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La Velocità delle Navi a Vela nell’Antichità


La velocità della navi a vela dall’antichità all’avvento delle navi a motore è un argomento che mi ha sempre affascinato. Da un lato, mi impressiona pensare a questi navigatori che attraversavano il Mediterraneo in lungoContinue reading

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L’impronta


Dire che Silvio Berlusconi ha impresso un’impronta profonda nella storia d’Italia è dire una cosa ovvia. Si deve essere capaci di andare oltre ed esprimere un giudizio. La sua scomparsa dovrebbe aiutare a farlo senza più il bisogno di contrastarlo od osan

Dire che Silvio Berlusconi ha impresso un’impronta profonda nella storia d’Italia è dire una cosa ovvia. Si deve essere capaci di andare oltre ed esprimere un giudizio. La sua scomparsa dovrebbe aiutare a farlo senza più il bisogno di contrastarlo od osannarlo per convenienza e senza l’ipocrisia del cordoglio di maniera. Lui ha seguito una sua traiettoria. Quanti lo hanno accompagnato o contestato non sono stati in grado di farlo in modo efficace e guardando al futuro.

Partire dalla televisione aiuta molto a capire quel che è poi successo in politica. Tanto la sinistra comunista quanto il centro democristiano s’illusero di fermare il suo irrompere nei teleschermi accampando ostacoli di ordine tecnologico (la limitatezza delle frequenze) o giuridico (l’assenza di legittimità alle trasmissioni nazionali). Erano balle. Non capirono nulla di quel che stava succedendo e finirono con il favorirlo: le frequenze c’erano ed erano abbondanti, come sarebbe stato in grado di dimostrare chiunque possedesse un telecomando, mentre un anacronistico divieto d’interconnessione era aggirabile mettendo in onda la stessa cosa, nello stesso momento, da punti diversi d’emissione. Quando s’accorsero di star difendendo l’impossibile s’incattivirono, perdendo ulteriormente lucidità.

Fu un cambiamento positivo? Sì. Gli italiani ebbero a disposizione più contenuti e più voci. Quel che interessava al protagonista del nuovo mercato non era convincere gli italiani di un’idea o un’altra, ma di attirarne l’attenzione e vendere pubblicità. Nessuno volle ammettere quel che accadde allora e che poi sarebbe accaduto pari pari in politica: per contrapporsi a Berlusconi e fermarlo, la Rai (di Biagio Agnes) si berlusconizzò. Finanziata dal canone si mise masochisticamente a fare la gara dell’audience, perdendo identità. Ancora oggi la si lottizza, ma supporre che sia un’operazione culturale è potentemente ridicolo.

In politica portò, nel 1994, un’idea inedita non solo in Repubblica ma in tutta intera la storia democratica italiana: il bipolarismo. Prendo chiunque pur di battere gli “altri”. Nel breve volgere di due anni la sinistra fu berlusconizzata: mettiamoci con chiunque pur di batterlo. Sono e siamo ancora lì. E, scomparso l’innovatore, c’è il forte rischio che ci si resti.

Fu un cambiamento positivo? Sì e no. Fu positivo perché interdisse la vittoria annunciata di chi aveva vilmente cavalcato il giustizialismo antipolitico e antiparlamentare. La sinistra pagò un prezzo altissimo all’avere regolato in quel modo i conti con i socialisti di Bettino Craxi e, ancora oggi, non è capace di analizzare quell’errore. Ma la medaglia aveva un risvolto: dominando il polo di centrodestra, Berlusconi finì con il bloccare l’evoluzione della destra. Quella che era stata nostalgica del fascismo – sotto la guida prima di Giorgio Almirante e poi del suo delfino Gianfranco Fini – capì di dovere liberarsi da quel passato, ma pagò il provare a far concorrenza alla forza di Berlusconi. Perse. Mentre cresceva un’altra destra, che non era nostalgica del ventennio ma che si era formata negli anni Settanta e nello squadrismo in lotta con la violenza dell’estrema sinistra, allora molto forte. Di questa destra è figlia Giorgia Meloni, che l’ha corroborata con un nazionalismo antieuropeista che oggi è la sua più nociva zavorra, tanto da esporla alle incursioni della destra che la avversa e lì vuole farla restare. Si è smarrito il lavoro dei padri e si sono inchiodati i figli a un’era, scomparsa, di sprangate e pistolettate.

Berlusconi perse la forza di cambiare gli equilibri, dopo averli dominati. Quando tutti impararono da lui a sondare e seguire gli istinti dell’opinione pubblica (anziché indirizzarli), lui rimase solo a pensare che, però, dei limiti ci sono e che non si può vendere qualsiasi cosa pur di far fatturato o prendere voti. Oggi che se ne va un innovatore si spera che, almeno, una cosa da lui si sia imparata: chi pensa di occupare il futuro con gli schemi del passato è un bene che sia sconfitto.

La Ragione

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#NotiziePerLaScuola

Concorso "Diffusione della cultura della legalità e promozione del merito": approvata la graduatoria delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado vincitrici del concorso.

Info ▶️ miur.gov.



“Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”


Domani 15 giugno dalle ore 11.30 parteciperò a Firenze alla Conferenza GARR 2023 nel panel “Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”. Per informazioni eventi.garr.it/it/conf23/progr… Qui il link al live streaming eventi.garr.it/it/conf23


guidoscorza.it/intelligenza-ar…



In Cina e Asia – Qin Gang sente Blinken prima della visita in Cina


In Cina e Asia – Qin Gang sente Blinken prima della visita in Cina blinken
Qin Gang sente Blinken prima della visita in Cina
Gli Usa rientrano nell'Unesco per sfidare la Cina
Calo record dei matrimoni in Cina
La Cina si spopola di milionari
Mar cinese meridionale, test nucleari Usa responsabili della radioattività
Lo yuan cinese garantisce il petrolio russo al Pakistan
Violenze in Myanmar: almeno 6mila civili uccisi in un anno e mezzo

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CILE. La stella di Gabriel Boric non brilla più


Il presidente socialista ha ottenuto alcuni risultati nel campo del lavoro ma non è ancora riuscito a imporre la “sicurezza sociale” sulla “sicurezza pubblica” cara alla destra L'articolo CILE. La stella di Gabriel Boric non brilla più proviene da Pagine

