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L'esortazione apostolica di Papa Francesco 'Laudate Deum' parla anche ai non credenti perchè pone questioni che riguardano tutta l'umanità. Il cardinale Zuppi

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Stefano Galieni* A 10 anni dalla strage di Lampedusa – 3 ottobre 2013, 368 morti accertati, 151 sopravvissuti – sull’isola delle Pelagie è avvenut


Chat control gate: EU Home Affairs Commissioner Johansson fails to credibly dispel lobbying revelations


Following reports from several European media outlets about the close involvement of foreign tech and law enforcement lobbyists in the preparation of the controversial Child Sexual Abuse or Chat Control Regulation …

Following reports from several European media outlets about the close involvement of foreign tech and law enforcement lobbyists in the preparation of the controversial Child Sexual Abuse or Chat Control Regulation [1], the European Parliament’s Civil Liberties Committee (LIBE) last week demanded “clarifications and explanations on the allegations” by EU Home Affairs Commissioner Ylva Johansson. In her response, Johansson attempts to dispel the affair.

[2]Patrick Breyer (Pirate Party), member of the Civil Liberties Committee and co-negotiator of the proposed regulation, comments:

“It was only to be expected that Johansson would reply to our letter with her usual propaganda, including citing a biased and suggestive Eurobarometer poll that violates the rules of good public opinion research. Other polls found overwhelming opposition.

[3]Contrary to the appearance she tries to create, only Thorn was provided with access to top Commissioners and President von der Leyen, certainly not civil society.

The opposition to the bill does not come mainly from Big Tech, but from IT security experts, human rights activists, journalists, and child welfare associations, including victims of child sexual abuse. [4] Big Tech in reality prompted the Chatcontrol 1 regulation, and collaborated in Johansson’s backdooring encryption working group. They are also involved in the lobby network WeProtect.

As independent fact-checkers have confirmed, Johansson’s words cannot be trusted.

[5]To be able to really hold her accountable for her foreign-interfered legislative proposal and lobbying in office, we need full access to all correspondence of DG Home with stakeholders, to see for ourselves the reality .”

[1] balkaninsight.com/2023/09/25/w…

[2] patrick-breyer.de/wp-content/u…

[3] patrick-breyer.de/en/poll-72-o… patrick-breyer.de/en/chatcontr…

[4] edri.org/our-work/most-critici…

[5] euractiv.com/section/platforms…


patrick-breyer.de/en/chat-cont…



Famiglie e carrello


La discordia innescata da un pomo è non soltanto un classico, ma anche un trastullo diversivo. Non privo di momenti epici e comici, con a declamare le magnifiche doti della famiglia ‘tradizionale’ quelli che poco la frequentano o troppo la moltiplicano e

La discordia innescata da un pomo è non soltanto un classico, ma anche un trastullo diversivo. Non privo di momenti epici e comici, con a declamare le magnifiche doti della famiglia ‘tradizionale’ quelli che poco la frequentano o troppo la moltiplicano e tutti pronti a difendere bimbi che poco si mettono al mondo. Inutile cercare dietro quelle parole, perché c’è il nulla. Ma è molto significativo che si cerchi affannosamente di dividersi sull’immaginario, laddove si potrebbe festeggiare la convergenza sostanziale, l’afflato unitario, il ritrovarsi giulivo.

Il 32,1% dei nuclei familiari è composto da genitori con figli (la grande maggioranza, che pesa il 23,4%, con un solo figlio), mentre quanti vivono da soli quotano il 33,3%. I primi sono oggi 8,2 milioni di persone, i secondi 8,4 milioni. Seguendo l’attuale andazzo, l’Istat calcola che nel 2040 (domani mattina) i primi si saranno ridotti a 6,4 milioni, mentre i secondi saranno cresciuti a 10,1 milioni.

Il mercato se n’è già accorto, regolando le confezioni: si possono prendere pomodori pelati in confezioni che un tempo sarebbero state considerate ridicolmente micragnose, ma che ben rispondono al doverci condire gli spaghetti per uno o due persone. La politica non se n’è accorta e continua a vivere di miti. Anche perché accorgersene significa dovere rivedere le politiche previdenziali e sanitarie, non soltanto quelle sentimentali. Ed è qui che il pomo torna utile.

Nel mentre ci si dilaniava attorno alla fenomenologia della pesca, sono successe due cose: la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e il carrello tricolore. Entrambe retoricamente riconducibili alle politiche per le famiglie. Ma se sul pomo il cielo è scuro e squarciato da lambi, sul resto si fa sereno e d’augelli popolato. Difatti, mi è sfuggita l’indignata reazione dell’opposizione per l’aumento del deficit e il rallentamento (si spera, perché quello è un blocco) della riduzione del debito. Partito democratico e 5 Stelle non mancheranno di farci giungere la loro diversa e convergente indignazione per sgravi fiscali troppo bassi e contributi effimeri o benefici omeopatici, ma saranno note inserite nello spartito della solita musica: ci vorrebbe più spesa pubblica. A parti invertite sarebbe – sicuramente – la stessa cosa e la destra non farebbe mancare la sua uguale e rovesciata indignazione; e cos’è, questa, se non convergenza? Il rissoso mondo politico italiano ritrova la pace nel chiedere al bilancio pubblico quel che al bilancio pubblico non andrebbe chiesto. Poi, certo, a chi tocca redigerlo tocca anche cadere in contraddizione. Sono inconvenienti del mestiere.

Così come mi è sfuggito lo sdegno per il carrello tricolore. Anzi, l’unità d’intenti e di stenti ha preso corpo in intere paginate di pubblicità pro governativa comperate da Coop, che il senso comune e la tradizione economica annettono alla sinistra. Mentre l’opposizione – capace di sostenere che a far scendere i prezzi non siano gli accordi di cartello e carrello per gli sconti mascherati da altruismo, bensì la concorrenza che propone la convenienza del disertare il falso scontatore – è lasciata a qualche residuato di scolarizzazione, presto sbeffeggiato per idolatria libbberista.

Non è un caso che menti fini si siano dedicate alla ricerca di cosa distingua la destra dalla sinistra, taluni riuscendo a tracciare le suggestioni che da una parte traslocano nell’altra. Ci vuole mestiere e impegno, giacché il nostro guaio nazionale è la difficoltà nel distinguerle.

La Ragione

L'articolo Famiglie e carrello proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Paolo Ferrero* La vera novità di queste settimane è che gli Stati Uniti si stanno disimpegnando dalla guerra in Ucraina e stanno passando la patata bollent


  Laura Tussi   Vogliamo intervistare Antonio Mazzeo, Insegnante, peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militar


Quali priorità per la Nato dopo Vilnius? Il dibattito alla Farnesina


Il vertice di Vilnius si è concluso con l’annuncio di un considerevole incremento negli sforzi di deterrenza, difesa comune e cooperazione di sicurezza con i Paesi partner nell’Indo-Pacifico e nel Medio oriente. Allo stesso modo, le crescenti incognite ne

Il vertice di Vilnius si è concluso con l’annuncio di un considerevole incremento negli sforzi di deterrenza, difesa comune e cooperazione di sicurezza con i Paesi partner nell’Indo-Pacifico e nel Medio oriente. Allo stesso modo, le crescenti incognite nello scenario internazionale hanno comportato una profonda revisione strategica nella Nato, così come delle importanti riflessioni sul futuro dell’Alleanza. Questi i temi che verranno trattati dagli specialisti internazionali presenti alla conferenza “Nato 2023. Balancing priorities after the Vilnius Summit”, presso la sala delle Conferenze internazionali della Farnesina, venerdì 6 ottobre, dalle ore 14:50. Agli interventi di apertura prenderanno parte Alessandro Minuto-Rizzo, presidente Ndcf, Riccardo Guariglia, segretario generale del Maeci, Florence Gaub, direttrice della Divisione ricerca del Nato Defense college e Nicolò Russo-Perez, responsabile delle Relazioni internazionali per la Compagnia di San Paolo.

