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Su Telegram chatterà anche Grok? Collaborazione in vista (e in forse) tra Musk e Durov

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Telegram di Durov userà Grok, l'Intelligenza artificiale sviluppata nella software house di Elon Musk per inseguire ChatGpt di OpenAi. L'annuncio del miliardario russo è stato però in parte frenato



Dal Pharma alla Difesa. L’idea di Palantir per potenziare la cantieristica Usa (con l’IA)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La cantieristica americana, una volta spina dorsale dell’apparato militare-industriale che vinse la Seconda Guerra Mondiale, è oggi in affanno. Negli anni 80 gli Stati Uniti producevano tra le 15 e le 25 navi all’anno. Oggi, faticano a raggiungere le cinque. La Cina,



3D Print ABS Without a Screaming Hot Bed


ABS is a durable material that can be 3D printed, but requires a 100° C build surface. The print bed of [Pat]’s Bambu Lab A1 Mini is unable to get that hot, which means he can not print ABS…or can he? By fiddling a few settings, he prints ABS no problem with only a 60° C bed, thanks to a PLA interface layer.

Here’s what’s going on: first [Pat] prints a single layer of PLA, then does a filament swap for ABS (which the printer thinks is PETG with extrusion temperature bumped to 255° C and a tweaked flow rate) and lets the print finish. The end result is an ABS part with a single layer of PLA at the bottom, all printed on a 60° C bed. That PLA layer peels off easily, leaving a nice finish behind.

[Pat] is printing small parts in ABS for a custom skeletal mouse shell (pictured above) and his results are fantastic. We’re curious how this technique would fare with larger ABS objects, which tend to have more issues with warping and shrinkage. But it seems that at least for small parts, it’s a reliable and clever way to go.

We originally saw how [JanTec Engineering] used this technique to get less warping with ABS. As for why PLA is the way to go for the interface layer, we’ve learned that PLA only really truly sticks to PLA, making it a great interface or support for other filaments in general. (PETG on the other hand wants to stick to everything but PLA.)


hackaday.com/2025/05/29/3d-pri…




Il #razzismo spiegato: che bisogno c'è di specificare che si tratta di un uomo di colore? Conta il fatto che sia una persona di colore (che colore? Anche un bianco, di per sé, ha la pelle di un certo colore...) o conta l'azione in sé? L'avesse fatta un bianco sarebbe stato diverso?


Gcap è il fiore all’occhiello della cooperazione industriale. Parola dell’ambasciatore Llewellyn

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Audito ieri in Senato, l’ambasciatore britannico in Italia, Ed Llewellyn, ha ribadito il valore strategico del Gcap, definendolo un possibile “fiore all’occhiello della cooperazione industriale” tra le tre nazioni partner, anche grazie alla chiara condivisione di




Di nuovo sul video editing linux.


Io sono un appassionato di linux e del software libero, potremmo dire un entusiasta. Continuerò a consigliarlo a tutti e ad aiutare gli amici ad installarlo quando vogliono provarlo o migliorare la loro vita digitale.

Ma, non per questo, vivo nel mondo delle fate.

Nel caso di questo articolo, mi trovo molto in disaccordo. A differenza di quanto è scritto nel titolo, ci sono pochi software di livello davvero professionale per l'elaborazione video su Linux: Da Vinci Resolve (ammesso di riuscire a farlo funzionare sulla propria distribuzione se NON è Centos o Rocky, dopo l'installazione) e Blender. Il secondo in realtà è più adatto a chi lavora con il 3D. Nel corpo dell'articolo si va un po' meglio, ma tra le righe si leggono dei limiti che purtroppo ha la soluzione proposta.

Poi ci sono tanti (ma tanti) software che vanno bene soltanto per uso casalingo, e ben venga che ci siano, e poi ci sono le vie di mezzo.

KDEnlive e Cinelerra secondo me sono 2 vie di mezzo, ma nell'articolo sembra che KDEnlive sia la soluzione di tutti i mali, e che il "comune sentire" (che sia difficile lavorare con i video su Linux), sia un errore.

(Inkscape non lo affronto neanche, è bello e completo ma le sue potenzialità sono quelle che aveva Adobe Illustrator 15 anni fa; ormai quel modo di lavorare è vecchio. In altre parole un professionista difficilmente lo userà).

Ecco il punto: nel 2025, per me, il punto non è "se" con una distribuzione linux si possa fare qualcosa, ma "in quanto tempo" e "con quale difficoltà".

