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Israele-Marocco: l’intesa per le relazioni commerciali passa dai territori occupati


Ieri nuovi raid del Fronte Polisario hanno preso di mira le basi marocchine nella regione di Amagli Dachra. L'attacco è una risposta all’aumento di presenza delle forze di occupazione e una prova di forza contro un apparato repressivo che guarda alle forz

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di Alessandra Mincone

Pagine Esteri, 30 gennaio 2024. Lunedì 29 Gennaio nuovi raid del Fronte Polisario hanno preso di mira le basi marocchine nella regione di Amagli Dachra, in risposta all’aumento di presenza delle forze di occupazione, provocando danni materiali e morti tra le fila dell’esercito marocchino. L’attacco è una prova di forza contro un apparato repressivo che guarda alle forze armate israeliane per attingere a nuovi strumenti di guerra, forti degli apparati giuridici e del consenso statunitense e non solo.

Negli ultimi anni, l’intesa tra Israele e Marocco ha favorito la stabilizzazione di un nuovo asse geo politico in ambito economico e militare nell’area del Medio Oriente e dell’Africa Subsahariana. Tutto è iniziato ufficialmente grazie all’adesione del Marocco agli Accordi di Abramo fortemente sostenuti dall’Amministrazione Trump, nell’ottica della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele ed Emirati Arabi Uniti in una funzione anti-iraniana; funzione non troppo nascosta nonostante la promozione di una fiorente cooperazione tra le parti e l’adozione di un’agenda strategica volta all’espansione degli ideali di pace nel Medio Oriente, per quanto si legge agli art.6 e art.7 del Trattato.

Nel dicembre 2020, l’allora presidente degli Stati Uniti aveva ottenuto la firma del Marocco solo dopo aver assecondato il riconoscimento della sovranità marocchina sui territori occupati del Sahara Occidentale, in barba ai tentativi delle Nazioni Unite di risolvere la disputa della “contesa” organizzando un referendum sull’indipendenza della Rasd (Repubblica democratica araba dei Saharawi).

Nell’estate del 2023 anche Israele ha legittimato l’occupazione marocchina nel Sahara, ma dopotutto la Monarchia di Rabat sembrava avere già messo da parte le ostilità culminate nel 2000, quando dopo lo scoppio della seconda intifada palestinese e del sostegno marocchino alla teoria di una soluzione a due Stati, erano state sospese le relazioni diplomatiche. Dopo la sigla degli accordi di Abramo, il Governo guidato dal PJD non aveva maturano alcuna influenza contro il Re Mohammad VI, ma anzi, al rifiuto di riconoscere lo Stato d’Israele, poiché “simbolo di incoraggiamento della violazione dei diritti del popolo palestinese”, il monarca aveva anteposto il divieto a organizzare manifestazioni popolari in solidarietà alla causa palestinese.

Dall’autunno del 2020 ad oggi, Israele e Marocco hanno siglato una trentina di memorandum d’intesa. A poco meno di un anno dalla formalizzazione delle relazioni, il Marocco si impegnava a concedere ad una società israeliana, la Ratio Petroleum, i diritti esclusivi per condurre attività di esplorazione in oltre cento chilometri quadrati al largo delle coste di Dakhla, città saharawi osteggiata dalla giurisdizione marocchina dal periodo di realizzazione della quinta fase del Muro della Vergogna, avutasi nel 1985. Nell’inverno del 2022 una seconda società israeliana, la NewMed Energy, firmava un accordo per l’estrazione e la produzione di gas naturale e petrolio al largo delle coste di Boujdour, altra città storicamente tra le più pescose del Sahara, e già sfruttata da numerose società europee grazie agli accordi sulla pesca tra Marocco-UE.

Nello stesso inverno, un altro settore che ha visto il rafforzamento tra investitori e banchieri marocchini e israeliani è stato quello dell’energia rinnovabile.

Proprio durante la Cop27 in Egitto, l’israeliana H2Pro, azienda produttrice di idrogeno verde, firmava un accordo da centinaia di migliaia di dollari di profitto con la società marocchina Gaia Energy: “una pietra miliare nelle relazioni marocchino-israeliane, dimostrazione del trionfo della cooperazione regionale sul cambiamento climatico e chiaro indicatore del ruolo chiave che l’innovazione può svolgere nella diplomazia” aveva dichiarato il CEO di H2Pro, Talmon Marco. Con il memorandum, iniziava il progetto di importazione della tecnologia israeliana finalizzato a produrre energia rinnovabile su un territorio già provvisto di turbine eoliche e pannelli solari fotovoltaici, stimando che già dal 2030 l’idrogeno potrà valere 1 dollaro al chilogrammo, competendo quindi sul mercato in qualità di elemento chimico più economico al mondo e in grado di disincentivare il ricorso ai combustibili fossili: “combinando la potenza delle risorse di energia rinnovabile di Gaia con la tecnologia di produzione di idrogeno verde efficiente ed economica di H2Pro, porteremo il Marocco e la nostra regione un passo più vicino a questa visione”, aggiungeva invece il CEO di Gaia Energy, Moundir Zniber.

Il Marocco, già da qualche anno vanta un titolo tra le eccellenze internazionali specializzate nell’installazione di impianti eolici e solari. Ma da quanto emerso aldilà del panorama dei processi di transazione ecologica decantati alla Cop27, finora garantisce un’autonomia energetica che non di rado viene riutilizzata in contesti estrattivi, come in quello dei giacimenti di fosfato saharawi. Ne è un esempio l’impianto eolico attivo a Foum el-Oued, città situata nella stessa regione della capitale El Aaiùn nel Sahara. L’impianto riesce da solo a rifornire l’energia necessaria al funzionamento della miniera più vasta del mondo, nella città di Bu Craa cioè sempre in Sahara.

L’operazione apparentemente ecologica, in realtà, sta svilendo le riserve di fosfati, che stando ai dati che riporta l’Osservatorio nazionale delle risorse saharawi, si prevedono in esaurimento entro i prossimi trecento anni. Così come anche l’estrazione intensiva di idrocarburi concessa nelle acque saharawi sta minacciando la vita sui fondali.

Ma uno degli elementi da cui si evince l’importanza a consolidare la partnership tra Israele e Marocco è senza dubbio quello che riguarda l’alleanza militare e la promozione dell’industria di armamenti.

Nel contesto della cooperazione per fronteggiare il fenomeno del terrorismo e arginare lo sviluppo delle relazioni militari nell’area di influenza iraniana, infatti, il Ministro della difesa Benny Gantz firmava nel 2021 un accordo quadro a Rabat, in previsione di un rafforzamento dei legami tra i servizi di intelligence israeliani e marocchini, dell’investimento comune per le spese militari e del coinvolgimento degli eserciti in addestramenti di difesa congiunti.

Secondo un rapporto rilasciato dal Dipartimento britannico per le imprese, datato 2014, la compravendita di armi tra Israele e Marocco ha origini che risalgono ancor prima agli Accordi di Abramo. Israele negli ultimi dieci anni avrebbe venduto sistemi di spionaggio e cyber guerra attraverso paesi terzi e in totale segretezza. A riprova di ciò, il Fronte Polisario rilasciava delle immagini satellitari già nel 2018, che premettevano la presenza di droni di fabbricazione israeliana nell’aereoporto di Dakhla, e denunciava l’utilizzo di velivoli targati israele contro gli obiettivi delle forze di difesa saharawi durante la ripresa delle ostilità tra le forze di occupazione marocchine e le forze di liberazione saharawi. L’alleanza militare non sarebbe una novità per il Polisario, che alla luce dei nuovi accordi bellici tra le due potenze, ricordava come il Regno del Marocco avesse già ottenuto il supporto di Israele nella costruzione del Muro militare e con l’invio di carri armati, come anche ammesso dal ricercatore dell’Istituto israeliano per le politiche estere regionali, Einat Levi.

Quella che gli americani avevano definito una normalizzazione dei rapporti diplomatici, è parsa in realtà una nuova alleanza di guerra tra il regime sionista e i regimi reazionari “in contrasto coi valori dei diritti umani e della democrazia”, aveva scritto l’attivista e giornalista investigativo marocchino Abdellatif El Hamamouchi.

Nel settembre 2022, il sito spagnolo Infodron informava dell’acquisto da parte del Marocco di centocinquanta droni VTOL WanderB e ThunderB dalla Bluebird aero system, società di progettazione e produzione di apparecchi per sistemi aerei tattici senza pilota, posseduta al 50% dall’IAI, l’Industria aeronautica israeliana. Il primo pacchetto di droni WanderB, ottenuto a un costo stimato di cinquanta milioni di dollari, era già stato testato nell’esercitazione militare della FAR ad Ourzazate nel 2019. Grazie alle componenti acquistate, lo sviluppo dei motori e di altre parti dei droni verrebbe ultimato in Marocco nell’ottica della costruzione di un’industria bellica locale. L’accordo tra i Ministri della difesa, prevedeva finanche la collaborazione dei due paesi nella realizzazione di un centro di ricerca coadiuvato. Sempre il sito Infodron, evidenziava anche l’acquisto nel 2021 dall’IAI di droni harops nel modello kamikaze, vale a dire aerei armati senza pilota che localizzano e attaccano i radar di droni nemici, per poi esplodere al momento dell’impatto, a un costo di circa 22 milioni di dollari.

Dalla rapidità con cui si sono sviluppati i rapporti militari dopo gli Accordi di Abramo, è emerso come il Marocco negli ultimi anni abbia espresso non una semplice passiva subordinazione verso le importazioni dall’industria bellica israeliana, piuttosto una vera e propria ambizione mirata a sviluppare progetti per la crescita di una propria industria della guerra. Tra il 2021 e 2022, con l’attuazione del decreto Legge 10.20 sui materiali e sulle attrezzature per la difesa e la sicurezza, le armi e le munizioni, il Regno del Marocco sanciva di fatto le basi giuridiche per inserirsi nella classifica dei futuri produttori e esportatori di armamenti. L’operazione marocchina, venduta nel quadro di una modernizzazione della difesa sostenibile e nel contrasto al traffico di armi illecite, si innalzerebbe in favore del principio di un’autonomia logistico-operativa in correlazione al bisogno dell’autosufficienza delle attrezzature per la difesa e la sicurezza nazionale dei paesi in via di sviluppo. La “politica dell’industria della difesa” (PID), viene definita dalla succitata Legge “la consacrazione di una volontà di emancipazione per la ricerca di una libertà d’azione” oltre che “l’alternativa appropriata alla tirannia dei limiti giuridici e delle restrizioni politiche che caratterizzano il commercio dei materiali di difesa e sicurezza”.