Il primo panel, moderato da Oana Lungescu, già portavoce della Nato, analizzerà nel dettaglio il tema cruciale della ripartizione delle responsabilità e dei costi tra gli alleati. In particolare, si tratterà la questione degli investimenti in emerging e disruptive technologies e il ruolo del Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana) per accrescere il budget destinato al tema. Alla discussione si aggiungeranno gli approfondimenti di esponenti di rilievo dell’industria della Difesa quali Stefano Pontecorvo (presidente di Leonardo) e Giovanni Soccodato (managing director di MBDA Italia).

Il secondo panel sarà introdotto da Marco Peronaci, rappresentante permanente italiano presso la Nato, che condividerà una riflessione sulla funzione dell’Italia in seno all’Alleanza Atlantica. Il panel si concentrerà sulla rivitalizzazione della partnership con i Paesi Mena e dell’Indo-Pacifico, sulla cooperazione tra Nato e Gulf cooperation council e sul contrasto alle minacce esterne nella fascia tra Siria e Sahel, moderato dal direttore di Airpress e Formiche, Flavia Giacobbe.

La conferenza verrà poi conclusa dal presidente della commissione del Senato Politiche dell’Unione europea, l’ambasciatore e senatore Giulio Terzi di Sant’Agata.


formiche.net/2023/10/le-priori…



“AI addestrate con i dati personali ecco le responsabilità “


Sottrarre (o almeno provarci) i dati personali che si pubblicano online all’addestramento degli algoritmi è un obbligo o solo un diritto dell’editore, del gestire del sito o del social? Vale forse la pena di ragionarne | Qui il l’articolo completo agendadigitale.eu/mercati-digi…


guidoscorza.it/ai-addestrate-c…



“Automotive Campus “


È stato un piacere partecipare all’automotive campus e ragionare con centinaia di addetti ai lavori (costruttori e fornitori di servizi) di quanto i dati personali siano ormai protagonisti anche nel mercato automobilistico e di quanto occorra essere prudenti


guidoscorza.it/automotive-camp…



Realizzato da Leonardo, è ufficialmente operativo il primo centro paneuropeo per la gestione dinamica in tempo reale dei rischi cyber

Lo comunica in una nota Leonardo, che ha realizzato il progetto per la Direzione generale per le reti di comunicazione, i contenuti e le tecnologie della Commissione europea (DG Connect).

Di Alessandro Patella su Wired Italia

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

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Cosa sappiamo del sottomarino nucleare cinese (forse) affondato


Un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare Type 093 (denominazione Nato “Shang”) della Marina militare dell’Esercito popolare di liberazione cinese avrebbe subito un gravissimo incidente lo scorso agosto, portando alla morte 55 membri dell’equipaggio

Un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare Type 093 (denominazione Nato “Shang”) della Marina militare dell’Esercito popolare di liberazione cinese avrebbe subito un gravissimo incidente lo scorso agosto, portando alla morte 55 membri dell’equipaggio. Lo scrive in esclusiva il quotidiano britannico Daily Mail, che cita un rapporto dell’intelligence britannica.

Secondo il rapporto, il sottomarino, impegnato in una missione imprecisata nelle acque del Mar Giallo, è rimasto impigliato il 21 agosto scorso in una trappola per sottomarini precedentemente posizionata proprio dalle forze cinesi contro eventuali intrusioni di sottomarini statunitensi e dei Paesi loro alleati. L’urto con l’ostacolo avrebbe “causato guasti ai sistemi che hanno richiesto sei ore per riparare e riportare in superficie il vascello”. In quel lasso di tempo, un “guasto catastrofico” del sistema di rigenerazione dell’aria avrebbe causato la morte per ipossia di 17 marinai e 22 ufficiali, incluso il comandante del sottomarino, Xue Yong-Peng.

Ufficialmente, la Cina nega che l’incidente sia mai avvenuto, e ha bollato come “completamente false” le indiscrezioni in proposito. Ufficiosamente, Pechino avrebbe respinto dopo l’incidente diverse offerte di assistenza internazionale. Quanto alla sorte del sottomarino, non è chiaro se l’unità sia stata recuperata o se sia andata definitivamente perduta a seguito dell’incidente.

“C’erano rumor” ad agosto, alimentati soprattutto dai media taiwanesi, “è plausibile”, risponde su X uno dei maggiori esperti di questi temi, H I Sutton.

There were rumors at the time, it’s plausible t.co/OVRhtP09na

— H I Sutton (@CovertShores) October 3, 2023

Lo storico Phil Weir ha fatto notare che non sembrano essere state registrate attività insolite da parte delle navi cinesi di supporto/salvataggio sottomarini.

I’d have thought a key marker would be some unusual activity from their submarine support/rescue ships. The North Sea Fleet has at least four, & PLAN has at least three DSRVs, including an LR-7 they bought from Britain.
I’ve not heard anything, but haven’t been closely watching🤷‍♂️

— Dr Phil Weir (@navalhistorian) October 3, 2023


formiche.net/2023/10/sottomari…



EU Committee: Home Affairs Commissioner Johansson needs to explain lobbying links


The pressure on Ylva Johansson is mounting: Following the reports of several European media on the close involvement of lobbyists in the preparation of the controversial Child … https://balkaninsight.com/2023/09/25/who-benefits-inside-the-eus-fight-over-

The pressure on Ylva Johansson is mounting: Following the reports of several European media on the close involvement of lobbyists in the preparation of the controversial Child Sexual Abuse Regulation, the European Parliament’s Civil Liberties Committee (LIBE) is now asking her for „clarifications and explanations concerning the allegations“. The Committee Chair’s letter sent yesterday points to a potential „conflicts of interest“ and „possible undue influence in the drafting of the proposal“ for a Child Sexual Abuse Regulation, including by tech stakeholders that have „economic interests“ in the legislation.

Research published this week by several European media outlets has revealed that an international campaign involved in the drafting and supporting of the EU’s proposed child sexual abuse regulation is being largely orchestrated and financed by a network of organisations with links to the tech industry and security services. Today it was revealed additionally that two Europol staff have started working for Thorn, a company lobbying for the proposal. The controversial “chat control” regulation would require providers to indiscriminately scan and potentially disclose all private electronic messages and photos using error-prone technology and „artificial intelligence“.

Member of the Civil Liberties Committee and co-negotiator on the proposed regulation Patrick Breyer (Pirate Party) calls for further steps:

„Johansson will reply to our letter with her usual propaganda on the alleged urgency of her proposal – an argument which we now know has been scripted by a PR agency paid with money of a foreign foundation with ties to US law enforcement. As independent fact-checkers have confirmed, her words cannot be trusted.

To be able to really hold her accountable for her foreign-interfered legislative proposal and lobbying in office, we need full access to all correspondence of DG Home with stakeholders.“


patrick-breyer.de/en/eu-commit…

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Con tre sentenze la Cassazione rovescia quanto stabilito dalla Corte d’Appello e ristabilisce il primato della Costituzione anche sui contratti firmati dai ma

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L’Associazione di Promozione Sociale Rosso di Sera di Santa Fiora, prosegue con le iniziative di presentazione di libri, incontrando anche gli autori al fine


Finalmente in italiano l'inchiesta di Giacomo Zandonini che fa tremare la Commissione Europea «Il pericolo della “porta sul retro” imposta dal regolamento europeo anti-pedopornografia»

@Privacy Pride

Proposto dalla Commissaria Ue Johansson, rischia di mettere fine alla sicurezza delle comunicazioni private. Lo dicono gli esperti, mentre la Commissione minimizza. E si fa consigliare da società e enti non profit della Silicon Valley

Gli appetiti dei privati – profit e non profit – sui sistemi di detection delle immagini, l’approccio “lasco” agli ordini di ricerca e le richieste aggiuntive di Europol in termini di possibilità d’indagine sono alcune delle rappresentazioni concrete del Rubicone da non varcare citato dal Garante europeo Wojciech Wiewiórowski: costringere ogni app, sito o piattaforma a mantenere una “porta sul retro” espone chiunque al rischio di essere spiato all’interno di una piazza virtuale, sia da agenti, sia da criminali. Mentre la Commissaria Johansson e la rete di lobby con cui ha stretto rapporti nell’ultimo biennio spingono per chiudere l’iter legislativo al più presto, con la fine dell’estate i negoziati sembrano bloccati.