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di Tiziano Ferri*

Pagine Esteri, 14 giugno 2023 – Le difficoltà per attuare il programma progressista del presidente Gabriel Boric erano previste, dati i numeri al congresso di Santiago. Nella patria del liberismo latinoamericano, il primo “governo ecologista” del Cile doveva necessariamente scendere a patti col vecchio sistema; non solo ben rappresentato in parlamento, ma addirittura egemone in economia, potere mediatico, apparato militare. L’unico punto a favore di Boric era il percorso partecipato, frutto delle rivendicazioni sociali espresse dal 2019 in poi, che stava redigendo una nuova costituzione. L’approvazione di questo testo avrebbe sostituito lo Stato liberista ereditato dalla dittatura con uno “Stato sociale e democratico di diritto”. Il suo rigetto nel referendum del settembre scorso (62% di contrari) ha privato Boric del sostegno popolare, aprendo la strada alla controffensiva delle forze reazionarie.

In quanto presidente e capo del potere esecutivo, l’ex leader studentesco avrebbe potuto limitarsi a favorire l’autonomia del processo costituente, anziché parteggiare per l’approvazione della costituzione popolare. Così facendo, ha coalizzato nel rifiuto tutti i suoi oppositori (politici e mediatici), finendo per essere associato alla sconfitta di tutto il percorso. Le elezioni del 7 maggio per il nuovo Consiglio costituente, infatti, hanno decretato una maggioranza di destra, riconoscendo un ruolo di primo piano allo sconfitto delle presidenziali, José Antonio Kast, incarnazione della tradizione pinochettista. Questa consultazione, largamente boicottata dall’elettorato (al 16,5% di astensione – in un’elezione con voto obbligatorio – va sommato un inedito 21,5% di schede nulle e bianche), ha pure permesso alla destra autoritaria di marginalizzare la destra liberale. Con gli attuali rapporti di forza, il nuovo testo costituzionale non includerà le innovazioni contenute nella “costituzione popolare” respinta, quali diritto all’aborto, formazione basata sui diritti umani per chi integra polizia e forze armate, stato plurinazionale, diritti dei popoli originari su territori e risorse.

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Il governo cileno

Al di là del tema costituente, è proprio nell’azione di governo che Boric sembra aver subito l’egemonia culturale della destra, non riuscendo a imporre la “sicurezza sociale” sulla “sicurezza pubblica”. Sebbene abbia ottenuto alcuni provvedimenti cari al suo elettorato di riferimento (indulto per i manifestanti incarcerati negli anni scorsi, settimana lavorativa di 40 ore, innalzamento del salario minimo di circa 100 euro), la sua politica economica mira a rassicurare mercati e ceto medio, mentre sul piano della sicurezza accetta e rilancia il discorso sull’ordine pubblico con affermazioni come “abbiamo bisogno di più carabinieri nelle strade”. Allo stesso modo, ha imposto lo stato d’eccezione nei territori mapuche, parlando di vittime di “violenza e terrorismo”. Sulla sentita questione dei migranti, il presidente cileno sottolinea la diminuzione degli ingressi illegali nel paese e l’aumento dei provvedimenti di espulsione, ringraziando il patriottismo delle forze armate. E annuncia una nuova politica sulle migrazioni “per dare dignità a chi lo merita”, mentre non ha ancora messo mano alla promessa riforma dei carabineros, ed è stata approvata una legge che garantisce loro una legittima difesa privilegiata.

Col recente discorso annuale di fronte al Congresso, Boric abbandona la prospettiva di fare del Cile “la tomba del neoliberismo”, come annunciato il giorno in cui fu eletto. Al contrario, rivendica una gestione economica responsabile che ha portato a un avanzo di bilancio per la prima volta in 10 anni, all’aumento degli investimenti esteri, e all’apprezzamento sul dollaro. L’aspirazione del governo è di fare del Cile il primo produttore mondiale di litio; quanto all’annuncio relativo alla sua nazionalizzazione, di difficile approvazione al Congresso, riguarderebbe comunque le concessioni di licenze di sfruttamento future, garantendo i profitti delle attuali imprese, nazionali e straniere. Il paese andino, inoltre, ha aderito al partenariato Trans Pacifico (TTP), un’alleanza commerciale contro le tariffe doganali che include diversi stati che si affacciano sull’oceano, tra cui Giappone, Australia, Canada e Messico; accordo osteggiato da Boric nella passata esperienza da parlamentare. Per finire, ancora non si intravede un sistema pensionistico alternativo al contestato sistema dei fondi pensione privati (AFP); al contrario, il governo si è opposto alla restituzione dei prelievi forzati, richiesta dai lavoratori.

Questo approccio ha fatto perdere a Boric molto dell’appoggio popolare a sinistra, senza peraltro convincere l’elettorato moderato, che ha preferito rafforzare, sia per le ricette economiche che per le politiche sulla sicurezza, l’estrema destra del Partido republicano di Kast. Dall’altro lato, la classe dirigente progressista, occupando i posti di governo, ha lasciato sguarnita la canalizzazione della protesta, in cui si è inserita la destra reazionaria. Pagine Esteri

7721544*Collaboratore per L’antifascista (ANPPIA). Social media manager. Tesi: “Il Plan Colombia e la politica strategica statunitense nella regione amazzonica”. Reportage: “Dentro e fuori la redazione: i 50 anni del quotidiano comunista”. Video inchiesta: “Pfas, dall’acqua al sangue”.

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PRIVACYDAILY


N. 140/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Spotify ha ricevuto una multa da 5 milioni di euro per violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea (Gdpr). La multa è arrivata dopo quattro anni di contenzioso portato avanti da Noyb, organizzazione no profit per i diritti digitali, dopo che l’azienda di streaming musicale... Continue reading →


#35 / Paladini dei bambini e sorveglianza di massa


Apple difende i bambini con sorveglianza e censura / Calenda torna a chiedere la schedatura dei minori / Il governo francese potrà accedere da remoto agli smartphone / Meme e citazione del giorno.

Apple difende i bambini con sorveglianza e censura


Con il nuovo iOS17 Apple promette di diventare la paladina dei bambini, difendendoli da foto e video non appropriati1.