Se gli sviluppatori non lavorano su questo, non credo che ci sarà mai una vera diffusione di Linux sul desktop.

Per citare un esempio, ormai anche il blocco note di Windows è pieno di IA, mentre Linux è rimasto indietro su questo fronte (e lo dico dopo l'installazione delle componenti di VOSK necessarie per trascrivere sottotitoli su KDEnlive).

Può piacere o no, ma io credo che l'IA sia qui per restare e per semplificarci la vita: ormai l'utente se la aspetta; non si può pretendere che gli utenti sacrifichino il loro tempo in nome di principi che, magari, neanche condividono.

Se ci fate caso, le soluzioni open che sono massicciamente sul mercato funzionano perché vanno meglio delle soluzioni chiuse per...uno scopo particolare, un esigenza. Sono abbastanza vecchio, ad esempio, per ricordare PERCHE' c'è stato un tempo in cui Firefox era IL browser: perché a differenza di Internet Explorer FUNZIONAVA.


Sarò cinico ma alla maggior parte delle perone non importano i principi, se c'è un modo per convincerle definitivamente è dar loro qualcosa di semplice e che funziona meglio dell'alternativa chiusa.

Mi spiace se urto la sensibilità di qualcuno, nel qual caso chiedo scusa. Questo però è il mio pensiero che non ha lo scopo di distruggere nulla, esprimo tutto ciò con malinconia per qualcosa che potrebbe essere ma non è.

Sta alla comunità cogliere il mio ragionamento con lo spirito che vuole avere: costruttivo.

In ogni caso, ecco l'articolo:

ilsoftware.it/focus/linux-non-…

#linux #opensource #foss #nonuccidetemi



#AgendaSud, 35 milioni di euro aggiuntivi.

Parte oggi la fase due del piano di interventi fortemente voluto dal Ministro Giuseppe Valditara nel 2023 per contrastare la dispersione scolastica e ridurre i divari negli apprendimenti tra Nord e Sud Ital…



Forced E-Waste PCs and the Case of Windows 11’s Trusted Platform


Until the release of Windows 11, the upgrade proposition for Windows operating systems was rather straightforward: you considered whether the current version of Windows on your system still fulfilled your needs and if the answer was ‘no’, you’d buy an upgrade disc. Although system requirements slowly crept up over time, it was likely that your PC could still run the newest-and-greatest Windows version. Even Windows 7 had a graphical fallback mode, just in case your PC’s video card was a potato incapable of handling the GPU-accelerated Aero Glass UI.

This makes a lot of sense, as the most demanding software on a PC are the applications, not the OS. Yet with Windows 11 a new ‘hard’ requirement was added that would flip this on its head: the Trusted Platform Module (TPM) is a security feature that has been around for many years, but never saw much use outside of certain business and government applications. In addition to this, Windows 11 only officially supports a limited number of CPUs, which risks turning many still very capable PCs into expensive paperweights.

Although the TPM and CPU requirements can be circumvented with some effort, this is not supported by Microsoft and raises the specter of a wave of capable PCs being trashed when Windows 10 reaches EOL starting this year.

Not That Kind Of Trusted


Although ‘Trusted Platform’ and ‘security’ may sound like a positive thing for users, the opposite is really the case. The idea behind Trusted Computing (TC) is about consistent, verified behavior enforced by the hardware (and software). This means a computer system that’s not unlike a modern gaming console with a locked-down bootloader, with the TPM providing a unique key and secure means to validate that the hardware and software in the entire boot chain is the same as it was the last time. Effectively it’s an anti-tamper system in this use case that will just as happily lock out an intruder as the purported owner.
XKCD's take on encrypting drives.XKCD’s take on encrypting drives.
In the case of Windows 11, the TPM is used for this boot validation (Secure Boot), as well as storing the (highly controversial) Windows Hello’s biometric data and Bitlocker whole-disk encryption keys. Important to note here is that a TPM is not an essential feature for this kind of functionality, but rather a potentially more secure way to prevent tampering, while also making data recovery more complicated for the owner. This makes Trusted Computing effectively more a kind of Paranoid Computing, where the assumption is made that beyond the TPM you cannot trust anything about the hardware or software on the system until verified, with the user not being a part of the validation chain.

