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L’allarme mondiale: per 5 milioni di bambini la vita dura meno di 5 anni


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il rapporto annuale del Global Hunger Index 2024, curato da Cesvi, è drammatico. Insicurezza alimentare, guerre, cambiamenti climatici colpiscono soprattutto i più piccoli: milioni di bambini nel mondo muoiono, soffrono di malnutrizione e non crescono a causa della



Google Nel Mirino: Come La Cultura del Silenzio che Minaccia la Giustizia


Google ha impiegato 15 anni a costruire una cultura interna volta a ridurre al minimo il rischio di azioni legali. Secondo il NYT, nelle dichiarazioni del tribunale in tre casi antitrust, i dipendenti dell’azienda sono stati sistematicamente istruiti a evitare argomenti scottanti, a non usare sarcasmo e a considerare attentamente i loro commenti.

Inoltre, nel 2008, l’azienda ha introdotto la cancellazione automatica della cronologia delle chat e tutti i dipendenti sono stati incoraggiati ad aggiungere avvocati come destinatari delle e-mail, anche se le questioni discusse non riguardavano la legge.

I giudici che esaminano i casi hanno ripetutamente criticato Google per tali pratiche. Uno di loro, James Donato, l’ha definita una “cultura sistemica della soppressione delle prove”, sottolineando che tale comportamento minaccia l’integrità della giustizia.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha inoltre osservato che Google evita di creare una base documentaria adatta ai procedimenti. In un caso è emerso che l’azienda distruggeva sistematicamente i messaggi utilizzando strumenti di messaggistica istantanea dotati di funzione di cancellazione automatica della cronologia.

Tali azioni hanno scontentato i regolatori. La Federal Trade Commission (FTC) e il Dipartimento di Giustizia hanno ricordato alle aziende che le comunicazioni elettroniche devono essere preservate come documenti giuridicamente vincolanti, soprattutto di fronte alla minaccia di contenziosi.

Google afferma che le modifiche miravano a “ottimizzare” i processi e ridurre al minimo le informazioni non necessarie. Tuttavia, dai documenti presentati in tribunale emerge che l’azienda ha cercato sistematicamente di nascondere le tracce delle discussioni.

Alcuni dipendenti di Google, temendo responsabilità, hanno continuato ad eludere le nuove regole. Ad esempio, dopo aver modificato la politica di salvataggio dei messaggi nel 2023, alcuni lavoratori sono passati ai messenger chiusi per le comunicazioni informali.

Le cause antitrust contro Google si concentrano in gran parte sulla posizione dominante dell’azienda nei mercati della pubblicità online e dei motori di ricerca. Allo stesso tempo, i tribunali sottolineano che le pratiche di cui sopra minano la fiducia nelle grandi aziende, creando l’illusione della segretezza.

Gli esperti legali ritengono che una tale strategia abbia avuto l’effetto opposto: invece di proteggere la reputazione, ha sollevato dubbi sulla trasparenza dell’azienda. Ciò mina la fiducia in Google e aumenta i sospetti sulla sua disonestà.

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Trump nomina Tulsi Gabbard come Direttore dell’Intelligence USA. Ed è Subito Polemica


Donald Trump, preparandosi ad assumere la presidenza, ha scelto l’ex deputata Tulsi Gabbard come sua candidata per la carica di Direttore dell’intelligence nazionale (DNI) degli Stati Uniti. Questa posizione è stata creata dopo gli eventi dell’11 settembre per migliorare il coordinamento tra le varie agenzie di intelligence statunitensi, inclusa la CIA.

La nomina della Gabbard è stata oggetto di un intenso dibattito poiché gli esperti la considerano sottoqualificata per il ruolo. In precedenza ha ricoperto incarichi nelle riserve dell’esercito americano e ha rappresentato lo stato delle Hawaii al Congresso, ma non ha esperienza nella gestione di agenzie di intelligence. Una posizione così senior richiede una conoscenza approfondita dell’intelligence e della gestione, che secondo gli analisti lei non possiede.

I dubbi sulla nomina della Gabbard sono legati anche alle sue opinioni sulla politica internazionale. Si è candidata alla nomina presidenziale democratica nel 2020, posizionandosi come candidata per la pace. Nel corso della sua carriera politica, Gabbard ha cambiato più volte appartenenza al partito: iniziando come repubblicano, per poi passare ai democratici e ora di nuovo al Partito repubblicano (GOP). Allo stesso tempo, il suo sostegno a una serie di leader e paesi controversi ha suscitato critiche. Nel corso della sua carriera si è espressa a favore dei negoziati diplomatici con vari autocrati, cosa che è stata percepita in modo ambiguo dai suoi elettori.

Tra le sue dichiarazioni controverse e le sue opinioni sostenute, un certo numero di osservatori ha messo in dubbio la capacità di Gabbard di guidare efficacemente l’agenzia di intelligence. Ritengono che la sua nomina a un incarico così importante possa comportare alcuni rischi per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Negli ultimi anni ha espresso posizioni che, secondo gli esperti, potrebbero indicare una tendenza a simpatizzare con politici controversi e un orientamento debole negli aspetti di sicurezza internazionale.

Alcuni osservatori hanno definito le opinioni di Gabbard un esempio di quella che è conosciuta come “politica a ferro di cavallo”, in cui le posizioni possono oscillare da sinistra a destra, attirando il sostegno di vari collegi elettorali radicali. Tali dichiarazioni di Gabbard hanno causato reazioni contrastanti tra i suoi colleghi di partito e il pubblico, poiché i suoi approcci a volte non corrispondevano alle opinioni tradizionali sulla politica estera.

Il Senato ha il compito di considerare attentamente tutti gli aspetti e i rischi associati alla candidatura di Gabbard, poiché questa nomina sarà decisiva nella questione della sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

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Apple Rilascia Patch di Emergenza per Due Vulnerabilità Zero-Day su Mac Intel


Apple ha rilasciato patch di emergenza per correggere due vulnerabilità zero-day che sono già state utilizzate negli attacchi contro i sistemi Mac basati su Intel. Questi 0day sono stati rilevati nei componenti macOS Sequoia JavaScriptCore (CVE-2024-44308) e WebKit (CVE-2024-44309).

Il CVE-2024-44308 è noto per consentire l’esecuzione di codice in modalità remota durante l’elaborazione di contenuti Web dannosi, mentre CVE-2024-44309 è noto per consentire attacchi XSS tramite contenuti Web dannosi.

Entrambi i problemi riguardavano solo i sistemi Mac basati su Intel e sono stati risolti come parte di macOS Sequoia 15.1.1. Poiché gli stessi componenti vulnerabili si trovano in altri sistemi operativi Apple, anche iOS 17.7.2 e iPadOS 17.7.2 , iOS 18.1.1 e iPadOS 18.1.1 nonché visionOS 2.1.1 hanno ricevuto patch.

Apple afferma che entrambe le falle sono state scoperte da Google Threat Analysis Group (TAG), ma non ci sono ancora dettagli su come siano state sfruttate le vulnerabilità, da chi o di che tipo di attacchi si stesse parlando.

Le recenti vulnerabilità zero-day scoperte nei sistemi Apple evidenziano ancora una volta la necessità di mantenere aggiornati i dispositivi e le applicazioni per proteggersi contro attacchi informatici sempre più sofisticati. Sebbene Apple abbia risolto rapidamente questi problemi con aggiornamenti di sicurezza, l’incidente sottolinea il crescente rischio rappresentato dalle vulnerabilità nei componenti critici del sistema operativo e dei browser web.

Le aziende e gli utenti devono essere consapevoli che gli attacchi informatici possono avvenire anche quando meno ce lo aspettiamo, e la protezione contro le minacce di tipo zero-day richiede un approccio proattivo alla gestione della sicurezza. In particolare, è fondamentale aggiornare regolarmente i sistemi operativi e le applicazioni, monitorare costantemente le minacce e adottare soluzioni avanzate di sicurezza, come firewall, antivirus e tecnologie di rilevamento delle anomalie.

Inoltre, la scoperta delle vulnerabilità da parte del Google Threat Analysis Group (TAG) mette in luce l’importanza della collaborazione tra i vari attori della sicurezza informatica, come i ricercatori e i fornitori di software, per individuare e risolvere tempestivamente le minacce. Questo episodio, che ha portato alla correzione di sei vulnerabilità zero-day da parte di Apple nel 2024, serve da monito per tutti gli utenti, sia privati che aziendali, a prendere misure preventive per proteggere i propri dispositivi e le proprie informazioni.

