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PCB Business Card Plays Pong, Attracts Employer


Facing the horrifying realization that he’s going to graduate soon, EE student [Colin Jackson] AKA [Electronics Guy] needed a business card. Not just any business card: a PCB business card. Not just any PCB business card: a PCB business card that can play pong.

[Colin] was heavily inspired by the card [Ben Eater] was handing out at OpenSauce last year, and openly admits to copying the button holder from it. We can’t blame him: the routed-out fingers to hold a lithium button cell were a great idea. The original idea, a 3D persistence-of-vision display, was a little too ambitious to fit on a business card, so [Colin] repurposed the 64 LED matrix and STM32 processor to play Pong. Aside from the LEDs and the microprocessor, it looks like the board has a shift register to handle all those outputs and a pair of surface-mount buttons.

Of course you can’t get two players on a business card, so the microprocessor is serving as the opponent. With only 64 LEDs, there’s no room for score-keeping — but apparently even the first, nonworking prototype was good enough to get [Colin] a job, so not only can we not complain, we offer our congratulations.

The video is a bit short on detail, but [Colin] promises a PCB-business card tutorial at a later date. If you can’t wait for that, or just want to see other hackers take on the same idea, take a gander at some of the entries to last year’s Business Card Challenge.

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hackaday.com/2025/08/13/pcb-bu…



L’intelligenza artificiale spinge le aziende a tornare ai colloqui di persona


Il processo di ricerca di lavoro è stato profondamente alterato dall’intelligenza artificiale, spingendo numerose aziende a riesumare un approccio più tradizionale: i colloqui faccia a faccia, come sottolinea il WSJ.

I colloqui virtuali sono diventati la nuova norma negli ultimi anni, grazie all’aumento del lavoro da remoto e al desiderio dei datori di lavoro di assumere più rapidamente. Tuttavia, i reclutatori affermano che sempre più candidati utilizzano l’intelligenza artificiale per ingannare, ad esempio ricevendo indizi nascosti durante i colloqui tecnici.

Raramente, ma si verificano casi più pericolosi: gli strumenti di intelligenza artificiale consentono ai truffatori di impersonare chi cerca lavoro per rubare dati o denaro dopo aver ottenuto un impiego.

In risposta a ciò, le aziende stanno tornando agli incontri di persona. Cisco e McKinsey ora includono almeno un incontro di persona in diverse fasi del processo di assunzione, e quest’anno Google ha reintrodotto i colloqui di persona per alcune posizioni per testare competenze chiave come la programmazione.

Vogliamo assicurarci di effettuare almeno un giro di colloqui di persona per accertarci che il candidato abbia le conoscenze fondamentali”, ha affermato il CEO di Google Sundar Pichai nel podcast di Lex Friedman.

Ciò è particolarmente vero per i lavori di sviluppo e ingegneria, dove le attività di codifica in tempo reale sono diventate troppo facili da eseguire con l’intelligenza artificiale. “Siamo tornati al punto di partenza“, afferma Mike Kyle di Coda Search/Staffing.

Secondo lui, la percentuale di datori di lavoro che richiedono riunioni di persona è aumentata dal 5% nel 2024 al 30% nel 2025.

Si tratta di una fase inaspettata nella corsa agli armamenti dell’intelligenza artificiale, in cui i datori di lavoro, sopraffatti dal flusso di candidature, si sono rivolti a software per esaminare i curriculum e filtrarli in massa. I candidati, a loro volta, hanno iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale per rispondere automaticamente a centinaia di annunci di lavoro e creare curriculum personalizzati.

Le nuove tecnologie deepfake consentono non solo di impersonare uno specialista più qualificato, ma anche di organizzare truffe su larga scala. L’FBI ha lanciato l’allarme su migliaia di nordcoreani che si spacciano per americani per lavorare da remoto negli Stati Uniti.

In un sondaggio di Gartner, il 6% dei candidati ha ammesso di aver partecipato a “truffe durante i colloqui” e, secondo le previsioni dell’azienda, entro il 2028 un quarto dei profili dei candidati in tutto il mondo sarà falso.

Un anno e mezzo fa, McKinsey ha introdotto un incontro personale obbligatorio prima di presentare un’offerta. Inizialmente, questo ha aiutato a valutare il modo in cui un candidato stabilisce un contatto, una competenza importante per lavorare con i clienti.

Ora l’azienda ammette che l’aumento delle frodi basate sull’intelligenza artificiale non ha fatto altro che rafforzare questa pratica.

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Battaglia per il Cervello! OpenAI e Sam Altman lanciano Merge Labs, rivale di Neuralink


OpenAI e il suo co-fondatore Sam Altman si preparano a sostenere un’azienda che rivaleggerà con Neuralink di Elon Musk sviluppando una tecnologia per collegare il cervello umano a un computer. La nuova impresa, chiamata Merge Labs, sta cercando finanziamenti per 250 milioni di dollari, con una valutazione di 850 milioni di dollari, con una parte significativa del denaro potenzialmente proveniente dalla divisione venture capital di OpenAI.

Altman è un convinto sostenitore del lancio, secondo alcune fonti, e co-fonda Merge Labs con Alex Blania, responsabile del progetto di identità digitale tramite scansione oculare World, anch’esso finanziato da Altman. Tuttavia, non sarà coinvolto nella gestione quotidiana.

Merge Labs è tra le startup in crescita che sfruttano i più recenti progressi dell’intelligenza artificiale per creare interfacce cervello-computer più efficaci. Il nome dell’azienda si riferisce al concetto di “fusione“, il momento in cui esseri umani e macchine si fondono. Altman ha scritto in un post sul blog nel 2017 che questo potrebbe accadere già nel 2025, e quest’anno ha affermato che “interfacce ad alta velocità” saranno presto disponibili grazie alle innovazioni tecnologiche.

Il prossimo progetto sarà un concorrente diretto di Neuralink, fondata da Musk nel 2016. Neuralink sviluppa sistemi per collegare direttamente il cervello a un computer e quest’anno ha raccolto 650 milioni di dollari, per una valutazione di 9 miliardi di dollari. Tra i suoi investitori figurano Sequoia Capital, Thrive Capital e Vy Capital. Lo stesso Altman aveva già investito in Neuralink.

Altman e Musk hanno co-fondato OpenAI, ma Musk ha lasciato il consiglio di amministrazione nel 2018 dopo una divergenza di opinioni. Da allora, i due imprenditori sono diventati acerrimi rivali, con Musk che ha lanciato la sua startup di intelligenza artificiale, xAI, e ha intentato causa per impedire a OpenAI di diventare un’organizzazione a scopo di lucro.

Il mercato delle interfacce cervello-computer è in piena espansione. Oltre a Neuralink, anche le startup Precision Neuroscience e Synchron sono attive nel settore. La tecnologia degli impianti è in circolazione da decenni, ma i progressi nell’elettronica e negli algoritmi di elaborazione dei segnali cerebrali l’hanno avvicinata molto di più all’uso pratico.

Altman ha anche investito in altre iniziative tecnologiche legate a OpenAI, la cui valutazione è di 300 miliardi di dollari. Tra i suoi progetti figurano l’azienda di fissione nucleare Oklo e il progetto di fusione nucleare Helion. OpenAI ha rifiutato di commentare.

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Media Freedom Act: Stampa Romana sostiene esposto alla Commissione europea per riforma Rai


Entra in vigore oggi l’European Media Freedom Act (EMFA), regolamento dell’Ue che impone agli stati membri norme per garantire l’ indipendenza e l’autonomia dei mezzi di informazione e la libertà dei giornalisti intervenendo, tra l’altro, sulle concentrazioni editoriali, il mercato pubblicitario, la trasparenza dei finanziamenti le autorità di controllo, la tutela delle fonti, la nomina dei vertici del Servizio Pubblico. Questioni su cui l’Italia è in evidente ritardo. Nonostante un dibattito pubblico che si trascina da mesi e lo stallo nell’elezione del presidente della Rai, il Parlamento non è riuscito a varare una legge perchè viale Mazzini possa avere risorse certe, una prospettiva industriale svincolata dalla durata dei governi, vertici nominati in base alle competenze. Articolo Quinto, l’associazione (cui Stampa Romana ha aderito) nata per sollecitare l’adeguamento delle norme ai canoni stabiliti dall’EMFA ha presentato tramite il suo presidente Stefano Balassone un esposto alla Commissione europea per queste inadempienze, un’iniziativa che ha il pieno e convinto sostegno di Stampa Romana.

La Segreteria dell’ASR


dicorinto.it/associazionismo/m…



F-35 italiani intercettano due caccia russi nello spazio aereo Nato. I dettagli

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Per la prima volta, due caccia F-35 Lightning II dell’Aeronautica militare italiana hanno intercettato due velivoli russi operanti vicino allo spazio aereo dell’Alleanza. I due aerei intercettati sono decollati dalla base di Ämari, in Estonia, come confermato



Angelucci chiede risarcimento a Di Benedetto e Mantovani (Fatto Quotidiano): la solidarietà di Stampa Romana


Un’azione civile con la richiesta di risarcimento contro i giornalisti che scrivono articoli poco graditi, un classico del repertorio di chi vuole scoraggiare le inchieste. Questa volta Antonio Angelucci, parlamentare della Lega, imprenditore con attività che spaziano dalla sanità all’editoria, per le quali usufruisce di cospicue risorse pubbliche, se la prende con i giornalisti del Fatto Quotidiano Linda Di Benedetto e Alessandro Mantovani, che hanno fatto il loro lavoro di cronisti raccontando la cessione del Tempo al gruppo Toto. Una vicenda che ricorda ancora una volta quanto sia urgente un intervento legislativo per rispondere alla pratica delle richieste di risarcimento e delle querele temerarie. Ai colleghi del Fatto Quotidiano va la piena solidarietà dell’Associazione Stampa Romana.

La Segreteria dell’ASR


dicorinto.it/associazionismo/a…



By omitting the "one-third" provision that most other states with age verification laws have adopted, Wyoming and South Dakota are placing the burden of verifying users' ages on all sorts of websites, far beyond porn.

By omitting the "one-third" provision that most other states with age verification laws have adopted, Wyoming and South Dakota are placing the burden of verifying usersx27; ages on all sorts of websites, far beyond porn.#ageverification


Wyoming and South Dakota Age Verification Laws Could Include Huge Parts of the Internet


Last month, age verification laws went into effect in Wyoming and South Dakota, requiring sites hosting “material that is harmful to minors” to verify visitors are over 18 years old. These would normally just be two more states joining the nearly 30 that have so far ceded ground to a years-long campaign for enforcing invasive, ineffective methods of keeping kids away from porn online.

But these two states’ laws leave out an important condition: Unlike the laws passed in other states, they don’t state that this applies only to sites with “33.3 percent” or one-third “harmful” material. That could mean Wyoming and South Dakota would require a huge number of sites to use age verification because they host any material they deem harmful to minors, not just porn sites.