Theoretically, validating the boot process can help detect boot viruses, but this comes with a range of complications, not the least of which is that this would at most allow you to boot into Windows safe mode, if at all. You’d still need a virus scanner to detect and remove the infection, so using TPM-enforced Secure Boot does not help you here and can even complicate troubleshooting.

Outside of a corporate or government environment where highly sensitive data is handled, the benefits of a TPM are questionable, and there have been cases of Windows users who got locked out of their own data by Bitlocker failing to decrypt the drive, for whatever reason. Expect support calls from family members on Windows 11 to become trickier as a result, also because firmware TPM (fTPM) bugs can cause big system issues like persistent stuttering.

Breaking The Rules


As much as Microsoft keeps trying to ram^Wgently convince us consumers to follow its ‘hard’ requirements, there are always ways to get around these. After all, software is just software, and thus Windows 11 can be installed on unsupported CPUs without a TPM or even an ‘unsupported’ version 1.2 TPM. Similarly, the ‘online Microsoft account’ requirement can be dodged with a few skillful tweaks and commands. The real question here is whether it makes sense to jump through these hoops to install Windows 11 on that first generation AMD Ryzen or Intel Core 2 Duo system from a support perspective.

Fortunately, one does not have to worry about losing access to Microsoft customer support here, because we all know that us computer peasants do not get that included with our Windows Home or Pro license. The worry is more about Windows Updates, especially security updates and updates that may break the OS installation by using CPU instructions unsupported by the local hardware.

Although Microsoft published a list of Windows 11 CPU requirements, it’s not immediately obvious what they are based on. Clearly it’s not about actual missing CPU instructions, or you wouldn’t even be able to install and run the OS. The only true hard limit in Windows 11 (for now) appears to be the UEFI BIOS requirement, but dodging the TPM 2.0 & CPU requirements is as easy as a quick dive into the Windows Registry by adding the AllowUpgradesWithUnsupportedTPMOrCPU key to HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\Setup\MoSetup. You still need a TPM 1.2 module in this case.

When you use a tool like Rufus to write the Windows 11 installer to a USB stick you can even toggle a few boxes to automatically have all of this done for you. This even includes the option to completely disable TPM as well as the Secure Boot and 8 GB of RAM requirements. Congratulations, your 4 GB RAM, TPM-less Core 2 Duo system now runs Windows 11.

Risk Management


It remains to be seen whether Microsoft will truly enforce the TPM and CPU requirements in the future, that is requiring Secure Boot with Bitlocker. Over on the Apple side of the fence, the hardware has been performing system drive encryption along with other ‘security’ features since the appearance of the Apple T2 chip. It might be that Microsoft envisions a similar future for PCs, one in which even something as sacrilegious as dual-booting another OS becomes impossible.

Naturally, this raises the spectre of increasing hostility between users and their computer systems. Can you truly trust that Bitlocker won’t suddenly decide that it doesn’t want to unlock the boot drive any more? What if an fTPM issue bricks the system, or that a sneaky Windows 11 update a few months or years from now prevents a 10th generation Intel CPU from running the OS without crashing due to missing instructions? Do you really trust Microsoft that far?

It does seem like there are only bad options if you want to stay in the Windows ecosystem.

Strategizing


Clearly, there are no good responses to what Microsoft is attempting here with its absolutely user-hostile actions that try to push a closed, ‘AI’-infused ecosystem on its victi^Wusers. As someone who uses Windows 10 on a daily basis, this came only after running Windows 7 for as long as application support remained in place, which was years after Windows 7 support officially ended.

Perhaps for Windows users, sticking to Windows 10 is the best strategy here, while pushing software and hardware developers to keep supporting it (and maybe Windows 7 again too…). Windows 11 came preinstalled on the system that I write this on, but I erased it with a Windows 10 installation and reused the same, BIOS embedded, license key. I also disabled fTPM in the BIOS to prevent ‘accidental upgrades’, as Microsoft was so fond of doing back with Windows 7 when everyone absolutely had to use Windows 10.

I can hear the ‘just use Linux/BSD/etc.’ crowd already clamoring in the comments, and will preface this by saying that although I use Linux and BSD on a nearly basis, I would not want to use it as my primary desktop system for too many reasons to go into here. I’m still holding out some hope for ReactOS hitting its stride Any Day Now™, but it’s tough to see a path forward beyond running Windows 10 into the ground, while holding only faint hope for Windows 12 becoming Microsoft’s gigantic Mea Culpa.