Coi nuovi sistemi operativi sarà infatti presente una funzionalità in grado di scansionare immagini e video in arrivo sul dispositivo e verificare, con un algoritmo di machine learning, se si tratta di nudità oppure no.

In caso di esisto positivo, il sistema operativo mostrerà all’utente una schermata di avviso e censura del contenuto: “When enabled, the feature currently detects if a child is sending or receiving images that could contain nudity, subsequently warning the child and blurring the photograph before it’s viewed on the minor’s device.”

Scusa, ma che aspetti a iscriverti e ricevere tutte queste belle notizie ogni settimana?

La notizia è in realtà vecchia, ma non proprio.

Già nel 2021 provarono ad attivare una funzionalità del genere con la versione 15 del sistema operativo. L’operazione però non andò in porto perché l’aggiornamento prevedeva anche un algoritmo di analisi e scansione della memoria del dispositivo chiamato NeuralHash per la rilevazione di contenuti pedopornografici. La sorveglianza di massa sui dispositivi non piaceva ai clienti di un’azienda che fa della privacy il suo cavallo di battaglia, e così Apple rimandò l’aggiornamento.

Oggi ci riprovano passando dalla finestra, ma non sarò certo io a dovervi suggerire i rischi di un algoritmo che scansiona in automatico tutti i messaggi che i nostri figli inviano e ricevono, no?

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Calenda torna a chiedere la schedatura dei minori


Continuando a parlare di bambini, il nostro prode Calenda torna all’attacco con uno dei suoi cavalli di battaglia: la verifica dell’età per i minori (under 13) che accedono ai social2.

La soluzione è a portata di mano: attraverso un processo di certificazione dell’età, ma senza consegnare i dati personali alle piattaforme. L’utente che intenda registrarsi su un social verrebbe subito rimandato a un servizio di identità digitale (come la carta d’identità elettronica lo Spid): il social riceverà quindi conferma del requisito anagrafico e consentirà o meno la registrazione. Sarebbe così fatta salva la possibilità di aprire profili online in forma anonima.

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La proposta, che per i non addetti e per gli elettori di Calenda può sembrare innocua e doverosa, costringerebbe minori e adulti ad essere schedati digitalmente tramite carta d’identità elettronica o Spid. Ricordo agli amici lettori che in Italia non è obbligatorio possedere un documento d’identità, né dotarsi di Spid. Purtroppo il legislatore sta però trovando sempre più espedienti per incentivare le persone a sottoporsi alla schedatura il prima possibile. In Cina hanno iniziato a schedare i neonati; noi ci accontentiamo dai 13 in su.

E poi, fatto forse ancora più grave, è che ogni social network sarebbe costretto a registrare e inviare dati di autenticazione e accesso allo Stato (o agli organi federati che gestiscono lo Spid), per verificare il possesso dei requisiti normativi. Se da un lato i social network già mantengono log con questi dati, è anche vero che ora non c’è alcuna interazione diretta con i sistemi della pubblica amministrazione: tutti i dati rimangono sulle piattaforme.

In ultimo, ma non meno importante: una volta accettato di poter usare i social solo tramite identificazione, sarà molto semplice estendere l’ambito degli elementi richiesti per accedere. Oggi è l’età, domani sarà altro. Ci siamo già passati col green pass. Non è una buona idea.

Il governo francese potrà accedere da remoto agli smartphone


Nel 1966 la Corte Suprema degli Stati Uniti affermò che un sospettato avesse il diritto di rimanere in silenzio per non auto-incriminarsi e il diritto di essere informato che tutto ciò che avrebbe detto sarebbe potuto essere usato contro di lui (il cosiddetto Miranda warning). Una decisione di civiltà coerente con l’intera cultura giuridica occidentale.

Oggi il Senato francese ci informa di pensarla diversamente: pare sia stata approvata una modifca al codice penale che amplia i poteri di intercettazione e perquisizione degli smartphone da parte delle forze dell’ordine3. Su autorizzazione del giudice le autorità potranno ottenere l’attivazione da remoto dei telefoni degli indagati per accedere a funzionalità di localizzazione, telecamera e microfono senza che gli questi lo sappiano.

Altro che Miranda warning: tutto ciò che farai o dirai potrà essere usato contro di te, a tua insaputa.

Eppure non dovrebbe stupirci, sono i nostri telefoni ad essere progettati così. Ad esempio, anche nel caso di chiamate d’emergenza (112) i sistemi operativi Android e iOS sono progettati per riattivare automaticamente ogni funzionalità disattivata dall’utente, compresa quella della localizzazione. Era solo questione di tempo prima che gli Stati iniziassero a sfruttare le capacità di controllo del sistema operativo da parte di Google o Apple anche in ambito penale.

I Parlamenti dei civilissimi paesi dell’Unione Europea non si fanno alcuno scrupolo nell’approvare leggi di sorveglianza che riducono sempre più le nostre aspettative di privacy e che vanno contro ai principi penali che da secoli guidano la nostra società.

Il consiglio, in ottica futura, è di iniziare a capire come installare e usare sistemi operativi alternativi sui nostri smartphone, prima che sia troppo tardi.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“When law and morality contradict each other, the citizen has the cruel alternative of either losing his moral sense or losing his respect for the law.”
Frédéric Bastiat

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theverge.com/2023/6/6/23750666…

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publicsenat.fr/actualites/poli…



Kosovo: cappio al collo per la Serbia |Marx21

«Come avevo scritto mesi fa negli ultimi due articoli sulla situazione, il nodo Kosovo sta avanzando a tappe forzate verso l’ultima stazione, come da progetto USA/NATO, con le pressioni, provocazioni, minacce al governo serbo, intensificatesi negli ultimi mesi con il diktat: o con la Russia o con l’occidente. Ora con il fronte ucraino aperto, quanto sta accadendo non è casuale, è un messaggio chiaro, possente, se la Serbia non sceglie “la parte giusta”, andrà verso la sua destabilizzazione e il conflitto.»

marx21.it/internazionale/kosov…



Ad un anno dalla sua uscita su "Nuova Ecologia" Alcuni brani tratti dalla pubblicazione del primo direttore della Nuova Ecologia   Prefazione di La

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I ragazzi che muoiono sul lavoro. Sono stati 74 in soli cinque anni | Contropiano