Louisiana became the first state to pass an age verification law in the US in January 2023, and since then, most states have either copied or modeled their laws on Louisiana’s—including in Arizona, Missouri, and Ohio, where these laws will be enacted within the coming weeks. And most have included the “one-third” clause, which would theoretically limit the age verification burden to adult sites. But dropping that provision, as Wyoming and South Dakota have done, opens a huge swath of sites to the burden of verifying the ages of visitors in those states.

Louisiana’s law states:

“Any commercial entity that knowingly and intentionally publishes or distributes material harmful to minors on the internet from a website that contains a substantial portion of such material shall be held liable if the entity fails to perform reasonable age verification methods to verify the age of individuals attempting to access the material.”

A “substantial portion” is 33.3 percent or more material on a site that’s “harmful to minors,” the law says.

The same organizations that have lobbied for age verification laws that apply to porn sites have also spent years targeting social media platforms like Reddit and X, as well as streaming services like Netflix, for hosting adult content they deem “sexploitation.” While these sites and platforms do host adult content, age-gating the entire internet only pushes adult consumers and children alike into less-regulated, more exploitative spaces and situations, while everyone just uses VPNs to get around gates.

Florida Sues Huge Porn Sites Including XVideos and Bang Bros Over Age Verification Law
The lawsuit alleges XVideos, Bang Bros, XNXX, Girls Gone Wild and TrafficFactory are in violation of Florida’s law that requires adult platforms to verify visitors are over 18.
404 MediaSamantha Cole


Adult industry advocacy group the Free Speech Coalition issued an alert about Wyoming and South Dakota’s dropping of the one-third or “substantial” requirement on Tuesday, writing that this could “create civil and criminal liability for social media platforms such as X, Reddit and Discord, retailers such as Amazon and Barnes & Noble, streaming platforms such as Netflix and Rumble,” and any other platform that simply allowed material these states consider “harmful to minors” but doesn’t age-verify. “Under these new laws, a platform with any amount of material ‘harmful to minors,’ is required to verify the age of all visitors using the site. Operators of platforms that fail to do so may be subject to civil suits or even arrest,” they wrote.

I asked Wyoming Representative Martha Lawley, the lead sponsor of the state's bill, if the omission was on purpose and why. "I did not include the '33% or 1/3 rule' in my Age Verification Bill because it creates an almost impossible burden on a victim pursuing a lawsuit for violations of the law. It is more difficult than many might understand to prove percentage of an internet site that qualifies as “pornographic or material harmful to minor'" Lawley wrote in an email. "This was a provision that the porn industry lobbied heavily to be included. In Wyoming, we resisted those efforts. The second issue I had with these types of provisions is that they created some potential U.S. Constitutional concerns. These Constitutional concerns were actually brought up by several U.S. Supreme Court justices during the oral argument in the Texas Age Verification case. So, in short the 1/3 limitation places an undue burden on victims and creates potential U.S. Constitutional concerns."

I asked South Dakota Representative and sponsor of that state's bill Bethany Soye the same question. "We intentionally used the standard of 'regular course of trade or business' instead of 1/3. The 1/3 standard leaves many questions open. How is the amount measured? Is it number of images, minutes of video, number of separate webpages, pixels, etc. During oral argument, a Justice (Alito if I remember correctly) asked the attorney what percentage of porn was on his client’s websites. The attorney couldn’t give him an answer, instead he mentioned the other things on the websites like articles on sexual health and how to be an activist against these laws," Soye told me in an email. "The 1/3 standard also calls into question the government’s compelling interest in protecting kids from porn. Are we saying that 33% is harmful to minors but a website with 30% is not? We chose regular course of business because it is focused on the purpose of the business/website, not an arbitrary number. If you look into the history of the bill, 33% was a totally random number put in the first bill passed in Louisiana. Other states have just been copying it since then. We hope that our standard becomes the norm for state laws moving forward."

Kansas Is About to Pass the Most Extreme Age Verification Law Yet
The bill would make sites with more than 25 percent adult content liable to fines, and lumps homosexuality into “sexual conduct.”
404 MediaSamantha Cole


A version of what could be the future of the internet in the US is already playing out in the UK. Last month, the UK enacted the Online Safety Act, which forces platforms to verify the ages of everyone who tries to access certain kinds of content deemed harmful to children. So far, this has included (but isn’t limited to) Discord, popular communities on Reddit, social media sites like Bluesky, and certain content on Spotify.
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On Monday, a judge dismissed a case brought by the Wikimedia Foundation that argued the over-broadness of the new UK rules would “undermine the privacy and safety of Wikipedia’s volunteer contributors, expose the encyclopedia to manipulation and vandalism, and divert essential resources from protecting people and improving Wikipedia, one of the world’s most trusted and widely used digital public goods,” Wikimedia Foundation wrote. “For example, the Foundation would be required to verify the identity of many Wikipedia contributors, undermining the privacy that is central to keeping Wikipedia volunteers safe.”

"As we're seeing in the UK with the Online Safety Act, laws designed to protect the children from ‘harmful material’ online quickly metastasize and begin capturing nearly all users and all sites in surveillance and censorship schemes,” Mike Stabile, director of public policy at the Free Speech Coalition, told me in an email following the alert. “These laws give the government legal power to threaten platform owners into censoring or removing fairly innocuous content — healthcare information, mainstream films, memes, political speech — while decimating privacy protections for adults. Porn was only ever a Trojan horse for advancing these laws. Now, unfortunately, we're starting to see what we warned was inside all along."

Updated 8/13 2:35 p.m. EST with comment from Rep. Lawley.

Updated 8/13 3:35 p.m. EST with comment from Rep. Soye.




Un reattore nucleare sulla Luna entro il 2030. La sfida Usa a Russia e Cina

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nei primi di agosto, l’amministratore pro tempore della Nasa, nonché segretario ai Trasporti degli Stati Uniti, Sean Duffy, ha annunciato che gli Usa intendono accelerare i loro sforzi per installare un reattore a fissione nucleare sul suolo lunare entro il 2030. Secondo Duffy, a sua



CBP's use of Meta Ray-Bans; the bargain that voice actors are having to make with AI; and how Flock tech is being essentially hacked into by the DEA.

CBPx27;s use of Meta Ray-Bans; the bargain that voice actors are having to make with AI; and how Flock tech is being essentially hacked into by the DEA.#Podcast


Podcast: Why Are DHS Agents Wearing Meta Ray-Bans?


We start this week with Jason’s article about a CBP official wearing Meta Ray-Bans smart glasses to an immigration raid. A lot of stuff happened after we published that article too. After the break, Sam tells us about the bargain that voice actors are making with AI. In the subscribers-only section, Jason tells us how a DEA official used a cop’s password to AI cameras to then do immigration surveillance.
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Emails obtained by 404 Media show the LAPD was interested in GeoSpy, an AI tool that can quickly figure out where a photo was taken.#FOIA


LAPD Eyes ‘GeoSpy’, an AI Tool That Can Geolocate Photos in Seconds


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This article was primarily reported using public records requests. We are making it available to all readers as a public service. FOIA reporting can be expensive, please consider subscribing to 404 Media to support this work. Or send us a one time donation via our tip jar here.

The Los Angeles Police Department (LAPD) has shown interest in using GeoSpy, a powerful AI tool that can pinpoint the location of photos based on features such as the soil, architecture, and other identifying features, according to emails obtained by 404 Media. The news also comes as GeoSpy’s founder shared a video showing how the tool can be used in relation to undocumented immigrants in sanctuary cities, and specifically Los Angeles.

The emails provide the first named case of a law enforcement agency showing clear interest in the tool. GeoSpy can also let law enforcement determine what home or building, down to the specific address, a photo came from, in some cases including photos taken inside with no windows or view of the street.

“Let’s start with one seat/license (me),” an October 2024 email from an LAPD official to Graylark Technologies, the company behind GeoSpy, reads. The LAPD official is from the agency’s Robbery-Homicide division, according to the email. 404 Media obtained the emails through a public records request with the LAPD.

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#FOIA





Durante la cena pasquale, Gesù rivela che uno dei Dodici sta per tradirlo, eppure “il modo” in cui “parla di ciò che sta per accadere è sorprendente. Non alza la voce, non punta il dito, non pronuncia il nome di Giuda”.


Individuo, società e svolte autoritarie.


Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. Continua a leggere→


Individuo, società e svolte autoritarie.


Astratto, fiamme rosse arancioni su sfondo azzurro
img generata da AI – dominio pubblico

Pubblicato in origine su Altraparola il 6 Giugno 2025.

di A. Marin

Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e di quella più estrema totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. E in società ipermoderne, globalizzate e digitalizzate come le nostre, non più disciplinari ma del controllo ubiquitario algoritmico, società che oggi potremmo definire con Bernard Stiegler automatiche è ancora rinvenibile quel modello di personalità?

Se sì, con quali invarianti e differenze all’interno di habitat sociali modellati dalla tendenziale concentrazione degli esseri umani in centri urbani in sempre più veloce espansione, la diffusione planetaria di artefatti digitali e l’innervazione globale della superficie terrestre e dello spazio di infrastrutture tecnologiche? Più in generale come si sta oggi riconfigurando il soggetto individuale, ridotto a terminale di comunicazione, nodo funzionalmente integrato di una struttura reticolare che lo ridefinisce continuamente attraverso flussi di sollecitazioni infoneurali ai quali reagisce secondo modalità pavloviane? E quello collettivo, sempre più sostituito da aggregazioni volatili e temporanee come quelle di uno sciame? Qual è la temperie psicosociale che in una fase di crisi sistemica del capitalismo, favorisce un ulteriore allentamento delle regole democratiche nella direzione di torsioni autoritarie diffuse, che hanno lo scopo di creare un ambiente adeguato all’ennesima ripartenza del capitalismo stesso?

Negli anni Venti e Trenta del ‘900 alcuni studiosi neomarxisti tedeschi si erano interrogati sulle ragioni per cui la società borghese tedesca era sopravvissuta alla crisi rivoluzionaria del 1914-19 e su quelle del fallimento di quest’ultima. Dopo la salita al potere di Hitler nel 1933 a questa domanda se ne era associata un’altra: perché i lavoratori tedeschi non si erano opposti duramente al fascismo quando invece nelle urne lo avevano bocciato, essendo consapevoli che non avrebbe fatto i loro interessi materiali? Una spiegazione in termini di sola “egemonia culturale” non risultava sufficiente a dar conto di come la coercizione potesse venire interiorizzata dalla psiche dei singoli e l’introiezione dell’autorità rendere accettabile all’uomo comune «l’idea del necessario dominio di alcuni sui più influenzando non soltanto la mente, le idee, i concetti e i giudizi fondamentali, ma anche la vita interiore, le preferenze e i desideri» (Horkheimer 1974 in Lasch p. 87). Questa corrente di pensiero riteneva che ogni società riproduca i modelli caratteriali più adatti al suo funzionamento non solo attraverso direttive e norme esplicite, ma anche con il condizionamento psichico dei singoli nella sfera del desiderio e del pensiero inconscio. Tra gli agenti di questa riproduzione, oltre la scuola e le altre agenzie formative, c’era la famiglia quale nucleo dentro cui i fantasmi inconsci dei genitori si trasmettevano ai figli. La famiglia reprimendo o indirizzando verso mete socialmente accettabili le pulsioni del bambino, segnatamente quelle sessuali, ne modellava allo stesso tempo l’Io e il Super-Io.

