what they owe.”


La soluzione sembra a portata di mano: se è troppo complicato, usiamo l’intelligenza artificiale. Forse però i predatori dell’IRS non sanno che gli algoritmi sono fallibili e spesso danno vita ad elevati tassi d’errore. O magari fanno finta di non saperlo.

Il problema però è grave: se i casi sono talmente complessi da non essere intelligibili da menti umane, chi sarà in grado di verificare che l’intelligenza artificiale non abbia commesso errori? Quale avvocato potrà mai difendere i suoi clienti dalle oscure illazioni di un algoritmo troppo complesso da comprendere? Quale giudice potrà mai decidere nel merito?

Poco importa, d’altronde quando si tratta di fisco siamo tutti colpevoli fino a prova contraria. L’algoritmo t’incastra, l’impiegato IRS ti porta via la casa. O ti spara. O magari entrambe.

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Quando compri un’auto nuova, considera anche la privacy


Lo sappiamo. Le auto nuove sono computer con le ruote: wi-fi, bluetooth, sistemi operativi che si aggiornano in automatico, sensori di ogni tipo, assistenti vocali e così via. Un incubo per la privacy. E se non lo sai, ti consiglio di leggere questo articolo sul funzionamento delle nuove auto intelligenti e il futuro distopico che ci aspetta.

Sarebbe quindi buona abitudine quando acquistiamo un’auto nuova, valutare anche il modo in cui trattano i nostri dati (e quali dati) oltre al motore e agli optional. Non è facile: dovremmo leggere decine di lunghe privacy policy scritte in legalese e valutare con attenzione le possibili conseguenze.

Fortunatamente i ricercatori di Mozilla ci danno una mano. Col loro progetto “Privacy Not Included” hanno recensito diversi produttori automobilistici per valutare chi fosse il peggiore in termini di privacy. E beh… se hai una Nissan, ho cattive notizie per te.

La loro privacy policy afferma che l’auto può acquisire e inferire dati di ogni tipo, comprese preferenze e abitudini sessuali. I dati vengono poi rivenduti a broker di vario tipo e finiscono così nel vortice infinito dell’advertising e della profilazione. Fidati, meglio fare sesso nel caro e vecchio letto. A meno che tu non abbia Alexa in camera…

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Meno di due settimane alla Privacy Week 2023!


Manca pochissimo al festival dell’anno per appassionati di privacy e tecnologia!

Se non l’hai ancora fatto ti consiglio di seguire la pagina Instagram e iscriverti alla newsletter per non perdere nessun aggiornamento.

Come già anticipato la maggior parte degli eventi saranno trasmessi in streaming su www.privacyweek.it, ma ci sono alcuni momenti d’incontro dal vivo con ingresso libero (previa registrazione sul sito):

  • Giovedì 28 settembre, dalle ore 20:30 presso Phyd, Via Tortona 31, (Milano) in cui si terrà la Privacy Night con Diego Passoni di Radio Deejay
  • Venerdì 29 settembre, dalle ore 14: presso 21 House of Stories, Via Enrico Nöe 24, Città Studi (Milano) in cui si terrà l’intervista a Max Schrems e anche Bitcoin Beach, un workshop dal vivo per imparare a usare Bitcoin nel tuo esercizio commerciale (o per fare acquisti), a cura di Milano Trustless
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Weekly memes


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Weekly quote

“Wikipedia is the best thing ever. Anyone in the world can write anything they want about any subject. So you know you are getting the best possible information.”

Michael Scott

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English Version

The IRS isn't satisfied


The 87,000 new employees that the United States tax agency plans to hire in the coming years must not have seemed sufficient, as they have announced their intention to leverage artificial intelligence tools to tighten the grip on tax evasion.

The agency states that machine learning algorithms will be tasked with handling cases that are too complex for humans, hoping to uncover hidden tax frauds:

"[...] to target the wealthiest Americans and tackle the kinds of cases that had become too complex and cumbersome for the beleaguered agency to handle.

The agency’s new funding is supposed to help the I.R.S. raise more federal revenue by cracking down on tax cheats and others who use sophisticated accounting maneuvers to avoid paying what they owe."


