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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Andrea Russo
@FraZan999 beh, i nostri imprenditori devono molto ai Cinesi: hanno potuto delocalizzare molte attività produttive, contando sul basso costo della manodopera, l'assenza di diritti e l'accesso a un mercato interno non ricchissimo ma sterminato. Agli italiani pezzenti invece è rimasto di buono che possono comprare prodotti tecnologici di merda e "passata di pomodoro italiana" a prezzi molto bassi


In Cina e Asia – Dalla Mongolia Bergoglio saluta il "nobile popolo cinese”


In Cina e Asia – Dalla Mongolia Bergoglio saluta il mongolia
I titoli di oggi:
Dalla Mongolia Bergoglio saluta il "nobile popolo cinese"
Cina, la campagna anticorruzione colpisce ancora
Crisi immobiliare Cina, Country Garden ottiene l'estensione del debito
Cina, pubblicata nuova legge che limita l'immunità degli Stati esteri nei tribunali cinesi
Cina, Chongqing pubblica la sua legge anti-spionaggio
Cina, Xi promette un commercio dei servizi "più aperto e inclusivo"
Spazio, l'India in missione per studiare il sole e la Cina lancia una roadmap per lo sfruttamento minerario
Singapore, Tharman Shanmugaratnam eletto presidente con il 70% dei voti
Pacifico, confermata la sfiducia al primo ministro

L'articolo In Cina e Asia – Dalla Mongolia Bergoglio saluta il “nobile popolo cinese” proviene da China Files.



“L’INNOVAZIONE NELL’ERA DELLA AI GENERATIVA”


Domani a partire dalle 14 avrò il piacere di partecipare all’ incontro organizzato da MediaDuemila e moderato da Maria Pia Rossignaud per parlare dell’ innovazione nell’ era della Ai generativa e della privacy. Qui il link per seguirci meet.google.com/cii-fmtu-exj?h…


guidoscorza.it/linnovazione-ne…



PRIVACYDAILY


N. 151/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: L’Autorità brasiliana per la protezione dei dati (ANPD) ha avviato il 16 agosto 2023, attraverso un link, una consultazione pubblica sullo Studio preliminare sulla base giuridica del trattamento dei dati personali del legittimo interesse. La consultazione sarà aperta per 30 giorni (fino al 15 settembre) sulla piattaforma Participa... Continue reading →


#laFLEalMassimo – Episodio 100: Prometeo Il distruttore di Mondi


Mentre le bombe dell’invasore russo continuano a cadere sul popolo ucraino che resiste eroicamente, negli schermi cinematografici dell’occidente lampeggiano le esplosioni nucleari del nuovo film di Cristopher Nolan dedicato al fisico Oppenheimer e alla su

Mentre le bombe dell’invasore russo continuano a cadere sul popolo ucraino che resiste eroicamente, negli schermi cinematografici dell’occidente lampeggiano le esplosioni nucleari del nuovo film di Cristopher Nolan dedicato al fisico Oppenheimer e alla sua controversa figura divisa tra il contributo dato alla realizzazione della prima bomba atomica e la resistenza nei confronti degli sviluppi successivi che hanno portato l’America ad emarginarlo.

C’è un filo logico, semantico e simbolico che lega la realtà e la finzione, non troppo dissimile dalla fallacia intellettuale, con la quale troppo spesso intellettuali di parte e media distorti nascondono ipocritamente il proprio sostengo al regime criminale di Putin.

Come il fuoco di Prometeo, la tecnologia delle armi nucleari ha cambiato per sempre il modo in cui si può intendere la politica internazionale e gli equilibri che la caratterizzano. La Russia può permettersi di invadere impunemente uno stato libero confinante senza che il resto del mondo possa intervenire in modo diretto perché dispone di armi nucleari.

Il film di Nolan, ricco di spunti filosofici e di riferimenti storici ci racconta il punto di partenza del dilemma civile che caratterizza la guerra in corso ai confini dell’Europa: ci sono armi che nessuno dovrebbe avere, perché nelle mani sbagliate possono portarci alla fine del genere umano. Tuttavia il vaso di pandora è già stato aperto, la reazione a catena è in corso quelle armi sono già nelle mani di un criminale genocida.

Non esiste dunque alternativa al pieno supporto dell’occidente alla resistenza del popolo ucraino e dalla vittoria di questo popolo glorioso dipende l’unica possibilità di pace che esiste per il mondo intero, confidando che come cantava Sting negli anni “anche i russi abbiano a cuori il futuro dei propri figli”.

youtube.com/embed/2XqJY-54x3o?…

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L'istituto belga per la sicurezza stradale Vias è preoccupato per la crescente dimensione delle auto sulle strade del paese: le auto più grandi provocano incidenti mortali.

@Energia, fonti rinnovabili, approvvigionamento e mobilità

L'attuale tendenza delle automobili a diventare più pesanti, più alte e più potenti “rischia di portare ad un sistema di sicurezza stradale a due livelli”, secondo uno studio realizzato dall'Istituto Vias e riportato su Le Soir.

thebulletin.be/belgian-road-sa…

in reply to Andrea Russo

Sicuramente questa preoccupazione attiverà lo stato belga nel bloccare la circolazione di questi mezzi pericolosi, e gli oligarchi ridono ancora di piú cavalcando il cielo in groppa ad asini volanti.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

Paolinus doesn't like this.

in reply to banana_meccanica

@banana_meccanica mi stai prendendo per il culo? Se non sei d'accordo, potresti evitare di essere così tossicamente sarcastico?
cc @Poliverso @skariko
in reply to Andrea Russo