Secondo Erich Fromm nella società patriarcale degli anni Venti e Trenta del ‘900 la famiglia fungeva da crogiolo di un tipo di individuo, quello “patricentrico” o “autoritario”, caratterizzato da un «Super-Io rigido, sentimenti di colpa, amore docile per l’autorità paterna, desiderio e piacere nel dominare persone più deboli, accettazione della sofferenza come punizione per la propria colpa e una capacità compromessa di raggiungere la felicità» (Fromm 1979, p. 112). Se la famiglia patriarcale fosse stata la culla del “carattere autoritario”, i risultati di uno studio sul campo condotto presso la classe operaia tedesca avrebbero dimostrato che solo circa il 10% possedeva un profilo caratteriale di tipo autoritario, il 15% democratico o rivoluzionario e il restante una combinazione dei due. Secondo Fromm la storia politica successiva avrebbe confermato l’ipotesi che gli individui con il primo profilo sarebbero diventati ferventi nazisti, quelli con il secondo antinazisti e quelli con il terzo non avrebbero assunto alcuna posizione precisa. Se da questo studio emergeva che la maggioranza degli operai tedeschi più che una struttura caratteriale autoritaria, sembravano averne una mista, caratterizzata da un atteggiamento indifferente, Christopher Lasch si chiede come mai ci sia stata un’adesione generale così facile al fascismo. A Lasch si potrebbe rispondere che oltre certi limiti silenzio e indifferenza risultano essere i sintomi più classici della «banalità del male» ed equivalgono a complicità nei crimini.

A sua volta la ricerca di Adorno e colleghi, La personalità autoritaria (1950), condotta negli anni Quaranta negli USA, sulla scorta delle precedenti elaborazioni teoriche di Reich e Fromm, era uno studio empirico che intendeva indagare quali fattori psicologici e sociali fossero all’origine dell’anti-semitismo e più in generale dell’autoritarismo, segnatamente quello fascista. I risultati dell’indagine quantitativa e qualitativa su di un campione di circa 2000 americani di estrazione sociale e professionale diverse, si condensarono in alcuni tratti di quella che era stata concettualizzata come personalità autoritaria. Adorno e il suo team identificarono alcune caratteristiche della famiglia che tendevano a promuovere la formazione di personalità autoritarie nei figli: tra queste una struttura gerarchica rigida e repressiva nella quale obbedienza e sottomissione erano valori primari; l’educazione spesso impartita attraverso punizioni anche severe che tendeva a inculcare nei figli un senso di paura e sottomissione verso l’autorità, ma allo stesso tempo generava un risentimento represso; la distanza e l’anaffettività dei genitori che poteva portare i figli a interiorizzare sentimenti di insicurezza e a sviluppare un’identificazione e una dipendenza dall’autorità come fonte di protezione e guida. Gli effetti sulla personalità dei figli erano di un rispetto totale nei confronti delle autorità tradizionali e una passivizzazione e un conformismo nell’adesione a norme e regole emanate da queste. Una tendenza a voler dominare e punire chi si dimostrava meno forte, quale frutto di un risentimento nei confronti dei genitori, che non potendo essere espresso direttamente, veniva proiettato su gruppi esterni, e una insofferenza profonda nei confronti di chi non rispettava le regole. A questi si aggiungeva un’incapacità di sostenere l’ambivalenza emotiva e comportamentale umana e le stesse sfumature della vita, per far fronte alle quali si assumeva una rigida visione dicotomica della realtà in termini valoriali di bene/male, coraggio/viltà, forza/debolezza ecc. Inoltre, un pensiero stereotipato, intollerante e aggressivo declinato in una logica amico/nemico tendeva a discriminare ogni differenza e minoranza culturale, religiosa ed etnica e in generale chiunque non si conformasse ai valori dominanti.

Se i risultati di questi studi intendevano dimostrare come strutture familiari autoritarie generassero personalità autoritarie, si dava però il fatto che le società nelle quali erano stati condotti stessero in realtà allontanandosi da sistemi familiari autoritari. Per questo la risposta alla domanda sulle ragioni di una così facile ascesa del fascismo in Europa sembrava avere a che fare più con la decadenza dell’autorità patriarcale che con la sua forza: «la graduale erosione dell’autoritarismo e della famiglia autoritaria, proseguita per tutta la fase liberale della società borghese, ha avuto un risultato inatteso: la rinascita del dispotismo politico in una forma fondata non sulla famiglia ma sulla sua dissoluzione. Anziché liberare l’individuo dalla coercizione esterna, la decadenza della vita familiare lo assoggetta a nuove forme di dominio minandone contemporaneamente la capacità di opporvisi» (Lasch 1995, pp. 89, 91). La struttura caratteriale autoritaria si rivela essere il risultato di rapporti familiari segnati da una mancanza di legami affettivi e da una sottomissione filiale legata perlopiù a paura e interesse piuttosto che ad amore. Una struttura segnata quindi non tanto da una famiglia solida e forte quanto da una famiglia assente. Jacques Lacan nel 1938 confermava che i dittatori rappresentavano una reazione al crollo del sistema familiare tradizionale. Attraverso la loro autorità rigida e inflessibile, essi ristabilivano temporaneamente un senso di ordine e sicurezza sia per la borghesia sia per le masse, spaventate dalla perdita di stabilità. Queste ultime proiettavano nel despota il bisogno di una figura paterna che sembrava ormai svanita e della quale reclamavano il ritorno.

La temperie psichica, sociale e culturale europea tra fine ‘800 e inizi ‘900 risultava segnata da un «progressivo allentamento dei vincoli tradizionali, familiari e sociali […] in cui l’io appare labile e la civiltà esposta al rischio della decomposizione e tanto più imperioso diventa il bisogno di ancorarsi a saldi punti di riferimento, esterni alla coscienza di individui ormai infinitamente rassegnati a restare nel disorientamento e nell’impotenza». Quando la debolezza dell’Io diventa di massa e la sua disgregazione non è più riassorbile intimamente attraverso l’avvicendamento con un nuovo “Io egemone”1, quest’ultimo «viene gerarchicamente subordinato a un suo omologo esterno: il capo politico, che, giunto al potere, sostituisce l’“Io egemone” di individui ormai stremati – e, proprio per questo, dotati di fortissima “volontà di credere” – con un io egemone esterno» (Bodei 2002, p. 221). Nella massa che viene così a crearsi si ha una omogeneizzazione delle coscienze lungo una direttrice verticale di autorità che obliterandone la ragione, le trasforma in quella che Gustave Le Bon, verso la fine del XIX secolo, aveva chiamato «coalizione di sentimenti». Lo stato dell’individuo nella massa veniva così da lui sintetizzato: «annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità incosciente, orientamento per via della suggestione e di contagio dei sentimenti e delle idee in un medesimo senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite: tali sono i principali caratteri dell’individuo in una massa. Egli non é più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà» (Le Bon 2020, p. 13).

A partire da fine ‘800 e sempre più nei primi decenni del Novecento, il processo politico tenderà a identificarsi con la figura di un capo, nella direzione di progetti politici che coinvolgeranno le masse, allo scopo di scongiurare il collasso di una civiltà. Se le folle in Le Bon erano in qualche modo ancora fluttuanti, l’esperienza bellica della Grande Guerra, segnata da organizzazione e disciplina, sarà lo spartiacque che inaugurerà la vera e propria età delle masse. L’individuo come soldato viene accolto nell’esercito, «un immenso collettivo, una numerosa famiglia autoritaria e anonima, che tempra la sua individualità attraverso ordini e divieti proprio mentre ne dissolve l’autonomia». Secondo Bodei la desertificazione psichica e l’aggravamento della crisi economica e sociale post-belliche, produrranno in molti una forma mentis che sarà terreno fertile per l’ascesa dei totalitarismi: «le virtù della vita militare vengono così velocemente trapiantate nella vita civile: disciplina, abnegazione, esecuzione pronta e automatica degli ordini, disponibilità al sacrificio di sé» (Bodei 2002, pp. 222-224). L’intera società sembra assumere la configurazione di un esercito all’interno del quale la debolezza dell’Ego viene sostenuta dal Noi della massa organizzata. In quest’ultima il singolo non vale tanto per le sue qualità individuali, quanto per quelle virtù gregarie che si declinano in onore, fedeltà e spirito di sacrificio. La produzione antropologica di questo tipo umano serializzato non sarà però un’esclusiva dei regimi totalitari in quanto caratterizzerà, con modalità meno coercitive e violente, anche la fabbrica taylorista-fordista dei paesi liberali e democratici, nel suo disciplinamento spazio-temporale della forza lavoro.

Le società della prima metà del ‘900 sono ancora società disciplinari, nel senso attribuito da Michel Foucault a questo modello di organizzazione sociale. Società caratterizzate da meccanismi di controllo e normalizzazione che plasmano i corpi e i comportamenti degli individui. Istituzioni come scuole, prigioni, fabbriche e ospedali impongono regole rigide e una sorveglianza costante, ispirata al modello del Panopticon, portando gli individui ad auto-disciplinarsi. Il potere disciplinare non si limita a reprimere, ma produce soggettività, definendo ciò che è normale o deviante. Le fonti dell’autorità rimanevano in parte quelle tradizionali della famiglia, sebbene quest’ultima fosse in via di disfacimento, delle istituzioni considerate in generale legittime e di una religione sempre più secolarizzata. Le modalità organizzative si declinavano in termini di ordine, disciplina e gerarchia, mentre le vaste aggregazioni sociali delle metropoli in crescita, continuavano ad avere la consistenza della massa, la quale tendeva ad assumere sempre più il profilo di una folla solitaria2.

La stessa comparsa dei media audiovisivi analogici nel XX secolo, a partire dagli anni ‘20, aveva reso disponibili strumenti decisivi per la ripetizione incessante del pensiero rigido e stereotipato della propaganda fascista e nazista, la quale adunava folle oceaniche nelle piazze delle rispettive capitali. La loro diffusione creava nuove “masse artificiali”, coagulatesi a partire dal dettato ipnotico radiofonico dei regimi.

Queste masse diventeranno in seguito la configurazione sociale ordinaria e permanente delle democrazie industriali le quali, attraverso le industrie di programmi audiovisuali, diventeranno ben presto delle vere e proprie telecrazie (Stiegler 2019, p. 92). Le società disciplinari andranno irreversibilmente scomparendo nella seconda metà del XX secolo a mano a mano che le norme disciplinari perderanno efficacia e verranno sostituite da un soft power, il cui cavallo di troia sarà proprio il mezzo audiovisivo.