After having used PCs and Windows since the Windows 3.x days, I can say that the situation for personal computers today is unprecedented, not unlike that for the World Wide Web. It seems increasingly less like customer demand is appealed to by companies, and more an inverse where customers have become merely consumers: receptacles for the AI and marketing-induced slop of the day, whose purchases serve to make stock investors happy because Line Goes Up©.


hackaday.com/2025/05/29/forced…



Il leader del M5S Giuseppe Conte a TPI: “Quando smetterà Giorgia Meloni di vendere armi a Israele?”


@Politica interna, europea e internazionale
«Il governo italiano non ha una sua politica estera, come ce l’hanno ad esempio i governi di Spagna e Francia: è completamente asservito alla linea oltranzista filo-israeliana di Washington. Quindi si limita ad obbedire. Guarda caso oggi che Trump



La Polizia di Stato presenta il primo “Quaderno di Polizia Cibernetica”


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La tutela di cittadini, istituzioni e imprese dalle minacce provenienti dal dominio cibernetico rappresenta una delle missioni strategiche della Polizia di Stato, che attraverso la Polizia Postale opera quotidianamente nel contrasto al crimine informatico e nella protezione



Comune di Pisa e ransomware: un silenzio surreale


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Uno strano silenzio ufficiale circonda la notizia dell'attacco ransomware al Comune di Pisa. Qualcosa inizia a trapelare, ovviamente, ma si attendono conferme ufficiali da parte dell'Amministrazione.
Source

zerozone.it/cybersecurity/comu…

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in reply to Cybersecurity & cyberwarfare

deve essere colpa di una delle altre Repubbliche Marinare... secondo me c'è lo zampino di Genova



A new report from Stanford finds that schools, parents, police, and our legal system are not prepared to deal with the growing problem of minors using AI to generate CSAM of other minors.#News
#News


DK 9x31 - Claude, ricattami questo


C''è un modo di raccontare questa storia secondo il quale una intelligenza digitale diventa capace di ribellarsi ai suoi creatori e arriva a ricattarli pur di non essere sostituita.
C'è un altro modo, secondo il quale un generatore di storie produce esattamente le storie che gli vengono richieste, e tutto il bru bru mediatico è dovuto a dei poveracci che fanno delle proprie psicosi il proprio modello di business.


spreaker.com/episode/dk-9x31-c…



Come vedere il Mondiale per Club: in chiaro, streaming e con VPN


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il Mondiale per Club FIFA 2025 sarà visibile gratuitamente in Italia su DAZN e su Mediaset (una partita al giorno in chiaro e online). Dall’estero è possibile accedere ai contenuti usando una VPN connessa a un server italiano. NordVPN, ExpressVPN e Surfshark sono



Ue-Australia, prove d’intesa strategica tra Europa e Indo-Pacifico

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’idea è stata avanzata da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, al primo ministro australiano Anthony Albanese due settimane fa a Roma, in occasione della messa d’insediamento di papa Leone XIV: un partenariato tra Unione europea e Australia su sicurezza e difesa.



Bring Back The BIOS! (To UEFI Systems, That Is)


At the dawn of the PC, IBM provided the Basic Input Output System (BIOS). It took care of bringing the machine up, and exposed a series of software hooks for the hardware. Over the years the BIOS and its updated descendants served us well, but as we entered a 64-bit world its limitations began to show.

The replacement was the Unified Extensible Firmware Interface or UEFI, and the chances are you’re viewing this on a machine which uses it in some capacity. But what if you only have UEFI and need BIOS to run a piece of older software? Never fear, because here’s CSMWrap, which brings it back, just for you.

Under the hood it’s a wrapper for the SeaBIOS compatibility support module, doing the work of setting up the memory mapping such that it will load, and ensuring that other services such as the VGA BIOS are loaded. As it stands it can boot FreeDOS and some older Windows versions under UEFI in QEMU, and it’s claimed also run on real hardware. We don’t often need to run DOS on our 2025 machine, but it’s neat to know we can.

Meanwhile if the BIOS interests you, know that there’s also an open source BIOS for the earliest of PCs.