Perchè non dovrei essere d'accordo? Per me tutte le automobili dovrebbero sparire. Il sarcasmo è per far notare che lo stato belga (o qualsiasi altro stato) dipende dal petrolio e nel dettaglio il consumo di carburante, quindi anche se investissero scolaresche intere ogni giorno non aboliranno mai enormi mezzi che con il loro considerevole consumo permettono a privati e governi di riempirsi le tasche. Certo che divento tossico sotto questo punto di vista perche sono false, ipocrite, preoccupazioni.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)
in reply to Andrea Russo

Non credo che @banana_meccanica@feddit.it volesse essere sarcastico. Tuttavia Credo che sarebbe stato meglio se lui ti avesse risposto in maniera un pochino più chiara, perché in effetti quella risposta poteva significare tutto e il suo contrario
in reply to Andrea Russo

Per cosa, poi, per fare gli sboroni o per portare a scuola bambini di 6 anni senzs cintura né seggiolino che anche sulla (vecchia) 500 avrebbero spazio in avanzo.
Odio i SUV e in generale le macchine più grandi di una Punto, se non hanno motivo di esistere: ovvio chenil mio idraulico non può andare colla Smart, ma una sciura che porta il chihuahua a fare pipì col SUV mi sembre decisamente troppo...
@energia


È fondamentale non dare più spazio ai negazionisti climatici: la nostra risposta di Valigia Blu a un lettore sull’articolo dei quattro fisici italiani ritirato dalla casa editrice

@Giornalismo e disordine informativo

Si poteva lasciare l’articolo con le sue criticità e vedere cosa generava? Fatto sta che la casa editrice, una di punta nel settore accademico, tra le motivazioni della ritrattazione ha scritto che “L’addendum non è stato considerato adatto alla pubblicazione” e “la ritrattazione è stata la linea d'azione più appropriata per mantenere alti i livelli dei contenuti scientifici pubblicati sulla rivista”. L’articolo rimane comunque sul sito e chiunque può leggerlo.

La vicenda ci dice che i direttori delle riviste dovrebbero essere un po' più attenti quando pubblicano articoli con analisi e conclusioni potenzialmente controverse. Questo non vuol dire che non debbano essere pubblicati, ma solo che vale la pena assicurarsi che vengano esaminati in modo approfondito e attento prima di pubblicarli

in reply to Novman

@Novman hai una conoscenza così profonda dei meccanismi alla base del processo di pubblicazione degli articoli scientifici, tale da farti sospettare che questo sia un caso di censura?
in reply to Poliversity - Università ricerca e giornalismo

Stavo commentando i toni, non l'articolo. In qualsiasi campo scientifico si prova e si vede. Come è successo per il presunto superconduttore ad alta temperatura. Non si parla di negazionista della superconduttività. Toni come questi sono adatti ai piazzisti televisivi o ai propagandisti di bassa lega, non a degli scienziati. Sinceramente mi piacerebbe leggere uno studio approfondito sull'influenza dei cicli solari sul clima ( visto che siamo in periodo interglaciale ) , ma visto questo clima da piazzisti, mi sa che non lo leggerò mai. Poi, per carità, ridurre l'inquinamento è sacrosanto, ma fatto con questi toni porta solo problemi. Basta vedere la chiusura delle centrali nucleari in Germania a favore del carbone o assurdità distopiche come le mega Ztl, quando poi si fanno immatricolare SUV giganteschi o si favoriscono tecnologie perlomeno dubbie come il pellet.


Sharenting - Suggerimenti del Garante Privacy ai genitori per limitare la diffusione online di contenuti che riguardano i propri figli

@Etica Digitale (Feddit)

Con il termine “sharenting” si intende il fenomeno della condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie).

Il neologismo, coniato negli Stati Uniti, deriva dalle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità). La gioia di un momento da condividere, pubblicando l'immagine dei propri figli, è un'emozione comprensibile, ma allo stesso tempo è necessario chiedersi se ci sono rischi nell’eccessiva sovraesposizione online.

in reply to The Privacy Post

Io dico che si dovrebbero limitare anche le foto dei figli maggiorenni.
in reply to The Privacy Post

Si in effetti le figlie sono da tutelare maggiormente. Ma io sono per le pari opportunità, e come figliuolo prediletto voglio essere tutelato altrettanto egregiamente.


Il PRC/SE sostiene e presenzierà, con una propria delegazione, oggi pomeriggio alle ore 18.00, alla protesta degli iraniani democratici sotto l'egida della Bie


VIDEO. Tel Aviv, scontri con 120 feriti tra polizia e richiedenti asilo eritrei


Già in passato in Israele erano scoppiati tafferugli e scontri violenti tra sostenitori e oppositori del governo eritreo. Nel 2020 un presunto informatore del regime fu stato pugnalato a morte. L'articolo VIDEO. Tel Aviv, scontri con 120 feriti tra poliz

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della redazione

(foto di Oren Ziv)

Pagine Esteri, 2 settembre 2023 – Oltre 120 persone sono rimaste ferite oggi in scontri tra la polizia israeliana e centinaia di eritrei richiedenti asilo durante una protesta antiregime a Tel Aviv vicino all’ambasciata eritrea.

I manifestanti si sono riuniti questa mattina in via Yad Harutsim dove nel pomeriggio era previsto un evento ufficiale all’ambasciata eritrea. Poi hanno superato le recinzioni e la polizia ha risposto con granate stordenti, lacrimogeni, manganellate e proiettili di gomma. Ha anche sparato colpi in aria. I manifestanti hanno distrutto automobili, finestre e vetrine di negozi, e, a un certo punto, sono riusciti a penetrare nella sala dove avrebbe dovuto svolgersi l’evento e l’hanno vandalizzata.

Eventi simili organizzati nelle ultime settimane dalle ambasciate eritree in tutto il mondo hanno provocato incidenti violenti e hanno aumentato la tensione all’interno della comunità eritrea in Israele.