Questa transizione dalle società disciplinari a quelle del controllo3 porterà con sé forme più sottili di esercizio del potere e una sorveglianza più fluida e tecnologica.

Se la progressiva erosione delle strutture tradizionali dell’autorità era avvenuta a seguito di mutamenti nella sfera economica, politica e sociale, la diffusione di radio, cinema e poi della televisione, diventati strumenti in mano all’industria culturale, trasformeranno progressivamente le condizioni stesse della riproduzione psichica individuale e collettiva. Sincronizzando i tempi di coscienza individuale, la captazione dell’attenzione degli spettatori dei media audio-visuali di massa, condurrà a una standardizzazione diffusa della sensibilità. L’industria culturale e il marketing commerciale tenderanno a «deviare verso la televisione il processo d’identificazione primaria4 attraverso il quale i bambini ereditano dai loro genitori le capacità di diventare ciò che sono, ossia di regolare le loro identificazioni secondarie tramite cui sono in grado di trasformarsi adottando nuovi modi di vita […] Questo condurrà verso la «DESUBLIMAZIONE, che tenderà a liquidare la psiche stessa» (Stiegler, 2012, p. 99).

I media di massa, in particolare la televisione, favoriranno la creazione di una relazione diretta tra leader e pubblico, bypassando le strutture tradizionali di intermediazione sociale. I leader carismatici, in grado di “parlare” direttamente agli elettori, indeboliranno ulteriormente le istituzioni tradizionali, spostando l’attenzione dalla legittimità istituzionale alla loro immagine personale, nella direzione di una personalizzazione del potere.

Nel perimetro della famiglia, se il declino dell’autorità genitoriale portava con sé quello della sua funzione di modello ideale e normativo del bambino, allo stesso tempo però «le nuove condizioni della vita famigliare non inducono tanto un declino del Super-io quanto piuttosto una modificazione del suo contenuto. L’inadeguatezza dei genitori a fungere da modelli di autocontrollo […] non si traduce automaticamente in un’assenza di Super-io nel bambino che diventa adulto. Favorisce, al contrario, lo sviluppo di un Super-io rigido e punitivo basato in larga misura su raffigurazioni arcaiche dei genitori, amalgamate con grandiose rappresentazioni di sé. In queste condizioni, il Super-io consiste in immagini introiettate dei genitori piuttosto che in modelli di identificazione. Esso indica all’Io standard elevati di fama e successo e lo punisce con selvaggia ferocia quando si rivela inferiore agli standard proposti» (Lasch 1995, p. 200). L’Ego si coagula attorno alla propria immagine, cercando di corrispondere a un Io Ideale che in quanto irraggiungibile, genera quella frustrazione che alimenta un’aggressività rivolta in maniera oscillante dentro e fuori di sé. Depressione ed euforia si alternano, andando a configurare un profilo psicologico dai forti tratti narcisistici.

Nelle società contemporanee alla definitiva estinzione della famiglia patriarcale è seguito il disfacimento dello stesso principio paterno quello che, con l’imprinting della Legge di interdizione del desiderio incestuoso dell’Edipo, costituiva il modello di ogni autorità interna ed esterna, fungendo allo stesso tempo da Ideale di identificazione dell’Ego. Privo di un principio ordinatore interno e di stabili riferimenti ideali, il soggetto post-edipico non crede più a nulla e la sua adesione a norme e regole rimane solo un atto distaccato e passivo. Senza alcuna bussola che aiuti la navigazione nella vita molti brancolano nel web delegando il loro saper-vivere all’influencer di turno e altrettanti il loro saper-decidere a nuove figure di leader populisti che promettono di farlo al loro posto e per il loro bene.

Il progressivo impoverimento di ampie fasce della popolazione, la crisi generale delle agenzie di socializzazione, il disorientamento psichico e valoriale, una sfiducia diffusa nelle istituzioni unita a una disaffezione politica crescente, la monocultura del denaro, la sussunzione crescente della vita offline in quella online, il crollo di ogni idealità e la paura e l’insicurezza diffuse, derivanti da crisi economiche, pandemia, migrazioni e cambiamenti climatici e accresciute da una specifica forma imprenditoriale, stanno mutando le democrazie occidentali, da tempo ridotte a simulacri post-democratici, in forme autoritarie di governo guidate da leader che tendono ad assumere su di sé ogni processo decisionale. In mancanza di punti di riferimento attorno ai quali costruire il senso della propria vita, la libertà arriva a generare nell’individuo angoscia o a venir fraintesa con il lasciar libero sfogo alle proprie pulsioni. La tendenziale estinzione della cultura e della famiglia patriarcale, seguite dallo sgretolamento dello stesso principio paterno, portano con sé una serie di rigurgiti a livello individuale di cui la crescita del numero di femminicidi costituisce l’espressione più eclatante.

In questo quadro psicosociale emergono diffusi tratti di personalità che potrebbero andare a configurare, mutatis mutandis, una nuova versione di personalità autoritaria. Tratti di una personalità che tende a sostenere leader populisti e movimenti illiberali, come sta accadendo oggi al di qua e al di là dell’Atlantico, e che risulta tollerante verso il controllo autoritario e la repressione delle minoranze. Caratteristiche caratteriali favorite dalla crescente erosione dei residuali valori democratici e dal declino della fiducia nelle istituzioni, i quali si associano a una percezione di corruzione e inefficienza, il tutto alimentando il ricorso a soluzioni semplicistiche ammannite da un leaderismo autoritario.

Se nella versione classica di questa personalità tratti caratteriali quali il conformismo e il gregarismo venivano polarizzati da un capo, altrettanto avviene con la diffusione dei social media, i quali alimentano comportamenti mimetici virali, che tendono a coagularsi attorno a figure di leaderismo digitale. Gli individui psichici vengono attratti dentro quell’«effetto di rete, che diviene con il social networking un effetto automaticamente gregario, cioè altamente mimetico. Si costituisce così una nuova forma di massa convenzionale» (Stiegler 2019, p. 91). Le connessioni all’interno di quest’ultima sono però talmente volatili da farla assomigliare più a uno sciame che a una massa: «la nuova folla si chiama sciame digitale e ha caratteristiche che la differenziano radicalmente dal classico schieramento dei molti, vale a dire dalla folla». La folla, ovvero la massa, non è infatti un semplice aggregato, una somma di individui isolati, ma una neoformazione omogenea che va a modificare la coscienza dei singoli, i quali trovano nel capo politico cui si sottomettono, lo specchio in grado di rimandare loro i riflessi del loro Io ideale e colui che sembra corrispondere ai loro sogni. L’aggregazione casuale di uno sciame, viceversa, non possiede quello spirito unico che anima la folla con la voce di un solo Noi. Lo sciame digitale «non si esprime come una sola voce», ma come una cacofonia di voci giustapposte, quali quelle di una shitstorm (Han 2015, pp. 22, 23). In questa società che Stiegler chiama “società automatica”, le espressioni comportamentali tendono a diventare sempre più compulsive, mimetiche, gregarie e automatizzate, nella direzione di una società falsamente individualista, perché in realtà società-gregge, società-formicaio (Stiegler 2019). Ed è proprio la volatilità dello sciame digitale, a non rendere possibile il cristallizzarsi di alcuna forma di aggregazione politica ma solo spostamenti ondivaghi polarizzati da significanti guida intercambiabili, veicolati da circuiti informazionali che viaggiano alla velocità della luce.

Secondo Stiegler oggi ci troviamo di fronte a una «totalizzazione permanente e planetaria costitutiva essa stessa di un totalitarismo soft, che sfrutta industrialmente e matematicamente le pulsioni e gli arcaismi mimetici che li sottendono, in una tecnosfera diventata esosferica e costituente una macchina dal calcolo in real time di scala cosmica, e che Peter Thiel teorizza annunciando la liquidazione algoritmica del politico stesso» (Stiegler 2019, pp. 159-160).

La fuoriuscita dal politico teorizzata dal cofondatore di PayPal annuncia quella società tecno-oligarchica che il duo Trump e Musk, assieme a gran parte del gotha digitale, sembrano intenzionati a portare a compimento. Una società nella quale il monopolio privato di big data e infrastrutture informazionali in grado di drenarli, trasformarli e inocularli nella rete, modellando i profili digitali nei quali sempre più ciascuno si rispecchia, prefigura una sua rifeudalizzazione ad opera di un tecno-totalitarismo plutocratico.

Attualmente la circolazione infosferica accelerata di flussi ininterrotti di informazioni, delle quali risulta spesso difficile stabilirne la veridicità, la trasformazione della stessa configurazione psichico cognitiva dell’individuo ad opera di un’eccitazione infoneurale continua e la manipolazione degli orientamenti di voto attraverso una profilazione digitale personalizzata, conducono verso forme di populismo digitale che condizionano i comportamenti degli individui nella società reale.

L’automatizzazione della facoltà analitica dell’intelletto umano, a mezzo del lavoro accelerato degli algoritmi, spinge a un’accelerazione la stessa ragione la quale, presa in velocità, come facoltà sintetica ed ermeneutica, strumento di riflessione critica, ne risulta cortocircuitata.

L’eccitazione attenzionale ininterrotta operata da flussi velocissimi di stimoli altamente volatili, non lascia tempo alle tracce ritenzionali digitali di depositarsi in modo permanente nella memoria degli individui, compromettendone la sedimentazione. La velocità degli automatismi e la variabilità degli stimoli che attenzionano la coscienza è tale da non consentire quell’intermittenza necessaria alla costruzione di un deposito mnestico e quindi di un soggetto della memoria. La capacità di conservazione di quest’ultima si indebolisce e luoghi, persone e fatti, per essere richiamati alla coscienza, necessitano dell’accesso ad un cloud collocato fisicamente su di un server. L’atrofizzazione delle ritenzioni mnestiche colpisce in particolare la memoria dichiarativa, la quale viene progressivamente sostituita da quella procedurale5. Secondo Stiegler l’entropia informazionale conduce alla scomparsa dello spirito critico e alla cancellazione delle capacità curative e trasformative del pensiero, aprendo la strada alla post-verità, alla stupidità funzionale e alla post-democrazia.