"A rivelarlo però non sono stati l’Inail o l’Istat ma addirittura l’Unicef, il dipartimento delle Nazioni Unite che si occupa dell’infanzia e dei giovani. In Italia in cinque anni, tra il 2017 e il 2021 sono stati 74 i ragazzi morti in incidenti sul lavoro. 67 di loro 67, aveva un’età compresa tra 15 e 19 anni, gli altri 7 meno di 14 anni."

contropiano.org/news/lavoro-co…



Una sola cosa Berlusconi non “inventò”: il bipolarismo


Era mosso da quegli istinti primordiali che l’economista John Maynard Keynes chiamava “spiriti animali” e che appartengono agli imprenditori geniali: coloro che vedono quel che gli altri non vedono e di conseguenza realizzano quel che gli altri non immagi

Era mosso da quegli istinti primordiali che l’economista John Maynard Keynes chiamava “spiriti animali” e che appartengono agli imprenditori geniali: coloro che vedono quel che gli altri non vedono e di conseguenza realizzano quel che gli altri non immaginano. L’imprenditore Silvio Berlusconi era così, il politico Berlusconi Silvio tutto sommato pure. Perciò, dalla prima emittente televisiva privata nazionale al partito di Forza Italia, i giornali di oggi danno conto con dovizia di particolari del caleidoscopio delle “invenzioni” indiscutibilmente attribuibili alla visione berlusconiana. Tutto vero, tutto giusto. C’è solo un’invenzione oggi attribuita da quasi tutti al talento del Cavaliere che in realtà non fu merito suo: il bipolarismo.

Silvio Berlusconi non ha, come hanno scritto in molti, “inventato il bipolarismo”. Il bipolarismo l’hanno inventato, o per meglio dire importato, Mario Segni e Marco Pannella attraverso i referendum del 1991 e del 1992. E gli italiani hanno fatto propria la novità tanto da obbligare il Parlamento a trasformarla in legge. Accadde con l’approvazione, nell’estate del ‘93, della legge elettorale che portava il nome dell’attuale presidente della Repubblica. La legge Mattarella.

Silvio Berlusconi scese in campo sei mesi dopo e poiché le regole del gioco partitico erano quelle bipolari ne sfruttò al massimo le potenzialità. Si fosse trovato in un contesto proporzionale avrebbe puntato tutto solo su Forza Italia, magari cercando di cooptare i partitini estranei alla sinistra. Trovandosi, invece, in un contesto maggioritario diede forma al centrodestra riunendo in un’alleanza tutti i soggetti politici estranei alle sinistre.

Il genio visionario di Berlusconi consistette, allora, nel dare per scontato che un partito ferocemente secessionista come la Lega potesse convivere e governare con un partito orgogliosamente nazionalista come il Movimento sociale italiano. Ma non scommise su un possibile comune denominatore politico: scommise su se stesso. Così come fece politica estera confidando non nelle potenzialità del Paese e nella storia d’Italia, ma nelle proprie capacità di mediazione umana ancor prima che politica, con lo stesso spirito il Cavaliere mise Bossi insieme a Fini e diede vita al centrodestra di governo. Una formula che si reggeva sul suo carisma, sulla sua capacità di mediazione e sulla centralità della sua creatura politica. Forza Italia. Non è un caso che, pur avendo la Lega abbandonato il secessionismo e la destra superato il post fascismo, da quando il carisma di Silvio Berlusconi ha cominciato ad appannarsi e Forza Italia ha iniziato a perdere voti, quella formula coalizionale sopravviva solo grazie all’ambizione dei singoli contraenti ma con una conflittualità interna che mai si era vista prima. Una conflittualità che, in tempi recenti, indusse Berlusconi a confidare tutta la propria amarezza per “essere costretto” dal sistema maggioritario e bipolare a convivere con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Formiche

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Cisgiordania. Esercito uccide palestinese, feriti tre soldati e due coloni israeliani


Si tratta del secondo raid a Balata nel giro di poche settimane. Il mese scorso tre palestinesi furono uccisi e le ruspe dell'esercito israeliano demolirono alcuni edifici palestinesi. L'articolo Cisgiordania. Esercito uccide palestinese, feriti tre sold

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della redazione

Pagine Esteri, 13 giugno 2023 – Un palestinese, Fares Hashash, 19 anni, è stato ucciso da forze israeliane entrate oggi nel campo profughi di Balata (Nablus) con l’intento di effettuare arresti. Almeno altri 8 palestinesi sono stati feriti secondo i dati riferiti della Mezzaluna Rossa durante l’incursione dei militari a cui è seguito un intenso scontro a fuoco. Hashash era un militante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina secondo un comunicato diffuso dalla organizzazione, la più importante della sinistra palestinese.

Si tratta del secondo raid a Balata nel giro di poche settimane. Il mese scorso tre palestinesi furono uccisi e le ruspe dell’esercito israeliano demolirono alcuni edifici palestinesi.

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Intanto continua la caccia all’uomo dell’esercito israeliano agli autori di un attacco armato a ovest di Jenin in cui sono rimasti feriti tre soldati e due coloni israeliani. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO

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Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista del 10 e 11 giugno 2023. Con le popolazioni alluvionate Il Comitato Politico Naz


“Quali sono i rischi che una azienda deve affrontare per una mancata armonizzazione al quadro regolatorio con particolare attenzione alla protezione dei dati e ai rischi connessi”


Domani dalle 18.45, interverrò al Global Risk Forum nel panel “Quali sono i rischi che una azienda deve affrontare per una mancata armonizzazione al quadro regolatorio con particolare attenzione alla protezione dei dati e ai rischi connessi”, organizzato da Business International, gruppo Fiera Milano. Per info qui businessinternational.it/Event…


guidoscorza.it/quali-sono-i-ri…



Artificial intelligence: We are no longer free under constant surveillance!


On the day before the crucial vote on the European Parliament‘s negotiating mandate on artificial intelligence, Pirate Party MEP Patrick Breyer levelled serious accusations against EU governments, the EU Commission and …

On the day before the crucial vote on the European Parliament‘s negotiating mandate on artificial intelligence, Pirate Party MEP Patrick Breyer levelled serious accusations against EU governments, the EU Commission and conservative MEPs who want to allow automated facial recognition in public spaces. At the same time, Breyer justified the cross-party motion to add automated behavioural surveillance to the list of prohibited technologies.