BIOS header image: Thomas Schanz, CC BY-SA 4.0.


hackaday.com/2025/05/29/bring-…



Podcast Cina-Palestina. Pechino sostiene Gaza ma è prudente con Israele


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Non corrispondono al vero le voci di aiuti cinesi paracadutati alla popolazione della Striscia. Pechino però è ferma nel sostegno ai palestinesi e appoggia la risoluzione dell'ultimo vertice arabo. Ma per interessi economici e strategici evita di contrastare la



L’esperienza totalizzante della guerra di Liberazione rappresenta per la Zangrandi uno slancio propulsivo adrianomaini.altervista.org/le…


Windows Update sarà per tutti? Persino il Blocco Note ha paura!


Microsoft vuole rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti gli aggiornamenti su Windows. L’azienda ha annunciato una nuova piattaforma di orchestrazione degli aggiornamenti che punta a trasformare completamente il processo. La piattaforma permette di centralizzare l’aggiornamento di qualsiasi applicazione, driver o componente software direttamente tramite Windows Update. L’obiettivo è ambizioso: dire addio agli aggiornamenti separati gestiti da ogni singola app e portare tutto sotto il controllo centralizzato del sistema operativo.

Attualmente, su Windows, ogni software ha il suo sistema di aggiornamento: alcuni notificano automaticamente, altri richiedono il controllo manuale, altri ancora vengono completamente ignorati. Questo crea frammentazione e potenziali falle di sicurezza. La nuova piattaforma di Microsoft consente agli sviluppatori di integrare i propri aggiornamenti in Windows Update. Inoltre potranno eliminare la necessità di implementare meccanismi separati di controllo, pianificazione o registrazione. Gli utenti, invece, potranno godere di notifiche più coerenti e di uno storico aggiornamenti unificato.

Secondo quanto dichiarato, la piattaforma supporterà una vasta gamma di formati di applicazioni, comprese quelle confezionate come MSIX, APPX e persino alcune Win32 personalizzate. Gli sviluppatori potranno gestire gli aggiornamenti usando API WinRT o script PowerShell, ma dovranno prima registrarsi all’anteprima privata per accedere alle funzionalità.

La mossa rappresenta un importante passo in avanti verso una gestione intelligente e centralizzata del software. Se adottata saràin grado di migliorare non solo la sicurezza ma anche l’esperienza d’uso su Windows. Tuttavia, resta da capire se le aziende terze decideranno di adottare questo nuovo approccio. Oppure se continueranno a preferire le loro soluzioni proprietarie per il controllo degli aggiornamenti.

Con questa iniziativa, Microsoft dimostra di voler affrontare una delle criticità più diffuse nei sistemi Windows: la dispersione degli aggiornamenti

Unificando tutto sotto un unico sistema, l’azienda punta a offrire maggiore coerenza, sicurezza e controllo. Se l’iniziativa dovesse essere adottata su larga scala, potremmo dire definitivamente addio agli aggiornamenti dimenticati e ai software obsoleti.

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informapirata ⁂ reshared this.




Allarme NPM: scoperti 60 pacchetti che rubano i tuoi dati con un semplice install


I ricercatori di Socket hanno scoperto una campagna attiva che utilizza decine di pacchetti npm dannosi in grado di raccogliere e rubare informazioni dai sistemi delle vittime.

Secondo gli esperti, nelle ultime due settimane, aggressori hanno pubblicato 60 pacchetti in npm contenenti un piccolo script che viene attivato durante l’installazione. Lo script è responsabile della raccolta di nomi host, indirizzi IP, elenchi di server DNS e percorsi di directory e della successiva trasmissione di queste informazioni agli aggressori tramite un webhook Discord.

Lo script è rivolto agli utenti Windows, Linux e macOS, utilizza controlli di base per bypassare la sandbox ed è progettato specificamente per rilevare l’impronta digitale di qualsiasi sistema che interagisca con uno dei pacchetti dannosi.

I ricercatori hanno identificato tre account npm, ciascuno dei quali ha pubblicato 20 pacchetti dannosi: bbbb335656, cdsfdfafd1232436437 e sdsds656565. Tutti i pacchetti contenevano lo stesso codice per raccogliere i dati e li passavano allo stesso webhook Discord.

“Il numero totale di download di pacchetti supera attualmente i 3.000, consentendo agli aggressori di creare una mappa delle reti di sviluppatori e aziende che potrebbe diventare una vera e propria roadmap per gli attacchi futuri. Al momento in cui scriviamo, tutti i pacchetti sono ancora disponibili su npm. Abbiamo presentato una richiesta per rimuoverli”, affermano gli esperti nel loro rapporto.

