Sabato 6 maggio alle 19, il Teatro Niccolini di Firenze ospita l’Orchestra Erasmus che torna ad esibirsi nell’ambito delle iniziative del Festival d’Europa – SOU4YOU 2023.
Info ▶️ indire.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Sabato 6 maggio alle 19, il Teatro Niccolini di Firenze ospita l’Orchestra Erasmus che torna ad esibirsi nell’ambito delle iniziative del Festival d’Europa – SOU4YOU 2023. Info ▶️ https://www.indire.Telegram
LOUD AS GIANTS – EMPTY HOMES
I Loud As Giants sono una coppia di musicisti di cui basta il nome per capire che la materia trattata è di alta qualità : Justin K. Broadrick e Dirk Serries. @Musica Agorà
iyezine.com/loud-as-giants-emp…
Loud As Giants - Empty Homes 2023
Loud As Giants - Empty Homes - I Loud As Giants sono una coppia di musicisti di cui basta il nome per capire che la materia trattata è di alta qualità : Justin K. Broadrick e Dirk Serries. - Loud As GiantsMassimo Argo (In Your Eyes ezine)
like this
reshared this
Presentazione del libro “La libertà fuori dalla Russia” di Renata Gravina
Lunedì 22 maggio alle ore 18:00 presso l’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi si terrà la presentazione del libro “La libertà fuori dalla Russia” di Renata Gravina
Saluti introduttivi
PASQUALE TERRACCIANO
Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale, già Ambasciatore italiano a Mosca
Intervengono
ANTONELLO FOLCO BIAGINI
Professore Emerito di Storia dell’Europa Orientale, Rettore Unitelma
PAOLO SAVARESE
Professore Ordinario di Filosofia del Diritto, Università di Teramo
ROBERTO VALLE
Professore Ordinario di Storia dell’Europa Orientale, Università Sapienza
Sarà presente l’autrice
Ingresso libero
L'articolo Presentazione del libro “La libertà fuori dalla Russia” di Renata Gravina proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
VIDEO. Israele uccide a Nablus 3 palestinesi in un raid
Pagine Esteri, 4 maggio 2023. Questa mattina l’esercito israeliano ha ucciso tre palestinesi e ferito almeno altri quattro durante un’incursione nella città di Nablus, nella Cisgiordania occupata.
In un comunicato i servizi di intelligence israeliana hanno confermato le uccisioni, dichiarando che 2 dei palestinesi morti sarebbero responsabili dell’attacco del 7 aprile al nord di Gerico. Durante quel raid furono uccise 3 colonie israeliane, una madre con le due figlie, raggiunte da colpi di arma da fuoco all’interno della propria automobile.
VIDEO
Tre palestinesi – Maed Masri, Hassan Katnani, Ibrahim Hura – sono stati uccisi dall'esercito israeliano nella città vecchia di Nablus. I soldati hanno anche sparato un razzo anticarro. Secondo Israele erano gli autori dell'uccisione di tre colone nella Valle del Giordano. pic.twitter.com/IXiT4eF5AN
— Pagine Esteri (@PagineEsteri) May 4, 2023
La Mezzaluna rossa palestinese ha fatto sapere che durante l’incursione israeliana sono state feriti almeno 4 palestinesi e circa 150, tra cui bambine e bambini di una scolaresca, risultano intossicati dai gas.
Il Ministero della Salute palestinese in un comunicato ha dichiarato che lo stato dei corpi, crivellati dai colpi ha reso difficile l’identificazione. Ma si tratta quasi certamente di Ma’es Masri, Hassan Katnani e Ibrahim Hura.
L'articolo VIDEO. Israele uccide a Nablus 3 palestinesi in un raid proviene da Pagine Esteri.
The Court of Justice confirmed that there is no "threshold" for GDPR damages
La Corte di giustizia ha confermato che non esiste una "soglia" per i danni da GDPR Oggi la CGUE ha emesso la prima decisione sui danni emotivi ai sensi del GDPR.
PODCAST. TURCHIA: le elezioni saranno un referendum su Erdogan
di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 4 maggio 2023 – Il prossimo 14 maggio, a pochi mesi dal terremotoche ha devastatomolte regioni, in Turchia si svolgeranno delle elezioni cruciali in un paese spaccato tra i partiti che sostengono il presidente Recep Tayyip Erdoğan, al potere ormai da più di due decenni, e le opposizioni di destra, centro e sinistra che tentano la spallata.
A vincere la sfida delle presidenziali, affermano i sondaggi, potrebbe essere il leader del Partito Repubblicano Popolare, Kemal Kılıçdaroğlu, il quale ha promesso profonde riforme del sistema politico e cambiamenti consistenti nel posizionamento della Turchia a livello internazionale ma che, anche in caso di vittoria, potrebbe avere non pochi problemi a formare un governo stabile e duraturo.
Pagine Esteri ha intervistato il giornalista turco Murat Cinar per capire se effettivamente questa volta le possibilità di una sconfitta del “sultano” sono consistenti e sul perché sta venendo meno nel paese un consenso che ha permesso al leader del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) di dominare la scena politica turca così a lungo. Pesano la crisi economica e la violazione dei diritti umani e politici dei dissidentie delle minoranze – Pagine Esteri
widget.spreaker.com/player?epi…
Murat Cinar, giornalista e formatore, risiede in Italia (a Torino) dal 2002. Collabora a numerose testate italiane e turche ed è autore di alcune pubblicazioni, tra le quali “Ogni luogo è Taksim” (Rosenberg&Sellier) e “Undici storie di resistenza, undici anni della Turchia” (EBS Print).