Già in passato in Israele erano scoppiati tafferugli e scontri violenti tra sostenitori e oppositori del governo eritreo. Nel 2020 un sostenitore del regime è stato pugnalato a morte.

Israele concede con il contagocce lo status di rifugiato politico agli stranieri. Però riconosce i 18.000 eritrei nel suo territorio come richiedenti asilo, fuggiti della dittatura nel loro paese praticata dal presidente Isaias Afwerki al potere da quando l’Eritrea ha ottenuto l’indipendenza nel 1993.

Le organizzazioni per i diritti umani stimano che una piccola percentuale dei richiedenti asilo eritrei siano in realtà dei sostenitori nascosti di Afwerki. Persone che, affermano tutti altri eritrei, Israele dovrebbe fermare perché avrebbero ricevuto l’incarico di infiltrarsi tra gli oppositori di Afwerki per spiarne le attività. Pagine Esteri

GUARDA I VIDEO

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Scuole, tribunali, caserme


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L'intervista rilasciata da Giuliano Amato e apparsa su La Repubblica, ricorda agli smemorati che i paesi della NATO sono abituati a praticare il terrorismo. Com



Colpe No-Tav


Si può pure chiedere che siano rinviati i lavori di manutenzione e sicurezza, ma rinviare non è rimediare. I lavori nei trafori devono essere fatti, senza aspettare che qualche incidente renda tutto più tragico. Ma nei collegamenti commerciali fra la Fran

Si può pure chiedere che siano rinviati i lavori di manutenzione e sicurezza, ma rinviare non è rimediare. I lavori nei trafori devono essere fatti, senza aspettare che qualche incidente renda tutto più tragico. Ma nei collegamenti commerciali fra la Francia e l’Italia dovrebbe già essere operativa la linea ferroviaria da alta velocità.
I violenti e dissennati No-Tav, come quanti li hanno corteggiati ed assecondati, sono responsabili della devastazione ambientale che oggi colpisce quelle valli. File interminabili di Tir quasi fermi, che si arrampicano per strade di montagna che vengono martoriate dal loro carico, sono una bomba ecologica. Innescata da blocchi e proteste che si sarebbero dovuti reprimere e superare.
Oggi si può provare a diradare le manutenzioni, ma solo se si accelera e conclude il lavoro Tav. Altrimenti è solo una perdita di tempo, soldi, lavoro e ambiente.
La politica migliora se i cittadini conservano memoria e presentano il conto a chi ha colpe per quel che accade.

L'articolo Colpe No-Tav proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



PRIVACYDAILY


N. 150/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Elon Musk ha dichiarato giovedì scorso che il suo social network X, precedentemente noto come Twitter, darà agli utenti la possibilità di effettuare chiamate vocali e video sulla piattaforma. Musk, che ha una storia di annunci su funzioni e politiche in arrivo che non sempre si realizzano, non... Continue reading →



Da abruzzese sono amareggiato. L'assassinio dell'orsa Amarena non ha alcuna giustificazione. In queste ore sui social si esprime la giusta indignazione e rabbia


Treni, binari e stazioni che spesso sono associati a vacanze, viaggi, lavoro e paesaggi che scorrono sotto i nostri occhi, la notte scorsa si sono trasformati i


Dall’1 al 3 settembre 2023 si terrà nuovamente a Cernobbio (CO) nel lussuosissimo hotel Villa d’Este l’edizione 2023 del Forum Ambrosetti, la periodica r


Da abruzzese sono amareggiato. L'assassinio dell'orsa Amarena non ha alcuna giustificazione. In queste ore sui social si esprime la giusta indignazione e ra


ECUADOR. Detenuti prendono in ostaggio 57 agenti di sicurezza. Esplodono 4 autobombe


Pagine Esteri, 1 settembre 2023. Alcuni detenuti di sei istituti penitenziari dell’Ecuador hanno catturato 57 agenti di sicurezza, poliziotti e guardie carcerarie. L’azione è stata accompagnata dallo scoppio di almeno 4 autobombe nei pressi degli uffici d

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Pagine Esteri, 1 settembre 2023. Alcuni detenuti di sei istituti penitenziari dell’Ecuador hanno catturato 57 agenti di sicurezza, poliziotti e guardie carcerarie. L’azione è stata accompagnata dallo scoppio di almeno 4 autobombe nei pressi degli uffici della SNAI, l’agenzia che gestisce le carceri nel paese, e dinanzi alcune prigioni.

Le autobombe sono esplose ieri, giovedì 31 agosto, nella capitale Quito e in una provincia vicino al confine peruviano. Non ci sono stati feriti e, secondo quanto comunicato dalle fonti governative, anche i 57 agenti di polizia nelle mani dei detenuti sono in buone condizioni.

La situazione all’interno delle carceri in Ecuador è da mesi fuori controllo. Le uccisioni dovute a regolamenti di conti tra bande criminali rivali sono all’ordine del giorno. Lo spaccio di droga negli istituti è un’attività remunerativa per le gang, che si affrontano per controllarne i traffici.

Solo tre settimane fa è stato brutalmente assassinato il candidato alle presidenziali, Fernando Villaviciencio, che aveva annunciato, in caso di vittoria alle elezioni, una politica di dura repressione all’interno delle carceri.

Secondo alcuni organi di stampa a scatenare l’ultima delle numerose rivolte sarebbe stato proprio il trasferimento di alcuni detenuti, tra cui quelli sospettati di aver compiuto l’assassinio di Villaviciencio.

Alcune misure restrittive erano state prese nelle ultime settimane e in questi giorni il Paese è scosso dalla violenta reazione dei gruppi criminali.