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#chatcontrol #stopchatcontrol



In Cina e Asia – De-risking, l’Ue lancia una nuova strategia di sicurezza che guarda alla Cina


In Cina e Asia – De-risking, l’Ue lancia una nuova strategia di sicurezza che guarda alla Cina 9592928
I titoli di oggi: De-risking, l’Ue lancia una nuova strategia di sicurezza che guarda alla Cina Ucraina, tre aziende petrolifere cinesi “sponsor della guerra” India, raid della Polizia contro redazione online: “È propaganda cinese” Banca mondiale, nel 2024 tassi di crescita al ribasso per la Cina Pacifico, le Marshall non rinnovano il patto siglato con gli Usa Mar Cinese Meridionale: ...

L'articolo In Cina e Asia – De-risking, l’Ue lancia una nuova strategia di sicurezza che guarda alla Cina proviene da China Files.



“Summit internazionale sulla protezione dell’infanzia”


Domani 5 ottobre sarà un piacere e un onore intervenire al Summit internazionale sulla protezione dell’infanzia. Grazie a ICMEC per l’invito. Dobbiamo trovare un equilibrio tra protezione dei minori e della privacy.


guidoscorza.it/summit-internaz…



LIBANO. Nel Cimitero della Palestina riposa il sogno della rivoluzione araba


Sono sepolti assieme uomini e donne di nazionalità e fedi diverse che negli anni '70 e '80 hanno combattuto per i diritti palestinesi e per cambiare il volto del Medio oriente L'articolo LIBANO. Nel Cimitero della Palestina riposa il sogno della rivoluzi

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testo e foto di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 4 ottobre 2023 – «Ecco, questa qui è la tomba di una donna francese e lì c’è quella di Ghassan Kanafani». Mahmoud Safadi di questo luogo sa tutto, conosce la storia di ogni singola persona seppellita nel cimitero. È il custode e vive giorno e notte tra queste tombe che cura per conto dell’Olp. «Ghassan (Kanafani) – ci dice – è stato uno dei più grandi intellettuali e scrittori palestinesi. Fu ucciso dal Mossad (israeliano) nel 1972, assieme alla nipote di 17 anni, Lamis. Un bomba fece saltare in aria la sua automobile». Ci invita a seguirlo. Sciorina nomi a ripetizione: Ali Hasan Salameh (il principe rosso), Shafik al Hout, Salah Ibrahim Said e così via. È la storia del movimento di liberazione palestinese e di un’era del Medio Oriente ormai dimenticata o forse ignorata di proposito dalla narrazione «autorizzata».

9591489Siamo a Beirut, nel Cimitero dei Martiri della Palestina o come, più giustamente, lo chiamano alcuni, il cimitero dei martiri della rivoluzione palestinese. Non lontano da qui c’è un altro cimitero, quello delle migliaia di vittime palestinesi del massacro di Sabra e Shatila del 1982, un luogo dovrebbero esserci anche due giornalisti italiani, Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, che avevano dedicato una buona parte della loro vita a tenere accesi i riflettori sulla questione palestinese.

In Israele definirebbero questo luogo, al quale Mahmoud riserva tutta la cura possibile, un «cimitero di terroristi» considerando che una parte di coloro che vi sono seppelliti hanno partecipato ad attacchi armati tra gli anni Settanta e Ottanta o sono stati leader e militanti di organizzazioni combattenti dell’Olp. Ma forse nello Stato ebraico lo ricorderebbero solo come il luogo dove giace l’odiato mufti di Gerusalemme, Hajj el Amin Hussein.

È qualcosa di ben diverso. Il Cimitero dei Martiri della Palestina è la rappresentazione del sogno di uomini e donne, di ogni angolo del mondo, di diversi orientamenti ed ideologie, di una rivoluzione, quella palestinese, che non aveva come obiettivo solo quello di realizzare i diritti di un popolo scacciato dalla sua terra ma anche di scardinare le fondamenta politiche e sociali del Medio Oriente. Una rivoluzione che voleva abbattere le barriere religiose e la struttura tribale del mondo arabo sulla base di un’idea: la liberazione da tutte le oppressioni.

Il Cimitero dei Martiri della Palestina è l’unico del Medio Oriente dove uomini e donne sono stati sepolti assieme senza tenere conto della loro religione, origine, ceto sociale.

«Qui sono sepolti sunniti e anche alcuni sciiti, cristiani, arabi, curdi, europei, nordafricani, un russo, diversi asiatici, anche Balqis al Rawi, moglie del celebre poeta siriano Nizar Qabbani, morta in un attentato all’ambasciata dell’Iraq a Beirut nel 1981. Persone che avevano una visione comune del mondo e che credevano in una rivoluzione che doveva liberare i palestinesi e tutti gli arabi», ci dice Sari Hanafi, docente dell’Università americana di Beirut, esperto di profughi palestinesi in Libano. «Oggi che il mondo, non sono quello arabo, è dilaniato dal settarismo religioso, dal conflitto tra musulmani sunniti e sciiti, dalle tensioni tra fedi diverse, questo cimitero ha un valore che va oltre quello simbolico. Ci spinge a pensare di nuovo a un mondo senza differenze tra gli esseri umani, che punta al progresso. Ci aiuta a capire che le lotte del passato non sono state vane», aggiunge Hanafi.

9591491

Mahmoud ci guida ancora tra le lapidi. Sotto un poster enorme con l’immagine del presidente palestinese Yasser Arafat, morto nel 2004 e sepolto a Ramallah, in Cisgiordania, accanto alle tombe di due giapponesi, c’è una lapide con inciso il nome di Kamal Mustafa Ali, uomo del Bangladesh. Non vi è alcuna menzione di chi fosse e nemmeno una data di nascita. Sulla lastra di marmo oltre al nome e al giorno della morte, 22 luglio 1982, c’è solo un versetto del Corano. Mahmoud dimostra di sapere tutto anche in questo caso. «Ali – ci dice – fu colpito a morte durante la battaglia al Castello di Beaufort, vicino Nabatiyeh, l’ultima disperata resistenza dei combattenti dell’Olp contro le truppe israeliane che avevano invaso il Libano e che presto sarebbero arrivate qui a Beirut». Dal Bangladesh furono decine, o forse di più, coloro che si unirono ai ranghi di Fatah, del Fplp e delle altre formazioni dell’Olp, convinti che la lotta dei palestinesi avrebbe spinto alla sollevazione le popolazioni asiatiche contro le oppressioni sociali ed economiche. Di loro si sa pochissimo, come di Kamal Mustafa Ali. Mahmoud non ricorda di aver mai accolto famiglie di quel Paese.

Varcano l’ingresso del cimitero due signore. Non portano il velo. Ci avviciamoci incuriositi, facciamo qualche domanda. All’inizio la nostra invadenza non è gradita. «Siamo qui per pregare sulla tomba di nostra madre», ci risponde secca una di loro per tenerci a distanza. Qualche attimo dopo l’altra, forse temendo di essere stata scortese, accetta di risponderci. Ci confida di essere la sorella di un importante esponente dell’Olp di cui però non vuole fare il nome. «Mia madre non era una combattente, non faceva parte di alcuna organizzazione politica, ma ha sempre creduto in certi ideali e ci aveva chiesto di essere sepolta qui, per trascorrere, come diceva lei, il suo sonno eterno con il resto del mondo».

La signora, che si presenta come Nisrin, nome forse inventato al momento per non rivelarci quello vero, ora è meno diffidente e inizia a spiegarci il presente più che raccontarci il passato scandito dalle lapidi intorno a noi. «Non è facile vivere in una regione nella quale non ci si ritrova più», afferma. «Il Libamo, la Palestina, il Medio Oriente sono sempre state terre di sofferenza e lutti, che troppe volte ci sono stati portati da voi occidentali. Ora però – prosegue – abbiamo raggiunto le profondità più nere dell’animo umano. La fede che avevamo chiuso nell’ambito spirituale, delle convinzioni personali, è diventata lo strumento che certi leader religiosi e politici usano per spaccare le loro stesse popolazioni e portare morte e distruzione ovunque. In questo cimitero perciò ci vengo per pregare sulla tomba di mia madre e per ritrovare un po’ di serenità».