L'articolo PODCAST. TURCHIA: le elezioni saranno un referendum su Erdogan proviene da Pagine Esteri.
In Cina e Asia – Ritorna il boom del lusso in Cina
Ritorna il boom del lusso in Cina
La NATO aprirà una sede in Giappone
Alle elezioni locali di Hong Kong i cittadini avranno meno potere democratico
I colossi dei microchip Usa sviluppano nuovi modelli per il mercato cinese
La polizia di Shanghai rintraccia uiguri e giornalisti stranieri nello Xinjiang
L'articolo In Cina e Asia – Ritorna il boom del lusso in Cina proviene da China Files.
Un milione di munizioni all’anno. Ecco l’obiettivo dell’Ue
Arriva l’Asap, acronimo questa volta di Act in Support of Ammunition Production, un piano proposto dal commissario Ue per il mercato unico, Thierry Breton, alla Commissione europea, indirizzato a mobilitare 500 milioni del bilancio europeo per incrementare la produzione di munizioni, dai missili ai colpi d’artiglieria. Accanto a questo fondo, indirizzato alle fabbriche del Vecchio continente impegnate nella produzione di munizioni per aumentarne il livello produttivo, l’Act consentirà anche ai Paesi Ue di reindirizzare i fondi di coesione e di recupero verso l’industria della difesa. Il provvedimento dovrebbe essere orientato in particolare a undici Paesi Ue con una forte industria della Difesa, tra i quali naturalmente è presente anche l’Italia.
La misura
Il denaro previsto non è un nuovo stanziamento, ma sarà trasferito dal Fondo europeo per la Difesa (Edf) e dall’Edirpa, il futuro strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni, su cui si dovrà discutere rispetto agli impatti che tale riposizionamento di fondi potrebbe avere sui progetti in corso e futuri. Tuttavia, il commissario Breton si è detto “fiducioso che entro dodici mesi saremo in grado di aumentare la nostra capacità produttiva a un milione di munizioni all’anno in Europa”. I fondi stanziati serviranno principalmente ad aumentare la capacità produttiva del Vecchio continente in fatto di munizioni, anche finanziando il riadattamento di vecchi lotti, oltre che per incentivare i Paesi a dare priorità alle spedizioni per l’Ucraina rispetto ad altri contratti con le aziende. Secondo Breton i fondi “sono chiaramente sufficienti per raggiungere questo obiettivo” registrando come a suo avviso le aziende europee “in particolare nell’est” abbiano già l’infrastruttura necessaria “per produrre grandi quantità di munizioni di grandi dimensioni”.
Europa al 2%
Tra i segnali mandati dal commissario c’è anche quello di rafforzare la sicurezza collettiva di tutta l’Europa, “abbiamo quattromila chilometri di frontiere con la Russia” ha detto Breton. Ed è per questo che il commissario ha indicato come obiettivo il raggiungimento di spesa previsto dalla Nato, in vista anche del vertice di Vilnius che potrebbe alzare ulteriormente l’asticella. “Incoraggiamo gli Stati membri ad arrivare al 2% del Pil per la difesa” ha ribadito Breton “dobbiamo adattarci a questa nuova configurazione geopolitica e dobbiamo approvare quanto prima questo pacchetto legislativo per permettere all’industria della difesa europea, che ha mantenuto la capacità produttiva, di fabbricare almeno un milione di munizioni all’interno dell’Ue”
Sostenere gli investimenti
Nel complesso, insieme agli Stati membri, l’Ue ambisce a mettere a disposizione un miliardo di euro “per aumentare le capacità europee”, come registrato dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in aggiunta al sostegno fornito con l’European peace facility per la fornitura di munizioni all’Ucraina. In aggiunta, infatti, il commissario Breton ha anche parlato di finanziamenti per co-finanziare l’industria della Difesa tra Paesi europei tramite il Recovery and resilience facility. In questo modo, ha sostenuto Breton, “si spera di riattivare l’accesso ai finanziamenti privati, sia attraverso la Banca europea per gli investimenti, sia attraverso le banche private”.
Elicotteri e Difesa fanno decollare il primo trimestre di Leonardo
Di fronte all’aumento nella richiesta di sicurezza, legata al contesto geopolitico internazionale, è cresciuta anche la domanda di sistemi, generando prospettive positive per il settore della Difesa. È quanto emerge dai risultati per il primo trimestre 2023 ottenuti da Leonardo, presentati al consiglio d’amministrazione dal presidente, Luciano Carta, che conferma le previsioni per l’intero anno formulate in sede di predisposizione del bilancio alla fine dell’anno scorso. I primi tre mesi dell’anno hanno registrato risultati solidi, in termini di crescita degli ordini, aumento di profittabilità e rafforzamento della performance di cassa. A fare la differenza per il gruppo di piazza Monte Grappa l’ottima performance commerciale del settore elicotteristico, e da una performance in crescita in tutte le aree del settore Difesa
I numeri
Nel primo semestre dell’anno i ricavi si sono attestati a oltre 3 miliardi di euro, allineati al primo trimestre del 2022 in tutti i settori di business. Il flusso di cassa operativo (Focf) è negativo per circa 688 milioni, in netto miglioramento (+36%) rispetto al dato del 2022, negativo per un miliardo e 80 milioni. Anche l’indebitamento si riduce in misura rilevante di circa un miliardo rispetto a marzo 2022 grazie al rafforzamento della generazione di cassa del Gruppo, per effetto dell’andamento del Focf. Gli ordini sono, in significativo incremento (+29,3%, pari a 4,9 miliardi) rispetto al primo trimestre del 2022, grazie in particolare all’ottima performance degli elicotteri legata principalmente agli ordini di 18 AW169 destinati all’Austria e tredici MH139 per la Us Air force. L’Ebita è pari a 105 milioni, +13,2%.