Eliminato il dicastero dedicato, sono stati diminuiti i fondi e il personale. Il 40% dei detenuti non ha terminato i 3 gradi di giudizio e la carcerazione preventiva è diventata ordinaria. I detenuti vivono spesso in condizioni disumane e la repressione non procede di pari passo con politiche di prevenzione. Quello che accade oggi nelle carceri è un riflesso delle politiche neoliberiste portate avanti in Ecuador.

Lo stato di emergenza è stato più volte proclamato. Nell’ottobre del 2022 in un regolamento di conti tra bande rivali sono rimaste uccise più di 200 persone e 80 ferite.

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    Diego Foresti* Nella battaglia contro la ripresa delle trivellazioni in alto Adriatico, Rifondazione Comunista e Unione Popolare della pr


La decisione di Apple di eliminare il suo strumento di scansione fotografica CSAM suscita nuove polemiche (e nuove riflessioni sul pessimo chatcontrol)

@Privacy Pride

Il gruppo per la sicurezza dei bambini Heat Initiative prevede di lanciare una campagna per sollecitare Apple sulla scansione di materiale pedopornografico e sulla segnalazione degli utenti. Giovedì la società ha rilasciato una risposta molto dettagliata

Apple ha risposto alla Heat Initiative, delineando le ragioni per cui ha abbandonato lo sviluppo della funzionalità di scansione CSAM di iCloud e si è invece concentrata su una serie di strumenti e risorse sul dispositivo per gli utenti, noti collettivamente come funzionalità di sicurezza della comunicazione. La risposta dell'azienda alla Heat Initiative, che Apple ha condiviso con WIRED questa mattina, offre uno sguardo raro non solo alla sua logica per concentrarsi sulla sicurezza delle comunicazioni, ma alle sue visioni più ampie sulla creazione di meccanismi per eludere le protezioni della privacy degli utenti, come la crittografia, per monitorare dati. Questa posizione è rilevante per il dibattito sulla crittografia più in generale, soprattutto perché paesi come il Regno Unito valutano l’approvazione di leggi che imporrebbero alle aziende tecnologiche di essere in grado di accedere ai dati degli utenti per conformarsi alle richieste delle forze dell’ordine.

"Il materiale pedopornografico è ripugnante e ci impegniamo a spezzare la catena di coercizione e influenza che rende i bambini suscettibili ad esso",

ha scritto Erik Neuenschwander, direttore della privacy degli utenti e della sicurezza dei bambini di Apple, nella risposta dell'azienda a Heat Initiative. Ha aggiunto, tuttavia, che dopo aver collaborato con una serie di ricercatori sulla privacy e sulla sicurezza, gruppi per i diritti digitali e sostenitori della sicurezza dei bambini, la società ha concluso che non poteva procedere con lo sviluppo di un meccanismo di scansione CSAM, nemmeno uno costruito appositamente per preservare la #privacy. .


L'articolo completo è su Wired

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AMBIENTE. Dall’Africa solo il 3% delle emissioni globali ma continente vittima eventi climatici estremi


Sul tavolo del vertice di Nairobi della prossima settimana ci sono i finanziamenti che i paesi africani chiedono per avviare azioni concrete contro le cause del cambiamento climatico. Ma non mancano le critiche L'articolo AMBIENTE. Dall’Africa solo il 3%

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della redazione

(foto: inondazioni in Ghana, di Nana Darkoaa)

Pagine Esteri, 1° settembre 2023 – Come finanziare le priorità ambientali dell’Africa, sarà al centro del dibattito al primo vertice sul clima del continente la prossima settimana mentre gli attivisti si oppongono ai piani di espansione dei cosiddetti mercati del carbonio.

I paesi africani contribuiscono solo il 3% alle emissioni globali di carbonio ma sono sempre più esposti all’impatto di condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici, inclusa la peggiore siccità degli ultimi decenni nel Corno d’Africa. Un rapporto diffuso due giorni fa dal Fondo Monetario Internazionale sottolinea che l’impatto del cambiamento climatico aggrava la tensione negli Stati “fragili” e colpiti dalla guerra, con la conseguenza di un aumento del 10% dei tassi di mortalità e una contrazione significativa del Pil. Sono 39 gli Stati categorizzati come “fragili” dalla Banca Mondiale, ben 21 sono in Africa. Tra questi Mali, Repubblica Centrafricana, Sudan, Somalia. Dal rapporto dell’FMI emerge che gli eventi climatici estremi non scatenano le guerre ma aggravano in questi paesi le tensioni già esistenti, oltre a carestia e povertà.

Nonostante ciò, l’Africa ha ricevuto solo il 12% dei finanziamenti internazionali necessari per far fronte agli impatti climatici.

“Vogliamo iniziare a cambiare il discorso partendo dall’Africa vittima della fame, della carestia e delle inondazioni”, ha detto alla Reuters il ministro dell’Ambiente keniano Soipan Tuya prima del vertice che inizierà lunedì a Nairobi. “La nuova narrazione… dovrebbe essere un’Africa disposta e pronta ad attrarre capitali tempestivi, equi e su larga scala per guidare il mondo nella lotta al cambiamento climatico”.

Si prevede che migliaia di delegati discuteranno le soluzioni più in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima il mese prossimo a New York e del summit COP28 negli Emirati Arabi Uniti alla fine di novembre.

Gli organizzatori del vertice a Nairobi sono ottimisti, prevedono si concluderanno accordi per centinaia di milioni di dollari. In cima alla lista delle opzioni di finanziamento, ci sono i crediti di carbonio che consentono agli inquinatori di compensare le emissioni finanziando attività tra cui la piantumazione di alberi e la produzione di energia rinnovabile.