Secondo Socket, poiché lo script dannoso raccoglie identificatori di rete sia interni che esterni, consente agli aggressori di collegare ambienti di sviluppo privati ​​a infrastrutture pubbliche.

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AsyncRAT colpisce l’Italia con la steganografia: la nuova campagna malspam


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Si chiama AsyncRAT il nuovo malware che ha messo l’Italia nel mirino: si diffonde utilizzando la tecnica della steganografia per nascondersi dentro file apparentemente innocui inviati alle ignare vittime attraverso una campagna malspam. Ecco i dettagli e le



Commenti su YouTube? L’IA trasforma i tuoi commenti in un dossier personale


Internet sta diventando giorno dopo giorno una vasta rete di sorveglianza. Di particolare preoccupazione è il fatto che le nuove tecnologie abbinate all’intelligenza artificiale possono facilmente raccogliere dati e creare profili attendibili delle persone e quindi complicare ulteriormente la privacy degli utenti.

I commenti abituali su YouTube non sono più solo dichiarazioni innocenti, ma possono diventare la base per creare quasi un dossier su una persona. Un nuovo servizio online chiamato YouTube-Tools sostiene di essere in grado di trovare quasi tutti i commenti che un utente ha mai lasciato sulla piattaforma e poi di usare l’intelligenza artificiale per crearne un profilo, includendo anche la possibile posizione geografica, la lingua madre, gli interessi e persino le opinioni politiche.

Lo strumento è nato come parte di una serie crescente di servizi online nati con un sito per l’analisi dei nickname di League of Legends. Ora utilizza un modello linguistico modificato di Mistral per generare brevi report analitici sugli utenti di YouTube in base ai commenti. Il creatore sostiene di aver realizzato il progetto per le esigenze della polizia e degli investigatori privati, ma chiunque può accedere al sito: tutto ciò di cui hai bisogno è una carta di credito e un indirizzo email; l’abbonamento costa circa 20 dollari al mese.

Lo strumento rappresenta una seria minaccia alla privacy. I report vengono generati in pochi secondi e contengono dati sufficienti affinché l’intelligenza artificiale evidenzi dettagli potenzialmente identificativi. Tali tecnologie potrebbero rivelarsi una vera manna per combattere il bullismo online: si sono già verificati casi in cui altri strumenti per sviluppatori sono stati utilizzati da comunità impegnate in attività di stalking e raccolta di prove incriminanti.

Il servizio sembra violare l’informativa sulla privacy di YouTube, che afferma chiaramente che la raccolta automatizzata di informazioni è consentita solo in conformità con il file robots.txt o con l’autorizzazione scritta di YouTube. Tuttavia, YouTube Tools sembra ignorare queste restrizioni e continua a raccogliere dati.

Un test funzionale ha dimostrato che il servizio funziona davvero. Quando veniva inserito il nome di un commentatore casuale, il sistema generava decine di commenti da video diversi e compilava automaticamente un paragrafo analitico. Ad esempio, ha sottolineato un possibile collegamento con l’Italia citando riferimenti alla cucina e ai programmi televisivi italiani, e ha interpretato le sue opinioni culturali sulla base di diverse frasi sulla mascolinità e sulla società.

Secondo il sito, il database comprende 1,4 miliardi di utenti e 20 miliardi di commenti, anche se YouTube stesso ha più di 2,5 miliardi di utenti, il che significa che non è completamente coperto.

YouTube-Tools è stato lanciato appena una settimana fa ed è un fork di LoL-Archiver. Lo sviluppatore possiede anche altri servizi simili: nHentai-Archiver analizza i commenti degli utenti su una popolare piattaforma per l’hosting di manga per adulti, Kick-Tools mostra la cronologia delle chat e dei ban degli utenti sul servizio di streaming video Kick e Twitch-Tools mostra la cronologia dei messaggi di un utente specifico su Twitch nei canali monitorati. Al momento della pubblicazione, i canali Twitch seguiti sono oltre 39.000.

Lo sviluppatore ha ammesso esplicitamente che l’obiettivo finale è tracciare l’attività dei singoli utenti. Sostiene che il sito è rivolto ai professionisti: detective, giornalisti e addetti alla sicurezza. Allo stesso tempo, la politica del servizio stabilisce che l’accesso è consentito solo con una licenza, ma in realtà chiunque può iscriversi in pochi minuti senza fornire alcun documento a supporto.