La Guidance
Alla luce di quanto ottenuto, il Gruppo conferma le previsioni per i successivi trimestri e le linee della Guidance per l’intero anno. Per l’anno in corso si prevedono nuovi ordinativi pari a circa 17 miliardi. Per i ricavi la Guidance indica una forbice tra 15 e 15,6 miliardi, comunque in crescita rispetto al 2022. Anche la redditività è prevista in aumento, con Ebita previsto tra 1,260 e 1,310 miliardi. Il flusso di cassa è atteso a circa 600 milioni, mentre l’indebitamento dovrebbe scendere a 2,6 miliardi.
Il commento
Per Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, “i risultati commerciali e finanziari del primo trimestre mostrano un andamento positivo in linea con le aspettative”. Per l’ad, “Nei primi tre mesi abbiamo dimostrato ancora una volta la competitività nel business difesa/governativo e il continuo miglioramento della performance delle Aerostrutture. Il Gruppo è solido e sostenibile nel lungo periodo, con la capacità di cogliere future opportunità di crescita”. Profumo ha anche annunciato come Moody’s abbia promosso Leonardo a Investment Grade “riconoscendo al Gruppo una significativa esecuzione del piano industriale durante la pandemia, importanti progressi nella riduzione dell’indebitamento, solide prospettive di crescita nelle attività della Difesa, alla luce del complesso contesto geopolitico, e prudenti politiche finanziarie volte ad una continua riduzione del debito”.
PRIVACY DAILY 107/2023
I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni
"La storia di un animale, di una faina che scopre il mondo, le sue verità e le sue menzogne. Come fosse un personaggio strappato a Camus, e al tempo stesso a un film della Pixar. Un esordio sorprendente.
«Esistono vari modi di strillare un libro magnifico. Ma solo un modo è giusto per I miei stupidi intenti: leggetelo, leggete questo romanzo in stato di grazia».
Marco Missiroli
Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola.
Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne.
I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri."
Roberto Resoli reshared this.
GAZA. Bombardamenti israeliani uccidono un palestinese
della redazione
Pagine Esteri, 3 maggio – Gli ultimi raid israeliani su Gaza, i più violenti da agosto 2022 (circa 50 morti), hanno ucciso un palestinese, Hashel Suleiman, 58 anni, e provocato alcuni feriti oltre a danni a edifici e a una scuola. Il portavoce delle Forze armate israeliane invece riferisce di attacchi contro presunti laboratori per la fabbricazione di armi, campi militari e tunnel appartenenti al movimento islamico Hamas.
L’escalation era cominciata dopo la morte in un carcere del prigioniero Khader Adnan, che da 86 giorni faceva lo sciopero della fame in protesta per la sua detenzione senza processo.
Le organizzazioni armate palestinesi da parte loro hanno lanciato oltre 100 razzi verso il territorio meridionale israeliano provocando qualche danno e feriti leggeri. Pagine Esteri
L'articolo GAZA. Bombardamenti israeliani uccidono un palestinese proviene da Pagine Esteri.
Ecco come gli impegni commerciali hanno circoscritto le regole dell'UE per accedere ai codici sorgente dell'IA
I documenti interni sono stati ottenuti tramite una richiesta FOIA da parte di Kristina Irion, professore di diritto all'Università di Amsterdam, che mostra diverse richieste del dipartimento commerciale della Commissione al dipartimento di politica digitale sul progetto di legge sull'IA.
L'AI Act è una proposta legislativa fondamentale per regolamentare l'intelligenza artificiale in base al suo potenziale di causare danni. Le richieste riguardano la restrizione delle disposizioni del regolamento relative alla divulgazione del codice sorgente, allineandole agli impegni commerciali dell'UE.
Per Irion, i documenti indicano una preoccupante inversione di quello che dovrebbe essere l'approccio giusto perché "l'UE dovrebbe utilizzare la politica commerciale per promuovere la sua agenda legislativa, non lasciare che i precedenti impegni commerciali influenzino il suo processo decisionale digitale".
Qui l'articolo completo di di @Luca Bertuzzi per EURACTIV
How trade commitments narrowed EU rules to access AI’s source codes
The capacity for public authorities and external auditors to access the source code of Artificial IntelligenceLuca Bertuzzi (EURACTIV)
like this
reshared this
AMNESTY: Con il riconoscimento facciale Israele segrega e controlla i palestinesi
della redazione
Pagine Esteri, 3 maggio 2023 – Stai tornando a casa a piedi, ma devi attraversare un posto di blocco per arrivarci. Ti guardi intorno e vedi telecamere con tecnologia di riconoscimento facciale non regolamentata che ti scansionano per determinare se puoi passare.