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Somaliland

I governi africani hanno mostrato interesse per la conversione del debito. All’inizio di questo mese il Gabon – teatro qualche giorno fa di un colpo di stato – ha completato il primo accordo di questo tipo dell’Africa, riacquistando nominalmente 500 milioni di dollari del suo debito internazionale ed emettendo un’obbligazione ad ammortamento ecologica di pari importo. La transazione ha lo scopo di produrre risparmi che possono essere utilizzati per finanziare la conservazione.

Tuttavia, l’approccio del vertice ai finanziamenti per il clima ha attirato critiche. Gruppi di attivisti accusano gli organizzatori in una lettera aperta di portare avanti le priorità occidentali a spese dell’Africa.

“Questi approcci incoraggeranno le nazioni ricche e le grandi aziende a continuare a inquinare il mondo, a scapito dell’Africa”, affermano i gruppi nel loro documento. Amos Wemanya, consigliere senior di Power Shift Africa, uno dei firmatari, ha affermato che i finanziamenti dovrebbero provenire dai paesi più ricchi che finora hanno rispettato solo in parte gli impegni che avevano preso. Pagine Esteri

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ANALISI. La causa palestinese frena ancora la normalizzazione tra Israele e Stati arabi


Secondo l'analista egiziano Mohammed Abulfadi, la ministra degli esteri libica Mangoush ha indirettamente inviato un messaggio ai leader arabi: coloro che si avvicinano a Israele ignorando la questione palestinese subiranno gravi conseguenze politiche. L

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di Mohammed Abulfadi – Al-Ahram

(foto EFE via ZUMA Press/APAIAMGES)

Pagine Esteri, 1 settembre 2023 – Le conseguenze dell’incontro recente tra il ministro degli Esteri libico Najla al-Mangoush e il suo omologo israeliano Eli Cohen a Roma confermano che la causa palestinese non verrà mai cancellata dalla coscienza araba e che la costante ricerca di una più ampia normalizzazione tra Israele e vari Stati arabi può facilmente sgretolarsi se non vengono rispettati importanti principi storici.

La normalizzazione per la normalizzazione o come mezzo per ottenere guadagni politici è una formula artificiosa che cerca di estinguere l’ultimo frammento di vita dalla causa palestinese e di impegnarsi direttamente negli interessi bilaterali.

Ci sono ancora leader arabi che credono che Israele rappresenti il cuore e la mente del mondo occidentale e che possa offrire vari canali per raggiungere l’uno o l’altro. Questo è in parte vero ma non è l’intera verità. Le intense critiche internazionali rivolte alle politiche e alle violazioni di Israele nei Territori palestinesi occupati mostrano che finora (Israele) non è riuscito a raggiungere pienamente i suoi obiettivi. Tutti i tentativi di Israele di infiltrarsi nell’arena araba attraverso la normalizzazione hanno fatto poco per cambiare l’equazione principale, almeno tra la gente che rimane convinta che Israele non sia ormai uno Stato naturale nella regione e che sia facile convivere con esso.

Le reazioni ufficiali e popolari in Libia rafforzano i principi alla base della causa palestinese e le conseguenze importanti della loro distruzione. La reazione (popolare) conferma anche che i movimenti di Israele nel mondo arabo non sono riusciti a creare una frattura significativa o a cancellare la causa madre del conflitto dalla coscienza araba. Le posizioni ufficiali libiche provenienti dal Consiglio presidenziale, dal parlamento, dall’Alto Consiglio di Stato e persino dal governo GNU dimostrano tutte che le azioni di Mangoush sono state un grave errore, che siano state prese in accordo preventivo con le autorità più alte in Libia, come sostiene la narrazione israeliana, o per volontà personale della ministra, o persino se sono avvenute per caso, come indica il comunicato del ministero degli esteri.

Le scene trasmesse dai media di fronte al Ministero degli Esteri libico a Tripoli e le notizie che Mangoush è stata sospesa temporaneamente e posta sotto inchiesta prima di essere rimossa dall’incarico, inviano tutte il messaggio importante che tali approcci non trovano copertura politica a loro sostegno, figuriamoci un appoggio popolare, del quale non ci sono segni sul terreno.

Quando viene rivelato un incontro segreto tra un ufficiale israeliano e uno arabo, scatena una valanga di indignazione popolare. Questo è un chiaro segno che le visioni che i leader israeliani desiderano promuovere nel mondo arabo non troveranno un ambiente accogliente. Tutti i passi intrapresi per realizzarli non troveranno un supporto pratico perché cercano di aggirare molti dei principi che i sostenitori della normalizzazione sono riluttanti a violare apertamente e vantarsi di rompere, perché consapevoli dell’opposizione veemente della strada araba.

Ecco perché alcuni stati arabi stanno procedendo con cautela lungo la via della normalizzazione, che ignora la causa palestinese, mentre altri rifiutano di sostenerla. Sono ben consapevoli che è difficile per questa via avere successo in assenza di un’accettabile soluzione politica al conflitto. Questo spiega la discrepanza tra i paesi desiderosi di impegnarsi nella normalizzazione il più rapidamente possibile e quelli che sono riluttanti ad appoggiarla, sapendo che Israele ha disegni occulti per distoglierli dal ritorno al processo politico.

Quello che è accaduto in Libia in seguito all’incontro Mangoush-Cohen a Roma fornisce uno sguardo su ciò che potrebbe accadere in altri Stati arabi i cui leader sono disposti a ignorare le conseguenze che i palestinesi subiranno dalla normalizzazione libera con Israele. Gli Stati arabi che hanno firmato trattati di pace decenni fa, come Egitto e Giordania, hanno fatto della questione palestinese la loro preoccupazione centrale sia prima che dopo la firma. Ma i tentativi attuali di normalizzazione non sembrano preoccuparsi molto della questione. Questo problema ha portato alla segretezza della maggior parte di questi sforzi. E quando emergono, portano con sé mal di testa politici, come abbiamo visto in Libia.