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INPS Servizi colpita da un Ransomware riporta QuAS. Ma il silenzio è assordante!


Il mesto mietitore ha, talvolta, non una falce tra le mani, ma una tastiera sotto le dita.Agostino Pellegrino.

Un aforisma che, nella sua crudezza, coglie l’essenza di una realtà sempre più pressante: la sicurezza informatica, specialmente quando riguarda enti pubblici di primaria importanza, non può essere sottovalutata.

Nella giornata di ieri, sul sito della QuAS (Cassa Assistenza Sanitaria Quadri), è apparso un messaggio all’ingresso del loro sito web che riporta quanto segue:
Avviso: Attacco Informatico al fornitore Inps Servizi – Attività a Tutela degli Iscritti

Il 19/11/24 Inps Servizi, che fornisce a QuAS i dati cumulativi dei contributi versati dalle Aziende con modello F24, ha comunicato di aver subito un attacco informatico di tipo ransomware in data 18 novembre 2024.

Precisiamo che i dati che Inps Servizi gestisce per QuAS sono unicamente relativi al totale dei contributi versati da ciascuna Azienda, senza nessun dettaglio relativo ai singoli iscritti.

L’evento non è in alcun modo riconducibile a QuAS, ma riguarda esclusivamente i sistemi di Inps Servizi e non ha avuto nessun effetto sui sistemi informatici di QuAS.

QuAS si è prontamente attivata per informare il Garante per la protezione dei dati personali e rispettare tutti gli obblighi di legge a tutela degli iscritti.

Grazie per la comprensione e la fiducia. 25516009
Sembrerebbe quindi che INPS Servizi in data 18 novembre 2024 abbia subito un attacco ransomware e abbia comunicato a QuAD che utilizza i suoi servizi l’incidente informatico. QuAD precisa che “L’evento non è in alcun modo riconducibile a QuAS, ma riguarda esclusivamente i sistemi di Inps Servizi e non ha avuto nessun effetto sui sistemi informatici di QuAS.”

Chi INPS Servizi


INPS Servizi S.p.a. (così si legge sul loro sito internet raggiungibile attraverso il capture della wayback machine) è una società per azioni in house providing interamente partecipata da INPS, sorta in data 11 giugno 2021 a seguito della modifica di denominazione, oggetto sociale e Statuto di Italia Previdenza SISPI S.p.a..

Tali modifiche sono state disposte sulla base delle previsioni contenute nell’art. 5bis del decreto legge 101/2019, convertito con modificazioni dalla legge 128/2019, con il quale è stato previsto l’affidamento ad INPS Servizi S.p.a. delle attività di Contact center multicanale (CCM) verso l’utenza dell’Istituto previdenziale e la prosecuzione delle attività che già costituivano l’oggetto sociale di Italia Previdenza SISPI S.p.a., che era stata costituita nel 2001, con il compito di fornire prodotti\servizi amministrativo-contabili, in particolare per la riscossione dei contributi e di erogazione delle prestazioni dei Fondi di previdenza complementare e integrativa e servizi di ricerca e consulenza per il mercato dell’area della previdenza e assistenza in genere.

Il sito web di INPS Servizi è Offline


Al momento in qui scriviamo (mercoledì 21/11/2024 alle 07:12) il sito di INPS Servizi risulta offline, come mostrano le print screen successive.
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Sempre all’interno della sezione “chi siamo” di INPS Servizi viene riportato che l’azienda si occupa di:

  • attività finalizzate alla liquidazione, in favore dei dipendenti di Poste Spa, delle buonuscite maturate fino al 28 febbraio 1998, data di trasformazione dell’Ente Poste in società per azioni, che sono materialmente erogate dalla Gestione Commissariale Fondo Buonuscita per i lavoratori di Poste Italiane S.p.a.;
  • fornitura dei dati contenuti nei flussi F24 ed Uniemens, insieme con altri servizi amministrativi, necessari agli enti bilaterali per l’acquisizione dei contributi e per le altre finalità istituzionali previste dalla contrattazione collettiva in favore di lavoratori dipendenti dalle aziende che applicano i CCNL di categoria;

Con un ruolo così cruciale, INPS Servizi rappresenta un pilastro nella gestione dei dati sensibili di milioni di cittadini italiani, rendendola un obiettivo di alto valore per i cyberattacchi. L’evento non ha trovato spazio né sulla stampa nazionale né in comunicazioni ufficiali.

La lezione mancata


La sicurezza informatica degli enti pubblici italiani deve affrontare una transizione culturale.

Non si tratta solo di installare sistemi di difesa, ma di creare un ecosistema in cui la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini diventino principi fondanti.

INPS Servizi ha il dovere di comunicare con chiarezza, non solo per rispettare la legge, ma anche per trasparenza verso i cittadini. In un mondo in cui il “mietitore digitale” colpisce silenziosamente, è responsabilità delle istituzioni assicurarsi che nessuna tastiera, per quanto pericolosa, rimanga nell’ombra.

La fiducia dei cittadini verso le istituzioni passa non solo dall’efficienza dei servizi, ma anche dalla capacità di proteggere i dati e di affrontare con trasparenza le crisi. Gli incidenti di sicurezza informatica, specialmente quando coinvolgono realtà come INPS Servizi, non possono essere trattati come episodi marginali.

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Julian Del Vecchio reshared this.



Simple Stack of Ferrites Shows How Fluxgate Magnetometers Work


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Have you ever wondered how a magnetometer works? We sure have, which was why we were happy to stumble upon this article on simple homebrew fluxgate magnetometers.

As [Maurycy] explains, clues to how a fluxgate magnetometer works can be found right in the name. We all know what happens when a current is applied to a coil of wire wrapped around an iron or ferrite core — it makes an electromagnet. Wrap another coil around the same core, and you’ve got a simple transformer.

Now, power the first coil, called the drive coil, with alternating current and measure the induced current on the second, or sense coil. Unexpected differences between the current in the drive coil and the sense coil are due to any external magnetic field. The difference indicates the strength of the field. Genius!

For [Maurycy]’s homebrew version, binocular ferrite cores were stacked one on top of each other and strung together with a loop of magnet wire passing through the lined-up holes in the stack. That entire assembly formed the drive coil, which was wrapped with copper foil to thwart eddy currents. The sense coil was made by wrapping another length of magnet wire around the drive coil package; [Maurycy] found that this orthogonal of coils worked better than an antiparallel coil setup at reducing interference from the powerful drive coil field.

Driving the magnetometer required adding a MOSFET amp to give a function generator a little more oomph. [Maurycy] mentions that scope probes will attenuate the weak sense coil current, so we assume that the sense coil output goes right into the oscilloscope via coax. Calibrating the instrument was accomplished with a homebrew coil and some simple calculations.

This was a great demo of magnetometry methods and some of the intricacies of measuring weak fields with simple instruments. We’ve covered fluxgate magnetometer basics before and even talked about how they made pre-GPS car navigation possible.


hackaday.com/2024/11/20/simple…




Stepping On LEGO For Science


A variety of LEGO and the damage they've done to cardboard.

You might say that the worst LEGO to step on is any given piece that happens to get caught underfoot, but have you ever thought about what the worst one would really be? For us, those little caltrops come to mind most immediately, and we’d probably be satisfied with believing that was the answer. But not [Nate Scovill]. He had to quantitatively find out one way or another.

The damage done to cardboard by both broken brittle brown LEGO, and angled LEGO.And no, the research did not involve stepping on one of each of the thousands of LEGO pieces in existence. [Nate] started by building a test rig that approximated the force of his own 150 lb. frame stepping on each piece under scrutiny and seeing what it did to a cardboard substrate.

And how did [Nate] narrow down which pieces to try? He took to the proverbial streets and asked redditors and Discordians to help him come up with a list of subjects.

If you love LEGO to the point where you can’t bear to see it destroyed, then this video is not for you. But if you need to know the semi-scientific answer as badly as we did, then go for it. The best part is round two, when [Nate] makes a foot out of ballistics gel to rate the worst from the first test. So, what’s the worst LEGO to step on? The answer may surprise you.