Questa è distopia? No. È Red Wolf, un sistema che l’IDF utilizza per monitorare i movimenti palestinesi nei territori occupati.
A Red Wolf è dedicato l’ultimo rapporto di Amnesty International, basato anche su testimonianze di soldati israeliani, che descrive in dettaglio un sistema di sorveglianza invadente che Israele utilizza per controllare i movimenti dei palestinesi.
Le foto ai palestinesi vengono scattate contro la loro volontà e inserite all’interno di un sistema che non si preoccupa dei loro diritti. I palestinesi sono costretti a cedere le loro informazioni biometriche personali, molto spesso a loro insaputa e mai con il loro consenso.
Un ex soldato ha spiegato come funziona Red Wolf: “Se qualcuno è passato spesso di lì, il computer lo riconosce. Perché scatta foto a tutti quelli che passano di lì. E tu, come soldato, non devi far altro che attendere che il sistema impari ad associare la carta d’identità (del palestinese) al volto nella foto scattata in precedenza.
Red Wolf fa parte di un più ampio sistema di sorveglianza che include “Blue Wolf”, una app che i soldati israeliani usano per scansionare i volti dei palestinesi, esposta per la prima volta in un articolo del Washington Post nel 2021 sulla base delle testimonianze raccolte dalla ong Breaking the Silence. Pagine Esteri
L'articolo AMNESTY: Con il riconoscimento facciale Israele segrega e controlla i palestinesi proviene da Pagine Esteri.
reshared this
Poliverso & Poliversity reshared this.
Accatastare
Nel decreto festivo è previsto uno sgravio fiscale (il cuneo) fatto in deficit. Sgravare a debito è come la droga: dà assuefazione, tolleranza ed è mortale. Non è di destra o di sinistra, è condiviso spendarolismo.
La materia fiscale ha molte tecnicalità, ma è un errore credere che sia pane per i soli denti dei commercialisti. Una delle conseguenze di un sistema infernalmente complicato è far perdere di vista il suo significato. Stabilire a chi, per cosa e quanto togliere, per poi decidere a chi, per cosa e quanto dare, è materia eminentemente politica e risponde all’idea che ciascuno ha di equità. Proporre meno tasse senza aggiungere quali spese tagliare è un raggiro. Abitudine diffusissima.
Maggiori sono le spese, maggiore è il debito che si accumula e maggiore sarà il prelievo fiscale. Pochi italiani (non a torto) hanno creduto alla spending review, ma senza quella la diminuzione della pressione fiscale è una bubbola. Con l’aggravante che il prelievo percentuale sul Pil è molto alto, ma altissimo per chi paga veramente. Si usino le banche dati, incrociandole e favorendo i pagamenti elettronici. Ostacolarli fu uno dei primi errori di questo governo. Non servono anatemi contro il contante, basta agevolare. Nell’incrocio dei dati deve essere assicurata la riservatezza delle faccende private. I soldi miei li spendo dove mi pare. Ma se la presunta privacy impedisce l’incrocio, quello non è un favore a chi vuole farsi gli affari propri ma a chi vuole che i propri li paghino gli altri, agli evasori.
Tassiamo troppo i redditi da lavoro. Per incentivare assunzioni e regolarizzazioni introduciamo sgravi che poi divengono a loro volta distorsivi, modellando il mercato a una convenienza che non è quella produttiva. Per questo il sistema fiscale non si riforma a spizzichi e bocconi, ma in modo coerente e complessivo. Tassiamo poco il patrimonio. Se lecitamente accumulato è frutto di guadagni sui quali sono già state pagate le tasse, ma si giova anche della spesa pubblica: una casa senza fogne perde valore. Basta dire “patrimonio” che già parte l’urlo «Patrimoniale!», ma sbaglia sia chi la demonizza sia chi la adora. La casa del nonno era una e si stava in sette fratelli; quelle del padre erano due e in famiglia quattro in tutto; il figlio ne ha ereditate tre e messo al mondo un solo nipote; il quale vive altrove, in affitto, ma è una piccola potenza immobiliare. In questo modo il patrimonio immobiliare si depaupera e a tutelarlo non serve dire che puoi avere il riscaldamento a carbone. Per valorizzare il patrimonio si deve conoscerlo: serve la revisione del catasto.
Nel 2013 il governo Monti la propose al Parlamento. Fu poi approvata nella legislatura successiva, ma il governo (Renzi) lasciò cadere la delega. Altri dieci anni buttati. Per favorire non i proprietari di casa, in un Paese in cui lo siamo quasi tutti, ma quelli che la casa manco l’hanno accatastata, gli evasori totali e i facoltosi che hanno trasformato in regge (bravi) i palazzetti dei centri storici. S’è fregato il ceto medio che ha comprato casa nuova fuori dal centro, visto che sembrano più ricchi di quelli con l’altana sulla piazza centrale. Lo stesso ceto medio che genera la gran parte del gettito da tassazione sui redditi.