Come misura di “verifica”, lo sviluppatore cita l’accettazione dei termini di utilizzo e la verifica casuale (KYC) di coloro che sollevano sospetti. Ha fatto l’esempio della rimozione di un utente per aver utilizzato un indirizzo e-mail temporaneo, ma ha sottolineato che prima viene concesso l’accesso e solo in seguito avviene la verifica.

L’analisi comportamentale dell’intelligenza artificiale è disponibile solo nella sezione YouTube e, secondo lo sviluppatore, ha lo scopo di velocizzare il lavoro degli investigatori. Tuttavia, questo approccio consente di farsi un’idea molto rapidamente dell’utente, anche se questi non rivela direttamente dati personali.

Lo sviluppatore ha riconosciuto che i rischi per la privacy sono reali, ma insiste sul fatto che cerca di ridurli al minimo tramite filtraggio interno. Ha aggiunto che era pronto a cancellare le informazioni archiviate su richiesta ufficiale. Non viene però specificato come l’utente possa scoprire che i suoi dati sono già stati analizzati.

Il problema della raccolta automatica dei dati pubblici sta diventando sempre più acuto. In precedenza, i ricercatori brasiliani avevano pubblicato una cache di due miliardi di messaggi provenienti da server Discord aperti. In precedenza, sulla stessa piattaforma era stato chiuso il progetto Spy Pet, che utilizzava un metodo simile. Ora YouTube si trova ad affrontare una nuova ondata di interrogativi sulle misure adottate per proteggere i propri utenti da analisi indesiderate delle loro attività pubbliche.

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The Cost of a Cheap UPS is 10 Hours and a Replacement PCB


Recently [Florin] was in the market for a basic uninterruptible power supply (UPS) to provide some peace of mind for the smart home equipment he had stashed around. Unfortunately, the cheap Serioux LD600LI unit he picked up left a bit to be desired, and required a bit of retrofitting.

To be fair, the issues that [Florin] ended up dealing with were less about the UPS’ capability to deal with these power issues, and more with the USB interface on the UPS. Initially the UPS seemed to communicate happily with HomeAssistant (HA) via Network UPS Tools over a generic USB protocol, after figuring out what device profile matched this re-branded generic UPS. That’s when HA began to constantly lose the connection with the UPS, risking its integration in the smart home setup.
The old and new USB-serial boards side by side. (Credit: VoltLog, YouTube)The old and new USB-serial boards side by side. (Credit: VoltLog, YouTube)
After tearing down the UPS to see what was going on, [Florin] found that it used a fairly generic USB-serial adapter featuring the common Cypress CY7C63310 family of low-speed USB controller. Apparently the firmware on this controller was simply not up to the task or poorly implemented, so a replacement was needed.

The process and implementation is covered in detail in the video. It’s quite straightforward, taking the 9600 baud serial link from the UPS’ main board and using a Silabs CP2102N USB-to-UART controller to create a virtual serial port on the USB side. These conversion boards have to be fully isolated, of course, which is where the HopeRF CMT8120 dual-channel digital isolator comes into play.

After assembly it almost fully worked, except that a Sonoff Zigbee controller in the smart home setup used the same Silabs controller, with thus the same USB PID/VID combo. Fortunately in Silabs AN721 it’s described how you can use an alternate PID (0xEA63) which fixed this issue until the next device with a CP2102N is installed

As it turns out, the cost of a $40 UPS is actually 10 hours of work and $61 in parts, although one cannot put a value on all the lessons learned here.

youtube.com/embed/ZeoCBQmW2Rw?…


hackaday.com/2025/05/29/the-co…




Il chavismo trionfa nelle elezioni del 25 maggio. L’estrema destra: “Ha vinto l’astensione”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il chavismo torna alla guida del paese con un mandato popolare chiaro: radicalizzare la democrazia, sconfiggere la guerra economica e aprire una nuova fase della Rivoluzione Bolivariana.
L'articolo Il chavismo trionfa nelle



DORA in pratica: sviluppi regolatori e norme tecniche di attuazione


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Le sfide all'adozione consistono nell'eterogeneità della maturità digitale delle entità finanziarie, nella necessità di integrare le nuove disposizioni nel contesto di compliance esistente, nella carenza di qualifiche tecniche nel settore. Ecco un riepilogo aggiornato dei