Questo habitat tecno-psico-sociale risulta favorevole all’emergere di una nuova personalità autoritaria. Gli “sciami digitali” vengono polarizzati da flussi di stimoli infoneurali che catturano anticipatamente le protensioni individuali, ovvero le aspettative di futuro, secondo uno schema di stimolo-risposta che va a configurare un gemello digitale profilato dal neuromarketing psicopolitico. La ripetuta trasmissione e ritrasmissione di segnali informativi tende a coagularsi in ambiti omogenei e chiusi, in cui visioni e interpretazioni divergenti finiscono per non trovare più considerazione e scompaiono dibattito e contraddittorio. Vengono a crearsi echo-chambers nelle quali la nuova personalità autoritaria tende a conformarsi rigidamente ai valori del proprio gruppo di appartenenza, sia esso un movimento estremista online o una comunità ideologica chiusa, sviluppando tratti paranoico-fascisti e complottisti. Ad esempio Qanon, un gruppo politico di estrema destra, sostiene una teoria del complotto secondo la quale esisterebbe un complesso piano segreto orchestrato da un presunto Deep State, ovvero i poteri occulti, con l’intento di ostacolare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e i suoi sostenitori. Questi ultimi, al contrario, sarebbero riusciti a prendere il potere con lo scopo di smantellare un presunto Nuovo Ordine Mondiale, ritenuto colluso con reti globali di pedofilia, pratiche esoteriche legate all’ebraismo, società segrete e, più in generale, orientato al controllo globale.

Rieccheggiano le massime di 1984, «La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza», declinate all’interno di un regime di post-verità che si diffonde nel web e che è sintetizzato dall’ossimorico nome del social network creato da Trump, Truth. All’interno di quest’ultimo, come in quello di Elon Musk, X, e in generale nei social media ormai non più sottoposti al fact checking, si moltiplicano contenuti manipolati (fake news) che creano una realtà alternativa, che rafforza le credenze autoritarie. Algoritmi e intelligenza artificiale diventano gli strumenti con i quali creare un mondo alla Truman Show del quale ognuno di noi ne è inconsapevole protagonista.

Arroccamenti etnocentrici, nazionalisti e identitari si diffondono su entrambe le sponde dell’Atlantico, alimentando una visione del mondo in termini di gruppi contrapposti, come “noi contro loro”, i quali vanno a generare una polarizzazione che crea divisioni e conflitti crescenti, in termini politici, etnici e financo religiosi. A ciò si aggiunga una crescente sfiducia nelle istituzioni tradizionali (governi, media tradizionali, scienza ufficiale), alla quale corrisponde una fedeltà verso fonti alternative, spesso marginali o cospirazioniste. Queste tendenze diventano il terreno più adatto ad alimentare forme di autoritarismo politico e culturale. A sua volta, il malessere diffuso in molti cittadini si esprime in un risentimento, che nell’epoca della post-verità, viene agevolmente indirizzato verso un caprio espiatorio dal pifferaio digitale di turno. La sofferenza cerca un sollievo attraverso quello “spirito di vendetta” che vuole che anche gli altri abbiano ugualmente a soffrire: «Lo spirito di vendetta: amici, su nient’altro finora gli uomini hanno meglio riflettuto; e dov’era sofferenza, sempre doveva essere una punizione» (Nietzsche 1988, p. 171).

Se la governance algoritmica capitalista sembra portare con sé la fine dei tempi politici, allo stesso tempo il «totalitarismo soft di questo capitalismo smart genera delle regressioni autoritarie che portano verso la ripetizione delle forme più hard di repressione e di sottomissione – e c’è da temere che le imprese computazionali vi si accomoderanno perfettamente», com’è puntualmente accaduto con i GAFAM dopo l’elezione di Donald Trump in America (Stiegler 2024, pp. 159, 160, 184).

Le politiche economiche di stampo neoliberista che hanno dominato dopo “i gloriosi trenta” e che hanno spinto verso delocalizzazione e globalizzazione, stanno provocando riterritorializzazioni di stampo nazionalista, che iniziano a contemplare modalità di esercizio del potere nuovamente coercitive. Con il neopresidente americano e i suoi numerosi correligionari europei ritorna una forte enfasi sulla difesa dell’identità culturale, religiosa ed etnica, in opposizione a fenomeni come l’immigrazione e la globalizzazione. Torna anche l’esibizione muscolare del potere e della forza del capo nella quale individui impoveriti, impauriti e disorientati si identificano, trovando risarcimento al vuoto di senso delle loro vite, alla loro fragilità e progressiva perdita di autonomia. Riemergono figure di padre-padrone non più a livello familiare ma politico le quali esercitano il potere in una maniera feroce, che genera ulteriore violenza. Se nella terribile stagione del totalitarismo del Novecento il padre-Duce, il padre-Fuhrer rassicurava le folle negando loro la libertà, oggi lo fa lasciando sfogare sfrenatamente le pulsioni più antisociali e distruttive, come sta avvenendo nella nuova guerra civile e sociale americana. Dopo la morte del padre edipico, Trump incarna un padre perverso e strupratore che lascia libero sfogo alle pulsioni dei figli della sua Nazione, ai quali non impone più il dovere ma il godere, incitandoli con slogan come “MAGA” e “America first” e con affermazioni anti-establishment tipicamente populiste.

Oggi sembra si stia costituendo un’Internazionale Nera6 animata da nazionalismi etno-identitari in Europa e suprematismo bianco in America, accomunati dal disprezzo per l’altro, con tentativi da parte dei suoi membri di esautorare i rispettivi parlamenti, accentrando i poteri in una sola persona, con spregio per la loro divisione, come per la stampa e per ogni forma di dissenso e con l’assunzione di toni messianici, complottisti e populisti. I diritti fondamentali, civili e sociali, vengono progressivamente erosi, mentre la propaganda mediatica trasforma la realtà a immagine di una falsa ed esorbitante narrazione, che per molti è diventata verità.

La depoliticizzazione sta in realtà mutando in «una politicizzazione nel senso più arcaico e tribale di “politica”, intesa come sfera delle relazioni amico-nemico e continuazione della guerra con altri mezzi. Un’evoluzione dell’autoritarismo, più ferino e insieme indissociabile dalla tecnologia, e soprattutto radicato ormai nel potere aziendale e digitale, un completo rovesciamento del Leviatano o “stato etico” fascista, un nazismo a guida privata. Dove l’abolizione della differenza fra il vero e il falso avviene in nome della libertà di opinione e di espressione, e con la forza degli algoritmi che governano i social, per cui poi l’attacco allo straccio di stampa che resta sembra ancora quasi onesto: ti bastono perché non mi piace ciò che dici, all’antica» (De Monticelli 2025).

L’autoritarismo crescente e il suo allargamento su scala internazionale possono essere favoriti da ogni individuo portatore della nuova personalità autoritaria, se non addirittura da elementi potenzialmente presenti in ciascuno di noi come pensavano Deleuze e Guattari, per i quali le masse non erano state ingannate ma avevano veramente desiderato il fascismo e l’oppressione, animate dalla perversione del desiderio gregario.

Prima che la montante marea nera si abbatta sulle nostre società, riducendole a democrature quali stadi embrionali di vere e proprie dittature, risulta centrale che chi si batte ancora per l’autonomia degli individui esiga un’attenzione particolare verso la disautomatizzazione delle tecnologie digitali, l’educazione volta al pensiero critico e il consolidamento delle strutture democratiche.

Note


1 La teoria della confederazione di anime dei medici filosofi Ribot, Janet e Binet, sostiene il carattere illusorio dell’unicità monolitica dell’Io. La personalità viene pensata come una pluralità di Io che si pone sotto il controllo di un Io egemone che li coordina. La nostra identità è solo il risultato instabile del controllo esercitato da questo Io egemone sulle altre anime, controllo che richiede un grande impiego di energia. Per i médecins philosophes, scrive Bodei, «l’io degli individui psicologicamente ritenuti normali è soltanto il più forte, non l’unico. La sua egemonia si basa su un sistema di alleanze e di equilibri psichici costruiti, non naturali, che richiedono un continuo dispendio di energia» (Bodei 2002, p. 57).

2 Il concetto di folla solitaria (The Lonely Crowd) è stato sviluppato dal sociologo David Riesman nel 1950. Descrive una società in cui gli individui, pur vivendo in ambienti affollati e interconnessi, si sentono isolati e privi di legami autentici. Riesman distingue tre tipi di orientamento sociale: quello che segue le norme ereditate dal passato, quello guidato da valori interiorizzati e quello influenzato principalmente dall’opinione degli altri e dai media. La folla solitaria rappresenta quest’ultima condizione: individui che si conformano alle aspettative sociali senza una vera autonomia, portando a un senso di alienazione e superficialità nei rapporti umani.

3 Come scriveva Gilles Deleuze nel 1990, nel suo Poscritto sulle società di controllo, la società di controllo sostituisce all’uomo rinchiuso l’uomo indebitato, all’individuo il «dividuo» rivale di sé stesso e degli altri che cerca di emulare, alla massa i campioni statistici, alla fabbrica l’impresa, che si pone come modello di società e la cui anima è la sua divisione commerciale. Il controllo sociale assume una forma non rigida, coercitiva e discontinua come quella degli ambienti chiusi (scuola, ospedale, fabbrica, carcere) delle società disciplinari ma aperta, continua e infinitamente modulabile come quella dell’impresa capitalistica. Tramite il mezzo televisivo, la pubblicità e il marketing, il controllo si fa invisibile e affabile e il soggetto viene controllato senza neanche sapere di esserlo, anzi credendosi libero autore delle proprie scelte. La società di controllo opera anche attraverso tecnologie quali i computer e i dispositivi informatici, che permettono di individuare «la posizione di ciascuno, lecita o illecita e di operare una modulazione universale […] non c’è bisogno di ricorrere alla fantascienza per concepire un meccanismo di controllo che ad ogni istante dia la posizione di un elemento in ambiente aperto, animale in una riserva, uomo in un’impresa (collare elettronico)» (Deleuze 2019, p. 205).

4 Per Freud l’identificazione primaria consiste nell’adozione da parte del bambino del modello genitoriale, mentre le identificazioni secondarie riguardano la strutturazione della personalità adulta, attraverso l’adozione di oggetti affettivi, legami e forme di sublimazione.

5 Aggiungiamo che dal punto di vista cognitivo, l’essere umano dispone di facoltà intuitive e di facoltà razionali. Le prime corrispondono a frame mentali, già depositati nella nostra memoria procedurale, con i quali interpretiamo una situazione in maniera automatica. Agiamo in modo intuitivo quando ci riferiamo a procedure acquisite nel passato. Un problema che non possiamo riportare intuitivamente a schemi mentali precedenti, dobbiamo affrontarlo con le nostre facoltà razionali. Queste ultime afferiscono alla memoria dichiarativa e implicano una riflessione che si articola in alcune fasi diverse, che richiedono un diverso impegno cognitivo e una durata maggiore. Tramite l’intuizione sappiamo come agire, mentre con il ragionamento sappiamo perché. Ad esempio, leggendo un manuale, posso spiegare in teoria come si guida una macchina, senza saperla guidare in pratica. Viceversa, posso saper suonare uno strumento musicale, senza aver alcuna conoscenza di teoria e solfeggio. Usare in continuazione un mezzo digitale, attraverso interfacce web, permette di apprendere procedure e dopo un po’ di eseguirle in modo automatico, senza alcun bisogno di pensare e senza sapere nulla con quali criteri e valori sono state costruite. Data la grande plasticità dell’organo cerebrale e il suo veloce modificarsi tramite l’apprendimento di procedure, soprattutto se dotate di interfacce user friendly e gamificate, il rischio paventato di un’esposizione sempre più massiva ai device digitali, soprattutto dei più giovani, è quello di una atrofizzazione della memoria dichiarativa a favore di quella procedurale, laddove risultano entrambe indispensabili nell’interazione con il mondo reale.