Gli investimenti sulle energie rinnovabili e non, e le affinità belliche tra Israele e Marocco, non rappresentano semplicemente lo sfondo geopolitico sul quale si muovono le resistenze palestinesi e saharawi, ma allo stato attuale esprimono una brutale escalation coloniale già tangibile a partire dalla Striscia di Gaza, da anni considerata un laboratorio di guerra a cielo aperto e dove alla catastrofe umanitaria si somma la catastrofe ambientale. Il recente studio prodotto dai ricercatori del Social science research network inglese, ha quantificato che i bombardamenti aerei unitamente all’invasione di terra a Gaza, abbiano provocato quasi trecentomila tonnellate di anidride carbonica in poco più di sessanta giorni dal 7 Ottobre, a esclusione di emissioni inquinanti difficilmente calcolabili come quelle di gas metano.

L’attacco del 29 gennaio da parte del Fronte Polisario alle basi marocchine nella regione di Amagli Dachra, risponde alla presenza delle forze armate marocchine, sempre più massiccia che echeggia come una sirena d’allarme per i prossimi genocidi sulle rive nord africane del mediterraneo.

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AFGHANISTAN – L’anno nuovo è iniziato nel sangue. Attentati dell’Isis a raffica


Nel primo mese del 2024, si è intensificata la frequenza degli attentati a Kabul. Molti sono stati rivendicati dallo Stato Islamico. La nuova escalation fa tremare il Paese. L'articolo AFGHANISTAN – L’anno nuovo è iniziato nel sangue. Attentati dell’Isis

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Di Valeria Cagnazzo

(foto di archivio – ABNA)

Pagine Esteri, 30 gennaio 2024 – Il 2024 è iniziato all’insegna della violenza in Afghanistan, dove in sole quattro settimane il numero di esplosioni e attacchi nella città di Kabul ha superato quello registrato nel 2023. Dall’ascesa dell’autoproclamato governo talebano, gli attacchi terroristici e gli scontri nel Paese si erano progressivamente ridotti. L’ emirato islamico dell’Afghanistan ha fatto della rinnovata sicurezza nel Paese uno dei motivi fondamentali della sua propaganda. Il primo mese del 2024, però, con l’intensificarsi delle violenze nella capitale a danno dei civili, lascia presagire un ulteriore deterioramento della situazione.

La prima esplosione si è verificata il 6 gennaio, nel distretto di Dash-e-Barchi, uccidendo due passeggeri, secondo altre fonti cinque, di un minibus e facendo almeno 14 feriti. Il giorno successivo, lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato. Il quartiere è abitato dalla comunità hazara, da sempre nel mirino del gruppo terroristico.

Il 9 gennaio, tre persone sono rimaste uccise e almeno quattro ferite nell’esplosione di un ordigno magnetico installato in un’automobile, nel 16° distretto di Kabul, nell’area di Alokhil. Il portavoce del Comando di Sicurezza della città in quell’occasione ha annunciato l’immediato arresto da parte della polizia del presunto responsabile.

Solo due giorni dopo, l’11 gennaio, nelle strade di Kabul è tornato a scorrere sangue. La mattina presto, una prima esplosione, di un ordigno collocato sotto a un’automobile, si era verificata vicino a una moschea nella città, senza fare apparentemente vittime. Poche ore dopo, una bomba è esplosa fuori da un centro commerciale, di nuovo nel quartiere hazara di Dash-e-Barchi, provocando 2 morti e diversi feriti. Quindici di loro sono stati portati nell’ospedale chirurgico per vittime di guerra della ONG Emergency nella città. In quell’occasione, l’ospedale ha attivato il protocollo delle mass casualties, come spiegato dal Country Director dell’organizzazione, Francesco Sacchi: “Il bersaglio di questi attacchi è la popolazione civile: i minibus che trasportano i lavoratori, i mercati… E mentre lo scorso anno per otto mesi di fila da marzo a ottobre non si erano registrati attentati, ora in meno di una settimana, dal 6 all’11 gennaio, ci sono stati quattro attacchi a Kabul. Fatti che preoccupano, sia per il numero che per la cadenza degli ultimi attacchi”.

Il 20 gennaio, a essere colpita è stata la provincia di Kunar: secondo le fonti governative, sarebbero morte tre persone e ferite sei. Il 25 gennaio un’altra esplosione, questa volta sarebbe stata registrata nei pressi dell’ambasciata russa di Kabul: avrebbe provocato la morte di due membri dello staff del consolato e diversi feriti. Il ministero degli Esteri dell’autoproclamato emirato islamico dell’Afghanistan ha espresso nella stessa giornata la sua forte condanna per l’attacco e l’impegno a rafforzare le misure di sicurezza nei confronti delle ambasciate internazionali.

E’ del 29 gennaio, infine, la notizia di un nuovo attentato, sempre nella città di Kabul, nella zona PD4. Secondo quanto dichiarato dall’ONG Emergency immediatamente dopo l’esplosione, già tre vittime sarebbero state ricevute nel suo ospedale di chirurgia di guerra, una di queste è un uomo severamente ferito al midollo spinale da una scheggia.

L’aumentata frequenza degli attacchi è un triste presagio per i prossimi mesi: nonostante il governo de facto dei talebani annunci nuove strategie per rafforzare la sicurezza nel Paese, l’intensificarsi della violenza rivela le intenzioni delle formazioni terroristiche presenti sul territorio, in particolare quelle dello Stato Islamico, rivale all’emirato talebano nel Paese: con i nuovi attentati rivendica una forza in espansione, soprattutto ai danni delle minoranze come quella hazara. La sua strategia del terrore sta tornando a far tremare il Paese. Pagine Esteri

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VERSIONE ITALIANA UE, LA COMMISSIONE EUROPEA ISTITUISCE UN UFFICIO PER LA AI E’ notizia di oggi che la Commissione Europe ha annunciato un nuovo pacchetto di misure a sostegno delle start-up e delle piccole e medie imprese nell’ambito dell’intelligenza artificiale che ha come obiettivo principale quello di sviluppare una AI affidabile e rispettosa delle norme …


ANCORA SUI PORTI: COME AVVIENE IL PASSAGGIO DELLE MERCI ILLEGALI (DROGA COMPRESA). DAL RIP ON/OFF AL CONTAINER “CLONE”


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L’allarme recentemente lanciato dal Belgio, nella sua veste di presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, e l’accordo da questi ricercato in ambito europeo per rafforzare la sicurezza dei porti dell’intera #UE ha acceso i fari sulla situazione degli scali portuali europei e della merce illegale (dalla droga alle merci contraffatte) che attraverso essi raggiungono il continente e vengono al suo interno smerciate. Dell’argomento abbiamo dato conto sul blog, ma pare opportuno ritornarci per far comprendere gli aspetti operativi dell’attività di contrabbando e superamento delle barriere doganali da parte delle organizzazioni criminali.

I porti dell’UE sono infrastrutture cruciali per il trasporto di merci in tutta Europa e per garantire il buon funzionamento del mercato europeo. Tuttavia, vengono sfruttati anche per trasferire merci illegali nell’UE e sono vulnerabili all’infiltrazione di reti criminali. L’enorme volume di container movimentati ogni anno (ogni anno giungono nel porto di Genova o in quello di Trieste circa 2,8 milioni di container) e la bassa percentuale che può essere ispezionata fisicamente (nel 2021 per i principali porti Ue sono passate 3,5 miliardi di tonnellate di merci lecite. Nei porti italiani a fronte della movimentazione di circa 11 milioni e mezzo di contenitori “teu” solo tra il 2 e il 10% viene ispezionato fisicamente) rendono estremamente difficile il rilevamento delle merci illecite. Dato che molti attori pubblici e privati hanno accesso alle infrastrutture portuali e alle informazioni portuali, le opportunità di infiltrazione e facilitazione delle spedizioni illecite sono molteplici.

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Le reti criminali organizzano l’infiltrazione nei porti e coordinano le reti locali di addetti ai porti corrotti per organizzare il passaggio di container contenenti merci illecite nell’UE. Si affidano a reti mondiali con membri fidati o utilizzano fornitori di servizi dedicati. Funzionano in modo mirato, analizzando i dati privilegiati per selezionare le spedizioni di container che hanno meno probabilità di essere ispezionate e che sono organizzate da società di logistica dove hanno accesso ad attori corrotti.

I METODI: DAL RIP ON/RIP OFF AL CONTAINER “CLONE”

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Con riguardo alla droga, si pensi che il 90% della cocaina arriva via mare. Nel container Il metodo rip on/rip off è uno dei principali impiegati dai trafficanti. Nel porto di partenza, la droga è posta nel container in un luogo facilmente raggiungibile, per essere poi trasportata insieme alla merce da un destinatario/importatore legittimo, spesso ignaro della situazione. A destinazione è recuperata all'interno o all'esterno del porto dalle “squadre di estrazione”. Il metodo di commutazione più recente implica il trasferimento dello stupefacente da un container extra UE ad un altro container che ha meno o nessun rischio di essere controllato. Spesso gli stupefacenti vengono trasferiti in un contenitore intercomunitario trasportato da un paese dell'UE all'altro, poiché questi container vengono raramente controllati. Un'altra variante del metodo di commutazione è la clonazione di container. Questo metodo implica un contenitore pianificato per una scansione e un controllo tramite dogana. Quando il container è trasportato allo scanner, il container originale lascia il porto e viene sostituito da un container “clonato”, con lo stesso numero di registrazione di quello originale. Tutti questi modus operandi richiedono il sostegno degli addetti ai lavori operanti nel porto.