The solution seems within reach: if it's too complicated, just use artificial intelligence.

However, perhaps the IRS predators are unaware that algorithms are fallible and often lead to high error rates. Or maybe they pretend not to know.

The problem, however, is significant: if cases are so complex that they are incomprehensible to human minds, who will be able to verify that the artificial intelligence has not made errors? Which lawyer can defend their clients against the obscure speculations of an algorithm too complex to understand? Which judge can make a fair decision?

It doesn't matter much, after all, when it comes to taxes; we are all guilty until proven innocent. The algorithm frames you, and the IRS employee takes away your home. Or perhaps he’ll shoot you. Or maybe both.

When you buy a new car, keep in mind your privacy too


We know it. New cars are computers on wheels: Wi-Fi, Bluetooth, automatically updating operating systems, all kinds of sensors, voice assistants, and so on. A privacy nightmare.

So, it would be a good practice when buying a new car to evaluate how they handle your data (and what data) in addition to the engine and other features. It's not easy: you would have to read dozens of lengthy privacy policies written in legal jargon and carefully consider the possible consequences.

Fortunately, Mozilla researchers are here to help. With their "Privacy Not Included" project, they have reviewed various car manufacturers to determine who is the worst in terms of privacy. Well... if you have a Nissan, I have bad news for you.

Their privacy policy states that the car can acquire and infer all kinds of data, including sexual preferences and habits. The data is then sold to various brokers and ends up in the endless vortex of advertising and profiling. Trust me, it's better to have sex in your good old bed. Unless you have Alexa in the bedroom...

Less than two weeks until Privacy Week 2023!


The year's festival for privacy and technology enthusiasts is just around the corner!

If you haven't already, I recommend following the Instagram page and subscribing to the newsletter to stay updated.

As previously mentioned, most events will be streamed on www.privacyweek.it, but there are some in-person meetings with free entry (registration required on the website):

  • Thursday, September 28, starting at 8:30 PM at Phyd, Via Tortona 31, Milan, where the Privacy Night with Diego Passoni of Radio Deejay will be held.
  • Friday, September 29, starting at 2:00 PM at 21 House of Stories, Via Enrico Nöe 24, Città Studi, Milan, where the interview with Max Schrems and Bitcoin Beach, a live workshop to learn how to use Bitcoin in your business (or for shopping), will take place, curated by Milano Trustless.

privacychronicles.it/p/weekly-…



Breyer: Von der Leyen has simply not understood the digital age


Today, EU Commission President Ursula von der Leyen delivered her annual State of the European Union address to the EU Parliament in Strasbourg. In her speech, she hailed adopted (Digital Services …

Today, EU Commission President Ursula von der Leyen delivered her annual State of the European Union address to the EU Parliament in Strasbourg. In her speech, she hailed adopted (Digital Services Act, Digital Markets Act) and planned digital laws (AI Act) and announced the formation of an expert group on Artificial Intelligence (AI). Pirate Party MEP and digital expert Patrick Breyer counters:

“Ms. von der Leyen is the conservative Commission president whose term of office must soon finally come to an end, but who will have done plenty of mischief by then: because she uncritically cheers digitization, wants to burn our data in the profit interest of industry, and simply did not understand the digital age.

„The von der Leyen Commission regularly proves with its unethical legislative proposals that it is trampling on the fundamental rights of EU citizens. With the Digital Services Act, von der Leyen has virtually given her blessing to the surveillance capitalism of the tech industry. The fact that she now wants to let representatives of these corporations help shape Europe’s future in the area of Artificial Intelligence fits in well with the picture. With her proposal for an AI Act, she wants to open the door to biometric mass surveillance in public.

“On the one hand, Ms. von der Leyen keeps official text messages with the head of Pfizer about billion-dollar deals secret bypassing all rules, but on the other hand she wants to have our private messages indiscriminatly scanned by unreliable suspicion machines via #ChatControl and destroy the digital secrecy of correspondence. She is the conservative commission president whose appointment we Pirates have rejected from the start.