Editori Indipendenti – Intervista a: Mattioli 1885
freezonemagazine.com/articoli/…
Con questo articolo Free Zone Magazine inizia una serie di interviste a Editori Indipendenti perché riteniamo che il loro ruolo nel campo dell’editoria sia da sempre di vitale importanza. Ciò per il lavoro di accurata ricerca, da loro svolto, nell’individuazione di autori e libri di particolare interesse, oltre che valore letterario, che altrimenti non


Oggi, 29 maggio, nel 1985. La strage dello stadio Heysel, a Bruxelles. 39 morti (di cui 32 italiani)


Il fenomeno sociale dell’hooliganismo ha avuto il suo apice più tragico nella così detta “strage dell'Heysel”, occorsa il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone (di cui 32 italiane), e ne rimasero ferite oltre 600.
Il tragico evento è imputabile ai tifosi inglesi più accesi e eccitati dall'alcol, che cominciarono a spingersi verso il settore occupato dai tifosi italiani non organizzati, sfondando le reti divisorie e costringendoli ad arretrare sino ad un muro di contenimento, tanto che alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri ancora si ferirono contro le recinzioni.
Il muro crollò per il troppo peso e numerose persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco.

Secondo il Cambridge Dictionary hooligan è “una persona violenta che combatte o provoca danni in luoghi pubblici”, e l’hooliganismo è la manifestazione di questo comportamento.
In Inghilterra nell’aprile 1894, fu processato il diciannovenne Charles Clarke per l’aggressione a un agente di polizia. Il quotidiano londinese Daily News descrisse l’imputato come “il capo di una banda di giovani nota con il nome Hooligan Boys”.
Nel 1886 a seguito di una rissa tra i sostenitori della squadra di football del Preston contro i rivali del Queens Park era stato sciaguratamente inaugurato il football hooliganism inteso come la violenza competitiva e reciproca tra gruppi diversi di sostenitori organizzati delle compagini calcistiche, con scazzottate e violenze prevalentemente contro arbitri e giocatori.

Se in occasione dell’incontro di calcio Liverpool–Juventus del 29 maggio 1985 gli hooligans furono gli esecutori materiali, le autorità sportive locali ed europee non furono esenti da colpe per la discutibile scelta dell’impianto e la gestione complessiva dell’ordine pubblico.

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L'immagine è in bianco e nero e mostra una folla di persone in una situazione di disordine e caos. La gente è compatta, con molte persone che si affollano e si spingono l'una contro l'altra. Alcuni individui hanno espressioni di paura o frustrazione, mentre altri sembrano cercare di aiutare gli altri. La folla è composta da uomini e donne di diverse età, alcuni dei quali indossano abiti casual, mentre altri sembrano essere tifosi di calcio, come suggerito dai colori e dai motivi dei loro abiti. La scena si svolge su una struttura che potrebbe essere una gradinata o una passerella, con una rete metallica visibile in primo piano. L'atmosfera è intensa e caotica, con un senso di urgenza e disordine.

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Operazione internazionale Zoulou: traffico di cocaina coinvolgente Belgio, Germania, Italia e Svizzera

Nell’attività condotta ad aprile 2025 sono stati effettuati arresti (11 in Belgio, 2 in Germania e 1 in Italia), eseguite 11 perquisizioni domiciliari e smantellato un laboratorio clandestino

Le indagini hanno svelato che l’organizzazione criminale era guidata da una famiglia italiana, con collegamenti diretti sia con fornitori in Colombia sia con gruppi di chimici operanti in Belgio. Oltre al traffico di cocaina, il gruppo era anche coinvolto nello spaccio di eroina e in operazioni di riciclaggio di denaro. Queste evidenze rivelano come le reti criminali moderne si strutturino su livelli internazionali, facendo leva su legami trasversali per garantire la continuità e la resilienza delle loro attività illecite. Le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 780 kg di cocaina e intercettato la spedizione di pasta di cocaina originaria della Colombia, destinata al mercato europeo.
Il successo dell’operazione si basa sulla condivisione e sull’analisi reciproca di informazioni tra gli organismi di vari paesi e sulla creazione di un team di indagine congiunto tra le autorità belghe e italiane. Inoltre, l’operazione ha ricevuto il supporto del progetto ISF4@ON, promosso dalla Direzione Investigativa Antimafia italiana (DIA).
Le attività sono state svolte con il sostegno di #Eurojust ed #Europol.

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