QUALI MISURE PREVENTIVE?


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Una delle misure più efficaci per colmare le lacune nel processo logistico è il principio dell’accesso ai dati e ai sistemi di database. La limitazione dell’accesso ai codici di riferimento dei container da parte delle società di logistica si è già rivelata una soluzione efficace contro questo Modus Operandi. Altre misure preventive che i porti e gli attori legati ai porti devono adottare includono la registrazione e la tracciabilità dell’accesso ai database ai dati sensibili, sistemi di allarme per rilevare irregolarità e maggiori controlli delle credenziali dei camionisti ai terminal per rafforzare le procedure di rilascio dei container. La circolazione di informazioni tra i vari porti europei può essere determinante per scoprire come agiscono le organizzazioni criminali, che trovano metodi nuovi per nascondere i carichi illegali, in particolare di stupefacente.

IL PROBLEMA DELLA CORRUZIONE
La corruzione è il fattore chiave per l’infiltrazione criminale nei porti, poiché i processi logistici svolti nei porti comportano la partecipazione di vari attori che possono essere presi di mira dalla corruzione. Le spese di corruzione possono raggiungere centinaia di migliaia di euro, con le tariffe più alte pagate agli anelli essenziali della catena estrattiva, spesso operatori di gru, progettisti o dipendenti che forniscono accesso alle informazioni tramite sistemi IT.

L’APPROCCIO COMUNE ALLA SICUREZZA DEI PORTI
Una risposta adeguata contro l’appropriazione indebita dei codici di riferimento dei container e di altri Modus Operandi per l’estrazione di droga richiede un approccio a livello europeo, compreso un approccio comune alla sicurezza dei porti e una più stretta cooperazione con i partner privati. I partenariati pubblico-privato possono offrire l’opportunità di scambiare informazioni tattiche e operative, identificare le vulnerabilità nelle procedure portuali a livello europeo e promuovere e implementare misure di sicurezza per colmare le lacune.

#EuropeanPortsAlliance #Alleanzaeuropeadeiporti



Elena Mazzoni* Il destino del termovalorizzatore di Roma è appeso ad una goccia...d'acqua La questione della scarsità della risorsa idrica preoccupa amm



Luigi De Magistris - Ho seguito con interesse il dibattito sul manifesto in vista delle prossime europee e da ultimo l’intervento di Michele Santoro. Consi


📣 #Maturità2024: Greco al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territo…


FPF Announces International Technology Policy Expert as New Head of Artificial Intelligence


FPF has appointed international technology policy expert Anne J. Flanagan as Vice President for Artificial Intelligence (AI). In this new role, Flanagan will lead the privacy organization’s portfolio of projects exploring the data flows driving algorithmi

FPF has appointed international technology policy expert Anne J. Flanagan as Vice President for Artificial Intelligence (AI). In this new role, Flanagan will lead the privacy organization’s portfolio of projects exploring the data flows driving algorithmic and AI products and services, their opportunities and risks, and the ethical and responsible development of this technology.

Flanagan joins FPF with almost 20 years of experience in international strategic technology governance and development. She has a proven track record of bringing together stakeholders worldwide, including businesses, governments, academics, and civil society organizations, to co-design policy frameworks that address our time’s most intractable technology policy issues.

“Anne is a true leader of efforts to establish policies and standards for emerging technologies,” said Jules Polonetsky, CEO of FPF. “The vast amounts of data that enable AI and the myriad uses are creating some of the most exciting opportunities for progress, but also some of the gravest risks the world has faced. We’re eager for Anne to build on FPF’s extensive current portfolio of AI projects and open up new initiatives.”

As Deputy Head of Division for Telecommunications Policy & Regulation at the Department of Communications, Climate Action, and Environment in Ireland, Flanagan was responsible for developing Ireland’s technical policy positions and diplomatic strategy regarding EU legislation on telecommunications, digital infrastructure, and data. She represented Ireland in the EU Digital Single Market Strategic Group at the European Commission and the Working Party on Telecommunications and Information Society at the Council of the European Union. Flanagan also played a crucial role in the EU’s early approach to AI governance, contributing to the foundational work on the EU’s Digital Single Market.

Since moving to the U.S. in 2019, Flanagan has held several senior positions in technology policy, including at the World Economic Forum’s Centre for the Fourth Industrial Revolution and, most recently, Reality Labs Policy at Meta Platforms Inc. In all of these senior roles, her research and expertise has helped technology business leaders shape responsible and sustainable technology development.

“I have seen global leaders, from governments to CEOs, struggle with developing AI in an ethical and responsible manner,” said Flanagan. “This is complicated by the unprecedented speed in AI innovation and an intersection with other emerging technologies and policy issues. As we think about managing AI, human centricity needs to be at the forefront of any approach, and therefore, the importance of data stewardship becomes vital. I’m excited for this opportunity at such a distinguished organization as the Future of Privacy Forum, where these concerns are already front and center. I look forward to working towards building sustainable and trustworthy policy solutions with diverse stakeholders globally.”

Since 2015, FPF has worked with corporate, civil society, and policy stakeholders to develop best practices for managing risks posed by AI and has worked to assess whether data protection practices such as fairness, accountability, and transparency are sufficient to answer the ethical questions they raise. More recently, FPF explored the challenges and responsible applications regarding AI in the workplace with its 2023 Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies and updated its 2020 report, The Spectrum of Artificial Intelligence and accompanying Spectrum of Artificial Intelligence Infographic. Additional FPF AI projects include Automated Decision-making Under the GDPR, Generative AI for Organizational Use: Internal Policy Checklist, Unfairness By Algorithm: Distilling the Harms of Automated Decision-Making and more.

Flanagan holds a Masters in Economics and Political Science from Trinity College Dublin, a Masters in International Relations from Dublin City University, and a Masters of Business Administration from Trinity College Dublin. A former appointee to the UK Government’s International Data Transfers Expert Council, Flanagan is also a Member of the Board of Advisors of the Innovation Value Institute (IVI) at Maynooth University and a recognized Woman Leader in Data and AI at WLDA.tech.


fpf.org/blog/fpf-announces-int…

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La destra israeliana si riunisce sulla ricostruzione delle colonie a Gaza


12 ministri del governo Netanyahu e 15 parlamentari della coalizione di maggioranza si sono impegnati a ricostruire gli insediamenti ebraici israeliani nel cuore della Striscia di Gaza e a incoraggiare l’“emigrazione” della popolazione palestinese L'arti

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della redazione

Pagine Esteri, 29 gennaio 2024 – Ieri sera fronte a un pubblico di migliaia di coloni e di attivisti di destra, 12 ministri del governo Netanyahu e 15 parlamentari della coalizione di maggioranza si sono impegnati a ricostruire gli insediamenti ebraici israeliani nel cuore della Striscia di Gaza e a incoraggiare l’“emigrazione” della popolazione palestinese dopo la fine della guerra.

I ministri del Likud, il partito di maggioranza relativa, presenti all’evento erano Miki Zohar, Haim Katz, Idit Silman, Shlomo Kahri, May Golan e Amichai Chikli. Hanno partecipato anche i ministri di Otzma Yehudit (Potere Ebraico) Ben Gvir, Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu, insieme a Bezalel Smotrich e Orit Strock di Sionismo Religioso. Presenti anche un ministro il Partito del Giudaismo della Torah e l’influente rabbino Dov Lior. La folla, circa 3mila persone, è giunta in maggioranza dalle comunità sioniste religiose. Presenti centinaia di giovani e molte famiglie, compresi bambini piccoli.

A nome degli organizzatori della conferenza che si è tenuta al Centro Congressi di Gerusalemme, la presidentessa dell’associazione dei coloni, Nachala, e attivista degli insediamenti Daniella Weis ha chiesto che i 2,3 milioni palestinesi di Gaza “lascino il territorio” e vadano all’estero. “Milioni di profughi di guerra vanno da un paese all’altro in tutto il mondo”, ha dichiarato Weiss, contestando che solo quelli che ha descritto come i “mostri cresciuti a Gaza (i palestinesi)” restino collegati ad essa. Weiss ha quindi proclamato che “Solo il popolo di Israele si stabilirà sull’intera Striscia di Gaza e la governerà”.

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“E’ ora di tornare a casa a Gush Katif”, ha detto da parte sua il ministro della Sicurezza e leader dell’estrema destra, facendo riferimento al nome del blocco di insediamenti israeliani a Gaza evacuato con il Piano di Disimpegno del 2005. Ben Gvir e il suo collega Smotrich, insieme a sei parlamentari della coalizione, hanno firmato quello che è stato soprannominato il “Patto di vittoria e rinnovamento degli insediamenti” a Gaza. Uno striscione alzato dalla folla diceva: “Solo un trasferimento [di palestinesi da Gaza] porterà la pace”.

Israele ha smantellato i 21 insediamenti ed evacuato 8.000 coloni da Gaza circa 19 anni fa.

Netanyahu non ha partecipato alla conferenza e sabato sera aveva dichiarato di essere contrario al reinsediamento a Gaza di coloni. Ha inoltre smentito che il tema della conferenza rappresenti una politica del suo governo. Una posizione conseguenza anche dell’opposizione degli Stati Uniti e di altri paesi alleati di Israele alla colonizzazione di Gaza, al centro di offensiva israeliana devastante che ha fatto oltre 26mila morti, decine di migliaia di feriti e distrutto interi centri abitati palestinesi.

Qualcuno però sostiene che la colonizzazione di Gaza diventerà un pilastro della campagna elettorale della destra quando Israele andrà al voto. Pagine esteri

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#NotiziePerLaScuola

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Se la (dis)informazione è arma di una guerra ibrida. L’opinione del gen. Tricarico


Ho ripreso a leggere il Corriere della Sera, di cui ero fedelissimo, solo quando anni fa sparì o quasi dal quotidiano milanese la firma di Andrea Purgatori, un giornalista che non passava giorno che non inventasse di sana pianta qualcosa sulla tragedia di

Ho ripreso a leggere il Corriere della Sera, di cui ero fedelissimo, solo quando anni fa sparì o quasi dal quotidiano milanese la firma di Andrea Purgatori, un giornalista che non passava giorno che non inventasse di sana pianta qualcosa sulla tragedia di Ustica, giungendo alla fine a firmare ben trentadue versioni diverse sulla dinamica e sulle cause dell’attentato al DC9 Itavia del 27 giugno 1980. Mettendo nel contempo a punto un colossale imbroglio ai danni della verità, oltre che del cittadino, delle istituzioni e non ultimo, dell’erario.