His speech in full:

“Governments in France and elsewhere dream that machines could rid the world of all evil if only they could whisper to us who is going where with whom and when, or who is behaving ‘abnormally’.

In reality, not a single terrorist has been found with biometric mass surveillance, not a single attack has been prevented, instead countless arrests of innocent citizens have been made, up to 99% of citizens have been falsely reported as suspects.

Your supposed exceptions are window dressing – thousands are wanted by judge’s order at any time.

You open a Pandora’s box and lead us into a dystopian future of a distrustful high-tech surveillance state based on the Chinese model. You are willing to hand authoritarian governments of the present and the future an unprecedented weapon of oppression.

Under constant surveillance we are no longer free!

Automatic behavioural surveillance destroys freedom, diversity, protest. We don’t want to live in a dead, conformist consumer society of yes-sayers.

Let’s secure a future free of biometric mass surveillance for Europe, and a future of freedom and diversity for our children!”


patrick-breyer.de/en/artificia…

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Carlo Bo – Ungaretti


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🎧 #RECENSIONE: 👉 AA.VV. - Femirama


Ristampa in vinile da 180 grammi da parte della Munster Records di una raccolta di brani di soliste o gruppi musicali femminili della scena alternativa elettronica e oltre degli anni ottanta.

iyezine.com/aa-vv-femirama

#iyezine #inyoureyesezine #alternative #experimental #industrial #minimalsynth @munsterrecords



Spotify fined € 5 Million for GDPR violation


Spotify multato per 5 milioni di euro per violazione del GDPR A seguito di una denuncia e di un contenzioso per inattività, l'Autorità svedese per la protezione dei dati (IMY) ha emesso una multa di circa 5 milioni di euro contro Spotify. Spotify


noyb.eu/en/spotify-fined-eu-5-…

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Leak: Data retention and encryption: EU Government’s “Going Dark” program to attack citizen’s rights with PR


A German diplomatic correspondence that was leaked by netzpolitik.org on Friday and other documents reveal the insistence by EU member state governments in blanket mass surveillance in the form of … https://netzpolitik.org/2023/going-dark-eu-gruendet-arb

A German diplomatic correspondence that was leaked by netzpolitik.org on Friday and other documents reveal the insistence by EU member state governments in blanket mass surveillance in the form of data retention and ideas to make secure encryption illegal. The fundamental rights jurisdiction of the highest EU Court is seen as a problem, while Governments are wishing for a new narrative that would change the way we look at privacy and surveillance.

The documents talk about the Swedish Presidency’s “Going Dark” program that aims to extend law enforcement capabilities with a focus on over-the-top (OTT) media services, End-to-end encryption (E2EE), the Electronic Evidence Regulation, the ePrivacy Regulation, the Media Freedom Act, the retention of citizen’s communications meta data and access to Whois data. According to the German diplomatic correspondence member state governments share a “a largely homogeneous opinion” about that program.

Data retention: Insisting in illegal mass surveillance

The Swedish Presidency complains that “the impact of limitations to data retention requires to be aware of the loss of data” (PDF). This interpretation is in line with the overall debate in the Council but ignores the actual situation: The ECJ has constantly expanded the exceptions to the general rejection of blanket retention of citizen’s communication data over the years. Nevertheless, governments repeatedly violated the Court’s rulings causing a crisis of the Rule of Law in the EU. As a consequence, too much rather than too little of citizens’ communications data is being stored for no reason. Addressing a “loss of data” in this situation ultimately refers to the Government’s actual desire: a nation- and EU-wide, round-the-clock retention of everybody’s communications meta data, which has consistently been ruled illegal. The Belgian government that has again passed a law that provides for illegal mass surveillance only recently, declares in a Council document: “we need to strike the right balances (…) but also with regard to commercial interests and business models that guide the industry”. Likewise, the Czech Republic proposes a new argument as an attempt to justify the retention of citizen’s communication meta data to “distinguish legitimate calls from fakes using combination of contact number spoofing with AI voice manipulation.” Member state governments appear to have no other idea of how to design police work on the Internet but by means of mass surveillance.

The German correspondence notes: “Currently, an “outcry” from law enforcement agencies is clearly perceptible.” In March this “Outcry” became publicly visible when the European Police Chiefs released a Joint Declaration that likewise blames jurisprudence: “The case law of the CJEU (…) presents a significant hurdle to Law Enforcement Agencies” (PDF). Seen from a fundamental rights perspective the opposite is true.
Case law allows for extensive retention of citizen’s communication data and provides law enforcement agencies a legal frame for their work. Neither the CJEU’s jurisdiction nor citizen’s rights present a hurdle but Governments that repetitively passed illegal laws on data retention that foreseeable failed in courts created that hurdle over a course of 15 years. The representative of the Estonian government for example completely rejects the Court’s jurisdiction: “it is not possible to implement the solutions proposed by the ECJ.” The ignorant will to mass surveillance has prevented reliable solutions as digital rights experts have explained.

Unsubstantiated claims in the loop

The Joint Declaration of the European Police Chiefs keeps following a downward spiral by repeating unsubstantiated claims: “Unclear and insufficient retention periods in the case of storage of data for commercial purposes. This is particularly problematic in countries that do not (in accordance with the rulings of the CJEU) have any legal obligation for service providers to retain non-content data (…).” Fact is, that data retention laws have no measurable effect on the crime rate or the crime clearance rate in any EU country as a study by the European Parliament’s Research Service (EPRS) finds.

Public relations against fundamental rights

Because there is a great deal of resistance from civil society and from constitutional courts when it comes to data retention, the Presidency wants to develop “a better and more complete narrative” (PDF) to achieve its goals.

Responding to that, the Austrian Government suggest to add rules of criminal procedure to Single Market Dossiers and emphasises that it is of importance to not only take legislative action but also to do “Public Relations” work, for example to raise awareness accordingly in the European Parliament. The representative of the Lithuanian government welcomes that PR approach as “it offers the opportunity to change the narrative (…) turn around the wrong impression that law enforcement is the main source of risk to the fundamental rights.” (PDF)

Is the door weaker if someone has the key?