Mahmoud è intento a lucidare una lapide. Si sposta verso la tomba di Ghassan Kanafani, rimuove qualche fiore secco, sistema meglio quelli ancora freschi. Da lontano lo ringraziamo. Lui ci saluta con un timido gesto della mano, poi torna al suo lavoro strofinando forte con un panno la lastra di marmo. Pagine Esteri

Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto

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PRIVACYDAILY


N. 175/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: La lobby dei consumatori Finance Watch ha dichiarato martedì che sono necessarie misure di tutela della privacy più severe per l’utilizzo dell’euro digitale online, nell’ultimo tentativo di far fronte alle crescenti preoccupazioni del “Grande Fratello” da parte dei responsabili politici.La Banca Centrale Europea dovrà pronunciarsi questo mese sull’eventuale... Continue reading →


Le fakenews della commissaria agli affari interni Ylva Johansson su chatcontrol nella newsletter di Privacy Chronicles di Matteo Navacci

@Privacy Pride

"nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta"

Sei sicuro di volerlo sapere?

Clicca per aprire/chiudereForse inoculando un malware "buono" nei dispositivi di acquisizione audio e video presenti in ogni cameretta di ogni bimbo? 🙄

La newsletter completa

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Weekly Chronicles #48


Parte la schedatura dei camini. Un'anziana signora e il suo T-RED. Bisogna salvare i bambini. Meme e quote della settimana.

Dimmi con cosa ti scaldi, e ti dirò chi sei


La Regione Toscana ha deciso di imporre ai suoi cittadini un obbligo di “accatastamento” degli impianti a biomassa presenti nelle loro case. Entro il 30 settembre i toscani dovranno dichiarare alla Regione se possiedono un camino, una stufa a legna o una stufa a pellet nelle loro abitazioni.

Insomma un censimento obbligatorio con tanto di sanzioni pecuniarie per chi cercherà di nascondere i suoi camini alle squadre di ricognizione dell’Arpat, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana.

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Lo scopo è, citando il sito della Regione1: “mettere in relazione la diffusione di questi impianti e i fenomeni di inquinamento da PM10, al fine di migliorare le politiche per il contrasto dell'inquinamento atmosferico.”

Come fa una pubblica amministrazione a contrastare l’inquinamento atmosferico? Con gli incentivi economici. O meglio: con le tasse. Che poi è esattamente ciò

L’obiettivo è modificare il comportamento delle persone e valutare l’impatto ambientale della vita di ognuno di noi. Una volta fatto questo, saranno introdotte delle quote CO2 personali attraverso i nuovi strumenti d’identità digitale. Che poi è quello che prevedono anche le raccomandazioni del World Economic Forum (ne ho parlato qua, se non l’hai letto ti consiglio di farlo…).

La schedatura è il primo passo.

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La breve storia triste di un’anziana signora e il suo T-RED


Oggi voglio condividere con voi questo bell’articolo scritto da Carlo Blengino (che se non sbaglio è un lettore) che parla delle tristi disavventure di una signora e un temibile T-RED, il macchinario automatizzato che rileva le infrazioni semaforiche.

«Per almeno 12 volte il T-RED ha rilevato una Fiat Tipo proveniente dal centro della città che poco prima delle 23 supera lentamente la linea semaforica nonostante la luce rossa. Quando la signora capisce la ragione della convocazione sembra sollevata, salvo vacillare appena intuisce l’importo complessivo della sanzione e che la decurtazione dei punti dalla patente le impedirà di guidare nei prossimi mesi»


È una storia che ancora una volta ci fa ben comprendere l’inutilità della sorveglianza cittadina, promossa dai sindaci-feudatari come strumento di civiltà e sicurezza urbana, ma niente più che un modo di far cassa con la vita delle persone — anche e soprattutto quando la condotta della persona, pur essendo tecnicamente in violazione di legge, non pone nessuno in pericolo.

È una storia che ci ricorda che le leggi e le sanzioni, qualsiasi esse siano, se applicate meccanicamente e sistematicamente ad ogni infrazione, sono per definizione tiranniche. Il futuro che ci aspetta, nelle nostre belle città intelligenti, è proprio questo: una spietata tirannia della legge applicata sistematicamente e senza eccezione alcuna dalle macchine.

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I bambini — qualcuno salvi i bambini!


La cara YIva Johansson, commissaria della Commissione Europea responsabile per la proposta di regolamento chiamata Chatcontrol (non lo conosci? Dai ne ho parlato tantissimo…) oggi ha voluto esporsi su X con un breve video per spiegare le ragioni di questa legge.

Ci sono dei tentativi di creare confusione di questo regolamento, dice Yiva nel video. Non è come pensate! La proposta è lì per proteggere i bambini dalla violenza sessuale. È lì per proteggere le vittime di questi crimini. Oggi un bambino su cinque viene violentato, continua la cara YIva.

Tutto molto bello, se non fosse che nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta.

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Certo — magari su milioni di intercettazioni le forze dell’ordine potranno catturare qualche pedofilo o limitare la diffusione di alcuni contenuti, ma il bambino ormai avrà comunque la vita rovinata. Che protezione è mai questa? E non dimentichiamo che tale sorveglianza di massa non lascerà scampo neanche ai bambini che dicono di voler proteggere. Tutte le chat, foto e video dei vostri figli saranno sotto l’occhio vigile di algoritmi e persone assunte proprio per spiarli.

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Fortunatamente le Community Notes di questo splendido social che fa tanto schiumare gli amici di sinistra non si sono fatte attendere, rimettendo al suo posto la cara YIva e mostrandola per quello che è: una propagatrice di disinformazione, propaganda e terrorismo psicologico.

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“Everything we hear is an opinion, not a fact. Everything we see is a perspective, not the truth.”
Marcus Aurelius

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Missili ipersonici. Rischi e opportunità secondo lo Iai


L’importanza delle tecnologie ipersoniche è ben nota. Data la loro imprevedibilità, il loro carattere destabilizzante e la loro capacità di trasportare testate nucleari, possedere missili ipersonici comporta un notevole vantaggio strategico. Tali tecnolog

L’importanza delle tecnologie ipersoniche è ben nota. Data la loro imprevedibilità, il loro carattere destabilizzante e la loro capacità di trasportare testate nucleari, possedere missili ipersonici comporta un notevole vantaggio strategico. Tali tecnologie si inseriscono in un contesto di crescente complessità: la guerra in Ucraina ha infatti, dimostrato quanto sia importante un giusto equilibrio tra capacità offensive e difensive, in ottica di deterrenza. Mosca e Pechino, poi, possono vantare un sistema missilistico ipersonico a livello avanzato, mentre il paradigma difensivo dei Paesi Nato è oggi in discussione. Questi i temi principali discussi all’Istituto affari internazionali in occasione della presentazione della ricerca curata da Karolina Muti con Alessandro Marrone e Michelangelo Freyrie “Le capacità missilistiche ipersoniche stato dell’arte e implicazioni per l’Italia”, alla presenza dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dello Iai, moderato dal vice presidente Michele Nones.

Tra offesa e difesa

“In passato era semplice tracciare una linea che distinguesse le tecnologie offensive da quelle difensive, oggi il compito è arduo”, ha detto Luciano Bozzo, professore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’università di Firenze, che ha altresì sottolineato l’importanza del bilanciamento economico-strategico tra offesa e difesa, dialettica caratteristica delle relazioni tra potenze. In un sistema internazionale “caotico”, l’ha definito Bozzo, i missili ipersonici costituiscono un importante vantaggio, rischiando una corsa agli armamenti. Diventa pertanto essenziale conciliare deterrenza e collaborazione internazionale.