Non sono invece un lettore assiduo de Il Fatto Quotidiano e tuttavia, la stima per il suo fondatore Antonio Padellaro e la indubbia postura di giornalista che non fa sconti, sistematicamente documentato e credibile sui vari dossier di Marco Travaglio non possono insieme annullare l’incredibile sortita di Giampiero Calapà, il quale, in un articolo pubblicato il 27 gennaio dal titolo: “Crosetto segreto: ‘Putin vince e attacca i Baltici. Poi Trump…”, ha messo infila una serie di variopinte falsità a carico del ministro della Difesa, accusato in buona sostanza di sostenere a porte chiuse tesi e visioni in netta contrapposizione a quelle manifestate pubblicamente, anche in campo internazionale.

In altri termini, se all’epoca cancellai il Corriere della Sera dalle mie letture per le motivazioni legate alla mendacia di Purgatori, oggi stessa sorte mi sembra dover indicare per Il Fatto Quotidiano a causa degli scoop del meno noto ma ugualmente caratterizzato Calapà.

Più nel concreto, ho letto l’articolo de Il Foglio (che ha potuto ascoltare l’audio dell’evento), e ho avuto la possibilità di riscontrare da fonti terze, e personalmente dagli organizzatori dell’evento al Grand Hotel, che nulla, ma veramente nulla, di quanto attribuito al ministro della Difesa corrispondeva a verità; la sciatteria dell’estensore balzava addirittura agli occhi, seppure ve ne fosse stato bisogno, da quel “chat house” detto e ripetuto al posto di “Chatham House”, per certificare il carattere di riservatezza dell’evento organizzato da Ernst and Young.

Non vale la pena entrare nel merito della questione (il falso è falso), quanto invece riflettere su come sia possibile che certo giornalismo sia sceso a questi livelli.

Mi sentirei di paragonare lo scivolone de Il Fatto all’incredibile chiamata alle armi contro il governo di Marcello Degni, il magistrato contabile collocato dal PD presso la Corte dei Conti.

In quella circostanza Elly Schlein si guardò bene dal censurare il comportamento riprovevole di un “suo uomo”, innescando forti sospetti se non la certezza, che distaccare propri uomini presso le istituzioni dello Stato equivalesse a continuare a contare sulla loro militanza attiva, in costanza di fedeltà al partito e, se necessario, di infedeltà al mandato istituzionale.

Esprimere riprovazione dal Nazareno per il comportamento di Degni sarebbe equivalso a sconfessare pubblicamente se stessi, ossia l’obbligo della militanza, la linea della sola fedeltà al partito, ad ogni costo.

Tornando a Il Fatto, se Marco Travaglio non dovesse sanzionare in qualche maniera Calapà o addirittura continuasse a tacere sull’argomento, commetterebbe lo stesso errore di Schlein, dando purtroppo la sgradevole ma incontrovertibile sensazione che il giornalismo – certamente il suo – venga ormai praticato nell’inosservanza e forse nel disprezzo, dei principi cardine ed irrinunciabili della deontologia professionale.

Non comprendendo – e questo è lo strano che unisce ancora una volta la politica politicante a certo giornalismo – che, non essendo gli italiani degli sprovveduti, l’effetto boomerang non tarderà a palesare i suoi risultati.

Se oggi dovessi spiegare a qualcuno il significato della dizione “eterogenesi dei fini” non avrei dubbi nel farmi assistere dall’esempio decisamente calzante dell’articolo su Crosetto; spiegando che il quotidiano, ricorrendo come nel caso di Calapà ad ogni mezzo, leggasi mistificazione, falsità e fantasiose invenzioni, pur di affermare la linea editoriale, provocherà esattamente l’effetto contrario, una semplice alzata di spalle da parte di chi doveva essere inchiodato alle proprie responsabilità.

Con buona pace per il ruolo della stampa a guardia della democrazia ed a tutela dalla degenerazione del potere.

Non sarei stupito se proprio un’alzata di spalle fosse, quantomeno in prospettiva, la reazione di Crosetto e degli altri esponenti di governo più impegnati nella compagine che gli italiani hanno votato. E se non lo fosse, da cittadino, da elettore e soprattutto da servitore pluridecennale dello Stato, la reclamerei a gran voce rispetto al comportamento di certa stampa che sembra aver smarrito ogni giorno di più la propria funzione.


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In Cina e Asia – Evergrande, tribunale di Hong Kong ordina liquidazione


In Cina e Asia – Evergrande, tribunale di Hong Kong ordina liquidazione evergrande
I titoli di oggi: Evergrande, tribunale di Hong Kong ordina liquidazione Cina e Stati Uniti tornano a parlare di contrasto alla diffusione del fentanyl Cina e Corea del Nord “rafforzeranno la comunicazione strategica Cina, ricompense a chi presenta delle donne da sposare agli scapoli nelle zone rurali La Cina è “il leader delle rinnovabili” India e Francia rafforzano le relazioni ...

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Africa Rossa – In attesa del Piano Mattei, la Cina si allarga in Africa


Africa Rossa – In attesa del Piano Mattei, la Cina si allarga in Africa Africa
Il Piano Mattei prenda forma: venticinque capi di Stato e di governo, i vertici europei da Ursula von der Leyen a Roberta Metsola, rappresentanti dell’Onu, della Fao e del Fondo monetario. È un parterre decisamente ricco quello che, tra domenica 28 e lunedì 29 gennaio, sarà protagonista a Roma della prima conferenza di alto livello Italia-Africa. Convitato di pietra la ...

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VERSIONE ITALIANA UK, TELECAMERE PER IL RICONOSCIMENTO FACCIALE INSTALLATE NEI DISTRETTI SVANTAGGIATIIn Inghilterra la Southern Co-op, utilizza le telecamere con riconoscimento facciale nelle sue 34 filiali che sono distribuite in diversi quartieri tra i quali 14 ritenuti “a basso reddito”. Il professor Pete Fussey, direttore del Centro per la ricerca sull’informazione, la sorveglianza e la …


Reti criminali ad alto rischio. Offensiva di Europol e delle forze di polizia di 17 paesi contro le organizzazioni nigeriane


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Tra il 7 e il 9 dicembre 2023 #Europol ha coordinato una massiccia operazione internazionale contro le reti criminali nigeriane attive nell' #UE ed in ambito internazionale, anche grazie a 16 partner provenienti da quattro continenti, che hanno unito le forze per combattere le #reticriminalinigeriane responsabili di una moltitudine di gravi crimini.
Si è trattato di una operazione internazionale senza precedenti, che ha visto impegnate forze dell'ordine di tutta Europa, Africa, Sud America e Nord America per un totale di 468 funzionari ed agenti che hanno preso parte alla giornata di azione.
La repressione ha preso di mira i criminali nigeriani responsabili di reati come il contrabbando e la distribuzione di droga, la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, la frode, il contrabbando illegale di rifiuti e il riciclaggio di denaro.
I risultati dell'operazione includono tra l’altro 15 persone arrestate e la individuazione di 18 vittime o potenziali vittime della tratta di esseri umani, mentre sono stati monitorati 398 voli e 13 porti e altri valichi di frontiera
Le reti criminali nigeriane sono note per la tratta di esseri umani e una serie di frodi, ma negli ultimi anni hanno anche guadagnato un forte punto d'appoggio nel traffico di droga in diversi mercati dell'UE, essendo i trafficanti di droga nigeriani particolarmente attivi nel trasporto e nella distribuzione sia di cocaina che di eroina.
Uno dei modus operandi più comunemente osservati per il trasporto di stupefacenti all'interno e all'esterno dell'UE è quello aereo. I corrieri della droga provenienti sia dalla Nigeria che dall'UE fanno viaggi frequenti e contrabbandano droghe sulla loro persona, in genere ingerite, nascoste nelle cavità del corpo o nascoste nei bagagli.

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Inoltre, il quadro di intelligence messo insieme dalle forze dell'ordine internazionali mostra che le reti criminali nigeriane coordinano gran parte del traffico di anfetamine. Questi farmaci vengono solitamente spediti dai paesi africani attraverso l'UE verso destinazioni asiatiche o australiane. Per garantire che i corrieri della droga o le vittime della tratta di esseri umani rimangano sotto il loro controllo, i boss applicano misure come gravi minacce, l'uso di violenza estrema o l'intimidazione con oscure pratiche religiose.

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In genere, le reti criminali nigeriane sono ben organizzate con una gerarchia quasi miliziana. Con la promessa di protezione e potere, le società segrete (note come confraternite o cults) reclutano nuovi membri. Queste società segrete sono talvolta chiamate confraternite. Queste organizzazioni criminali sono state istituite in tutto il mondo e fungono da spina dorsale del crimine organizzato nigeriano.
Durante la fase d'azione, nel dicembre 2023, Europol ha ospitato un centro operativo per coordinare le attività internazionali e effettuare controlli incrociati con la sua banca dati. L'INTERPOL ha supportato l'azione con un analista presso il centro di coordinamento e un team che ha effettuato controlli incrociati a distanza delle banche dati di tutte le organizzazioni e ha fornito competenze sul campo.

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L'attività di contrasto su larga scala è stata sostenuta da @ON, una rete operativa finanziata dal Fondo Sicurezza interna (ISF) dell’Unione Europea, creata per contrastare i gruppi criminali e le forme gravi di criminalità organizzata di stampo mafioso. La rete #@ON si concentra sulle priorità dell'UE in materia di criminalità organizzata delineate nel ciclo programmatico dell'UE. Ricordiamo che la rete operativa @ON ha l’Italia tra i suoi protagonisti; la nostra nazione è rappresentata dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) in qualità di Project Leader. L’ azione operativa della quale abbiamo raccontato, della durata di due anni, faceva parte del piano d'azione operativo prioritario dell'#EMPACT "Reti criminali ad alto rischio" ed era guidata da Svezia e Belgio.