And what’s more dangerous than plain LEGO? A LEGO Snake, we reckon.

youtube.com/embed/smpxDVEPb-A?…


hackaday.com/2024/11/20/steppi…



A Tube Stereo Amplifier, From Scratch


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A conventional tube amplifier has a circuit whose fundamentals were well in place around a hundred years ago, so there are few surprises to be found in building one today. Nevertheless, building one is still a challenge, as [Mike Freda shows us with a stereo amplifier in the video below the break.

The tubes in question are the 12AU7 double triode and 6L6 tetrode, in this case brand new PSVANE parts from China. The design is a very conventional single-ended class A circuit, with both side of the double triode being used for extra gain driving the tetrode. The output uses a tapped transformer with the tap going to the other grid in the tertode, something we dimly remember as being an “ultra-linear” circuit.

There’s an element of workshop entertainment in the video, but aside from that we think it’s the process of characterising the amp and getting its voltages right which is the take-away here. It’s not something many of us do these days, so despite the apparent simplicity of the circuit it’s worth a look.

These modern tubes come from a variety of different sources, we’ve attempted to track them down in the past.

youtube.com/embed/zx6BmNJ8dFY?…


hackaday.com/2024/11/20/a-tube…



La crisi dell’automotive europeo potrebbe essere una crisi di modello gestionale.


agendadigitale.eu/smart-city/a…


Data breach: INPS Servizi S.p.A.


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La società INPS Servizi S.p.A. è stata oggetto di un data breach da parte del collettivo LYNX, con esfiltrazione dei dati e interruzione dei servizi. Cerchiamo di saperne di più. […]
L'articolo Data breach: INPS Servizi S.p.A. proviene da Edoardo Limone.

L'articolohttps://www.edoardolimone.com/2024/11/20/data-breach-inps-servizi-s-p-a/



A Cyberpunk Pocketwatch


An image of a black carabiner-esque frame surrounding a round, yellow bezeled digital watch. A black paracord lanyard is attached to the top right of the black frame and a yellow button is visible near the top left of the frame.

For a time, pocketwatches were all the rage, but they were eventually supplanted by the wristwatch. [abe] built this cyberpunk Lock’n’Watch to explore an alternate history for the once trendy device.

The build was inspired by the chunky looks of Casio sport watches and other plastic consumer electronics from the 1980s and 90s. The electronics portion of this project relies heavily on a 1.28″ Seeed Studio Round Display and a Raspberry Pi 2040 XIAO microcontroller board. The final product features a faux segmented display for information in almost the same color scheme as your favorite website.

[abe] spent a good deal of the time on this project iterating on the bezel and case to hold the electronics in this delightfully anachronistic enclosure. We appreciated the brief aside on the philosophical differences between Blender, TinkerCAD, and Fusion360. Once everything was assembled, he walks us through some of joys of debugging hardware issues with a screen flicker problem. We think the end result really fulfills the vision of a 1980s pocketwatch and that it might be just the thing to go with your cyberdeck.

We’ve seen accelerometers stuffed into old pocketwatch cases, a more useful smart pocketwatch, or you could learn how to repair and restore vintage watches.

youtube.com/embed/l75A9TUMXOs?…


hackaday.com/2024/11/20/a-cybe…



Da diversi anni l’ex Canapificio di Caserta, una delle realtà più note e significative nella solidarietà attiva ai migranti, è sotto attacco. Una inchiesta giudiziaria, avviata nel 2018 dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, conclusa nel 2019, silente per cinque anni e ora riemersa con il deposito formale degli Atti, ha indagato le attiviste e gli attivisti del Canapificio, accusandoli incredibilmente di truffa ai danni dello Stato.
Nonostante la palese inconsistenza del reato ipotizzato, la Procura ha ritenuto finora di non dover archiviare l’inchiesta.
E parallelamente, contro gli attivisti, si è mossa periodicamente la stampa più apertamente reazionaria.
Così, la vergognosa prima pagina di un quotidiano casertano notoriamente schierato a destra avvia nuovamente oggi, 20 novembre, l’ennesimo e insidioso attacco mediatico contro la più rilevante “presenza scomoda” del Casertano. Scomoda, ovviamente, per chi se ne sta comodamente dalla parte delle logiche di sopraffazione dell’attuale sistema sociale.
Di fatto, si tenta di dar vita a un nuovo “caso Lucano”, con la grancassa dei media allineati col ministro Salvini, che criminalizzano spudoratamente le pratiche concrete di solidarietà.
Noi lo sappiamo che i compagni e le compagne del Canapificio non si lasceranno abbattere dai linciaggi mediatici. Sappiamo che alla fine usciranno a testa alta, con le scuse e i risarcimenti dovuti.
Ma in ogni caso non si può permettere che la disinformazione passi impunemente.
Come Rifondazione Comunista, ci dichiariamo disponibili fin da subito a contribuire a una vasta campagna nazionale di solidarietà con le compagne e i compagni dell’ex Canapificio.
Le menzogne, le cattiverie e le aggressioni vanno contrastate colpo su colpo. E tutto quello che potremo fare in tal senso, lo faremo.
Per l’intanto inviamo, a nome di tuttà la nostra comunità politica, un abbraccio fortissimo agli attivisti e alle attiviste dell’ ex Canapificio di Caserta.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del PRC.
Stefano Galieni, responsabile del Dipartimento Immigrazione.
Rino Malinconico, segretario regionale del PRC della Campania



Cristina Simó Alcaraz*

1. Sviluppo dell’Assemblea.

La coordinatrice dell’Assemblea, Cristina Simó, ha spiegato lo slogan della VII Assemblea femminista. “Mai più fascismo, mai più guerre”.

Purtroppo, il fascismo e l’estrema destra in tutte le sue forme sono già una minaccia reale per l’umanità. Le loro politiche reazionarie vanno contro gli interessi delle classi lavoratrici, contro la sovranità dei popoli e soprattutto contro i diritti umani delle donne e delle persone LGBTI.

Il fascismo è tornato e intende restare perché ha un piano globale che va oltre l’Europa. Il fascismo controlla i social network e i media che inondano quotidianamente di fake news. Cerca la disaffezione politica con i suoi discorsi negazionisti, nega tutto, non solo le disuguaglianze e la violenza maschile, ma lo vediamo anche con il cambiamento climatico. Usano la guerra e i conflitti come roccaforti per consolidare la loro ideologia reazionaria. Dal femminismo sappiamo che le guerre non risolvono le controversie, al contrario, le accentuano perché, inoltre, nelle guerre, noi donne, i nostri corpi continuano a essere territorio di conquista.

La violenza contro le donne si intensifica prima e dopo una guerra. Ne abbiamo visto un esempio nella guerra della NATO in Afghanistan. Quando la liberazione delle donne afghane dai Talebani è stata usata per giustificare l’invasione del Paese e, d’altra parte, il ritiro delle truppe statunitensi è avvenuto senza tener conto della situazione di estrema schiavitù subita dalle donne afghane.

Le femministe capiscono che la cura è un diritto umano e sanno che non si possono realizzare i diritti umani di qualcuno violando quelli di qualcun altro.

Parliamo di femminilizzazione della povertà nel mondo e gran parte di essa deriva dalle azioni imperialiste degli Stati Uniti e dal neocolonialismo dei loro satelliti europei. Le guerre e le guerre economiche, perché dopo i conflitti bellici veniamo usate come bottino di guerra, ci vengono sottratte le nostre terre e subiamo spostamenti forzati, lasciandoci in situazioni di estrema povertà ed esclusione sociale, oppure dopo i conflitti economici alcune di noi sono costrette a emigrare e diventano facili prede delle reti di trafficanti. Tutto questo sarà aggravato dalla vittoria di Trump e dai suoi ideali misogini e LGTBI-fobici, che potrebbero significare una riduzione globale dei nostri diritti.

L’Assemblea si è sviluppata in una prospettiva internazionale in cui si è cercato di comprendere gli effetti dell’estrema destra, del neofascismo e del sionismo sulla vita e sui diritti delle donne, sulla base di diverse realtà concrete.