„Ms. von der Leyen is remembered by many young Germans as ‘Zensursula’. With an emotional fear campaign, she tried years ago to push through an ineffective and harmful Internet censorship law, ignoring mass protests and criticism from academia. In 2015, she voted in the Bundestag to reintroduce blanket data retention, even though the European Court of Justice had ruled it disproportionate. Nothing at all comes from her on curbing lobbying, more transparency and genuine citizen participation. The Pirate Party demands for all these reasons that she finally leave next year.”

Breyer concludes by referring to a tweet by Edward Snowden a few weeks ago about the planned chat control: “It seems that in just ten years, the EU institutions have transformed from ‘our best hope for a sincere guarantor of global human rights’ into ‘an authoritarian cabal that vigorously advocates the global, machine-enforced restriction of basic human freedoms.'”


patrick-breyer.de/en/breyer-vo…



“ASCOLTARE I DATI AL TEMPO DELLA PRIVACY: RISCHI E OPPORTUNITÀ DEL SOCIAL LISTENING”


Oggi a partire dalle 11.00 avrò il piacere di partecipare al Digital Talk “ASCOLTARE I DATI AL TEMPO DELLA PRIVACY: RISCHI E OPPORTUNITÀ DEL SOCIAL LISTENING” organizzato da organizzato da Istat in collaborazione con FPA Qui il link al programma completo istat.it/it/archivio/287805#:~…


guidoscorza.it/ascoltare-i-dat…



PRIVACYDAILY


N. 159/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Il vice commissario per la protezione dei dati ha incontrato la Football Association of Ireland in merito alle preoccupazioni sulla registrazione dei dati dei passaporti e delle foto dei bambini. Alcune società calcistiche hanno dichiarato di non essere soddisfatte del nuovo sistema di registrazione dei giocatori introdotto in... Continue reading →


How Data Protection Authorities are De Facto Regulating Generative AI


The Istanbul Bar Association IT Law Commission published Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna’s article, “How Data Protection Authorities are De Facto Regulating Generative AI,” in their August monthly AI Working Group Bulletin, “Law in the Age of Artificial Intel

The Istanbul Bar Association IT Law Commission published Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna’s article, “How Data Protection Authorities are De Facto Regulating Generative AI,” in their August monthly AI Working Group Bulletin, “Law in the Age of Artificial Intelligence” (Yapay Zekâ Çağinda Hukuk).

Generative AI took the world by storm in the past year, with services like ChatGPT becoming “the fastest growing consumer application in history.” For generative AI applications to be trained and function immense amounts of data, including personal data, are necessary. It should be no surprise that Data Protection Authorities (‘DPAs’) were the first regulators around the world to take action, from opening investigations to actually issuing orders imposing suspension of the services where they found breaches of data protection law.

Their concerns span from the lack of a justification (a lawful ground) for processing personal data used for training the AI models, lack of transparency about the personal data used for training, and about how the personal data collected while users are interacting with the AI service is used, lack of avenues to exercise data subject rights such as access, erasure, and objection, impossibility to exercise the right of correcting inaccurate personal data when it comes to the output generated by such AI services, insufficient data security measures, unlawfully processing sensitive personal data and children’s data, to not applying data protection by design and by default.

Global Overview of DPA Investigations into Generative AI

Defined broadly, DPAs are supervisory authorities vested with the power to enforce comprehensive data protection law in their jurisdictions. In the past six months, as the popularity of generative AI was growing among consumers and businesses around the world, DPAs started opening investigations into how the providers of such services are complying with legal obligations related to how personal data are collected and used, as provided in their respective national data protection law. Their efforts are focusing currently on OpenAI as the provider of ChatGPT. Only two of the investigations have resulted until now in official enforcement action, be it preliminary, in Italy and South Korea. Here is a list of known open investigations, their timeline, and key concerns:

  • The Italian DPA (Garante) issued an emergency order on 30 March 2023, to block OpenAI from processing personal data of people in Italy. The Garante laid out several potential violations of provisions of the General Data Protection Regulation (‘GDPR’), including lawfulness, transparency, rights of the data subject, processing personal data of children, and data protection by design and by default. It lifted the prohibition a month later, after OpenAI announced changes as required by the DPA. An investigation on substance is still ongoing.
  • In the aftermath of the Italian order, the European Data Protection Board created a task force to “foster cooperation and exchange information” in relation to handling complaints and investigations into OpenAI and ChatGPT at EU level, on 13 April 2023.
  • The Federal Office of the Privacy Commissioner (OPC) of Canada announced on 4 April 2023, that it has launched an investigation into ChatGPT following a complaint that the service is processing personal data without consent. On 25 May, the OPC announced that it will investigate ChatGPT jointly with the provincial privacy authorities of British Columbia, Quebec, and Alberta, expanding the investigation to also look into whether OpenAI has respected obligations related to openness and transparency, access, accuracy, and accountability, as well as purpose limitation.
  • The Ibero-American Network of DPAs, reuniting supervisory authorities from 21 Spanish and Portuguese-speaking countries in Latin America and Europe, announced on 8 May 2023 that it initiated a coordinated action in relation to ChatGPT.
  • Japan’s Personal Information Protection Commission (PPC) published a warning issued to OpenAI on 1 June 2023 which highlighted it should not collect sensitive personal data from users of ChatGPT or other persons without obtaining consent, and it should give notice in Japanese about the purpose for which it collects personal data from users and non-users.
  • The Brazilian DPA announced on 27 July 2023 that it has started an investigation into how ChatGPT is complying with the Lei Geral de Proteção de Dados (LGPD) after receiving a complaint, and after reports in the media arguing that the service as provided is not compliant with the country’s comprehensive data protection law.
  • The US Federal Trade Commission (FTC) has opened an investigation into ChatGPT in July 2023 to see whether its provider has engaged in “unfair or deceptive privacy or data security practices or engaged in unfair or deceptive practices relating to risks of harm to consumers” in violation of Section 5 of the FTC Act.
  • The South Korean Personal Information Protection Commission (PIPC) announced on 27 July 2023 that it imposed an administrative fine of 3.6 million KRW (approximately 3,000 USD) against OpenAI for failure to notify a data breach in relation to its payment procedure. At the same time, the PIPC issued a list of instances of non-compliance with the country’s Personal Information Protection Act related to transparency, lawful grounds for processing (absence of consent), lack of clarity related to the controller-processor relationship, and issues related to the absence of parental consent for children younger than 14. The PIPC gave OpenAI a month and a half, until 15 September 2023, to bring the processing of personal data into compliance.

This survey of investigations into how a generative AI service provider is complying with data protection law in jurisdictions around the world reveals significant commonalities among their legal obligations and how they are applicable to processing of personal data through this new technology. There is also overlap among concerns that DPAs have about generative AI’s impact on the rights of people in relation to their personal data. This provides good ground for collaboration and coordination among supervisory authorities as regulators of generative AI.

G7 DPAs Issue Statement on Generative AI, Distilling Key Data Protection Concerns Across Jurisdictions

In this spirit, the DPAs of the G7 members adopted in Tokyo, on 21 June 2023, a Statement on generative AI which lays out their key areas of concern related to how the technology processes personal data. The Commissioners started their statement by acknowledging that “there are growing concerns that generative AI may present risks and potential harms to privacy, data protection, and other fundamental human rights if not properly developed and regulated.”

The key areas of concern highlighted in the Statement considered the use of personal data at various stages of developing and deploying AI systems, including a focus on datasets used to train, validate, and test generative AI models, the interactions of individuals with generative AI tools and also the content generated by them. For each of these stages, the issue of a lawful ground for processing was raised. Security safeguards against inverting a generative AI model to extract or reproduce personal data originally processed in data sets used to train the model were also added as a key area of concern, as well as putting in place mitigation and monitoring measures to ensure personal data generated through such tools are accurate, complete and up-to-date, free from discriminatory, unlawful, or otherwise unjustifiable effects.