La Libia ci ha insegnato che ci sono linee rosse difficili da oltrepassare. Non importa quanto calma o obbediente possa sembrare la strada araba, può improvvisamente esplodere in un attimo. La Libia potrebbe essere fisicamente distante dai Territori palestinesi ma si è ribellata per motivi politici o pan-nazionali, con la gente che ha espresso la sua opposizione a ciò che ha fatto Mangoush, che agisse da sola o per ordine del primo ministro.

Questa prospettiva pragmatica è emersa anche in Sudan, quando il capo del Consiglio sovrano, il Generale di Divisione ‘Abdelfattah al-Burhan, ha incontrato il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu a Entebbe, in Uganda, nel febbraio 2020. L’incontro inaspettato non ha prodotto risultati tangibili a vantaggio del Sudan. Burhan fu costretto a sospendere il processo incerto all’epoca, dopo che divenne evidente che c’era opposizione popolare all’uso della normalizzazione come mezzo per ottenere guadagni politici ed economici.

Continuiamo a vedere passi arabi che credono che ci sia un premio e un incentivo sostanziali nella normalizzazione con Israele, solo per scoprire che il guadagno previsto non si materializzerà. Finché il sangue continua a scorrere nelle vene delle nazioni arabe, o almeno di alcune di esse, sarà difficile che la fase di normalizzazione si completi senza affrontare la questione palestinese. Coloro che si sono impegnati volontariamente nella normalizzazione o ne sono stati coinvolti sono troppo imbarazzati per renderlo pubblico, per paura della reazione popolare nei loro paesi. Questo rende la normalizzazione priva di contenuti palestinesi simile a svuotare gli ultimi pezzi di onore dalla causa.

La ministra degli esteri libica ha involontariamente inviato un messaggio ai leader che confondono la normalizzazione con i propri interessi personali, con l’effetto che coloro che si avvicinano a Israele ignorando la questione palestinese subiranno gravi conseguenze politiche. Proprio come si possono raccogliere guadagni, si possono subire perdite significative.

L’incontro tra Mangoush e Cohen potrebbe aver gettato una grossa pietra nel laghetto del GNU, causando increspature che potrebbero accelerarne la partenza, consentendo alla visione congiunta dell’Alto Consiglio di Stato e del parlamento di formare un governo neutrale per supervisionare le prossime elezioni. Pagine Esteri

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PRIVACYDAILY


N. 149/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Il governo federale non obbligherà i siti web per adulti a introdurre la verifica dell’età a seguito delle riserve sulla privacy e sulla mancanza di sviluppo di questa tecnologia. Mercoledì scorso, il ministro delle Comunicazioni, Michelle Rowland, ha reso nota la tanto attesa tabella di marcia del commissario... Continue reading →


Etiopia, appello per chiedere giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray


Etiopia, appello da parte dell’ Associazione degli studiosi delle università del Tigray – TUSA al governo temporaneo, Interim Regional Administration – IRA del Tigray, per perseguire giustizia e sicurezza per il popolo tigrino. Oggetto: pretendere la sicu

Etiopia, appello da parte dell’ Associazione degli studiosi delle università del Tigray – TUSA al governo temporaneo, Interim Regional Administration – IRA del Tigray, per perseguire giustizia e sicurezza per il popolo tigrino.

Oggetto: pretendere la sicurezza dei cittadini

Il popolo del Tigray ha pagato e paga un prezzo altissimo per la pace e la sicurezza dei popoli. Soprattutto negli ultimi cinque anni, la popolazione del Tigray ha pagato un prezzo elevato per mantenere la pace e la sicurezza e garantire il diritto umano e legale di vivere ovunque si trovi. Nel processo, un trattato firmato a Pretoria istituì
un’amministrazione provvisoria.

Tuttavia, negli ultimi mesi, i crimini sono aumentati in varie città e aree rurali del Tigray, con persone uccise, mutilate, rapite e saccheggiate. Ad esempio, due gravi crimini si sono verificati a Macallè durante il festival di Ashenda. Con tali crimini, la gente in generale e coloro che venivano per la festa in particolare, dovettero perdere la fede e la paura. L’omicidio di nostra sorella Zewdu Haftu in particolare è stato unico, orribile e scioccante. È necessario adottare estrema cautela e azioni immediate per evitare che questi fenomeni degenerino in crimini strutturali peggiori.

È noto che dopo un’invasione devastante si verificheranno varie crisi sociali e crimini. I crimini nel Tigray, però, non sono mitigati solo da questo; I fenomeni sembrano invece essere sintomi di problemi politici e sociali molto gravi, poco definiti e complessi. Questo è un momento in cui i cittadini lavorano 24 ore al giorno per recuperare e ricostruire l’economia del Tigray che è stata deliberatamente distrutta dagli invasori. Vorremmo quindi sottolineare che è necessario un elevato livello di consapevolezza sociale per chiarire le cause profonde di questi diversi crimini e crisi e trovare soluzioni.

Comprendiamo che il problema segnalato non è nuovo e sono state date varie risposte. In pratica, tuttavia, invece di ridurre la criminalità e le minacce alla pace e alla sicurezza, stanno aggravando la situazione. Per questo la gente perde la speranza e la fiducia. Pertanto, riteniamo che questo problema debba essere risolto senza indugio. Inoltre, invitiamo le persone a garantire la sicurezza e l’incolumità del Tigray mobilitandosi e cooperando.