6 «Non mi sento solo, perché nuovi alleati hanno abbracciato le idee di libertà in ogni angolo del mondo, dall’incredibile Musk alla mia cara Giorgia Meloni fino al presidente israeliano Netanyahu e al presidente Usa Donald Trump». Il presidente argentino Javier Milei ha espresso queste dichiarazioni durante il suo discorso al Forum di Davos. Nel suo intervento non è mancata una critica abituale al cosiddetto “wokismo”, termine generico impiegato da coloro che mirano a delegittimare le classi sociali più deboli e discriminate. Quest’alleanza globale di forze reazionarie, suprematiste e promotrici di un nazionalismo economico aggressivo si percepisce oggi in una posizione di forza.

Bibliografia


T. Adorno E. Frenkel-Brunswik D. Levinson N. Sanford, La personalità autoritaria, Edizioni di Comunità, 1973.
R. Bodei, Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Feltrinelli, 2002.
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G. Deleuze F. Guattari, Millepiani, Castelvecchi, 2010.
R. De Monticelli, Alla ricerca del perduto Oriente, il manifesto 15/02/2025.
E. Fromm, La crisi della psicoanalisi, Mondadori, 1979.
B. C. Han, Nello sciame. Visioni del digitale, nottetempo, 2015.
B. C. Han, Perchè oggi non è possibile una rivoluzione, nottetempo, 2022.
M. Horkheimer, Teoria critica, Einaudi, 1974.
C. Lasch, Rifugio in un mondo senza cuore. La famiglia in stato d’assedio, Bompiani, 1995.
C. Lasch, La cultura del narcisismo, Bompiani, 1995.
G. Le Bon, Psicologia delle folle, Edizione digitale: KKIEN 2020.
B. Stiegler [Ars Industrialis], Reincantare il mondo. Il valore spirito contro il populismo industriale, Orthotes, Napoli 2012
B. Stiegler, La società automatica 1. L’avvenire del lavoro, Meltemi, Milano 2019
B. Stiegler, Pensare, curare. Riflessioni sul pensiero nell’epoca della post-verità, Meltemi, Milano 2024

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"Il Santo Padre Leone XIV, nell’udienza concessa al sottoscritto sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato il giorno 6 agosto 2025, ha disposto di collocare il Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei bambini all’interno del…


Mamdani dimostra l’efficacia del metodo DSA negli USA


Pubblicato con lievi modifiche su Transform Italia il 06 Agosto 2025 di M. Minetti Mamdani, Ocasio Cortez e Sanders. La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie per il candidato democratico alle future elezioni del sindaco di New York costituisce un … Continua a leggere→


Mamdani dimostra l’efficacia del metodo DSA negli USA


skyline di grattacieli acquerello
img generata da IA – dominio pubblico

Pubblicato con lievi modifiche su Transform Italia il 06 Agosto 2025

di M. Minetti

Mamdani, Ocasio Cortez e Sanders.


La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie per il candidato democratico alle future elezioni del sindaco di New York costituisce un elemento di riflessione sulla vitalità di una proposta socialista nel cuore del capitalismo finanziario degli USA. Delle ragioni della sua affermazione ha già scritto su Transform Italia Alessandro Scasellati, sottolineando brevemente anche la metodologia di campagna che “ha contato su un esercito di 40 mila volontari porta a porta, che spesso hanno visitato distretti tradizionalmente ignorati dai politici della macchina democratica. Per molti di questi volontari, questa è stata la prima esperienza politica. Il giovane socialista ha beneficiato anche di oltre 20.000 donatori individuali, di cui circa il 75% ha donato meno di 100 dollari”.

A differenza di Scasellati però non definirei “dal basso” questa modalità di azione sul territorio e mediatica attuata prima di lui dalla deputata del Congresso Alexandria Ocasio Cortez, appartenente al movimento DSA newyorchese e da Bernie Sanders nel 2016, durante il grande successo della campagna (anche se infruttuosa) per le primarie presidenziali del partito Democratico. Certo, lo stesso Mamdani, sul suo sito elettorale definisce la sua campagna “grassroots“, ma questo è solo un artficio retorico per compiacere l’elettorato. Nella campagna del giovane e carismatico politico c’è ben poco di spontaneo o “orizzontale” e molta tecnica e decennale progettazione politica che riesce, questo sì, a coinvolgere un gran numero di volontari e donatori. Come dicono i compagni statunitensi: “non ci sono scorciatoie!” per costruire il potere di classe.

Sanders era un politico di lungo corso ma, fino alla presentazione della sua candidatura alle primarie del 2016, e alla nuova strategia approvata nel congresso del 2015, i Democratici Socialisti Americani avevano meno di 10.000 iscritti, passati oggi a 80.000. Rispetto ad una popolazione USA di oltre 300 milioni di abitanti, risultano appena un movimento di avanguardia che ci tiene molto a mantenersi interno al Partito Democratico, nel quale riesce a far eleggere i suoi rappresentanti. In un sistema rigidamente bipartitico come quello statunitense uscire dall’alveo del Partito Democratico significherebbe scomparire. Questo piccolo movimento strutturato in circoli territoriali molto autonomi, chiamati chapter, presenti capillarmente in tantissime cittadine anche minori, ha sviluppato modalità di contatto, sopratutto diretto, con la base elettorale, mediante il “porta a porta” aggiornato anche in call-center telefonici e direct-mailing mirati condotti dallo staff. Infatti visitando i siti dei candidati (ai collegamenti che ho inserito sui nomi) la prima cosa che appare è la richiesta di contatto, la seconda la richiesta di una donazione, poi vengono la descrizione del programma e la richiesta di attivarsi come volontari. Si noti l’aspetto grafico curatissimo, le foto dei candidati, giovani, di bell’aspetto e molto carismatici nei comizi, sul web e nelle apparizioni in televisione.

I principi organizzativi


La campagna per le primarie democratiche del 2016 ereditava il database centralizzato degli elettori, il Voters Activation Network, realizzato durante la campagna per Barak Obama. Inizialmente Bernie Sanders assunse solo due organizzatori professionali, Becky Bond and Zack Exley che a campagna terminata condensarono la loro esperienza in un libro, Rules for revolutionaries, composto di 22 regole. La sesta regola è “Il lavoro è distribuito, il progetto è centralizzato” che chiarisce abbastanza bene cosa gli autori intendono per “Big organizing”, ovvero semplicemente una organizzazione di massa, contrapposta alla tradizionale territorialità del “community organizing” di Saul Alinsky, da cui provenivano anche Barak Obama e Hillary Clinton (Zaky – Bond 2016, p. 38).

La terza regola del metodo è “La rivoluzione non sarà fatta da professionisti” facendo capire che, partendo da finanziamenti molto inferiori (solo 231 mln di dollari: regola 7) a quelli dei candidati più istituzionali come Hillary Clinton, il piccolo staff di Sanders avesse dovuto affidarsi principalmente alla partecipazione di massa di decine di migliaia di volontari sui territori, curandone il recruitamento, la formazione e il riconoscimento emotivo. Le regole del metodo sono molte, alcune legate allo specifico contesto statunitense ma altre possono sicuramente essere esportate, come la nona: “combatti la tirannia dei pallosi”. Chi dirige i gruppi di volontari deve fare attenzione ad allontanare per tempo persone che annoiano e fanno scappare gli altri. Certo non è facile capire chi sia il tipo di persona che fa scappare gli altri, se è un contro-leader ipercritico che mette in discussione le direttive o semplicemente una persona che cerca attenzione, ma fondamentalmente è un elemento che non aiuta il funzionamento del gruppo, visto che ha compiti precisi da svolgere. Anche per questo la ventiduesima regola è che “i nuovi nella politica fanno i migliori rivoluzionari”.

Il metodo è contenuto


Dal metodo pratico delle campagne sostenute dal DSA si evince che ai volontari è richiesto di essere bravi esecutori, con dei gruppi coordinati da leader locali in una classica gerarchia di partito, in cui le strategie vengono decise dallo staff professionale. Perchè sia efficace, come in effetti risulta che sia, in questo metodo da partito di massa deve funzionare bene il meccanismo del riconoscimento e della rappresentanza. Il candidato forte come Mamdani e il suo programma incisivo sono il contenuto attorno a cui si mobilitano i volontari e per cui votano i cittadini. Le rivendicazioni sono definite e ben espresse e seguono un ordine di priorità che è compatibile con i bisogni delle fasce della popolazione identificate come potenziali elettori. E’ evidente come le problematiche degli affitti, del trasporto pubblico, della educazione dei figli, del salario minimo, siano quelle che stanno più a cuore all’elettorato popolare di New York, dove gli affitti sono tra i più alti al mondo e le diseguaglianze, rispetto al mondo della finanza e delle imprese multinazionali, sono stridenti.

L’organizzazione di massa è necessaria per dare una voce univoca alla classe sociale esclusa dal potere. L’altro approccio, quello frammentato in molteplici istanze territoriali delle varie associazioni di organizzazione di comunità, si presta maggiormente a trovare dei referenti politici per scopi tattici, all’interno dei grandi partiti istituzionali, organizzati in cartello, anche senza condividerne gli interessi generali. Il comunity organizing teorizzato da Saul Alinsky è ormai dominante come metodo organizzativo municipalista o comunque territoriale, attorno a tematiche precise. Punta a costruire alleanze trasversali e reti di associazioni (chiesa, sindacati, volontariato sociale, movimenti, partiti politici) senza l’intenzione di prendere il potere, ma potenziando (empowerment) la richiesta di un cambiamento da parte di alcuni attori sociali. Questo metodo aggregativo sostituisce la carente presenza territoriale dei grandi partiti con una rete, come dire, in franchising (Viviani 2015, p, 77) di presidi territoriali, a volte anche molto radicali ma alla fine dipendenti dai politici professionali che supportano nella conquista di ruoli nelle istituzioni. D’altro canto, i politici eletti aiuteranno le comunità che li hanno fatti eleggere con stanziamenti di fondi attraverso bandi ad hoc e una legislazione favorevole o atti amministrativi mirati. E’ il principio della democrazia del conflitto, (fra gli interessi dei gruppi sociali) tipica degli Stati Uniti, eredità della democrazia dei notabili ottocentesca, tendenzialmente conservatrice. Invece in Europa e nella stessa Gran Bretagna, rimane ancora l’idea residuale della rappresentanza dei partiti di massa che puntano a coalizzare i bisogni di tutti i cittadini, attorno a dei principi cardine, per attuare trasformazioni sociali.