Dal 1948, dalla Nakba, le Nazioni Unite hanno creato un'agenzia, l UNRWA, United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) che ha



di Marco Bersani, Attac Italia e Cadtm Italia - articolo pubblicato su il manifesto del 17 gennaio 2023 per la Rubrica Nuova Finanza Pubblica - “Se mi si c


#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato all’ISI Sandro Pertini di Lucca che ha attivato nuovi corsi per contrastare la dispersione scolastica e all’IIC Niccolò Pisano di Marina di Pisa, che sarà demolito e ricostruito secondo criteri di una did…


#laFLEalMassimo – Episodio 112: Regole Stringenti e Formalità Burocratiche


Come sempre in apertura ricordo il sostegno di questa rubrica al popolo ucraino ingiustamente e ingiustificatamente aggredito dalla follia espansionista russa che minaccia la libertà di tutte le società aperte del mondo libero. Venendo alle faccende di ca

Come sempre in apertura ricordo il sostegno di questa rubrica al popolo ucraino ingiustamente e ingiustificatamente aggredito dalla follia espansionista russa che minaccia la libertà di tutte le società aperte del mondo libero.

Venendo alle faccende di casa si parlato molto dell’abbassamento dei limiti di velocità nel comune di Bologna, dividendosi come sempre in fazioni ideologiche con scarsa attenzione ai fatti e alle valutazioni quantitative.
Sul tema un articolo de lavoce.info titola in modo abbastanza esplicito “Zone 30, un dibattito senza dati” per sostenere che le analisi svolte e le valutazioni convenienza sono basate su un set informativo inadeguato e insufficiente.

Ma non si può condannare troppo un’amministrazione locale, magari mossa da lodevoli intenti secondo si sostenitori della misura o più interessata o interessata a fare cassa con le multe secondo i detrattori.

Come sempre avviene in questo paese il problema è culturale e risiede nell’ingenua illusione che la soluzione dei problemi possa venire dall’introduzione di regole più restrittive ignorando colpevolmente che l’elefante nella stanza risiede nel modo in cui queste vengono fatte rispettare e di quanto sia semplice o conveniente infrangerle.

Non funzionano le restrizioni all’uso dei contanti o le infinite nuove regole fiscali, spesso in contraddizione le une con le altre, perché spesso si tratta appunto di norme di facciata, di messe in piedi per apparire formalmente adempienti a questa o quella istanza dei propri sostenitori o qualche normativa sovranazionale. Troppe regole troppo stringenti sono il sogno bagnato di burocrati e oppressori e l’incubo dei cittadini liberi.

Una società civile e moderna dovrebbe avere poche regole semplici e meccanismi adeguati che ne salvaguardino il rispetto. L’alternativa è semplice demagogia, captatio benevolentiae e maldestro tentativo gattopardiano cambiamento tutto affinché nulla cambi.

youtube.com/embed/9GnY9raGZ6s?…

L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 112: Regole Stringenti e Formalità Burocratiche proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Giornata della protezione dei dati: il 74% degli esperti afferma che le autorità di protezione dei dati continuerebbero a rilevare "violazioni rilevanti" nella maggior parte delle aziende noyb ha condotto un'indagine tra oltre 1000 professionisti della protezione dei dati che lavorano in aziende europee DPO Survey Header


noyb.eu/it/data-protection-day…

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INCONTRO TRA IL COMANDANTE GENERALE DEI CARABINIERI ED IL CAPO DELL’UFFICIO DI COORDINAMENTO STATUNITENSE TRA ISRAELE ED AUTORITÀ PALESTINESE


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Avevamo parlato della richiesta degli Stati Uniti di avere distaccati due ufficiali dell’Arma dei carabinieri presso l'Ufficio del coordinatore della sicurezza degli Stati Uniti per Israele e l'Autorità palestinese qui => noblogo.org/cooperazione-inter… .
In questi giorni il coordinatore della sicurezza degli Stati Uniti per Israele e l'Autorità palestinese, il tenente generale Michael R. Fenzel dello US Army (Esercito americano) è stato a Roma per incontrarsi con il Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, Comandante Generale dei carabinieri.
L’Ufficio del Coordinatore è stato istituito nel marzo 2005. L'USSC (così in sigla) è una agenzia governativa statunitense si coordina con il governo di Israele e l'Autorità palestinese per rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza, guida gli sforzi della coalizione nel consigliare l'Autorità Palestinese sulla riforma del settore della sicurezza e raccomanda opportunità alle nazioni e alle organizzazioni internazionali per la contribuizione allo sviluppo di un settore della sicurezza palestinese che si renda autosufficiente. Nonostante il nome, in realtà si tratta di un team internazionale e interagenzia, con sede a Gerusalemme.
La nostra nazione, attraverso l’ #Armadeicarabinieri, collaborando con l’Ufficio del Coordinatore statunitense fornirà il proprio ausilio nella risoluzione del conflitto in atto tra israeliani e le milizie di Hamas.
Nella tabella sottostante una sintesi dell’attività svolta all’estero dall’Arma



Giornata della protezione dei dati: il 74% degli esperti afferma che le autorità di protezione dei dati continuerebbero a rilevare "violazioni rilevanti" nella maggior parte delle aziende noyb ha condotto un'indagine tra oltre 1000 professionisti della protezione dei dati che lavorano in aziende europee DPO Survey Header


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LISA: parte la missione che studierà le onde gravitazionali dallo spazio l reccom.org

"LISA rileverà, in tutto l’Universo, le increspature nello spaziotempo causate dalla collisione di enormi buchi neri al centro delle galassie. Ciò consentirà agli scienziati di risalire alla loro origine, di tracciare il modo in cui crescono fino a diventare milioni di volte più massicci del Sole e di stabilire il ruolo che svolgono nell’evoluzione delle galassie."

reccom.org/lisa-missione-studi…



Oggi è il #GiornodellaMemoria. Tale data è stata scelta simbolicamente dal Parlamento italiano in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.


VERSIONE ITALIANA GERMANIA, I TEDESCHI VALUTANO LA POSSIBILITA’ DI ASTENERSI DAI NEGOZIATI FINALI SULL’AI ACTIn Germania relativamente alla legge europea sull’intelligenza artificiale si è aperto un dibattito. Il Ministero del Digitale, guidato da Volker Wissing, sta spingendo per astenersi dal voto, mentre il Ministero della Giustizia, guidato da Marco Buschmann, e il Ministero dell’Economia, guidato …


CATTURA DI LATITANTE A SANTO DOMINGO. LA SUA BANDA DI TRAFFICANTI DI COCAINA IN ITALIA PROTAGONISTA DI UNA STORIA “NERA”


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Una storia che tratta di traffico di cocaina dal Centro America alla Liguria mediante ingestione di ovuli, della morte del corriere a causa della apertura di uno degli ovuli ingeriti all’interno del suo corpo e della cinica sezione del suo cadavere per recuperare lo stupefacente da parte della banda che aveva organizzato il viaggio, con l’abbandono del corpo in una zona boschiva. Non è la trama di un romanzo “nero”, ma la cruda realtà di un episodio maturato alla Spezia e che ha avuto l’epilogo con la cattura dei trafficanti, l’ultimo dei quali arrestato nella Repubblica Domenicana un paio di giorni fa, grazie alla collaborazione tra i carabinieri spezzini (che hanno condotto le indagini), il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, nonché la Policìa Nacional di Santo Domingo, che ha eseguito il mandato di cattura internazionale, anche in virtù del trattato di estradizione tra l’Italia e la Repubblica Dominicana sottoscritto ad inizio 2023.

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I fatti come è stato possibile per gli inquirenti ricostruirli a conclusione della vicenda: siamo ad inizio 2022 ed un cittadino venezuelano del 1952 viene convinto da tre cittadini di nazionalità dominicana ed ecuadoregna dimoranti alla Spezia ad effettuare un “viaggio della speranza” trasportando interna corporis più di un kilogrammo di cocaina in ovuli. Fondamentale è però calcolare la quantità di droga e la durata del viaggio aereo, per consentire la evacuazione degli ovuli: in questo caso (così come purtroppo è avvenuto in altre circostanze) il quantitativo eccessivo di cocaina ingerita dal corriere provoca complicazioni che conducono alla sua morte dopo essere giunto in Liguria. I mandanti non si danno per vinti: sezionano il cadavere, recuperano gli ovuli e abbandonano il corpo in una località remota boscosa. Il casuale ritrovamento del cadavere fa scattare le indagini, che conducono ad individuare la banda ed alla emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti di origine sudamericana gravitanti sulla Spezia.

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Quattro degli indagati venivano catturati, mentre un quinto si dava alla latitanza, prima a Barcellona, poi riparando nella nazione di origine, finché – finalmente localizzato – un paio di giorni fa è stato arrestato nella Repubblica Domenicana.



Giorno della Memoria, a Bologna le prove generali della sopraffazione


Piccolo fatto locale emblematico di un grande problema nazionale. Ieri, a Bologna, ho partecipato ad un convegno sull’antisemitismo organizzato dai presidenti del Museo ebraico e della Comunità ebraica locali. Doveva esserci il sindaco del Pd, ma non c’er

Piccolo fatto locale emblematico di un grande problema nazionale. Ieri, a Bologna, ho partecipato ad un convegno sull’antisemitismo organizzato dai presidenti del Museo ebraico e della Comunità ebraica locali. Doveva esserci il sindaco del Pd, ma non c’era. Doveva esserci il rettore dell’Alma Mater, ma non c’era. C’era, invece, un consistente presidio di forze dell’ordine a difesa dei relatori e del pubblico e c’era un manipolo dei collettivi universitari con megafono e striscione. Sullo striscione, la scritta “Il nuovo genocidio è in Palestina…resistenza fino alla vittoria”. Dove la vittoria coincide con la cacciata degli ebrei dal Medio Oriente.