Dalla proiezione di un video in cui Nirva Camacho, vicepresidente della FDIM nella regione delle Americhe e dei Caraibi. Fondatrice della Rete di organizzazioni afro-venezuelane, del Cumbe di Donne afro-venezuelane e della Rete di donne Vargas. Componente del consiglio di amministrazione dell’Unione nazionale delle donne (UNAMUJER) del Venezuela. Nel suo intervento ha spiegato l’emancipazione e le conquiste di diritti che le donne venezuelane hanno ottenuto dopo la rivoluzione “bolivariana” e come l’estrema destra, nel suo tentativo di colpo di Stato dopo le elezioni presidenziali, abbia commesso tre femminicidi di donne leader di comunità per il semplice fatto di essere chaviste e di difendere i diritti conquistati.

È seguito l’intervento di Ratebeh Alaidin, dell’Unione Democratica della Palestina (FIDA). Ci ha spiegato come la situazione delle donne sia peggiorata dopo il genocidio del popolo palestinese da parte del governo sionista di Israele; la maggior parte delle vittime e delle persone scomparse sono donne e bambini. Le donne partoriscono senza assistenza medica. Dopo la guerra, le donne sono state separate dai loro figli che vivono nelle aule scolastiche e dai loro mariti in campi profughi separati. Ma la situazione di disuguaglianza dura da decenni, le donne palestinesi subiscono un apartheid perché non conoscono l’ebraico e non hanno diritto al lavoro o all’assistenza sanitaria. I muri con più di 700 checkpoint hanno reso difficile per le donne lasciare i loro villaggi. Dall’assemblea esprimiamo la nostra solidarietà alle donne palestinesi e l’urgenza del cessate il fuoco e dei necessari aiuti umanitari.

Abbiamo poi visto un video di Cristina Romano, presidente dell’organizzazione femminile Juanita Moro in Argentina. Ha spiegato le azioni del governo di ultradestra di Milei, che si oppone al diritto all’aborto e al matrimonio egualitario. È contrario a tutti i servizi pubblici come la sanità, l’istruzione e la parità di genere, considerando questi ultimi uno spreco di denaro. In un Paese dove ogni 35′ c’è un femminicidio, non ci sono più progetti per la prevenzione, l’attenzione e la riparazione dalla violenza maschile e tutte le politiche pubbliche per la parità di genere sono state congelate.

Poi Skevi Koukouma, segretaria generale del Movimento femminile cipriota POGO, vicepresidente della FDIM per l’Europa ed ex compoente di AKEL, ha spiegato come la guerra colpisca le donne più degli uomini. Circa il 90% delle vittime della guerra sono civili, donne e bambini.

Le parti coinvolte nel conflitto spesso violentano le donne impunemente, a volte utilizzando lo stupro sistematico come tattica di guerra e terrorismo, perchè è vero che è lo strumento di guerra più economico.

Nel 2023, la percentuale di donne uccise nei conflitti armati è raddoppiata rispetto all’anno precedente, il numero di casi di violenza sessuale legata ai conflitti verificati dalle Nazioni Unite è aumentato del 50% rispetto all’anno precedente e il numero di ragazze vittime di gravi violazioni in situazioni di conflitto armato è aumentato del 35%.

Gli autori e i leader che tollerano la violenza sessuale legata ai conflitti, quando non la incoraggiano, devono essere ritenuti responsabili e deve essere fatta giustizia, anche attraverso i comitati per le sanzioni del Consiglio di Sicurezza e il Gruppo informale di esperti su donne, pace e sicurezza.

Nonostante le campagne volte a promuovere la partecipazione delle donne alla prevenzione, alla risoluzione e alla riabilitazione dei conflitti e a difendere i loro diritti durante la guerra, gli ultimi rapporti annuali del Segretario generale delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza segnalano una stagnazione e una regressione su tutti gli indicatori chiave, con crescenti contraccolpi contro le donne I diritti umani e l’uguaglianza di genere sono un fattore chiave in questo senso.

Le attuali politiche di espansione dei bilanci della difesa oltre il 2% del PIL in ogni Paese e di investimento in tecnologie militari non sono la strada per una pace duratura, ma portano a un’escalation dei conflitti.

Tina Tomsich dell’Istituto 8M in Slovenia e coordinatrice della rete My Voice and My Choice. Ha parlato dell’impatto dell’estrema destra sui diritti delle donne e in particolare sul diritto all’aborto e dell’iniziativa che hanno lanciato per rendere l’Unione Europea un posto migliore per tutte. Un’Europa che protegga e rispetti i diritti fondamentali delle donne, compresi i diritti sessuali e riproduttivi.

L’iniziativa europea My Voice and My Choice denuncia il fatto che più di 20 milioni di donne in Europa non hanno accesso all’aborto. Che in Polonia le donne continuano a morire per questo motivo e che nei Paesi in cui non è gratuito, l’accesso all’aborto per milioni di donne dipende dalle loro condizioni economiche o che, a causa della mancanza di personale sanitario, le donne sono costrette a percorrere lunghe distanze o a cercare alternative che mettono a rischio la loro salute.

Per questo si chiede che l’UE agisca nell’ambito delle sue competenze per garantire un aborto sicuro, libero e accessibile a tutte. Approvare una legislazione che istituisca un meccanismo finanziario per sostenere gli Stati membri che scelgono di aderire volontariamente a questa politica, al fine di fornire l’accesso all’aborto sicuro e gratuito a chi non ce l’ha.

L’assemblea si è impegnata a promuovere l’iniziativa per raggiungere le 1.000.000 di firme necessarie come iniziativa dei cittadini europei.

È poi intervenuta Anna Camposampiero, componente della direzione di Rifondazione Comunista e del Comitato esecutivo del partito della Sinistra Europea, spiegando che Giorgia Meloni rappresenta una conquista “delle” donne, ma non “per” le donne. Meloni fa politica degli uomini, con gli uomini e per gli uomini. Questo ci è chiaro. Quello che non è chiaro è la battuta d’arresto e la difficoltà che crea a tutto il movimento femminista. Nella nostra Europa, abbiamo tre donne in posizioni di leadership: Ursula Von der Leyn, Kaja Kallas, Roberta Metzola. Ripetere il femminile non è femminista, non è sufficiente e non è compreso. La nostra riflessione deve partire da qui: come riportare il femminismo in politica? Perché solo così possiamo contribuire alla pace e contro il fascismo.

Infine, Cristina Noé, componente del Partito Comunista Ungherese, ha chiuso gli interventi denunciando le politiche patriarcali del governo di destra ungherese. Anche l’ultima, che mira a criminalizzare le donne che vogliono interrompere volontariamente la gravidanza, facendo loro ascoltare il battito cardiaco del feto prima di abortire.

2 Proposte.

- Proponiamo che la prospettiva femminista sia un criterio trasversale per le politiche economiche, ecologiche e sociali dell’UE, nonché per la sanità, l’assistenza, l’istruzione e la cultura. per avviare una transizione femminista a livello europeo.

- Difendiamo i diritti sessuali e riproduttivi per tutte le donne in Europa e i diritti matrimoniali di base per tutte le coppie. Il riconoscimento legale gratuito delle identità LGBTQ+I deve essere incluso nei motivi per la concessione dell’asilo.

- Sosteniamo e promuoviamo l’iniziativa europea My Voice and My Choice per il diritto all’aborto libero e sicuro per tutti.

- Insieme ai movimenti femministi vogliamo spingere per l’inclusione del diritto di decidere del proprio corpo e della maternità nella Carta europea dei diritti fondamentali e per il riconoscimento dell’apartheid di genere nel diritto internazionale, in modo che le donne e le persone LGBTQI che subiscono l’apartheid di genere come in Afghanistan siano accolte come rifugiati e protette in Europa.

- Siamo solidali con le donne vittime di tutti i conflitti bellici, come la guerra in Ucraina e il genocidio in Palestina. Siamo inoltre solidali con le donne costrette a vivere nei campi profughi, come il popolo Saharawi.

- Siamo solidali con le donne che subiscono le conseguenze dei blocchi economici promossi dagli Stati Uniti e dai loro satelliti europei, come a Cuba e in Venezuela.

- Di fronte all’avanzata dei discorsi negazionisti sulla disuguaglianza di genere e sulla violenza, dobbiamo lavorare per rompere il discorso fascista che vuole avvolgerci in una guerra dei sessi. Non è una lotta tra uomini e donne. È una lotta tra chi di noi vuole l’uguaglianza, chi mette la vita al centro delle proprie politiche e chi vuole la PACE.