Partito per il cambiamento o partito-cartello


Torniamo all’esempio fornito dalla vittria di Zohran Mamdani alle primarie per il sindaco di New York, e al suo programma di riforme radicali per la città: blocco degli affitti (quindi limitazione dei diritti di proprietà privata), tassare i milionari, salario minimo locale a 30$/ora (adesso è 16,50$/ora), trasporti pubblici gratuiti (ora sono a 2,90$ a corsa). Tutte cose fantastiche. Ma è vero che se i Democratici conquisteranno la carica di Sindaco a New York faranno questo, o è solo un programma elettorale molto a sinistra per recuperare il voto popolare che era migrato verso Trump e i Repubblicani?

L’emergere di candidati con una forte personalità e con un programma caratterizzato da riforme sociali è tipico di momenti in cui la sinistra liberale perde il governo. Elly Schlein in Italia è diventata segretaria del Partito Democratico, proponendo il salario minimo (PdL 1275) e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario (PdL 2067) con AVS e M5S, mentre era all’opposizione, dopo la segreteria di Enrico Letta che ha partecipato al governo Conte II e poi Draghi. Il PD è stato al governo per più di due anni con i Cinque Stelle e non hanno pensato di approvare quelle misure. Sembrerebbe quindi, e questo è un eufemismo, che il programma dei partiti coinvolti nell’alternanza sia molto differente fra quando ricoprono incarichi di governo e quando sono all’opposizione. Una volta conquistato il governo, questo vale per la destra vera come per la cosiddetta sinistra, si rivedono al ribasso le promesse e, tutelando i soliti interessi internazionali e finanziari, ci si accontenta di distribuire alle associazioni periferiche di supporto ai partiti-cartello dei limitati benefici (Viviani 2015) attraverso i meccanismi di sussidiarietà. L’aspetto evolutivo è che in questo processo emergono i bisogni dei cittadini, anche se ancora nella forma di promesse elettorali o proposte di legge.

Come ho scritto in un precedente articolo sulla evoluzione dei partiti politici, sarebbe auspicabile il ritorno alla funzione trasformativa dei partiti, attraverso dei programmi elettorali condivisi che diventino programmi di governo. Ciò può essere attuato soltanto da partiti che recuperino la loro caratteristica di intermediazione verso le masse e non verso le organizzazioni della “società civile” intese come stakeholder sui territori, in un orizzonte di conservazione della struttura sociale, con le sue diseguaglianze e stratificazioni. Il partito deve identificare pochi punti di programma attorno a cui raccogliere il consenso e poi essere certo di poterli realizzare.

Sinistra Italiana come il DSA?


In Italia chi ha saputo interpretare meglio il ruolo di elemento aggregatore delle istanze di sinistra sociale per convogliarle in una coalizione liberale e in certo qual modo conservatrice per gli aspetti economici, ma progressista per quanto riguarda alcuni diritti civili e l’ambiente, è stata Sinistra Italiana. Il suo programma elettorale, molto avanzato, è molto vicino a quello dei Democratici Socialisti Americani e, come loro, è riuscita a inserire nel parlamento alcuni deputati che però, anche supportando governi di coalizione, non hanno ottenuto nessuna delle richieste del loro programma. Attraverso il meccanismo delle primarie o con accordi di vertice, Sinistra Italiana che è un piccolissimo partito, senza una diffusa articolazione territoriale ma in contatto con realtà sociali e sindacali ben radicate, punta dove possibile a conquistare alcuni seggi nei collegi dove è più presente. Per fare questo si affida anche a candidati forti per essere visibili sui media e all’onore delle cronache come Ilaria Cucchi, Ilaria Salis e Mimmo Lucano, salvo fare qualche scivolone come nel caso di Aboubakar Soumahoro.

La differenza tra un partito o movimento politico che punta alla trasformazione e uno che punta a testimoniare l’esistenza di una sinistra nelle istituzioni democratiche, peraltro quasi totalemte asservite ai poteri sovranazionali militari e finanziari, è rilevabile dagli sforzi e le risorse che impiega per radicarsi come organizzazione di massa. Se il suo scopo è mantenere l’attuale numero di iscritti e sedi, per non turbare le attuali dinamiche nei congressi e delle cariche direttive interne, mentre gli sforzi sono destinati soltanto alla visibilità mediatica e a ottenere il supporto di attivisti (non iscritti) e associazioni territoriali, allora certamente la finalità del partito è di testimonianza, all’interno del sistema consociativo del cartel-party. Se invece l’organizzazione mira a crescere numericamente e a radicarsi come comunità, coinvolgendo i suoi iscritti e finanziatori, non solo nel lavoro di base ma anche nella scelta dei leader e dei candidati, proponendo formazione dei giovani e favorendo il dibattito capillare sul programma politico, allora le alleanze elettorali e di governo possono essere lette come un necessario passaggio da affrontare per garantirsi le risorse necessarie ad attuare il proprio progetto. Il risultato che ne consegue è che attraverso il mezzo (il lavoro condiviso per la campagna elettorale) si costituisce il fine (la comunità solidale della cittadinanza) che è il programma di governo

Anime belle e poteri consociativi


Il ruolo che un tempo svolgeva la chiesa all’interno della economia libidinale dell’individuo, oggi lo svolgono varie istituzioni collettive destinate a evolvere gli orizzonti di senso della popolazione. Intendo quella gratificazione data dalla consapevolezza (necessariamente condizionata dall’ambiente sociale) di agire moralmente, facendo il bene. La fine delle grandi metanarrazioni (cristianesimo, illuminismo, liberalismo, socialismo) ha frazionato i valori e le appartenenze in molteplici nuclei contrapposti che si contendono l’attenzione e l’opinione (chiamandole ovviamente verità o scienza). Nel contesto apparentemente naturale della democrazia del conflitto emergono le soggettività identitarie in lotta fra loro per il riconoscimento dei propri “diritti”. La politica, quindi, divide le persone in base a bisogni specifici della etnia, della religione, del genere e orientamento, dello stile di vita e di alimentazione, del linguaggio usato, dei riti collettivi a cui si partecipa. Accanto a queste faglie identitarie assume un ruolo sempre maggiore, grazie alla rappresentazione mediatica dei conflitti, l’identificazione con bisogni di “Altri“, ovviamente nella rappresentazione soggettiva che ne è stata costruita, ponendosi a loro difesa.

L’Altro può essere la Natura, il pianeta Terra, l’immigrato per chi non lo è, il povero per chi non lo è, l’animale per chi non lo è, l’omosessuale o trans per chi non lo è, la Palestinese o l’Ucraino per chi non lo è, e così via. E’ sicuramente bello che persone diverse e lontane fra loro supportino gli Altri per migliorarne la condizione. La solidarietà è alla base dell’internazionalizzazione delle lotte ma le Anime belle, che sono sempre esistite e hanno spesso rappresentato la componente più ideale e morale delle lotte politiche, sono necessariamente una minoranza, altrimenti non sarebbero belle e neppure si distinguerebbero dalle masse. La maggior parte delle persone è disposta a sacrificarsi poco ed esclusivamente per sè stessi e per i prossimi, ovvero la cerchia stretta dei congiunti. Per tutte queste persone anche il minimo impegno (che può consistere nell’andare a votare una domenica mattina) deve auspicabilmente portargli un beneficio diretto e non c’è nulla di sbagliato in questo. Ognuno lotta per la propria libertà, molto meno per quella degli altri. Bisogna rifuggire da quel razzismo morale che porta la sinistra colta e snob a disprezzare le fasce popolari e la loro presunta mancanza di cultura e valori.

Tornando all’esempio del programma politico di Zohran Mamdani gli va dato atto che i pochi punti messi in evidenza sono tutti diretti al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini elettori, forse anche per questo è riuscito a raccogliere il supporto di tante persone. Puntare sui bisogni materiali piuttosto che sulla contrapposizione ideale con l’avversario politico è evidentemente una strategia che raccoglie risultati, prendiamone atto.

Bibliografia

S. Alinsky, Radicali, all’azione! Organizzare i senza-potere, Edizioni dell’Asino, 2022.
B. Bond – Z. Exley, Rules for rivolutionaries. How big organizing can change everything, Chelsea Green, 2016.
L. Viviani, Sociologia dei partiti. Leader e organizzazioni politiche nelle società contemporanee, Carocci, 2015.

#americani #campagnaElettorale #democratici #elezioni #mamdani #NewYork #ocasioCortez #primarie #radicale #sanders #sinistra #socialisti #USA






Recensione : Mark Solotroff – In Search of Total Placelessness


Mark Solotroff, figura cardine della scena noise-industrial e power electronics americana (fondatore di Intrinsic Action, Anatomy Of Habit, BLOODYMINDED), torna quest'anno con In Search of Total Placelessness
#musica

iyezine.com/mark-solotroff-in-…

@Musica Agorà



Recensione : The Unknowns – Looking from the outside


The Unknowns "Looking from the outside": un'esperienza punk che scuote e incendia! Scopri il terzo album della band australiana che spacca!

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#musica @Musica Agorà





Perplexity divorerà Chrome di Google?

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Nell'agone dell'Intelligenza artificiale va in scena la riedizione della lotta di Davide contro il gigante Golia: Perplexity (che farebbe gola ad Apple) pronta a sborsare 34,5 miliardi di dollari pur di accaparrarsi il browser di Google Chrome. Mountain View



Inciampo all’avvio per Alexa+. Perché il super assistente Amazon non convince il New York Times

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Gli algoritmi AI stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dei vecchi assistenti virtuali: ecco perché Amazon sta correndo per presentare al





“Apriamo il nostro cuore al Signore, che non smette mai di amarci di fronte alle nostre debolezze, ma ci dona sempre una nuova opportunità per ricominciare. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!”.


L’informazione, il genocidio e una pessima Rai


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-ge…
La mattanza del popolo palestinese è senza dubbio un genocidio ed è risibile il tentativo di edulcorare le parole. È amaro dirlo, ma le cose vanno chiamate con il loro nome. E una componente dell’orribile mattanza è il killeraggio seriale di giornaliste e




Perché OpenAI ha dovuto risuscitare il suo vecchio modello Gpt-4o?

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A volte il vecchio è meglio del nuovo. O almeno, sembrerebbe così nel caso dell'ultimo modello di OpenAI. Dopo nemmeno 24 ore dal lancio di Gpt-5 gli utenti hanno rivoluto indietro il suo predecessore



Ivan Pozzoni. Kolektivne NSEAE
freezonemagazine.com/articoli/…
È difficile racchiudere in una definizione sintetica una figura di alto livello e versatile come quella di Ivan Pozzoni, ma bisogna comunque partire da un punto inequivocabile: siamo di fronte ad un grande poeta e soprattutto uno dei più originali, innovativi, degli anni 2000 della poesia italiana, versante sul quale la nostra poesia contemporanea, non […]
L'articolo Ivan Pozzoni.