Approccio multidominio

Le armi ipersoniche sono vere e proprie tecnologie disruptive che cambiano gli equilibri strategici globali. Pertanto, ha detto il generale Carmine Masiello, sottocapo di Stato maggiore della Difesa, l’approccio multidominio “deve diventare la nostra forma mentis nello sviluppo degli strumenti della difesa”. In particolare, il generale ha ricordato l’incidenza dei domini spaziale e cyber, essenziali nel contrasto alle minacce ipersoniche. Masiello ha, inoltre, segnalato la necessità di accrescere la cooperazione europea, così da aumentarne l’autonomia strategica, e di rafforzare la preparazione scientifica e umanistica del capitale umano.

Come affrontare la sfida?

“È un obbligo della Difesa trovare soluzioni non solo per difenderci, ma anche per la deterrenza”, queste le parole del generale Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, che ha anche ribadito la necessità di superare il gap strutturale tra sviluppo tecnologico e tempi di produzione degli armamenti. La velocità della tecnologia ipersonica ci interroga su come difenderci in caso di attacco. L’intelligence e i meta-dati diventano dunque essenziali per ottenere un vantaggio strategico ed è indispensabile un dialogo tra la Difesa e i diversi interlocutori civili, dagli analisti ai cyber-esperti.

Il ruolo della Nato

Come sostenuto dal ministro plenipotenziario Alessandro Cattaneo, consigliere diplomatico aggiunto del presidente del Consiglio, le tecnologie ipersoniche “hanno la potenzialità di dimostrarsi un game changer” strategico, chiamando in causa anche il rapporto tra pubblico e privato. Come ricordato da Cattaneo, la rapidità di risposta a un attacco ipersonico è un tema su cui la Nato dovrà riflettere: la catena di comando e controllo dovrà essere più rapida, anche per quanto riguarda la sua parte civile.

L’integrazione in Europa

Così come affermato da Giovanni Soccodato, amministratore delegato di MBDA Italia, “la componente tecnologica industriale è fondamentale”. Il ruolo del settore come catalizzatore della cooperazione europea è di cruciale rilevanza, perché, come affermato dall’ad, “sulla fascia alta dell’atmosfera non si può prescindere dalla collaborazione internazionale”. Infatti, il peso del dominio spaziale nello sviluppare capacità di early warning, e la necessità di aggregare le industrie del Vecchio continente, rendono necessaria la cooperazione.

Uno sguardo tecnico

Come affermato dall’ingegnere Stefania Sperandei, direttore Software engineering di MBDA, “la precisione dell’informazione, l’accuratezza dei sensori e la capacità di manovrare gli intercettori in tempi e con le capacità necessarie è una sfida tecnologica”, dove la capacità industriale diventa cruciale. Due i temi principali da affrontare. Il primo riguarda la produzione dei sistemi ipersonici. Il secondo tema, invece, riguarda il controllo e la necessità di manovrare il missile.

Ricerca e sviluppo

“L’Italia è un piccolo Paese che deve fare una sola cosa: investire in ricerca e sviluppo”, ne è sicuro il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago. Ciò è necessario per garantire il benessere e la qualità delle democrazie occidentali. La certezza della supremazia tecnologica è adesso messa in discussione, come dimostrato dall’arretratezza sulle tecnologie ipersoniche. Per risolvere questo problema, ha concluso Perego, è fondamentale incrementare le spese nel settore della Difesa, un impegno a cui le forze politiche non possono sottrarsi.


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Sempre più la destra italiana mostra il suo volto neofascista. L'ultima assurda iniziativa è quella del sindaco del comune lombardo di Vaiano Cremasco che vuo

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Quale ruolo per l’Italia nel Gcap? Cingolani (Leonardo) punta in alto


Il programma congiunto tra Roma, Londra e Tokyo per il caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap) continua a procedere a ritmo sostenuto, anzi accelerato, e l’Italia dovrebbe cogliere l’occasione per rivedere “al rialzo” la propria pos

Il programma congiunto tra Roma, Londra e Tokyo per il caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap) continua a procedere a ritmo sostenuto, anzi accelerato, e l’Italia dovrebbe cogliere l’occasione per rivedere “al rialzo” la propria posizione all’interno del consorzio. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, a margine della Cybertech Europe 2023, la piattaforma mondiale di networking dedicata all’industria della sicurezza informatica, organizzata in partnership proprio con il gruppo di Piazza Monte Grappa. “È una fase di lavoro molto intenso”, ha detto l’ad, aggiungendo come a novembre sarà “in Giappone mentre a ottobre ci sono diversi incontri soprattutto con gli inglesi”.

L’INTELLIGENZA DI SCIAME

La nuova posizione italiana, infatti, potrebbe avvantaggiarsi dall’expertise dimostrata dalle proprie realtà che partecipano all’iniziativa, di cui Leonardo è capofila, soprattutto in alcune tecnologie-chiave del prossimo caccia. Per l’ad, infatti, il gruppo ha “un arsenale tecnico molto forte”, in particolare per quello che riguarda la swarm intelligence, una intelligenza di sciame che sarà alla base di una delle componenti più innovative del nuovo caccia. Il Gcap, infatti, vedrà l’aero vero e proprio essere accompagnato da uno sciame di droni più o meno autonomi, per controllare i quali il pilota dovrà essere assistito da un avanzato sistema di intelligenza artificiale.

L’ESPERIENZA DI LEONARDO

Proprio qui Leonardo può far valere il suo ruolo fin dalla fase di progettazione. “non è che ci sia un modello indentificato – ha spiegato Cingolani – sarà un aereo supersonico con 40 droni? Ma partono attaccati sotto le ali o partono da aeroporti vicini? C’è proprio da fare il concept, stabilire che cosa sarà”. L’unica cosa sicura, ha confermato l’ad, è che il mezzo “deve controllare trenta o quaranta droni, più o meno capaci e intelligenti, alcuni da ricognizione, alcuni da attacco, altri sacrificali”. Dunque, per Cingolani, “chi ha in mano le competenze deve mettersi al tavolo a dire: vediamo chi sa fare cosa: il ruolo forte lo misuri in base alle competenze”. Per questo Leonardo sente di avere le carte giuste per giocare alla pari al tavolo del Gcap: “Giappone e Uk sono bravi, però è un consorzio costruttivo, quindi c’è ampio margine”.

LE PROSSIME MINISTERIALI

L’aereo da combattimento, che fonderà il progetto anglo-italiano Tempest con il giapponese Mitsubishi F-X, dovrebbe essere sviluppato entro il 2035. L’obiettivo per i tre Paesi è ora quello di passare alla fase operativa, chiudendo entro fine anno gli accordi sulla partecipazione. Nelle prossime settimane sono previste due nuove riunioni ministeriali, una a Roma e l’altra probabilmente in Giappone. Potrebbe essere la prima volta per i due nuovi ministro della Difesa di Regno Unito e Giappone, rispettivamente Grant Shapps (con cui l’italiano Guido Crosetto ha avuto un colloquio conoscitivo la scorsa settimana) e Minoru Kihara.

IL NODO SAUDITA

Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di allargamento del progetto all’Arabia Saudita. Su questo il Regno Unito è aperturista mentre il Giappone è fortemente contrario. Nelle scorse settimane si è espresso anche Cingolani, chiudendo la porta: “Il programma è Uk, Giappone e Italia. Punto”, aveva detto a margine dell’assemblea di Confindustria.

IL GCAP

Il progetto del Global combat air programme prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al Tempest di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

IL PROGRAMMA CONGIUNTO

L’avvio del programma risale a dicembre del 2022, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.


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L’Italia potenzia la cyber-difesa Ue. Ecco il centro di cyber-analisi di Leonardo


È operativo il primo centro paneuropeo di analisi e gestione dei rischi cyber in tempo reale, realizzato da Leonardo e Indra per la Commissione europea per le politiche digitali (DG Connect). Il progetto da diciotto milioni di euro è stato finanziato dall

È operativo il primo centro paneuropeo di analisi e gestione dei rischi cyber in tempo reale, realizzato da Leonardo e Indra per la Commissione europea per le politiche digitali (DG Connect). Il progetto da diciotto milioni di euro è stato finanziato dalla direzione generale Ue e mira a raggiungere una piena situational awareness nel cyber-spazio. Il centro analizza i dati provenienti da tutto il web, compresi social media, deep e dark web, e si avvale del supporto di oltre cinque milioni di indicatori di compromissione – tracce digitali di incidenti informatici – gestiti direttamente dal gruppo di piazza Monte Grappa anche attraverso infrastrutture di supercalcolo.