Due considerazioni. La prima. A nessun filo istraeliano verrebbe in mente di andare a contestare un convegno organizzato da organizzazioni filo palestinesi, per i filo palestinesi è invece naturale contestare i filo israeliani e tentare di ridurli al silenzio. Accade un po’ ovunque a livello nazionale ed internazionale, ma a Bologna, dove la sinistra gruppettara e massimalista è sempre stata coccolata dalle autorità accademiche e cittadine, accade un po’ più che altrove. Forse sbagliando, immagino, e questa è la seconda considerazione, che sia stato per questo motivo che il sindaco Matteo Lepore e il Magnifico Rettore Giovanni Molari ieri abbiano preferito non metter piede né faccia in un contesto che secondo lo spirito di fazione imperante è un contesto “ebraico”.

È stato un peccato, perché la sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio era gremita. È stato un peccato, perché le relazioni del professor Asher Colombo dell’Istituto Cattaneo e di Emanuele Ottolenghi della Fondation for Defence of Democracy di Washington sono state molto interessanti. Interessanti e rivelatrici. Dal sondaggio tra gli studenti universitari di tre grandi atenei del Nord Italia illustrato dal primo e dai dati raccolti nei campus e nella società americana dal secondo emergono verità incontrovertibili: l’antisionismo è molto spesso il frutto dell’antisemitismo, è un sentimento che oggi caratterizza la sinistra estrema persino più dell’estrema destra, non ha nulla a che vedere con la sproporzione della reazione israeliana al pogrom del 7 ottobre: preesisteva tale e quale; i bombardamenti su Gaza gli hanno solo dato voce e, nella logica di chi ne è avvinto, lo hanno legittimato.

In rappresentanza del sindaco di Bologna, un assessore ex grillino oggi Pd, Massimo Bugani, ieri ha fatto un discorso fumoso all’insegna del vogliamoci bene. Appariva piuttosto chiaro che i suoi interlocutori ideali non si trovavano in sala, ma erano quelli assembrati fuori dal palazzo.

È stato solo un piccolo fatto locale, certo. Ma forse non è sbagliato leggerlo come la prova generale di quel che accadrà domani, Giorno della Memoria, a livello nazionale.

Formiche.net

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Operazioni multidominio nello Spazio. Ecco l’accordo Covi-Asi


L’ampiezza geografica disegnata dagli impegni fuori area delle Forze armate, nonché la dinamicità e la mutevolezza degli attuali scenari geostrategici, richiedono servizi spaziali sempre più moderni e diversificati. Questa la ragione dietro la firma di og

L’ampiezza geografica disegnata dagli impegni fuori area delle Forze armate, nonché la dinamicità e la mutevolezza degli attuali scenari geostrategici, richiedono servizi spaziali sempre più moderni e diversificati. Questa la ragione dietro la firma di oggi di un Accordo operativo tra il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante del Comando operativo di vertice interforze (Covi) e Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana che fa seguito all’accordo quadro siglato il 10 novembre 2022 tra il ministero della Difesa e l’Asi per la collaborazione nell’ambito delle attività spaziali mediante la realizzazione di studi di comune interesse. Come sottolineato dal generale Figliuolo, “le ormai ineludibili telecomunicazioni satellitari e i prodotti di osservazione della terra consentono ai comandanti di esercitare le proprie funzioni con maggiore tempestività ed efficacia, ma anche al Covi di assicurare unicità di comando e processi decisionali rapidi, corti e flessibili”. Secondo il presidente Valente “questo accordo costituisce un rafforzamento della collaborazione strategica tra l’amministrazione Difesa e l’Agenzia introducendo nuove modalità di cooperazione su temi spaziali nell’ottica della dimensione sempre più operativa e interconnessa del dominio Spazio”.

L’Accordo prevede la collaborazione tra le due parti sulle tematiche delle infrastrutture spaziali operative, l’addestramento e lo svolgimento di operazioni satellitari coordinate, lo studio di sistemi operativi di terra interoperabili civili, duali e militari, con l’obiettivo di condividere dati, prodotti e decisioni sulle operazioni spaziali. “Il settore spaziale è, oggi, sempre più centrale e interconnesso ai territori legati alla Difesa, alla sicurezza dei cittadini e degli interessi del nostro Paese”, ha spiegato Valente, a cui ha fatto eco anche il generale Figliuolo: “. La firma di questo accordo contribuisce a rafforzare il valore della connotazione interagenzia del Covi che, con il supporto dell’Asi, si estende anche nella dimensione spaziale”. Il documento prevede, inoltre, lo studio della collaborazione nell’ambito delle capacità di interoperabilità orbitali nonché la cooperazione su operazioni spaziali di comune interesse anche o solo per motivi addestrativi e di standardizzazione delle operazioni.

Per lo svolgimento di tutte le attività siglate nell’intesa, sarà costituito un Gruppo direzione operazioni (Gdo), composto da due rappresentanti per ciascuna parte, nominati rispettivamente dal comandante del Covi e dal presidente di Asi, con i compiti di organizzare e sovraintendere lo svolgimento e l’applicazione dell’accordo. Il gruppo nominerà al suo interno un presidente, nel rispetto del principio dell’alternanza, su base annuale. I membri avranno mandato di durata biennale, svolgeranno i loro compiti a titolo gratuito e senza corresponsione di alcun gettone di presenza, compenso, rimborso o altro emolumento. Fondamentale in questo quadro sarà anche la collaborazione del Comando delle operazioni spaziali, dipendente dal Covi, guidato dal generale Luca Monaco, che contribuisce efficacemente alla creazione della Joint operational picture, che permette di abilitare il ruolo del comandante del Covi a comandante delle operazioni multi-dominio (terra, mare, aria, cyber e spazio).


formiche.net/2024/01/operazion…



DEAF - DEAF


Il disco è una bomba di 11 tracce, in generale della durata di poco più di un minuto, ma con qualche pezzo di due o tre minuti. In questo poco tempo i DEAF concentrano il meglio della storia del thrash e non solo, con evidenti incursioni talvolta nel metal classico e talvolta nel punk. Il tutto con una scelta di suoni esemplare, che non dà spazio a trigger o chitarre boiler come purtroppo va di moda nel genere oggi, ma con un bel tripudio di valvole e dinamica! Il disco è tutto registrato in analogico, e ci trovo alcune affinità col sound di Prank degli Antares ( disco eccezionale di quello che per me è il miglior gruppo italiano in attività) nonostante il genere diverso. @Musica Agorà

iyezine.com/deaf-deaf

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I “civili” Stati Uniti assassinano il “tarlo” Kenneth Smith l Fronte Ampio

«Nei "civili" Stati Uniti, però, la domanda che si pone "l’opinione pubblica" non è se sia civile e umano per uno stato ordinare l’assassinio di un uomo ma semplicemente se, usando l’azoto come strumento di morte, lo stato "ti ucciderà in un modo conforme al requisito costituzionale che non sia crudele e non sia tortura".»

fronteampio.it/i-civili-stati-…



7 Essential Tips to Protect Your Privacy in 2024


Today, almost everything we do online involves companies collecting personal information about us. Personal data is collected and used for various reasons – like when you use social media, shop online, redeem digital coupons at the store, or browse the in

Today, almost everything we do online involves companies collecting personal information about us. Personal data is collected and used for various reasons – like when you use social media, shop online, redeem digital coupons at the store, or browse the internet.

Sometimes, information is collected about you by one company and then shared or sold to another. While data collection can benefit both you and businesses – like connecting with friends, getting directions, or sales promotions – it can also be used in invasive ways unless you take control.

You can protect your personal data and information in many ways and control how it is shared and used. On this Data Privacy Day or Data Protection Day in Europe, recognized annually on January 28 to mark the anniversary of Convention 108, the first binding international treaty to protect personal data, the Future of Privacy Forum (FPF) and other organizations are raising awareness and promoting best practices for data privacy.

FPF is partnering with Snap Inc. to provide a privacy-themed Snapchat filter to spread awareness of the importance of data privacy to your networks. Share the pictures you took using our interactive lens on social media using the hashtag #FPFDataPrivacyDay2024.

Here are 7 quick, easy steps you can take to better protect your privacy online and when using your mobile device.

1. Check Your Privacy Settings on Social Media

Many social media sites include options on how to tailor your privacy settings to limit how data is collected or used. Snap provides privacy options that control who can contact you and many other options. Start with the Snap Privacy Center to review your settings. You can find those choices here.

Snap also provides options for you to view any data they have collected about you, including account information and your search history. Downloading your data allows you to view what information has been collected and modify your settings accordingly.

Instagram allows you to manage various privacy settings, including who has access to your posts, who can comment on or like your posts, and manage what happens to posts after you delete them. You can view and change your settingsfacebook.com/help/instagram/19…here.

TikTok allows you to decide between public and private accounts, allows you to change your personalized ad settings, and more. You can check your settingssupport.tiktok.com/en/account-…here.

Twitter/X allows you to manage what information you allow other people on the platform to see and lets you choose your ad preferences. Check your settings here.

Facebook provides a range of privacy settings that can be found here.

In addition, you can check the privacy and security settings for other popular applications such as BeReal and Pinterest here. Be sure to also check your privacy settings if you have a profile on a popular dating app such as Bumble, Hinge, or Tinder.

What other social media apps do you use often? Check to see which settings they provide!

2. Limit Sharing of Location Data

Most social media apps and websites will ask for access to your location data. Do they need it for some obvious reason, like helping you with directions, showing your nearby friends, or perhaps a store location you’re looking for? If not, feel free to opt-out of location data. Be aware that location data is often used to personalize ads and recommendations based on locations you have recently visited. Allowing access to location services may also permit sharing of location information with third parties.

To check the location permissions allowed for apps on an iPhone or Android, follow the below steps.

iPhone

  • Navigate to “Settings,” then “Privacy & Security,” and then “Location Services.”
  • Search for each app downloaded on your phone
  • Open each and make sure “Never” is selected or only “While Using.”

Android

  • Navigate to “Settings,” then “Location,” and then “App Location Permissions.”
  • Select the app you would like to prevent from accessing your location.
  • Make sure “Not Allowed” is selected or “Allowed only while in use.”