Ci vuole scienza, per occuparsi di fisco, ma serve anche coscienza. A pagare non è il lavoro ma i lavoratori, non è il patrimonio ma i cittadini con un patrimonio. Perlopiù le stesse persone. A quelli che pagano la politica multicolore propone di continuo esenzioni e detrazioni per ingraziarseli – in questo modo accatastando un sistema pazzotico in cui si può essere guidati solo da un buon commercialista – oppure sgravi in deficit, vale a dire tasse future. A quelli che non pagano si offrono due diversi prodotti: da destra, la difesa dalla “persecuzione”; da sinistra, il conforto che i “veri evasori” sono gli altri. E la giostra riparte, con la giugulare della spesa corrente improduttiva aperta e la rivolta fiscale sopita dalle scappatoie.
L'articolo Accatastare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Messaggio ucraino o false flag? Il punto di Alegi sull’attacco al Cremlino
È ancora troppo presto per una ricostruzione tecnica di quanto avvenuto a Mosca. Le poche immagini e notizie disponibili non consentono di valutare tecnicamente i parametri di fattibilità di un attacco ucraino al Cremlino condotto attraverso l’uso di droni. Questo non vuol dire però che non si possa fare una valutazione politica di quanto accaduto.
Al primo punto c’è che un attacco al Cremlino era un timore diffuso. Non a caso, già diversi mesi fa erano circolate le immagini di sistemi missilistici difensivi sui tetti del palazzo presidenziale. Più di recente, era stato dichiarato da Mosca il rinvenimento di un drone ucraino UJ-22, con testata da 17 kg, ottocento chilometri all’interno della Russia. Questo indica che entrambe le parti ritenevano possibile un attacco.
Sventato un attacco con due droni sul Cremlino. Mosca: "E' stato un attentato terroristico ucraino alla vita di Putin". Il presidente: "Risponderemo". Ma Kiev ribatte: "Non abbiamo nulla a che fare con l'attacco"t.co/NloGjfPhJz— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) May 3, 2023
Il secondo punto riguarda lo scopo dell’attacco. Colpire Mosca con due droni, con un limitato carico bellico, indica che si cercasse più di colpire il morale russo che non la distruzione di obbiettivi (o l’uccisione di soggetti specifici).
In questo senso, ci troveremmo in una versione tecnologica del volo su Vienna di D’Annunzio del 1918, volta a sottolineare la vulnerabilità dell’avversario e a esercitare pressioni sull’opinione pubblica per indurla a sua volta a premere sulla leadership politica. Il messaggio ucraino sarebbe duplice. Uno, far sentire il peso della guerra alla popolazione di Mosca, finora largamente risparmiata persino dalla mobilitazione. L’altro messaggio sarebbe insinuare il dubbio che Putin non sia in grado non solo di sconfiggere gli ucraini, ma neanche di proteggere i russi.
In questo senso non è necessario che il messaggio raggiunga l’intera popolazione. Basta, infatti, che venga percepito dalle élite o da personaggi più influenti del mondo russo. In questo caso l’ipotesi sarebbe quella di cercare di indurre un “25 luglio”, in cui la classe politica ritira la delega data all’autocrate per manifesto fallimento degli obiettivi prefissi.
I droni, insomma, farebbero da megafono all’invito di Prigožin di qualche giorno fa di dichiarare raggiunti gli obiettivi della “operazione militare speciale”, chiudere l’avventura ucraina e trattare per consolidare quanto ottenuto.
Ammesso e non concesso che questo sia lo scenario, bisogna poi chiedersi se davvero il messaggio arrivi a destinazione e se le élite russe siano convinte di avere ormai più da perdere che da guadagnare continuando a sostenere Putin. Si tratta di una domanda legittima, ma di un calcolo difficilissimo, che sicuramente è in corso presso le intelligence di tutto il mondo, ma al quale resta comunque molto complicato dare una risposta definitiva.
Tutto questo, bene inteso, se effettivamente si tratta di droni ucraini e non, con un po’ di complottismo, di droni russi che fingono di essere ucraini per trasformare le vittime in aggressori che attaccano le città russe. Chissà se tra qualche mese la risposta non ci arrivi da qualche documento pubblicato su Discord.
Digitalizziamo l’Italia – Primo appuntamento organizzato dal nuovo Osservatorio Digitale della Fondazione
Martedì 16 Maggio alle ore 10:30 in via della Conciliazione 10, la Fondazione Luigi Einaudi e Oliver Wyman vi aspettano per il primo di una serie di appuntamenti organizzati dal nuovo Osservatorio Digitale della Fondazione, con l’obiettivo di lavorare insieme e fare sistema al fine di sostenere la digitalizzazione delle medie imprese e sfruttare le potenzialità dei distretti italiani del Big Data e dell’intelligenza artificiale.
Saluti istituzionali
Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi
InterverrannoValentino Valentini, Viceministro, Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Andrea Cangini, Segretario Generale della Fondazione Luigi Einaudi
Fabio Tomassini, Consigliere di amministrazione, Fondazione Luigi Einaudi
Gianluca Sgueo, Coordinatore Dipartimento Digitale, Fondazione Luigi Einaudi
Marco Grieco, Partner, Oliver Wyman
Roberto Scaramella, Partner, Oliver Wyman
Evento su invito. Partecipazione previa iscrizione fino a esaurimento posti.
L'articolo Digitalizziamo l’Italia – Primo appuntamento organizzato dal nuovo Osservatorio Digitale della Fondazione proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Poliverso & Poliversity reshared this.