Tramite attività di previsione del rischio e analisi di scenario, l’innovativo istituto permette alla Commissione europea di riconoscere potenziali attacchi cyber, la loro probabilità e modalità, contribuendo all’individuazione delle infrastrutture digitali europee a rischio e degli eventuali attori malevoli. Il centro, oggi virtuale, sarà realizzato anche in forma fisica a Bruxelles, dove verrà supportato dal centro regionale di Leonardo, in modo da consentire alla Commissione di operare direttamente sulle minacce cyber.

Il dominio cibernetico si dimostra un crescente vantaggio strategico e, come annunciato dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, a Cybertech Europe – la conferenza sul cyber-spazio più grande d’Europa – la cyber-security sarà uno dei due pilastri del piano industriale 2024 del colosso italiano. È quindi chiara la volontà dell’azienda di aumentare e sfruttare la propria competitività anche attraverso massicci investimenti nella digitalizzazione e nella sicurezza dei server. L’innovativo progetto ha anche ricevuto il plauso della Commissione europea, per voce del vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, intervenuto sempre al Cybertech Europe, che ha ringraziato l’Italia per il suo impegno, invitando anche gli altri Paesi dell’Unione a seguirne l’esempio.

La creazione del nuovo centro si colloca all’interno del più ampio impegno europeo – e italiano – di proteggere le infrastrutture critiche da attacchi cibernetici. La questione, tra l’altro, è stata di recente analizzata all’evento “Resilienza e infrastrutture critiche. L’Europa, l’Italia e l’interesse nazionale”. La resilienza del settore cibernetico europeo è di fondamentale importanza. La stessa azienda italiana ha riscontrato nel 2022 un incremento del 180%, rispetto al 2021, delle tecniche offensive, in particolare ransomware, Ddos, wipers, phishing e campagne di disinformazione. Queste, combinate all’insicurezza dettata dalla guerra in Ucraina, hanno reso l’Europa soggetta ad un numero maggiore di minacce cibernetiche.


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#NotiziePerLaScuola

Al via l'undicesima edizione del premio letterario internazionale "Eugenia Bruzzi Tantucci" per l’anno scolastico 2023/2024. Gli studenti partecipanti potranno presentare i lavori entro e non oltre il 27 ottobre 2023.



“”


Domani alle 11.45 parteciperò al 6° Automotive Campus organizzato da Duessegi Editore per discutere della raccolta dei dati e della privacy nel settore automotive. Qui tutte le informazioni relative all’evento duessegi.com


guidoscorza.it/13713/



Émile Zola – Thérèse Raquin


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Media freedom: Pirates call for protection of journalists from spyware without exceptions


Strasbourg, 03/10/2023 – Today, the European Parliament will decide its position on the ‘Media Freedom Act’, the new law for freedom of press in the EU. The rules are designed to …

Strasbourg, 03/10/2023 – Today, the European Parliament will decide its position on the ‘Media Freedom Act’, the new law for freedom of press in the EU. The rules are designed to better protect journalists from arbitrary content removal on platforms such as Facebook and Twitter and from spyware attacks, such as the Pegasus software. While Pirates support the bill, they demand a complete ban on spying on journalists. Their group has accordingly tabled amendments.

Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party, comments:

“The media freedom law is a milestone in the protection of journalists in Europe and I am proud that Pirates have contributed to the success of the text. With the new rules, not only media representatives but also their sources, such as whistleblowers, will be better protected. However, it is now necessary to eliminate loopholes that would justify spyware attacks. That is why we Pirates, via our parliamentary group, have tabled amendments to ban spyware attacks without loopholes. Freedom of press is one of the highest values in liberal democracies and requires special protection. We must not allow politically motivated autocratic surveillance attacks to undermine it.”


patrick-breyer.de/en/media-fre…

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Il Vega di nuovo in orbita. Tutto pronto al lancio


È iniziato il countdown per il lancio della prossima missione del vettore Vega, il razzo europeo realizzato in Italia presso gli stabilimenti Avio di Colleferro a Roma, che nella notte del 6 ottobre raggiungerà l’orbita terrestre dallo spazioporto europeo

È iniziato il countdown per il lancio della prossima missione del vettore Vega, il razzo europeo realizzato in Italia presso gli stabilimenti Avio di Colleferro a Roma, che nella notte del 6 ottobre raggiungerà l’orbita terrestre dallo spazioporto europeo di Korou in Guiana Francese. La missione, denominata VV23, collocherà in orbita eliosincrona due satelliti principali e dieci ausiliari. Il primo è il satellite thailandese Theos-2 (Thailand earth observation system 2) specializzato nell’osservazione della Terra con una risoluzione delle immagini al suolo di 0,5 metri. La Thailandia ha intenzione di usare i dati del satellite per supportare le politiche di sviluppo del Paese. Il secondo satellite, Formosat-7R/Triton, è realizzato dall’Agenzia spaziale taiwanese ed è dotato di un sistema satellitare di navigazione globale che riflette i segnali per studiare i venti oceanici e fornire dati per prevedere l’intensità e la traiettoria dei tifoni.

Il contributo italiano

Avio, azienda di Colleferro specializzata in sistemi di propulsione e lanciatori spaziali, produce il vettore europeo Vega, un gioiello tutto made in Italy. Ma l’azienda guarda già al futuro essendo attualmente impegnata nella fase di sviluppo del lanciatore Vega-E. Il progetto è sviluppato in ambito Esa e portato avanti tramite la collaborazione tra Avio e l’Agenzia spaziale italiana, che prevede l’uso di un motore alimentato da ossigeno e metano liquidi. Il vettore è pensato per trasportare satelliti leggeri ed il primo lancio è previsto per il 2026.

Il futuro del Vega-C
Dopo l’anomalia riscontrata durante il lancio del Vega-C, accaduta nel giugno scorso, la Commissione d’inchiesta indipendente (Iec) istituita dall’Agenzia spaziale europea (Esa) per esaminare l’anomalia verificatasi durante il test del motore Zefiro 40 di Vega-C, ha recentemente completato i suoi lavori. La Commissione ha concluso che nell’attuale progettazione dell’ugello, la combinazione della geometria dell’inserto di gola e delle diverse proprietà termomeccaniche del nuovo materiale Carbon-Carbon utilizzato per questo test ha causato un danneggiamento progressivo di altre parti adiacenti l’ugello e un progressivo degrado che ha portato all’anomalia dell’ugello. Questo fenomeno non è legato a quelli osservati sulla missione VV22 con il precedente materiale Carbon-Carbon. È stata, quindi, istituita una task force guidata dall’Esa e da Avio che inizierà immediatamente a implementare le raccomandazioni proposte dalla Iec. L’Esa supporterà tale programma, attingendo dalle risorse già disponibili. Vega-C tornerà a volare nel quarto trimestre del 2024, mentre un altro volo Vega avrà luogo nel secondo trimestre del 2024.


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BRASILE. Bahia, la città della musica nelle mani della criminalità


Solo a settembre 51 morti nella guerra tra varie organizzazioni e nella sparatorie tra polizia e criminali. A pagare sono anche persone innocenti L'articolo BRASILE. Bahia, la città della musica nelle mani della criminalità proviene da Pagine Esteri. ht

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di Pasquale Pugliese*

Pagine Esteri, 3 ottobre 2023, Bahia – Tutti conoscono Salvador da Bahia, la prima capitale storica del Brasile, città del mare e della musica che ha dato i natali ad artisti di caratura internazionale come Caetano Veloso, Gilberto Gil, Gal Costa. Anch’essa è palcoscenico del celebre Carnevale brasiliano: la festa di strada più grande del pianeta. Ma Bahia è anche una tra le città più violente del Brasile.