- Chiediamo la pace come asse trasversale di tutte le nostre lotte in tutti i paesi, che ci uniamo sotto l’ombrello della difesa della pace di fronte a questo 25N o 8M e per questo dobbiamo iniziare a tessere reti che convergano nell’Iniziativa della Conferenza di Pace della Sinistra Europea perché sia un incontro massiccio organizzato da diverse articolazioni, essendo questa assemblea uno degli assi principali che guideranno la conferenza.

*Coordinatrice dell’Assemblea Femminista del Forum Europeo delle Forze di Sinistra, Progressiste e Ambientaliste



1. Al fine di costruire un’Europa progressista e socialmente avanzata, noi siamo per una distribuzione equa della ricchezza, servizi pubblici universali e di qualità, e la proprietà pubblica dei beni comuni, al fine di realizzare una società più giusta, partecipativa e democraticamente pianificata. L’accesso a un alloggio dignitoso, accessibile e adeguato al clima deve essere un diritto, non un lusso, la copertura della sicurezza sociale in termini di salute, pensioni e disoccupazione deve essere universale, cioè un diritto per tutti in Europa. Questo implica un diverso uso del denaro da parte delle imprese, delle banche e della BCE.

Il diritto a condizioni di lavoro dignitose, a un impiego sicuro e a una formazione permanente ben retribuita sono fondamentali, il rafforzamento dei diritti sindacali, le clausole sociali nei contratti pubblici, l’aumento dei salari e dei diritti sociali, colmare il divario occupazionale e migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro. Vogliamo

posti di lavoro di qualità e il diritto a una pensione dignitosa a partire dai 60 anni, erogata da enti pubblici efficienti.

Difendiamo l’accesso libero e universale all’assistenza sanitaria e il rafforzamento dei sistemi sanitari pubblici, al fine di ridurre le disuguaglianze sociali.

Vogliamo servizi pubblici moderni con personale sufficiente, senza burocrazia, con una gestione partecipata e che rispondano alle esigenze delle persone che ne usufruiscono.

Una delle questioni fondamentali della nostra società è garantire a tutta la popolazione un’istruzione di alto livello, libera, gratuita, egualitaria, liberatoria ed emancipatrice, libera da pressioni religiose, oscurantiste o del mercato economico.

La carenza di alloggi sociali di qualità ed economicamente accessibili rappresenta una crisi urgente in tutta Europa che richiede un’azione immediata e decisiva. È necessario adottare misure e iniziative a livello europeo, per utilizzare le risorse finanziarie in base alle esigenze di ogni singolo individuo piuttosto che agli interessi finanziari.

Chiediamo l’istituzione di un programma europeo per l’edilizia sociale, sostenuto da politiche economiche e sociali che rafforzino gli investimenti pubblici nell’edilizia senza scopo di lucro. Chiediamo una regolamentazione transnazionale della speculazione.

Affrontare la crisi sociale deve essere una priorità assoluta.

Per questo motivo ci opponiamo a un ritorno alla politica di austerità liberale, così come pretesa dalla Commissione europea, che si concretizza da un lato in misure liberali che favoriscono le classi dirigenti e tagliano i diritti umani e di cittadinanza, economici e sociali dei popoli europei mentre dall’altro aumentano le spese militari a scapito dei fondi che dovrebbero essere spesi per la spesa sociale, l’uguaglianza e creazione di lavoro.

Vogliamo acquisire potere sul denaro, sviluppare servizi pubblici, cooperazione, servizi efficienti, occupazione efficiente e di qualitá nelle aziende, e rifiutare il libero e rifiutare la concorrenza libera e non distorta.

Questo vale sia all’interno dell’UE che con il resto del mondo.

Vogliamo la sovranità popolare sul denaro per altri obiettivi sociali, a differenza dell’attuale UE, che risponde alle esigenze del capitale. Un modo per farlo sarebbe quello di creare un Fondo europeo per finanziare i servizi pubblici attraverso prestiti ai governi a tasso zero, finanziati dalla BCE.

2. Consideriamo la crisi climatica come un’emergenza che richiede una risposta globale basata su una trasformazione ecologica, energetica e industriale. L’Unione europea deve agire senza indugio di fronte all’emergenza climatica e sociale. È essenziale abbandonare il modello che fondato sull’energia basata sul carbonio, garantendo al contempo la creazione di posti di lavoro. Questo implica una trasformazione sociale dei modelli di produzione e di consumo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2040, e soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Abbiamo bisogno di obiettivi ambientali più ambiziosi e una pianificazione verde per garantire una giusta transizione.

3. Ci battiamo per un’Europa di pace e solidarietà, con una prospettiva pacifista che affronta i conflitti attraverso il dialogo e le soluzioni diplomatiche. Un’Europa che propone un approccio alternativo al modello di sicurezza a partire da una nuova visione basata sul riconoscimento che nessuno Stato può essere veramente sicuro se gli altri non condividono lo stesso livello di sicurezza.

Condanniamo fermamente le politiche europee contro migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo: il diritto di asilo e la libertà di movimento devono diventare il fondamento dell’Europa che vogliamo, e ci batteremo contro le politiche proposte dal Patto sull’Immigrazione e l’Asilo di Ursula von der Leyen che mirano a vietarli. Questo significa affrontare le cause alla radice della migrazione e sviluppare una nuova politica di co-sviluppo con i Paesi interessati.

Non vogliamo che l’Europa faccia parte della nuova guerra fredda, né che diventi un campo di battaglia su cui questa infuria.

Ci opponiamo alla dominazione militarista della NATO sull’UE e sui suoi Stati membri, all’aumento dei bilanci militari e di guerra a scapito della spesa sociale, alla rapida militarizzazione della politica, dell’economia e delle menti, invece vogliamo vedere l’Europa emancipata dai mandati degli USA e della NATO, libera dai mandati di potenze esterne.

Guerre e conflitti servono gli interessi del capitale finanziario che ne trae profitto. Finché queste guerre dureranno, sempre più civili innocenti moriranno ogni giorno. Per questo chiediamo che si ponga fine alla violenza attraverso negoziati per portare una pace duratura in Ucraina, nel quadro delle Nazioni Unite.

Allo stesso modo, chiediamo soluzioni eque e negoziate ai conflitti armati che si stanno diffondendo in varie parti del mondo, Somalia, Yemen, Siria, Sahara occidentale, ecc.

L’ulteriore sviluppo delle armi nucleari e il fatto che il loro utilizzo è apertamente considerato dalle potenze nucleari, rende il disarmo una necessità di prim’ordine per la sopravvivenza dell’umanità.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre, che condanniamo fermamente, non giustifica la guerra condotta da Israele. Chiediamo un immediato cessate il fuoco in Medio Oriente e la fine dell’aggressione israeliana in Palestina. Chiediamo il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e i prigionieri politici palestinesi, nonché la consegna di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, la ricostruzione di tutto ciò che è stato distrutto dall’esercito israeliano e il ritorno di tutti i palestinesi sfollati. Riaffermiamo che l’instaurazione di una pace duratura nella regione richiede la fine dell’occupazione, della colonizzazione e del regime di apartheid di cui soffre il popolo palestinese insieme al riconoscimento di uno Stato palestinese vitale e pienamente sovrano alle condizioni definite dalle risoluzioni delle Nazioni Unite sul riconoscimento di due Stati.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo Saharawi, privato da decenni del diritto di vivere nel proprio territorio, subendo la repressione delle forze di occupazione, e chiediamo il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite a favore dell’autodeterminazione e l’indizione di un referendum nel Sahara Occidentale.

Chiediamo la fine dell’occupazione di Cipro e la riunificazione del Paese in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite.

Chiediamo la fine degli interventi militari turchi nella Siria nord-orientale, nell’Iraq settentrionale e nel Sinjar, e la fine dell’oppressione dei curdi e del popolo turco in Turchia. Chiediamo alla Turchia

il rilascio di tutti i prigionieri politici e l’attuazione delle decisioni del Consiglio d’Europa e della Corte europea dei diritti dell’uomo.

La repressione della politica democratica e contro i rappresentanti eletti deve essere fermata. Una soluzione giusta e democratica alla questione curda, che dura da decadi, richiede dialogo e negoziazione, non isolamento, imprigionamento e violenza.