Non solo una questione di #privacy: "Ministro Piantedosi, il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici è una pessima idea!" L'appello di Diletta Huyskes di #PrivacyNetwork_ su Wired
Il riconoscimento biometrico, specie quando implementato da autorità pubbliche, apre a una serie di rischi e minacce che vanno ben oltre, e che riguardano profondamente il cuore della libertà e della democrazia. L’esistenza stessa di questi strumenti nei luoghi pubblici, come le stazioni per esempio, dove transitano migliaia di persone diverse ogni giorno a prescindere da cosa fanno e dove il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, vuole installare telecamere con riconoscimento facciale per questioni di sicurezza, sottopone chiunque a una sorveglianza continua.
wired.it/article/riconosciment…
Piantedosi vuole introdurre il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici
Però non sa che c'è una moratoria fino a fine anno. E che serve il parere del Garante della privacy, che in passato ha bocciato queste iniziativeKevin Carboni (Wired Italia)
like this
reshared this
The Privacy Post likes this.
reshared this
Hanno fatto la festa al lavoro | Coniare Rivolta
"Il Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sarà ricordato come uno dei momenti più alti dell’odio verso i lavoratori e i poveri manifestato da questo Governo, ma anche come esito prevedibile di una politica economica che la cosiddetta opposizione (politica e sindacale) contesta in maniera ingenua e approssimativa, quando va bene, o esplicitamente da destra (!) quando va male."
Prova senza `titolo` con #hashtag @menzione, _underscore e €strani &simboli
@Test: palestra e allenamenti :-)
Testar non nuoce
skariko likes this.
reshared this
È disponibile da oggi la seconda puntata de “Il #MinistroRisponde”!
In questo secondo...
È disponibile da oggi la seconda puntata de “Il #MinistroRisponde”!
In questo secondo appuntamento viene posto l’accento sull’importanza dell’educazione stradale nelle scuole: dai corsi mirati per gli studenti delle secondarie superiori alle misure…
Ministero dell'Istruzione
È disponibile da oggi la seconda puntata de “Il #MinistroRisponde”! In questo secondo appuntamento viene posto l’accento sull’importanza dell’educazione stradale nelle scuole: dai corsi mirati per gli studenti delle secondarie superiori alle misure…Telegram
Poliverso & Poliversity reshared this.
In Cina e Asia – La Cina vota risoluzione Onu che condanna la Russia
La Cina vota risoluzione Onu che condanna la Russia
Cina: divieti di uscita come strumento politico
Cina: boom di turisti durante la festa dei lavoratori
La Cina rafforza i rapporti economici con la Mongolia
Anche la Corea del Nord ha un problema di natalità
L'articolo In Cina e Asia – La Cina vota risoluzione Onu che condanna la Russia proviene da China Files.
PRIVACY DAILY 106/2023
Fr. #29 / Di statali cinesi, scetticismi e cypherpunk
Gli statali cinesi saranno pagati in digital yuan
È notizia della scorsa settimana1 che la città di Changshu, della provincia di Jiangsu, inizierà a pagare i dipendenti pubblici con lo yuan digitale a partire da questo mese. Il progetto è iniziato lo scorso anno e ci sono già stati dei test da luglio a settembre 2022 che hanno incluso circa 4.900 persone e un importo pari a 2.54 milioni di digital yuan.
“Le città di Changshu e Suzhou implementano il pagamento completo dello stipendio in renminbi digitale per i dipendenti pubblici”
In realtà, pare che un altro test fosse già iniziato nella città di Suzhou, che ha da poco concluso il primo quadrimestre del pilot. In 4 mesi sono state accumulate dalla città 8 milioni di transazioni, per un valore cumulativo di 170 miliardi di yuan. La città riporta circa 26 milioni di wallet personali e quasi 2 milioni di wallet “pubblici”.
La provincia di Jiangsu vuole creare un ecosistema integrato che possa portare a un’espansione incrementale già da gennaio 2024, includendo anche aree chiave come il commercio al dettaglio, gli stipendi privati e il turismo. Al momento sembra che ben 26 province siano impegnate in test di vario tipo, ma quella di Jiangsu promette di essere la provincia più all’avanguardia sul fronte del digital yuan entro il 2025.
Tempo fa scrivevo che il modo migliore per abituare le persone a usare le CBDC fosse obbligarle a pagarci tributi, imposte, tasse e bolli di vario tipo. Ma in effetti, la Cina fa ancora scuola: quale modo migliore se non sfruttare i dipendenti pubblici?
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.
Scetticismo verso il dollaro digitale
Michelle Bowman, membro della Federal Reserve Board of Governors, ha di recente offerto la sua opinione in merito all’evoluzione del dollaro in un discorso presso la Georgetown University2.
La sua è un’opinione che non ci si aspetterebbe da parte di chi dovrebbe essere tra i primi e più convinti propositori delle nuove CBDC. Eppure secondo Michelle è difficile pensare che il dollaro digitale possa sostituire sistemi come FedNow, una infrastruttura per i pagamenti elettronici in tempo reale sviluppata dalla Federal Reserve.
Aggiunge poi, c’è il rischio che una CBDC programmabile possa essere in contrasto con la flessibilità e libertà delle monete fisiche o dei depositi bancari, e c’è anche il rischio che questo possa portare alla politicizzazione dei sistemi di pagamento e nel modo in cui la moneta viene usata.