Associazione degli studiosi delle università del Tigray
Macallè, Tigray
TUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, EtiopiaTUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, Etiopia


tommasin.org/blog/2023-08-31/e…



Caivano, progetto pilota dell’Agenda Sud con un finanziamento di 1 milione di euro per le quattro scuole del primo ciclo e 560mila euro destinati alla lotta contro l’abbandono scolastico e i divari territoriali.


La visita del presidente del consiglio Meloni a Caivano, che probabilmente per il presidente del consiglio era solo un nome, non può diventare la lavata di fac


Cinque operai morti. Il più giovane aveva solo 22 anni. Non si tenti di scaricare sul macchinista la responsabilità della mancata interruzione Mentre esprimi


Ben(e)detto del 30 agosto 2023


́ # # L'articolo Ben(e)detto del 30 agosto 2023 proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/benedetto-del-30-agosto-2023/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Ben(e)detto del 31 agosto 2023


… e dunque Popolare Socialriformista Liberale. Senza nostalgie novecentesche, da cittadini ed elettori europei, senza trucchetti per raccattare (forse) qualche voto in più. L'articolo Ben(e)detto del 31 agosto 2023 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.

… e dunque Popolare Socialriformista Liberale. Senza nostalgie novecentesche, da cittadini ed elettori europei, senza trucchetti per raccattare (forse) qualche voto in più.

L'articolo Ben(e)detto del 31 agosto 2023 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Ben(e)detto del 29 agosto 2023


Di questa presa di posizione, così scorretta politicamente, si assume tutta la responsabilità il nostro Presidente

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in reply to The Privacy Post

Mah ... gli abusi sono, secondo ogni statistica conosciuta, sono per la stragrande maggioranza in famiglia o tra i conoscenti (vedi preti, parenti acquisiti, amici di famiglia ecc.). Ma i pedofili li cerchiamo su Internet. La questione della pedofilia su Internet sembra proprio una scusa bella e buona...


Sull’uranio impoverito si lasci fuori il Quirinale. L’opinione di Tricarico


Ancora una volta la quotidianità, sempre in maniera del tutto fortuita, riporta sulla scena l’uranio impoverito e i suoi effetti. Questa volta la responsabilità indiretta è del generale Vannacci, quella diretta è dei media, di molte testate (ma di una in

Ancora una volta la quotidianità, sempre in maniera del tutto fortuita, riporta sulla scena l’uranio impoverito e i suoi effetti. Questa volta la responsabilità indiretta è del generale Vannacci, quella diretta è dei media, di molte testate (ma di una in particolare) che si sono adoperate – pur di accreditare una tesi precostituita – a divulgare, anche se in maniera surrettizia, le solite fandonie sulla pericolosità dell’esposizione umana alle polveri di uranio impoverito.

E quel che è più grave e inaccettabile, è stato fatto chiamando in causa il Presidente della Repubblica, all’epoca dei fatti ministro della Difesa. Una chiamata in causa tanto più grave in quanto fondata sulla difesa, da parte di certa stampa, delle bizze insensate di un generale ostinato nel non recepire le direttive dei suoi superiori.

Quello che, attraverso una ricostruzione manipolata ad arte, si vuol far credere al cittadino è che la linea gerarchica facente capo all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, all’epoca comandante del Comando operativo di vertice interforze (l’allora Coi) è che i superiori di Vannacci, pur resi edotti dei rischi che i nostri soldati correvano in Iraq, con il beneplacito o il silenzio colpevole dell’allora ministro Sergio Mattarella, omettevano di dare ascolto alle preoccupazioni manifestate e di provvedere alle misure cautelative del caso.

A nulla sono servite le rimostranze con i responsabili di questa bislacca, irriverente e smaccatamente falsa tesi. A nulla è valso lo sforzo – che assomiglia sempre di più a quello di Sisifo – di ragguagliare i direttori delle testate che si sono avventurate in questo indimostrabile assunto, sulla acclarata, più volte ribadita e ormai incontrovertibile non pericolosità dell’uranio impoverito come agente patogeno per l’insorgenza di tumori.

E forse è il caso di riassumere brevemente che innumerevoli approfondimenti scientifici indipendenti, sostanziati da una lunga bibliografia (vedi link Fondazione Icsa) hanno fatto stato dell’insussistenza di un rapporto causa-effetto tra l’esposizione a polveri di uranio impoverito e patologie tumorali a carico di militari che, anche a distanza di tempo, si siano trovati a operare in scenari dove il terreno o i rottami di mezzi colpiti potessero liberare polveri a suo tempo decantate sul terreno e sulle superfici dei bersagli.

Nel “caso Vannacci”, poi, i suoi superiori lo hanno ragguagliato abbondantemente con ogni evidenza scientifica, cozzando però contro un muro, soprattutto quando il confronto si è concentrato su tre studi finalizzati allo specifico teatro iracheno e a quelli similari (Progetto Signium di gennaio 2011, Technical Report di Unep di agosto 2007 e Studio di Aiea di giugno 2010) che hanno incontrato però la ostinata, irragionevole e incomprensibile irremovibilità di Vannacci sulle sue posizioni destituite di qualunque fondamento.

Una mistificazione, quella della letalità dell’uranio impoverito, che in Italia ha messo in moto una poderosa macchina di rivendicazioni da parte delle presunte vittime (cui va, sia chiaro, la nostra umana solidarietà) sintetizzabile ad oggi in oltre cento contenziosi andati a sentenza, con la giustizia spaccata letteralmente in due, avendo accolto poco meno delle metà delle istanze risarcitorie. Da notare che su quelle accolte ha giocato verosimilmente un ruolo la comprensibile indulgenza con cui amministrazione e giudici hanno valutato, di volta in volta, le aspettative di persone affette da patologie gravi. Tra l’altro, sempre per lo stesso motivo, non sempre i tribunali hanno tenuto rigoroso conto delle perizie di ufficio, mentre altre volte il riconoscimento della patologia per causa di servizio da parte dell’amministrazione ha costituito per il giudice un precedente significativo per la sua valutazione finale.