Questo ottavo Forum si unisce alla mozione approvata alle Nazioni Unite che chiede la fine del blocco ingiusto e illegale cui gli Stati Uniti sottopongono Cuba da decine di anni e, allo stesso tempo, chiede la rimozione di Cuba dalla lista degli Stati patrocinatori del terrorismo.

Sosteniamo la ricerca della pace e dell’autonomia in Africa. È tempo di ricostruire le relazioni afro-europee sulla base dell’uguaglianza e della uguaglianza e solidarietà, per costruire un futuro in cui pace e dignità prevalgano sulla violenza e sul dominio.

Aspiriamo a un nuovo ordine economico internazionale basato sui diritti dei popoli e rifiutiamo qualsiasi egemonia monetaria globale.

Chiediamo soluzioni cooperative, democratiche e non egemoniche per il finanziamento comune della transizione ecologica e dei servizi pubblici in tutto il mondo.

4. Il femminismo di classe contesta il sistema capitalista e patriarcale e mette in evidenza la contraddizione tra capitale e vita.Si pone come un’alternativa a un’economia basata sullo sfruttamento degli esseri umani e propone una società libera dalla violenza maschilista, che permetta uno sviluppo umano emancipatorio per tutte le persone in uguaglianza e armonia con la natura: è l’economia basata sulla cura della vita.

I movimenti femministi lottano contro la violenza maschile e la disuguaglianza che le donne e i loro figli e figlie subiscono nel corso della loro vita e chiedono una legislazione completa e un quadro politico per affrontare tutte le forme di violenza di genere.

Il movimento femminista, insieme al movimento ambientalista,

sono motori del cambiamento politico per la trasformazione sociale in Europa ed è per questo che la destra e l’estrema destra attaccano sistematicamente i diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+ e negano il cambiamento climatico.

Questo Forum propone che la prospettiva femminista sia un criterio per le politiche economiche, ecologiche e sociali dell’UE, cosí come per l’assistenza sanitaria, la cura, l’istruzione e la cultura. Per avviare la transizione femminista in Europa.

Difendiamo i diritti sessuali e riproduttivi di tutte le donne in Europa e i diritti fondamentali al matrimonio per tutte le coppie.

Il riconoscimento legale delle identità LGBTQIA+ deve essere incluso nei motivi per la concessione dell’asilo.

Insieme ai movimenti femministi vogliamo spingere per l’inclusione del diritto di decidere del nostro stesso corpo e della nostra maternità nella Carta Europea dei Diritti Fondamentali e nei Diritti Fondamentali e il riconoscimento dell’apartheid di genere nel diritto internazionale, in modo che le donne e le persone LGBTQIA+ che lo subiscono, come in Afghanistan, siano accolte come rifugiate e protette in Europa.

5. Siamo consapevoli della necessità di affrontare e integrare attivamente i bisogni, i sogni, le preoccupazioni e le prospettive dei/delle giovani e degli studenti e delle studentesse, promuovendo il loro protagonismo nei piani, nelle campagne e nelle azioni delle forze della Sinistra Europea, dei Verdi e delle forze progressiste, e ne faremo un obiettivo specifico per i prossimi anni.

6. L’ascesa dell’estrema destra nelle elezioni per il Parlamento europeo è proseguita nelle successive elezioni statali e regionali in vari Paesi europei. Questa ascesa riflette un’ideologia neofascista priva di valori etici e morali, che si nutre di razzismo, xenofobia, misoginia, sessismo, omofobia, LGBTQIA+fobia, autoritarismo, odio per i migranti e di un individualismo non solidale.

Di fronte all’aggravarsi della crisi economica, sociale e morale, le classi lavoratrici provano un senso crescente di disaffezione politica e la mancanza di prospettive future, e la loro rabbia è diretta dai movimenti di estrema destra e fascisti, che propongono soluzioni economiche semplicistiche nell’interesse della borghesia, delle classi dominanti e del capitalismo, e in parte verso la demotivazione e l’astensionismo. Solo una strategia basata sulla giustizia sociale, l’uguaglianza, l’ecologia, la condivisione e sulla pace, che le forze progressiste della trasformazione sociale sostengono può offrire loro una prospettiva positiva.

Di conseguenza, con questa Dichiarazione finale l’8° Forum europeo delle forze di Sinistra, Verdi e Progressiste concorda di partecipare, in cooperazione con altre organizzazioni politiche, sindacali, pacifiste, femministe, alla preparazione di una Conferenza per la Pace e la Solidarietà nel Mondo e di promuovere in collaborazione con i sindacati europei una campagna contro le politiche di austerità e di tagli proposte dalla Commissione europea.



di Alba Vastano - Scrivere di Roma e di come vive la città chi vi risiede è come fare un viaggio in escalation nel degrado totale. Un viaggio attraversando al contrario i tre canti della commedia dantesca, senza la guida di Virgilio. Da Roma aurea con Petroselli e Nicolini a Roma stracciona con Gualtieri. Roma, [...]


La sconfitta dei fascioleghisti in Umbria e Emilia Romagna è una buona notizia, ma l’astensione testimonia una drammatica crisi democratica.

La vittoria di Stefania Proietti in Umbria è un ottimo segnale perché la presidente ha sempre esplicitato posizioni pacifiste richiamandosi all’articolo 11 della Costituzione.

Siamo contenti di aver contribuito alla vittoria con la lista “L’Umbria per la sanità pubblica e la pace”.

Che esca sconfitta la mostruosa alleanza Tesei – Bandecchi ci evita un’ulteriore puntata del degrado della politica.

In Emilia Romagna la scontata vittoria del campo largo non cancella le ragioni della nostra critica radicale e della nostra presenza in alternativa.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista



I seminari autunno-invernali di Rifondazione - relatrice: Rita Scapinelli discussant: Gianfranco Pagliaru Saverio Ferrari Raul Mordenti Lunedì 18 novembre 2024 I sempre più blandi tentativi messi in atto dal governo in carica per dissimulare la profonda nervatura fascista del proprio background culturale lasciano via via il passo a politiche dal segno inequivoco, tutte rivolte, in [...]


È iniziato oggi a Napoli il processo contro quattro fascisti di CasaPound che il 23 ottobre del 2023 picchiarono Roberto Tarallo, quasi uccidendolo. La vittima degli squadristi fu aggredita perché sul giubbotto aveva la scritta “sono antifascista” . Gli imputati sono i fratelli Acuto, Palmentano, segretario della sezione Berta di Casa Pound e proveniente da Roma. Segnaliamo che tra gli imputati c’è un tal Taras Abhua, un ucraino che lavora per il consolato ucraino, elemento che dovrebbe far riflettere coloro che negano il ruolo del neofascismo nell’etnonazionalismo e i legami strettissimi con il governo ucraino. È accettabile che il dipendente di un consolato partecipi a aggressioni squadriste? Roberto Tarallo si è costituito parte civile assistito dalla nostra compagna Elena Coccia. Si sono costituiti parte civile anche l’ANPI, attraverso l’avvocato Maria Giorgia de Gennaro, e il comune di Napoli. Il processo è stato aggiornato al 18 dicembre. Lunga discussione dell’ avvocato Diddi di Roma che ha sostenuto che non è reato essere e richiamarsi al fascismo. Una tesi inaccettabile visto che siamo di fronte a un partito organizzato sul piano nazionale che si dichiara apertamente fascista e i cui militanti sono responsabili da anni di aggressioni e violenze tipiche dello squadrismo fascista. Quello di Napoli non è l’unico procedimento a carico di squadristi di Casa Pound. Per esempio a Bari è in corso quello per l’aggressione alla nostra ex-europarlamentare Eleonora Forenza e al compagno napoletano Antonio Perillo. Torniamo a chiedere lo scioglimento di Casa Pound e degli altri gruppi neofascisti come impone la XII disposizione della Costituzione.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista



La Corte costituzionale ha esaminato i ricorsi di quattro Regioni che hanno richiesto la dichiarazione di incostituzionalità della legge Calderoli e – mentre ‘ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie (n. 86 del 2024)’ – ha considerato, invece, ‘illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo’, come afferma il comunicato emanato dal Palazzo della Consulta.