Attenzione però, per quanto ciò sia vero, a Michelle non interessa la vostra di libertà, ma quella della Federal Reserve. Infatti aggiunge: una CBDC con questo tipo di controllo potrebbe minacciare l’indipendenza della Federal Reserve.
Una moneta politicizzata non è altro che un sistema di social scoring sotto mentite spoglie. Negli Stati Uniti qualcuno, anche nella stessa banca centrale, si fa queste domande (anche se per i motivi sbagliati). Da noi, tutto tace. Eppure, l’euro digitale è quasi pronto.
Cypherpunk e altre storie, un viaggio nella storia della sorveglianza di massa
Nell’episodio di oggi del DOMÌNI Podcast parlo di sorveglianza di massa, del movimento cypherpunk e di molto altro, partendo dal 1930. Sì, perché è una storia lunga un secolo ormai.
Perché il Digital Services Act è una legge molto, molto pericolosa
Sempre in tema di interviste, oggi ne è uscita una su Atlantico Quotidiano in cui parlo del Digital Services Act, la nuova legge europea per la “lotta alla disinformazione” e molto altro.
In realtà di lotta alla disinformazione c’è ben poco, come ho già avuto occasione di ripetere più volte. È più una questione di controllo dell’informazione.
Meme del giorno
Citazione del giorno
La rivoluzione in Inghilterra è stata fatta unicamente in vista della libertà, mentre quella di Francia è stata fatta principalmente in vista dell'eguaglianza.
Alexis de Tocqueville
Aiutaci a sostenere Privacy Chronicles!
Due volte a settimana siamo nella tua casella di posta a farti compagnia con notizie e approfondimenti che spesso sembrano usciti da un episodio di Twilight Zone. E speriamo di continuare a farlo!
Da alcune settimane purtroppo Twitter censura le pubblicazioni Substack. Se vuoi aiutarci, condividi la newsletter con i tuoi amici e conoscenti (non su Twitter) e lascia un like o qualche commento!
Se proprio ti senti in vena, puoi anche abbonarti per sostenere il nostro lavoro (anche in Bitcoin).
Oppure, una donazione libera:
Se vuoi donare qualche sat, scansiona il QR code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!
1
js.people.com.cn/n2/2023/0424/…
cointelegraph.com/news/us-whol…
Scienza aperta: community over commercialization. Di Paola Galimberti per ROARS
Il titolo di questo post riprende il tema lanciato in questi giorni per la Open access week: comunità più che commercializzazione. Ci sembrano particolarmente opportune le domande poste nella call: Cosa si perde quando un numero sempre più ristretto di aziende controlla la produzione di conoscenza anziché i ricercatori stessi? Qual è il costo dei modelli di business che si basano su livelli estremi di profitto? Quando la raccolta e l’uso dei dati personali iniziano a minare la libertà accademica? La commercializzazione può mai funzionare a sostegno dell’interesse pubblico? Quali opzioni per l’utilizzo di infrastrutture controllate dalla comunità esistono già che potrebbero servire meglio gli interessi della comunità di ricerca e del pubblico (come i server di preprint, i repository e le piattaforme editoriali aperte)? Come possiamo spostare il default verso l’utilizzo di queste opzioni orientate alla comunità?
roars.it/scienza-aperta-commun…Link all'articolo di Paola Galimberti pubblicato da ROARS
reshared this
Ecco come cresce l’intesa militare Italia-Iraq. La visita di Crosetto
Rafforzamento della collaborazione tra Forze armate e cooperazione nella lotta al terrorismo, da realizzare anche attraverso la collaborazione in ambito economico e commerciale. Sono questi i temi al centro dell’incontro a Baghdad del ministro della Difesa, Guido Crosetto, con il primo ministro dell’Iraq, Muhammad Shia’a Al-Sudani, e l’omologo ministro, Thabet Muhammad Saeed Al-Abbasi. Il ministro Crosetto, accolto dall’ambasciatore italiano nel Paese mediorientale, Maurizio Greganti, ha portato i saluti del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, al primo ministro iracheno, esprimendo anche “il desiderio di una maggiore cooperazione reciproca tra i due Paesi”. Nel corso della visita, il ministro ha anche incontrato il personale militare italiano operativo nel Paese nel contesto dell’operazione Prima Parthica.
(GUARDA LE FOTO DELLA VISITA DI CROSETTO)
Prossima visita in Italia
Nel corso del vertice è stata anche annunciata da Al-Sudani la prossima visita di una delegazione irachena di alto livello in Italia. Per il primo ministro iracheno, infatti, l’incontro ha riguardato i progressi delle relazioni tra i due Paesi amici e i modi per consolidare la cooperazione congiunta nei settori della sicurezza, a vari livelli. “Le illustri relazioni tra l’Iraq e l’Italia attraverso la cooperazione bilaterale in vari settori – ha detto Al-Sudani – sottolineano il desiderio dell’Iraq di lavorare all’interno di questi binari, in un modo che serva gli interessi comuni e la sicurezza della regione e del mondo”. Da parte sua, il ministro Crosetto ha accolto positivamente l’annuncio della visita irachena: “La ricerca di numerosi dossier di cooperazione contribuiranno allo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi”.