A ciò si aggiungano oltre cento istanze in attesa di giudizio, circa trecento istanze extragiudiziali e forse migliaia di richieste amministrative di riconoscimento di dipendenza delle patologie da causa di servizio.

Anche, ma non solo, a causa della sua mole, una condizione quella descritta sulla quale andrebbe fatta una riflessione accurata sia da parte dell’amministrazione, nell’auspicio che quella ora al timone del Paese affronti la questione con maggior rigore e coerenza rispetto a chi l’ha preceduta ma soprattutto rispetto ai postulati della scienza; sia da parte degli organi di controllo della spesa pubblica se, come è verosimile, si profila un cospicuo danno all’erario, un pericolo questo da sempre dietro l’angolo nelle questioni italiane.


formiche.net/2023/08/uranio-im…



SIRIA. Almeno 25 morti in scontri tra curdi e tribù arabe


Da quattro giorni membri della tribù di Deir Ezzor combattono le truppe delle SDF sostenute dagli Usa dopo l'arresto di un importante leader arabo locale L'articolo SIRIA. Almeno 25 morti in scontri tra curdi e tribù arabe proviene da Pagine Esteri. htt

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della redazione

Pagine Esteri, 31 agosto 2023 – Gli scontri che vanno avanti da quattro giorni tra le Forze Democratiche Siriane (SDF) a maggioranza curda, appoggiate dagli Stati Uniti, e i membri delle tribù arabe nel governatorato di Deir Ezzor hanno provocato almeno 25 morti e una ventina di feriti. Sono stati innescati dalla detenzione di Ahmed Khbeil, meglio conosciuto come Abu Khawla, nel governatorato di Hasakah, un importante leader arabo locale che guida il Consiglio militare di Deir Ezzor (DEMC) affiliato alle Sdf.

Le forze delle Sdf lo hanno detenuto domenica scorsa, per motivi non noti, dopo essere stato invitato a una riunione a Hasakah. Subito dopo le tribù arabe hanno lanciato un appello ai combattenti arabi all’interno delle SDF affinché disertino e “si uniscano alla lotta contro l’occupazione americana della Siria nord-orientale”.

Le Sdf hanno lanciato l’“Operazione Rafforzamento della Sicurezza” a Deir Ezzor sostenendo di voler combattere la riorganizzazione di cellule legate all’Isis, lo Stato islamico. Nonostante sia stato sconfitto nel 2019, l’Isis è rinato nella Siria orientale, nel momento in cui gli Stati uniti hanno rafforzato significativamente la propria presenza nel paese dilaniato dalla guerra.

Negli ultimi tempi, le tribù arabe del nord-est della Siria, hanno cominciato a denunciare l’occupazione straniera del paese esprimendo in qualche caso sostegno al governo di Damasco. La rabbia contro le Sdf è aumentata a seguito anche del reclutamento obbligatorio annunciato all’inizio di quest’anno che ha coinvolto anche minori.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, nel 2022 in Siria sono stati reclutati da vari gruppi armati 1.696 minori, di cui 637 proprio dalla Sdf. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO DI MILIZIANI ARABI A DEIR AZZOR

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Il prossimo Privacy Pride si terrà il 23 settembre 2023. Ecco perché...

@Privacy Pride

🏖 Molti di voi sono ancora in vacanza, ma come ben sapete, i portabandiera della sorveglianza sono sempre al lavoro e quindi crediamo che sia opportuno lanciare un nuovo #PrivacyPride per il 23 settembre!

🇪🇺 Come alcuni di voi già sapranno, i governi degli Stati membri dell'UE stanno pianificando di adottare la loro posizione ufficiale, denominata "approccio generale", sul regolamento sugli abusi sessuali su minori (per gli amici ChatControl 😅) alla riunione dei ministri della giustizia e degli affari interni del 28 settembre 2023.

💪🏼 È opportuno mobilitarsi velocemente, al fine di alzare l'attenzione dell'opinione pubblica, finora molto insensibile, su questo epocale cambiamento dello stato di diritto e della inviolabilità della corrispondenza.

🚸 Uno dei cavalli di battaglia dei nemici della privacy è la tutela dei bambini, proprio quei bambini che gli stati abbandonano Nelle mani delle grandi piattaforme centralizzate ormai universalmente adottate nelle scuole.
Ma si sa, c'è privacy dei bambini e privacy dei bambini... 😁

🏙 L'obiettivo sarà perciò organizzare tanti presidi nelle città italiane e, se possibile, anche in alcune città d'Europa.

❤ Il tema del Privacy Pride sarà questo: "i bambini e la privacy: ignorati quando bisogna tutelare la loro privacy, ma sfruttati quando si tratta di diminuire quella di tutti i cittadini".

🕒 Appena saremo in grado di farlo, metteremo a disposizione tutti gli strumenti necessari per l'organizzazione!


Stiamo scaldando i motori per organizzare un Privacy Pride. Restate in ascolto...


Questa volta si parlerà di... minori


in reply to Privacy Pride

Purttoppo non potrò partecipare, ma sarebbe interessante capire qual'è la vostra ricetta per la privacy dei bambini.
in reply to Emanuele

@Emanuele Se fosse sufficiente una ricetta per risolvere i problemi, basterebbe sostituire legislatori e burocrati rispettivamente con chef e camerieri...
E magari non sarebbe neanche una cattiva idea: almeno chef e camerieri sanno che i bambini non sono clienti da servire con gli avanzi degli adulti ma sono anzi dei clienti speciali con stomaci più delicati, che necessitano di maggiori attenzioni e molto più rispetto

@Privacy Pride

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