Referring to the Member States debate of the “Going Dark” program, the German diplomatic correspondence reads: “The question arises whether legal adjustments might be necessary in view of the fact that encryption technologies such as Encrochat could be legally distributed up to now. (…) With end-to-end encryption, it is impossible to intercept information, which is why, for example, there are discussions about the Media Freedom Act. (…) There is therefore a need for good instruments that are in line with EU values and do not prevent encryption altogether.” Adding to the ongoing debate, the representative of Estonia is asking: “is the door weaker if someone has the key?”

A Crisis of the Rule of Law

The documents show a considerable distrust of fundamental rights and the Rule of Law on the part of the member state governments. The German diplomatic correspondence refers to the view of the Swedish government: “It was astonishing how much the ECJ prioritized privacy over other legal rights and principles. The IRL und LVA also commented accordingly on the ECJ decision.” The representative of Estonia is of the opinion that the CJEU is “forced to always refer to the Charter of Fundamental Rights (…) until the EU comes up with a solution that would allow them to reassess the principles and approach to this”.

“Going Dark” is a myth

The notion of “Going Dark” refers to the phenomena that “criminals can commit crimes in ways that law enforcement cannot detect and intercept.” This is a myth created by US intelligence agencies. In truth authorities have never had access to information on our private lives as comprehensive and all-encompassing as in today’s digital era.

Instead of concentrating on repeatedly successful means of targeted investigations that focus on suspects and perpetrators, the EU member state governments try to interfere with the foundation of the Internet and the Rule of Law in a way that affects everybody’s privacy and fundamental rights. Alternatives, amongst others, a democratic improvement of policing through better trained and equipped personnel and better child protection through more competent and better equipped authorities are not considered. This gap is all the more problematic as there is no evidence that there is a legal lack of law enforcement capabilities in the European Union. Laws were much more tightened and expanded and with the new Electronic evidence regulation yet another tool for law enforcement will help to improve investigations which are in general already highly successful, if governments provide sufficient personal and technical resources.


patrick-breyer.de/en/leak-data…



Mercoledì 21 giugno, alle 8.30, studentesse e studenti in tutta Italia affronteranno la prima prova scritta della #Maturità2023 📚

In questo video la Dott.ssa Giorda vi darà qualche consiglio per prepararvi al meglio ▶ youtube.



EUROPA. Da Vecchio Continente a fortezza bellica


La spesa militare in Europa è cresciuta del 13%, il maggiore incremento dalla fine della guerra fredda. Causa principale le forniture di armi all'Ucraina. L'articolo EUROPA. Da Vecchio Continente a fortezza bellica proviene da Pagine Esteri. https://pag

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di Antonio Mazzeo –

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In Cina e Asia –


In Cina e Asia – covid
Nuova ondata di contagi Covid in Cina
43 aziende nella lista nera Usa per minaccia sicurezza nazionale e addestramento di piloti cinesi
Screening per gli studenti cinesi che vogliono studiare nei Paesi Bassi
Le università cinesi superano gli istituti occidentali nella qualità della ricerca
Aerei cinesi hanno monitorato esercitazioni navali di Stati Uniti, Francia, Canada e Giappone
Ex dirigente Samsung accusato di furto per creare un impianto di chip in Cina

L'articolo In Cina e Asia – proviene da China Files.



PRIVACYDAILY


N. 139/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Due gruppi di controllo governativo chiedono ai senatori di esaminare a fondo la scelta del Presidente Biden per il posto numero due del Dipartimento degli Affari dei Veterani, in parte perché aveva autorità su un sistema che ha reso vulnerabili le informazioni personali dei veterani, facendo sì che... Continue reading →


Care compagne, cari compagni, è un onore per me essere qui a discutere con voi. Vorrei provare, con questo mio intervento, ad approfondire una contraddizion


Fece della parola liberale uno slogan di massa, non pensò mai di lasciare


Tra i suoi meriti principali, l’aver fatto della parola “liberale” uno slogan di massa da marchio d’élite qual era. Quella che fu la nobile matrice culturale e politica dello Stato unitario negli anni della Prima repubblica rimase schiacciata tra due chie

Tra i suoi meriti principali, l’aver fatto della parola “liberale” uno slogan di massa da marchio d’élite qual era. Quella che fu la nobile matrice culturale e politica dello Stato unitario negli anni della Prima repubblica rimase schiacciata tra due chiese che insieme rappresentavano due terzi dell’elettorato e della società. Condizione tanto spiacevole quanto difficile.

Eppure, l’esordio nell’era post fascista fu a dir poco favorevole. Il pensiero e lo stile liberali influenzarono la Costituzione repubblicana, ispirarono la ricostruzione post bellica e con Luigi Einaudi incarnarono al meglio le nuove Istituzioni democratiche. Dopo di che quasi scomparvero. I liberali si videro costretti al ruolo di testimonianza attiva ma minoritaria in un contesto politico e sociale ormai dominato dall’ideologia e dallo statalismo. Ovvero dalla Dc e dal Pci, le due “chiese” di cui sopra.

Dopo Mani Pulite, Silvio Berlusconi ha colmato un vuoto di rappresentanza politica, quello dell’elettorato cosiddetto di centrodestra, e gli ha dato un nome: liberale. La “rivoluzione liberale”. La parola “liberale” cessa allora di essere pregiudizialmente associata ad una minoranza privilegiata e un po’ egoista secondo una falsa credenza allora assai diffusa e oggi non del tutto scomparsa per diventare, finalmente, “popolare”. Da quel momento in poi, indipendentemente dal grado di corrispondenza tra la teoria e la pratica, grazie a Silvio Berlusconi in Italia è ragionevolmente possibile pensare di poter ottenere la maggioranza relativa dei voti su una piattaforma politica “liberale”. Ne consegue che chi ne avesse l’autorevolezza e le capacità potrà ora disporre su larga scala elettorale del metodo, dei principi e del realismo tipicamente liberali, e questo è un bene per la concretezza del confronto politico. Dunque per l’efficacia dei governi, dunque per il futuro dell’Italia.

Quanto al futuro di Forza Italia, ricordo come fosse oggi un episodio di tre anni fa.