Other areas of concern mentioned were transparency to promote openness and explainability; production of technical documentation across the AI development lifecycle; technical and organizational measures in the application of the rights of individuals such as access, erasure, correction, and the right not to be subject to solely automated decision-making that has a significant effect on the individual; accountability measures to ensure appropriate levels of responsibility across the AI supply chain; and limiting collection of personal data to what is necessary to fulfill a specified task.

A key recommendation spelled out in the Statement, but also emerging from the investigations above, is for developers and providers to embed privacy in the design, conception, operation, and management of new products and services that use generative AI technologies, and to document their choices in a Data Protection Impact Assessment.


fpf.org/blog/how-data-protecti…



"Prima vennero a schedare gli immigrati". Le violazioni della privacy sui migranti non sono solo un abuso su persone deboli, ma anche un laboratorio di ciò che potrebbe capitare a tutti i cittadini

@Privacy Pride

- I migranti stanno sopportando il peso dei nuovi sistemi e stanno perdendo potere nella loro esperienza migratoria, in particolare quando il loro destino è messo nelle mani di sistemi guidati dall’elaborazione dei dati e dalle cosiddette innovazioni tecnologiche.
- Ai migranti vengono richieste grandi quantità di dati, dalle loro impronte digitali alle tracce di dati digitali, mentre sono spesso messi in una situazione di costante sorveglianza.
- Le società private militari e di sicurezza svolgono un ruolo essenziale nel fornire ai governi una varietà di “soluzioni” e servizi di tecnologia di sorveglianza e sfruttamento dei dati.

Lo scenario di riferimento di questo articolo è quello del Regno Unito, ma non dobbiamo dimenticare il distopico programma europeo #ICtrlBorder.

Ecco alcuni degli strumenti e delle tecniche utilizzati nell’ambito delle pratiche di sorveglianza e delle politiche di immigrazione basate sui dati che portano abitualmente a un trattamento discriminatorio delle persone e a minarne la dignità.

1. Condivisione dei dati: trasformare i funzionari pubblici in guardie di frontiera
2. Estrazione del telefono cellulare: il tuo telefono è un gioco a carte scoperte
3. Social Media Intelligence: cosa dice di te un like su Facebook?
4. Polizia predittiva: un ciclo di feedback che rafforza i pregiudizi razziali
5. Macchine della verità: sicurezza su basi scientificamente dubbie
6. Esternalizzazione delle frontiere: esternalizzazione dei controlli e della sorveglianza delle frontiere
7. Elaborazione biometrica: una festa di database
8. Riconoscimento facciale: rendere la sorveglianza senza attriti
9. Intelligenza Artificiale: il tuo destino nelle mani del sistema
10. Aziende private: quando i confini sono un buon affare

Qui il post completo di Privacy International

PS: Leggi il rapporto "Protezione dei dati, controllo dell'immigrazione e diritti fondamentali: cosa significano i regolamenti dell'UE sull'interoperabilità per le persone con status irregolare" stilato da Statewatch e PICUM

in reply to informapirata ⁂

@informapirata aggiungo la presa di posizione in tutela dei diritti degli individui anche l'appello di #AccessNow riguardo a #IrisGuard e la raccolta di dati biometrici dei #rifugiati per agevolare i pagamenti mobili.
‼️"Ai rifugiati non dovrebbe essere richiesto di fornire dati biometrici personali in cambio di bisogni primari come l’acquisto di cibo o l’accesso al denaro."
accessnow.org/press-release/ir…

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Oggi al Ministero dell’Istruzione e del Merito saranno esposti i risultati del Rapporto OCSE “Education at a Glance 2023”. Interverrà anche il Ministro Giuseppe Valditara.

Seguite l’evento in diretta dalle 11.00 qui ▶ youtube.



Domani, martedì 12 settembre alle ore 11.00, presso la sala Aldo Moro del Ministero saranno esposti i risultati del Rapporto OCSE “Education at a Glance 2023”, con l’intervento iniziale del Ministro Giuseppe Valditara.


Podcast Punk !


The Saint and allkillersnofillers present: The Adventure with the Saint episodi n°44 Judith Il miglior podcast rocknroll del globo terracqueo !!!! @Musica Agorà

iyezine.com/the-saint-and-allk…

Musica Agorà reshared this.