Il tema della sicurezza pubblica è un problema storico nello Stato di Bahia, uno dei più grandi e popolosi del Brasile, con tassi elevati di disoccupazione e salari più bassi della media nazionale. Un fenomeno che negli ultimi tempi sta assumendo proporzioni mai viste. Nel mese di settembre sono stati uccisi 51 presunti appartenenti a fazioni criminose in conflitti a fuoco con le forze dell’ordine, secondo i dati ufficiali della polizia. Fonti non ufficiali parlano di un bilancio sensibilmente più alto con morti sepolti in zone abbandonate della matagal, la foresta.

Nella quotidianità dello Stato di Bahia si va dalla microcriminalità che prende di mira lavoratori e persone di umili condizioni – rapine di cellulari e di denaro ai danni di negozi o malcapitati, una vera e propria guerra tra poveri – alle facçoes, organizzazioni che hanno il dominio su vari quartieri di Salvador per la vendita di stupefacenti: maconha, cocaina, crack. In questo secondo caso siamo di fronte a criminali professionisti ben organizzati ed armati con mitragliatori, fucili, lanciagranate tenuti in arsenali nascosti.

Alla fine di settembre si è tenuta una riunione al vertice nel ben noto Gran Hotel Stella Maris alla quale hanno partecipato il segretario nazionale alla sicurezza e i comandanti della polizia militare allo scopo di trovare le contromisure a questa ondata di sparatorie e sangue. Ma la situazione a Salvador continua a peggiorare poiché due organizzazioni criminali di livello nazionale stanno tentando di prendere il controllo di alcuni quartieri della città. I continui scontri a fuoco tra tali organizzazioni e la polizia, oltre a provocare morti sul campo producono anche vittime innocenti per le balas perdidas, le pallottole vaganti sparate da poliziotti e criminali. Può capitarci chiunque: un padre di famiglia che si reca al lavoro, una madre che accompagna i figli a scuola, un bambino che gioca tra le mura di casa. La vita quotidiana del bahiano medio è peggiorata per queste sparatorie. Gli autobus pubblici non passano nei quartieri oggetto di conflitti a fuoco, i centri della sanità pubblica (ambulatori, cliniche, ecc) e le scuole chiudono per lo stesso motivo.

Le favelas sono i posti preferiti dagli uomini delle fazioni criminali per reclutare nuove leve, di solito giovani poco più che ventenni, spesso senza lavoro e attratti da facili guadagni, che vengono impiegati in azioni di sorveglianza delle vie di accesso al quartiere. Sono armati e muniti di cellulare: entrare in una boca de fumo, i rioni dove si vendono stupefacenti, non è consigliabile per chi non vi abita. A ciò si aggiunge il fatto che in Brasile la legge sul possesso di armi in Brasile non è restrittiva. Tanti cittadini posseggono pistole e la vendita delle armi negli ultimi anni è aumentata sulla scorta dell’intenzione di molti di “farsi giustizia con le proprie mani”. Un Far West brasiliano che rischia di rivelarsi peggiore di quello americano. Pagine Esteri

*Risiede da anni in Brasile, di cui è un osservatore della realtà politica e sociale.

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Meta (Facebook / Instagram) passa all'approccio "Paga per i tuoi diritti" Per aggirare il GDPR, Meta sembra intenzionata a passare a un approccio "Pay for your Rights" (paga per i tuoi diritti)


noyb.eu/it/meta-facebook-insta…



In Cina e Asia – Volano gli scambi bilaterali: i container cinesi si stanno "accumulando” in Russia


In Cina e Asia – Volano gli scambi bilaterali: i container cinesi si stanno russia
I titoli di oggi:

Volano gli scambi bilaterali: i container cinesi si stanno “accumulando” in Russia
Belt and Road Initiative, stop a nuovi investimenti in Pakistan
Nord Corea, record nel mondo nel sollevamento pesi femminile
Pechino censura foto delle atlete con i numeri di Tian'anmen
Semiconduttori, la Malesia vuole tornare l’hub produttivo dell’Asia
Cina e consumi, in ripresa i brand nazionali e l'industria cinematografica

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Il Regolamento chatcontrol è diventato la "legge più criticata di tutti i tempi": ecco perché i piani di scansione CSAM dell'UE devono fallire

@Privacy Pride

Riportiamo la severa presa di posizione di @Tutanota contro il regolamento #chatcontrol

Il Consiglio degli Stati membri dell'UE ha rinviato il voto finale sul regolamento sugli abusi sessuali sui minori (CSAR), previsto per il 28 settembre, alla fine di ottobre, poiché il disaccordo e le critiche alla legge continuano. Questo è un grande segno che il regolamento, soprannominato anche controllo delle chat e una delle leggi europee più criticate di sempre, potrebbe fallire.
La lotta sul controllo delle chat continua tra gli Stati membri dell'UE: un piccolo gruppo di Paesi - Germania, Austria, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Estonia e Slovenia - si oppone all'attuale bozza del regolamento CSA dell'UE. I politici tedeschi hanno già detto che non ci sono procedimenti penali ad ogni costo, una chiara dichiarazione contro i piani dell'UE per la scansione lato client che comprometterebbe la crittografia.

Questo arriva in un momento molto importante, dato che il Regno Unito ha appena approvato la legge sulla sicurezza online, il cosiddetto "libro dei sogni dei dittatori". Mentre ora è teoricamente possibile per il Regno Unito minare la crittografia, l'UE ha ancora la possibilità di adottare un approccio più favorevole alla privacy quando si tratta di salvaguardare il web.


La Germania si oppone al controllo delle chat

La Germania ha chiesto di rinviare il voto, come nella sessione precedente, sostenuta dall'Austria. Il lavoro non sarebbe ancora finito, le misure contenute nel testo attuale sono sproporzionate e illegali e devono essere modificate.

All'inizio di quest'anno gli esperti legali del Servizio scientifico del Parlamento europeo hanno concluso in uno studio sulla legalità del controllo delle chat:

"soppesando i diritti fondamentali interessati dalle misure della proposta CSA, si può stabilire che la proposta CSA violerebbe gli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali per quanto riguarda gli utenti".

Secondo i servizi legali dell'UE, le parti della proposta CSAR sul controllo delle chat tramite scansione lato client sono sproporzionate e contrarie ai diritti fondamentali. Il regolamento CSA dell'UE è illegale ai sensi del diritto dell'UE.


Il Consiglio è diviso

Inoltre, Polonia, Paesi Bassi e Svezia hanno chiesto di modificare il testo della legge. Altri nove Stati hanno chiesto che la posizione comune venga adottata al più presto. La loro argomentazione: nei negoziati a tre con la Commissione e il Parlamento europeo, gli Stati dovranno comunque scendere a compromessi.

Ma dall'inizio dei dibattiti, 18 mesi fa, gli obblighi di sorveglianza come la scansione lato client, il controllo delle chat e gli aspetti di crittografia - punti chiave del progetto di legge - sono particolarmente controversi tra gli Stati membri dell'UE.

La Svezia vede "problemi con l'integrità e la certezza giuridica della proposta", mentre la Polonia ha definito tutto "molto complicato", affermando che il regolamento CSA non è ancora "riuscito a trovare il giusto equilibrio tra protezione dei minori e protezione dei dati".

La Polonia ha chiesto che vengano scansionate solo le chat di "persone concretamente sospette" e non quelle di cittadini innocenti.

Diversi Stati criticano altre disposizioni in quanto sproporzionate. I Paesi Bassi e la Germania vogliono esentare la telefonia audio, mentre la Svezia vuole esentare le comunicazioni su reti mobili. Svezia e Paesi Bassi vogliono limitare la scansione al materiale abusivo noto ed esentare il materiale sconosciuto e il grooming.

Questo dimostra quanto gli Stati membri dell'UE siano ancora divisi e quanto sia controverso il controllo delle chat, una delle leggi europee più criticate di tutti i tempi.

Dichiarazioni contrastanti della Commissione UE

La Commissione europea, tuttavia, respinge le argomentazioni degli oppositori e sostiene che è possibile proteggere e scansionare le chat allo stesso tempo - senza tuttavia fornire alcuna prova su come ciò dovrebbe essere fatto.