3. Keep Your Devices & Apps Up to Date

Keeping software current and up to date is the only way to ensure your device is protected against the latest software vulnerabilities. Installing the latest security software, web browsers, and operating systems is the best way to protect against various online threats. By enabling automatic updates on your devices, you can be sure that your apps and operating systems are always up to date.

Users can check the status of their operating systems in the settings app.

For iPhone users, navigate to “Software Update,” and for Android devices, look for the “Security” page in settings.

4. Use a Password Manager

Utilizing a strong and secure password for each web-based account helps ensure your personal data and information are protected from unauthorized use. Remembering passwords for every account can be difficult, and using a password manager can help. Password managers save passwords as you create and log in to your accounts, often alerting you of duplicates and suggesting the creation of a stronger password.

For example, if you use an Apple product when signing up for new accounts and services, you can allow your iPhone, Mac, or iPad to generate strong passwords and safely store them in iCloud Keychain for later access. Some of the best third-party password managers can be found here.

5. Enable Two-Factor Authentication

Two-factor authentication adds an additional layer of protection to your accounts. The first authentication is the standard username and password combination used for years. The second factor is a text message or email with a code sent to a personal device. This added step makes it harder for malicious actors to access your accounts. Two-factor authentication only adds a few seconds to your day but can save you from the headache and harm that comes from compromised accounts. To be even safer, use an authenticator app as your second factor.

Remember to adjust your settings regularly, staying on top of any privacy changes and updates made on the web applications you use daily. Protect your data by being intentional about what you post online and encouraging others to look at the information they may share. By adjusting your settings and making changes to your web accounts and devices, you can better maintain the security and privacy of your personal data.

6. Use End-to-End Encryption for Secure Messaging

Using applications with secure end-to-end encryption, such as Signal and ProtonMail, ensures that only you and the intended recipient can read your messages. Other applications such as WhatsApp and Telegram are also end-to-end encrypted, though be sure to update your settings in Telegram as messages are not encrypted by default.

As many of us share sensitive information with our families and friends, it’s critical to be mindful of how our personal information is shared and who has access to it.

What better time to reassess our data practices and think about this important topic than during Data Privacy Day?

7. Turning off Personalized Ads

Take control of how companies use your personal information to advertise to you by going into the settings of your applications. See below for how-to guides with quick, step-by-step instructions to turn off ad personalization for popular apps you may be using:

If you’re interested in learning more about one of the topics discussed here or other issues driving the future of privacy, sign up for our monthly briefing, check out one of our upcoming events, or follow us on Twitter, LinkedIn, or Instagram.

FPF brings together some of the top minds in privacy to discuss how we can all benefit from the insights gained from data while respecting the individual right to privacy.


fpf.org/blog/7-essential-tips-…



📣 Fino al #10febbraio sono aperte le iscrizioni ai percorsi della nuova filiera tecnologico-professionale 4+2, sulla piattaforma #Unica.


VERSIONE ITALIANA USA, BIDEN UN ORDINE ESECUTIVO PER FERMARE L’ACCESSO STRANIERO AI DATI SENSIBILI DEGLI AMERICANI L’amministrazione del Presidente USA Biden sta prendendo provvedimenti per limitare l’accesso dei governi stranieri ai dati personali degli americani nel caso in cui questo accesso potrebbe mettere a rischio la sicurezza nazionale. Un funzionario e un ex funzionario statunitensi …


La European Ports Alliance mira a rafforzare la sicurezza in tutti i porti dell’UE


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Come annunciato in un precedente post (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter… ), il 24 gennaio la Commissione Europea, insieme alla presidenza belga del Consiglio dell’ #UE, ha lanciato in una riunione tenutasi presso il porto di Anversa (Belgio) l’Alleanza europea dei porti, mediante un partenariato pubblico-privato per intensificare la lotta contro il traffico di droga e la criminalità organizzata che lo sostiene. Questa partnership mira a riunire tutte le parti interessate coinvolte, per creare soluzioni per proteggere i porti, che contribuiscono al 75% dei volumi del commercio estero, ma sono particolarmente vulnerabili al traffico di droga e allo sfruttamento da parte di reti criminali. In Europa, quasi il 70% di tutti i sequestri di droga effettuati dalle dogane avviene nei porti. Il capo di Europol Catherine De Bolle ha affermato che il traffico di droga rimane il più grande mercato criminale in Europa.

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I criminali si infiltrano nei porti per organizzare il passaggio di merci illegali nell’UE. Ciò include il traffico di droga, una delle minacce alla sicurezza più gravi che l’Europa deve affrontare oggi. Le reti criminali ricorrono alla violenza, alla corruzione e all’intimidazione nella ricerca del profitto. 500 tonnellate di droga sono state sequestrate dalle dogane in ingresso nell'UE nel 2022. Oltre il 50% era cocaina.
La commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson ha affermato "L'Europa ha un enorme problema di criminalità organizzata e sappiamo che la sua fonte di reddito è la droga". Proprio al porto belga di Anversa, la polizia l'anno scorso ha sequestrato 116 tonnellate di cocaina, battendo di sei unità l'anno record del 2022. tonnellate in più. Johansson ha affermato che l'aumento dei sequestri di droga nel porto di Anversa, il più alto dell'UE, è dovuto al maggior numero di uomini a terra, ma segnala anche un livello più elevato di afflusso di cocaina.

Ylva Johansson, commissaria per gli affari interni dell'Unione europea 👇
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La sicurezza dei porti dell’UE sarà rafforzata:
- con 200 milioni di euro per finanziare attrezzature moderne che aiuteranno i funzionari doganali dell'UE a scansionare i container e a controllare le importazioni in modo più efficiente;
- attraverso operazioni di contrasto specifiche ed efficienti nei porti con una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, la Commissione europea, Europol, Eurojust, la Procura europea (EPPO) e la Piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce penali (EMPACT);
- attraverso il partenariato pubblico-privato che supporterà le autorità portuali e le compagnie di navigazione, per proteggere la logistica, le informazioni, il personale e i processi nei porti. Il partenariato pubblico-privato si incontrerà ogni anno a livello ministeriale per identificare le sfide rimanenti, stabilire le priorità strategiche e scambiare informazioni sui progressi compiuti.

L’Alleanza dei porti europei è un’iniziativa che rientra nella tabella di marcia dell’UE per combattere il traffico di droga e la criminalità organizzata, adottato dalla Commissione il 18 ottobre 2023.

#EuropeanPortsAlliance #Alleanzadeiportieuropei #Narcotraffico



Identifying Privacy Risks and Implementing Best Practices for Body-Related Data in Immersive Technologies


As organizations develop more immersive technologies, and rely on the collection, use, and transferring of body-related data, they need to ensure their data practices not only maintain legal compliance, but also more fulsomely protect people’s privacy. To

As organizations develop more immersive technologies, and rely on the collection, use, and transferring of body-related data, they need to ensure their data practices not only maintain legal compliance, but also more fulsomely protect people’s privacy. To guide organizations as they develop their body-related data practices, the Future of Privacy Forum created the Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologies. This framework serves as a straightforward, practical guide for organizations to analyze the unique risks associated with body-related data, particularly in immersive environments, and to institute data practices that earn the public’s trust. Developed in consultation with privacy experts and grounded in the experiences of organizations working in the immersive technology space, the framework is also useful for organizations that handle body-related data in other contexts. This post will build on our previous blog post where we discussed the importance of understanding an organization’s data practices and evaluating legal obligations. In this post we will focus on identifying the risks data practices raise and implementing best practices to mitigate these risks.

I. Identifying and assessing risk to individuals, communities, and society

Beyond legal compliance, leading organizations also should seek to ensure their products, services, and other uses of body-related data are fair, ethical, and responsible. Body-related data, and particularly the aggregation of this data, can give those with access to it significant insight into an individual’s personal life and thoughts. These insights include not just an individual’s unique ID, but potentially their emotions, characteristics, behaviors, desires, and more. As such, it is important for safeguards to prevent harmful uses of body-related data. Proactively identifying the risks their data handling raises will help organizations determine which best practices are most appropriate.

As demonstrated in the chart below, privacy harms may stem from particular types of data being used or handled in particular ways, or transferred to particular parties. Organizations should consider the factors related to data type and data handling that impact the risks associated with their data practices.

immersive tech blog chart 1 1

When assessing the risks their data practices raise, organizations should ask themselves questions including:

  • What are the harms that each risk may create, and how severe might they be?
  • Who is likely to be the most significantly harmed by the realization of any given risk?
  • What organizational goal or objective is a given data practice serving?
  • Are there any public policy or legal considerations impacting an organization’s analysis of their data practices?
  • Might technology change in the near future in a way that makes certain data practices more or less likely to result in harm, or more or less harmful?
  • Are there any alternatives to a given data practice that are more privacy-friendly, while still allowing the organization to achieve its objectives?
  • Does a given data practice raise risks that are too significant or implicate sufficiently serious harms such that it should be abandoned altogether?


II. Implementing relevant best practices

There are a number of legal, technical, and policy safeguards that can help organizations maintain statutory and regulatory compliance, minimize privacy risks, and ensure that immersive technologies are used fairly, ethically, and responsibly. These best practices should be implemented in a way that is intentional—adopted as appropriate given an organization’s data practices and associated risks; comprehensive—touching all parts of the data lifecycle and addressing all relevant risks; and collaborative—developed in consultation with multidisciplinary teams within an organization including stakeholders from legal, product, engineering, privacy, and trust and safety.

The chart below summarizes some of the major best practices organizations can apply to body-related data, as well as specific recommendations for each.

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It is critical to note that no single best practice stands alone, and instead the contemplation of best practices should be considered comprehensively and implemented together as part of a coherent strategy. In addition, any strategy and practices must be evaluated on an ongoing basis as technology, data practices, and regulations change.