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Privacy e riconoscimento facciale; con iBorderCTRL si comincia ovviamente dai migranti e non finirà bene: «La macchina della verità alle frontiere dell'Europa è stata un assegno in bianco»

@Privacy Pride

I documenti su #iBorderCTRL dimostrano la Commissione europea era a conoscenza dei rischi di sperimentare un algoritmo per identificare le bugie analizzando i volti. Ma ha finanziato lo stesso il progetto


«Mentre assegnano 4,5 milioni di euro del programma di ricerca Horizon 2020 a iBorderCTRL, una sorta di macchina della verità da usare alle frontiere, gli esperti della Commissione europea sanno già che questa tecnologia di analisi dei micro-movimenti del volto e di identificazione delle bugie, una sorta di Lie to me, la serie tv con Tim Roth, in versione algoritmo, potrà porre dei grossi problemi. Tanto che nello stesso documento con cui finanziano il progetto, datato 18 gennaio 2016, scrivono che “la proposta si affida pesantemente a un sistema automatico di rilevazione delle bugie, che pone una serie di rischi che non sono adeguatamente affrontati”.»


L'articolo di Luca #Zorloni prosegue qui su Wired Italia



Il deputato francese Philippe Latombe ha annunciato giovedì scorso di voler impugnare davanti al Tribunale della UE il #DataPrivacyFramework

@Privacy Pride

”Il testo risultante da questi negoziati viola la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, a causa delle insufficienti garanzie di rispetto della vita privata e familiare in relazione alla raccolta massiva di dati personali, e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)”, ha scritto Latombe, membro del partito alleato del Presidente Emmanuel Macron, , nella sua dichiarazione.Latombe ha presentato due ricorsi, ha dichiarato a POLITICO: uno per sospendere immediatamente l’accordo e un altro sul contenuto del testo.Oltre alle preoccupazioni per la sorveglianza di massa degli Stati Uniti, il Data Privacy Framework è stato notificato ai Paesi dell’UE solo in inglese e non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il che potrebbe non rispettare le regole procedurali, ha sostenuto Latombe. Latombe ha informato il governo francese e l’autorità per la protezione dei dati CNIL della sua contestazione.

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Per garantire il futuro dell'istanza social.linux.pizza, si è deciso di potenziarla tra il 19 e il 21 settembre

@Che succede nel Fediverso?

"Ci saranno un paio d'ore di inattività, ma tutto il contenuto sarà intatto e i tuoi account non saranno interessati"

Per dubbi o richieste di informazioni, contatta @:debian: 𝚜𝚎𝚕𝚎𝚊 :fedora:




Il governo inglese ammette che la clausola spia non può essere utilizzata in modo sicuro

@Etica Digitale (Feddit)

Open Rights Group si è espresso in merito a un rapporto secondo cui il governo di Londra ha ammesso che non utilizzerà i poteri per scansionare i messaggi privati ​​finché non sarà “tecnicamente fattibile” farlo

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Panoramax, un'alternativa libera a Google Street View per foto-cartografare il territorio.

@OpenStreetMap Italia

Cos'è #Panoramax? Il post di @CapitaineMoustache 🗺️⭕️ ce lo spiega!

È come Google Street View ma gratis!
Le foto sono fornite dalla community, ospitata su diverse istanze (come Mastodon), disponibili con licenza CC-BY-SA 4.0 e scaricabili a piena risoluzione (vedi ultima immagine)!

È ancora in beta, ma i primi mattoncini ci sono già, puoi già consultare le foto, visualizzarle su una mappa, contribuire caricando le tue foto tramite l'interfaccia web!

Questo è MEGA utile per la mappatura su #OpenStreetMap ! Con queste foto potrai scoprire velocemente nomi di percorsi, indirizzi, attrezzature di emergenza, negozi, limiti di velocità, infrastrutture ciclistiche, insomma è oro! E salta, colpisce poi tutte le app che utilizzano OpenStreetMap, come OsmAnd (vedi foto).