Allo stesso tempo, un'altra formulazione all'interno della proposta di legge chiarisce che il controllo delle chat è uno strumento di sorveglianza: I servizi di comunicazione non pubblici devono essere esentati, ad esempio se sono "utilizzati per scopi di sicurezza nazionale", per proteggere "le informazioni riservate, comprese quelle classificate". Gli Stati non vogliono il controllo delle chat per le proprie comunicazioni per evitare la sorveglianza.

Decisione rinviata

Mentre la Commissione europea sta facendo pressione sugli Stati per giungere a una decisione finale, è diventato evidente che non esiste una maggioranza qualificata per l'attuale proposta. Di conseguenza, il voto sul CSAR è stato rinviato in seno al Consiglio.

Ciò non sorprende, poiché nessun'altra legge dell'UE è stata criticata quanto il CSAR (bozza trapelata della Presidenza spagnola).

Critiche al controllo delle chat


1. Il controllo delle chat può essere illegale

Il problema centrale del CSAR è il seguente: scansionare in massa le comunicazioni di persone insospettabili senza motivo è sproporzionato e contrario ai diritti fondamentali.

Nel maggio dello scorso anno, la Commissione europea ha proposto di introdurre requisiti obbligatori per tutti i servizi di chat, messaggistica e posta elettronica, anche quando forniscono una crittografia Ende-zu-Ende, per scansionare i messaggi alla ricerca di materiale illegale relativo ad abusi sessuali su minori (CSAM). Dopo la loro pubblicazione, le misure proposte sono state criticate in tutta Europa perché potrebbero portare a una "sorveglianza permanente di tutte le comunicazioni interpersonali".

La Carta dei diritti fondamentali dell'UE garantisce il diritto alla privacy per tutte le persone che vivono nell'Unione europea. Di conseguenza, i consulenti legali dell'UE hanno concluso che le proposte europee di controllo delle chat, che richiederebbero alle aziende tecnologiche di scansionare i messaggi privati e criptati alla ricerca di materiale pedopornografico (CSAM), violano il diritto dell'UE.

La controversa legge dell'UE consentirà ai governi di inviare "ordini di rilevamento" alle aziende tecnologiche, imponendo loro di scansionare i messaggi privati e le e-mail alla ricerca di "indicatori di abusi su minori". Ciò potrebbe compromettere le comunicazioni criptate e viene criticato dagli esperti di sicurezza e dai sostenitori della privacy come una sorveglianza di massa generale e indiscriminata. Inoltre, bisogna ricordare che la Corte costituzionale federale tedesca ha persino dichiarato illegale la conservazione dei dati in Germania perché "sproporzionata".

È molto probabile che il regolamento CSA - se dovesse diventare legge - venga dichiarato illegale anche dalla Corte di giustizia europea (CGE). L'obbligo per aziende come WhatsApp, Signal e altre di analizzare ogni messaggio - anche se criptato - alla ricerca di materiale pedopornografico viola il diritto alla privacy delle persone, in contrasto con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE.

Mentre le aziende tecnologiche si sono opposte senza successo a proposte simili nel Regno Unito nel disegno di legge sulla sicurezza online appena approvato, compreso il controverso requisito di scansionare il materiale pedopornografico una volta che esista una "tecnologia fattibile", sembra piuttosto improbabile che qualcosa di simile venga approvato nell'UE, data la grande resistenza, anche tra gli Stati membri dell'UE, ma ancora di più tra i parlamentari europei.


2. Forte lobbying da parte delle aziende di IA

Nel settembre 2023 è stata pubblicata una nuova ricerca che getta una luce molto diversa sul controllo delle chat - e su chi trarrebbe davvero vantaggio se tutti gli europei fossero monitorati 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su Internet.

Oltre ad Ashton Kutcher e alla sua organizzazione Thorn, un lungo elenco di organizzazioni, aziende di IA e forze dell'ordine sta facendo pressione a Bruxelles a favore del controllo delle chat. La ricerca, ad esempio, rivela che WeProtect Global Alliance è un'istituzione affiliata al governo, strettamente legata all'ex diplomatico Douglas Griffiths e alla sua Oak Foundation. Quest'ultima ha investito più di 24 milioni di dollari USA in attività di lobbying per il controllo delle chat dal 2019, ad esempio attraverso la rete Ecpat, l'organizzazione Brave e l'agenzia di PR Purpose.

La ricerca "conferma i nostri peggiori timori", ha dichiarato Diego Naranjo, responsabile delle politiche dell'organizzazione per i diritti civili European Digital Rights (EDRi). "La legge europea sulla tecnologia più criticata dell'ultimo decennio è il prodotto di un'attività di lobbying da parte di aziende private e forze dell'ordine"."Il commissario dell'UE, Ylva Johansson, ha ignorato "la scienza e la società civile" e ha proposto una legge per "legalizzare la sorveglianza di massa e rompere la crittografia", ha detto. "La protezione dei minori viene qui abusata come porta aperta per un'infrastruttura di sorveglianza di massa senza alcuna ragione", denuncia Konstantin Macher dell'associazione per la protezione dei dati Digitalcourage.

3. La Germania è contraria alla proposta

La Germania è il più forte oppositore dell'attuale progetto CSAR - e a ragione. La Germania ha un passato di difesa del diritto alla privacy, non da ultimo a causa della sua storia di sorveglianza di massa durante i sistemi repressivi della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e durante la Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, i politici tedeschi affermano: "Non c'è alcun procedimento giudiziario ad ogni costo": Il diritto alla privacy è un diritto umano importante, a cui non dobbiamo rinunciare.

4. La legge dell'UE più criticata di sempre

Secondo l'organizzazione no-profit EDRi, "un'ampia gamma di soggetti interessati senza precedenti ha sollevato preoccupazioni sul fatto che, nonostante i suoi importanti obiettivi, le misure proposte nella bozza di regolamento UE sugli abusi sessuali sui minori sono fondamentalmente incompatibili con i diritti umani".

EDRi ha pubblicato un'impressionante raccolta di 69 voci contrarie provenienti da politici dell'UE, Stati membri dell'UE, aziende tecnologiche e persino esperti di protezione dell'infanzia che spiegano perché il controllo delle chat deve fallire.

Ha inoltre pubblicato una lettera aperta firmata da oltre 80 ONG che si aggiunge alla voce di quasi 500 scienziati che spiegano perché dobbiamo lottare per la privacy in Europa.

Non importa quanto i politici cerchino di convincere l'opinione pubblica: La scansione dei nostri messaggi privati alla ricerca di materiale pedopornografico è una sorveglianza di massa. Non dobbiamo mai permetterlo.

Tutanota non accetta il controllo delle chat

Noi di Tutanota siamo combattenti per la libertà: Siamo all'avanguardia nella rivoluzione della privacy offrendo a tutti nel mondo un account di posta elettronica privato.

Se il regolamento CSA dovesse andare avanti nella sua forma attuale, saremmo disposti a difendere il diritto alla privacy in tribunale, come abbiamo già fatto in Germania.

Mettiamo la vostra privacy e sicurezza al primo posto, il nostro codice per la crittografia automatica Ende-zu-Ende di Tutanota è pubblicamente disponibile come open source. Non comprometteremo mai la nostra promessa di privacy o la nostra crittografia.

La nostra posizione rimane ferma: faremo tutto il necessario per garantire il vostro diritto alla privacy.


QUI IL POST ORIGINALE



La polizia ceca utilizza il sistema di riconoscimento facciale, IuRe scopre i dettagli


Il membro dell'EDRi Iuridicum Remedium ha dettagli sull'uso illegale di un sistema di riconoscimento facciale da parte della polizia ceca. Le autorità nazionali per la protezione dei dati non sono state consultate in anticipo sul sistema utilizzato per l'

Riportiamo il post pubblicato da EDRi il 27 settembre Il database è composto da quasi 20 milioni di foto di carte d’identità e passaporti. Il membro dell’EDRi Iuridicum Remedium (IuRe) ha scoperto che il sistema funziona confrontando il volto di una persona in una fotografia inserita con i volti di tutte le persone, o le loro caratteristiche vettoriali, in un cosiddetto database di riferimento.

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