In serata era previsto un incontro, nella sala Koch del Senato, tra Silvio Berlusconi e i membri dei gruppi parlamentari di Forza Italia. Andai a trovare il Presidente nel pomeriggio a Palazzo Grazioli. Era di cattivo umore. Il partito non mordeva, la demagogia di Salvini lo urtava, la stanchezza fisica lo irritava. Seguì uno sfogo: «Sono stanco, non ho più le energie di un tempo, la mia immagine pubblica è cambiata a causa dell’età. Quando mi capita di incontrare dei giovani mi rendo conto di non potergli più dare una prospettiva di futuro…».

Berlusconi mi chiese cosa avrei fatto se fossi stato al suo posto. «Andrei all’incontro con i miei parlamentari, ne indicherei uno e direi “vi presento la persona che da oggi rappresenterà il nostro futuro”», risposi con sprezzo non tanto del pericolo quanto del ridicolo. Gli feci anche un nome, un nome di donna, ma più che sul nome la sua attenzione si appuntò sul concetto generale. La risposta fu lapidaria, in effetti disarmante. Berlusconi mi guardò come si guarda un vecchio amico improvvisamente consegnato alla follia: con tenerezza e sconcerto. Si indicò il petto con il dito indice della mano destra e disse: «E io?». Discorso chiuso, fu l’ultima volta che ebbi l’opportunità di incontrarlo a quattr’occhi.

Come tutti i grandi uomini della Storia eccetto Charles de Gaulle e pochi altri, Silvio Berlusconi non ha mai preso in considerazione l’idea di compiere un passo indietro, si è sempre considerato insostituibile e ha sempre ritenuto che dopo di lui il diluvio avrebbe fatto scomparire la sua creatura politica (e fors’anche il mondo) consacrandone il fondatore all’immortalità.

Ecco, a quanto pare ci siamo.

Formiche

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Questo è il titolo e gli argomenti che transform! europe propone nell’incontro che promuove il 14 giugno a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne, a


È stato pubblicato il Decreto-legge “salva-infrazioni”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno scorso, con il riconoscimento integrale del servizio “pre-ruolo” e la Carta del Docente estesa ai contratti a tempo determinato.


Fece della parola liberale uno slogan di massa, non pensò mai di lasciare


Tra i suoi meriti principali, l’aver fatto della parola “liberale” uno slogan di massa da marchio d’élite qual era. Quella che fu la nobile matrice culturale e politica dello Stato unitario negli anni della Prima repubblica rimase schiacciata tra due chie

Tra i suoi meriti principali, l’aver fatto della parola “liberale” uno slogan di massa da marchio d’élite qual era. Quella che fu la nobile matrice culturale e politica dello Stato unitario negli anni della Prima repubblica rimase schiacciata tra due chiese che insieme rappresentavano due terzi dell’elettorato e della società. Condizione tanto spiacevole quanto difficile.

Eppure, l’esordio nell’era post fascista fu a dir poco favorevole. Il pensiero e lo stile liberali influenzarono la Costituzione repubblicana, ispirarono la ricostruzione post bellica e con Luigi Einaudi incarnarono al meglio le nuove Istituzioni democratiche. Dopo di che quasi scomparvero. I liberali si videro costretti al ruolo di testimonianza attiva ma minoritaria in un contesto politico e sociale ormai dominato dall’ideologia e dallo statalismo. Ovvero dalla Dc e dal Pci, le due “chiese” di cui sopra.

Dopo Mani Pulite, Silvio Berlusconi ha colmato un vuoto di rappresentanza politica, quello dell’elettorato cosiddetto di centrodestra, e gli ha dato un nome: liberale. La “rivoluzione liberale”. La parola “liberale” cessa allora di essere pregiudizialmente associata ad una minoranza privilegiata e un po’ egoista secondo una falsa credenza allora assai diffusa e oggi non del tutto scomparsa per diventare, finalmente, “popolare”. Da quel momento in poi, indipendentemente dal grado di corrispondenza tra la teoria e la pratica, grazie a Silvio Berlusconi in Italia è ragionevolmente possibile pensare di poter ottenere la maggioranza relativa dei voti su una piattaforma politica “liberale”. Ne consegue che chi ne avesse l’autorevolezza e le capacità potrà ora disporre su larga scala elettorale del metodo, dei principi e del realismo tipicamente liberali, e questo è un bene per la concretezza del confronto politico. Dunque per l’efficacia dei governi, dunque per il futuro dell’Italia.

Quanto al futuro di Forza Italia, ricordo come fosse oggi un episodio di tre anni fa.

In serata era previsto un incontro, nella sala Koch del Senato, tra Silvio Berlusconi e i membri dei gruppi parlamentari di Forza Italia. Andai a trovare il Presidente nel pomeriggio a Palazzo Grazioli. Era di cattivo umore. Il partito non mordeva, la demagogia di Salvini lo urtava, la stanchezza fisica lo irritava. Seguì uno sfogo: «Sono stanco, non ho più le energie di un tempo, la mia immagine pubblica è cambiata a causa dell’età. Quando mi capita di incontrare dei giovani mi rendo conto di non potergli più dare una prospettiva di futuro…».

Berlusconi mi chiese cosa avrei fatto se fossi stato al suo posto. «Andrei all’incontro con i miei parlamentari, ne indicherei uno e direi “vi presento la persona che da oggi rappresenterà il nostro futuro”», risposi con sprezzo non tanto del pericolo quanto del ridicolo. Gli feci anche un nome, un nome di donna, ma più che sul nome la sua attenzione si appuntò sul concetto generale. La risposta fu lapidaria, in effetti disarmante. Berlusconi mi guardò come si guarda un vecchio amico improvvisamente consegnato alla follia: con tenerezza e sconcerto. Si indicò il petto con il dito indice della mano destra e disse: «E io?». Discorso chiuso, fu l’ultima volta che ebbi l’opportunità di incontrarlo a quattr’occhi.

Come tutti i grandi uomini della Storia eccetto Charles de Gaulle e pochi altri, Silvio Berlusconi non ha mai preso in considerazione l’idea di compiere un passo indietro, si è sempre considerato insostituibile e ha sempre ritenuto che dopo di lui il diluvio avrebbe fatto scomparire la sua creatura politica (e fors’anche il mondo) consacrandone il fondatore all’immortalità.

Ecco, a quanto pare ci siamo.