Con poca attrezzatura (un semplice smartphone o una fotocamera GoPro per esempio), chiunque può fotografare e poi mappare un'intera città, soprattutto dove i servizi commerciali non passano mai, tipo "basse densità" o.... dove non passano le auto!

Attualmente esistono due organismi Panoramax:
- Il National Geographic Institute (IGN)
- L'Associazione OpenStreetMap Francia

Grazie a @nilocram per la segnalazione


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#Panoramax 📷 🗺️ @panoramax prend son envol !
C'est quoi ?

C'est comme Google Street View mais en libre !
Les photos sont fournies par la communauté, hébergées sur plusieurs instances (comme Mastodon), disponibles en licence CC-BY-SA 4.0 et téléchargeables en résolution pleine (voir dernière image) !

C'est encore en beta, mais les premières briques sont déjà là, on peut déjà consulter les photos, les visualiser sur une carte, contribuer en téléversant ses photos via l'interface web !


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Grandi Poliverso e Nilocram! 🤩
Ne avevo già parlato qui e qui ma effettivamente mancava un post dedicato!

L'unica cosa che non mi è al 100% chiara è come contribuire da smartphone....manca l'app dedicata e non so se esista una funzione della fotocamera per cui si possano scattare immagini ogni x secondi ad es. per 1 ora. Oltre al fatto che su smartphone con GPlay l'attivazione del gps per la fotocamera obbliga ad attivare la localizzazione precisa (anche tramite reti wifi vicine e altro)


[Community] Stéphane De Greef ha fotografato da solo tutta la città di Bruxelles scattando immagini street view a 360°


Stéphane De Greef ha fotografato da solo tutta la città di Bruxelles, scattando immagini street view a 360° e percorrendo 4.500 km in bicicletta in due anni. Tutte le sue oltre 600.000 immagini sono disponibili su Mapillary. OpenStreetMap Belgio ha pubblicato sul proprio blog un post sul progetto di Stéphane.

Quando OpenStreetMap Belgio stava discutendo l'avvio di un progetto di sovvenzioni per le telecamere, Stéphane De Greef aveva già acquistato la sua telecamera a 360°, una GoPro Max, la stessa che usiamo noi, e aveva iniziato a raccogliere immagini a livello stradale della Forest des Soignes. Per la prima volta, ci sarebbe stata una "streetview" della foresta!

La situazione è sfuggita di mano e dopo qualche tempo Stéphane ha deciso di mappare ogni singola strada e sentiero di Bruxelles. Per raggiungere questo obiettivo ha impiegato due anni, percorrendo circa 4500 km in bicicletta e scattando circa 600.000 foto. Ora ha completato l'intera regione. In tutta la regione di Bruxelles è ora disponibile un'alternativa open data a Google Streetview, che questa volta include tutti i luoghi non raggiungibili con l'auto. Durante l'intero processo abbiamo sostenuto Stéphane, ma in realtà il suo progetto è stato esemplare.

Tutte le immagini sono state caricate su Mapillary e sono disponibili con licenza CC-BY-SA, il che significa che possono essere utilizzate da chiunque per diversi scopi. I comuni, in particolare, trovano questo strumento estremamente prezioso per le loro attività, e lo stesso vale per noi collaboratori di OpenStreetMap. Vale la pena notare che le stesse organizzazioni comunali e intercomunali stanno lentamente iniziando a creare le proprie immagini streetview e a caricarle sulla stessa piattaforma.

Sebbene Mapillary si integri bene con l'ambiente di editing di OpenStreetMap, stiamo valutando anche altre piattaforme. Attualmente stiamo creando la nostra istanza su Panoramax, dove ospiteremo per la seconda volta queste immagini.

Abbiamo postato la storia di successo di Stéphane. Il messaggio si è amplificato ed è stato ripreso anche da alcuni giornalisti. Siamo felici di poter condividere con voi alcuni articoli e video.

Vi sentite ispirati? Leggete di più sul nostro progetto di sovvenzioni per le telecamere e richiedete una telecamera.

originale (in inglese)

Da WeeklyOSM