Naturalmente andrà letta la sentenza con le sue motivazioni; di certo possiamo affermare, come Comitati contro ogni autonomia differenziata, che il Governo, il ministro Calderoli e la maggioranza parlamentare di destra escono malconci dalle dichiarazioni di illegittimità di punti significativi della legge. Basta richiamare alcune disposizioni della legge Calderoli dichiarate incostituzionali per coglierne la portata:
la possibilità che l’intesa tra lo Stato e la regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, e non solo specifiche funzioni;
la mancata prescrizione di una legge delega che stabilisca i criteri direttivi per emanare i successivi decreti; infatti, la legge Calderoli li indica nella legge di bilancio 197/2022, fatto che la Corte giudica incostituzionale, ravvisando in questo una lesione delle competenze del Parlamento;
la possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali prevista per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito;
- l’estensione della legge n. 86 del 2024, e dunque dell’art. 116, comma 3 della Costituzione, alle regioni a statuto speciale che, invece, per ottenere maggiori forme di autonomia, possono ricorrere alle procedure previste dai loro statuti speciali.

Inoltre, la Corte afferma che il Parlamento non può essere spogliato delle sue prerogative di emendare le Intese; che la distinzione tra materie LEP e non-LEP non può pregiudicare la garanzia dei diritti civili e sociali; che la clausola di invarianza deve collocarsi in un quadro di valutazione complessiva della finanza pubblica, e dunque vanno definiti i fabbisogni per i LEP e, su questa base, decidere le poste finanziarie.
La Corte infine pone al Parlamento il compito indefettibile di intervenire per colmare i vuoti creati con la dichiarazione di incostituzionalità di disposizioni-chiave della legge 86/2024.
Certo, la Corte afferma che la legge Calderoli non è illegittima nel suo complesso, perché tale legge è volta a disciplinare l’attuazione del comma 3 dell’art 116 della Costituzione, frutto della sciagurata riforma del Titolo V del 2001.

I Comitati contro l’AD – insieme a sindacati, associazioni e partiti che fanno parte del comitato referendario – attraverso il referendum abrogativo totale, chiedono invece che siano cittadine e cittadini a decidere se la legge Calderoli violi o no gli articoli 2, 3, 5 della Costituzione. Secondo i Comitati la legge Calderoli viola quegli articoli perché frantuma l’unità e indivisibilità della Repubblica, lede il principio di solidarietà e di uguaglianza dei cittadini, che verrebbero a godere di diritti differenziati secondo il luogo di residenza. Per questo i Comitati sono certi che, anche qualora il Parlamento intervenisse per sanare le illegittimità costituzionali, come richiede la Consulta, il referendum di abrogazione totale sarà ammesso e la legge Calderoli, attraverso il voto referendario, sarà cancellata.

Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti



“La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali parti fondamentali della legge Calderoli, da noi sempre criticate: ruolo evanescente del Parlamento, invarianza finanziaria, devoluzione indiscriminata, modifica dei lep attraverso DPCM. La secessione è stata bloccata. L’unità della Repubblica in base all’articolo 5 della Costituzione è confermata. Ora continuiamo a far crescere il consenso per il referendum completamente abrogativo su cui abbiamo raccolto quasi un milione e mezzo di firme.”, dichiarano il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e la responsabile della campagna contro A.D. Tonia Guerra


Laura Tussi* Qui sopra vedete la città di #Hiroshima appena dopo essere stata distrutta dalla bomba atomica americana. Le poche persone sopravvissute a quella tragedia si chiamano #hibakusha e proprio loro sono l’anima di Nihon Hidankyo, l’associazione che ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2024. Da Paolo Ferrero a Roberto Lovattini, da [...]



FLOSS Weekly Episode 810: Pi4J – Stable and Boring on the Raspberry Pi


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This week, Jonathan Bennett, Randal Schwartz, and Aaron Newcomb chat about Linux, the challenges with using system modules like the Raspberry Pi, challenges with funding development, and more!

youtube.com/embed/GCKJShpxa1I?…

Did you know you can watch the live recording of the show Right on our YouTube Channel? Have someone you’d like us to interview? Let us know, or contact the guest and have them contact us! Take a look at the schedule here.

play.libsyn.com/embed/episode/…

Direct Download in DRM-free MP3.

If you’d rather read along, here’s the transcript for this week’s episode.

Places to follow the FLOSS Weekly Podcast:


hackaday.com/2024/11/20/floss-…



Even on the fediverse is Bluesky currently the main topic of conversation, and some other smaller news as well. The News Bluesky is having a major moment in the spotlight right now, which is also impacting the fediverse.


If Life Gives You Lemons, Build this Lemontron


[James] and his Lemontron portable 3D printer

What if your 3D printer could fit in a box of filament but still rival the build plate size of heavyweights? Enter the Lemontron, a free and open source portable printer making waves in the maker community for its compact form factor and budget-friendly price. Watch [James]’ video on his build story here. Built around the Positron drive—a unique mechanism introduced by [Kralyn] in 2022—the Lemontron is the latest evolution of this innovative design. Although Kralyn mysteriously disappeared, their work inspired other projects like the Positron JourneyMaker and this Lemontron.

The Lemontron started as a unibody chassis mod for the JourneyMaker but grew into a complete redesign, cutting costs in half without sacrificing performance. By eliminating expensive CNC parts, it’s entirely made from off-the-shelf components, bringing the build cost to just $413. Compare that to $800 for the JourneyMaker and $699 for the Positron v3.2 kit.

Overhead photo of [James]' hands assembling the Lemontron Portable 3D printerRecent video updates show the Lemontron in action, printing impressively large and complex models. It tackled a marble run with 80-degree unsupported overhangs and a ‘comically large’ Benchy, proving its capability. Its compact design, paired with robust performance, is an exciting alternative for tinkerers seeking quality on a budget.

The Lemontron is in its final development stages, with frequent updates dropping on its YouTube channel. If you’re in the market for a more “traditional” mini-printer, check out this cool suitcase model from 2014.

youtube.com/embed/jw9OEQeSKPE?…


hackaday.com/2024/11/20/if-lif…




Finché l'ONU sarà organizzato nella maniera attuale, sarà sempre manipolabile...

Gli USA pongono il veto sulla bozza Onu per la tregua a Gaza
La bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu preparata dai 10 membri non permanenti che chiedeva un «cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente» ed il rilascio di tutti gli ostaggi è stata bloccata dal veto degli Stati Uniti, posto perché, da quanto si apprende, la risoluzione “non affronterebbe in modo sufficiente il rilascio degli ostaggi” in mano ad Hamas. Il veto americano è stato anche l’unico voto contrario alla risoluzione, che aveva ottenuto ben
14 voti favorevoli sui 15 totali.

L'Indipendente



With Core ONE, Prusa’s Open Source Hardware Dream Quietly Dies


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Yesterday, Prusa Research officially unveiled their next printer, the Core ONE. Going over the features and capabilities of this new machine, it’s clear that Prusa has kept a close eye on the rapidly changing desktop 3D printer market and designed a machine to better position themselves within a field of increasingly capable machines from other manufacturers.

While some saw the incremental upgrades of the i3 MK4 as being too conservative, the Core ONE ticks all the boxes of what today’s consumer is looking for — namely high-speed CoreXY movement with a fully enclosed chamber — while still offering the build quality, upgradability, and support that the company has built its reputation on. Put simply it’s one of the most exciting products they’ve introduced in a long time, and exactly the kind of machine that many Prusa fans have been waiting for.

Unfortunately, there’s one feature that’s ominously absent from the Core ONE announcement post. It’s easy to overlook, and indeed, most consumers probably won’t even know it’s missing. But for those of us who are concerned with such matters, it’s an unspoken confirmation that an era has finally come to an end.

With the Core ONE, Prusa Research is no longer in the business of making open source 3D printer hardware, but that doesn’t mean that the printer isn’t hackable. It’s complicated, so read on.