LA CINA HA CREATO IL PRIMO REATTORE NUCLEARE AL MONDO CHE NON PUÒ FONDERSI… DAVVERO?

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

La notizia non ha avuto molta eco, però merita un approfondimento: “La Cina ha testato con successo un reattore nucleare rivoluzionario..
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Carlo Bencini =/\= reshared this.



Dopo più di 30 anni Aol disconnette la connessione Internet dial-up

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Protagonista indiscusso dell'era di Internet 1.0, Aol ha scontato diversi errori strategici ed è stato zavorrato dall'evidente incapacità di innovare, finendo presto relegata ai margini della Rete.



Difesa, la capacità produttiva europea è triplicata rispetto al 2021

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’industria della difesa europea sta attraversando la più ampia fase di espansione dalla fine della Guerra fredda. Secondo un report del Financial Times, i cantieri legati alla produzione di armamenti si moltiplicano a un ritmo tre volte superiore rispetto ai tempi pre-invasione dell’Ucraina, con oltre






As Britain experiences one of its worst droughts in decades, its leaders suggest people get rid of old data to reduce stress on data centers.#News #UK


UK Asks People to Delete Emails In Order to Save Water During Drought


It’s a brutally hot August across the world, but especially in Europe where high temperatures have caused wildfires and droughts. In the UK, the water shortage is so bad that the government is urging citizens to help save water by deleting old emails. It really helps lighten the load on water hungry datacenters, you see.

The suggestion came in a press release posted on the British government’s website Tuesday after a meeting of its National Drought Group. The release gave an update on the status of the drought, which is bad. The Wye and Ely Ouse rivers are at their lowest ever recorded height and “five areas are officially in drought, with six more experiencing prolonged dry weather following the driest six months to July since 1976,” according to the release. It also listed a few tips to help people save on water.
playlist.megaphone.fm?p=TBIEA2…
The tips included installing a rain butt to collect rainwater for gardening, fixing leaks the moment they happen, taking shorter showers, and getting rid of old data. “Delete old emails and pictures as data centres require vast amounts of water to cool their systems,” the press release suggested.

Datacenters suck up an incredible amount of water to keep their delicate equipment cool. The hotter it is, the more water it uses and a heatwave spikes the costs of doing business. But old emails lingering in cloud servers are a drop in the bucket for a data center compared to processing generative AI requests.

A U.S. A Government Accountability Office report from earlier this year estimated that 60 queries of an AI system consumed about a liter of water, or roughly 1.67 Olympic sized swimming pools for the 250,000,000 queries generated in the U.S. every day. The World Economic Forum has estimated that AI datacenters will consume up to 1.7 trillion gallons of water every year by 2027. OpenAI CEO Sam Altman has disputed these estimates, saying that an average ChatGPT query uses “roughly one fifteenth of a teaspoon” of water.

Downing Street announced plans in January to “turbocharge AI” in the U.K. The plan includes billions of pounds earmarked for the construction of massive water-hungry datacenters, including a series of centers in Wales that will cost about $16 billion. The announcement about the AI push said it will create tens of thousands of jobs. It doesn’t say anything about where the water will come from.

In America, people are learning that living next to these massive AI data centers is a nightmare that can destroy their air and water quality. People who live next to massive Meta-owned datacenters in Georgia have complained of a lack of water pressure and diminished quality since the data centers moved in. In Colorado, local government and activists are fighting tech companies attempting to build massive data centers in a state that struggled with drought before the water-hungry machines moved in.

Like so many other systemic issues linked to climate change and how people live in the 21st century, small-scale personal solutions like “delete your old emails” won’t solve the problem. The individual water bill for a person’s old photos is nothing compared to the gallons of water required by large corporate clients running massive computers.

“We are grateful to the public for following the restrictions, where in place, to conserve water in these dry conditions,” Helen Wakeham, the UK Environment Agency’s Director of Water, said in the press release. “Simple, everyday choices—such as turning off a tap or deleting old emails—also really helps the collective effort to reduce demand and help preserve the health of our rivers and wildlife.”

Representatives from the UK Government did not immediately return 404 Media’s request for comment.


#uk #News


A DEA agent used a local cop's password "for federal investigations in late January 2025 without [the cop's] knowledge of said use."

A DEA agent used a local copx27;s password "for federal investigations in late January 2025 without [the copx27;s] knowledge of said use."#Flock


Feds Used Local Cop's Password to Do Immigration Surveillance With Flock Cameras


A Drug Enforcement Administration agent used a local police officer’s password to the Flock automated license plate reader system to search for someone suspected of an “immigration violation.” That DEA agent did this “without [the local police officer’s] knowledge,” and the password to the Flock account, which belonged to the Palos Heights PD, has since been changed. Using license plate readers for immigration enforcement is illegal in Illinois, and casual password sharing between local police and federal law enforcement for access to surveillance systems is, at the very least, against Flock’s terms of service.

The details of the search were first reported by the investigative news outlet Unraveled, which obtained group chats about the search using a public records request. More details about the search were obtained and shared with 404 Media by Shawn, a 404 Media reader who filed a public records request with Palos Heights after attending one of our FOIA Forums.

DEA agent used Illinois cop’s Flock license plate reader password for immigration enforcement searches
A federal Drug Enforcement Administration agent on a Chicago area task force used Palos Heights Detective Todd Hutchinson’s login credentials to perform unauthorized searches this past January. Group chat screenshots obtained via public records request show the detective and the feds discussing the incident.
Unraveled Press


Flock makes automated license plate reader (ALPR) cameras, which passively collect the time, plates, and model of cars that drive past them and enter them into a network that can then be searched by police. Our investigation in May showed that federal agents were gaining side-door access into this system by asking local police to perform immigration enforcement searches for them; the new documents show that in some cases, local police have simply given federal agents their passwords.

The documents obtained by Unraveled show details of an internal investigation done by the Palos Heights, Illinois police department in response to a series of questions that I asked them for an article we published in May that appeared to show a Todd Hutchinson, a police officer in Palos Heights, performing a series of Flock searches in January as part of their research into an “immigration violation.”

At the time, Palos Heights police chief Mike Yott told me that Hutchinson was a member of a DEA task force “that does not work immigration cases.”

“None of our officers that work with federal agencies have cross designation as immigration officers, and therefore have no immigration authority, and we and our partner agencies are very sensitive to the fact that we and the State of Illinois do not pursue immigration issues,” Yott said. “Based on the limited information on the report, the coding/wording may be poor and the use of Flock may be part of a narcotics investigation or a fugitive status warrant, which does on occasion involve people with various immigration statuses.”

Our reporting set off an internal investigation into what these searches were for, and who did them, according to the documents obtained by Unraveled. According to a July 9 investigation report written by the Palos Heights Police Department, Hutchinson was the only task force member who had access to Flock. Information about what the search was actually for is redacted in the internal investigation, and neither the Palos Heights Police Department nor the DEA has said what it was for.

“Hutchinson advised that it was common that he allowed others to use his login to Flock during the course of their drug investigations. TFO Hutchinson spoke to his group and learned that one of the DEA agents completed these searches and used his login information,” the report says. The DEA agent (whose name is redacted in the report) “did in fact use Hutchinson’s login for federal investigations in late January 2025 without Hutchinson’s knowledge of said use.”

“When I had shared my account with the Special Agent, I believed it would only be used for DEA/narcotics related investigations,” Hutchinson wrote in an email to his bosses explaining why he shared his password. Hutchinson said in a series of text messages to task force officers, which were also obtained by Unraveled, that he had to change the password to lock other members of the task force out of the system.

“What’s the new password?,” a task force member wrote to Hutchinson.

“Sorry man. Keys had to be taken away,” he responded.

The task force member replied with a gif of a sad Chandler Bing from friends sitting in the rain.

“Hey guys I no longer have access to Flock cause Hutch took my access away,” another group text reads. “Apparently someone who has access to his account may have been running plates and may have placed the search bar ‘immigration’.. which maybe have brought undue attention to his account. Effective immediately Defer all flock inquiries to Toss Hutchinstein[sic].”

“Dear Todd, I hope you don’t get in trouble cause of my mistake,” the DEA agent joked in the group chat. “U were so helpful in giving the group access but now that is gone, gone like dust,…..in the wind … Trust is broken / I don’t know if bridges can be mended … one day we might be back to normal but until then I will just have to sit by this window and pray things will return … Best Regards. Ps, can u flock a plate for me”

“Only time will tell my fate, I suppose,” Hutchinson responded. “What’s the plate? And confirming it is NOT for immigration purposes…”

“It was a test …… and u passed ….,” the DEA agent responds.

In response to a separate public records request filed by Shawn, the 404 Media reader, and shared with us, the Palos Heights Police Department said “Our investigation into this matter has revealed that while these inquiries appear to have been run as part of a taskforce assignment, no member of the Palos Heights Police Department ‘ran’ those queries. They were, apparently, run by another, non-Palos Heights, task force member who used a Palos Height's member's sign in and password information without his knowledge.”

The Palos Heights Police Department said in its investigation files that “this incident has brought to light the need to review our own protocols of LPR use.” The police department said that it had decided to limit searches of its Flock system only to agencies within the state of Illinois, rather than to police departments around the country. The department also turned on two-factor authentication, which had not been previously enabled.

“Lastly, I believe there is a need to start a monthly review of our own flock searches to ensure our officers are working within standards and compliant with all policies and laws,” the report says.

Palos Heights’ casual sharing of passwords to a powerful surveillance system is a violation of Flock’s terms of service, which states “Authorized End Users shall not share their account username or password information and must protect the security of the username and password.”

More concerningly, it shows, as we have been reporting, that there are very few practical guardrails on how Flock is being used. The DEA does not have a contract with Flock, and police generally do not obtain a warrant to use Flock. We have repeatedly reported on police officers around the country who have offered to either run plates for their colleagues or to give them access to their logins, even when those agencies have not gone through proper acquisition channels.

The Palos Heights police department did not respond to a request for comment from 404 Media. The DEA told 404 Media “we respectfully refer you to the Palos Heights Police Department.” Flock also did not respond to a request for comment. The House Oversight Committee announced last week that it had launched an investigation into how Flock is being used to search for immigration violations.




come ho già scritto il risultato, per un paese che importa praticamente tutto, prodotti finiti e semilavorati, è più o meno come aver inserito anche negli usa l'IVA e non al 22%... un'imposta indiretta. a noi piace piangersi addosso ma a piangere sono soprattutto i cittadini usa.

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A Gaza il “giornalisticidio” prosegue indisturbato


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/a-gaza-…
Prosegue a Gaza il giornalisticidio, parte del genocidio in atto a Gaza. Sono ormai oltre 230 i cronisti assassinati, compresi i sei eliminati ieri. Contro di loro ê ripartita l’ennesima campagna “erano solo