As organizations grapple with the privacy risks that body-related data raises, risk-based approaches to evaluating data practices can help organizations ensure they are not just compliant but also that they value privacy. FPF’s Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologiesserves as a starting point for organizations that collect, use, or transfer body-related data to develop best practices that prioritize user privacy. As technologies become more immersive, the unique considerations raised in this framework will be relevant for a growing number of organizations and the virtual experiences they create. Organizations can use this framework as a guide as they examine, develop, and refine their data practices.


fpf.org/blog/identifying-priva…



Nuovi asset per le forze di Kyiv. Ecco cosa si è deciso al Contact Group


“Gli ucraini sono stati incredibilmente creativi nell’utilizzo delle capacità dei droni. E anche i russi si sono adattati e hanno imparato a usare queste capacità” così ha commentato Celeste Wallander, assistente del segretario alla Difesa statunitense pe

“Gli ucraini sono stati incredibilmente creativi nell’utilizzo delle capacità dei droni. E anche i russi si sono adattati e hanno imparato a usare queste capacità” così ha commentato Celeste Wallander, assistente del segretario alla Difesa statunitense per gli affari di sicurezza internazionale, dopo una riunione dell’Ukrainian Defense Contact Group guidato dal Pentagono, nato nell’aprile del 2022 (a ridosso dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina) e comprendente al suo interno quasi cinquanta Paesi aderenti.

I sostenitori internazionali dell’Ucraina, riuniti in questo format, hanno promosso una nuova serie di sforzi atti a rifornire l’esercito di Kyiv con un numero significativo di droni e veicoli blindati, con l’obiettivo di renderlo “all’avanguardia” nella sua lotta contro gli invasori russi. Una lotta caratterizzata per la sua rapidità nel cambiare forma e dinamica.

La Lettonia si è posizionata come leader di una nuova iniziativa incentrata sugli Uncrewed Aerial Systems: l’iniziativa, annunciata formalmente al termine della riunione del Contact Group, che si ripromette di rifornire l’Ucraina con migliaia di droni. L’obiettivo è quello di essere “all’avanguardia” dal punto di vista tecnologico, operativo e della produzione, “per aiutare gli ucraini a trovare nuovi modi di usare i droni e a confrontarsi con le nuove modalità di impiego adottate dai russi contro di loro”, ha dichiarato Wallander.

Ma le novità non riguardano soltanto la dimensione uncrewed. Anche la Polonia si porrà alla guida di una nuova coalizione incentrata sulle capacità di difesa, come annunciato durante l’incontro, ha detto Wallander. Gli Stati Uniti sono co-leader di altre due coalizioni di capacità del Gruppo: una sulla potenza aerea con Danimarca e Paesi Bassi e una sull’artiglieria con la Francia.

Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin, intervenuto virtualmente all’incontro, ha esortato il gruppo a impegnarsi a fondo per fornire all’Ucraina il maggior numero di cruciali sistemi terrestri per la difesa aerea e di caccia intercettori. “Insieme, i nostri alleati e partner hanno creato sei coalizioni di capacità per sostenere l’aeronautica dell’Ucraina, le difese aeree di terra, l’artiglieria, la sicurezza marittima, lo sminamento e la tecnologia dell’informazione”, ha detto Austin. “Se perdiamo i nervi, se ci tiriamo indietro, se non riusciamo a dissuadere altri potenziali aggressori, non faremo altro che provocare ancora più spargimenti di sangue e più caos…. non dobbiamo vacillare nel nostro sostegno all’Ucraina”.

Austin ha anche rilasciato una dichiarazione sul tema della tracciabilità degli aiuti statunitensi all’Ucraina. “Il 27 dicembre, gli Stati Uniti hanno annunciato un ulteriore pacchetto di 250 milioni di dollari per aiutare a soddisfare le urgenti necessità di sicurezza dell’Ucraina, tra cui attrezzature mediche, artiglieria e munizioni. Non abbiamo visto alcuna prova credibile di un uso improprio o di una diversione illecita delle attrezzature americane fornite all’Ucraina”.


formiche.net/2024/01/nuovi-ass…



New chat control gate leak: Intelligence-industrial network suggests undermining encryption for other purposes than CSAM


„Follow the money“ has published lobby documents produced by surveillance-tech provider Thorn, some of which the EU Commission had tried to hide from the public. EU Internal Affairs Commissioner Johansson … https://www.ftm.eu/articles/ashton-kutcher-s-an

„Follow the money“ has published lobby documents produced by surveillance-tech provider Thorn, some of which the EU Commission had tried to hide from the public. EU Internal Affairs Commissioner Johansson teamed up with a network of foreign organisations to propose mandatory scanning of any private message and chat for suspicious content, including by undermining the secure end-to-end encryption of popular messaging apps. The leaked documents cast doubt over the assertions made to defend the EU‘s chat control CSAR bill. Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the Pirate Party and most prominent opponent of chat control, comments:

„In the course of the chat control gate we discovered that a foreign intelligence-industrial complex is behind the EU Commission’s attempt to destroy the privacy of correspondence and secure encryption. Even today the Commission is obstructing the reconstruction of the truth about this scandal by withholding evidence. The LIBE Committee is still trying to get hold of documents. We can tell from the latest disclosures that Thorn’s lobby documents don’t contan any intellectual property at all, but are withheld because their content is politically inopportune to the Commission’s chat control surveillance scheme.

Configuring the scanning AI to an accuracy of 99.9% is totally unrealistic, as Big Sister Johansson knows very well. Only in December she publicly acknowledged that no more of 25% of the personal communications disclosed by chat control scanners are found to be criminally relevant by the police. We thus observe 75% of false positives in practise, not 0.1%. Nothing in the Commission’s own chat control proposal requires a 99.9% reliability of scanning algorithms. Industry would be free to use the current algorithms that flood our police with mostly legal intimate photos.

We now know Thorn lobbies against requirements for their flawed technology, discrediting regulation as „overly prescriptive“. In the European Parliament we are pushing to require independent and publicly accessible audits of any technology used. Anyway, no technology can reliably distinguish consensual sexting from sharing CSAM, resulting in the mass criminalisation of teenagers.

Where Thorn and the Commission advocate for undermining secure encryption by turning our smartphones into bugs, they disregard the findings of the Commission’s own experts as quoted in the impact assessment: The experts rate the privacy of the recommended method of „on-device hashing with server side matching“ as „medium-low“ warning the method „may introduce vulnerabilities that could decrease the privacy of the communication“. Likewise they rate the security of the approach as „medium-low“, warning that tech-savvy offenders like the organised criminals that produce material might just switch so different messengers.

The public will be appalled to find that Thorn pushes for legislation on encryption to apply beyond child sexual abuse, arguing that the purpose of scanning encrypted messages could be „much broader than one single crime“. This is what Europol advocates for, too – and two former Europol officials have joined Thorn for a reason. If the international intelligence-industrial complex manages to destroy secure encryption, they will next want to scan our personal messages for terrorism, for file sharing and for political purposes. These insights should fuel our fight for the privacy of our correspondence and secure encryption.”

Currently, the surveillance-industrial network including the umbrella organization WeProtect, of which Thorn is a member, is calling for the extension of indiscriminate chat control scanning of private messages on a voluntary basis by US big tech companies. The European Parliament‘s LIBE committee is to vote next Monday.

Breyer‘s website on chat control


patrick-breyer.de/en/new-chat-…



Cuarteto Yemayà - El tic tac


Il Cuarteto Yemayà era un famoso gruppo peruviano degli anni settanta, fondato e capitanato dal chitarrista Francisco "Pancho" Acosta Angeles che aveva esordito con Compay Quinto per poi suonare nei famosi Los Kintos fino al loro scioglimento, ma Pancho non si ferma e continua ad incidere per la famosa etichetta MAG con i Cuarteto Yemyà con il debutto "Ecos del trio Matamoros" che fu un discreto successo, grazie ad una proposta di musica e ritmo cubano, con molti accenni al rock più in voga in quegli anni, e anche al beat. @Musica Agorà iyezine.com/cuarteto-yemaya-el…

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L'ISAA, Italian Space and Astronautics Association (Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio) ha creato un'istanza per i propri associati. Benvenuti nel fediverso!

L'istanza, amministrata da @AstronautiBot, è stata creata a settembre e conta già una decina di utenti tra i quali @astronauticast (podcast di astronautica dell'associazione, in onda ogni giovedì dalle 21:30) e amoroso@social.isaa.it aka Nonno Apollo.

Siamo davvero contenti che un'associazione abbia deciso di mettere a disposizione un'istanza Mastodon per i propri soci!

Diamo loro il benvenuto nel Fediverso e ci auguriamo che vogliano condividere i loro post con la comunità @Astronomia di Lemmy.

social.isaa.it/public/local

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

I ragazzi di @astronauticast sono sicuramente i benvenuti su @astronomia e sicuramente spero che il buon @amoroso possa contribuire: un po' di tempo fa ci fu un incrocio di collaborazioni su @eduinaf per un paio di campagne di astrofotografia!
@astronautibot


@Friendica Admins Good morning everyone. I have a problem that has been going on since we updated the instance to the latest release.
As you can see from the image (which is taken from a mastodon screen), from Mastodon, from Misskey, from Pixelfed and from Pleroma it is impossible to see the profile pic of most of the poliverso accounts.
Can anyone give me some suggestions to solve this annoying problem?
Are there any ways to "force" sending or updating images on federated instances?

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in reply to Signor Amministratore ⁂

@Signor Amministratore @Michael Vogel I did some checks: in a mastodon server I found out that friendica's users in the account table have "avatar_remote_url" field empty, so when it refreshs the account information, it does not ask for an updated avatar. I compared the "/.well-known/webfinger?resource=" from a mastodon server and a friendica server and I can read the property "http://webfinger.net/rel/avatar" from both. so we don't know how to proceed further in the troubleshooting.

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in reply to Signor Amministratore ⁂

@Signor Amministratore @Michael Vogel for future reference, the problem was caused by a nginx reverse proxy in front of the apache server.. with these headers it seems to work again, but I am not sure about it..

proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
proxy_set_header X-Forwarded-Host $host;
proxy_set_header X-Forwarded-Port $server_port;
proxy_set_header Host $host;
proxy_set_header Proxy '';

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