Death by a Thousand Cuts


To say that Prusa Research pivoting away from the open source hardware (OSHW) principles that guided the company, and indeed the 3D printing community, through its early years is a disappointment would be quite an understatement. It’s a crushing blow. One which critics will use to call into question the viability of building a sustainable business model around OSHW. But it’s also not hard to see how we got to this point.
25467306Prusa XL
The first warning sign came back in 2021, with the announcement of the Prusa XL. With this new high-end printer, the company seemed uncharacteristically hesitant to open things up, which frankly wasn’t entirely unreasonable. The pricing of the XL put it closer into the professional market than a traditional hobbyist machine, and there were some new features like tool changing and a segmented heated bed that were unique enough that they’d want to keep the details under wraps until the machine at least got a foothold in the market. So if Prusa wanted to play this one a little closer to the chest, so be it.

But things took a concerning turn last year with the release of the i3 MK4. Although Prusa still called the printer open source in their marketing, the reality was a bit more complicated. While at least some of the printer’s technical information was made available, especially the elements that were inherited from the earlier i3 models, there were several rather large omissions.

Printable parts were available only as STLs, there were no design files released for the printer’s control board, and the Nextruder (which was introduced with the XL) remained all but completely proprietary. Many argued that the MK4 didn’t meet the standards that Prusa had set with their previous printers, and that continuing to call it open source was misleading.

If it wasn’t already obvious that Prusa’s commitment to open source was beginning to waiver, Josef’s post on the Prusa Blog made his position abundantly clear. Framed as a call for discussion, the post outlined his feelings on the open source community and what he perceived as the failures of common licenses such as the GPL. While he said that the company still intended to make their machines open, the writing was clearly on the wall.

A New Chapter for Prusa


To be clear, the Core ONE is of critical strategic importance to Prusa. The company needed a revamped machine to combat increased competition from Chinese printer manufacturers, and while it’s not being marketed as a replacement for the i3 MK4, it’s not hard to see the direction the market is moving in. The i3 is a workhorse, and won’t be going away anytime soon, but the chances that it will see a MK5 at this point seem exceptionally slim.
25467311Prusa will give you STLs for the Nextruder, but that’s about it.
But the Core ONE also represents a mostly clean slate design, one that shares relatively little with the i3. This frees Prusa from any obligation, perceived or otherwise, to continue releasing the printer’s design files. Indeed, the term “open source” only appears once in the announcement post for the printer — and that’s when referring to the firmware and slicer code, which are.

Although we don’t have documentation or an assembly guide for the Core ONE or the MK4S->Core upgrade kits yet, it looks as if very little of Prusa’s remaining open source hardware has been brought forward.

Potentially the Core ONE is using some variation of the CC BY-SA 4.0 licensed MK52 magnetic heated bed, but beyond that, we already know that Prusa is still keeping the design files for major components such as the Nextruder and xBuddy 32-bit control board under wraps for the time being.

Not Open, But Hackable


So we know that Prusa isn’t advertising the Core ONE design as open source hardware, and that only limited technical data has been released for the few components and subsystems that it inherits from the XL and MK4S. But what does that actually mean for users like us?

That’s where things get a little tricky. While Prusa’s newer printers certainly do not meet the literal requirements of OSHW, they’re still remarkably transparent in a world of proprietary black boxes. We might not get the design files for the printed parts in these new machines, but you’ll get STLs that you can run off if you need a replacement. We can also be fairly sure that Prusa will continue their tradition of releasing wiring schematics for the Core ONE as they’ve done with essentially all of their previous printers, which is more than we can say for the vast majority of consumer products.

While the lack of design files for these new Prusa printers is unfortunate on a philosophical level, it’s hard to argue that they’re any less repairable, upgradable, or hackable than their predecessors. In fact, Prusa’s actually made at least one improvement in that department — announcing that breaking off the control board’s “Appendix” security device and installing a new firmware will no longer void the printer’s warranty.
25467317An increasingly inaccurate message on the Prusa website.
We should also consider that even Prusa’s earlier printers have not always been as open as the company would perhaps like us to believe. Sure, for the Prusa Mini you could hop on GitHub and grab the KiCad files for its mainboard, and the design files for the i3 up until the MK3 are available as GPLv2 licensed OpenSCAD code. But the company has never actually released the complete Bill of Materials for their printers, and even after years of requests from the community, they have still yet to release the source code for their bootloader as they consider it a separate project from the main GPL-licensed firmware.

Prusa has always used a somewhat piecemeal method of releasing the source and design files for their products. But it’s worked for them up to this point. The bottom line is, makers and hackers will still have plenty to work with, even if things aren’t quite as open as we’d prefer.

Becoming Your Own Enemy


On a personal note, I find myself conflicted. I’d argue that the i3 MK3 is one of the best purchases I’ve ever made, and there’s no doubt in my mind that the “Prusa Experience” — support, reliability, upgradability — is worth spending the extra money on. I’m also confident that the Core ONE is precisely the kind of machine Prusa needed to remain competitive in today’s market.
25467319Who’s copying who?
At the same time, there were issues that I was willing to overlook because the company was producing open source hardware. When a shipping date slipped, or a firmware update introduced a new issue, I let it slide because it was for the greater good. But now that they’re no longer calling their printers open source, I can’t help but feel some of that goodwill evaporating — and I’m probably not the only one having similar thoughts.

Ultimately, the part that bothers me the most about this change in Prusa’s approach is that it all seems predicated on a bogeyman that I’m not convinced actually exists. The company line is that releasing the source for their printers allows competitors to churn out cheap clones of their hardware — but where are they?

Let’s be honest, Bambu didn’t need to copy any of Prusa’s hardware to take their lunch money. You can only protect your edge in the market if you’re ahead of the game to begin with, and if anything, Prusa is currently playing catch-up to the rest of the industry that has moved on to faster designs. The only thing Prusa produces that their competitors are actually able to take advantage of is their slicer, but that’s another story entirely. (And of course, it is still open source, and widely forked.)

So will the Prusa Core ONE be a good printer? Almost certainly. Will I buy one? Very likely. But part of me will always be disappointed that the guy with the open source hardware logo tattoo took his ball and went home as soon as the game starting getting tough.


hackaday.com/2024/11/20/with-c…



ESCLUSIVO TPI – Sahra Wagenknecht ospite della convention del Movimento 5 Stelle


@Politica interna, europea e internazionale
Sahra Wagenknecht, l’astro nascente della politica tedesca, sarà tra gli ospiti di Nova, la convention che si terrà al Palazzo dei Congressi di Roma il 23 e 24 novembre in occasione dell’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle: è quanto è in grado di anticiparvi in




FreeCAD Version 1.0 Released


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After 22 years of development, FreeCAD has at long last reached the milestone of version 1.0. On this momentous occasion, it’s good to remember what a version 1.0 is supposed to mean, as also highlighted in the release blog post: FreeCAD is now considered stable and ready for ‘real work’. One of the most important changes here is that the topological naming problem (TNP) that has plagued FreeCAD since its inception has now finally been addressed using Realthunders’ mitigation algorithm, which puts it closer to parity here with other CAD packages. The other major change is that assemblies are now supported with the assembly workbench, which uses the Ondsel solver.

Other changes include an updated user interface and other features that should make using FreeCAD easier and closer in line with industry standards. In the run-up to the 1.0 release we already addressed the nightmare that is chamfering in FreeCAD, and the many overlapping-yet-uniquely-incomplete workbenches, much of which should be far less of a confabulated nightmare in this bright new 1.0 future.

Naturally, the big zero behind the major version number also means that there will still be plenty of issues to fix and bugs to hunt down, but it’s a promising point of progress in the development of this OSS CAD package.


hackaday.com/2024/11/20/freeca…



Dopo il feed in italiano mutilato, ora ha deciso di mutilarsi in un caricamento infinito anche il feed contatti.
@friendica io te vojo bbene, ma tu a me me schifi!
#friendica


Il bello di scrivere e studiare in biblioteca


Ci sono pochi posti dove ami studiare e scrivere più di una biblioteca: essere circondata da libri mi fornisce quello stimolo che è difficile trovare da altre parti; giusto in qualche libreria, ma lì lavorare diventa uno zinzino più difficile.
Un altro fattore che rende impagabile lavorare qui è come il silenzio e la pace che mi circonda mi permetta di fare qualcosa che è diventata sempre più difficile col passare del tempo: lasciare questo mondo che sta uscendo dai binari a velocità sempre più folle fuori dalla finestra.
Poi per carità, fuori dalla finestra ci sarà anche tutto in fiamme, ma almeno qui abbiamo tè caldo e musica soffusa. Volete mettere?