Un fitto programma
Nel corso della visita, Crosetto ha incontrato diversi vertici istituzionali iracheni e le forze italiane impiegate sul territorio. Oltre ai già citati, il ministro ha infatti avuto un colloquio con il Presidente della Repubblica dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, ponendo l’accento sul fatto che “Italia e Iraq sono legati da storici rapporti basati su grande collaborazione. L’auspicio è che tali legami possano intensificarsi ulteriormente attraverso nuove forme di cooperazione”. Successivamente, il ministro ha avuto inoltre l’occasione di incontrare il personale italiano impiegato nella missione Nato in Iraq (Nmi), il cui “prezioso operato a favore della stabilità dell’Iraq rappresenta un onore per il nostro Paese, ma anche una grande responsabilità”, secondo Crosetto. Ad accoglierlo, il generale italiano a comando della missione, Giovanni Maria Iannucci. In ultimo, il ministro Crosetto ha visitato l’Ambasciata d’Italia a Bagdad, per rendere omaggio ai caduti dell’attentato del 12 novembre 2003: “La Difesa è una grande famiglia in cui il ricordo dei propri caduti ne perpetua l’eroismo ed il senso del dovere”.
Cooperazione a tutto campo
Partendo dall’importante centralità strategica del Paese per l’Asia occidentale, il ministro Crosetto ha evidenziato come “l’Iraq sia cruciale per la stabilità regionale”. È proprio da questa premessa che si può ancor più intensificare la cooperazione bilaterale tra i due Paesi in diverse direzioni: lotta al terrorismo, sinergie private, sicurezza delle infrastrutture, sviluppo di partenariati industriali e addestramento delle forse del Paese. A ribadire il ruolo di primo piano del nostro Paese in questi e in altri campi è stato lo stesso premier Al-Sudani, che ha infatti elogiato il ruolo dell’Italia “nella lotta al terrorismo, nell’eliminazione delle forze Isis e nell’addestramento delle forze di sicurezza irachene nell’ambito della missione Nato”. Aggiungendo inoltre che sono “grandi e promettenti” le opportunità di cooperazione tra Roma e Bagdad, sottolineando così la “prosecuzione della cooperazione di sicurezza con l’Iraq nel campo dell’addestramento delle forze di sicurezza irachene”.
Elicotteri e missili, ecco il contratto che avvicina Madrid agli F-35
Un contratto di quasi un miliardo di euro per l’acquisto di elicotteri multi-missione e missili per la difesa terra-aria. È quanto assegnato da Madrid al gigante statunitense della Difesa, Lockheed Martin, per l’acquisto di otto elicotteri MH-60R Romeo e un nuovo lotto di missili Patriot. Con questo accordo, il governo spagnolo sembra essersi definitivamente orientato verso l’acquisizione di materiale militare made in Usa, una scelta che assume anche una valenza politica alla vigilia dell’incontro tra il premier Pedro Sanchez e il presidente Usa Joe Biden il 12 maggio alla Casa bianca, dove all’ordine del giorno ci sarà, tra le altre cose, la collaborazione militare e industriale.
L’intesa con Lockheed
All’interno del contratto con Lockheed, il ministero della Difesa madrileno ha autorizzato l’acquisto di otto MH-60R Romeo con 820,5 milioni di euro, destinati a sostituire la flotta di SH-60B attualmente in uso, anch’essi – tra l’altro – prodotti dalla Lockheed Martin. L’obbiettivo è fornire alla Marina militare spagnola, presso cui gli elicotteri sono stanziati, di coprire le sue necessità e potenziare le sue capacità multi-missione e di appoggio logistico. Accanto agli elicotteri, Madrid ha anche disposto l’acquisto, con 145 milioni, di nuovi Patriot, missili terra-aria per la difesa tattica di punto e uno dei principali prodotti del gigante statunitense. Attualmente, una delle batterie missilistiche spagnole è schierata in Turchia, parte dello schieramento di difesa aerea della Nato.
F-35 per Madrid
Accanto a questi sistemi e piattaforme già assegnati, importante sarà anche un’altra partita che vedrà il governo di Madrid interagire con Lockheed. La Marina militare spagnola ha infatti la necessità di sostituire i suoi attuali aerei AV-8B Harrier, caccia a decollo corto e atterraggio verticale di quarta generazione destinati a venire ritirati. Nonostante il contratto da sei miliardi e 250 milioni non sia ancora stato aggiudicato, il favorito è il caccia di quinta generazione F-35B, attualmente l’unico aereo di quinta generazione sul mercato capace di operare sulle portaerei. Una scelta simile, insomma, a quella operata dalla Marina militare italiana, anche lei impegnata nella sostituzione dei suoi AV-8B+ con i Lightning II.
L’interesse spagnolo
L’interesse spagnolo per l’F-35 era già stato manifestato l’anno scorso quando il quotidiano spagnolo El Pais, commentando sui ritardi accumulati dal programma Future combat air system (Fcas), in cui la Spagna è impegnata dal 2019 insieme a Francia e Germania, rivelò come le Forze armate di Madrid sarebbero state interessate ad acquistare un’alternativa per poter sostituire gli attuali F-18. Secondo il giornale, gli ufficiali dell’Aeronautica militare “non hanno dubbi sulle loro preferenze: l’F-35, il velivolo di quinta generazione prodotto dalla Lockheed Martin americana, è il loro preferito”.
StatusSquatter 🍫
in reply to Andrea Russo • • •