Formiche

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«Parigi contraria all’apertura di un ufficio Nato a Tokyo»


Secondo il Financial Times, il presidente francese Emmanuel Macron sarebbe contrario all'apertura di un ufficio di collegamento della Nato a Tokyo L'articolo «Parigi contraria all’apertura di un ufficio Nato a Tokyo» proviene da Pagine Esteri. https://p

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di Redazione

Pagine Esteri, 11 giugno 2023 – Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, è contrario all’apertura di un ufficio di collegamento della Nato a Tokyo, in Giappone, caldeggiato soprattutto da Washington.
Secondo il quotidiano “Financial Times”, che cita fonti anonime interne all’esecutivo di Parigi, il governo francese teme che l’apertura del primo ufficio asiatico della Nato comporti un pericoloso aumento delle tensioni con la Cina, e una riduzione agli occhi di Pechino della “credibilità” dell’Europa, anche nell’ambito dei tentativi di mediare una cessazione delle ostilità in Ucraina. Parigi ritiene inoltre che il trattato costitutivo dell’alleanza ne limiti l’ambito geografico all’Atlantico settentrionale.

«Non esiste un ufficio di collegamento Nato in nessun paese della regione. Se la Nato ha bisogno di maggiore consapevolezza sulla situazione nella regione, può utilizzare le ambasciate designate come punto di contatto» ha detto un anonimo funzionario francese al quotidiano economico.

Macron aveva pubblicamente espresso la propria opposizione alla prospettiva di una ulteriore estensione geografica della Nato durante una conferenza all’inizio di giugno, definendo tale prospettiva “un grosso errore”.
Secondo il “Financial Times”, proprio le resistenze di Parigi avrebbero trascinato per mesi i colloqui tra la Nato e il Giappone per l’apertura dell’ufficio, in programma il prossimo anno. Il piano richiede infatti il consenso unanime dei Paesi membri del Consiglio atlantico, il massimo organo decisionale politico dell’alleanza.

Lo stop del capo di stato francese all’espansione dell’Alleanza Atlantica in Asia sarebbe stata indirettamente esplicitato due mesi dopo un altro intervento di Macron che due settimane fa, al rientro da una visita ufficiale in Cina, affermò l’Unione Europea dovrebbe evitare di prendere posizione sul contenzioso Stati Uniti – Cina su Taiwan.
Pur sostenendo l’Ucraina anche dal punto di vista militare, Parigi ha più volta accusato gli Stati Uniti di soffiare sul fuoco della contrapposizione con Mosca e di approfittare della crisi bellica per estendere la propria egemonia in Europa. – Pagine Esteri

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“Privacy, AI & Security: un trinomio complesso”


Mercoledì 14 giugno dalle ore 9.00 parteciperò a Roma al convegno “Privacy, AI & Security: un trinomio complesso” – Come impatterà la privacy e la sicurezza degli abitanti di questo pianeta l’avvento prossimo venturo dell’IA?, nell’ambito dell’e-privacy 2023 summer edition, organizzato da Progetto Winston Smith e Hermes con la moderazione di Marco Calamari Potete trovare maggiori... Continue reading →

in reply to Lunaedge

@Lunaedge mah, purtroppo le cose che dici sono sacrosante. L'ergonomia non è ancora nelle corde del fediverso .
Proprio Oggi leggevo questo interessantissimo post: infosec.exchange/users/thenexu…

Poi c'è da dire che Lemmy è uno dei software più semplici di tutto il Fediverso, dalla fase di iscrizione (che è semplicissima Anche se in questo periodo, per ragioni gestionali, Le istanze hanno dovuto imporre l'iscrizione previa autorizzazione) che non necessita neanche di un indirizzo email, alla fase di scrittura e formattazione. In pratica un utente non ha bisogno di capire quasi nulla di Fediverso per postare e iniziare a divertirsi su Lemmy .

Ma soprattutto c'è un problema di comunicazione: Chi Ha abitato il fediverso in questi ultimi anni Tendeva a parlare molto di questo argomento e a dare per scontato che il centro di tutto fosse il protocollo Activity pub e non la comunità. Questo è stato un errore che ha allontanato molte persone e che può essere risolto solo modificando il paradigma della comunicazione sui Social e non social federati. Qualche tempo fa ho proposto un esperimento, ossia quello di parlare di Fediverso senza quasi mai parlare di Fediverso

informapirata.it/2022/10/07/ma…

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Poi c’è da dire che Lemmy è uno dei software più semplici di tutto il Fediverso, dalla fase di iscrizione (che è semplicissima Anche se in questo periodo, per ragioni gestionali, Le istanze hanno dovuto imporre l’iscrizione previa autorizzazione) che non necessita neanche di un indirizzo email, alla fase di scrittura e formattazione.


Lemmy è più facile di un forum gli sviluppatori sono stati bravissimi. Qualche difficoltà c'è nella navigazione delle comunità soprattutto quelle esterne, ma nel complesso è veramente semplice e l'interfaccia è molto pulita




  Paolo Ferrero* Silvio Berlusconi è morto e porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia. Sul piano politico non è per nulla vero che con la sua


🎧 #RECENSIONE: 👉 Dor - In circle


🎧 #RECENSIONE:

👉 Dor - In circle

I Dor descrivono molto bene e con grande immaginazione e delicatezza questi momenti rarefatti e rari, facili a perdersi e difficili da cogliere. Il ritmo delle canzoni compone un movimento totale che è il respiro stesso del disco, un qualcosa di molto particolare che è appunto la fusione fra diversi folclori, quello abruzzese e quello spagnolo. @Musica Agorà

iyezine.com/dor-in-circle

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  Dmitrij Palagi*   Questo il video dell’iniziativa: youtube.com/watch?v=ga22nmh6p8…  Prima premessa. Ogni persona as



Diamo il benvenuto su feddit.it agli owncaster di @KSGamingLife🕹️ 🐈 🍸 che si sono iscritti con l'account @KSGamingLife


Eccoci approdati su Feddit, e finalmente possiamo ringraziare anche qui per questo post!
Che figata!
Il canale Owncast sta andando bene, stiamo portando avanti tante iniziative e ci stiamo divertendo. Owncast ha potenzialità enormi, stiamo provando con tutte le forze a farlo conoscere di più.